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Rogo della Cavallerizza il giorno dopo: bruciata da bottiglie incendiarie

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Il custode del circolo ha dichiarato che verso la mezzanotte di venerdì quattro giovani con la barba erano entrati nel bar dell’associazione e non li ha poi notati uscire. Potrebbero avere appiccato il fuoco ed essere scappati da una finestra collegata ai giardini

 

Quello che fino a ieri era un dubbio, ora è una certezza. L’incendio che ha devastato una vasta area della Cavallerizza reale è stato doloso. Le forze dell’ordine hanno trovato all’interno dei locali del circolo beni demaniali, dove il rogo si è sviluppato, alcune bottiglie contenenti cherosene e stracci imbevuti dello stesso liquido. Il movente di questo grande rogo che ha tenuto impegnati i vigili del fuoco dall’1,30 di ieri mattina fino alla tarda serata è ancora sconosciuto.

 

Il custode del circolo (una realtà associativa nata nei lontani anni ’40) ha dichiarato che verso la mezzanotte di venerdì quattro giovani con la barba erano entrati nel bar dell’associazione e si erano serviti del bagno: non li ha poi notati uscire. Potrebbero avere appiccato il fuoco ed essere usciti da una finestra collegata ai giardini. I danni sono ingenti, si parla di almeno 500 mila euro. Il circolo è assicurato per 30 mila. I locali dei magazzini e il tetto dell’ampia porzione della Cavallerizza che ha preso fuoco, sono andati completamente distrutti.

 

L’assemblea Cavallerizza, il collettivo composto da esponenti del mondo dello spettacolo e dei centri sociali, che da alcuni anni occupa la struttura, affinchè il Comune non la venda, ha comunicato che proseguirà la propria attività. Al tempo stesso organizzerà anche alcune iniziative benefit per raccogliere i fondi necessari a restuarare il circolo bruciato. Nei mesi scorsi, a fronte delle proteste degli occupanti, Palazzo Civico aveva dato raasicurazioni sul futuro uso della Cavallerizza. L’eventuale acquirente degli spazi si sarebbe dovuto impegnare a garantire l’uso per scopi culturali degli spazi. Chissà ora cosa accadrà.

 

(Nelle foto de “il Torinese”, l’incendio e le immagini della Cavallerizza prima del rogo: la porzione di edificio che si vede sotto la Mole è andata distrutta)

 

 

La storia della Cavallerizza

 

Gli edifici che compongono ai giorni nostri la Cavallerizza Reale facevano parte di un grandioso progetto di riorganizzazione urbanistica ideato da Carlo Emanuele II di Savoia, che nel 1668 stabiliva la necessità di trasformare radicalmente il volto della città di Torino, dotandola tra l’altro di un prestigioso istituto, l’Accademia Militare, in grado di formare alti ufficiali, attingendo dalle giovani leve della nobiltà piemontese e non solo. La costruzione della prima parte “barocca” della Accademia Militare e della Cavallerizza Reale, che attraverso il Teatro Regio (terminato nel 1740) si collegavano a Palazzo Reale e al Duomo, con la Cappella della Sindone, costituisce il culmine di questo progetto architettonico e sociale, che significativamente univa tutti gli edifici nevralgici della capitale al sovrano e alla sua dimora. Amedeo di Castellamonte era l’architetto chiamato dai Savoia a elaborare un progetto unitario che non fu realizzato per intero, e subì modifiche nel corso dei lavori, ai quali si succedettero tra gli altri Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Nelle Relazioni sull’Andamento delle costruzioni per le fabbriche e le fortificazioni, conservate presso l’Archivio di Stato di Torino, la Cavallerizza si dichiarava eretta tra il 1740 ed il 1741 secondo il disegno di Benedetto Alfieri, per uso dell’Accademia Militare. La Cavallerizza mantenne fino alla fine dell’Ottocento la sua funzione di area delle attività di servizio al Palazzo Reale e agli edifici di comando dello Stato Sabaudo: giochi ed esercizi cavallereschi, maneggio, scuderie e riparo per le carrozze sono ricordati ancora negli stucchi e nelle decorazioni sui portali e sulle volte. Le scuderie, infine, vennero portate a compimento a metà Ottocento su progetti di Carlo Bernardo Mosca e di Ernesto Melano. Nel secondo Novecento il braccio della Zecca venne occupato dalla Polizia di Stato, che utilizzò la Cavallerizza come ricovero per i propri mezzi, mentre parte degli edifici circostanti furono destinati ad abitazioni popolari. Verso la fine del secolo scorso il Comune di Torino ha acquisito dal Demanio l’intera area da restaurare, e Maneggio Reale, Manica Lunga, Manica Corta, Salone delle Guardie sono stati affidati al Teatro Stabile di Torino. I vari ambienti, oltre che a servire come palcoscenico, sono stati utilizzati come spazi per prove, depositi, ripostigli, camerini, sala di montaggio scenografie.

