POLITICA

Costruire in prossimità dei cimiteri, la proposta al Parlamento

La congiunta delle commissioni Urbanistica e Sanità, presieduta da Mauro Fava, a Palazzo Lascaris ha licenziato a maggioranza la proposta di legge al Parlamento per la modifica dell’articolo 338 del Testo Unico delle leggi sanitarie, che riguarda le distanze minime tra i cimiteri e i centri abitati e altri edifici, fissate in 200 metri, con deroghe fino a 100 o 50 metri per “giustificati e gravi motivi”.  La legge 166/2002 aveva poi modificato la configurazione delle fasce di rispetto cimiteriali, prevedendo una serie di deroghe. 

L’assessore regionale all’Urbanistica Marco Gallo ha spiegato che la proposta di legge presentata “amplia la parte relativa alle deroghe all’inedificabilità: vengono cioè introdotte nuove possibilità d’intervento, sempre all’esterno della fascia dei cinquanta metri dal perimetro dell’impianto cimiteriale”.
Nominati relatori di maggioranza e di opposizione i consiglieri Silvio Magliano (Lista Cirio) e Vittoria Nallo (Sue).

Via libera anche alla Pdl per il contrasto a solitudine e abbandono sociale.

Il 21 ottobre di ogni anno sarà la “Giornata regionale dell’ascolto per la prevenzione e il contrasto alla solitudine e all’abbandono”: lo prevede la proposta di legge a prima firma Magliano in tema di interventi per prevenire e contrastare la solitudine e l’abbandono sociale, licenziata oggi a maggioranza in quarta Commissione, presidente Daniele Valle.
Oltre a istituire la giornata regionale, la Pdl prevede che la Regione organizzi campagne informative sui servizi erogati dagli enti del terzo settore che operano nel campo dell’ascolto e promuova progetti per prevenire la solitudine e l’abbandono sociale di soggetti a rischio di emarginazione.
Il provvedimento sarà discusso nella seduta di Consiglio di domani, 15 luglio. Relatori i consiglieri Magliano, Nadia Conticelli (Pd), Alberto Unia (M5s) e Giulia Marro (Avs).

In Commissione si è poi tenuto un approfondimento tecnico sulla recente delibera dell’Asl di Alessandria che ha eliminato la seconda linea medica del Pronto Soccorso di Tortona introdotta nel 2024, che prevedeva una copertura 8-20 nei giorni feriali. Sul tema è stato sentito il direttore dell’ospedale di Tortona Simone Porretto, che ha risposto ad alcune domande dei commissari Domenico Ravetti (Pd) e Davide Buzzi Langhi (FI).

Ufficio stampa CRP

Scanderebech (FI): “Torino dimentica le mascotte olimpiche”

“ NEVE, GLIZ E ASTER: ASPETTIAMO CHE SMAT RIPRISTINI GLI ULTIMI ESEMPLARI RIMASTI”

