ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 563

Al cinema con Friendly Autism Screening

Riprendono le proiezioni domenicali con Friendly Autism Screening presso 8 multisale in Italia, fra cui l’UCI Torino Lingotto. Ogni domenica alle 11.00 viene proposto il film in programma Kids Club. Il biglietto costa 3 euro per tutti (bambini e adulti)

 

I film in programma per la rassegna Kids Club sono visibili su: www.ucicinemas.it/eventi-uci/rassegne/kidsclub/

Grazie allo specifico adattamento dell’ambiente delle sale cinematografiche, la proiezione potrà essere vissuta senza problemi da tutte le persone che presentano disturbi sensoriali. Gli accorgimenti su cui si basa il procedimento di ambiente sono:

• luci in sala non del tutto spente;

• suoni leggermente più bassi;

• libertà di movimento durante la proiezione;

• possibilità di portare cibo specifico da casa.

È bene ricordare che le proiezioni Friendly Autism Screening sono adatte a tutti i bambini perché consentono loro la visione del film in un ambiente libero e aperto, perfetto per i giovanissimi spettatori.

È possibile acquistare i biglietti presso le casse delle multisale aderenti, tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple, Android e Windows Phone e sul sito www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la file alle casse con –FILA+FILM. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite il call center (892.960) e le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo: www.facebook.com/home.php#!/ucicinemasitalia. In alternativa contattare il call center al numero 892.960.

Ecco che cosa cambia con la pec obbligatoria

Di Patrizia Polliotto *  

 

A partire dal 1° luglio 2017, gli avvisi e gli altri atti ai contribuenti vengono ora notificati via posta elettronica certificata. La norma prevede, inoltre, che la notifica via posta elettronica certificata degli avvisi indirizzati ai contribuenti possa essere eseguita anche nei confronti dei cittadini che non sono obbligati, ma che ne facciano espressa richiesta. In particolare, la notificazione potrà essere eseguita, a coloro che ne facciano richiesta, telematicamente all’indirizzo di posta elettronica certificata di cui sono intestatari o, di un soggetto terzo, ad esempio, professionista o familiare entro il quarto grado, specificamente incaricato a ricevere le notifiche per conto del diretto interessato, secondo le modalità stabilite con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Un’importante implicazione pratica del nuovo obbligo riguarda la questione relativa alla notifica dell’atto e al momento in cui la notifica stessa diventa tale. Per il notificante, la notificazione si intende perfezionata nel momento in cui quest’ultimo riceve dal gestore del servizio di posta certificata la ricevuta di accettazione. Per il destinatario, invece, la notificazione si intende perfezionata alla data di avvenuta consegna contenuta nella ricevuta che il gestore della casella di posta elettronica certificata del destinatario trasmette all’ufficio.

 

* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Invecchiare: un’opportunità per conoscere se stessi

 

La vecchiaia è un periodo della vita vissuto spesso come il tempo dell’attesa e della morte, con un profondo senso di solitudine e di inutilità, spesso accompagnato da una fragilità del corpo difficile da accettare

 

Per questo motivo è nato presso “Infine Onlus”, un percorso patrocinato dalla Circoscrizione 7, di sostegno agli anziani in difficoltà, uno spazio di ascolto, condivisione e riflessione circa la propria condizione fisica ed esistenziale, in cui esprimere i propri vissuti emozionali (preoccupazioni, paure, stress, ma anche speranze, desideri eprogettualità), affrontare problematiche come la paura, la rabbia, il rifiuto, la motivazione e l’accettazione.

Un percorso che aiuti a vivere questa stagione della vita con gioia e serenità.

 

 

Infine Onlus è una associazione nata nel 2014, che si pone come centro di competenza sul tema della morte, del lutto, della vecchiaia, della malattia invalidante e delle problematiche di medici e pazienti sul fine vita.I temi che sono centrali negli studi di Marina Sozzi, presidente dell’associazione, sulla visione sociale della morte trovano oggi applicazione nelle attività di Infine Onlus: la risocializzazione dei momenti ardui dell’esistenza, che la nostra cultura relega nel silenzio e nella solitudine, e  le problematiche dell’invecchiamento sono argomenti sempre più sentiti nelle generazioni che ora si affacciano alla terza età.

