ilTorinese

Vaccini, accesso diretto per il personale scolastico-universitario e della formazione

PER CHI NON È ANCORA REGISTRATO O IN ATTESA DELLA PRIMA DOSE

Iniziativa della Regione Piemonte per accelerare la vaccinazione del personale scolastico, universitario e della Formazione professionale, docente e non docente.

A coloro che non hanno ancora aderito alla campagna su www.ilPiemontetivaccina.it oppure si sono iscritti in base alla rispettiva fascia di età e sono in attesa di ricevere la prima dose vengono proposte, in accordo con le organizzazioni sindacali e l’Ufficio scolastico regionale, due opportunità:

– presentarsi con accesso diretto e senza prenotazione sabato 10 e domenica 11 luglio nell’hub vaccinale del Valentino a Torino;

– recarsi da lunedì 12 luglio in uno dei punti vaccinali ad accesso diretto e senza necessità di preadesione che saranno pubblicati sabato prossimo su www.ilPiemontetivaccina.it e su www.regione.piemonte.it

Sarà necessario solo esibire una documentazione che attesti l’appartenenza a questa categoria.

L’Unità di Crisi ha inoltre dato indicazione alle aziende sanitarie di anticipare il prima possibile la somministrazione della prima dose al personale scolastico che ha già aderito su www.ilPiemontetivaccina.it

Finora nella sezione del portale www.ilPiemontetivaccina.it dedicata al personale scolastico docente e non docente hanno aderito alla campagna vaccinale 100.000 delle 120.000 persone che in Piemonte compongono questa categoria: a 93.000 è già stata somministrata la prima dose (93% delle adesioni) e a 77.000 anche la seconda (77%).

Dei 20.000 restanti una parte è rappresentata da coloro che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale, mentre un’altra include coloro che potrebbero averlo fatto più di recente in base alla propria fascia d’età e non come specifica categoria scolastica. Di questi ultimi non è possibile al momento quantificare il numero preciso, non essendo prevista sul modulo del consenso informato la professione svolta e per motivi di privacy.

“È molto importante che le scuole possano riaprire in assoluta sicurezza – osserva l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi – Ringrazio le strutture vaccinali che sono state attivate per accelerare il completamento della vaccinazione del personale scolastico. Il traguardo dell’immunizzazione è vicino, ognuno in Piemonte sta facendo la propria parte per ostacolare in ogni modo la circolazione del virus pandemico”.

“Dobbiamo impegnarci tutti, facendo ognuno la propria parte, per garantire ai nostri ragazzi un ritorno a scuola in presenza – afferma l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale Elena Chiorino – e restituire quella socialità, educazione scolastica e crescita culturale di cui la pandemia li ha privati per troppo tempo”

Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca rileva che “l’iniziativa della Regione Piemonte, che ringrazio per la collaborazione, è un passo decisivo che va nella direzione auspicata e perseguita con determinazione dal ministro Bianchi, la ripresa delle attività didattiche in presenza a settembre. Ora avanti con il piano vaccinale degli adolescenti”.

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola del Piemonte congiuntamente concordano riguardo all’opportunità di dare massima diffusione alla campagna vaccinale anche tramite le nuove forme di accesso al personale della scuola e di tutto il settore Istruzione.

Rivoli, prosegue la stagione di “Scene”

Sabato 10 luglio la Stagione SCENE ospita i Fratelli Mancuso e Orlando Manfredi in una nuova produzione Rivolimusica nell’ambito della Stagione SCENE.

Liberamente ispirato a “La polvere del mondo” di Nicolas Bouvier, “Mondo Fratello

fonde il racconto teatrale alla musica ancestrale di Enzo e Lorenzo Mancuso, che tra saz baglama, sazyura harmonium e percussioni, conducono il pubblico, con Manfredi a narrazione, chitarra e voce,

in spazi aperti le cui radici affondano nel “meticciato mediterraneo” ante litteram della Magna Grecia, in un continuo sconfinamento a Oriente

Ladro maldestro non riesce ad oscurare l’occhio della telecamera

Due arresti della Polizia

E’ accaduto domenica notte

In due sono entrati dalla porta secondaria di una gioielleria di via Gramsci. Hanno forzato l’ingresso e una volta dentro si sono guardati intorno. Uno dei due, con una bomboletta di vernice spray, ha tentato di oscurare l’occhio di una telecamera ma, non riuscendoci, questa continuava a registrare i suoi spostamenti. L’azione è stata osservata in tempo reale dal titolare del locale commerciale che, una volta ricevuto l’allert di intrusione del sistema di video sorveglianza, ha allertato la Polizia. Gli agenti del Commissariato Barriera Nizza, grazie alle descrizioni dettagliate dei soggetti, sono riusciti ad intercettarli immediatamente. Si stavano dirigendo frettolosamente verso la stazione di Porta Nuova, uno aveva con sé un sacchetto in nylon giallo. Alla vista della Polizia i due si sono separati, prendendo strade differenti e provando invano di nascondersi tra le auto in sosta. Entrambi sono stati trovati in possesso di guanti, torcia e cacciaviti. Uno dei due deteneva anche una bomboletta di vernice spray nera, mentre l’altro custodiva una pinza a pappagallo. I due italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, con precedenti di Polizia, sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso.

