Polliotto- Pagina 6

Mutui e detrazioni, cosa c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Tra le agevolazioni a cui i contribuenti possono accedere, c’è quella relativa agli interessi passivi legati al mutuo sottoscritto per acquistare la prima casa. I mutuatari hanno, infatti, diritto ad una detrazione pari al 19% nel limite massimo di 4.000 euro.

A disciplinare la detraibilità del mutuo sulla prima casa è l’articolo 15 del TUIR, che si sofferma proprio sugli interessi passivi che vengono pagati sui finanziamenti ipotecari sottoscritti per acquistare l’abitazione principale.

Possono accedere a questa agevolazione i contribuenti che hanno effettivamente sostenuto la spesa, anche per la quota degli eventuali familiari a carico (che in genere è il coniuge). Questa particolare detrazione è fruibile direttamente all’interno del Modello 730 che nel Modello Persone Fisiche. Per poter beneficiare di questa detrazione è necessario rispettare alcune condizioni. Scopriamo quali sono.

Possono accedere alle detrazioni sugli interessi passivi i contribuenti che hanno sottoscritto un contratto di mutuo per acquistare l’abitazione principale. Entrando un po’ più nel dettaglio, il contratto di mutuo deve: essere stato sottoscritto nel corso dei 12 mesi precedenti o successivi rispetto all’acquisto dell’immobile. Viene esplicitamente escluso il caso in cui il contratto originario sia estinto e che ne venga stipulato uno nuovo di importo non superiore alla residua quota di capitale che deve essere rimborsata, maggiorata delle spese e di eventuali oneri correlati;

il finanziamento deve essere erogato da un soggetto residente in Italia o in uno Stato membro della Comunità europea.

Una delle condizioni necessarie per accedere alle detrazioni è che l’immobile venga destinato, dal mutuatario, ad abitazione principale. Questa opzione deve essere esercitata entro un anno dalla data di acquisto. Ricordiamo che come abitazione principale si intende la dimora abituale che il contribuente ha scelto per sé stesso e per la propria famiglia. Nel caso in cui l’immobile non venga scelto come abitazione principale, il contribuente decade da tutti i benefici previsti dalla normativa.

Non viene applicata la decadenza nel caso in cui il contribuente venga ricoverato in maniera permanente in un istituto di ricovero o sanitario, purché l’immobile non venga dato in affitto. Non può beneficiare della detrazione l’usufruttuario, perché non acquista l’immobile, ma acquisisce unicamente un diritto reale di godimento.

La detrazione spetta, inoltre, nel caso in cui: nel momento in cui l’immobile viene adibito ad abitazione principale, nel caso in cui sia stato oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, comprovati dalla relativa concessione edilizia o da un qualsivoglia altro atto equivalente. L’immobile deve diventare abitazione principale entro e non oltre due anni dalla data di acquisto; nel caso in cui l’immobile sia locato, purché l’acquirente – entro tre mesi dall’acquisto – provvede a notificare al locatario l’atto di sfratto per finita locazione; nel caso in cui il contribuente debba trasferire la propria dimora per motivi di lavoro oppure sia stato ricoverato. L’immobile non deve essere affittato.

Nel momento in cui si presenta il Modello 730, il limite massimo di spesa agevolabile è pari a 4.000 euro ogni anno. Il bonus massimo, che si può ottenere in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, è quindi pari a 760 euro, che corrisponde al 19% del limite massimo di 4.000 euro. Questo limite massimo si riferisce: agli interessi passivi; agli oneri accessori relativi al contratto di mutuo per il capitale che è stato preso in prestito; alle eventuali quote di rivalutazione che sono relative alle clausole di indicizzazione.

Nel caso in cui il mutuo sia cointestato tra due soggetti diversi, entrambi potranno detrarre gli interessi passivi per la quota di loro competenza.

Quando un immobile viene cointestato ad una coppia di coniugi, entrambi hanno la possibilità di beneficiare della detrazione per la propria quota di interessi. Nel caso in cui uno dei due coniugi sia fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetterà solo e soltanto a quest’ultimo per la quota di entrambi.

