POLITICA

Rete ospedaliera, Pd: “Studio interessante ma responsabilità è politica”

PENTENERO – VALLE – CONTICELLI (PD): “UNA BASE DA APPROFONDIRE”

 In Commissione Sanità del Consiglio regionale è stato presentato uno studio clinico gestionale di AGM Project Consulting e Ires Piemonte relativo al dimensionamento della rete ospedaliera e territoriale del Piemonte, nonché della rete di emergenza-urgenza, che, secondo il Presidente della Commissione Icardi, dovrebbe rappresentare la base del nuovo piano socio-sanitario.

“Si tratta di un interessante strumento di conoscenza e di progettazione, utile a imbastire la discussione sul nuovo piano sociosanitario su basi scientifiche e oggettive. Sarà interessante, quindi, approfondire come questo modello ha valutato i nuovi ospedali e, soprattutto, i servizi dei vari ambiti territoriali e dei presidi già presenti, caso per caso. Certo la responsabilità delle scelte alla fine ricade sulla politica: prendo ad esempio la vicenda del Martini, condannato alla chiusura dal piano di rientro, salvato da Saitta e, nel corso dell’ultima consiliatura, interessato da imponenti lavori fino a diventare l’ospedale più moderno della città” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle (Pd).

“L’analisi tiene conto dell’esistente, ma rispetto alle possibili evoluzioni la politica deve dire in che direzione intende andare. Ad esempio i quasi seimila parti annui del Sant’Anna sono un numero abnorme, che va redistribuito sul territorio, con particolare attenzione alla zona nord. E, ancora, se si pensa ad un polo materno infantile, dove si colloca la ginecologia non legata al parto? Si intende tenere la salute delle donne fuori dal polo di eccellenza e di ricerca del Parco della Salute? Queste sono domande a cui non può rispondere un’indagine tecnica, ma dipendono dalla programmazione e dalle scelte dei decisori politici” spiega la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli.

“Quello che è stato reso evidente oggi è che non esiste alcuna strategia nella gestione della nostra sanità da parte della Giunta Cirio – conclude la Presidente del Gruppo Pd Gianna Pentenero – E ancora una volta appare assurda l’idea di scorporare Regina Margherita e Sant’Anna dalla Città della Salute. Vorremmo, poi, a fronte anche di studi così importanti, avere finalmente una pianificazione dettagliata delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Tanti interrogativi restano aperti e credo che siamo veramente lontani dalla creazione di un piano sociosanitario, mentre ci si limita a procedere con decisioni a spot e molto confuse”.

Salis, Giachino:  “Silenzio assordante della Schlein e del PD” 

Prefetto e Parlamento intervengano. L’europarlamentere incita Askatasuna e lotta No Tav

LA TAV è un’opera strategica per l’Europa e per l’Italia come ha votato più volte il Parlamento italiano che ha anche approvato l’accordo con la Francia e il progetto.
Di più dopo il voto contrario del Comune di Torino del 29 ottobre 2018 e la grande risposta SITAV del 10.11.2018 , il 7 agosto 2019 il Senato bocciò la Mozione NoTav dei cinque stelle. Il 12 Novembre 2011 la Legge Finanziaria definì il cantiere di interesse nazionale.  Non è pertanto ammissibile che Parlamentari italiani o europei come la Salis o Sindaci con la fascia tricolore manifestino , approvino o incitino alla lotta NOTAV, peraltro subito seguiti da attacchi al cantiere con danni a persone, aziende e cose.  Questa lotta e’ costata al Paese la perdita di miliardi di PIL e di migliaia di posti di lavoro e un aumento dei costi dell’opera di 2,5 miliardi.
L’intervento della Signora Salis nella sede di Askatasuna a proporre come modello la lotta dei NoTav deve avere delle risposte chiare e forti di Governo, Prefetto, partiti. Concordo con quanto dichiarato dalla on. Montaruli  Stamane ho chiesto al Prefetto di Torino di convocare una riunione con i partiti perché i continui attacchi al cantiere sono intollerabili oltreche’ essere un insulto ai disoccupati e ai senza lavoro. Non si può far finta di niente e bamblinare. I tempi lunghi della realizzazione dell’opera la economia torinese e valsusina li stanno pagando da anni . L’Osservatorio venne istituito dal Governo Berlusconi nel marzo 2006. Il progetto definitivo approvato nel 2015. I lavori dal lato italiano stanno a zero. Se pensiamo che il primo traforo del Frejus venne costruito in soli 13 anni.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO

Sanità, Valle (Pd): “Liste d’attesa, traguardo lontano”

LA REGIONE ALZI LA VOCE CON IL GOVERNO”

