In Commissione Trasporti ha avuto luogo l’audizione dei vertici GTT, a cui è seguita la relazione dell’Assessore Balocco sul nuovo piano industriale. Vi è stata conferma che le risorse stanziate dalla Regione Piemonte corrispondono a 65 milioni, più circa 13 per i mezzi su ferro e circa 45 per il rinnovo degli autobus. Il Governo si impegnerebbe a stanziare 75 milioni per investimenti, più altri 13 per mezzi su ferro e altri 45 per autobus. “Le ultime notizie sul fronte GTT sembrano finalmente positive” – dichiara il capogruppo di SEL Marco Grimaldi – “perché consentono di ammodernare, come sosteniamo da anni, tutto il parco mezzi con acquisti di circa 40 tram e 470 autobus, che permetteranno così di rinnovare una flotta ormai inadeguata. L’acquisto di nuove flotte di tram, in particolare, potrebbe andare a rafforzare le linee forti della città di Torino (ad esempio il 3, il 13, il 15 e magari il ritorno su rotaia del 18) e dotare la città di un parco mezzi più moderno ed ecologico. A oggi non sappiamo però se alla nostra visione corrisponda un nuovo piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) da parte della città di Torino. Scongiurata per l’ennesima volta l’ipotesi di dismissione e privatizzazione di GTT, pretendiamo dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, oltre alla messa in sicurezza dell’azienda e dei servizi, certezze per il futuro dei lavoratori e l’impegno ad attivare tutte le strade possibili per evitare esuberi e licenziamenti”.
Si presenta il “Popolo della Famiglia”
Domenica 28 gennaio, alle ore 10.00, a Torino, presso la sala di Via Negarville 30/2A (zona Mirafiori) Mirko De Carli, coordinatore per l’Italia settentrionale dei circoli territoriali del Popolo della Famiglia, terrà una conferenza stampa di presentazione, ai cittadini ed alla stampa, dei candidati piemontesi del PdF alle prossime lezioni politiche del marzo 2018. Contestualmente verrà anche presentato il programma elettorale di questo nuovo soggetto politico (il PdF, appunto), fondato in seguito ai Family Day 2015 e 2016 da Mario Adinolfi, Gianfranco Amato e Nicola Di Matteo, programma che, in breve, prevede la difesa dei valori non negoziabili, quali il diritto universale a nascere; il primato della famiglia ad esercitare il suo ruolo insostituibile nell’educazione dei figli; il diritto di ogni bambino ad avere una mamma ed un papà; la difesa dei neonati che non possono essere oggetto di compravendita attraverso la pratica della maternità surrogata; e poi il reddito di maternità di 1000 euro mensili a quelle mamme che decideranno di dedicarsi alla cura dei figli, la riforma del quoziente familiare nella tassazione; e ancora l’opposizione alle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), che prevedono la cessazione di nutrizione e idratazione per gli anziani che abbiano preventivamente richiesto la sospensione delle cure (anche se queste due pratiche non possono essere considerate come trattamenti medici né quindi essere sospendibili, come invece la legislazione vigente legittima: esiste già la terapia antalgica per accompagnare il malato terminale senza sofferenze inutili); il diritto delle persone a non emigrare, mediante accordi con i paesi di origine, e opposizione allo jus soli.
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COMUNICAZIONE AI LETTORI
In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblicherà gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati o esponenti politici di movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it
“Confidavo che l’interrogazione presentata in Aula vedesse una forte presa di posizione della Giunta regionale verso quelle case di cura, convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale, che impongono il pagamento di una retta ai pazienti anziani non autosufficienti affetti da malattie croniche i quali rifiutino le dimissioni. L’assessore alla Sanità non solo non é entrato nel merito del problema, prendendo una posizione politica, ma ha preferito rimandare al Consiglio l’onere di approvare un Piano della Cronicità che se tutto va bene verrà approvato nel 2019, senza dare risposte ai tanti casi di persone in difficoltà che si trovano a dover pagare un conto salato senza praticamente aver sottoscritto alcun contratto“. Ad affermarlo la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino che ha discusso un question time in merito. Conclude Ruffino: “La Giunta Regionale avrebbe già dovuto maturare una posizione in merito a novembre dello scorso anno quando le mie sollecitazioni in merito, avevano portato l’assessore a domandare un quesito legislativo per appurare la possibilità di riconoscere un compenso pari alle spese alberghiere alle case di cura che ricoverano un soggetto che fa opposizione alle dimissioni. Ad oggi nulla é stato fatto e peraltro, ancora una volta, il centrosinistra sull’argomento prende tempo non dicendo quali sono i principi che intende adottare per garantire il diritto alla salute di questi pazienti. Perché se é vero che sono stati avviati dei seminari, dall’altra parte se non vengono fissati dei paletti é palese che la Giunta intende procrastinare la stesura del Piano Criticità, che prevede una spesa per l’Ente, non solo a dopo le elezioni politiche ma anche alla prossima tornata amministrativa regionale. Una soluzione grave perché di fatto abbandona i malati cronici a loro stessi, addossando anche a soggetti estremamente deboli sia dal punto di vista sociale sia da quello economico, addossando a loro le spese di cura e assistenza“.