Per poter accedere alla detrazione risulta completamente ininfluente la ripartizione della proprietà dell’immobile: non è detto che debba necessariamente esserci un’identica ripartizione del costo dell’acquisto.

Per poter beneficiare della detrazione Irpef al 19% nel Modello 730 è necessario che il pagamento delle rate del Mutuo sia effettuato con un bonifico bancario o attraverso degli altri sistemi di pagamento tracciabili.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Consumatori, Polliotto (Unc): “Mobili difettosi, le cautele da adottare”

Parla la Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

 

Mobili difettosi o ritardo nella consegna sono purtroppo alcuni degli inconvenienti che possono capitare quando si acquistano beni di arredamento. “E’ il negoziante a essere responsabile dei mobili difettosi durante i primi due anni dall’acquisto. Si tratta della garanzia legale che entra in gioco ogni volta in cui il consumatore riscontra delle difformità dell’articolo acquistato rispetto alle caratteristiche dichiarate nella pubblicità, sulla confezione o dal venditore”. Lo spiega bene Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Che riprende: “Un caso molto frequente riguarda i difetti di conformità che sopraggiungono dopo il montaggio dei mobili acquistati: anche in questo caso è possibile far valere la garanzia legale sul venditore. Riassumendo, dunque, la garanzia legale ha queste caratteristiche: vale due anni dalla consegna del bene; è obbligatoria per legge; non è derogabile; può essere fatta valere dal consumatore direttamente nei confronti del venditore. Il consumatore, il cui bene abbia un difetto di conformità, deve rivolgersi dunque al rivenditore che è l’unico soggetto responsabile nei suoi confronti, a prescindere dal fatto che il difetto dipenda da un altro soggetto della catena distributiva. Il cliente, per esercitare i suoi diritti, ha l’onere di denunciare il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui l’ha constatato, per iscritto mediante lettera raccomandata A/R o per e-mail o per fax. Facendo valere la garanzia legale il consumatore ha diritto, a sua scelta, alla riparazione o alla sostituzione del bene difettoso da parte del venditore, senza addebito di spese. Solo se il venditore non provvede a riparare o sostituire il bene entro il termine congruo (o la riparazione effettuata in precedenza ha portato notevoli inconvenienti) il consumatore può arrivare a chiedere la risoluzione del contratto”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto. Nel caso di mobili difettosi, accanto alla garanzia legale di conformità, il Codice del Consumo prevede la possibilità di offrire, gratuitamente oppure a pagamento, una garanzia convenzionale che non può limitare o escludere quella legale e che può comprendere servizi aggiuntivi di assistenza oppure semplicemente allungare il tempo previsto per la garanzia.

Si consiglia altresì che ogni qualvolta si dovessero verificare dei difetti durante il montaggio è bene segnalarli immediatamente ai montatori i quali dovranno indicare sul documento di consegna/avvenuto montaggio che il bene presenta dei difetti specificandone l’entità e facendosene rilasciare una copia, fare delle foto e scrivere al venditore a mezzo raccomandata o posta certificata.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

 

Assegni familiari, le novità in arrivo

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Come tutti gli anni, sono stati aggiornati gli importi dell‘assegno al nucleo familiare per il periodo che va dal 1° luglio 2023 fino al 30 giugno 2024. I nuovi livelli di reddito riguardano esclusivamente i nuclei con familiari che non rientrano dell’ambito di applicazione dell’assegno unico e tengono conto dell’inflazione, adeguando gli importi degli assegni familiari al costo della vita.

L‘assegno al nucleo familiare è un sostegno economico erogato dall’Inps alle famiglie che si trovano in una situazione di disagio economico. L’importo dell’assegno dipende dal reddito del nucleo familiare e dalla composizione dello stesso, tenendo conto della presenza di figli minori o di familiari con disabilità.

