POLITICA- Pagina 590

Ruffino: “Un ringraziamento alle forze dell’ordine per il loro lavoro prezioso”

“Alle forze dell’ordine esprimo la mia vicinanza e l’apprezzamento di rappresentante delle istituzioni e di cittadina  per il lavoro svolto, anche in questo mese di agosto, al servizio della comunità piemontese  e a tutela della sicurezza e della legalità”.

 

Così la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino(FI), che sottolinea inoltre: “l’azione delle forze dell’ordine e degli alpini impegnati anche nella nostra regione nell’operazione “strade sicure” presso le stazioni ferroviarie e l’aeroporto di Torino- Caselle, è ancora più encomiabile alla luce dei recenti feroci attentati terroristici, che fanno ben comprendere quanto sia difficile e rischioso il lavoro dei tutori dell’ordine”.

 

“La collaborazione tra le istituzioni e le forze di polizia, proprio sul fronte della lotta al terrorismo – prosegue la vicepresidente –  ha conseguito in questi giorni risultati importanti con l’espulsione dal Piemonte e dal territorio nazionale di soggetti ritenuti pericolosi. L’opera degli agenti, dei carabinieri, dei finanzieri e degli uomini della polizia municipale non è naturalmente circoscritta a questi casi eccezionali, ma si manifesta nella quotidianità contro i furti, le truffe agli anziani, gli episodi di piccola e grande criminalità, la lotta allo spaccio”.

“Mi sembra dunque doveroso, in particolare in questo periodo di vacanza per la maggior parte di noi, rivolgere un ringraziamento a chi lavora costantemente per la nostra sicurezza, su tutti i fronti”, conclude Ruffino.

Metro Torino linea 2, il ministro Delrio: “E’ un problema, si rischia di perdere i finanziamenti”

“Quello della Metro 2 è un problema complicato che ancora non è risolto: c’è il rischio di perdita dei finanziamenti”. Così la pensa il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ieri in città per un vertice con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino sui  trasporti locali piemontesi. Inntanto la sindaca di Torino, Chiara Appendino, incontrerà la prossima settimana il ministro, proprio per fare il punto sulla situazione della seconda linea della metropolitana .  “I tempi – ha spiegato all’Ansa Delrio  – non coincidono con quelli che ci siamo dati per l’erogazione dei fondi. Abbiamo messo molti soldi su questo sistema, ma abbiamo messo anche delle regole. Dei limiti. Io non voglio che i soldi vadano perduti ma i tempi sono questi”.

Merlo. Pd Torino, gestione unitaria senza cancellare differenze politiche

“La gestione “unitaria” del Pd a livello torinese in vista del prossimo congresso locale credo sia una condizione politica indispensabile. E questo al di la’ delle richieste delle innumerevoli e sempre crescenti correnti e sottocorrenti presenti nel Pd torinese. Una gestione unitaria si impone dopo la pesante sconfitta elettorale al Comune di Torino dell’anno scorso e, soprattutto, per la crisi politica che ha investito il partito in questi ultimi anni. Gestione unitaria che, come ovvio, non cancella le differenze politiche, profonde, tra la maggioranza renziana e la sinistra politica, sociale e culturale del Pd”. 

 

Giorgio Merlo Direzione Nazionale Pd. Esponente Sinistra Dem

Come definire i costi del trasporto pubblico a Torino

La Regione Piemonte e la Città di Torino avvieranno nel più breve tempo possibile un percorso tecnico per arrivare ad una precisa definizione dei costi del trasporto pubblico nel capoluogo, in modo da poter assumere le opportune decisioni. Sono le conclusioni alle quali sono giunti il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna, l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco, e gli assessori al Bilancio e ai Trasporti della Città di Torino, Sergio Rolando e Maria Lapietra, nel corso di un incontro che hanno avuto  per parlare di GTT e Agenzia della mobilità.

La Regione: contratto con l’Anas da rivedere

L’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, Francesco Balocco, giudica negativamente lo schema di contratto di programma con l’Anas e il relativo piano pluriennale 2016-2020 approvato nei giorni scorsi dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica):E’ da rivedere perché nasce vecchio e non sufficientemente concordato con la nostra Regione. Anas ha già garantito la propria disponibilità a procedere nei prossimi aggiornamenti ad un percorso condiviso di ridefinizione del programma di investimenti, per renderlo più aderente alle reali necessità del territorio, a partire dall’incontro con i vertici già concordato per l’inizio di settembre. Inoltre, non tiene conto del processo di riclassificazione delle strade ‘di interesse statale’ nelle tratte lungo le direttrici nazionali e regionali, che dovrebbero tornare di competenza Anas. Si tratta di circa 1100 km oggi gestiti dalle Province”.

