CRONACA

Incendio in una baracca: feriti uomo e i suoi due figli

Nella notte tra sabato 12 e domenica 13 luglio, un incendio è scoppiato all’interno di una baracca nel campo rom di via Guerra, ad Asti. Le fiamme hanno sorpreso nel sonno tre persone — un padre e i suoi due figli adulti — che, nel tentativo di mettersi in salvo, hanno riportato ustioni. I feriti sono stati accompagnati in auto al pronto soccorso dell’ospedale Cardinal Massaia da altri residenti del campo. Dopo le prime cure, è previsto il trasferimento dei tre al Centro Grandi Ustionati del CTO di Torino . La baracca andata distrutta era una delle ultime ancora presenti nel campo, la cui chiusura definitiva è prevista nelle prossime settimane. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Asti. Le indagini per accertare le cause del rogo sono affidate alla polizia: secondo le prime ipotesi, l’incendio potrebbe essere stato causato dallo scoppio di una bombola di gas.

Sanità, Nursing Up: «Bene i nuovi concorsi, ma ancora esclusi gli OSS»

 La Regione Piemonte pubblica nuovi bandi per oltre 180 posti nel sistema sanitario, ma continua a ignorare gli OSS. I concorsi riguardano infermieri pediatrici, ostetrici, logopedisti, fisioterapisti, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro e terapisti occupazionali.

«Pur apprezzando l’impegno della Regione nel pubblicare questi concorsi – dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta – rileviamo ancora una volta l’assenza di bandi dedicati agli OSS. Si tratta di lavoratori fondamentali per il funzionamento dei servizi sanitari e socio-assistenziali, senza i quali molte strutture non riescono a garantire l’assistenza adeguata ai pazienti.»

Nursing Up conferma che proseguiranno le azioni di monitoraggio e tutela dei diritti di tutti i professionisti sanitari piemontesi, affinché venga garantito il pieno rispetto delle dotazioni organiche e il riconoscimento del valore di ogni figura coinvolta nei percorsi di cura.

«Continueremo a sollecitare la Regione affinché si attivino anche su questo fronte, dando risposte concrete ai tanti operatori che attendono stabilizzazione e opportunità di lavoro», conclude Delli Carri.

cs

Auto in fiamme, arrivano i vigili del fuoco

La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Livorno Ferraris è intervenuta a Crescentino in via di Bidone Giotto per l’ incendio di una autovettura.

Quando è arrivata sul posto la squadra dei Vigili del Fuoco la macchina era completamente avvolta dalle fiamme quindi ha provveduto alla completa estinzione delle fiamme successivamente alla messa in sicurezza dell’ area interessata.

Furti e violenza sui treni: che fare?

Caro direttore, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani esprime seria preoccupazione per i fatti avvenuti a bordo di un treno proveniente da Torino e giunto alla stazione di Milano Centrale, dove due minori – privi di documenti e dichiaratisi di nazionalità marocchina – sono stati arrestati per rapina impropria, in possesso di un coltello e altra refurtiva sottratta a un passeggero.

Pur nel massimo rispetto del lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura minorile, riteniamo doveroso, da parte delle istituzioni educative e civili, avviare una riflessione critica e profonda su quanto accaduto. Non si tratta di un episodio isolato: è l’esito tangibile di una progressiva marginalizzazione educativa, sociale e culturale, che colpisce in particolare fasce fragili di popolazione minorile, spesso invisibili ai circuiti scolastici, sanitari e civili.

A 14 anni non si dovrebbe né conoscere né usare la violenza per sopravvivere. Se ciò accade, è l’intero sistema a dover interrogarsi sulle responsabilità diffuse, che spaziano dall’assenza di percorsi strutturati di inclusione fino alla mancanza di presìdi educativi sui territori ad alta complessità sociale.

Il CNDDU ritiene che la sicurezza non possa essere garantita solo da un rafforzamento delle misure repressive. Al contrario, è necessaria una strategia integrata di prevenzione, che includa:

  • una reale potenziamento dell’educazione alla legalità in tutte le scuole, come strumento di cittadinanza attiva e responsabilità individuale;

  • una mappatura dei minori fuoriusciti dal sistema scolastico e l’attivazione di percorsi di rientro formativo e monitoraggio educativo;

  • una forte sinergia tra istituzioni scolastiche, servizi sociali e autorità giudiziarie minorili, per garantire percorsi personalizzati di presa in carico e riabilitazione;

  • un investimento strutturale nei contesti a rischio, dove la scuola è spesso l’unico presidio pubblico di riferimento.

