ilTorinese

“L’abbraccio”, racconto a due voci di Ernesto Masina

L’abbraccio prolunga e sostanzia l’epilogo di una storia d’amore, attraverso un racconto a due voci in cui i protagonisti – in maniera parallela e quasi speculare – aprono diverse finestre sulla propria intimità, assecondando le direzioni di pensieri, ricordi e suggestioni.

E così che la trama, nel succedersi degli eventi, getta luce su dinamiche di coppia – e ancor prima familiari e socio-culturali – improntate su un maschilismo anacronistico che rivela, pagina dopo pagina, tutta la propria inadeguatezza.

In tale contesto, Masina riesce a dar voce alle istanze del personaggio femminile in maniera non solo realistica, ma anche profondamente empatica. Il risultato è un quadro di vita che racchiude molteplici sfumature, in cui Lui e Lei – le voci narranti senza volto e nome – diventano progressivamente parte del sentire autentico di ciascun lettore.

(da Altervista di Armando Lazzarano)

Monsignor Anfossi e le vocazioni adulte

Ricordi di un seminario innovativo, un’esperienza ancora attuale da trasmettere


Monsignor Giuseppe Anfossi ci parla in maniera magistrale e, contemporaneamente, semplice e agevole, delle vocazioni adulte, vale a dire di quelle persone che hanno già percorso un tratto di vita ricco e intenso e hanno scoperto, in età adulta, la chiamata a seguire il Signore come preti.

 

Il vescovo emerito di Aosta passa in rassegna i ricordi in cui venne istituito un Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte e, grazie al richiamo di molteplici esperienze, fa riflettere il lettore su alcune caratteristiche che deve avere un seminario fatto per loro. le vocazioni adulte di allora secondo lui rappresentano un patrimonio da trasmettere alle nuove generazioni.

Eccellenza, il suo ultimo libro è dedicato alle vocazioni adulte. Ci può spiegare che cosa si intende quando si parla di vocazioni adulte?

Si è parlato di vocazioni adulte soprattutto dopo il Concilio Vaticano II; prima la maggior parte delle vocazioni veniva dai seminari minori dove erano in formazione dei ragazzi entrati in collegio a dieci o undici anni. Le vocazioni adulte, dopo di allora, erano dei giovani che chiedono di diventare preti pur avendo almeno venti anni; talora erano anche più vecchi, alcuni di essi avevano fatto studi di scuola media superiore oppure si erano laureati, altri, più spesso, non avevano fatto studi superiori, ma erano divenuti operai esercitando un lavoro manuale per molti anni. Essi erano spesso una espressione concreta di movimenti o associazioni in cui avevano sperimentato la loro fede e scoperto la bellezza della vocazione del prete.

Nel suo libro parla del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte. A quale seminario fa riferimento?

Il clima del dopo Concilio e la presenza come vescovo di Torino di Michele Pellegrino suggerirono a alcuni preti impegnati nei seminari e a altri vocazioni adulte loro stesse, di aprire una esperienza istituzionale nuova che fosse destinata alle vocazioni adulte del Piemonte. Se ne parlò negli incontri dei superiori dei seminari e si fece un convegno informale apposito; in seguito i vescovi del Piemonte decisero di fondarlo con designazione formale di sede e di superiori. Si chiamò Seminario Regionale Piemontese Vocazioni Adulte.

Perché ritiene che sia un’esperienza ancora attuale da trasmettere?

L’attualità di questa vecchia esperienza è dovuta ad una caratteristica, la seguente: tener conto nell’impostazione generale della pedagogia adottata di tutto ciò che i giovani ospiti avevano vissuto prima di entrare in seminario. E’ un principio generale che vale per tutto ciò che costituisce un’ esperienza di fede e è attuale anche perché oggi la maggior parte dei seminaristi ha le caratteristiche della vocazione adulta. La mia narrazione, tuttavia, presenta un tema privilegiato che è dato dalla esperienza fatta di lavoro. Si parla, perciò, soprattutto del lavoro professionale, portando la riflessione fino ad oggi. Propongo delle riflessioni su come il sacerdote oggi debba vivere la sua rinuncia a esercitare un lavoro professionale e come debba impegnarsi a ‘curare’ con spirito di fede il lavoro dipendente, il nuovo lavoro operaio e il lavoro dei più poveri. a me pare che la pastorale delle parrocchie in esercizio oggi non abbia questa attenzione.

