ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 565

Una Manovra per La Vita

Domenica 15 ottobre 2017 in Piazza Castello a Torino

Si chiama “Una Manovra per La Vita” ed è l’iniziativa – promossa dalla Simeup (Società Italiana Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica) in collaborazione con la Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino e la Croce Verde Torino – che dalle ore 10 alle ore 17 di domenica 15 ottobre in piazza Castello, a Torino, promuoverà la manovra necessaria ad impedire il soffocamento da inalazione di corpi estranei, un fenomeno generato dall’ostruzione completa delle vie aeree e che in Italia provoca ogni anno la morte di circa trenta bambini. Nei quattro stand di piazza Castello – allestiti da ospedale Infantile Regina Margherita, Croce Verde Torino, Centro di Formazione dell’ospedale Martini e dal Centro di Formazione dell’ospedale Maria Vittoria, Centro di Formazione SIMEUP FIMP di Torino – gli operatori saranno a disposizione dei cittadini e spiegheranno come eseguire la manovra di disostruzione delle vie aeree in caso di inalazione dei corpi estranei. Lo faranno anche con alcune prove pratiche realizzate con l’ausilio di manichini pediatrici. “Quando c’è ostruzione completa – spiega il dottor Antonio Urbino, past-president Nazionale SIMEUP e Primario della Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita – i tempi d’azione sono davvero limitati e se si agisce immediatamente, le possibilità di salvare il bambino crescono in modo notevole. Ecco perché è opportuno che la manovra di disostruzione da corpo estraneo delle vie aeree sia conosciuta da quanta più gente possibile”, conclude il dottor Urbino. Ed è questo il motivo per cui è nata “Una Manovra per La Vita”: domenica 15 ottobre, per il decimo anno consecutivo, l’iniziativa sarà presente in più di 40 piazze italiane. Da anni un appuntamento fisso sulla preziosa strada della prevenzione.

Il valore della vita nelle missioni umanitarie

Il convegno celebra il 35 esimo anniversario delle missioni civili e militari italiane

 

Il 35 esimo anniversario delle missioni umanitarie civili e militari italiane verrà celebrato a Torino con un convegno dal titolo “Il valore della vita”, che si terrà sabato 14 ottobre prossimo, dalle 8. 30 alle 14, a Villa Raby in corso Francia 8, sede dell’ Ordine dei Medici. Si tratta di una preziosa occasione in cui saranno coinvolti in un’unica sede i vertici della Sanità militare, della Sanità civile e della Protezione civile regionale, insieme alle istituzioni. Verrà montata una tenda dell’ospedale da campo militare del Reparto Sanità “Torino”, ex Taurinense, e sarà anche presente lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che esporrà, con vendita su ordinazione, i prodotti realizzati con ricetta artigianale e originale con cui venivano allestiti gli zaini del primo Novecento, come creme, cioccolata, enocordial. Saranno anche presenti le Poste italiane con uno speciale annullo postale e una cartolina creata apposta per l’evento, che vuole creare una sempre più stretta collaborazione e un protocollo d’azione comune tra gli Enti, per far fronte ad una eventuale maxi emergenza per calamità naturali o disastri per mano umana, che vedeno mettere fuori uso gli ospedali civili. Il convegno si propone di illustrare e informare sugli schieramenti dell’Ospedale militare da campo, in atto e conclusi, durante 35 anni di missioni umanitarie internazionali italiane, condotte dal 1982 al 2017. Ci si propone anche l’obiettivo di illustrare gli aspetti logistici di organizzazione gestionale e di controllo dei reparti sanitari attualmente operativi e di illustrare l’esperienza dei medici militari in interventi di emergenza nei Teatri operativi (morti e feriti per esplosioni di Improvised Esplosive Device IED) o per colpi di arma da fuoco, facendo anche conoscere la nuova figura del “soccorritore militare”, specializzato in manovre salvavita, su spazi estremamente ampi, via elicottero o stradale.

 

Mara Martellotta

Per una corretta spesa pubblica

Il conto giudiziale è un nuovo strumento di controllo e indirizzo della spesa pubblica. Per approfondire questo istituto, il Consiglio regionale del Piemonte organizza per la prima volta in Italia una tre giorni di studio, alla quale parteciperanno il presidente Mauro Lause alcuni dei più importanti esperti a livello nazionale.