L’assegno spetta: ai lavoratori dipendenti (compresi i lavoratori in malattia, in cassa integrazione, in disoccupazione, in mobilità indennizzata, assistiti per tubercolosi); ai pensionati del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; ai pensionati dei fondi speciali (autoferrotranvieri, elettrici, gas, esattoriali, telefonici, personale di volo; ai lavoratori parasubordinati, cioè a coloro che si sono iscritti alla Gestione separata dei lavoratori autonomi.

Come abbiamo visto, l’assegno spetta in misura diversa in rapporto al numero dei componenti e al reddito del nucleo familiare, con regole diverse da quando è in vigore l’assegno unico. Dal 1° marzo 2022, infatti l’assegno unico e universale per i figli a carico ha sostituito, per i nuclei con figli e orfanili, gli assegni per il nucleo familiare. I nuovi importi quindi riguardano esclusivamente i nuclei con familiari diversi da quelli con figli e orfanili, vale a dire le famiglie esclusivamente composte da coniugi o da fratelli, sorelle e nipoti in presenza dei requisiti.

I nuovi importi riguardano esclusivamente i nuclei con familiari diversi da quelli con figli e orfanili, quindi quelli: composti solo da maggiorenni inabili diversi dai figli; con entrambi i coniugi e senza figli, in cui sia presente almeno un fratello, sorella o nipote inabile; nuclei monoparentali senza figli, in cui siano presenti almeno un fratello, una sorella ed un nipote inabile; nuclei familiari senza figli in cui non siano presenti componenti inabili; nuclei familiari senza figli, con almeno un fratello, sorella o nipote, in cui non siano presenti componenti inabili; nuclei familiari senza figli in cui sia presente almeno un coniuge inabile e nessun altro componente inabile; nuclei monoparentali senza figli, con almeno un fratello, sorella o nipote, in cui solo il richiedente risulta inabile.

I livelli di reddito familiare per il pagamento degli ANF sono rivalutati annualmente, con effetto dal 1° luglio di ogni anno, in misura pari alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

In relazione alla variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo, calcolata da Istat tra il 2022 e il 2021, i livelli di reddito hanno fatto registrare un aumento dell’8,1% rispetto ai valori attuali per adeguarsi all’inflazione.

Tutti gli importi sono contenuti nell’allegato 1 della circolare Inps numero 55 del 9  giugno 2023.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Aumenti pensioni minime, ecco quando scattano

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il mese di luglio 2023 diventa più ricco per milioni di pensionati italiani grazie all’aumento degli importi dei trattamenti previdenziali minimi proporzionali all’età del beneficiario, ma anche grazie alla quattordicesima. Il tutto avviene in conformità con quanto previsto dalla legge di Bilancio. L’aumento delle pensioni minime si somma alla perequazione all’inflazione che a gennaio ha raggiunto quota 7,3% e termina al 31 dicembre 2023.

Il prossimo aumento sulle pensioni più basse è previsto a gennaio 2024, ma in quel caso si tratterà di un aumento uguale per tutti che varrà per il solo 2024 e che non si andrà a sommare a quello elargito nel 2023. Da gennaio 2024 sarà inoltre attiva la pensione di cittadinanza per tutti coloro che ne abbiano i requisiti.

I pensionati che prendono un assegno mensile inferiore a 563,74 euro avranno entrambe le maggiorazioni. Chi invece percepisce più di questa cifra, in caso ne abbia diritto, avrà la sola quattordicesima.

La ratio del provvedimento è espressa in Manovra ed è volta a “contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per il biennio”.

La rivalutazione straordinaria delle pensioni avviene secondo due importi: la rivalutazione dell’1,5% vale per tutti i pensionati con trattamento minimo e può arrivare fino a un massimo di 572,74 euro (si tratta di 8,46 euro mensili); l’aumento sale al 6,4% (36,08 euro mensili) per quei pensionati, con pensione minima, che abbiano compiuto i 75 anni di età. Per loro il trattamento sale a 599,82 euro. Per chi abbia 74 anni è previsto l’adeguamento dal mese successivo al compimento del 75esimo anno.