 

È un dato di fatto che ci sia una crisi delle vocazioni, i seminari sono sempre più vuoti. Che cosa ne pensa e come, a suo giudizio, si può ovviare alla situazione?

il seminario minore soprattutto dopo le crisi della pedofilia attribuita a uomini di chiesa, non più la possibilità di realizzarsi come una volta. Di conseguenza tutte le vocazioni di oggi, anche se poche, sono di giovanotti e di adulti. Non penso che cesseranno: è troppo grande e forte il servizio che dà alla comunità umana il mestiere di prete. Bisogna che passi un po’ di tempo e si vedrà di nuovo la bellezza del lavoro del prete non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà. Le vocazioni adulte che ho conosciuto, pur criticando il modello di prete loro contemporaneo, hanno dato un contributo concreto per far vedere la bellezza e, in particolare, la autentica umanità della sua realizzazione.

Se un giovane sentisse una vocazione sacerdotale o religiosa che cosa deve fare per essere aiutato?

E’ fondamentale aiutarlo a diventare un vero cristiano, un cristiano adulto e consapevole; uno che non si vergogna di appartenere alla Chiesa e uno che conosce le Sacre Scritture sì da tradurle in vita vissuta. Bisogna anche aiutarlo a conoscere e vivere il pensiero sociale della Chiesa prendendo degli impegni di volontariato nel sociale oppure nella catechesi, o nella liturgia.

Nell’esperienza del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte è stata coinvolta anche la diocesi di Ivrea, per quale ragione e come è stata coinvolta?

In quel momento a Ivrea c’era un vescovo, monsignor Luigi Bettazzi, molto vicino al vescovo di Torino Pellegrino; poi un suo prete, ingegnere e architetto, dunque una vocazione adulta, don Gigi Rey, viveva più a Torino che a Ivrea ed era un sostenitore vivace dell’idea di far nascere un seminario per le vocazioni adulte. Diventò lui padre spirituale del seminario delle vocazioni adulte e portò con sé quasi automaticamente tutti i seminaristi di teologia della diocesi di Ivrea; bisogna dire, però, che quasi tutti erano delle autentiche vocazioni adulte.

Nel suo libro, tra gli altri, parla anche di don Gigi Rey APPENA NOMINATO. Un’importante figura eporediese. Che cosa ci dice di lui?

Dico di lui che divenne presto proprio sul piano umano mio amico; per la verità la sua amicizia fu determinate per farmi conoscere i preti italiani e francesi che si ispiravano alla spiritualità del fratello Charles de Foucauld. Poi divenne non solo collaboratore, ma una persona con cui dibattere ogni giorno tutti i problemi che il seminario mi poneva. Devo molto alla sua saggezza e soprattutto alla sua lettura di fede dei problemi.

Che cosa Le ha regalato l’esperienza del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte?

Ho risposto a questa domanda scrivendo il libro di cui parliamo. La vivacità dei seminaristi vocazioni adulte arrivate nel nuovo seminario mi colpiva e mi trascinava a dibattere dei problemi che, senza di loro, non avrei conosciuto. Il più forte fu il lavoro professionale: come valorizzarlo in chi lo ha vissuto prima di diventare seminarista, come viverlo da seminarista e eventualmente divenuti preti. Mi hanno anche portato a valorizzare di più la vita umana e le relazioni umane.

Quali difficoltà ha incontrato durante quel periodo?

Ho vissuto un tempo della mia vita felice perché non mi sentivo il fiato del vescovo sul collo. Ero totalmente libero di pensare e di fare; tutto ciò che pensavo allora si poteva tradurre in cose concrete; non sentivo neppure il giudizio dei sacerdoti che non erano sulla nostra linea. Ho vissuto da persona giovane e con entusiasmo questa esperienza che pure avrebbe dovuto spesso farmi riflettere e bloccarmi. Ho vissuto molto bene e con totale libertà anche i quattro anni in cui era mio rettore don Giovanni Barra. Ho un bellissimo e grato ricordo di lui e sono felice di aver potuto accompagnarlo con il sacramento degli infermi.

Come affrontavano i seminaristi il confronto tra l’appartenenza al mondo operaio e il cammino alla vocazione adulta?