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, è stata discussa un’interpellanza presentata dalla Capogruppo di Forza Italia Federica Scanderebech che solleva il tema dello stato attuale e della valorizzazione delle mascotte ufficiali dei Giochi Olimpici Invernali Torino 2006: Neve, Gliz e Aster. Un simbolo forte dell’eredità olimpica cittadina che, a quasi vent’anni dall’evento, versa in condizioni di abbandono e degrado.
Dichiara SCANDEREBECH (FI): «È fondamentale che si riconosca l’importanza culturale e simbolica di Neve, Gliz e Aster, non solo come ricordo di un grande evento sportivo ma come patrimonio vivo della città. Dopo anni in cui quasi tutte queste statue sono state trascurate e lasciate a se stesse, è doveroso che l’Amministrazione comunale metta in atto una strategia di tutela e valorizzazione, capace di restituire dignità a queste icone olimpiche.»
Aggiunge SCANDEREBECH (FI : «La risposta alla mia interpellanza del 2020 annunciava interventi concreti di recupero e valorizzazione che, ad oggi, restano largamente disattesi. Questo immobilismo politico e gestionale non solo danneggia la memoria storica, ma anche l’immagine della nostra città, che così appare indifferente verso la propria eredità. Nel corso del dibattito in aula, l’Assessore Tresso ha riferito che il trio di mascotte collocato nel Parco Colonnetti è attualmente in fase di restauro a cura di SMAT, e che verrà ricollocato sul sito originale una volta concluso il cantiere attualmente presente nell’area verde. Per le restanti statue stoccate nei magazzini comunali, purtroppo, si segnala un avanzato stato di deterioramento: secondo quanto dichiarato, sarebbero ormai troppo compromesse per essere recuperate e al momento non risultano attivi altri programmi o progetti specifici per la loro valorizzazione o promozione. »
Incalza SCANDEREBECH (FI): «E’ triste sapere che saranno lasciate al loro destino. Ma soprattutto, è necessario che si elabori un progetto concreto e ambizioso di valorizzazione che vada ben oltre la semplice pulizia o restauro. Le mascotte devono tornare a essere protagoniste vive della città attraverso eventi culturali, mostre tematiche e collaborazioni con enti pubblici e privati, affinché Neve, Gliz e Aster non restino solo pezzi da museo abbandonati, ma diventino simboli dinamici di un’eredità olimpica da rilanciare come volano di turismo e identità cittadina.»
Conclude SCANDEREBECH (FI): «Il centro storico, le piazze, i parchi devono tornare a raccontare la storia di Torino, anche attraverso Neve, Gliz e Aster. Non possiamo accettare che la memoria olimpica venga lasciata all’incuria mentre si costruiscono nuovi cantieri e nuove visioni per la città. Serve una politica della cura e della valorizzazione che riconosca l’importanza di queste icone come volano di sviluppo culturale e turistico.»

Caporalato, PD: agricoltura in evoluzione impone nuove misure

L’audizione odierna delle associazioni Terra!, Libera e Confindustria ha offerto molte piste di lavoro per la Regione.

 Il caporalato sta cambiando pelle, i dazi e i vincoli della Grande Distribuzione impattano sulla nostra agricoltura, la manodopera è sempre più scarsa e vulnerabile.

Sono i temi di cui si è discusso oggi in commissione legalità, audendo le associazioni Terra!, Libera e Confindustria.

 Sono emerse molte piste di lavoro, che porteremo in Consiglio regionale: l’incentivo alle assunzioni dirette, per arginare l’intermediazione non sempre corretta delle cooperative senza terra, l’allentamento delle rigidità del decreto flussi per adattarsi meglio alle tempistiche stagionali, la responsabilizzazione della Grande Distribuzione, l’adozione di modelli abitativi innovativi, per coinvolgere anche l’Edilizia residenziale pubblica, il potenziamento dei controlli e dei meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro.

In un quadro minaccioso come quello del nuovo protezionismo commerciale innescato dagli USA, occorre agire velocemente per mettere al riparo le filiere agricole piemontesi e promuovere un lavoro agricolo redditivo e di qualità.

La redditività del comparto contribuisce al rispetto delle norme del lavoro.

Domenico ROSSI – presidente commissione legalità e segretario PD Piemonte

Monica CANALIS – vice presidente commissione lavoro e attività produttive del Consiglio regionale

Schlein, l’ossessione per Palazzo Chigi. A Torino Lo Russo vacilla?