(Fonte:www.testrostabiletorino.it)

La Cavallerizza in fiamme nella notte, l’incendio è doloso

cav1cav4cav3cav2Le foto esclusive de “il Torinese”

 

Le fiamme erano ben visibili da via Rossini e il bagliore colorava di rosso il cielo in piazza Castello. Non sono ancora accertate del tutto le cause ma, intorno all’una di  questa mattina  è divampato un incendio all’interno della Cavallerizza Reale, patrimonio mondiale dell’Unesco. Le operazioni di spegnimento son in corso anche questa mattina. Sono andati distrutti i locali degli archivi e la sala biliardo del circolo demaniale nel tratto da via Rossini ai giardini reali. Il custode dice di aver trovato carta imbevuta di liquido infiammabile. “Questa notte i magazzini adiacenti il Circolo dei Beni Demaniali hanno preso fuoco. Esprimiamo la nostra completa solidarietà nei confronti del Circolo e il totale supporto al fine di riaprire nel più breve tempo possibile questo spazio di socialità”. E’ il post pubblicato su Facebook da Assemblea Cavallerizza, a tarda notte. Non ci sono fortunatamente feriti o persone intossicate dal fumo, ma da una prima stima i danni alle strutture sono ingenti.

 

(Foto Essepiesse – il Torinese)

Otto e tre quarti, sapore di mare in piazza Solferino

ottotrequartiottotrequati1Il menù di pesce in questa stagione, merita una particolare attenzione e apprezzamento, sia per la freschezza e qualità dei prodotti, che per l’abbinamento di aromi e sapori: come la finissima di salmone con arance  o la frittura croccante con verdurine

 

 

Nei mesi estivi Torino si popola di dehors al di fuori dei locali  e anche nell’elegante cornice di Piazza Solferino , in pausa pranzo e ovviamente a cena, e’ un piacere notare il tripudio di luci e tavoli dei ristoranti , che fanno senz’altro un po’ vacanza. 

 

Uno di questi e’ il ristorante e pizzeria Otto e Tre Quarti, situato proprio in uno dei punti nevralgici della piazza. Offre oltre la pizza napoletana cotta nel forno a legna, un ricco e ricercato menù , sia di terra che di mare . E il menù di pesce in questa stagione, merita una particolare attenzione e apprezzamento, sia per la freschezza e qualità dei prodotti, che per l’abbinamento di aromi e sapori: come la finissima di salmone con arance  o la frittura croccante con verdurine.

 

 Internamente poi il locale e’ disposto su due piani con due sale originali del ‘700 e la sala del  piano inferiore all’occorrenza può essere utilizzata per compleanni colazioni di lavoro o serate private. L’atmosfera poi è’ quasi provenzale. Un elogio va anche dedicato al personale; accogliente fresco e dinamico. Assolutamente da provare!!!