 

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Gli incontri si svolgeranno il mercoledì, a partire dal 27 settembre, dalle ore 15.30 alle ore 17.30 presso Infine Onlus, Via degli Artisti 34, Torino

 

Per informazioni e iscrizioni:

Alessandra Bortolami: alessandra_bortolami@yahoo.it; 338.5089689

La violenza non si giustifica con l’uso politico della storia

di Pier Franco Quaglieni

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Il mio articolo sul caso della tredicenne savonese violentata e uccisa da partigiani comunisti ha suscitato grande interesse e dibattito.E’ stato ampiamente ripreso sui social.

(http://www.iltorinese.it/il-fanatismo-non-perdona-la-ragazzina-fascista/) C’è chi ha consentito e chi legittimamente ha dissentito. La reazione e’ stata la cartina di tornasole dello spirito tollerante o intollerante di tanti lettori. Ho ringraziato sui social chi mi  ha espresso solidarietà e ho manifestato rispetto per i dissenzienti. Io sono sempre stato e resto un liberale che ritiene la diversità delle idee un fatto positivo perché dal confronto nascono nuove verità . Magari qualche aggettivo potevo anche risparmiarmelo,ma la tesi di fondo dell’articolo  è sacrosanta. Diventa infatti  ingiustificabile chi cerca di trovare una qualche ragione alla pura bestialità di cui fu vittima Giuseppina.L’uso,anzi l’abuso, della storia per fini politici e’ intollerabile. Ci sono azioni che non possono essere contestualizzate,ma vanno condannate di per se’. E’ una questione di civiltà su cui non si può transigere. In ogni caso contestualizzare non può mai significare giustificare.Lo stupro su una ragazzina tredicenne e’ doppiamente abominevole, a prescindere da qualsivoglia questione politica. L’articolo con ogni probabilità mi  ha provocato la revoca di un invito a parlare in un’occasione importante. L’ho capito dal  forte imbarazzo che ho colto in una telefonata . Mi capito’ senza una ragione, a Savona ,lo scorso 25 aprile di essere discriminato dai faziosi e di non essere difeso da chi dice di essere liberale,ma non lo è affatto.Oggi la discriminazione nei miei confronti  ha  almeno una motivazione .La spirale dell’odio purtroppo  in Italia non si ferma mai e diventa anche la spirale della ritorsione meschina.Me lo disse tanti anni fa il savonese Gianni Baget Bozzo che sostenne, già negli Anni 50,lui giovanissimo  partigiano,che si dovesse spezzare quella spirale dopo aver riconquistato la libertà e la democrazia. Mi cito’ Ennio Flaiano ,dicendo che i fascisti si distinguono in due categorie,i fascisti e gli antifascisti.Sono fiero di aver difeso la Causa della tredicenne stuprata a Savona.E sento una qualche pietà per i faziosi e i pavidi che- quasi sicuramente – me  l’hanno voluta far pagare. Sono curioso di vedere da chi verrò sostituito.Il clima di questo nuovo autunno caldo 2017 e’ davvero velenoso ,ma chi ha vissuto quello del 1969  non si lascia certo intimidire.

 

quaglieni@gmail.com

De Cillis nella governance Corecom

Alessandro De Cillis

Il Corecom Piemonte fa parte dell’organizzazione del Consiglio regionale ed è un organo funzionale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom)

 

In occasione del primo incontro del Coordinamento nazionale dei presidenti dei Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) sono stati nominati i membri della nuova governanceAlessandro De Cillis, presidente di Corecom Piemonte, ricopre l’incarico di responsabile della Comunicazione del Coordinamento nazionale e ha ricevuto la delega per le relazioni dello stesso Coordinamento con il Garante per la privacy. “È un riconoscimento – ha evidenziato De Cillis – all’eccellenza per il lavoro sviluppato negli ultimi dieci anni dal Comitato. Il Corecom Piemonte ha certamente un primato sul piano nazionale a livello di performance. La delega alle relazioni con il Garante per la privacy è un’opportunità che cercheremo di sfruttare al meglio nell’interesse dell’intera nazione”. Il Corecom Piemonte fa parte dell’organizzazione del Consiglio regionale ed è un organo funzionale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom). Svolge funzioni di consulenza, gestione e controllo della Regione in materia di comunicazioni.