Torino e i suoi teatri. Storia del Teatro: il mondo antico

Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

 

1 Storia del Teatro: il mondo antico

Per scaramanzia non lo diciamo a voce troppo alta, ma le cose sembra stiano migliorando e si ha la comune impressione che, poco a poco e con le dovute precauzioni, si possa tornare a togliersi qualche sfizio.

Il mese scorso io stessa ho riscoperto il piacere di andare al cinema e, lo ammetto, mi è parso un delizioso diletto dal gusto antico, sedersi – distanziati- sulle poltroncine, osservare le luci che si assopiscono, quell’attimo di buio afono che separa l’inizio della pellicola dall’incessante parlottio delle pubblicità. Le piccole cose dunque non sono poi così tanto piccole: i divertimenti, le passioni, gli “hobbies” fanno parte di noi così come i grandi insegnamenti dei libri e della scuola.
Torino ovviamente offre una molteplicità di scelte non indifferenti per quel che riguarda come trascorrere il tempo libero, le vie del centro brulicano di locali dove sedersi per un aperitivo, le panchine lungo il Po costeggiano il fiume sia per i viandanti affaticati che per le coppiette innamorate e le sale dei cinema sono nuovamente pronte ad accogliere gli amanti della celluloide. Eppure tra i tanti modi di occupare una serata ce n’è uno che talvolta passa in sordina: andare a teatro.
In questo nuovo ciclo di articoli vorrei proprio dedicarmi a raccontarvi qualcosa dei maggiori teatri torinesi, quali il Gobetti, il Carignano o ancora il celeberrimo Teatro Regio, nella speranza – cari lettori- di intrattenervi piacevolmente, di narrarvi qualcosa di nuovo o di cui vi eravate momentaneamente dimenticati e, soprattutto, con l’augurio di spingervi a passare qualche piacevole serata estiva in compagnia di attori e musicisti.

Tuttavia prima di addentrarmi nel vivo dell’argomento, vorrei proporvi una più che breve storia del teatro e dello spettacolo, a partire dalle origini fino alla contemporaneità. Va da sé che la materia è assai vasta, complessa e articolata, tenterò dunque di svolgere l’esposizione nel modo più esaustivo possibile, cercando di non tediarvi con eccessivi cavilli.
Che queste letture siano appunto uno svago, un breve passatempo mentre osservate lo scorrere del fiume o sorseggiate un Martini al Caffè Torino.
La parola “teatro” deriva dal greco “θέατρον” (théatron), “luogo di pubblico spettacolo”, termine che rimanda al verbo “θεάομαι” (theàomai) “guardare”, “essere spettatore” e indica un insieme di diverse discipline che vanno a concretizzarsi nell’esecuzione di un evento spettacolare dal vivo.
Il teatro ha una storia antichissima, pare infatti che ancora prima della tragedia greca fosse praticato nell’antico Egitto, sotto forma del culto dei “Misteri di Osiride”.
Il primo punto da sottolineare è che la “storia del teatro” non equivale alla “storia della drammaturgia” e la “storia dello spettacolo” non è la “storia delle opere”; la “storia del teatro” è invece la materia che mira a ricostruire l’immagine di fenomeni perduti sulla base di diverse testimonianze, che possono comprendere documenti letterari, diretti, indiretti o figurativi, oggetti concreti, come ad esempio vasi su cui è stato rappresentato un attore, fino a prove più astratte come una moderna registrazione televisiva.
Caratteristica essenziale del teatro è l’essere “effimero”. Tale peculiarità viene apprezzata anche da diversi ambiti artistici in quanto “non produce prodotti” così come la “performance”, “l’action painting” o la “body art”, tutte modalità creative che volutamente pongono l’attenzione non sul prodotto artistico finale ma sulle modalità del suo farsi.
Da un punto di vista più storico-artistico e sociologico gli studiosi sono soliti far risalire le origini del teatro ai riti religiosi o alle identificazioni magiche tra l’uomo-attore e l’animale o l’oggetto interpretato, non di meno fanno altresì parte della storia del teatro quelle teatralità diffuse quali le feste o gli spettacoli popolari, alcuni tipi di giochi, le sfilate, le processioni o alcune esibizioni individuali.

Mi pare doveroso – prima di affrontare argomenti più conosciuti- un rapido accenno al teatro dei popoli “primitivi”, per lo più legato ad una periodicità fissa, cioè quella dei cicli stagionali. Tali manifestazioni, a cui partecipa l’intera comunità, diventano strumento essenziale per abolire metaforicamente la netta distinzione tra passato, presente e futuro, a favore di un’esperienza collettiva che coinvolge la storia e il destino del gruppo. Durante queste manifestazioni teatrali-rituali non solo avviene l’insegnamento dei fenomeni naturali attraverso l’azione del “mimo” – l’anziano “mima” ai fanciulli i comportamenti degli animali o le fattezze delle piante- ma si assiste anche alla trasmissione in termini rappresentativi del patrimonio mitico-culturale; questi riti, spesso consistenti in brevi cerimonie, sono soliti avere una medesima struttura, essi sono divisi in tre momenti essenziali: le prove fisiche o psichiche, la manifestazione degli spiriti e la rivelazione agli iniziati che in realtà gli spiriti non sono altro che uomini mascherati.