 

Voto: 8

Clelia Ventimiglia

 

Otto e tre quarti 

Piazza Solferino, 8/C, 10121 Torino
011 517 6367

 

La Regione dichiara guerra al gioco d’azzardo

slot12Sarà braccio di ferro serrato con i gestori dei locali, ma la Regione intende andare avanti, valutando anche di introdurre norme per aumentare le distanze tra i bar con le slot, rispetto a chiese, scuole, ospedali

 

La Regione dichiara guerra al gioco d’azzardo. La delibera approvata dalla Giunta regionale prevede, infatti, la riduzione dello 0,92% dell’Irap a favore di quelle attività commerciali che elimineranno le macchinette mangiasoldi dai loro locali. Nella stessa perecentuale, chi non toglierà le slot machines vedra aumentarsi l’imposta. Il tutto a partire dal 2015. Un provvedimento che cerca di contrastare il fenomeno del gioco che, in Piemonte, rappresenta un giro d’affari di 5 miliardi l’anno. Sarà certamente braccio di ferro serrato con i gestori dei locali, ma la Regione intende andare avanti, valutando anche di introdurre nuove norme che prevedano di aumentare le distanze tra i bar con le slot, rispetto a chiese, scuole, ospedali.

 

Del resto, le istituzioni locali sono impegnate in prima fila sul contrasto alla dipendenza dal gioco, attraverso iniziative e campagne in corso ormai da tempo. “Non Gioco! Vinco!”, è un progetto del Consiglio regionale contro il gioco d’azzardo e la prevenzione dell’usura rivolto ai ragazzi delle scuole medie del Piemonte. Da inizio anno negli istituti scolastici (quattro classi per ogni provincia), gli educatori di Libera e Acmos hanno condotto laboratori differenziati per le classi prime e seconde e separatamente per le terze medie. Attraverso video, reportage, immagini e pubblicità sono stati presentati ai ragazzi i vari tipi di gioco disponibili, riflettendo sui messaggi passati in tv e sulle pubblicità di ogni tipo (tv, cinema, riviste). Con un gioco di ruolo i ragazzi hanno potuto sperimentare situazioni, sensazioni, rischi reali del gioco ed anche le conseguenze patologiche che ne derivano. Una parte del laboratorio èstata dedicata alla dimostrazione matematica delle scarsissime possibilità di avere una vincita reale.

 

Il percorso rivolto agli allievi dell’ultimo anno delle medie è stato  inoltre dedicato all’analisi del coinvolgimento della criminalità organizzata nel gioco d’azzardo e nell’usura che ne è spesso conseguenza. Il laboratorio era  anche finalizzato alla preparazione degli elaborati per partecipare al concorso bandito dall’Osservatorio Usura del Consiglio regionale. Le Fondazioni Crt, La Scialuppa e San Matteo hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa. Riparte  anche il tour del progetto “Fate il nostro gioco”, la campagna sui rischi del gioco d’azzardo patologico promossa dalla Regione: 20 incontri rivolti agli studenti delle superiori per far comprendere le conseguenze del gioco compulsivo attraverso la matematica, antidoto logico capace di dimostrare che il banco non perde mai. Il progetto è stato avviato dalla Provincia di Torino e dallo scorso anno gli assessorati regionali all’Istruzione e alla Sanità hanno deciso di estenderlo al resto del Piemonte in sinergia con il Consiglio regionale, l’Osservatorio sul fenomeno dell’usura, l’Ufficio scolastico regionale e il personale dei SerT (Dipartimenti di patologia delle dipendenze).

 

Il format utilizzato è ancora una volta quello delle conferenze-spettacolo curate dalla società di formazione e comunicazione scientifica Taxi1729, che nel 2009 ha ideato il progetto diffondendolo a livello nazionale. Un modo divertente, leggero, ma estremamente efficace, a cui si affianca anche l’intervento di specialisti dei servizi di cura. Anche il Comune di Torino e il sindaco Piero Fassino sono in prima linea contro il gioco d’azzardo  sottoscrivendo il “Manifesto dei sindaci per la legalità” per chiedere una riduzione dell’offerta, informazione sui rischi , prevenzione, contenimento all’accesso attraverso leggi e regolamenti, nonché cure per chi ha difficoltà a rinunciare all’abbuffata dell’azzardo.

