POLITICA

Giachino: “Bene che anche gli industriali torinesi si interessino del nostro Aeroporto”

Caro Direttore,
Stamane anche il Presidente degli industriali  torinesi scende in campo a chiedere il rilancio del nostro aeroporto che come dico dal 2014 è solo tredicesimo in Italia. Lo dissi a Fassino che mi mando’ a quel Paese. Per molto tempo la carta stampata non ha voluto vedere il problema così chi amministrava Torino. Come spiego nel mio libro molti non capiscono che gli aeroporti migliori possono fare un contributo alla economia locale che può arrivare  anche tre punti di PIL e soprattutto possono portare turismo di qualità e economico. Così come molti non capiscono la importanza della TAV così i tempi si allungano e i costi aumentano. Abbiamo bisogno di essere collegati a alcune capitali economiche .
Se un manager atterra a Malpensa va a dormire a Milano e al mattino con il treno veloce in 50 m viene a Torino fa i suoi incontri e riparte. Gli unici che ci guadagnano i taxi e il ristorante . Errore principale vendere le quote azionarie dentro la Società che gestisce l’aeroporto che avendo aeroporti più grandi come Bologna e Napoli non considera prioritario Torino. Azionista della società che gestisce l’aeroporto c’è però il Sanpaolo cui il Comune potrebbe fare fuoco di squadra . Con l’aumento forte del traffico aereo in corso non rilanciare Caselle è un delitto. Aeroporto e TAV sono le due infrastrutture più importanti per rimettere Torino dentro la rete europea e mondiale dei traffici . Certo occorre avere amministratori locali più competenti e qui sta la responsabilità degli elettori che purtroppo danno poca importanza alla competenza dei candidati salvo pentirsene dopo le elezioni. Ma la MOBILITÀ, la SALUTE e il LAVORO sono i tre problemi più importanti per i quali occorre avere in Consiglio comunale e regionale non i campioni di preferenze ma i campioni di competenze lo stiamo vedendo sul cavalcavia di corso Sommeiller e a piazza Baldissera.
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Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti FDI

Ivrea, Ruffino (Az): “Su sicurezza non ci sono distinzioni politiche”

“Ho seguito con particolare attenzione l’attività di Massimiliano De Stefano, consigliere comunale di Azione a Ivrea che ha presentato una mozione in consiglio Comunale proponendo interventi concreti per migliorare la sicurezza della città. Mi auguro che il tema della sicurezza non sia ridotto a un’ideologia politica. È una questione non di destra o di sinistra ma che riguarda tutti noi e deve essere affrontata con responsabilità e pragmatismo”.
Così Daniela Ruffino, deputata e segretaria di Azione in Piemonte.
Secondo Ruffino “non si tratta di cavalcare la paura o di fare demagogia, ma di lavorare insieme per costruire soluzioni che siano efficaci, sostenibili e inclusive. Posso dire con certezza che l’attività del consigliere De Stefano non ha come obiettivo quello di alimentare la divisione o la polarizzazione politica, piuttosto di offrire un contributo serio e concreto alla crescita della nostra città. Azione è un partito Azione è un partito politico che si colloca principalmente nel centro liberale, quindi non populista e non intende sfruttare la questione della sicurezza per ottenere consensi facili: le nostre  proposte sono di buon senso, puntano a costruire una comunità più sicura attraverso un approccio basato sulla collaborazione, sulla prevenzione, sull’integrazione delle forze di polizia, ma anche sul miglioramento dei servizi sociali e, non da ultimo, sul coinvolgimento attivo dei cittadini”.
“Solo un lavoro corale – prosegue Ruffino – tra amministrazione comunale, forze dell’ordine, scuole, associazioni e, naturalmente, i cittadini, può portare a risultati concreti: un approccio integrato capace di unire prevenzione e interventi rapidi, socialità e politiche urbanistiche intelligenti. Per questo motivo,  il dialogo e il confronto elementi importanti nell’ambito del Consiglio Comunale possono eventualmente costruire soluzioni. L’auspicio è che la discussione sulla sicurezza possa essere condotta con maggiore apertura affinché ogni proposta, senza distinzione politica, possa essere valutata per la capacità di migliorare la reale vita dei cittadini”.
La segretaria regionale di Azione ringrazia “coloro che, quotidianamente, si impegnano per la tutela dell’ordine pubblico e per la difesa dei cittadini, donne e uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri e di tutte le forze dell’Ordine”.