Pur non dimenticando l’importanza di tali realtà, è necessario sottolineare che la base storica della tradizione teatrale dell’Occidente è da ricercarsi in Grecia nelle rappresentazioni tragiche e comiche dell’Atene del V secolo a.C. Questi spettacoli sono a loro volta connessi a precedenti forme rituali connotate con il termine “ditirambo”, ossia il canto lirico-corale, di cui troviamo testimonianza nella “Poetica” di Aristotele e nelle “Storie” di Erodoto. Da questi testi si evince che il “ditirambo” viene cantato e accompagnato da danze, dunque non si tratta solamente di una forma letteraria bensì di uno spettacolo a tutti gli effetti.
Gli spettacoli tragici in Atene si svolgono in tre periodi dell’anno, durante le “Grandi Dionisie”, le “Lenee” e le “Dionisie rurali”, tutte festività in onore del dio Dioniso; essi hanno luogo in un edificio costruito su una collina, in modo da sfruttarne la pendenza, dotato di una scenografia e di un’orchestra, dove si muove il coro. Peculiarità del teatro greco è il crearsi di una forte simbiosi tra attori e spettatori, il pubblico infatti viene coinvolto in un’esperienza unica, che provoca la “catarsi”, una sorta di purificazione dell’anima. Questo avviene durante l’azione della tragedia, che suscita nello spettatore la necessaria riflessione per liberarsi dagli impulsi e “rinascere purificato”.
Gli spettacoli sono organizzati per conto e sotto la sorveglianza dell’autorità pubblica e sono un vero e proprio concorso (“agone”), al quale vengono ammessi tre poeti finemente selezionati, mentre la cura e le spese della messa in scena sono affidate ai cittadini più abbienti; vengono altresì dati dei premi alla migliore realizzazione scenica, al miglior poeta e al miglior attore.
È Aristotele che sottolinea l’evoluzione architettonica e scenografica del teatro, che si modifica in parallelo a quella degli stilemi scenici della rappresentazione tragica, costituita dal dialogo tra gli attori e il coro, composto da quindici persone a nome dei quali parla il “corifeo”. Tali dialoghi sono in realtà gli “episodi” – i nostri “atti”- intercalati da intermezzi lirici cantati dall’intero coro, gli “stasimi”. Se negli “stasimi” nessun attore è presente, nel momento di maggior tensione drammatica, il “kommòs”, anche l’attore è coinvolto nel canto e nella danza. In principio il dialogo avviene tra il solo attore e il coro, successivamente con Eschilo viene introdotto un secondo attore, infine Sofocle ne aggiungerà un terzo. Ricordiamo subito che tre sono i massimi poeti della tragedia ateniese del V secolo a.C., Eschilo, Sofocle, Euripide.

Con il tempo anche la funzione del coro cambia, perdendo sempre di più il ruolo centrale che aveva in Eschilo; anche l’aspetto stesso degli attori muta, come si può notare se si pensa ai costumi imponenti utilizzati per impersonare i personaggi di Eschilo e li si confronta con gli abiti degli attori sofoclei, vestiti, pare, solamente di stracci (“rakia”).
A tali cambiamenti corrispondono le modifiche architettoniche dell’edificio del teatro. L’aspetto della “cavea”, cioè le gradinate destinate agli spettatori, nel tempo si allontana sempre di più dalla forma originale trapezoidale e assume le sembianze dei teatri arcaici, a pianta a semicircolare.
Secondo tradizione gli spettacoli più antichi, come le tragedie di Tespi, di cui quasi nulla sappiamo, ma che fu considerato l’inventore del genere tragico (VI sec. a.C.) o di Eschilo (come sopra indicato il primo dei tre grandi tragici greci) avvengono su piani distinti, uno per il coro che si trova nell’ “orchestra” (una zona circolare al centro del teatro nel cui mezzo si trova un altare) e l’altro dedicato all’attore, che si muove su una piattaforma – l’equivalente del nostro palcoscenico- innalzata al fondo dell’orchestra e appoggiata a una struttura di sfondo denominata “skenè”, utilizzata sia dagli attori per cambiarsi, sia come vera e propria scenografia. Con Sofocle la “skenè” viene per la prima volta adornata con pitture e motivi architettonici; in seguito sulla “skenè” compare una porta centrale adornata con un protiro e affiancata, a partire dal 450 a.C., da due piccoli edifici aggettanti, detti “paraskenia”. La “skenè” diviene dunque il fulcro dell’azione, anche se il coro continua ad entrare attraverso dei corridoi laterali, le “parodoi”.
La storia della tragedia, ossia del teatro europeo, si apre per noi con il vertice poetico di Eschilo, che – come prima indicato – con l’aumento degli attori da uno a due consente il confronto e l’opposizione di individui e di idee, e riconosce all’organismo drammatico la possibilità di esprimere tutto un mondo di valori. Dal rapporto tra l’ineluttabilità del destino e la responsabilità dell’uomo dell’opera drammatica di Eschilo, alla suprema armonia della tragedia di Sofocle, che si duole della fragilità dell’uomo, a Euripide, che raggiunge l’intensità della più alta poesia, e che comprende lucidamente che la vita ordinaria è pervasa da una umanità degradata, ma tanto più capace di soffrire. Le creature da lui rappresentate guardano dentro di sé, con una introspezione acuta e spietata. Ben a ragione sul suo sepolcro così recita l’epitaffio: “Di Euripide è monumento l’Ellade tutta intera”.