 

Clelia Ventimiglia

Guerra del Regio, Noseda non si consegna al “nemico”

Quella che molti hanno definito come la “tregua di Edimburgo”, dopo il successo della trasferta in Scozia del Regio con il “Guglielmo Tell” pare, alla luce di nuovi sviluppi sotto traccia, essere sfumata

 

regio orchestra

Il quadro impietoso di quanto, a suo parere, sta accadendo a Torino, nella “guerra del Regio” lo ha fatto Paolo Isotta, critico musicale del Corriere della Sera. La prestigiosa firma ne ha dette così tante che non si è servito del suo quotidiano ma di un altro, il Giornale. Secondo Isotta, in sostanza, Claudio Noseda non sarebbe all’altezza della situazione. E non lo sarebbe neppure Walter  Vergnano.

 

 Anche tutti i nomi circolati nel can-can mediatico di questi giorni, indicati come possibili successori dello stesso maestro o del sovrintendente, sarebbero figure inconsistenti: “l’essere buon direttore o soprintendente  (a Torino) – dice Isotta – è elemento bastevole per essere escluso dalle nomine”. Quella che molti hanno definito come la “tregua di Edimburgo”, dopo il successo della trasferta in Scozia del Regio con il “Guglielmo Tell” pare, alla luce di nuovi sviluppi sotto traccia, essere sfumata.

 

La Stampa scrive che fonti molto vicine a Noseda lo darebbero ormai per autodimissionato in via definitiva. L’orchestra, al momento in vacanza, spiega che con il coro non ci sono spaccature, ma non si deve toccare il maestro. E lui, nel frattempo, sta mietendo successi. Il direttore del festival di Edimburgo gli propone un contratto e la prestigiosa rivista musicale Grammophone gli ha assegnato il premio per il migliore cd dell’anno, grazie alla registrazione dei Concerti per piano e orchestra di Prokofiev.

 

L’incontro con il sovrintendente Vergnano è slittato di qualche giorno. Riuscirà il paciere Piero Fassino a ricondurre tutti alla ragione?

 

(foto: www.teatroregio.torino.it)

 

Torino alla Mostra di Venezia presenta opere prime e restauri

cina venezia71a Edizione della Mostra del Cinema di Venezia: Torino è presente con opere prime e restauri

 

Al via oggi la 71a edizione della Mostra del Cinema di Venezia (27/08-6/09/2014). Anche Torino è presente alla Mostra con due opere prime La Zuppa del Demonio (di Davide Ferrario, 2014) di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, e Patria (di Felice Farina, 2014), excursus della storia italiana contemporanea dal caso Moro ad oggi raccontato da un sindacalista, un impiegato e un operaio, presentato nella Giornata degli Autori – Venice Days. 

 

Nella sezione Venezia Classici saranno poi riproposti due restauri: Todo Modo (di Elio Petri, 1976) curato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Surf Film, e L’Udienza (di Marco Ferreri, 1971) curato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Cristaldi Film. 

 

Ieri sera nella serata di pre-apertura della Mostra è stato invece proposto nella rinnovata Sala Darsena  il restauro di Maciste Alpino (di Luigi Maggi, Luigi Romano Borgnetto, 1917) curato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con il Laboratorio L’immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna. 

 

Cristina Colet

A tutta birra sotto la Mole

birraSabato e domenica in piazza Valdo Fusi la versione nostrana dell’Oktoberfest



Compie 18 anni il marchio di birra cuneese Baladin. E per festeggiare la maggiore età, l’azienda artigianale ha promosso per sabato e domenica prossimi in piazza Valdo Fusi a Torino il Baladin Open Fest, rassegna che proporrà agli appassionati di bionde e rosse, 166 birre prodotte da 56 mastri birrai di qualità.

 

Parteciperà anche Lorenzo Dabove, celebre beer taster italiano, il più famoso. Saranno presenti alla manifestazione anche gli associati del MoBi, il movimento spontaneo birrario italiano per presentare una originale guida ai locali birrari, che pubblica 650 recensioni di pub, beershop e ristoranti.