La quattordicesima a luglio spetta a quei pensionati che abbiano già compiuto i 64 anni di età e che abbiano un reddito inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo Inps fino al 2016 o fino a 2 volte il trattamento minimo Inps dal 2017.

Sul fronte previdenziale si segnala inoltre che fino al 2026 è possibile andare in pensione con 7 anni di anticipo.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Bonus trasporti, come funziona

 

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il decreto del 12/04/2023 che reca la firma del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini mette sul piatto 25 milioni di euro per il 2023 per l’acquisto di mezzi pesanti a metano, Gnl (gas naturale liquefatto), ibridi ed elettrici.

Hanno diritto al bonus camion ecologici le imprese di autotrasporto merci per conto di terzi attive sul territorio italiano, purché iscritte al Ren (Registro elettronico nazionale) e all’albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi.

Ma anche le società nate dall’aggregazione delle suddette imprese di trasporto, iscritte al Registro elettronico nazionale istituito dal regolamento (CE) n. 1071/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 (le imprese che esercitano l’attività con veicoli di massa complessiva fino a 1,5 tonnellate devono essere iscritte all’albo nazionale delle imprese che esercitano l’attività di autotrasporto).

In caso di attività ibrida è bene precisare che il bonus è destinato alle sole imprese che la cui attività prevalente sia relativa all’autotrasporto.

La rottamazione non vale solo per le auto: oltre al contributo base la misura offre un bonus di 1.000 euro per chi rottami un vecchio camion. Prevista una regola anti-furbi, per scongiurare che qualcuno acquisti rottami a poco prezzo al fine di ottenere il contributo. Per avere il bonus da 1.000 euro occorre aver posseduto il veicolo da rottamare per almeno un anno prima del 22 gennaio 2022

Non solo camion: rientrano nella misura anche rimorchi e semirimorchi purché nuovi e rispondenti a determinate caratteristiche specificate nel decreto.

I contributi non sono cumulabili con altri bonus per veicoli commerciali e sono erogati fino a esaurimento delle risorse e secondo scorrimento di una graduatoria.

Le domande vanno inviate tramite Pec secondo le modalità indicate dalla normativa.

Bonus patente 2023 al via: come avere subito 2.500 euro

Al via da lunedì 13 febbraio il Bonus patente 2023: è possibile infatti effettuare la registrazione e la compilazione della domanda per ottenere il buono, per cui quest’anno sono stati stanziati esattamente 4.991.147,45 euro (lo scorso anno erano 3.479.327,82 euro). Per richiederlo c’è tempo fino al 31 dicembre 2026 o comunque fino ad esaurimento fondi.

Il Bonus patente 2023 è un voucher rilasciato dal Ministero dei Trasporti per coprire parte delle spese necessarie per prendere la patente. Ma non tutti i tipi di patente, attenzione: l’iniziativa non riguarda la patente auto o moto.

È possibile utilizzare il buono solo ed esclusivamente per conseguire una delle seguenti patenti: C; C1; CE; C1E; D; D1; DE; D1E; CQC-Carta di Qualificazione del Conducente.

La patente C è la patente più richiesta tra quelle professionali perché abilita alla guida dei camion, cioè dei veicoli adibiti al trasporto cose in conto proprio. La patente C contiene la patente B e la patente C1: per conseguire la C1 e la C occorre avere la patente B. Sia l’esame teorico che l’esame pratico però sono diversi da quelli della patente B, motivo per cui serve sostenerli entrambi. Le patenti C1, C1E, C e CE valgono 5 anni fino al compimento dei 65 anni.

Dal 19 gennaio 2013, per guidare camion con tonnellate inferiori, è possibile conseguire la patente C1, “più piccola” rispetto alla C. Per il trasporto professionale invece adesso è richiesta, in aggiunta alla patente C, anche la CQC merci.