 

Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Quale futuro per le partecipate?

A Torino un convegno, organizzato da Anci Piemonte, Ordine dei Commercialisti di Torino e Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta, fa il punto sulla riforma delle partecipate alla luce delle novità introdotte all’inizio dell’estate da un decreto del governo. In Piemonte ve ne sono oltre 600. Entro il 30 settembre gli enti locali devono presentare i piani straordinari di razionalizzazione.

 

Si avvicina una data importante per le società a partecipazione pubblica, quella complessa e articolata galassia di oltre 9 mila aziende ed enti , spesso sotto accusa per costi e inefficienze, ma che rappresenta anche un settore fondamentale sia in campo industriale sia dei servizi alla persona e ai territori: il 30 settembre è il termine ultimo per le pubbliche amministrazioni per presentare i piani straordinari di razionalizzazione di queste società e indicare eventuali eccedenze di personale. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Piemonte le partecipate sono più di 600, di cui attive oltre 500 con 50 mila addetti. Solo il Comune di Torino ne ha 115. A pochi giorni da questo primo importante banco di prova per Regione, Comuni e altri enti locali, tecnici del governo, magistrati, politici, manager pubblici e rappresentanti delle professioni partecipano a un convegno organizzato dall’Anci Piemonte, dall’Ordine dei Commercialisti di Torino e da Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta su

 

IL TESTO UNICO SULLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA LUCE DEL DLGS. 16.6.2017 N. 100 – Venerdì 22 settembre (14.30 – 18.00) Auditorium Città Metropolitana di Torino – corso Inghilterra 7

 

“Al centro dell’incontro – afferma DAVIDE DI RUSSO , Vicepresidente nazionale dell’Ordine dei Commercialisti, che sarà uno dei relatori – ci sono le novità introdotte dal decreto correttivo n. 100, approvato a inizio estate dal governo, col quale entra a pieno regime il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica che rappresenta lo sforzo di fornire un nucleo normativo organico e uniforme. Dopo il 30 settembre si avrà finalmente un quadro più preciso di questo mondo, anche perchè sono previste sanzioni per gli enti pubblici che non presenteranno i piani richiesti”.

 

Movimento 5 Stelle dieci anni dopo

Tempus fugit”, così Virgilio commentava l’inesorabile trascorrere delle primavere dell’uomo, quasi come un gorgo che porta via con sé tutto, lasciandoci l’unica certezza del presente e della nostra, a volte felice a volte amara, quotidianità

Sembra ieri, eppure sono trascorsi quasi dieci anni dalla nascita del Movimento 5 Stelle sulla scia degli “Amici di Beppe Grillo”, comico genovese che, dopo anni di esilio dal mondo RAI, decise di esibirsi nei primi anni Duemila nei teatri svizzeri, proponendo uno stile innovativo, misto tra un cabaret tradizionale e una denuncia sociale di fenomeni di sperpero, corruzione, clientelismo da parte del mondo istituzionale italiano e dei maggiori crack finanziari contemporanei, tra i quali quello dello Parmalat. Iniziata una collaborazione tra l’attore e l’imprenditore informatico Gianroberto Casaleggio, si crea nel 2005 una piattaforma internet, chiamata in gergo tecnico “la rete”, attraverso la quale condividere informazioni, scambiarsi opinioni e soprattutto cooptare adempti da coinvolgere in un progetto politico. Nel 2009 per la prima volta il neonato Movimento partecipa alle elezioni amministrative dove raccoglie, nei vari Comuni e nelle varie regioni, tra il 4% e il 7% dei consensi, incominciando così ad inserire nei vari Consigli istituzionali i propri rappresentanti.