L’invenzione del teatro rappresenta una delle eredità più importanti trasmesse dall’antica Grecia alla civiltà europea.
Dopo la tragedia, non possiamo non accennare alla commedia, di cui si occupa anche Aristotele nell’ultima parte della sua “Poetica”. Vi sono però anche altre fonti, come il filosofo Stagira, il quale racconta che la commedia deriva dagli “exarchontes”, coloro che intonano i canti fallici nel corso dei cortei celebrati in onore di Dioniso, alle cui origini vi erano certamente riti stagionali e di fecondità. Ad Atene le commedie vengono soprattutto rappresentate durante le feste Lenee, tra i mesi di gennaio e febbraio, ma anche in occasione delle Grandi Dionisie, quando una intera giornata è dedicata agli spettacoli comici. Si è soliti dividere la storia della commedia greca in tre fasi: antica, di mezzo e nuova. Della prima fase fa parte la triade citata dal poeta latino Orazio “Eupolis atque Cratinus, Aristofanesque poetae”. In questa fase l’elemento centrale delle commedie è la “parabasi”, una sorta di sfilata del coro e degli attori accompagnata da versi pungenti. Tra i vari autori spicca il nome del grande ateniese Aristofane (V-IV secolo a.C.), a cui si deve la stesura di celebri opere quali “Gli uccelli”, “Lisistrata” o “Pace”; le sue rappresentazioni sono il trionfo della fantasia creatrice, la scena è audacemente lanciata nell’irreale, nel regno del fantasioso, piena di una straordinaria vivacità e della sublimità del comico.
Le tematiche sono disparate, e passano dall’involucro del mito allo studio della realtà, alle disquisizioni sull’uomo e sul suo destino, alle riflessioni sulla politica e sulla società. Proprio perché gli argomenti sono condivisi dalla cittadinanza, non è insolito che il pubblico nel corso degli spettacoli partecipi in prima persona, al punto che si viene ad instaurare un vero e proprio dialogo tra gli attori, il poeta e gli spettatori.

Il totale sovvertimento della struttura formale e dei contenuti drammatici della commedia coincide con la perdita dell’indipendenza politica di Atene e con il conseguente venir meno degli ideali e dei valori legati all’impegno civile degli abitanti; nel 388 a.C. la “polis” ateniese viene sconfitta a Cheronea, e come riflesso le opere degli autori cambiano tono e finiscono per concentrarsi su tematiche legate al quotidiano. È il momento della commedia “nuova”, di cui i massimi esponenti sono Filemone di Soli ( 361-263 a.C.) e soprattutto Menandro (343-291 a.C). Con la commedia “nuova” si stabilizzano due elementi strutturali: l’intreccio e il carattere. Gli episodi sono organizzati secondo uno schema logico che parte da uno squilibrio iniziale e perviene a un equilibrato assetto finale. Ogni personaggio ha un suo tratto psicologico dominate, i “caratteri”. Da un punto di vista scenico scompaiono molti elementi, resta solo la smorfia mimica, accentuata dalle maschere. Lo spazio scenico e la scenografia rimangono dunque simbolici, anticipando un tratto tipico del teatro romano, la cui drammaturgia continua ad essere decisamente legata a rielaborazioni della commedia “nuova”.
Per quel che riguarda il teatro della commedia nella Roma antica, merita fare appena un breve cenno ai suoi due massimi esponenti Plauto (III sec. a C.) e Terenzio (II sec. a.C.), che si rifanno agli autori comici greci. Plauto, dominatore della scena teatrale, capace di smontare il suo modello greco per poi ricomporlo come un insieme coerente e originale, in una lingua di grandissima ricchezza e varietà, sia a livello lessicale che sintattico, un insieme davvero unico e inconfondibile. Della grandezza del poeta è testimonianza anche il celebre epigramma sepolcrale: “Da quando Plauto è morto, la Commedia è in lutto, la scena è rimasta deserta, il Riso, lo Scherzo, il Gioco, e i Ritmi innumerevoli tutti insieme sono scoppiati a piangere (“numeri innumeri simul omnes collacrimarunt”). Diversa dalla vivacità della commedia plautina, la commedia di riflessione di Terenzio, che si rivela stretto seguace del greco Menandro, poggia sulla serietà dei temi e dei personaggi; nella scelta linguistica assume come punto di riferimento la conversazione delle classi colte, con parole scelte, in un tono moderato ed elegante. Egli riprende l’ideale di “humanitas” della cultura filosofica greca e lo rende più corretto, insistendo sui comportamenti che corrispondono alla dignità umana.

I generi teatrali romani sono di importazione greca: la “palliata” (commedia) e la “cothurnata” (tragedia), vi sono poi la “togata” e la “praetexta” cioè commedia e tragedia pensate con un’ambientazione romana, la prima è una forma di spettacolo popolare a cui fanno riferimento anche l’ “atellana” – a cui si accosterà la commedia dell’arte- e il “mimo”, forma di recitazione priva di maschera e considerata estremamente volgare; la seconda, di maggiore levatura, è invece dedicata al portare in scena fatti storici.Tutta romana è anche la “pantomima”, genere che nasce in epoca augustea, in cui un coro o un cantore cantano i passi più belli delle tragedie, mentre un attore con una maschera a tre volti interpreta tutti i personaggi. In tale tipologia di spettacolo non importa più la forma né il contenuto, ma tutto è incentrato sulla gestualità.
Mi pare di essermi dilungata già eccessivamente sul teatro nel mondo classico e non vorrei correre il rischio di annoiarvi, ottenendo il risultato contrario a quello sperato. Tuttavia in chiusura mi piace soffermarmi brevemente su un dettaglio della nostra Torino antica, che anche in ambito teatrale ha qualcosa da mostrarci.