I seminaristi pensavano di poter dire una parola nuova sul piano della fede; essi amavano molto la Chiesa e la volevano migliore. Vivevano il tempo del Concilio con sentimenti di ottimismo e di fiducia che oggi non abbiamo più; di qui un certo ottimismo che oggi non ci è più familiare. In questo sfondo anche troppo ottimistico si collocava anche la loro fiducia in una felice e nuova appartenenza al mondo operaio come era concepito allora quando il marxismo era imperante. Essi credevano si potesse imporre di più una presenza dell’operaio credente, perché schierato con gli oppressi e non con i capitalisti. Molti di loro hanno coltivato questa speranza e la hanno vissuta come la possibile parola nuova che essi stessi dicevano. Per questo non hanno patito il fatto di esse seminaristi e quindi credenti e, nello stesso tempo, schierati per la lotta operaia.

Perché è finita l’epoca del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte?

Sono venute meno la vocazioni. Non si son presentati più in numero significativo degli adulti che chiedevano la formazione al presbiterato. Forse ha giocato anche l’impostazione formativa che abbiamo dato al seminario: era troppo di sinistra e quindi non era condivisa da alcuni significativi preti di Torino e del Piemonte. E’ forse anche dipeso dalla fine dell’associazionismo cattolico a causa del Concilio, e in particolare dalla crisi dell’Azione Cattolica. Soprattutto è stato determinate il fatto che, a causa del Concilio, praticamente tutti i seminari piemontesi hanno cominciato ad accogliere solo vocazioni giovanili a adulte.

Marco Novara

Mara Martellotta 

Tra i reggimuri di Porta Palazzo si annida il nuovo Aristotele. Forse…

A cura di Electomagazine

“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. È la costituzione italiana, quella che i buonisti prima considerano “la più bella del mondo” e poi ignorano in nome di presunti diritti civili. Perché, se avessero un briciolo di onestà intellettuale, si chiederebbero quale concorso “al progresso materiale o spirituale della società” offrano le decine di grandi risorse nullafacenti che trascorrono il tempo sorreggendo i muri nella zona di Porta Palazzo, a Torino.

Continua a leggere:

Tra i reggimuri di Porta Palazzo si annida il nuovo Aristotele. Forse..

Parco della Salute, Grimaldi (LUV): Regione apra discussione con la Città sullo stato dei servizi

“I medici del San’Anna e della Città della salute ci ricordano che diverse gravidanze presentano complicazioni e fattori associati che possono influire sulla salute delle donne, rendendo indispensabile un’assistenza multidisciplinare. L‘ospedale Sant’Anna rimane all’interno del nuovo Parco della Salute? Speriamo che le notizie che arrivano dalla Cabina di Regia pongano fine alle tante dichiarazioni improvvide sentite negli scorsi mesi: alta complessità e sicurezza e salute delle donne non possono essere separate” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

“Spero che la Regione ora cessi i tira e molla e apra con la Città una discussione sullo stato dei servizi del Capoluogo” – aggiunge Grimaldi: – “sulla medicina territoriale, sulle Case e sugli Ospedali di comunità; ma anche sugli altri quadranti, a partire da quello nord di Torino, che da troppo tempo hanno bisogno di più investimenti, assunzioni e maggiore cura”.

Tappa d’onore alla Reggia di Venaria con le eccellenze enogastronomiche

Eurovision Song Contest Torino 2022

Le delegazioni e i giornalisti ospiti di Torino e del Piemonte accolti alla Citroniera con una selezione di prodotti e vini tipici regionali

Pronto all’importante sfida dell’Eurovision Song Contest, il Piemonte ha riservato un’accoglienza speciale – nel nostro più autentico spirito di ospitalità – al prestigioso parterre internazionale di circa 1.000 persone tra delegazioni, organizzatori e autorità  che hanno preso parte alla cena di gala allestita all’interno della Citroniera della Reggia di Venaria domenica 8 maggio 2022.

I maestosi e scenografici spazi della Residenza Reale patrimonio UNESCO sono stati teatro di un’esperienza di alta enogastronomia offerta  grazie ad una selezione del patrimonio enogastronomico regionale, rappresentata da prodotti tipici impareggiabili: il Riso DOP di Baraggia Biellese e Vercellese, unica Denominazione di Origine Protetta italiana del cereale, fornito dal Consorzio di Tutela della DOP Riso di Baraggia Biellese e Vercellese;

la carne di Fassone di Razza Piemontese, razza autoctona meglio rappresentata sul territorio italiano e magistrale protagonista di piatti tipici del Piemonte, dalla battura al coltello al vitello tonnato, dalla carne all’albese a sontuosi brasati e bolliti misti, fornita dal Consorzio: Coalvi – Consorzio di Tutela della Razza Piemontese e Asprocarne Piemonte S.C.C, e il Gorgonzola del Consorzio di tutela del formaggio Gorgonzola DOP.