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Il 2012 è l’anno della svolta: il movimento cresce oltre ogni aspettativa, arriva a punte del 17% e vede trionfare quattro candidati sindaci, tra i quali il più rappresentativo è Federico Pizzarotti che espugna Parma, città colpita da un commissariamento prefettizio conseguente ad un presunto scandalo di mala gestione da parte della Giunta precedente di centrodestra. Nasce, così, una cavalcata tanto sorprendente quanto di successo che porterà i 5 Stelle a vincere nel 2014 a Livorno con Filippo Nogarin, nel 2016 a Torino con Chiara Appendino e a Roma con Virginia Raggi, assestandosi di fatto a secondo partito nazionale, con risultati elettorali alle politiche del 2013 e alle Europee del 2014 superiori al 20%. Letti i dati, il percorso dei grillini sembrerebbe correre liscio senza ostacoli verso la vittoria alle prossime elezioni parlamentari, eppure la statistica non spiega con affidabilità quanto può accadere in politica, specialmente da un giorno all’altro, anche perché, se il mondo corrisponde a leggi fisiche, il governo degli uomini si avvicina maggiormente ad un’arte che a una scienza. Se, a partire dal 2005 in avanti, Grillo ha infatti raccolto in sé, quasi fosse un parafulmini, la protesta sociale, l’insoddisfazione di una classe popolare e periferica di sottopagati, precari, truffati via via sempre con maggiore credito, nel momento in cui si è ritrovato ad amministrare gli enti progressivamente conquistati ha dovuto fare i conti con tutte le difficoltà del caso: rappresentanti alle volte inadeguati, notifiche di avvisi di garanzia non sempre interpretati per tutti gli eletti in termini analoghi, dibattiti interni non sempre dai toni costruttivi e, soprattutto, una massiccia dose di fuoriusciti, chi in termini spontanei chi espulso.

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A capo per antonomasia di questi processi di assestamento proprio Pizzarotti, primo tra i grandi nomi del movimento, alla prima inchiesta giudiziaria con al centro la sua figura, ha intrattenuto con Grillo stesso, divenuto “garante” dei 5 Stelle, un acceso confronto, che si è concluso con il suo allontanamento, tanto poi da essere stato rieletto al secondo mandato, ma da indipendente. La stessa dinamica ha colpito il gruppo parlamentare dove, in molti, hanno accusato una certa qual mancanza di democrazia interna, derivante dall’assenza di trasparenza tra gli stessi eletti, in particolar modo relativamente alla questione di una adesione volontaria ad un progetto di rinuncia a una parte sostanziosa delle laute indennità, per creare un fondo di garanzia per piccole imprese, nella logica globale di una propaganda contraria al rimborso elettorale dei partiti. Non solo, ma anche nei Comuni, i Consigli perdono via via i pezzi, mostrando non poca difficoltà nell’amministrazione quotidiana della cosa pubblica, sfociando, purtroppo, vedi recentemente a Livorno, ai primi acquazzoni, in tragedie con numerosi morti, con il senno di poi forse evitabili. La scomparsa di Casaleggio, vero deus ex machina, sembra aver esplicitato nella sua pienezza la crisi di identità del movimento; la rete, così tanto celebrata e direi osannata, ha evidenziato criticità difficilmente spiegabili all’esterno, non senza timidezza, come quanto successo a Genova nelle ultime amministrative dove la Cassimatis e i suoi candidati, indicati dalla piattaforma web quali candidato sindaco e candidati consiglieri comunali, si sono visti escludere dallo stesso Grillo che ha preferito Pirondini, scelta che ha determinato un contenzioso legale assai turbolento, che ha visto dar ragione alla estromessa che ha scelto tuttavia di correre da indipendente in quanto impossibilitata legalmente a utilizzare il simbolo dei 5 Stelle, perché appartenente a una società milanese che ne concede o meno l’utilizzo a propria discrezionalità: clausola non certo elaborata o pensabile da uno che non abbia alle spalle una struttura legale non di poco conto.