 

In occasione della festa saranno anche organizzate dimostrazioni di skateboard e di arte murale attraverso i graffiti di writers su appositi pannelli allestiti in piazza.

Pace di Edimburgo tra Braveheart-Noseda e Vergnano?

noseda vergnano2Le cronache di queste ore diranno se il mediatore-sindaco  Piero Fassino è riuscito a ricondurre alla ragione i due contendenti. E Torino spera che, in un modo o nell’altro,  Braveheart Noseda rientri nei ranghi. God save the Regio.

 

Ars gratia artis. Vengano archiviate tutte le polemiche e si pensi ai successi futuri dell’istituzione culturale. Il Teatro Regio di Torino merita molto più che polemiche provinciali basate su personalismi e battibecchi sterili da baruffe chiozzotte.

 

Chissà se l’esibizione di ieri sera in Scozia, all’Edinburgh International Festival, dove  Gianandrea Noseda ha diretto l’Orchestra e il Coro del Regio nel ‘Guglielmo Tell’ di Gioacchino Rossini, rappresenterà l’occasione “storica” per siglare la pace (o almeno la tregua) “di Edimburgo” tra il direttore musicale e il sovrintendente Walter Vergnano?

 

Noi tutti ce lo auguriamo, per il bene di un simbolo tutto torinese della cultura e nell’interesse di Torino. Per la prima volta il teatro italiano ha preso parte alla prestigiosa  rassegna in terra britannica, in presenza dell’ambasciatore d’Italia a Londra, Pasquale Terracciano.

 

Un concerto che rientra nell’ambito di ‘Suona italiano’, selezione di grandi appuntamenti musicali promossa nel Regno Unito dall’ambasciata con gli Istituti italiani di cultura di Londra ed Edimburgo, durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue.

 

Le cronache di queste ore diranno se il mediatore-sindaco  Piero Fassino è riuscito a ricondurre alla ragione i due contendenti Noseda & Vergnano, anche se – dichiarazione non certo incoraggiante –  il sovrintendente ha dichiarato ai giornali che nessuno gli ha chiesto di fare la pace. Torino spera che, in un modo o nell’altro,  Braveheart Noseda rientri nei ranghi.

 

CB

 

 

Nella foto di Salvatore Mancuso: Gianandrea Noseda, Lucia Noseda, il diplomatico Alain Giorgio Maria Economides e Il Sovrintendente del Teatro Regio di Torino, Walter Vergnano

 

Chi è Gianandrea Noseda? Il ritratto del maestro sul sito www.teatroregio.torino.it

 

Gianandrea Noseda è considerato oggi tra i più eminenti direttori d’orchestra del panorama internazionale. Direttore Musicale del Teatro Regio dal 2007, che ha collocato stabilmente nella mappa dei grandi teatri d’opera, vi dirige ogni anno produzioni operistiche e concerti sinfonici. Dal 2010 al 2013 ha guidato i complessi del Teatro Regio in tournée in Spagna, Francia, Germania, Austria, Cina e Giappone. Al Théâtre des Champs Elysées di Parigi torna ogni anno per presentare opere in forma di concerto, un appuntamento ormai molto atteso dal pubblico parigino. Nel maggio 2013 ha portato l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio per la prima volta a Dresda e a Vienna (Konzerthaus), mentre nel dicembre 2014 li accompagnerà nel Nord America, dove debutteranno con quattro esecuzioni in forma di concerto di Guglielmo Tell a Chicago, Ann Arbor, Toronto e alla Carnegie Hall di New York.

 

Molte delle produzioni che ha diretto al Regio sono uscite in DVD; tra queste I Vespri siciliani di Verdi (con la regia di Davide Livermore), Boris Godunov di Musorgskij (con la regia di Andrei Konchalovsky) e Thaïs di Massenet (con la regia di Stefano Poda), che è stata inserita tra le venti produzioni più belle degli ultimi vent’anni da BBC Music Magazine. 