Vi è a Torino infatti il “Teatro romano”, compreso nelle vestigia romane dell’antica “Augusta Taurinorum”; i resti dell’edificio sono visibili nell’area del Parco Archeologico e risalgono al 31 a.C.
Tale edificio è l’unica struttura del Quadrilatero -la parte romana della città- ad averci lasciato numerose testimonianze delle diverse fasi costruttive, rendendo gli studi archeologici leggermente più semplici. L’edifico è rimasto abbandonato e in fase di drammatico decadimento per secoli, fino al 1899, quando, per volere di re Umberto I, finalmente viene riportato alla luce.
Il teatro sorge in quella che anticamente era la parte più agiata della città, circondato da abitazioni patrizie e vicino al “forum”; è stato edificato su un declivio, in modo da sfruttarne il pendio e a ridosso delle mura che circondavano la città, come si evince dal ritrovamento dell’“intervallum”, il camminamento ricavato nello spazio che intercorre tra le mura e gli edifici lì vicino. Esso risulta quindi essere stato parte integrante delle mura urbiche, la parete nord del teatro era probabilmente dotata di torri similari a quelle della “Porta Principalis Dextera”, in cui vi erano gli ingressi che consentivano l’accesso diretto al teatro per coloro che venivano da fuori città.

Il teatro romano torinese, che è uno degli esempi di teatro più piccoli del suo genere, ricorda nella struttura il teatro di Augusta Raurica, l’attuale Basilea.
Originariamente occupava un’intera “insula” ed era costituito da una “cavea” semicircolare realizzata in marmo e da una parete con tre portali che costituiva la “scaena”, che comprendeva anche il “pulpitum”, (il palcoscenico) e i due “parascaenia”; l’ “aulaeum” (il sipario) veniva probabilmente azionato da macchinari in legno ancorati a diversi pozzetti tutt’oggi visibili.
Sappiamo altresì che per ovviare alle intemperie la “cavea” era sovrastata da un “velarium”, una grande copertura in tela che riparava dalla pioggia ma anche dall’eccessivo sole estivo.
Con questo spunto conclusivo spero non solo di aver iniziato ad invogliarvi a “spulciare” quali spettacoli poter vedere in queste sere accaldate, ma mi auguro di avervi incuriosito ad andare a visionare il sito archeologico, poiché studiare e vedere le fonti è sempre il miglior modo per appassionarsi a qualsivoglia argomento. È ora di fermarsi e di riflettere sul fatto che siamo solo noi “moderni” a non sfruttare abbastanza quella che da sempre è stata una delle forme di intrattenimento più apprezzate e diffuse dalla notte dei tempi. È forse ora di smettere di considerare certi passatempi come “troppo lontani da noi” o rivolti solo ad un certo genere di pubblico, la cultura è e deve essere di tutti, così come il teatro.

Alessia Cagnotto

Gratis la nuova app della Fondazione Torino Musei

La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ha realizzato, con il supporto tecnico del Socio Reply, la nuova APP per la Fondazione Torino Musei, offerta gratuitamente al pubblico e finalizzata a favorire la fruibilità dei musei per le diverse tipologie di visitatori, oltre che aumentare l’attrattività culturale e turistica del territorio.

    La nuova APP mobile della Fondazione Torino Musei è scaricabile gratuitamente sui dispositivi iOS e Android. Questo nuovo strumento fornirà diversi contenuti multimediali relativi ai tre musei: Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO Museo d’Arte Orientale, con lo scopo di creare nuovi itinerari di visita per il pubblico, che saranno in parte fruibili anche da casa con il proprio smartphone.

    Si è partiti il  25 giugno con Palazzo Madama, e in futuro il progetto sarà sviluppato anche per MAO e GAM.

    Si potrà scegliere tra tre itinerari a Palazzo MadamaAlla scoperta del PalazzoItinerario breve Avventure al Castello.

L’itinerario architettonico permette di esplorare le complesse trasformazioni dell’edificio avvenute nel corso di duemila anni, dall’epoca romana ai giorni nostri, grazie a diciassette punti di interesse dislocati in diversi ambienti del palazzo: oltre a suggestive ricostruzioni virtuali delle diverse epoche, i visitatori viaggeranno lungo la storia e avranno a disposizione contenuti testuali, visivi e collegamenti esterni che consentiranno un ulteriore approfondimento. L’App fornisce una mappa per facilitare l’orientamento in un edificio storico complesso: tale supporto di esplorazione si rivela molto utile per quei visitatori che sceglieranno il percorso breve, una selezione di momenti fondamentali e imperdibili nella storia dell’edificio e della città. Avventure al Castello è l’itinerario dedicato a bambine e bambini, che potranno percorrere nove tappe in compagnia di un simpatico e colorato pappagallo che li accompagnerà alla scoperta di una selezione di capolavori del museo e di alcuni degli ambienti più suggestivi del palazzo.