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A Roma la situazione nella capitale non sembra delle migliori: se al concreto rischio di fallimento dell’ATAC, società di trasporto municipale, si può addebitare una pregressa gestione Marino e Alemanno, il sindaco Raggi naviga in un mare tempestoso; il “caso Marra” sembra essere la sua spada di Damocle e la difficoltà a nominare un nuovo assessore al bilancio, dopo le dimissioni dei precedenti due in un anno di mandato, si è arginata in extremis con l’avvento del toscano Limmetti, assessore con identiche funzioni presso la città dei “quattro mori” che per supportare la Raggi ha dovuto abbandonare il precedente incarico. A Torino le polemiche scaturite a seguito degli incidenti di Piazza San Carlo, avvenuti il 3 giugno scorso in occasione della finale di Champions League persa dalla Juventus, hanno macchiato l’amministrazione della città, capitanata dalla Appendino, del sangue di ben 1.500 feriti e di un morto, incidenti forse evitabili con un piano organizzativo e di evacuazione più attento. Oggi Grillo è alle prese con la stipula del regolamento propedeutico all’individuazione di un candidato premier per la prossima primavera: le polemiche e i dissapori sono dietro l’angolo, pronte ad esplodere. Per i complottisti il Movimento 5 Stelle nasce per volontà della CIA al fine di creare una sacca all’interno della quale convogliare tutti i malumori degli italiani e, allo stesso tempo, manovrarla al fine di pilotare a proprio piacimento il Paese negli anni della crisi economica, per altri sembra un Pollicino 2.0 che ha perso la propria strada e che, a stento, fa fatica a ritrovare seppur con l’aiuto della rete e forse di Google Maps.Rimaniamo tutti quanti alla finestra per capire cosa succederà prossimamente, anche in funzione di una potenziale quanto incerta riorganizzazione della sinistra ex PD, che cerca di trovare spazio tra Renzi e il Movimento. In fondo Rino Gaetano cantava “ma il cielo è sempre più blu…”

La tragedia dello Yemen

FOCUS  di Filippo Re

Ci siamo assuefatti alla tragedia che si consuma da qualche anno nello Yemen, un Paese devastato dalla guerra, dal colera e dalla fame, dove ogni dieci minuti muore un bambino sotto i cinque anni? Una nazione lontana, insabbiata da tante altre guerre che infuriano nel Levante e nelle terre desertiche attorno al Golfo e quasi dimenticata dalla comunità internazionale che deve pensare a vicende forse più importanti e urgenti. Cosa è rimasto dell’ “Arabia Felix” che abbiamo conosciuto di persona o letto in mille riviste illustrate, meta prediletta di tanti turisti sedotti dall’Oriente? “La situazione è tragica, si deteriora ogni giorno e non si vede una via d’uscita all’orizzonte”.

Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, che comprende Yemen, Oman ed Emirati Arabi Uniti, parla di assuefazione al dramma yemenita e chiede un deciso intervento diplomatico da parte delle potenze per fermare atrocità e violenze. Da quasi tre anni lo Yemen non è più lo stesso, il suo volto è sfigurato a causa del conflitto e dell’epidemia di colera. Le ostilità sono scoppiate nel gennaio 2015 e da allora la nazione del Golfo è sconvolta dall’ennesimo conflitto tra musulmani sunniti e musulmani sciiti, tra sauditi e iraniani. Dietro la guerra religiosa inter-islamica si nascondono in realtà aspetti geostrategici e interessi economici. É infatti in corso una lotta per dominare la penisola arabica e per bloccare l’influenza di Teheran nella regione, grande rivale del regno saudita. La presenza degli insorti sciiti è vista da Riad come una minaccia diretta allo Stretto di Bab el-Mandeb, tra lo Yemen e Gibuti nel Corno d’Africa, a sud del Mar Rosso, dove ogni giorno transitano petroliere con 3 milioni di barili di greggio. L’inasprimento del conflitto potrebbe provocare la chiusura dello Stretto e di conseguenza il blocco del commercio petrolifero. Sul campo si combattono le forze fedeli all’ex presidente sunnita Mansour Hadi, sostenute dall’Arabia Saudita e da gran parte della comunità mondiale e i ribelli sciiti Houthi, fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, sostenuti dall’Iran. Il 26 marzo 2015 la crisi yemenita si è internazionalizzata con l’intervento militare dei sauditi. Una coalizione araba, guidata da Riad e appoggiata da un nutrito gruppo di Paesi arabi, ha cominciato a bombardare le postazioni dei ribelli sperando di liquidare gli sciiti entro poche settimane.