Occhio anche all’età: a 18 anni non si possono guidare subito tutti i mezzi pesanti, a meno di conseguire insieme la CQC trasporto cose con formazione ordinaria. Diversamente, bisogna aspettare di compiere 21 anni.

La patente D abilita alla guida di autoveicoli per trasporto di persone con numero di posti superiori a 9 compreso quello del conducente, cioè gli autobus, ma solo in uso proprio. Per guidare autobus e scuolabus occorre conseguire la CQC persone.

Da gennaio 2013 esiste anche la patente D1, che come sopra è una patente “più piccola” rispetto alla D, cioè consente di guidare autobus di dimensioni limitate, i cosiddetti minibus, vale a dire autobus con numero di posti passeggeri superiore a 8 ma inferiore o uguale a 16.

Il Bonus patente 2023 si rivolge a tutti i cittadini italiani o europei tra i 18 e i 35 anni che si iscrivono a una scuola guida per seguire i corsi e sostenere l’esame di una di queste patenti.

Possono beneficiare del buono i cittadini italiani ed europei che abbiano sostenuto la spesa, a partire dal 1° luglio 2022, avendo i requisiti richiesti per il conseguimento di una delle patenti C, C1, CE, C1E, D, D1, DE e D1E, nonché della carta di qualificazione del conducente (CQC).

Anche chi presenta la domanda per ottenere il buono prima di compiere 36 anni può beneficiarne, perché, per chi non è ancora iscritto ad una autoscuola, il requisito dell’età deve sussistere al momento della presentazione della domanda.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Consumatori, Polliotto (Unc): “Treno cancellato, come comportarsi”

Lo spiega la Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Italia, bella stagione alle porte, meteo permettendo. In visita di una ripresa consistente degli spostamenti da e verso le località di villeggiatura per la consueta pausa estiva, è bene sapere come comportarsi in caso di disagi durante il viaggio.

I consumatori devono sempre aver ben chiari e presenti quali sono i propri diritti in ogni campo. In caso di treno cancellato, è possibile optare tra: annullare il viaggio e chiedere il rimborso del biglietto (può trattarsi di un rimborso totale o parziale  se relativo alla parte del viaggio non effettuata); se il ritardo causato dal treno cancellato vanifica l’obiettivo del tuo viaggio, si ha diritto a un biglietto di ritorno verso il tuo punto di partenza iniziale oppure ad essere trasportato verso la destinazione finale alla prima opportunità (o in un momento successivo a tua scelta) a condizioni di trasporto comparabili. Ciò comprende mezzi di trasporto alternativi se il treno è bloccato e il servizio è sospeso. In ogni caso il consumatore ha il diritto l’assistenza sotto forma di pasti e bevande (commisurata ai tempi di attesa) se il ritardo è superiore a 1 ora e persino una sistemazione se fosse necessario pernottare.

Lo rende noto l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

Che prosegue: “Se si deve proseguire il viaggio, nonostante il treno sia stato cancellato, accettando un trasporto alternativo si potrebbe avere diritto a un risarcimento: di importo pari al 25% del prezzo del prezzo del biglietto (se il ritardo è superiore a 1 ora e inferiore a 2 ore) di importo pari al 50% del prezzo del prezzo del biglietto (se il ritardo è superiore a 2 ore). E’ opportuno sapere che non si ha diritto a un risarcimento se il consumatore ha optato per il rimborso del biglietto, oppure se era stato informato del ritardo causato dalla cancellazione del treno prima dell’acquisto del biglietto.

Vi sono però anche importanti novità comunitarie all’orizzonte. E’ il caso della cosiddetta “circostanza eccezionale”. Approfondisce ancora Patrizia Polliotto: Nel trasporto ferroviario non esiste ancora il concetto di “circostanza eccezionale” previsto dal trasporto aereo, dove (in alcuni casi) i ritardi dovuti al maltempo potrebbero escludere risarcimenti o compensazioni. Il nuovo regolamento europeo 2021/781 entrerà in vigore a giugno 2023 prevedendo che un’impresa ferroviaria non dovrebbe essere tenuta a corrispondere un indennizzo qualora sia in grado di dimostrare che il ritardo è stato causato da circostanze straordinarie quali condizioni meteorologiche estreme o gravi catastrofi naturali che mettevano a rischio l’esercizio sicuro del servizio’”, chiosa il noto legale torinese.