Mai come nell’attuale momento storico è avvertita l’esigenza da parte dei cittadini contribuenti a che sia garantita la correttezza delle gestioni finanziarie e patrimoniali degli enti pubblici. La centralità del tema sta conducendo ad un rinnovato interesse per gli istituti di “contabilità pubblica” e più in generale per l’ordinamento contabile le cui regole sono state profondamente trasformate a seguito delle riforme costituzionali e dei vincoli sovranazionali ed internazionali. Ne deriva la crescente attualità del giudizio sui conti che, pur rappresentando il nucleo storico della giurisdizione contabile, non sempre ha ricevuto adeguata attenzione da parte della comunità scientifica. Oggi, l’entrata in vigore del d.lgs. n.174 del 2016 (codice della giustizia contabile) e l’indubbia complessità applicativa delle nuove norme rendono ineludibili la ripresa del dialogo e del confronto tra la giurisprudenza e l’accademia. Ciò non solo nell’interesse degli operatori, ma soprattutto nell’interesse della collettività che esige un rafforzamento di tutti gli strumenti a presidio della corretta gestione delle risorse pubbliche. Il convegno intende dare a questo obiettivo una prima risposta.

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L’appuntamento, realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Torino, l’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Torino e il Dipartimento di Giurisprudenza è il 19, 20 e 21 ottobre a  Palazzo Lascaris, via Alfieri 15 – Torino. Prenotazione obbligatoria entro il 17 ottobre fino ad esaurimento posti tel. 011 5757.211 – 357, mail: rel.esterne@cr.piemonteLa partecipazione al convegno assicura 2 crediti formativi a sessione per gli Avvocati e 1 credito l’ora per i Commercialisti e Revisori.

 

gm – www.cr.piemonte.it

Il Ristorante solidale

IL PRIMO PROGETTO DI FOOD DELIVERY SOCIALE FIRMATO DA JUST EAT, PONYZERO E CARITAS DIOCESANA TORINO,CON IL PATROCINO DELLA CITTA’

Just Eat (www.justeait.it), azienda leader nel mercato dei servizi per ordinare pranzo e cena a domicilio, annuncia l’arrivo a Torino di Ristorante Solidale, il primo progetto di food delivery solidale a fini sociali, nato per sensibilizzare e contribuire a ridurre il fenomeno dello spreco alimentare, redistribuendo le eccedenze di cibo e le donazioni dei ristoranti attraverso la consegna a domicilio a nuclei di persone bisognose. Realizzato da Just Eat in collaborazione con 11 dei suoi Ristoranti Partner, Ponyzero, e Patrocinato dalla Città di Torino, con il supporto di Caritas Diocesana – l’organismo pastorale della Diocesi di Torino istituito per la promozione e la testimonianza della carità nel territorio torinese – il progetto viene presentato ufficialmente oggi nella sede istituzionale di Palazzo Civico.

 

L’iniziativa, partita da Milano con la prima consegna a febbraio di quest’anno, viene annunciata alla presenza dell’Assessore al Commercio e Turismo della città di Torino Alberto Sacco, del Direttore di Caritas Diocesana Torino Pierluigi Dovis, il Country Manager di Just Eat in Italia Daniele Contini e Marco Actis, fondatore e CEO di Pony Zero. Con la prima consegna sul territorio torinese, Ristorante Solidale conferma la propria missione di continuare a contribuire alla riduzione del fenomeno dello spreco alimentare e sensibilizzare cittadini e ristoranti sul tema riportato all’attenzione dell’opinione pubblica grazie alla legge 166/2016.

Ristorante Solidale è un’idea che può inserirsi perfettamente nel contesto della nostra città, dato che, da una parte, negli ultimi anni il settore della ristorazione ha vissuto un vero e proprio boom, mentre dall’altra la perdurante crisi economica ha impoverito molte famiglie, impedendo a molti addirittura di mangiare sufficientemente.  La difficile situazione che stiamo vivendo può almeno aumentare la nostra consapevolezza circa i benefici che i nostri concittadini possono trarre dall’evitare gli sprechi alimentari” – commenta Alberto Sacco, Assessore al Commercio e Turismo della Città di Torino.