Moschea Torino, Montaruli-Alessi (Fdi): prima attività anti sharia e anti segregazione donna

“All’indomani della notizia di una donna segregata in casa vittima di sevizie e abusi in nome di Allah proprio nel quartiere di Aurora, vorremmo che la comunità islamica che ha già visto approvato dalle amministrazioni un progetto di luogo culto promuova una grande iniziativa sul rispetto delle persone e l’allontanamento dei violenti che si fanno scudo improprio della religione. Quello che è avvenuto non è un caso isolato ma è un caso unico solo perché portato alla luce temiamo dall’omertà di chi pratica la sharia e che solo l’innocenza di un bambino di sette anni è riuscito a sconfiggere per ora. Chi potrà avere una moschea ha il dovere di mettere in campo azioni per arginare e denunciare chi riduce in schiavitù una donna, chi  spaccia, chi contribuisce a degradare un quartiere con il proprio comportamento. Se si vuole la riqualificazione di Aurora e l’integrazione non si può prescindere da una simile azione e chiedo quindi alla CII di attivarsi in tal senso” dichiara Augusta Montaruli vice capogruppo di FDI alla Camera. “La sinistra parla sempre di parità, ma anche nel progetto di questa moschea abbiamo visto che la donna continua essere isolata dagli uomini nella sala preghiera. Serve un passo ulteriore per rimarcare che le donne non vanno discriminate” conclude Patrizia Alessi, capogruppo Fdi nella circoscrizione Aurora.

Giuseppe Conte a Mirafiori tra riarmo e automotive

Ieri Giuseppe Conte, presidente M5s, è intervenuto alla manifestazione ‘Salviamo Mirafiori. Salviamo il lavoro’, promossa dal gruppo parlamentare europeo The Left tenutasi a Torino.  “Il governo Meloni – ha detto – ha sottoscritto un piano di riarmo che prevede  800 miliardi per riarmare l’Europa, soprattutto a favore della Germania e dei paesi che se lo possono permettere, mentre saremo costretti a tagliare sanità, scuola, istruzione e spesa sociale. Noi siamo qui perché siamo con i lavoratori di Mirafiori, con i lavoratori che in questo momento sono in grande sofferenza per la crisi dell’automotive”

Stellantis, Grimaldi (AVS): la cassa a Mirafiori è maggiorenne, ma Elkann non ha dato risposte

“Elkann di fronte alle Camere, con il suo tono educato, ha detto le stesse cose di Tavares, ma senza assumersi responsabilità. Ha enumerato le somme di tasse versate al nostro Paese, dimenticando che la società ha versato 0 di IRAP in Piemonte dall’inizio della sua fuga. E ha dimenticato i 18 anni di cassa integrazione con cui Mirafiori oggi diventa maggiorenne. Il 2025 è cominciato con 10.800 auto a gennaio, poco più di un terzo rispetto al gennaio 2024. Ma per il Governo il problema è la transizione ecogica e l’economia di guerra la soluzione. È un alibi perfetto per rimuovere le proprie responsabilità e i propri ritardi. Non è un orizzonte futuribile. Serve un progetto industriale, che indichi espressamente investimenti, nuovi modelli, garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale. Serve riportare modelli mass market qui, avviare il reshoring di tutte le produzioni trasferite all’estero” – lo ha dichiarato il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, nel corso dell’iniziativa di questa mattina davanti alla Porta 2 di Mirafiori.

L’intramontabile ‘superiorità morale’