Il miraggio del “campo largo”: Conte non cede. PD senza direzione

 L’ambizione di Elly Schlein di guidare il Paese si fa sempre più evidente, ma il percorso resta incerto, se non irrealizzabile, con l’attuale configurazione delle opposizioni. La segretaria del Partito Democratico continua a ripetere la formula magica del “campo largo”, un’alleanza strutturata tra PD, Movimento 5 Stelle e sinistra ecologista. Ma il progetto, a distanza di quasi 4 anni dalla sua investitura, resta solo sulla carta. E Giuseppe Conte, sempre più centrato sulla linea dell’autonomia politica del M5S, non sembra disposto a fare da spalla o comprimario.
Il nodo è tutto politico. Schlein vuole costruire una coalizione attorno alla sua leadership, ma fatica a definire un’agenda comune, e soprattutto a trovare un equilibrio con i Cinque Stelle, che la seguono solo su alcune battaglie simboliche – salario minimo, transizione ecologica, diritti civili – ma divergono radicalmente su molte altre, dalla politica estera al modello economico.
Un partito senza bussola
Il problema del Partito Democratico, però, va oltre le alleanze. A mancare, oggi, è un’identità politica chiara. Il PD targato Schlein oscilla tra la sinistra radicale e un riformismo senza slancio, cercando di parlare a tutto e a tutti, ma finendo per convincere pochi. Le proposte restano spesso generiche, e il partito si mostra più reattivo sui temi mediatici che propositivo sulle grandi sfide del Paese: sanità, lavoro, istruzione, infrastrutture.
Intanto, nei sondaggi, il partito non decolla. Resta fermo intorno al 20%, mentre Fratelli d’Italia guida saldamente il centrodestra ed il Movimento 5 Stelle conserva un bacino elettorale resistente, soprattutto al Sud.
Esiste il caso Torino: il sindaco Lo Russo è in difficoltà
Se a livello nazionale il PD fatica, nelle città la situazione non è più confortante. A Torino, il sindaco Stefano Lo Russo – eletto nel 2021 come volto del centrosinistra pragmatico e riformista – si prepara alla sfida del secondo mandato in un clima molto più complicato rispetto a quattro anni fa.
I torinesi esprimono crescente insoddisfazione per la gestione urbana: sicurezza percepita in calo, trasporti pubblici in affanno, emergenza casa e disagio sociale in crescita. Le tensioni con i movimenti civici e con parte della sinistra che aveva sostenuto la sua candidatura stanno logorando il consenso.
Senza un progetto nazionale solido a cui agganciarsi, Lo Russo rischia di affrontare la campagna per il 2027 in solitaria, con una maggioranza frammentata e una cittadinanza sempre più disillusa.
Una leadership da costruire, non da proclamare
L’ossessione per la premiership – dichiarata o meno – rischia di svuotare di contenuto la proposta politica del PD. Schlein ha catalizzato entusiasmo tra i giovani e una parte dell’elettorato urbano, ma ora è chiamata alla prova della costruzione: alleanze credibili, contenuti riconoscibili, candidature forti nei territori.
Conte lo ha capito: chi vuole guidare il Paese deve prima convincere la sua parte. Al momento, il Partito Democratico resta fermo al palo, in attesa di una strategia che ancora non si vede…ed intanto Giorgia Meloni veleggia e vola al 30%.
Enzo Grassano
Già consigliere e coordinatore PD della Terza Circoscrizione a Torino
Già membro della segreteria del PD circolo Carpanini

Merlo: Il Centro cattolico popolare sotto la tenda di Bettini non esiste

“Forse è arrivato il momento di dire con chiarezza e trasparenza che il Centro cattolico popolare
sotto la ‘tenda’ di Bettini e compagni equivale al nulla. Semplicemente non esiste. Stupisce, al
riguardo, che i vari federatori che si sono auto candidati – e sempre senza alcuna legittimazione
democratica – ad interpreti esclusivi dell’area e del mondo cattolico popolare e sociale, si
riducono ad essere semplici e bagnali spettatori di un gioco condotto da altri.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, oggi il cattolicesimo popolare e sociale centrista non è
rappresentato affatto da questi presunti e del tutto virtuali federatori.
La stagione dei ‘cattolici indipendenti di sinistra eletti nelle liste del Pci’ appartiene
definitivamente al passato. Chi lo ripropone vada direttamente nel partito della Schlein, di
Fratoianni/Bonelli o di Conte”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