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Da quel giorno Arabia Saudita e Iran si combattono nel teatro yemenita attraverso i loro alleati in una classica guerra per procura. Tre anni dopo si continua a morire e i ribelli hanno occupato il nord e perfino conquistato la capitale Sana’a. Lo scontro sunniti-sciiti ha gettato nel caos il Paese arabo creando un vuoto di potere che ha ridato fiato e forza agli estremisti islamici attivi in varie zone dello Yemen. Gli esperti dell’Onu snocciolano numeri e dati, sempre più pesanti: oltre 10.000 morti, 50.000 feriti, tre milioni di sfollati, 18 milioni di persone (su 25 milioni di abitanti, 99% musulmani e 0,17% cristiani) che hanno bisogno di aiuti umanitari e assistenza sanitaria e 2,5 milioni di bambini malnutriti. Ma ci sono anche carestia e malattie da affrontare come una terribile epidemia di colera che, secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) è tra le più gravi mai registrate al mondo. Ha già coinvolto oltre mezzo milione di persone, ucciso quasi 2000 yemeniti, e continua a diffondersi rapidamente a causa del collasso di una larga parte del sistema sanitario distrutto dalla guerra. In assenza di interventi urgenti i contagi potrebbero aumentare in modo consistente. È difficile sapere cosa stia accadendo nel Paese per la mancanza di informazioni provenienti dall’interno e per la difficoltà di far arrivare gli aiuti a una popolazione abbandonata a se stessa. È vero che lo Yemen, già prima della guerra, era un Paese poverissimo ma ora la situazione è peggiorata. Non solo l’Oms, anche la Fao lancia l’allarme e parla di vera e propria emergenza. L’agricoltura è ferma, bloccata dal conflitto e i contadini non possono raggiungere le loro terre. La scarsità di acqua ha accresciuto il rischio di malattie, colera compreso. Nonostante le bombe che piovono su case e ospedali alcune organizzazioni internazionali come la Croce Rossa e i Medici senza Frontiere continuano a lavorare nelle zone in cui è ancora possibile farlo.