Il tutto accompagnato dalla superba selezione di vini, rinomati e apprezzati a livello internazionale per le loro qualità e caratteristiche organolettiche uniche, capaci di esaltare la cucina internazionale e trasmettere un’esperienza multi-sensoriale che parla di paesaggio, storie e persone.

Una carrellata di prima caratura in calice, che gli ospiti hanno potuto degustare grazie alle preziose collaborazioni con la rete dei Consorzi Agro-alimentari e Vitivinicoli del Piemonte: prodotti che valorizzano appieno la storia e la ricchezza enogastronomica della regione e la consacrano meta prediletta degli intenditori internazionali e punto di riferimento della cultura enogastronomica italiana nel mondo.

Riflettere sullo spreco: il tema di “Parlaconme” di giovedì

La trasmissione condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

 

Lo spreco alimentare è uno dei temi più di attualità, che verrà affrontato sulla pagina Linkedin della trasmissione PARLACONME di giovedì 12 maggio prossimo alle 18, condotta dall’Agrifood & Organic Specialist, Digital Strategist Simona Riccio, con la partecipazione di Franco Di Pietro, co-founder & Ceo di Biova Project, Paolo Rellini, Ceo & Co- Founder di Re Gusto e Andrea Gasco, Founder & CTO di iThanks e Simone Iumento, Communication & Marketing Manager di Phenix.
Testimonial ufficiale di “Parlami di spreco” è Maria Chiara Gadda, eletta alla Camera dei Deputati nel 2013 e riconfermata nel 2018, prima firmataria della legge antispreco.
“Difficile descrivere in poche parole quanto abbia significato nel mio percorso politico e personale – spiega Maria Chiara Gadda – la legge 166. Da una felice intuizione si è trasformata in un bagaglio infinito di conoscenza, di occasione di incontro con tante persone e realtà che mi sono rimaste nel cuore e che mi hanno cambiato la prospettiva su molte cose. Si tratta di un’esperienza che mi ha messo continuamente alla prova. Le leggi non camminano mai soltanto sulle gambe di chi le scrive, ma in particolare di chi le interpreta e le concretizza nella quotidianità”.
Sponsor della trasmissione sono Gullino e Melanzi’.
La trasmissione andrà in onda giovedì 12 maggio prossimo su Radiovidanetwork alle 18

Mara Martellotta

Bocciata la fusione tra Gattinara e Lenta

LE URNE SCONFIGGONO LA PROPOSTA DI FUSIONE 

 

Due netti no alla fusione con incorporazione del corpo elettorale di Gattinara e di Lenta. E’ questo l’esito l’esito della consultazione referendaria che, anche se a titolo consultivo, ha bocciato decisamente il progetto di fusione di Gattinara e di Lenta, fortemente voluto dall’ex sindaco di Gattinara, Daniele Baglione (oggi vice sindaco) e dal primo cittadino di Lenta, Giuseppe Rizzi.

E se l’esito a Lenta era scontato, e i no sono stati 420 pari al 74,47%, contro i 144 pari al 25,53%, anche a Gattinara, dove non si era mai manifestata un’avversione netta al progetto i no sono stati 987 contro i 645 si.

Nell’immediatezza della vittoria dei no, anche se la partita non è ancora finita, essendo il referendum soltanto consultivo, e la parola finale dovrà passare alla Regione Piemonte, il Comitato NON conFONDIAMOCI ha diramato questo comunicato nel quale si chiede al vice sindaco di Gattinara ed al sindaco di Lenta di farsi da parte:

Non interessa che ruolo in questo momentoricoprano, ma interessa il fatto che sifacciano da parte. Il futuro ha un’altra strada e un’altra visuale.

Noi abbiamo cambiato la visione del futuro. La sconfitta al referendum ha una risonanza regionale, la nostra vicenda è seguita da tutte leforze politiche e dagli organi istituzionali ad ogni livello. I tempi per una modifica sostanziale della Legge Regionale che regola le fusioni sono maturi.