In particolare, Balocco lamenta l’esclusione degli interventi definitivi di messa in sicurezza della statale 34 del lago Maggiore, per la quale si era espresso il ministro Delrio in occasione di un incontro con i sindaci della zona e dell’impegno dello stesso presidente Anas Armani nel recente incontro con il presidente Chiamparino. Fa poi presente che, in occasione della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni del 3 agosto, le Regioni Piemonte, Lombarda, Veneto ed Emilia Romagna ha chiesto una proroga al 30 settembre rispetto alla proposta elaborata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per concludere specifici accordi con gli enti proprietari della rete oggetto di riclassificazione, come ad esempio Città Metropolitana e Provincia di Vercelli, che avevano espresso parere contrario al passaggio delle loro strade ad Anas alle condizioni proposte dal Ministero. Tuttavia, la Regione Piemonte intende aderire al disegno strategico nazionale che mira all’individuazione di una rete nazionale al fine di garantire condizioni e risorse finanziarie adeguate per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti viarie che interessano il territorio.

Il problema principale che la Regione Piemonte intende definire nella trattativa con Ministero ed Anas riguarda proprio la manutenzione della rete viaria, che rimarrà alle Province, ma per la quale, al momento, non sono garantite risorse sufficienti a fronte di una situazione spesso drammatica dello stato delle strade interessate.

 

gg – www.regione.piemonte.it

“Pane fresco, dalla Regione urge impegno per tutela e valorizzazione”

 
“Il recente caso delle uova tossiche sottolinea l’urgenza di interventi sulla tracciabilità, sulla qualità e la tutela dei prodotti alimentari. Uno di questi e’ senza dubbio il pane fresco, sul quale le istituzioni devono dare un segnale di presenza e di impegno”.
E’ quanto sostiene Daniela Ruffino (FI), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte che aggiunge:  “Il pane e’ l’alimento  per eccellenza, sinonimo di cibo e frutto del lavoro di abili artigiani. E’ un prodotto che qui in Piemonte rappresenta tradizione e patrimonio del territorio. Spetta soprattutto alla Regione tutelarlo, promuoverlo e valorizzarlo, insieme con le altre eccellenze alimentari regionali,  eccellenze della nostra produzione e risorse per l’economia”
“Anche il patron di Slow Food e del Salone del Gusto, Carlin Petrini, sostiene che di fronte ai cibi a rischio ci troviamo impreparati. Chiedo dunque  ad incominciare dal  pane, – osserva la vicepresidente – interventi per la valorizzazione dei prodotti e per la tutela dei consumatori. Al  momento della vendita del pane  sia indicata l’origine del primo impasto che, per i panificatori, rappresenta la materia prima. Questa sarebbe  una garanzia per tutti”.
“Da parte mia, in più occasioni ho sollecitato attraverso interventi e ordini del giorno in aula la necessità di un confronto  con l’Unione Europea sulle  norme e sulle  azioni da intraprendere. Ma mi pare che dalla Giunta regionale – conclude Ruffino –   il silenzio sia l’unica risposta. I prodotti di qualità sono certamente uno dei motivi di rilancio economico e sociale anche in chiave occupazionale e turistica del Piemonte. Se la Regione è presente lo dimostri con i fatti”.

La Regione Piemonte è a fianco di Chiara nel denunciare la discriminazione

Il caso su tutti i giornali di Chiara che si ė vista rifiutare il posto di commessa a Torino perché fidanzata di un ragazzo di origine nigeriana è un’evidente discriminazione che non vorremmo commentare, né possiamo derubricare a scherzo di pessimo gusto. La discriminazione è netta e ampiamente documentata. Rientra quindi in uno dei casi in cui può intervenire la legge regionale 5/2016 ” “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”. Vista la determinazione con la quale Chiara ha reso pubblico questo brutto episodio, la Regione Piemonte è al suo fianco chiedendole di procedere con una denuncia, che potrà  essere sostenuta economicamente con il fondo istituito con la legge stessa. È fondamentale che casi come questi non passino sotto silenzio ma emergano, perché si affermi una cultura che renda le differenze un valore effettivo, e non elemento di discriminazione.  Il nostro augurio è che fatti come questo siano pochi, ma i segnali che ci vengono soprattutto dai social in rete rispetto al “diverso” in tutte le sue forme ci fanno temere che la realtà sia ben altra e sia necessario un intervento fermo delle istituzioni, affinché prevalga la cultura del rispetto. 
Monica Cerutti
Assessora Diritti Civili Regione Piemonte

Ruffino: “Iniziative di prevenzione per la siccità”