Al momento, però, si applicano le vecchie regole, secondo le quali tutti i viaggiatori che subiscono disservizi seppur dovuti al maltempo e alle sue gravissime conseguenze, possono chiedere compensazioni.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Gestione conto corrente, le cose da conoscere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Quello dei costi inutili sul conto corrente è un problema che riguarda tanti italiani. Non ne sono immuni nemmeno coloro che hanno deciso di aprire un conto corrente cosiddetto a zero spese: queste soluzioni, infatti, spesso hanno costi azzerati solo per alcuni tipi di operazioni e prevedono il pagamento di commissioni per altri servizi.

Sapere in anticipo quali sono le operazioni che si fanno di solito e verificare quali sono i costi applicati dai diversi istituti bancari aiuta a eliminare gli sprechi e riduce le spese del conto corrente che si pagano per dei servizi che non si usano.

Capire quali sono i servizi gratuiti offerti dalla propria banca e confrontarli con quelli che si usano più spesso è il primo passo da fare per riuscire ad abbassare le spese del conto corrente. Considerare il proprio profilo di operatività è molto utile per capire se il conto corrente che è stato aperto in passato o quello che si ha intenzione di aprire corrisponde alle proprie esigenze.

Considerando che, in media, un conto corrente tradizionale costa circa 100 euro all’anno e uno online costa attorno ai 25 euro all’anno (dati della Banca d’Italia), verificare quali sono i costi del proprio conto è molto importante per capire se si sta spendendo troppo e se ci sono margini per abbassare i costi.

In generale, per spendere meno senza dover rinunciare ad avere un conto corrente in linea con i propri bisogni si può:mantenere la giacenza media al di sotto dei 5.000 euro.

In questo modo non solo si evita di pagare l’imposta di bollo, pari a 32,40 euro all’anno, ma si possono investire le somme eccedenti, rendendole profittevoli e proteggendole dagli effetti negativi dell’inflazione; evitare di andare in rosso.

Anche andare in negativo di pochi euro può costare molto, tra commissione di istruttoria veloce e interessi passivi; preferire le operazioni online rispetto a quelle allo sportello. Evitare di andare allo sportello per pagare le bollette o per fare un bonifico, ad esempio, è più economico e anche più veloce; verificare le commissioni applicate dalla banca sui prelievi di contanti.

Molte banche permettono di prelevare gratuitamente solo dagli ATM che appartengono al proprio circuito bancario e applicano una commissione ai prelievi di contanti fatti presso gli sportelli di altre banche.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Polliotto, Unc: come tutelarsi dagli acquisti in rete

“Consumatori più consapevoli, ecco come”

Il noto legale torinese ricorda cinque nuove opportunità con cui tutelare acquisti e finanze sul web.

Si è da poco celebrata, lo scorso 15 marzo, la Giornata mondiale del consumatore. “Ecco, pertanto, cinque importanti aggiornamenti informativi utilissimi agli utenti per tutelarsi in un mondo in continuo cambiamento, come ha ricordato l’avvocato Massimiliano Dona, Presidente di Unione Nazionale Consumatori”, spiega l’avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Piemontese della medesima associazione, prima nata nel suo genere in Italia nel lontano 1955.

Con l’inizio del 2023 entrano in vigore nuove norme sulla trasparenza degli sconti applicati: per ogni articolo in promozione dovrà sempre essere indicato il prezzo originario, con la novità che questo non può essere arbitrariamente deciso dal commerciante (magari gonfiandolo per poi applicare una percentuale di sconto molto attraente). Secondo le nuove norme il “prezzo originale” dovrà essere inderogabilmente “il costo più basso a cui quel determinato prodotto è stato messo in vendita negli ultimi 30 giorni”. In questo articolo vi spiego nel dettaglio quali sono le regole nei negozi”, ricorda Patrizia Polliotto.