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Centro sinistra, prima o poi riparte…
Che il centro sinistra, prima o poi, ritorni al centro del dibattito politico e’ una constatazione abbastanza scontata. Le lacerazioni che lo hanno accompagnato in questi ultimi tempi non possono durare a lungo. Le stesse incomprensioni personali che hanno generato divisioni, rotture tra i vari leader e inevitabilmente anche fratture politiche e di prospettiva, sono destinate – oggettivamente – a rientrare. Se non altro per un motivo numerico e puramente quantitativo: se le forze riconducibili al centro sinistra non si uniscono nello stesso progetto politico e’ semplicemente matematico che le forze di centro destra, o populiste che siano, sono destinate a vincere. Elettoralmente e politicamente. Ora, se fino a qualche tempo fa la logica del “pallottoliere” era l’elemento unificante e unitivo di tutto il centro sinistra, dopo la rottura politica all’interno del Partito democratico e la conseguente nascita di Liberi e Uguali, saranno solo e soltanto le scelte politiche a decidere la bontà di ricostruire una alleanza/coalizione di centro sinistra. Certo, sulla carta c’è un accordo quasi naturale e scontato. Tutti parlano, pressappoco, di un centro sinistra di governo, riformista, inclusivo e plurale. Nessuno sostiene, anche nel Pd, che le politiche del centro sinistra possono essere fatte di comune accordo con Forza Italia. O, peggio ancora, che alcune scelte politiche decisive fatte in questi ultimi anni dal Pd sono state condivise e avallate anche dal centro destra. Al punto che lo stesso Alfano, quando era ancora il leader di una formazione che si chiamava “Nuovo centro destra” sosteneva tranquillamente in una celebre trasmissione a “Porta a Porta” che il governo di cui faceva parte parte aveva portato a termine provvedimenti che da tempo sosteneva e caldeggiava il centro destra a trazione berlusconiana. Ecco perché’ siamo arrivati, forse, ad una situazione dove è stato francamente difficile, nonché imbarazzante, riconoscersi allegramente e tranquillamente tutti nella medesima coalizione. Ma per centrare l’obiettivo, cioè quello di una ritrovata unità di questa coalizione – che nel passato ha comunque svolto un ruolo politico decisivo per rafforzare e e consolidare la cultura riformista del nostro paese – la politica dovrà ritornare ad avere un ruolo decisivo e strategico. Uomini soli al comando, cancellare la distinzione tra sinistra e destra, personalizzazione eccessiva, confusione con le politiche di centro destra, pregiudiziali personali e via discorrendo dovranno cedere il passo ad una ricostruzione del “pensiero” politico e culturale riformista nel nostro paese. Sarà quella la prova della verità per verificare, concretamente e idealmente, se ci saranno ancora le famose condizioni politiche per dar vita ad una coalizione realmente alternativa al centro destra e alla destra e a tutte le varie pulsioni populiste e demagogiche che continuano a scorrazzare in Italia. Io credo che ci siano le possibilità per riprendere il cammino. Le pregiudiziali personali inesorabilmente sono destinate a sciogliersi come neve al sole nel momento in cui la politica ritorna ad avere il sopravvento. E questo anche perché in una prospettiva politica e di governo di centro sinistra si riconoscono pezzi di società, forze intellettuali, movimenti e forze sociali che prima o poi invocheranno, anch’esse, il ritorno ad una normalità nel quadro politico. Appunto, il ritorno alla normalità. E cioè, un centro sinistra che si contrappone al centro destra. Sempre. Un processo che però potrà ripartire tranquillamente, piaccia o non piaccia, solo dopo il voto del prossimo 4 marzo.