“Non possiamo permetterci che la siccità comprometta le colture in Piemonte. Un rischio che va contrastato nell’immediato, ma soprattutto nel lungo periodo, con interventi non di emergenza ma strutturali”. Lo sostiene la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino (FI). “La proposta che giunge dalle associazioni agricole per collocare bacini di raccolta e di trattenimento delle acque, di media e piccola dimensione distribuendoli capillarmente sul territorio, laddove ci sia necessità e nel rispetto dell’ambiente, potrebbe rappresentare una valida soluzione ad una problematica che si fa sempre più pressante”, aggiunge la vicepresidente. “Si tratterebbe anche di una buona risposta alla dispersione delle risorse idriche, molto forte anche nella nostra regione. Un confronto tra Regione, agricoltori e Comuni – conclude Ruffino – potrebbe dare corso alla realizzazione di un progetto di vitale importanza per l’agricoltura piemontese”

Trasporto scolastico e brutte abitudini

“Le brutte abitudini sono dure a morire. Dopo avere fissato l’improbabile data del 28 luglio 2017 per le comunicazioni da parte delle scuole circa le esigenze del trasporto scolastico per alunni/studenti disabili, il Comune di Torino ha ripreso in questi giorni di agosto (in cui le scuole sono notoriamente in carenza di organico, con i dirigenti scolastici giustamente in vacanza) ad inviare email agli istituti scolastici per richiedere dati per l’organizzazione del servizio. Comunque, bene che vada e se non ci saranno intoppi, mentre gli studenti normodotati potranno andare a scuola il giorno 11 settembre 2017, circa 500 alunni/studenti disabili potranno iniziare la scuola solo il 18 settembre 2017. L’anno scorso è stato peggio, perchè il ritardo è stato di due settimane, ma questa vergogna dura da anni, ed è un’offesa agli alunni/studenti e alle loro famiglie, perchè è certamente possibile organizzare il servizio per tempo, al fine di garantire il diritto allo studio e alla frequenza scolastica fin dal primo giorno del nuovo anno scolastico. I tagli al bilancio comunale hanno già colpito i soggetti più svantaggiati; questo ritardo è solo un modo per fare economia a fronte del diritto allo studio e alla inclusione sociale, perchè sarebbe sufficiente, per risolvere il problema, pensarci prima e potenziare il servizio di trasporto per un periodo di tempo molto limitato. Invito le famiglie dei predetti alunni/studenti, e le associazioni di tutela a contattarmi in caso di malfunzionamento del servizio, ricordando alla Sindaca la necessità di una maggiore attenzione e sensibilità alla questione.”

Roberto Rosso

capogruppo Direzione Italia Comune di Torino

In Consiglio regionale il Piano Paesaggistico

Oltre 2060 fra cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le residenze sabaude, i Sacri monti, i palazzi e i castelli. E ancora 370 singoli beni paesaggistici e numerose aree tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio. Sono solo alcuni numeri del Piano paesaggistico regionale (Ppr) del Piemonte, giunto martedì 1 agosto all’esame del Consiglio regionale. Un accordo firmato lo scorso marzo dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e dal ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo (Mibact), Dario Franceschini, aveva sancito il prosieguo della fase attuativa del Piano, che dovrà essere ora essere approvato dal Consiglio regionale. Il Piano fornisce la “fotografia” di tutti i beni paesaggistici del Piemonte, perimetrati, catalogati e digitalizzati. Un lavoro enciclopedico – come ha sottolineato l’assessore alla Programmazione territoriale e paesaggistica Alberto Valmaggia – che ha visto impegnati per dieci anni gli uffici del Settore territorio e paesaggio della Direzione Ambiente, Governo e tutela del territorio della Regione Piemonte in sinergia con il Mibact. È stato redatto uno strumento di conoscenza e di lettura del paesaggio piemontese, mediante lo studio delle sue componenti naturali, storiche, insediative e sceniche, mutuate dal riconoscimento delle principali identità che le comunità locali attribuiscono ai propri luoghi. Il Piemonte è la terza regione italiana a dotarsi di un Piano paesaggistico condiviso con il Ministero. Una molteplicità di luoghi riconosciuti per il loro particolare significato iconografico e culturale, come ad esempio il sito Unesco dei Paesaggi vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato, che rappresenta uno dei primi risultati in attuazione delle previsioni del Ppr.. Lo stesso Piano è stato elaborato mediante indagini realizzate a scale diverse ed è composto da una cospicua parte conoscitiva delle componenti paesaggistiche che coprono tutto il territorio regionale, articolato in 76 ambiti di paesaggio come richiesto dal Codice, per ognuno dei quali sono stati individuati i principali fattori strutturanti e stabiliti specifici obiettivi di qualità paesaggistica. La ricognizione di tutti i Beni paesaggistici del Piemonte, definiti a scala di dettaglio, è contenuta nell’omonimo Catalogo. Il Ppr, quindi, garantisce la certezza dell’individuazione dei Beni e regole chiare per semplificare le valutazioni nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica. Le regole e i limiti per le trasformazioni sono contenuti nel Catalogo e nel fascicolo delle Norme di Attuazione articolate per indirizzi, direttive e prescrizioni.Il Piano paesaggistico – ha concluso Valmaggia – completa il quadro della pianificazione, affiancandosi al Piano territoriale regionale (Ptr), in vigore dal 2011, con il quale condivide strategie e obiettivi. Si tratta infatti di strumenti complementari, basati sulla definizione e ottimizzazione delle strategie che individuano le vocazioni dei singoli territori e le regole per assicurare loro uno sviluppo sostenibile delle risorse economiche, paesaggistiche e ambientali.