 

Gianandrea Noseda è inoltre Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Filarmonica di Israele, Conductor Laureate della BBC Philharmonic, “Victor De Sabata Guest Chair” della Pittsburgh Symphony Orchestra e Direttore Artistico del Festival di Stresa. È stato inoltre il primo Direttore Ospite Principale straniero nella storia del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e Direttore Ospite Principale della Rotterdam Philharmonic e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

 

Nato a Milano, dove ha compiuto gli studi musicali, dirige le più importanti orchestre sinfoniche del mondo: Chicago, Pittsburgh e Philadelphia negli Stati Uniti, la London Symphony, l’Orchestre de Paris e la Filarmonica della Scala in Europa, mentre in Giappone è ospite regolare della NHK Symphony Orchestra. Nella stagione 2012/13 ha debuttato con la Filarmonica di Los Angeles e la Cleveland Orchestra, oltre che al Musikverein di Vienna. Intensa e felice la collaborazione con il Metropolitan di New York dove dirige ogni anno dal 2002 e dove è tornato nel 2014 con due produzioni, tra cui un attesissima nuova produzione de Il principe Igor per la regia di Dmitrij Černjakov. Come Chief Conductor della BBC Philharmonic aveva guidato l’orchestra in tournée in Giappone (nel 2004 e nel 2008) e in Europa oltre ad aver scritto una pagina storica nel 2005 quando un milione e mezzo di utenti avevano scaricato dalla rete le Nove Sinfonie di Beethoven offerte dal sito della BBC nell’ambito del progetto The Beethoven Experience.

 

Tra i momenti culminanti delle passate stagioni, il War Requiem di Britten con la London Symphony Orchestra – presentato al Barbican Centre di Londra e al Lincoln Centre di New York – ora disponibile in CD per l’etichetta LSO Live e salutato dalla critica americana come uno degli eventi dell’anno. Inoltre, il personale successo nel Macbeth alla Metropolitan Opera, insieme al trionfo della Luisa Miller scaligera, dei Vespri siciliani all’Opera di Vienna e del Rigoletto al Festival di Aix-en-Provence, lo impongono ormai come sicuro punto di riferimento per il repertorio verdiano nel mondo.

 

Dal 2002 Gianandrea Noseda è legato all’etichetta discografica Chandos, per la quale ha registrato oltre 30 cd dedicati a musiche di Bartók, Dvořák, Karłowicz, Liszt, Mahler, Prokof’ev, Rachmaninoff, Šostakovič e Smetana. Un posto particolare nella discografia di Gianandrea Noseda occupa la musica di Rachmaninoff alla quale ha dedicato diverse incisioni che comprendono tutte le sinfonie e le tre opere. Ha inoltre avviato «Musica Italiana», un progetto dedicato ai compositori italiani del XX secolo, che ha portato alla riscoperta della produzione sinfonica di grandi personalità come Casella, Dallapiccola, Petrassi e Wolf-Ferrari attraverso registrazioni discografiche accolte dalla critica musicale internazionale con plauso unanime. Nell’ambito della collaborazione con Deutsche Grammophon ha inciso il debutto discografico di Anna Netrebko con la Filarmonica di Vienna, mentre con l’Orchestra Teatro Regio Torino ha diretto l’album mozartiano di Ildebrando D’Arcangelo e i due progetti discografici dedicati all’anniversario verdiano con Rolando Villazón e Anna Netrebko.

 

Attento ai giovani musicisti, ha collaborato con il Royal College of Music e con l’Orchestra della Guildhall School di Londra, con la National Youth Orchestra of United Kingdom e con l’Orchestra Giovanile Italiana. Dirige inoltre regolarmente la European Union Youth Orchestra in tournée in Europa. Gianandrea Noseda è Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. 