Giorgio Merlo
“Energie per l’Italia, il movimento liberale fondato da Stefano Parisi, coerentemente con quanto da sempre affermato ha presentato venerdì scorso il proprio simbolo per le elezioni politiche di marzo”
“Saremo l’unica vera forza politica nuova nel panorama elettorale italiano -sottolinea il delegato regionale piemontese di Energie per l’Italia Marco Francia- Collocandoci nell’area di centro destra autonomamente manteniamo fede agli impegni presi in questi mesi con gli italiani che non si sentono più rappresentati e in questo momento hanno bisogno di un riferimento credibile ed affidabile. Presenteremo in tutti i collegi candidati di livello qualitativo eccelso che sappiano intercettare il grande malcontento dell’elettorato di centrodestra. Faremo eleggere dei parlamentari che saranno a disposizione di un governo di centrodestra che abbia vera natura liberale e che si impegni concretamente nelle riforme strutturali necessarie al nostro paese. Facciamo appello alla maggioranza degli italiani che in questi anni si sono allontanati dalla politica perché disamorati e delusi. Vogliamo dare loro una casa ed una forte rappresentanza. La nostra è una battaglia concreta che si fonda sui valori occidentali e sui principi tradizionali della nostra cultura. Vogliamo riformare strutturalmente lo stato e creare una nuova classe dirigente partendo anche dai giovani che sia in grado di riportare il nostro paese al ruolo che gli compete”.
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Carretta e Gallo: “Straordinario successo di partecipazione”
Si sono svolte a Orbassano e a Ivrea le primarie di partito per la scelta dei candidati sindaco del PD alle prossime elezioni amministrative. A Ivrea si sono registrati 1437 votanti e a Orbassano 1297.
“Centinaia di persone oggi si sono presentate ai seggi per votare alle primarie del Pd. Un risultato che è andato ben oltre le attese, un altro grande successo di partecipazione alla vita politica del Partito Democratico. La giornata di oggi ci conferma ancora una volta che le primarie sono un grande strumento di democrazia e di partecipazione” affermano Mimmo Carretta, segretario del PD torinese e Raffaele Gallo responsabile Enti Locali. “Sono state settimane intense di confronto e di dialogo con i cittadini di Orbassano e Ivrea e da stasera, insieme alla coalizione, lavoreremo tutti uniti per preparare al meglio le elezioni politiche del 4 Marzo e le elezioni amministrative di questa primavera. Un ringraziamento ai volontari che hanno permesso tutto questo e ai candidati Roberto Taglietta e Luca Di Salvo per Orbassano e Maurizio Perinetti e Elisabetta Ballurio a Ivrea. In bocca al lupo a Taglietta che vincendo con il 53.6% sarà il candidato sindaco PD di Orbassano e a Perinetti che con il 51,8% ha vinto le primarie e competerà per conquistare Ivrea” concludono Carretta e Gallo.
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“SE VINCEREMO LE ELEZIONI PORREMO RIMEDIO ALL’ENNESIMO ERRORE DEL CENTROSINISTRA”
La Giunta regionale nella seduta odierna ha approvato la proposta di delibera di accorpamento delle ASL e ASO di Alessandria che adesso dovrà essere discussa in Commissione sanità e in Consiglio regionale. L’accorpamento, qualora approvato, sarà operativo dal 1 gennaio del 2019. Inoltre la Giunta ha prospettato la nascita di un nuovo soggetto, AS@P.
“È paradossale – dichiarano Marco Botta e Gian Luca Vignale – che la Giunta regionale, invece di occuparsi dei veri problemi della sanità piemontese, continui in un’opera di continua distruzione delle sanità territoriali, per giunta prevedendo una nuova super azienda che garantirà qualche nuova poltrona: quali saranno i costi e i benefici per i piemontesi?”
“All’incontro organizzato il mese scorso ad Alessandria abbiamo dimostrato che la nostra contrarietà alla fusione non è aprioristica, ma basata sull’analisi dei bilanci, dei flussi di mobilità e di un’organizzazione sanitaria rispettosa di tutti i territori” continua Vignale.