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Restano, eroiche e coraggiose, le poche suore missionarie di Madre Teresa di Calcutta trincerate a Sana’a e ad Aden in una situazione molto precaria. È ancora vivo in Yemen il ricordo delle quattro suore della Carità uccise, in quanto cristiane, a marzo 2016, in un attacco terroristico ad Aden, “i martiri di oggi”, come li definì Papa Francesco, “che non fanno notizia, vittime dell’indifferenza globale”. Dal tunnel senza uscita della tragedia yemenita è giunta la notizia positiva della liberazione del sacerdote salesiano indiano Tom Uzhunnalil rapito 18 mesi fa ad Aden da un gruppo di guerriglieri musulmani. Padre Tom, 57 anni, era stato preso il 4 marzo dello scorso anno durante l’assalto di un commando armato a un convento delle Missionarie della Carità nel quale morirono 16 persone tra cui le quattro suore di Madre Teresa. Sotto il regime di Saleh lo Yemen ha vissuto un lungo periodo di relativa stabilità politica durato trent’anni, poi le primavere arabe hanno scosso anche il governo di Sana’a costringendo Saleh a lasciare il potere nel 2011. La svolta è giunta nel settembre 2014 quando gli insorti Houthi, originari del nord del Paese, legati all’imam Abdel Malik al Houthi, armati dall’Iran, e comandati dal figlio dell’ex presidente Saleh, hanno preso il controllo della capitale Sana’a cacciando il presidente Mansour Hadi, filo-saudita, costretto a rifugiarsi nella città di Aden che nel 2015 è stata occupata dagli sciiti e ripresa alcuni mesi dopo dalle forze governative. Gli Houthi sono musulmani sciiti e da anni chiedono più diritti e libertà nel proprio Paese ma sono diversi dagli iraniani. Si tratta di sciiti zayditi (circa il 30% dei musulmani yemeniti), una setta particolare dello sciismo con riti differenti da quelli iraniani che sono sciiti Duodecimani. Gli Houthi negano di aver rapporti con Teheran ma è stato invece dimostrato il contrario e cioè che i ribelli dello Yemen vengono addestrati regolarmente dalle Guardie rivoluzionarie iraniane che forniscono loro armi, missili e denaro. A febbraio la capitale saudita è diventata un bersaglio dei razzi lanciati dai ribelli: un missile Scud ha colpito una base militare situata a 40 chilometri a ovest di Riad dopo aver percorso un migliaio di chilometri. Non si è mai saputo se l’obiettivo sia stato raggiunto ma il fatto certo è che Riad si trova ora all’interno del raggio d’azione dei missili lanciati dallo Yemen. Mentre gli sciiti, appoggiati da una fazione dell’esercito rimasta fedele all’ex capo di Stato Saleh, controllano Sana’a, il governo del presidente deposto Hadi, riconosciuto dall’Onu, sopravvive ad Aden sul Golfo omonimo.

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La guerra civile yemenita ha rinvigorito le forze jihadiste che combattono sia gli sciiti che l’ex governo sunnita e si spartiscono ampie fette del Paese in cui si trovano i combattenti di “al Qaeda nella penisola arabica” (Aqap), presenti già da tempo nel sud della nazione, e gruppi che si ispirano all’Isis e controllano una piccola porzione di territorio. In particolare la minaccia di al Qaeda sarebbe, secondo analisti ed esperti di terrorismo, più forte che mai. Ne sanno qualcosa le Forze Speciali americane che a gennaio si scontrarono violentemente nel deserto yemenita contro un gruppo di miliziani qaedisti durante un raid anti-terrorismo perdendo un militare. Paul Hinder: “ricordiamoci che in questa sporca guerra yemenita nessuno è innocente e la corruzione e il commercio delle armi c’entrano eccome. Oggi però non vedo altra strada se non che le parti in conflitto si siedano attorno a un tavolo, possibilmente anche con una sorta di costrizione internazionale”. Nella speranza che il mondo apra gli occhi di fronte al dramma che da anni mette a ferro e fuoco l’antica Arabia Felix.

Filippo Re

Ecco la piattaforma di videocurricula

Iscrizione gratuita. Profilazione psico-attitudinale dei candidati. Videocurricula come strumento di differenziazione e selezione. Incontri personali Giovani/Aziende in contesti extra-lavoro orientati alle PR. Formazione specialistica sull’approccio ai colloqui di lavoro. Ottimizzazione della propria Web Identity. Questi i plus della startup NETtoWORK nata per mettere in contatto i profili junior e il mondo del lavoro.

 

Trovare una risorsa valida da impiegare in azienda non è semplice. Né per le grandi aziende, che ricevono migliaia di CV ogni anno, né per le PMI, che spesso non hanno processi di selezione strutturati. Ma anche per i profili Junior farsi notare, annegati in un mare di cv formato europeo molto simili fra loro, è impresa ardua.