Criminalizzare tout court il disagio minorile, o peggio ancora associare automaticamente la devianza alla provenienza etnica o nazionale, non solo è culturalmente scorretto ma rischia di oscurare le vere cause alla radice del problema. Occorre affrontare questa complessa realtà in modo sistemico, attivando politiche pubbliche che mettano al centro la prevenzione, la cura educativa e il sostegno psicologico ai minori in condizione di vulnerabilità.

È imprescindibile riconoscere che la devianza minorile è spesso espressione di un disagio più profondo, che ha origini in storie personali di abbandono, esclusione sociale, traumi non elaborati e assenza di riferimenti adulti stabili. In tale contesto, la scuola può e deve giocare un ruolo fondamentale, ma non può essere lasciata sola. Servono reti integrate tra scuola, servizi sociali, consultori, educatori di strada e psicologi, capaci di costruire percorsi individualizzati che ricompongano legami, riattivino la motivazione all’apprendimento e offrano alternative concrete alla marginalità.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani rinnova pertanto la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni scolastiche, sanitarie e giudiziarie per promuovere progetti di educazione civica, accompagnamento psicologico e inclusione sociale rivolti ai minori a rischio, nella consapevolezza che ogni adolescente ha diritto non solo a un futuro libero dalla violenza, ma a una comunità adulta che non rinunci alla propria responsabilità educativa.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

Scontro sul raccordo Torino – Pinerolo: un morto carbonizzato

Incidente mortale nella notte sul raccordo autostradale Torino-Pinerolo, nel tratto compreso tra None e Piscina, in direzione Pinerolo. Verso le  4 del mattino, due veicoli si sono scontrati violentemente ed è scoppiato un incendio. Uno degli occupanti è morto carbonizzato nell’abitacolo e sono in corso le operazioni per identificarlo.

Proseguono le operazioni di recupero dei mezzi e la messa in sicurezza della carreggiata. Si  sono verificati congestionamenti del traffico. Sul posto con i soccorsi anche la Polizia Stradale.

Ritrovato il bimbo di 5 anni scomparso a Ventimiglia: sta bene

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AGGIORNAMENTO

Oggi potrà fare rientro a Torino dove risiede con la famiglia.

Domenica 13 luglio – La vicenda della scomparsa del piccolo Allen, il bambino di 5 anni sparito venerdì sera a Ventimiglia, si conclude bene. Il bambino è stato ritrovato ed è in buone condizioni di salute. Ha già potuto riabbracciare i suoi genitori.

La svolta è arrivata questa mattina, durante le ricerche che non si sono mai fermate. Allen è stato rinvenuto proprio nei pressi della villetta su cui si erano concentrate le indagini per tutta la giornata di ieri e la notte. Fin dall’inizio, i cani molecolari avevano segnalato la possibile presenza del bambino in quella zona. Erano avvenute perquisizioni nella casa e nell’auto di un uomo che aveva detto di avere trovato e accompagnato il bimbo per un tratto di strada, ma poi il bimbo era scappato.

Soddisfazione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio:  “Per due giorni abbiamo seguito con apprensione le ricerche del piccolo Allen, che vive a Torino con la sua famiglia, e il suo ritrovamento oggi è sicuramente la notizia che aspettavamo – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio che, non appena si è diffusa la notizia del ritrovamento ha contattato telefonicamente il  sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro. “Ho voluto ringraziare il sindaco Di Muro che mi ha aggiornato sulla situazione e sulle condizioni del bambino che per fortuna sono buone e, in viva voce, mi ha consentito di ringraziare anche tutti i soccorritori coinvolti nelle ricerche per quanto hanno fatto in questi giorni: penso che salvare un bambino sia la cosa più gratificante per chi si occupa di soccorso e di emergenze e credo che a costoro vada il nostro ringraziamento più grande. Torino e il Piemonte non vedono l’ora di riabbracciare Allen, dopo questo grande spavento”.

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Sabato 12 luglio –  Proseguono le ricerche  di Alain Bernard Ganaos, il bimbo di 5 anni nato a Torino, scomparso ieri al camping “Por la mar”, di frazione Latte a Ventimiglia. Qui era arrivato solo poche ore prima assieme ai genitori e alla sorella per  un breve periodo di vacanza. Il piccolo si sarebbe allontanato mentre il padre montava la tenda. Un uomo è stato sentito come testimone e la sua abitazione è stata perquisita, ma non è indagato. Avrebbe dichiarato  agli investigatori di aver incontrato Alain Bernard Ganao sentendolo chiamare ‘papà’ e  lo avrebbe accompagnato a un bivio.