Proprio su questo punto il Movimento Progetto Piemonte, insieme ad altri comitati e movimenti aveva richiesto alla Regione Piemonte sin dal 2019 una modifica alla legge regionale in materia nel senso di bloccare i processi di fusione di fronte al voto negativo di una comunità coinvolta. L’argomento era stato illustrato davanti alla Commissione affari istituzionali di Palazzo Lascaris da Andrea Riva, già consigliere comunale di Cuccaro Monferrato che aveva depositato una memoria sottoscritta dal presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti.

Sull’argomento interviene il consigliere regionale Andrea Cane, delegato per gli enti locali della Lega: Tengo a ricordare che la fusione di Comuni non è obbligatoria, nessuno potrà mai esautorare un Comune italiano, anche il più piccolo, dal suo diritto di decidere autonomamente circa il suo futuro. Con l’Assessore alla Montagna Fabio Carosso stiamo inoltre lavorando per modificare la norma attuale che prevede che il Comune di dimensioni maggiori a fronte di voto positivo faccia una sorta di fusione per incorporazione del più piccolo: noi pensiamo che le regole delle aziende e della finanza valgano anche per l’identità, l’appartenenza, la cultura e le tradizioni di realtà locali in cui davvero vale il detto ‘piccolo è bello’: oggi per gli enti locali del Piemonte è una bella giornata”.

 

Euro Christian Music Festival: ecco gli ospiti

/

La Diocesi di Torino, la Regione Piemonte e il Comune di Venaria Reale patrocinano la manifestazione musicale internazionale 

Nel Teatro Gospel House a Venaria, l’11 e il 13 maggio, in contemporanea con l’Eurovision Song Festival. 

 Con il Patrocinio della Diocesi di Torino, della Regione Piemonte e del Comune di Venaria Reale, si terrà, l’11 e il 13 maggio, nel Teatro Gospel House a Venaria Reale, alle ore 20.30, la prima Edizione dell’Euro Christian Music Festival, il cui ideatore e Direttore artistico è il cantautore Fabrizio Venturi.

Il Teatro Gospel House dispone di oltre 500 posti ed è situato di fronte al nuovo Juventus Allianz Stadium.  Parteciperanno al Festival anche la Russia e l’Ucraina, che, per scelta del Direttore artistico Fabrizio Venturi, non saranno in gara in segno di disapprovazione nei confronti della guerra, ma si esibiranno insieme per diffondere, a livello mondiale, un messaggio di speranza a favore della pace tra le loro rispettive nazioni, attanagliate da una guerra disastrosa.I Paesi in gara sono l’Italia, l’Argentina, la Svizzera, l’Olanda, il Brasile, l’Inghilterra, il Sud Africa, la Repubblica di Mauritius, la Svezia, lo Stato di Israele e la Repubblica Democratica del Congo.

Particolare interesse riveste la partecipazione di Israele, rappresentato da Nothingless, prete cristiano che vive a Gerusalemme da 13 anni, il quale si esibirà in coppia con la cantante israeliana Nitsan, di fede ebraica ed,  insieme, canteranno, in lingua israeliana,  “Greater love“, inno ad un solo Dio, seppur diverse sono le loro religioni, cristiana ed ebraica.

Di enorme rilievo artistico saranno gli ospiti i quali parteciperanno al Festival internazionale della Christian Music, tra cui il musicista cristiano britannico Noel Hugh Robinson, il cui stile musicale  fonde lo stile della musica cristiana contemporanea e lo stile della musica gospel, Nicola Legrottaglie, ex calciatore della Juventus e della Nazionale, membro dell’Associazione Atleti di Cristo, che si ispira alla religione cristiana evangelica, ideatore del progetto “Missione Paradiso”, il compositore Stefano Rigamonti,  vincitore dello Zecchino d’Oro, Don Carlo Franco, Parroco del Duomo di Torino, Rettore della Chiesa di San Francesco d’Assisi in Torino, Direttore del Museo Diocesano di Torino e Direttore dell’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia, il cantautore Fabrizio Venturi, che canterà il brano “Caro Padre”, inno ufficiale della Fondazione Internazionale “Giovanni Paolo II”, il cantautore Gionathan il quale canterà “Tu mi hai amato per primo”, a cui è stato attribuito  il premio “Alberto Testa” al Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022″, la cantautrice Karen Marra, la quale canterà  “That’s my story”, brano cantato al Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022, l’artista russa Tania Corti Soka Okoulova, la mandolinista ucraina Olana Kurkina, il chitarrista Mimmo Sparacio, accompagnato dal violinista Walter Matacena. Nella serata finale vi sarà l’esibizione di Noel Robinson, di Fabrizio Venturi e di Gionathan e Karen,  i quali canteranno insieme.