   L’uso della tecnologia beacon, applicata ai beni culturali, consente una conoscenza approfondita degli stessi e arricchisce la visita con una nuova dimensione che rinnova il concetto di museo, non più inteso soltanto come spazio fisico espositivo.

Tutti i contenuti multimediali, dedicati all’area del museo in cui il visitatore si trova, sono attivati automaticamente dai dispositivi beacon collocati all’interno delle sale, attraverso un segnale bluetooth percepito dal visitatore con feedback aptico.  I contenuti, realizzati come clip video, sono tutti accompagnati da sottotitoli con font ad alta leggibilità e speakeraggio, garantendo l’accessibilità nel suo significato più ampio e dotando il museo di uno strumento che permette di facilitare la visita e agevolare l’apprendimento dei temi trattati.

    “L’impegno della Consulta per la Fondazione Torino Musei – dichiara Giorgio MarsiajPresidente della Consulta – è iniziato oltre dieci anni fa. Diverse le iniziative realizzate: mostre, valorizzazioni e progetti didattici. Quello inaugurato oggi è un nuovo, significativo, step, fortemente orientato all’innovazione culturale e tecnologica. Le aziende socie investono sul futuro della città. Ci prendiamo cura dell’eredità storica e culturale del territorio rendendola fruibile attraverso nuove modalità e dunque sempre attuale e viva”.

 “La Fondazione Torino Musei è felice di poter dare il benvenuto ai suoi visitatori a Palazzo Madama attraverso la nuova App – dichiara Maurizio CibrarioPresidente della Fondazione Torino Musei –  Questa applicazione accompagnerà il pubblico in una visita coinvolgente e interattiva, attraverso tre diversi itinerari, alla scoperta di oltre 2000 anni di storia. La collaborazione con La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, grazie alla quale è stata realizzata l’App, ci consentirà di poter sviluppare il progetto includendo anche il MAO e la GAM”.

Realizzazione piattaforma digitale: Concept Reply

Redazione testi: Giacomo Affenita con la supervisione dei Conservatori e dei Servizi Educativi di Palazzo Madama e con il coordinamento di Angela Griseri e Mario Verdun

Progetto grafico e realizzazione itinerario avventure al Castello: Leandro Agostini

Layout: Gianluca Negro

Ricostruzioni architettoniche tridimensionali e realizzazione itinerario architettura: Davide Zannotti e Cristian Bevacqua

Consulenza storica per le ricostruzioni architettoniche del Palazzo: Diego Giachello

I Soci di Consulta: 2 A, Armando Testa, Banca del Piemonte, Banca Fideuram, Banca Intermobiliare, Banca Passadore & C., Buffetti, Building, Buzzi Unicem, C.L.N., Chiusano & C., Costruzioni Generali Gilardi, Deloitte & Touche, Deltatre, Ersel, Fenera Holding, Ferrero, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Garosci, GMT Holding & Co., Gruppo Ferrero-Sied Energia, Intesa Sanpaolo, Italgas, Lavazza, Martini & Rossi, Mattioli, M. Marsiaj & C., Reale Mutua Assicurazioni, Reply, Skf, Stellantis, Unione Industriale di Torino, Vittoria Assicurazioni

Referendum: Tour Lega Giovani in Piemonte

Venerdì 9 luglio giungerà in Piemonte per un’intera giornata il Lega Giovani Tour, il viaggio itinerante in camper che toccherà 20 regioni d’Italia nel mese di luglio a sostegno della campagna referendaria promossa dalla Lega e Matteo Salvini per riformare la giustizia.

Titolo dell’iniziativa è “La Giustizia si fa strada”: un richiamo al viaggio che porterà Luca Toccalini (Deputato e Coordinatore federale della Lega Giovani) e Flavio Gastaldi (Deputato e responsabile piemontese della Lega Giovani) a bordo del camper che giungerà in mattinata a Torino per la raccolta firme nei pressi del Tribunale per poi partire alla volta di Biella (ore 15.00), proseguire per Novara (ore 17.30) e concludere la sera ad Asti (ore 20.00). Ad ogni tappa saranno presenti i ragazzi e le ragazze delle sezioni provinciali della Lega Giovani che, insieme agli eletti e militanti del territorio, raccoglieranno le firme per i 6 quesiti referendari:

1) Riforma del CSM
2) Responsabilità diretta dei Magistrati
3) Equa Valutazione dei Magistrati
4) Separazione delle carriere dei Magistrati
5) Limiti agli abusi della custodia cautelare
6) Abolizione del Decreto Severino

A una sola settimana dal lancio, l’iniziativa ha già visto più di 100mila persone recarsi presso i banchetti.

“In un mese di tour con venti tappe vogliamo toccare tutte le Regioni” afferma Luca Toccalini. “Siamo partiti dalla Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino dove – sottolinea – vogliamo portare entusiasmo ma soprattutto informazione nel campo della giustizia nell’ambiente giovanile. Vogliamo che anche i ragazzi di 18-20 anni conoscano problemi che oggi non li affliggono ancora ma che purtroppo potrebbero farlo in futuro. Per fortuna in questi giorni stiamo riscuotendo un successo incredibile da parte delle nuove generazioni che non vedono l’ora di cambiare il futuro”.