 

«In attesa che l’intelligenza artificiale applicata al nuovo Cup regionale risolva ogni problema, ad oggi i dati delle liste d’attesa ci dicono che siamo ancora molto lontani dalla soluzione. Ci sono tanti problemi organizzativi che la Giunta Cirio in questi anni non ha affrontato, ma la questione fondamentale è la necessità di aumentare le assunzioni, l’unica vera cura per un sistema sanitario malato. Il Governo ha impostato risorse aggiuntive in prevalenza sul 2026, lasciando però sul 2025 risorse neanche sufficienti per coprire i maggiori costi del SSN. Le Regioni devono alzare la voce, difendersi da un Governo che scarica su di loro la responsabilità di tagliare servizi sanitari ai cittadini. Se Cirio e Riboldi vorranno, saremo al loro fianco per difendere la sanità piemontese e italiana»: lo afferma il consigliere regionale e vice presidente della IV Commissione Daniele VALLE (Pd).

 

Ecco qualche dato:

Ecografia muscolotendinea: a Torino e in Preovincia non c’è posto, bisogna andare a Novara il 5 novembre…ma del 2015!

Colonscopia: anche qui nessun posto a Torino e Provincia, bisogna andare a Vercelli, il 27 novembre, per fortuna di quest’anno!

Visita dermatologica: quasi impossibile trovare un posto, ma la fortuna arride agli audaci: al San Lazzaro (Molinette) il 25 maggio 2025!

Gastroscopia (EGDS): c’è un posto al San Luigi di Orbassano l’11 settembre del 2025;

Visita oculistica: c’è posto al San Luigi di Orbassano il 17 giugno del 2025;

Rm alla colonna: c’è posto a Rivoli il 13 febbraio del 2025, oppure al Mauriziano il 22 luglio 2025;

Eco transvaginale: qui va meglio, c’è posto al Mauriziano il 26 novembre del 2024;

Visita pneumologica: anche qui si può esser contenti, un posto al Mauriziano il 2 dicembre del 2024;

Ecografia addome completo: nessun posto da nessuna parte;

Ecocolordoppler TSA: alle Molinette il 9 dicembre del 2025;

Ecografia mammaria: il 6 agosto del 2025 al Mauriziano.

 

Marini, il grande sindacalista che diventa anche leader politico

Rileggere con onestà intellettuale e senza pregiudizi la biografia pubblica di Franco Marini – cioè l’impegno sindacale prima e poi quello politico ed istituzionale – ci permette di arrivare alla conclusione che si tratta quasi di un “unicum” nella storia democratica del nostro paese. E cioè, un dirigente di primo livello del sindacato italiano – è stato segretario generale della Cisl dal 1985 al 1991 – e poi un leader politico e di partito altrettanto importante e autorevole sino alla fine della sua vita. Una esperienza, appunto, originale e sino ad oggi unica nel panorama politico e sindacale del nostro paese. Certo, ci sono stati molti sindacalisti che hanno assunto, poi, ruoli politici ed istituzionali importanti. Nella Cgil come nella Cisl e nella Uil. Ruoli politici, di partito e soprattutto istituzionali che, però, non hanno mai eguagliato quello che ha rappresentato Franco Marini nel panorama pubblico italiano per molti anni.