Sempre Massimiliano Dona ci ricorda altresì che, in tema di compravendite on line, è bene ricordare: “Pensiamo a quanto sono importanti i motori di ricerca e i comparatori per aiutarci a trovare il prodotto che cerchiamo al miglior prezzo: il problema è che i risultati delle nostre ricerche possono essere alterati da vari fattori, per questo motivo è intervenuta l’Europa, prevedendo (con la direttiva 2019/2161 recentemente recepita in Italia) che al consumatore devono essere fornite informazioni generali in relazione ai «parametri principali che determinano la classificazione dei prodotti presentati come risultato della sua ricerca»”.

Venti di cambiamento in arrivo anche sul versante delle recensioni che creano accreditamento sul web. “D’ora in poi, le piattaforme di e-commerce dovranno assicurare che gli autori della recensione abbiano effettivamente acquistato o utilizzato il prodotto in questione: e l’e-commerce dovrà pertanto adottare misure adeguate per verificare tale requisito prima di pubblicare una recensione. Ovviamente è vietata ogni pratica che punti a ottenere recensioni false”. 

Per poi proseguire: “Importante, invece soprattutto per l’ecommerce, il divieto di proporre al consumatore un bene identico ad un altro commercializzato in altri Stati membri, se questo è significativamente diverso per caratteristiche: si cerca in questo modo di frenare l’annoso fenomeno della dual quality che consiste nel commercializzare prodotti solo esteticamente paragonabili, ma diversi nella sostanza, ad esempio nella composizione (pensiamo ai prodotti tessili) o nella configurazione (pensiamo ai  prodotti tech)”.

Notizie positive anche per i fruitori di eventi a pagamento. Quante volte vi sarà capitato di mettervi davanti al computer -magari con un certo anticipo- per acquistare il biglietto per il concerto dei vostri idoli, per uno spettacolo di teatro o per la squadra del cuore ma pochi istanti dopo l’apertura delle vendite, i ticket erano già tutti esauriti? Non è sempre un problema di tempistica, ma spesso si tratta di bot, cioè sistemi automatizzati che in pochi istanti fanno piazza pulita dei posti disponibili. E infatti, subito dopo, gli stessi agognati biglietti tornano disponibili su piattaforme di secondary ticketing. Ecco: ora, secondo le nuove regole, non si potranno rivendere ticket da parte di chi li ha acquistati utilizzando strumenti automatizzati per eludere le limitazioni al numero di ticket che una persona può acquistare. 

Riteniamo che consumatori e informazione siano un binomio inscindibile da valorizzare ogni giorno, perché la legalità possa aver di diritto e di fatto il primato che le spetta nella vita di ogni giorno”, conclude Patrizia Polliotto.

 

Trasporti, anche per il 2023 c’è il bonus dedicato

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

E’ attiva la piattaforma per la domanda di accesso al bonus trasporti 2023, il beneficio per studenti, lavoratori, pensionati e cittadini con un reddito complessivo 2022 non superiore a 20mila euro.

Ancora prima che la piattaforma partisse ufficialmente, si registravano oltre 200mila utenti in coda per la richiesta del contributo fino a 60 euro sul sito bonustrasporti.lavoro.gov.it . Ciascun beneficiario potrà chiedere un bonus al mese, entro il 31 dicembre 2023 e fino a esaurimento risorse.

Possono richiedere il bonus trasporti gli studenti, i lavoratori, i pensionati e i cittadini che hanno conseguito un reddito complessivo individuale nel 2022 non superiore a 20mila euro.

L’importo del bonus è pari a un massimo di 60 euro ogni mese. Se non si conosce il costo dell’abbonamento, si richiede il bonus per il valore massimo di 60 euro: sarà poi il gestore a riscattare la sola parte corrispondente al valore dell’abbonamento.