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In attesa dell’esame completo del testo, in Aula si è provveduto alla discussione generale.

Per Paolo Mighetti (M5S) “sicuramente il Piano avrebbe potuto contenere provvedimenti più incisivi per la salvaguardia del suolo agricolo e l’ottimizzazione delle aree degradate e sottoutilizzate. Il passaggio dei contenuti nei nuovi Piani comunali non sarà immediato, ma ragionare in termini di Piani regolatori intercomunali potrebbe essere la risposta adeguata per ottenere da un lato la riduzione dei costi di adeguamento e, dall’altro, un ambito di lavoro più ampio e adatto alla logica della tutela paesaggistica su area vasta. La versione che ci troviamo oggi ad analizzare è quella del 2015; è un Piano complesso, ci sentiamo in primo luogo di fare alcune precisazioni in merito alla valenza. Il consumo di suolo 0 previsto nel 2050, per noi dovrebbe essere più ravvicinato. Un’altra questione è legata al vincolo sui crinali montani: i crinali sono una parte importante del paesaggio, quindi dovrebbero essere considerati anche quelli collinari. Come M5S abbiamo contribuito proponendo modifiche in Commissione, dettate dal buon senso, che in parte sono state accolte. Abbiamo voluto sottolineare tra l’altro il concetto della tessitura degli involucri, ovvero le caratteristiche delle superfici, e della morfologia insediativa”.Per il Gruppo di Forza Italia sono intervenuti nell’ordine Diego Sozzani, Claudia Porchietto, Gilberto Pichetto e Daniela Ruffino, che hanno sottolineato come il lavoro svolto in ambito urbanistico dai singoli Comuni in termini di varianti rischi di essere vanificato dall’adozione di questo nuovo Piano. Hanno inoltre voluto evidenziare la mancata semplificazione e come il consumo del suolo debba essere un argomento prioritario da gestire con equilibrio. “Con questo Piano di fatto sindaci e amministratori locali perdono di autonomia e c’è il concreto rischio di un blocco per l’edilizia a fronte delle troppe complessità” hanno concluso.Per Silvana Accossato (Articolo1) “il Piano paesaggistico si pone come strumento di conoscenza, descrivendo complessivamente il territorio piemontese e riconoscendone le principali peculiarità come valore. Contiene poi le linee strategiche per la tutela del paesaggio e il miglior utilizzo delle aree geografiche, oltre a rappresentare il riferimento per il sistema di pianificazione provinciale, della città metropolitana e dei Comuni. Il Piano costituisce poi il giusto strumento per coniugare la tutela del territorio con le attività dell’uomo Voglio infine dare atto al ruolo attivo degli Osservatori del paesaggio, iniziative spontanee di cittadini, sempre più numerosi”.Infine, per il Gruppo del Pd hanno chiesto la parola Elvio Rostagno, Vittorio Barazzotto, Andrea Appiano e Antonio Ferrentino. “Nel 1939 vennero promulgate le prime leggi a tutela del patrimonio, mentre  nel 2000 è stata firmata la Convenzione europea del paesaggio proprio per sviluppare anche una nuova cultura del territorio. Questo non è l’ unico strumento, ma piuttosto un ottimo ausilio” ha ricordato Rostagno.Per Barazzotto “bisogna superare una volta per tutte la burocrazia, non si può sempre fare come lo struzzo. Basta commemorare le vittime delle disgrazie dovute al cattivo uso del suolo, per cui è necessario darci il senso della cultura del limite: questo è il messaggio chiaro che giunge da questo Piano”.Appiano e Ferrentino si sono invece soffermati sull’importanza di avere finalmente un Piano paesaggistico regionale che valorizzi i luoghi e faccia in modo che anche i Comuni lavorino per raggiungere lo stesso scopo. “Gli strumenti di pianificazione non possono essere assunti a macchia di leopardo. Il settore dell’edilizia danneggiato? A nostro avviso l’edilizia ha ampi spazi di azione, se pensiamo a tutte quegli edifici dismessi da riqualificare” hanno detto.