Ora, al di là del suo concreto percorso sindacale, politico ed istituzionale – a tutti noto e conosciuto – quello che non può non essere rilevato è che Marini, pur avendo una forte indole e carisma politici, non ha mai confuso la sua lunga, proficua e ricca attività sindacale con una militanza diretta nell’azione politica. Pur facendo parte da sempre della corrente di Carlo Donat- Cattin, Forze Nuove, la storica sinistra sociale di ispirazione cristiana, Marini non ha mai confuso i due piani perchè ha sempre predicato, e soprattutto praticato, l’autonomia sindacale rispetto alla concreta militanza politica. Percorso che poi ha concretamente declinato nel momento in cui ha cessato definitivamente la sua attività nella Cisl. Ed è proprio questo l’elemento che fa di Marini un punto di riferimento e, soprattutto, un esempio di credibilità e di trasparenza nel rapporto tra il sindacato e la politica. Certo, rientra nel dna storico della Cisl questa concezione. Da sempre alternativa rispetto a quella della Cgil che contempla la cosiddetta “cinghia di trasmissione” tra il sindacato e il partito di riferimento. Ieri il Pci e oggi il Pd. Ma quello che merita di essere richiamato e fortemente sottolineato è che il modello perseguito da Marini – cioè da un sindacalista che è stato ai vertici di un’organizzazione nazionale e poi da un politico che è stato unanimemente riconosciuto come un autorevole leader di partito – è sempre stato chiaro e netto. Nessuna commistione, nessuna confusione e, nello specifico, nessuna tentazione di trasformare il sindacato in una semplice clava da scagliare contro il nemico politico di turno. Insomma, potremmo dire che l’esperienza concreta di Franco Marini è stata semplicemente alternativa rispetto a quella che oggi declina, ad esempio, il leader indiscusso della Cgil Maurizio Landini. Ovvero, un sindacato schieratissimo con una coalizione politica – quello della sinistra, e sin qui nulla di nuovo sotto il sole – e dove non si capisce bene dove c’è la proposta sindacale rispetto a quella squisitamente politica e partitica.
Ecco la differenza di fondo dell’attività sindacale prima e politica poi di Marini rispetto a quella di molti sindacalisti di oggi. Dico questo perchè il sindacato è forte, autorevole, competitivo e soprattutto rappresentativo se non diventa solo ed esclusivamente un braccio operativo ed organizzativo di un partito o di uno schieramento politico. Perchè quando si presenta questa situazione non si capisce più chi detta l’agenda a chi. Se il sindacato al partito o il partito al sindacato. E proprio sotto questo versante l’esempio di Franco Marini continua ad essere di straordinaria attualità e modernità anche nella stagione sindacale e politica contemporanea.

Giorgio Merlo

Il Patto Civico dei tre consiglieri eletti della Lista Cirio: “Noi, ‘sindaci in Regione’ per essere più vicini al territorio”

Una rete per dare risposte alle Amministrazioni 

Questa mattina a Pianezza, Mario Salvatore Castello del Patto Civico, Sergio Bartoli di Fare per il Territorio, Silvio Magliano dei Moderati, con l’introduzione di Antonio Castello, sindaco di Pianezza e guidati nel dibattito dall’on. Giacomo Portas, Presidente dei Moderati, hanno dibattuto sul ruolo e l’importanza delle liste civiche per il territorio, impegnandosi a essere un tramite tra la Regione e le Amministrazioni civiche e ad essere presenti nei comuni per sostenere gli enti locali, offrire loro soluzioni e raccogliere istanze. All’incontro hanno preso parte insieme a numerosi amministratori locali anche l’on. Daniela Ruffino ed Elana Rocchi, presidente eletta nella Provincia di Biella.

Al dibattito è intervenuto il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “La Regione vuole essere vicina alle proprie realtà territoriali e sono felice che insieme a noi per governare ci sia una lista di forze civiche che sono essenziali per battere l’astensionismo. Quello di oggi è un incontro importante: oggi siamo insieme in un’esperienza di governo, nella quale il contributo delle liste civiche si aggiunge alla coalizione dei partiti del centrodestra unito, e dobbiamo ora allargare ancora questa realtà: sono convinto che per l’impegno civico e per i moderati ci sia un grande spazio nel nostro Paese, uno spazio fatto di persone di buonsenso e che mettono sempre davanti il bene del proprio comune e dei propri cittadini, persone che sanno ascoltare e rispondere al telefono. Abbiamo tante cose da fare insieme nell’interesse del nostro Piemonte”.

“Le liste civiche possono dare qualcosa di diverso e in più dei partiti – ha detto il Sindaco Antonio Castello nella sua introduzione -. Il risultato della Lista Civica Cirio Presidente ce ne ha dato la conferma al punto che questa lista è risultata determinante ed è la terza forza politica in Piemonte. Questo è un valore che si deve considerare.
Non vogliamo sostituirci ai partiti ma essere di supporto per dare risposte ai cittadini che spesso si sentono limitati dalle ideologie”.

Per Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato Liberale in Consiglio Comunale, “le liste civiche rappresentano la possibilità per ognuno, e la storia di queste tre liste lo dimostra, di occuparsi della res publica. Il dato dell’astensionismo è un dato oggettivamente preoccupante, in provincia di Torino alle scorse elezioni l’affluenza è stata appena del 54%. Vuole dire che le persone non si aspettano più una risposta dalla politica. Ci sono due modalità per portare le persone al voto: con slogan che parlano alla pancia della gente, che però rappresentano risposte semplici a problemi complessi e quindi non sono attuabili facilmente, oppure stare vicino alle persone e occuparsi seriamente di loro. C’è ancora chi fa politica per passione e si prende gravi responsabilità: tanti amministratori locali che si mettono in gioco ogni giorno per le proprie comunità. Noi oggi parliamo a queste persone, dicendo loro che siamo aperti alle loro esigenze, alle loro difficoltà e che possiamo essere un luogo di confronto e discussione su temi e problematiche comuni”.

Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione e consigliere regionale della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato Liberale ha sottolineato che “questo Patto per il territorio nasce dalla volontà e dalla passione civica dei tre consiglieri della Lista Cirio: noi condividiamo pienamente l’impegno per le nostre comunità, a contatto con la gente, e viviamo questo mandato da sindaci in Regione. Affrontiamo i problemi dei cittadini come li affrontavamo da sindaci, in modo diverso da chi invece è abituato a gestire la politica. Circa un terzo dei comuni italiani sotto i 15mila abitanti è amministrato da liste civiche: questi comuni hanno bisogno di supporto in molti ambiti e devono sentire la Regione più vicina. Chiediamo alla Giunta di fornire un supporto concreto ai nostri sindaci, che spesso trovano difficoltà nell’iter delle pratiche e nelle lungaggini burocratiche. A volte non riescono a mettersi in contatto, e per questo c’è bisogno di essere civici per dare una possibilità a questi sindaci di trovare un interlocutore nelle istituzioni”.

Mario Salvatore Castello, Consigliere Segretario del Consiglio Regionale, ha delineato in breve le modalità operative della rete: “Ci saranno altri incontri in altri territori, gireremo ovunque ci sarà bisogno. Non solo avremo le porte aperte nel nostro ufficio, ma saremo presenti nei comuni e sul territorio. Un ringraziamento particolare va al presidente Cirio che ha saputo unire nella sua lista i migliori raggruppamenti civici del territorio.
L’obiettivo che ci poniamo, ora, proseguendo su questa strada è costruire una casa per l’impegno civico in provincia di Torino e in Piemonte”.

L’on. Giacomo Portas ha sottolineato, in chiusura, che “essere civici vuol dire guadagnarsi il consenso, perché la gente sceglie prima di tutto le persone. Quindi le persone elette nelle liste civiche sono persone che hanno il consenso, che si costruiscono un rapporto con i cittadini e lo mantengono giorno per giorno. La storia dei Moderati, nati venti anni fa, lo dimostra chiaramente. Questa mattina siamo qui per dire che le liste civiche hanno un grande valore, che vanno considerate e che vogliamo impegnarci per aumentarne la presenza”.

Sergio Bartoli
Mario Salvatore Castello
Silvio Magliano

Nallo e Fregolent allo Stand Up for Nuclear

La consigliera depositerà in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno con l’obiettivo  di sostenere la candidatura del Piemonte come sede del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. La senatrice  è presidente dell’Intergruppo parlamentare su Energia Nucleare

Domenica 20 ottobre 2024, la Consigliera Regionale VittoriaNallo (StaTi UniTi d’Europa- IV) e la Senatrice Fregolent (IV) parteciperanno allo Stand Up for Nuclear che si terrà in Piazza Castello a Torino. La manifestazione, parte di un movimento internazionale, è volta a promuovere i benefici delle tecnologie nucleari in ambito energetico co, medico-diagnos>co, alimentare e industriale. L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente interesse per l’energia nucleare, considerata una delle soluzioni più efficaci per affrontare le sfide della sicurezza energeDca e della crisi climaDca globale.
Vittoria Nallo ha già partecipato a tute le precedenti edizioni dello Stand Up for Nuclear, mostrando un forte impegno per promuovere un dibaFto consapevole e informato sul nucleare in Italia. Attraverso il suo podcast “Reazione a Catena”, presente su Spotify, la Consigliera ha più volte ribadito l’importanza di avviare un programma nucleare nazionale, capace di contribuire alla decarbonizzazione e di assicurare una strategia energeDca sostenibile.
Nallo ha recentemente presentato in Consiglio Regionale un’interrogazione in merito alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che chiedeva come la Giunta Regionale intendesse muoversi per supportare l’iniziativa del Governo Nazionale in materia di energia nucleare, evidenziando il ruolo strategico che il Piemonte potrebbe giocare in questo settore.
Inoltre, la settimana prossima, la Consigliera depositerà in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno con l’obiettivo  di sostenere la candidatura del Piemonte come sede del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi  e del Parco Tecnologico. La scelta del Piemonte sarebbe motivata dalla storica competenza del territorio nella gestione e messa in sicurezza di materiali radioattivi , nonché dalla presenza di aziende e centri di ricerca di rilevanza internazionale. Sarebbe questa, inoltre, un’opportunità strategica per la messa a terra, insieme al Deposito, del Parco Tecnologico e di migliaia di posti di lavoro.
L’evento arriva in un momento cruciale, in cui la crisi energeDca e climaDca spinge i governi e le is>tuzioni internazionali a riconsiderare l’energia nucleare come parte della soluzione. In Italia, la sicurezza energeDca e la decarbonizzazione sono al centro del dibattito politico, e la Consigliera Nallo continuerà  a sostenere con forza il ruolo del Piemonte in questa transizione.