Il Centro – anche quello cattolico popolare – non nasce sotto una tenda

LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo

L’area cattolica italiana, come ben sappiamo, è sempre stata molto articolata e variegata al suo
interno. Non a caso, e storicamente, non è mai esistita la cosiddetta ‘unità politica’ dei cattolici
italiani. Certo, per lunghi 50 anni la stragrande maggioranza dei cattolici si è riconosciuta – ed ha
votato – nel progetto politico della Democrazia Cristiana. Ma per ragioni politico, culturali e
programmatiche e non per un dogma, per ragioni dottrinarie o per imposizioni dall’alto.
Dopodichè il pluralismo politico ed elettorale, già ben presente, è diventato un fatto strutturale e
costitutivo nell’area cattolica del nostro paese.
Ora, è abbastanza evidente, nonchè noto, che la presenza politica dei cattolici in Italia è anche
sinonimo di cultura centrista, di ‘politica di centro’, di ‘centro dinamico’ – come amava ripetere
Guido Bodrato e con lui la migliore tradizione democratico cristiana – e anche, e soprattutto di
cultura di governo. Ed è proprio alla luce di queste considerazioni, peraltro oggettive e storiche,
che proprio questa cultura politica ha sempre giocato un ruolo altrettanto importante nella vita
pubblica del nostro paese e nelle sue concrete dinamiche politiche. Detto con altre parole, non ha
mai accettato di essere un mero accessorio, un gregario grigio ed insignificante o limitarsi a
rivendicare un mero “diritto di tribuna” nei singoli partiti e nelle coalizioni di riferimento. Del resto,
è appena sufficiente ripensare al magistero e al ruolo declinati dai grandi leader e statisti cattolici
democratici, popolari e sociali per rendersene conto.
Ecco perchè, oggi, emerge la necessità non più rinviabile per chi non è nato politicamente
gregario e non ha l’ispirazione di diventarlo, di rispedire al mittente chi avanza la tesi della ‘tenda’
o del ‘rifugio’ o ‘dell’accampamento’ per tutti coloro che vogliono declinare una ‘politica di
centro’ e un progetto politico centrista, riformista e di governo nel nostro paese. La ‘tenda’,
chiunque la proponga, è la scientifica certificazione che segna l’irrilevanza e l’inconsistenza
politica, culturale e programmatica del Centro e di chi lo teorizza, lo disegna e lo coltiva nella
politica Italiana. A partire, anche e soprattutto, dall’area cattolico popolare e cattolico sociale. Al
riguardo, forse è anche arrivato il momento affinchè i presunti e del tutto virtuali ‘federatori’ dei
cattolici in politica, dei leader che si sono auto nominati e auto definiti tali senza alcuna – come
ovvio e scontato – legittimazione democratica, battano un colpo. Se, invece e al contrario,
continua il silenzio compiacente o, addirittura, una sostanziale se non totale condivisione delle
tesi del gramsciano non pentito Bettini e compagni sul destino e sulla prospettiva di un Centro di
matrice cattolica – o laica non fa differenza alcuna – non lamentiamoci poi della definitiva ed
irreversibile perdita di credibilità, peso ed autorevolezza della cultura, del pensiero e della
tradizione del cattolicesimo popolare e sociale nel nostro paese. Certo, e per fortuna, il pensiero
popolare e cattolico sociale non si ferma alla ‘tenda’ di Bettini e a tutti coloro che con un’infinita
dose di opportunismo abboccano a quell’amo. Ma è indubbio che se si vuole invertire la rotta, e
rilanciare al contempo un pensiero politico e culturale, quella strada non solo va combattuta ma
va anche denunciata sotto il profilo politico. Pubblicamente, apertamente e senza equivoci o
tentennamenti.

Nucleare, Ravello: “Da ambientalisti litania del No”

“Il ritorno al nucleare rappresenta un’opportunità concreta per il Piemonte e per l’Italia, a maggior ragione in un momento in cui i costi dell’energia, attualmente tra i più alti d’Europa, pesano su famiglie e imprese, compromettendo di fatto la competitività di quest’ultime”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale e Presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Lascaris, a margine dell’odierna audizione sul tema del Comitato Nucleare e Ragione, di Pro Natura Torino e dell’Associazione Rifiuti Zero Piemonte

“Investire nelle tecnologie nucleari di nuova generazione – continua Ravello – significa scrivere un futuro di crescita, dotando il nostro Paese di un mix energetico più equilibrato e indipendente, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e contribuendo a una reale tutela dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni climalteranti. Il nucleare non è in contrapposizione con le rinnovabili, ma può integrarsi in una strategia che punti alla sicurezza energetica, alla stabilità dei prezzi e al sostegno al tessuto produttivo piemontese e italiano”.