Il buono è nominativo e si può utilizzare per acquistare un solo abbonamento (annuale, mensile o valido per più mesi) relativo ai servizi: trasporto pubblico locale, regionale, interregionale; trasporto ferroviario nazionale.

Restano esclusi i servizi di prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.

La richiesta del bonus può essere effettuata una volta al mese e, in caso di disponibilità di fondi residui, sarà possibile effettuare ulteriori richieste nei mesi successivi. Al momento della richiesta il richiedente deve specificare il Gestore del servizio di trasporto presso il quale acquisterà l’abbonamento annuale o mensile. Questa scelta sarà vincolante.

Si potrà fare la domanda online per sé o per un minore del quale si ha la potestà o la rappresentanza. I figli maggiorenni, anche se fiscalmente a carico, devono provvedere autonomamente alla richiesta del buono. Resta il limite del reddito complessivo individuale conseguito nell’anno di imposta 2022 non superiore a 20.000 euro. Nel caso in cui il beneficiario sia minore, tale requisito deve esistere in relazione al minore beneficiario del buono, a prescindere dal reddito del richiedente.Se il minore non è a carico dei propri genitori, anche avente reddito proprio e con reddito inferiore a 20.000 euro, la richiesta va fatta da chi esercita la patria potestà (curatore, amministratore).

Per fare domanda si deve accedere all’apposita piattaforma, e si può fare con SPID con livello di sicurezza 2 oppure con Carta d’Identità Elettronica (CIE), indicando poi il codice fiscale del beneficiario, ad esempio il genitore può richiedere il bonus per il figlio minorenne.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Mobilità, ecco il bonus retrofit

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Il Bonus retrofit chiarisce ulteriormente come le auto elettriche non siano il futuro, bensì il presente. Per quanto permangano dei forti dubbi, come sul fronte della produzione e dello smaltimento delle batterie, e i costi d’acquisto siano generalmente elevati, questa motorizzazione rappresenta la prima grande risposta dell’Unione europea all’inquinamento causato dalla viabilità.

Il Bonus retrofit offre un contributo economico nella sostituzione del motore endotermico originale. Si tratta di una totale riqualificazione di un veicolo, che diventa economicamente sostenibile grazie al contributo previsto dalla Legge di bilancio 2022.

Un passo importante nell’ampio progetto di decarbonizzazione del sistema dei trasporti, con il Bonus retrofit che mette a disposizione dei singoli richiedenti un contributo economico massimo di 3500 euro.

Nello specifico l’aiuto offerto dal governo prevede di contribuire alla copertura del 60% della spesa sostenuta per la riqualificazione del proprio veicolo ma, avendo un tetto, la percentuale indicata non è sempre rispettata.

Altro aiuto è rappresentato dalla copertura del 60% delle spese che riguardano l’imposta di bollo per l’iscrizione al PRA e l’imposta provinciale di trascrizione.

Possono richiedere il contributo del governo tutti i proprietari di veicoli con motore a combustione che hanno riconvertito il proprio mezzo entro il 31 dicembre 2022. Ecco i mezzi, per trasporto persone e merci, inseriti nell’elenco ministeriale: tutti i veicoli rientranti nella categoria M1, destinati al trasporto di persone, con un massimo di 8 posti a sedere, eccezion fatta per il sedile del conducente; tutti i veicoli delle categorie M2 e M3, destinati al trasporto di persone, con più di otto posti a sedere, oltre al sedile del conducente; tutti i furgoni adibiti al trasporto merci, rientranti nella categoria N1, con una massa non superiore a 3,5 tonnellate.

Chiunque volesse accedere al Bonus retrofit potrà presentare domanda all’indirizzo retrofit.consap.it. Si richiederà accesso tramite SPID, indicando tutti i dati richiesti, da quelli anagrafici alla targa e categoria del veicolo, dalla data della riconversione all’IBAN bancario.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.