Sull’Utero in Affitto un surreale confronto propagandistico

Il surreale confronto che è andato in scena, e che continua a tenere impegnate le relative curve di tifosi, sulla concezione di “reato universale” per la Gpa, cioè il volgarmente detto “utero in affitto”, evidenzia ancora una volta il basso livello qualitativo della classe politica contemporanea e delle rispettive basi elettorali.

Un tema profondo ed eticamente spinoso come questo, avrebbe meritato di essere affrontato con la giusta e dovuta preparazione nel merito, oltre ad una buona dose di approfondimento. Invece, si è scelta ancora una volta la strada delle barricate contrapposte, a suon di slogan con cui imboccare i gruppi ultras a sostegno.

Un confronto che si è particolarmente incentrato sul diritto o meno delle coppie omosessuali ad avere figli, totalmente distante dalla realtà di una pratica medica, la Gpa, affrontata in oltre il 90% dei casi da coppie eterosessuali.

Coppie eterosessuali dall’alta capacità di spesa, considerati i costi oltre i 50 mila Euro attuali, che smentisce la narrazione del centrosinistra secondo il quale si danneggerebbero, ora, le fasce più deboli.

Un concetto di reato universale che lascia perplessi, andando a colpire una pratica che, se eseguita un un Paese in cui è legale, difficilmente potrà portare ad incriminazioni, processi o condanne, e che esclude anche la Gpa compassionevole, tra consanguinei.

Sebbene moralmente condivisibile l’arginare la mercificazione della donna in condizione di povertà, che porta molte di esse a vendere il proprio utero per necessità economiche, finendo vittime di organizzazioni internazionali che sul loro bisogno creano veri e propri imperi economici, si colpisce anche la possibilità che una sorella si presti ad una pratica medica per sopperire alle difficoltà della propria congiunta.

Una tecnica medica moderna che andava normata nel merito, perché scienza e medicina evolvono, a differenza della nostra classe politica che, ancora una volta, ha mercificato un tema complesso sull’altare della propaganda e sulla ricerca di consenso a basso costo.

Claudio Desirò

Segretario Associazione Italia Liberale e Popolare

Tumore al seno, Ruffino (Az): “Sforzo unitario per favorire la prevenzione”

“Azione ha deciso di sostenere le mozioni per la prevenzione e la cura del tumore al seno con l’obiettivo di costruire un’unità di intenti, tra governo e parlamento, per portare un cambiamento concreto su un tema così rilevante. Negli anni, si sono compiuti importanti passi in avanti sulla malattia e lo dobbiamo grazie a moltissimi volontari che, in otto casi su dieci, sono donne, già pazienti, che hanno affrontato le dinamiche e conoscono bene ogni difficoltà”
Così Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta in aula alla Camera sulle mozioni per la prevenzione e la cura del tumore al seno.
“I volontari hanno deciso di spendersi per chi è malato – ha proseguito Ruffino – intervenendo sia sulla socializzazione, sia sulle raccolte di fondi per acquistare le attrezzature necessarie: macchinari che, purtroppo, sono pochi e insufficienti. Bisogna sottolineare, inoltre, le difficoltà legate ai tempi di attesa e la necessità di un’informazione utile ad accedere alla prevenzione. Ci sono, indubbiamente, anche risultati positivi ottenuti negli anni: basti pensare al registro nazionale dei tumori o all’intesa Stato-Regioni sui i centri di senologia per cui, ciascuna regione, si deve dotare di un centro multidisciplinare ogni 250 mila abitanti. Obiettivi importanti che scontano, però, un alto numero di casi e la necessità di dotarsi un radiologo, un chirurgo, un patologo, un oncologo, un radioterapista e un data manager. Figure, a volte, difficili da reperire in un unico centro”.
Secondo Ruffino “il tema dell’informazione è fondamentale e ritengo possa essere offerta, a tutte le donne, nei luoghi che raggiungiamo ogni giorno, dalle farmacie, al medico di base, dalle associazioni ai consultori familiari che, in Italia, sono troppo pochi. A Torino, per esempio, ne abbiamo solo 9, dovrebbero essere 40, e ogni sportello assiste 94 mila cittadini. Mi auguro, quindi, che il governo ascolti questi richiami e ci sia convergenza di intenti per migliorare la prevenzione, l’accesso ai servizi e alle strutture adeguate”.