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Anche e soprattutto dopo la polemica sul documento di Ventotene – che, tra l’altro, ha permesso
agli italiani di saperne un po’ essendo del tutto sconosciuto ai più, come ovvio e scontato –
emerge un dato che, purtroppo, persiste a prescindere da qualsiasi cambiamento storico e
politico. E cioè, la presunta ‘superiorità morale’ della sinistra italiana. Un elemento, questo, che
storicamente ha accompagnato il comportamento concreto della sinistra italiana seppur nelle sue
multiformi espressioni. In particolare, però, quella di derivazione comunista. Ma è indubbio che
questo tic resiste a prescindere dal cambiamento dei partiti, delle classi dirigenti, del costume e
della stessa cultura politica. Perchè c’è uno stile che rende quasi esclusivo questo atteggiamento.
E lo stile è quello di chi, di fronte a qualsiasi discussione, si erge come dispensatore di saggezza e
di consigli rendendo la sua opinione quasi sempre dogmaticamente intoccabile. È appena
sufficiente ascoltare le quotidiane dichiarazioni dei vari esponenti della sinistra, nelle sue “100
sfumature di rosso”, per arrivare alla conclusione che si tratta sempre di giudizi insindacabili ed
oggettivi. Insomma, una sorta di verità di fede condita da una sequela di insulti, di invettive e e di
contumelie che vengono puntualmente scagliati contro gli avversari che, nel frattempo, non sono
nient’altro che nemici giurati ed implacabili. Nemici da delegittimare prima sotto il profilo morale
ed etico e poi da annientare sul versante politico. I recenti dibattiti parlamentari – dibattiti si fa per
dire, come ovvio – lo hanno confermato in modo persin troppo plateale. Anche perchè adesso,
almeno così pare, è in corso una gara tra chi insulta di più a reti unificate la Presidente del
Consiglio. Una gara che dovrebbe decretare, alla fine, chi la spunta politicamente all’interno del
cosiddetto campo largo. Altrochè battere il linguaggio dell’odio o invocare il rispetto
dell’avversario. Qui ci troviamo di fronte, carte alla mano, ad una sorta di criminalizzazione politica
permanente e strisciante del nemico che va, in un modo o nell’altro, battuto e definitivamente
eliminato. Certo, fa persin impressione ascoltare gli attacchi personali che vengono lanciati contro
i nemici politici, qualunque sia il tema in discussione e l’oggetto da approfondire.
Ora, anche i sassi sanno che nel nostro paese, e da sempre – cioè da sin dopo il secondo conflitto
mondiale – esiste una sorta di egemonia culturale della sinistra. Una egemonia che, nel corso dei
decenni, si è affinata e perfezionata. Nel campo televisivo – soprattutto – come nei gruppi
editoriali; nell’università come nella magistratura; nel giornalismo come nel sindacato; nella carta
stampata come nel mondo degli intellettuali. Una egemonia che non ha un contraltare – purtroppo
– nei gruppi politici e culturali alternativi anche se, com’è altrettanto evidente, non ha un consenso
di massa nella pubblica opinione. Eppure, come si diceva un tempo, riesce a dettare l’agenda. E
gli esempi sono all’ordine del giorno. La differenza, forse, rispetto a tempi più recenti, è che
questa egemonia culturale si è sempre di più saldata con la volontà di criminalizzare politicamente
l’avversario/nemico. E questo perchè la sinistra esprime sì giudizi politici ma, soprattutto,
valutazioni etico/morali che assumono una valenza dogmatica ed insindacabile. Al punto che chi
la contraddice o è un reazionario, o un bieco conservatore, o un oscurantista o, molto più
semplicemente, un fascista.
Ecco perchè i sinceri democratici e liberali – di qualsiasi cultura siano – dovrebbero adesso battere
un colpo e denunciare una malapianta che, purtroppo, continua ad incrinare la qualità della nostra
democrazia e a indebolire la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche. E ciò dipende
da chi non si riconosce nella sinistra e nelle sue multiformi espressioni. Ma, soprattutto, dal
coraggio e dalla capacità di saper costruire una vera alternativa culturale e valoriale. Oltrechè ad
uno stile autenticamente democratico e profondamente rispettoso del pluralismo. Senza
arroganza politica, senza presunzione moralistica e, infine, senza alcuna supponenza etica.

“Per crescere di più”: Gianni Letta presenta alla Camera il nuovo libro di Mino Giachino

Il Paese deve ritornare a crescere di più se vuole diminuire il grande Debito Pubblico (3.000 miliardi) diminuendo il quale si diminuiranno gli attuali 83 miliardi che ogni anno spendiamo per interessi. Tagliare la inefficienza logistica che nel  2010 costava 40 Miliardi e oggi secondo Coldiretti costa al Paese 90 miliardi è un interesse nazionale. rendere più competitivi i nostri porti e aeroporti e le nostre reti ferroviarie darà al nostro Paese un contributo importante a aumentare la crescita di almeno 1 punti di PIL l’anno l’ex sottosegretario Giachino nel libro presentato stanane nella sala Matteotti della Camera chiede un nuovo Patto della Logistica col quale lo Stato si impegna a ridurre i tempi dei controlli nei porti a stanziare strutturalmente  fondi per il FERROBONUS e il Marebonus a accelerare la costruzione delle Opere, a chiudere centri violenti  come Askatasuna e a incentivare la vendita franco destino. Gianni Letta che ha avuto importanti parole di elogio per il lavoro al governo di Giachino ha sottolineato l’ importanza della battaglia per la TAV e per spostare a To la Autorità dei trasporti E ha invitato Giachino a continuare la sua battaglia per rendere sempre più competitiva la logistica italiana nell’interesse del Paese.

 

Rifondazione: come fermare la guerra e le spese militari

Venerdì 21 marzo alle ore 21 la Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista ha organizzato un dibattito per discutere di come fermare la guerra e le spese militari, su come costruire un’alternativa alla follia che centrodestra e centrosinistra stanno costruendo in Italia ed in Europa.

Ne discuteranno Elena BASILE, ambasciatrice, Angelo D’ORSI, storico, Paolo FERRERO, segretario provinciale di Rifondazione Comunsita e Piergiorgio ODIFREDDI, matematico.

Paolo Ferrero ha dichiarato: “Siamo molto felici che prestigiosi intellettuali abbiano accettato di dialogare su come affrontare l’attuale situazione mondiale e su come costruire l’alternativa alle folli politiche europee ed italiane che stanno portando alla guerra e stanno aumentando dismisura le spese militari. Contro questi signori che distruggono la sanità pubblica, la previdenza, il welfare per comprare bombe e carri armati occorre disertare e costruire la rivolta popolare.”