“In risposta alle posizioni ideologiche e nichilisticheespresse oggi in V Commissione dalle associazioni ambientaliste – chiude Ravello – riteniamo sia necessario riportare il confronto su dati, tecnologie e opportunità concrete legate al nucleare, così come peraltro fatto, non senza sorpresa ma in modo corretto, competente e rassicurante dal Prof. Nallo, componente del Consiglio Direttivo del Comitato ‘Nucleare e Ragione”, tra i relatori. Per questo chiederemo l’audizione di Newcleo, che ha espresso l’interesse a investire sul nostro territorio, unitamente a rappresentanti di Elettricità Futura, l’associazione confindustriale di riferimento per il settore elettrico italiano. È tempo di affrontare le sfide energetiche con pragmatismo, responsabilità e visione, senza chiusure ideologiche, nell’interesse delle famiglie, delle imprese e dell’ambiente che vogliamo tutelare con serietà”.

Bartoli: “Il Piemonte al centro del confronto sul nucleare”

In V Commissione audizione di associazioni ed esperti sul tema dell’energia atomica

Si è tenuta oggi pomeriggio, presso la V Commissione del Consiglio regionale del Piemonte (Ambiente, Energia), l’audizione del Comitato Nucleare e Ragione, di Pro Natura Torino e dell’Associazione Rifiuti Zero Piemonte sul tema dell’energia nucleare. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto articolato e costruttivo sulle prospettive energetiche del Piemonte, anche alla luce dei dibattiti nazionali in corso sul possibile ritorno al nucleare.

Il Presidente della Commissione e Consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente – Piemonte Moderato e Liberale) sottolinea “la necessità di un approccio scientifico, razionale e aperto a tutte le possibilità offerte dalla tecnologia e dalla ricerca. Ringrazio ciascuno degli esperti che hanno partecipato all’audizio per il contributo fornito a una discussione di grande attualità.

“In un contesto in cui il fabbisogno energetico è in costante crescita – ha dichiarato Bartoli – è fondamentale valutare con attenzione tutte le opportunità che la scienza e la tecnologia mettono a disposizione. La ricerca non si deve fermare, e la scelta della soluzione migliore non può prescindere da una valutazione complessiva a 360 gradi. In attesa che la tecnologia, unitamente a un consumo più razionale, ci offra la possibilità di utilizzo soltanto di rinnovabili per il nostro fabbisogno, è necessario combinare in modo intelligente fonti energetiche rinnovabili e nucleare, nel rispetto di un principio imprescindibile: non incrementare le emissioni di gas serra e garantire la massima sicurezza per le persone e per il territorio. In questo senso il nucleare offre garanzie di sviluppo nel medio termine di tecnologie sicure che permettano il riutilizzo delle scorie e uno sfruttamento più efficiente del materiale nucleare.

Bartoli pone l’accento anche sul contenimento delle bollette: ”E’ fondamentale, inoltre, non trascurare la questione, ogni anno più rilevante dal punto di vista dei costi delle bollette, della dipendenza energetica del nostro Paese dalle importazioni. La transizione a modalità di produzione di energia rispettose dell’ambiente non può prescindere da considerazioni di sostenibilità, tanto per i costi per le Istituzioni, quanto soprattutto per i cittadini, le famiglie e le imprese che di quell’energia sono gli utilizzatori finali e che ne pagano, direttamente e indirettamente, i costi”.

Conclude Bartoli: Con siti come Trino e Saluggia, poli universitari d’eccellenza e imprese high-tech, il Piemonte può candidarsi a hub nazionale per ricerca, decommissioning e formazione nel settore nucleare avanzato.

Il Presidente Bartoli ha infine ribadito l’impegno della Commissione Ambiente nel continuare il confronto con tutte le realtà del territorio, nella consapevolezza che la sfida energetica richiede visione, responsabilità e partecipazione: “Valuteremo l’opportunità e le modalità per la costituzione di un tavolo permanente di confronto sul nucleare in Piemonte” chiude Bartoli.