La nuova centrale sul Po spaventa gli ambientalisti

Dal Comune avrebbero risposto picche. O meglio – affermano i responsabili delle associazioni – gli assessori all’Ambiente e ai Trasporti, Enzo Lavolta e Claudio Lubatti, non avrebbero proprio risposto alle loro preoccupate sollecitazioni

 

GRAN MADRE

Il nuovo impianto idroelettrico sul Po, in pieno centro cittadino, all’altezza della diga Michelotti, non sta facendo dormire sonni tranquilli alle associazioni ambientaliste torinesi.

 

L’iter per la realizzazione dell’impianto si dovrebbe concludere entro settembre in Municipio. Il progetto prevede anche la realizzazione di una conca navigabile per battelli. Ma Italia Nostra, Pro Natura, Wwf e Legambiente non ci stanno.

 

Gli ambientalisti subalpini ritengono che “avrà un pesante impatto paesaggistico” e produrrà “guasti all’ambiente fluviale e alla vegetazione, la compromissione dell’alberata storica della sponda destra del Po” ed anche il “rischio di erosione di un pilone del ponte Vittorio Emanuele”.

 

Le associazioni rivolgono quindi un appello a Regione, Provincia e Comune di Torino, Soprintendenza ai Beni Architettonici ed ente parco Aree Po e Collina Torinese, e vogliono avere accesso a tutta la documentazione, “prima che venga dato il via libera alla concessione ed al permesso di costruire”.

 

Dal Comune avrebbero risposto picche. O meglio – affermano i responsabili delle associazioni – gli assessori all’Ambiente e ai Trasporti, Enzo Lavolta e Claudio Lubatti, non avrebbero proprio risposto alle loro preoccupate sollecitazioni.

 

(Foto: il Torinese)

Sla, dalle Molinette lo studio sulla diagnosi precoce

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La tecnica consente di raggiungere un’accuratezza diagnostica pari al  95%. E’ davvero un passo decisivo per lo sviluppo nella diagnosi precoce della malattia

 

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Sta impazzando sul web la polemica su Luciana Littizzetto che avrebbe donato, dall’alto dei suoi ricchi emolumenti Rai, solo 100 euro per la ricerca sulla Sla, dopo avere aderito alla campagna di Icebucketchallenge. Ma, fortunatamente, oltre alle docce gelate che imperversano in tutto il mondo, a sostegno della lotta alla malattia ci sono fatti concreti. E una scoperta medica straordinaria. Per la prima volta in assoluto è stata dimostrata la possibilità di diagnosi precoce della Sla,  attraverso un esame di tomografia Pet. 

 

La prestigiosa rivista ‘Neurology’ ha pubblicato la notizia. Il risultato è frutto della collaborazione  intrapresa tra Marco Pagani, ricercatore del Cnr,  Adriano Chiò direttore Centro SLA delle Molinette e Angelina Cisaro  del PeT Irmet  di Torino. La tecnica consente di raggiungere un’accuratezza diagnostica pari al  95%. E’ davvero un passo decisivo per lo sviluppo nella diagnosi precoce della malattia.

 

 L’assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, ha espresso la propria soddisfazione per lo  studio italiano: “conferma la qualità della ricerca scientifica italiana e sono orgoglioso che Torino e l’ospedale Molinette siano stati protagonisti nella realizzazione di questo risultato, anche se sicuramente riscuoterà minore attenzione mediatica di quanto non faccia una secchiata d’acqua ghiacciata”, ha commentato. 

 

  “Senza nulla togliere a tutto ciò che può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica intorno ad una grave malattia come la sla – ha aggiunto Saitta – mi pare doveroso richiamare l’attenzione sulla necessità di finanziare la ricerca e di mettere in campo aiuti concreti alle famiglie che assistono i malati. Perché sono proprio i malati, i familiari e i ricercatori a sperimentare sulla propria pelle le ‘docce fredde’ dei tagli ai finanziamenti”.

 

Secondo Saitta, “le campagne ‘virali’ durano meno del quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol. Ben vengano le secchiate d’acqua (se accompagnate da generosi bonifici a favore della ricerca), ma ben vengano soprattutto risultati concreti come quello dello studio delle Molinette”.

 

(Foto: il Torinese)