Detenuti, formazione-lavoro: il ministro Nordio stanzia 2,6 milioni per il Piemonte

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio stanzia oltre 2,6 milioni di euro per avviare percorsi di orientamento, formazione e housing sociale delle persone sottoposte a misura penale esterna o in uscita dagli istituti penitenziari, e attivare una rete per favorirne il reinserimento socio lavorativo.

L’Azione, costruita grazie alla stretta collaborazione  con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e con il Vicepresidente Elena Chiorino, con la conduzione di Gabriella De Stradis, Direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del Ministero, creerà un sistema integrato di interventi e nuove sinergie e collaborazioni sui territori.

Una parte delle risorse sarà impiegata per l’ampliamento e il miglioramento funzionale di spazi finalizzati allo svolgimento delle attività trattamentali di formazione e inclusione socio-lavorativa; altra per residenzialità assistita e temporanea, idonee a ospitare – per periodi di tempo limitati – i destinatari dei percorsi di reinserimento e formazione privi di soluzione abitativa, altrimenti impossibilitati a fruire di misure alternative o sanzioni sostitutive.

Il Progetto è finanziato nell’ambito del Progetto “Una Giustizia più Inclusiva: Inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a misura penale anche attraverso la riqualificazione delle aree trattamentali” di cui il Ministero della Giustizia è Organismo Intermedio per il Piano Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”.

«Questo stanziamento conferma la volontà del Governo Meloni di investire concretamente in un sistema penitenziario che non sia solo luogo di detenzione, ma anche di reale riscatto sociale. Lavoro, formazione e inclusione abitativa sono i pilastri per ridare dignità e opportunità a chi ha sbagliato, ha espiato la pena; ma vuole ricostruirsi un futuro onesto. Ringrazio il Ministro Nordio per aver creduto in questa azione e la Regione Piemonte per la collaborazione fattiva: insieme costruiamo un modello di reinserimento che può fare scuola» ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Delmastro.

«La Regione Piemonte crede fermamente che la vera sicurezza passi anche dalla capacità di offrire opportunità di reinserimento sociale e lavorativo a chi ha pagato il proprio debito con la giustizia. Con questo progetto vogliamo dare strumenti concreti per ricominciare, puntando su formazione e orientamento. Ringrazio il Ministro Nordio e il Sottosegretario Delmastro per la sinergia istituzionale: solo facendo squadra possiamo dare risposte efficaci e restituire fiducia nel territorio» ha affermato Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte.

La battaglia Coldiretti a difesa di identità e origine

Prosegue la raccolta firme per garantire la tracciabilità in etichetta, anche, per gli spumanti

Rivedere la norma sull’origine, anche, degli spumanti, per evitare di etichettare come italiano uno spumante fatto con vini esteri spumantizzati in Italia. Questo, è l’imperativo di Coldiretti Asti, in linea con la Coldiretti regionale e nazionale, richiamando l’attenzione sulla necessità di avere regole chiare e a salvaguardia di un’eccellenza Made in Italy, che fonda le sue origini proprio nell’astigiano all’alba del 1865.

“L’attuale normativa consente di dichiarare italiano uno spumante ottenuto da vino proveniente dall’estero, quando la spumantizzazione è stata effettuata in Italia” spiega Monica Monticone Presidente Coldiretti Asti e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo. “Oltre ad essere un evidente inganno nei confronti del consumatore, questa scappatoia rappresenta un furto di identità al danno delle nostre produzioni vitivinicole. Parimenti, riteniamo inaccettabile che bevande, decisamente diverse dai nostri spumanti, vengano vendute come tali sfruttando nomi in etichetta, bottiglie e packaging che evocano quelli dei nostri territori e vitigni. Da rivedere, inoltre, anche il disciplinare di produzione del Vermouth di Torino, con l’introduzione dell’obbligo di utilizzo di solo vino proveniente dalla regione Piemonte”.

Gli spumanti sono le perle del nostro territorio e, come tali, sono internazionalmente apprezzati per la loro purezza ed eleganza, esprimendo appieno l’astigianità in tutto il mondo” commenta il vice presidente Coldiretti Asti Gianfranco Torelli, produttore di Canelli Docg in quel di Bubbio. “Parliamo di caratteristiche ottenute esclusivamente grazie alsingolare terroir, ovvero, dalla specifica combinazione di: vitigno, esposizione, terreno, clima e viticoltore. Per questa ragione, niente li può eguagliare. Tuttavia, la minaccia di pseudo spumanti, che nulla hanno a che fare con l’originale, è reale e dannosa per l’immagine, la reputazione e le economie del comparto”.