Per aiutare le Aziende e chi esce dal mondo della scuola/università ad entrare reciprocamente in contatto ed a fare rete sul territorio nasce la piattaforma gratuita NETtoWORK.  Non un sito di annunci di lavoro né un’agenzia di ricerca del personale ma una vera e propria piattaforma di incontri B2B, dedicata ai profili junior che fa del video cv l’asse portante (con un sistema evoluto di filtraggio delle risorse: dati anagrafici, background formativo, competenze tecniche, caratteristiche psicoattitudinali, etc.). Uno strumento prezioso per le Aziende che devono trovare una risorsa, un’opportunità da cogliere per tutti coloro che, terminati gli studi, si affacciano al mondo del lavoro.

L’idea di questa startup innovativa è di Manuel Bregolin, torinese, 34 anni, giovane manager con alle spalle un passato in Fiat Group, Accenture e Lidl Italia. “So per esperienza – dichiara Manuel – quanto sia difficile trovare il candidato ideale per le aziende e quanto sia difficile emergere per i giovani. Ho voluto creare una piattaforma che permetta alla domanda e all’offerta di incontrarsi, ottimizzando tempi e costi per le Aziende e dando la possibilità ai giovani di lasciare realmente il segno”.

IL VIDEOCURRICULUM è l’anima della piattaforma. Comodo e veloce per l’azienda che ha la possibilità di fare una prima valutazione del candidato, utile per i giovani che hanno la possibilità di raccontarsi e distinguersi. 90 secondi a disposizione per presentare esperienze e competenze. Un’immagine diretta, in prima persona, dove al racconto biografico a viva voce si accompagnano gesti, espressioni, elementi comunicativi non verbali che il tradizionale curriculum cartaceo, sempre più standardizzato, non può veicolare. Uno strumento che lascia emergere capacità comunicative, creatività e originalità del candidato.

-1 + 4: cosa significa? NETTOWORK si rivolge ai profili junior che prevedono di conseguire (entro un anno) o che hanno conseguito (negli ultimi quattro anni) un qualsiasi titolo di studio (diploma, laurea, master, corso professionale, etc). Sono inseriti nella piattaforma solo i profili che rispettano questo criterio.

La piattaforma infatti è pensata per offrire un aiuto concreto a chi muove i primi passi nel mondo del lavoro ed ha dunque necessità di fare “rete” con le Aziende del territorio.

 

Piccolo me: nel silenzio ti ascolto

 
Ospedale Mauriziano Torino, Aula Carle
 
Meditazione itinerante nei luoghi
della malattia, della cura, della storia dell’ospedale Mauriziano di Torino.
Racconti dalla stanza del silenzio
Una proposta del “Gruppo Stanza del Silenzio dell’Ospedale”,
nell’ambito di “Torino Spiritualità” .
 
Evento organizzato in occasione di Torino Spiritalità 2017. Il ritrovo è fissato davanti all’Aula Carle, entrando da largo Turati 62. L’itinerario si svolge attraverso diversi luoghi dell’ospedale: Sala del Consiglio, Ingresso Sale Operatorie, Sala Attesa del Reparto di Ostetricia e Nido, Stanza del Silenzio. In ognuna di queste soste vi sarà una breve presentazione del luogo, la lettura di un testo, un tempo di silenzio condiviso. Nel corso dell’ultima tappa, nella stanza del silenzio, verrà presentata la storia della stanza stessa ed il significato del quaderno. L’inizio ed il termine della serata saranno accompagnati da musica con chitarra classica, suonata da una giovane musicista.
Il messaggio che si vuole trasmettere è la possibilità di fare silenzio in ospedale – che non è abituale – e l’importanza della meditazione. Questo può consentire di ritrovare tutte le parti di “me”, anche il bambino che sono stato, e può aiutare a far fronte a ciò che in ospedale si vive, che può comportare il sentirsi piccoli, fragili, insicuri.
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Per motivi organizzativi si è resa necessaria l’iscrizione anticipata all’evento,
scrivendo all’indirizzo mail: tbertero@mauriziano.it
Il programma completo di “Torino Spiritualità 2017” si trova sul sito www.torinospiritualita.org