Di seguito i nomi degli artitsti e delle canzoni in gara:

Olanda – Artista: BlackRockStar (Rivelino Ridges) Brano: You give me reason

Argentina – Artista: Mikaela Sabrina Brano: Poesia

Sud Africa – Artista: SaulCity Brano: Silence

Brasile – Artista: Fra Vinicius (vincitore Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022) Brano: Vale la pena (in portoghese)

Svizzera – Artista: Melissa Lischer Brano: Always after you

Inghilterra – Artista: Josephine Eaton Brano: Free

Repubblica Democratica del Congo – Artista: Don Alfred Imonda Iloko Brano: Uniti si può (cantata in congolese)

Israele – Artista: Nothingless  & Nitsan (duo) Brano: Greater love

Italia – Artista: Shoek & Stella Sorrentino (duo) Brano: Mi arrendo Ti arrendi

Repubblica di Mauritius – Artista: Brian Galchoolah Brano: The crack

Svezia – Artista: Daali Brano: When the stars begins to fall

 

Studenti ucraini a Ivrea

L’ I.I.S. “G.Cena” di Ivrea, di cui è Dirigente Scolastico il Prof. Ing. Enrico Bruno, al pari di altre scuole presenti sul territorio, ha accolto quattro studenti ucraini provenienti dalle zone calde in cui si sta combattendo la guerra tra Russia e Ucraina. Per sensibilizzare gli studenti dell’Istituto all’accoglienza e all’integrazione dei compagni ucraini inseriti nelle varie classi, le docenti referenti dell’iniziativa Maria Giovanna Trionfo e Antonella Cantile, coadiuvate dai prof.ri Domenico Cardinale ed Elisa Favata, hanno organizzato una mostra fotografica dal titolo “Cronaca di un bombardamento atomico” a cura del Centro Documentazione Pace, per ricordare le migliaia di morti causate dall’utilizzo delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e un incontro-dibattito con gli studenti sul tema: “Le ragioni del pacifismo di fronte ai nuovi venti di guerra in Ucraina e nel mondo”. Sono intervenuti Paolo Candelari, collaboratore del Centro Studi Sereno Regis di Torino, Pierangelo Monti, Movimento Internazionale della riconciliazione, Silvio Conte, in rappresentanza di Emergency. L’ evento è stato molto apprezzato da tutti gli studenti contribuendo ad un positivo dibattito con i relatori.

m.iar.

Leone (Lega ): “Continuiamo il lavoro di rilancio del Piemonte”

Riceviamo e pubblichiamo
Il Consiglio regionale rinnova le Presidenze di Commissione per affrontare al meglio la seconda parte della consiliatura. Alla guida del gruppo di lavoro della Terza commissione viene riconfermato Claudio Leone, imprenditore canavesano eletto nella Lega. Con lui lavoreranno i vicepresidenti Sara Zambaia, anch’essa della Lega Salvini Piemonte, insieme a Monica Canalis.
“La riconferma della presidenza della Terza commissione – commenta Leone – che si occupa di economia, industria, commercio, agricoltura, artigianato, montagna, foreste, fiere e mercati, turismo, acque minerali e termali, caccia e pesca, formazione professionale, energia, cave e torbiere, movimenti migratori ci permette di affrontare questa congiuntura con coerenza e continuità. La situazione del post pandemia, del conflitto in Ucraina con la conseguente crisi energetica, le emergenze legate a peste suina e siccità non devono fermare il percorso di ripartenza del nostro Piemonte”.
“Con i colleghi e con i molti assessori con i quali mi confronto, vista l’ampiezza dell’interlocuzione interna alla Terza commissione – aggiunge Leone -, già da mercoledì torneremo sui temi che ci permettono di perseguire la ripartenza economica del Piemonte, con una seduta sul parere relativo alla modifica delle quote ai beneficiari di ristori all’interno delle macro-categorie economiche. Ringrazio i colleghi che mi hanno rinnovato la loro fiducia e ai vicepresidenti Sara Zambaia e Monica Canalis vanno i miei auguri di buon lavoro, onorato di essere supportato dalla loro professionalità, competenza e sensibilità per affrontare i prossimi step del nostro comune mandato”.