“Malgrado la difficile congiuntura mondiale, tra dazi e norme europee poco tutelanti, alla quale si aggiungono i dannosi effetti dei cambiamenti climatici, il Moscato resta tra i vini che, meno di altri, ne subisce le conseguenze” prosegue Torelli. “Infatti, le fascette consegnate denotano un -11% rispetto al 2024, mentre altre denominazioni a livello nazionale, talvolta anche più blasonate, registrano inflessioni fino al -30%. Con i suoi 100milioni di bottiglie, il Moscato conferma il suo appeal. Attualmente, il Canelli docg (uve Moscato) conta circa mezzo milione di bottiglie, con la prospettiva di raddoppiarle entro i prossimi anni. A maggior ragione, per garantire tale proiezione, occorre attenzionare sia l’italian sounding sia il fake Made in Italy che, spesso, si consuma e crogiola proprio in casa (uve di provenienza straniera spumantizzate in Italia)”.

Questa è una battaglia che Coldiretti ha intrapreso per prima anni fa, non solo denunciando i fatti, ma anche ritrovando potenziali soluzioni per superarli, come l’attuale raccolta firme volta all’ottenimento dell’origine dei prodotti indicata in etichetta” prosegue ilDirettore Giovanni Rosso.  “Trattasi di una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella Ue. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e per difendere la salute dei cittadini nonché il reddito degli agricoltori”.

E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica in Piemonte e in tutte le sedi territoriali, ma anche sul web, collegandosi al sitohttps://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home

Cs

Motociclista muore nello scontro con furgone

Un motociclista di 52 anni è morto in un incidente stradale avvenuto a Sovazza di Armeno, in provincia di Novara. I carabinieri della stazione di Orta San Giulio stanno verificando la dinamica dei fatti avvenuti lungo la provinciale 39 dove si sono scontrati una moto e un furgone.

 

Ecco il progetto esecutivo per recuperare 51 alloggi pubblici a Porta Palazzo

La Città di Torino, in stretta collaborazione con l’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale (ATC) – su proposta della Vicesindaca Michela Favaro e dell’Assessore alle Politiche Abitative di Edilizia Pubblica Jacopo Rosatelli –  ha approvato il progetto esecutivo redatto da ATC per un significativo intervento di manutenzione straordinaria finalizzato al ripristino e al miglioramento di 51 alloggi di edilizia residenziale pubblica in disponibilità abitativa situati nella zona nord della città, nel quartiere Porta Palazzo.

L’iniziativa, parte del Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQuA), rappresenta un investimento complessivo di 1.000.000 di euro, finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Next Generation EU. Questo progetto, noto come intervento ‘POP6’, è stato approvato in seguito alla rimodulazione della proposta progettuale ID 50 ‘Porta Palazzo’, confermata e sostenuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’intervento prevede una serie di lavori edili e impiantistici che mirano a recuperare le condizioni di abitabilità degli immobili, migliorando la qualità della vita degli assegnatari e rispettando i rigorosi criteri di sostenibilità ambientale, inclusione sociale e parità di genere previsti dalle linee guida del PNRR. Il progetto è stato redatto e validato dall’ATC, che, in qualità di soggetto attuatore di secondo livello, assicurerà anche la gestione degli appalti e la direzione dei lavori.

“Con l’avvio del recupero di 51 alloggi pubblici a Porta Palazzo, la Città di Torino compie un altro passo importante nel percorso di valorizzazione del patrimonio abitativo – ha affermato la Vicesindaca Michela Favaro –. L’edilizia residenziale pubblica rappresenta uno strumento fondamentale di coesione sociale: garantire alloggi dignitosi significa promuovere inclusione, pari opportunità e qualità della vita. Questo intervento, realizzato grazie ai fondi del PNRR e in collaborazione con ATC, non solo migliorerà le condizioni abitative di decine di famiglie, ma rafforzerà anche il tessuto urbano di un quartiere strategico per il futuro della città”.

“Con questo atto continua il nostro impegno concreto per migliorare la qualità degli alloggi pubblici destinati alle fasce sociali più in difficoltà – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Abitative di Edilizia Pubblica Jacopo Rosatelli -. Di fronte alla crisi abitativa che colpisce non solo la nostra città, le opportunità di piani come il Pinqua vanno colte e tradotte in realtà in un rapporto positivo ed efficace con ATC come ente gestore”.

I lavori dovranno concludersi entro il 15 febbraio 2026, in piena conformità con il cronoprogramma e i termini previsti dal programma PINQuA, assicurando così un rapido miglioramento dell’offerta abitativa pubblica torinese.