“Primari e sindacati hanno espresso la loro contrarietà a questa proposta, ora – continua Marco Botta, commissario regionale del Movimento Nazionale – dovranno essere le istituzioni locali a difendere la sanità alessandrina, votando la mozione già presentata ad Alessandria dal Movimento Nazionale per la Sovranità e sottoscritta da tutte le forze del centrodestra” conclude Botta.
“Le politiche di Chiamparino e Saitta di questi anni finalizzati a “tagliare” i servizi nei presidi territoriali dell’ASL hanno portato risultati evidenti: la migrazione verso altre regioni o verso l’ospedale di Alessandria, che non può più reggere un flusso così imponente, di migliaia di alessandrini che non trovano più nei loro ospedali di territorio i servizi” continuano Botta e Vignale.
“Continueremo la nostra battaglia annunciando che già dalle prossime settimane ci recheremo – dichiarano Alessandro Bego, Commissario Provinciale del MNS e Pierpaolo Guazzotti, consigliere comunale Lega-MNS – in altri centri della provincia per manifestare la nostra contrarietà ad un ulteriore taglio dei servizi sanitari nella nostra provincia”.
“In Commissione e in Consiglio il Movimento nazionale per la Sovranità esprimerà il proprio dissenso con la forza dei numeri e di reali motivazioni di tutela della sanità, cercando di evitare che la delibera venga approvata. Se vinceremo le prossime elezioni regionali – conclude Vignale – la revoca della delibera di fusione sarà uno dei prossimi provvedimenti della futura amministrazione”.
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“La Regione si esponga contro le ritorsioni verso i lavoratori”
Questa mattina una delegazione di Liberi e Uguali ha portato la sua solidarietà ai lavoratori della Mussa & Graziano in sciopero.
La Mussa & Graziano è una media impresa torinese, con circa quaranta dipendenti che trasformano e allestiscono veicoli speciali per conto di Fiat Chrysler e Iveco.
Fino a poco fa, la Fiom Cgil non era presente in azienda, finché due montatori non hanno deciso di iscriversi insieme a una decina di colleghi, e di candidarsi nelle liste del sindacato alle imminenti elezioni della RSU.
Gli operai si stavano organizzando per cambiare le condizioni di lavoro all’interno della Mussa & Graziano, per questo in meno di una decina di giorni la Fiom contava dodici iscritti. A quanto raccontano, i ritmi di lavoro sono molto alti, i livelli di sicurezza insufficienti, i locali dove si svolgono le mansioni disorganizzati, il locale dove si consumano i pasti sporchissimo, i bagni anch’essi sporchi, con porte rotte e privi di carta igienica, i riscaldamenti spenti o accesi per una sola ora in tutta la giornata. L’azienda non fornisce nemmeno il vestiario, costringendo i dipendenti a lavorare con abbigliamento personale.
Il 18 di dicembre dello scorso anno i lavoratori si sono riuniti in assemblea sindacale. Il 19 i due montatori che erano riusciti a organizzare gli altri hanno ricevuto lettere di licenziamento, dopo rispettivamente 16 e 13 anni di servizio, per ragioni formalmente economiche ma evidentemente discriminatorie.
Il tentativo di conciliazione non ha portato a nulla, per questo stamattina i dipendenti hanno scioperato dalle 8 alle 10, con un presidio davanti alla Mussa & Graziano, per chiedere la revoca dei due licenziamenti.
Dal confronto della delegazione con la dirigenza, in presenza anche del Segretario provinciale della Fiom Federico Bellono, non è emersa però alcuna disponibilità a tornare indietro.
“Finché i licenziamenti non saranno revocati è ovviamente impossibile impostare una trattativa con l’azienda, per questo martedì presenterò un’interrogazione urgente, perché anche le istituzioni devono esporsi contro le ritorsioni nei confronti dei lavoratori, che sono tante, troppe.” – dichiara il Capogruppo di SEL e Segretario di Sinistra Italiana Marco Grimaldi. – “Tutto questo avviene in un’impresa che ha commesse importanti, verso dipendenti che non chiedono altro che condizioni minime di sicurezza e di igiene nei luoghi in cui lavorano ogni giorno”.
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