Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
La sostituzione degli pneumatici è un tema che genera dubbi e incertezze tra i conducenti. Una domanda li perseguita, senza mai concedere loro tregua: quando è necessario cambiarli?
La normativa italiana stabilisce un limite legale di usura del battistrada di 1,6 mm. Per facilitare le operazioni di verifica, le gomme sono dotate di testimoni di usura, piccoli rilievi indicanti il raggiungimento del limite minimo, che aiutano a capire quand’è il momento di procedere al cambio gomme, nonostante uno strumento innovativo prometta si prefigga di guidare i conducenti.
Quindi, è bene esaminare la data di fabbricazione. Impressa sul fianco, la specifica può essere inclusa nella sigla DOT, rivelatrice di alcune informazioni preziose. Le prime sequenze segnalano: il codice di stabilimento di produzione, il codice dimensionale, un codice opzionale. Le ultime quattro cifre, invece, riportano la data di produzione: le prime due cifre indicano la settimana e le ultime due l’anno.
La marcatura non è, tuttavia, obbligatoria entro i confini dell’Unione Europea, giacché consiste nell’acronimo del Department of Transportation, il ministero dei Trasporti statunitense. Né la data di fabbricazione né la dicitura DOT hanno pertinenza specifica con la durata del prodotto. “A livello normativo – sottolinea Assogomma – non esistono, al momento, prescrizioni o limitazioni di impiego direttamente riferite e/o collegabili alla data di fabbricazione, vista l’estrema variabilità di tutti i fattori in gioco associabili al concetto di durata”.
I Regolamenti ECE/ONU la dispongono soltanto affinché i produttori di gomme abbiano la tracciabilità di prodotto, qualora necessitino di richiamo a causa di alcuni difetti. Sebbene la data di fabbricazione sia un dato importante, risulta impossibile stabilire con estrema accuratezza la durata del set di “calzature”. Che, infatti, sono soggette a un processo di degrado dettato da molteplici fattori.
Innanzitutto, occorre porre in esame le condizioni di utilizzo ed è opportuno eseguire una manutenzione regolare: controlli periodici, corretta pressione e rotazione periodica costituiscono degli aspetti cruciali. Allo stesso modo contano le modalità di conservazione: gli esperti raccomandano di individuare con una temperatura e un’umidità ideali, e privo di sostanze chimiche nelle strette vicinanze.
Rispetto alle gomme in uso, quelle immagazzinate invecchiano in maniera molto più lenta. È quanto sancisce lo studio Erroneous or Arrhenius – Potential Impact of Oven Temperature Variations on Laboratory Aging of Tires, pubblicato nel 2009. Nei centri di stoccaggio le condizioni sono, infatti, più stabili, con gli pneumatici smontati, sgonfi e sottoposti a fluttuazioni minime di temperatura. Sul fronte opposto, le “calzature” sono sottoposti a una serie di fattori di stress durante l’impiego.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.