“Siamo pronti ad accogliere in Piemonte questa bella iniziativa in cui abbiamo creduto parecchio” afferma Flavio Gastaldi, “Non era semplice riuscire a far passare temi così complicati e lontani dal mondo giovanile alle nuove generazioni. Questo tour è un modo per avvicinarci ai ragazzi e alle ragazze parlando “la stessa lingua” e portando la politica in mezzo a loro, esattamente come sappiamo fare benissimo in Lega da anni. A giudicare dall’entusiasmo delle prime tappe, la scelta del camper è stata vincente e sarà sicuramente un successo anche in terra sabauda”

E’ possibile sottoscrivere i quesiti referendari presso tutti i municipi oppure presso i banchetti organizzati ed elencati su legaonline.it/referendumgiustizia

Nuoto, gli appuntamenti del weekend

Salvamento – Sabato 10, con inizio gare alle 15.10,  e domenica 11 luglio, con inizio gare alle 9.10 e alle 15.10, al Palazzo del Nuoto, via Filadelfia 89, prova di qualificazione regionale per Campionato Italiano di Categoria.

Info e risultati qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/risultati_settori5.asp?id_manifestazione=1640&menu=agonismo&area=6&read=salvamento

Tempo di bilanci nella pallanuoto regionale. Si sono appena conclusi i Campionati Regionali delle varie categorie e, nonostante il difficile periodo vissuto da famiglie, tecnici, ufficiali gara e società, i risultati si sono visti e sono stati di rilievo. Tante le squadre presenti, tifo e impegno hanno caratterizzato questa ultima parte dell’anno sportivo. Di seguito i commenti dei tecnici delle due società che si sono imposte nelle diverse categorie.

Importante affermazione di Aquatica Torino under 14 che vince il girone Gold con una formazione giovane composta da metà 2007 e metà 2008. “Dopo più di un anno di inattività – sottolinea l’allenatore Filippo Gigiaro (nella foto a sinistra con la squadra) – siamo tornati a giocare, un campionato importante, anche se ridotto. Il giusto premio per i nostri atleti che hanno continuato sempre ad allenarsi con impegno. Un girone dove tutti gli atleti hanno giocato ed hanno dato il loro contributo”. Sempre in prima posizione l’Aquatica anche nel girone Silver. I piccoli atleti sono stati guidati da Matteo Mazzitelli (nella foto a destra con la squadra). La squadra composta da molti 2009, e anche da 3 bravissime giovani atlete, ha vinto il girone vincendo tutte le partite. “Una grande soddisfazione – afferma Matteo – per i giovani atleti, per il loro impegno e per la società, nonché promessa per i campionati futuri”.

Alto importante punto di riferimento per la pallanuoto regionale è la Torino 81. La squadra U16 BLU della Torino ’81, seguita da Niberto Battaglia e Jacopo Colombo, ha concluso positivamente il campionato Under 16 Silver, arrivando in vetta alla classifica. L’impegno, la costanza e la passione per questo sport hanno premiato i ragazzi e i tecnici che, anche quest’anno, hanno vissuto molto allenamento e poco gioco che serve per confrontarsi, crescere e divertirsi… ma la fatica ne è valsa la pena. Vittoria con la squadra To81 gialli condotta e guidata dagli allenatori Ivan Vuksanovic e Matteo Aldi. anche nel torneo U16 Gold con un campionato, quest’anno, più corto. E’soddisfatto l’allenatore Under 18 Ivan Vuksanovic “Per i ragazzi è per tutto il movimento pallanuotistico era molto importante tornare a giocare le partite “ufficiali”. Noi siamo stati fortunati a poterci allenare durante tutto il periodo di crisi Covid e i risultati si sono visti. Abbiamo vinto 3 di 4 campionati regionali. Non vediamo l’ora di andare a fare le semifinali Nazionali e confrontarci con i campioni delle altre regioni, dopo quasi due anni di stop”. Precisa Bruno Bodrone (nella foto con la squadra), allenatore Under 20 “L’under 20 si appresta ad affrontare l’otto e il nove luglio prossimi la prima classificata ligure, la prima lombarda e la seconda laziale. Esperienza importante anche perché 11 giocatori su 13 sono sotto categoria, con 7 under 18 e 2 under 16. Da non dimenticare, poi, che 11 giocatori su 13 si allenano regolarmente con la prima squadra di Simone Aversa”.

Davvero l’importante è partecipare anche se, poi, qualcuno vince. Più di un anno ostaggi della brutta realtà impostaci da un maledetto virus, ma lo sport, con gli atleti, piccoli e grandi, le famiglie e tutte le società hanno dato prova di resistenza e di impegno e questo è il vero successo da ascrivere anche al Comitato Regionale Piemonte e Valle d’Aosta della Federazione Italiana Nuoto che ha organizzato e fortemente voluto iniziative importanti e curate, soprattutto per il pieno rispetto delle norme sanitarie.

Agenti liberi dal servizio fermano le borseggiatrici di un’anziana

Una donna arrestata, due minori denunciate

Hanno praticamente anticipato il turno di servizio, infatti, l’altra mattina, due poliziotti del Commissariato San Paolo, liberi dal servizio, stanno prendendo un caffè nel dehors di un bar di via Monginevro, prima di recarsi al lavoro, quando vedono tre donne con al seguito due minori mettersi sulle tracce di un’anziana signora, quest’ultima diretta verso casa con la borsa della spesa.

Intuito che può trattarsi dell’approccio per un possibile borseggio, gli agenti seguono gli spostamenti del gruppo di donne. Quando l’anziana signora fa ingresso in uno stabile di corso Ferrucci, una delle donne si stacca dal gruppo ed entra nello stesso portone. Pochi istanti dopo, la donna esce dallo stabile, si riunisce al gruppo e consegna a una sua complice con il passeggino al seguito un oggetto. A questo punto, gli agenti fermano il gruppo di donne. Sotto la copertina del passeggino, i poliziotti trovano denaro contante e il portafogli dell’anziana signora con i suoi documenti. Nei pressi della griglia di un tombino, i poliziotti recuperano altri documenti della vittima del borseggio. Tutti gli oggetti borseggiati verranno poi riconsegnati alla legittima proprietaria.

A seguito dei fatti, una cittadina bosniaca di 36 anni viene arrestata per furto con destrezza, mentre le sue complici, entrambe minorenni, una delle quali l’autrice materiale del furto vengono denunciate in stato di libertà per lo stesso reato.

Mutui in valuta estera, i diritti dei consumatori

 

LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA SANCISCE IMPORTANTI DIRITTI PER I CONSUMATORI TITOLARI DI MUTUI INDICIZZATI IN VALUTA ESTERA

 

Dato il notevole numero di consumatori che si rivolgono agli sportelli del Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” per problematiche attinenti ai mutui ed ai finanziamenti, è stata istituita una task force composta da avvocati e commercialisti per offrire un ausilio concreto ai consumatori che riscontrino nei loro contratti anomalie di carattere giuridico – economico o che vogliano ricevere informazioni al riguardo.

La prima tematica che il gruppo di lavoro istituito dal Coordinamento ha affrontato in questi giorni riguarda i mutui indicizzati in valuta estera.

Di recente, infatti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è espressa riguardo a tale tipologia di mutui sancendo dei principi fondamentali per la tutela dei consumatori.

“La Corte di Giustizia – affermano la dott.ssa Irene Zapparata della sede piemontese dell’ Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, l’avv. Massimiliano Valcada, esperto di Diritto Europeo, e l’avv. Emilio Graziuso, Responsabile Nazionale del Coordinamento “Dalla Parte del Consumatore” – ha stabilito che nei mutui in valuta estera la banca deve informare dettagliatamente il cliente sul meccanismo di cambio, sui rischi ad esso connessi, sul contesto economico prevedibile e, quindi, sulle possibili ripercussioni, anche di carattere negativo, connesse alla variazioni del tasso.

In tali casi, il consumatore ha diritto ad invocare, dinnanzi all’Autorità Giudiziaria, l’abusività e, quindi, la nullità della clausola di indicizzazione in valuta estera e chiedere, quindi, la restituzione delle somme corrisposte in virtù di essa, qualora, ovviamente, tale pattuizione abbia prodotto ricadute negative nella sfera giuridico economica del mutuatario”.

La problematica relativa ai mutui a tasso indicizzato in valuta estera – fanno sapere dall’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – coinvolge un notevole numero di consumatori italiani.

A livello giuridico, infatti, tale materia è stata affrontata dall’Arbitro Bancario Finanziario.

Quest’ultimo ha stabilito che le clausole contrattuale che non illustrano in modo trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione della valuta estera, nonché il rapporto tra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del mutuo sono da considerarsi in contrasto con la normativa concernente le clausole abusive nonché all’orientamento della Corte di Cassazione sulla correttezza, trasparenza ed equità contrattuale.

“Grazie alle pronunzie della Corte di Giustizia ed alle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario – afferma la dott.ssa Irene Zapparata – i consumatori, qualora ne ricorrano gli estremi, hanno oggi la possibilità di far valere i propri diritti e di ottenere la restituzione delle somme eventualmente corrisposte sulla base di una clausola abusiva e, quindi, nulla”.

Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.

Riforma elettorale, Cavaletto -Boni: “Tutto tace”

LEGGE ELETTORALE REGIONALE: DA OLTRE DUE ABBIAMO PRESENTATO PETIZIONE POPOLARE PER RIFORMA UNINOMINALE E DA 20 MESI È ASSEGNATA IN COMMISSIONE MA TUTTO TACE.

Marco Cavaletto (coordinatore gruppo +Europa Torino) e Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani) evidenziano come ormai di anni ne siano passati due da quando è stata presentata la petizione popolare per modificare la legge elettorale (a detta di tutti ormai inadeguata); ma questo Consiglio Regionale sta dimostrando tutta la sua inefficacia!
“Gli uffici regionali, oltre 20 mesi fa, ci hanno informato che la petizione era ricevibile e che dal 8 ottobre 2019 è stata assegnata all’esame della 1^commissione. Poi è calato il silenzio più assoluto.
Ora per dare una scossa a questa inerzia inaccettabile chiediamo di essere auditi, per spiegare ai consiglieri la nostra proposta che cancellerebbe le clientele delle preferenze, darebbe rappresentatività a tutti i territori e alla maggioranza degli elettori la scelta degli eletti. Una riforma che cambierebbe alla base la selezione delle classi dirigenti e dei nostri rappresentanti istituzionali
regionali. Una riforma sulla quale vogliamo si apra una discussione al più presto”