Con Ristorante Solidale Just Eat sceglie, accanto ai propri partner, di agire attivamente nell’ambito delle necessità alimentari e di nutrizione in città per chi è più in difficoltà, mettendo in comunicazione chi prepara il cibo con chi ne ha più bisogno, e per farlo ha chiesto ai suoi Ristoranti Partner di unirsi al progetto, supportandola in questa missione. Il loro impegno è infatti quello di preparare – questa sera per la prima consegna e nei prossimi mesi in corrispondenza di un calendario di appuntamenti prefissati – eccedenze alimentari di prodotti freschi, pane, prodotti integri non utilizzati e donazioni dirette cucinate per l’occasione, pronti per essere ritirati con il supporto logistico di Ponyzero, società di servizi specializzata nella logistica dell’ultimo miglio e nella distribuzione urbana ecologica, e consegnati per la cena, come vere e proprie consegne di food delivery, a nuclei di persone bisognose residenti in città.

La tappa di Torino di Ristorante Solidale permetterà di donare, nella prima consegna, 40 pasti caldi a 4 nuclei – composte dalle 5 alle 12 persone – grazie ai Ristoranti Partner di Just Eat che sono entrati nel progetto. Una flotta di veicoli a zero emissioni di Ponyzero, composta da due bici e un furgoncino elettrico, inizierà infatti oggi – 12 ottobre – l’attività di ritiro presso i ristoranti, consegnando i piatti destinati ai 4 gruppi identificati da Caritas.

“L’ormai lungo periodo di crisi in cui ci troviamo ha portato alla luce la bontà di un welfare che non sia più delegato a qualcuno ma che sappia attivare le energie positive di singoli e gruppi che sentono la responsabilità sociale come orizzonte etico del loro stare nella società. L’iniziativa proposta da Just Eat entra in questo quadro e si pone come occasione per togliere la povertà dall’angolo buio del disinteresse, per ridonare dignità a chi vive in povertà, per suscitare un interesse non buonistico ma fraterno. Le azioni proposte non sono la soluzione del problema alimentare delle persone, ma contribuisco a creare comunità attive e coscienti, cosa che sta nella linea della nostra Costituzione e nella strada indicata nel Vangelo di Gesù Cristo” – dichiara Pierluigi Dovis Direttore di Caritas Diocesana Torino.

 

Per la prima consegna hanno aderito all’iniziativa 11 ristoranti partner di Just Eat, i veri protagonisti di Ristorante Solidale grazie al cibo che doneranno: il giapponese KOMBU, m2p pasta & pizza, Piadineria Cuslè, Boccadillo, Rizzelli la vera pasta italiana, Crushi e Crushimi, T-Bone Station, Mister Rooster, Hamburgerie di Eataly, Flower Burger e Taco Bang – che si sono impegnati a prendersi cura delle famiglie identificate preparando porzioni e alimenti cucinati in base alle proprie eccedenze quotidiane, alle necessità numeriche e alle esigenze delle persone coinvolte. Tra i piatti che saranno serviti: pasta, riso, piadine, hamburger, panini, piatti di carne, verdure e pane.

Il progetto Ristorante Solidale si inserisce all’interno del contesto legislativo italiano che ha messo in cima alle priorità governative la gestione della problematica degli sprechi, approvando la legge anti-spreco 166/2016 in vigore dal 14 settembre 2016, con lo scopo di favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari. La legge favorisce infatti la cessione a titolo gratuito delle eccedenze alimentari a favore di enti pubblici e privati senza scopo di lucro al fine di destinare le eccedenze ricevute a soggetti indigenti. In questa direzione Ristorante Solidale vuole essere una nuova modalità a disposizione della ristorazione in grado di supportare le attività verso una nuova destinazione dei cibi, una maggiore consapevolezza dell’impatto di interventi concreti e un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Programma Nazionale di Prevenzione dei rifiuti e dello spreco.

 

“Sono molto orgoglioso di annunciare l’arrivo di Ristorante Solidale nella città di Torino, un progetto a cui teniamo molto e su cui abbiamo iniziato a lavorare quasi un anno fa con l’obiettivo di agire responsabilmente, mettendo il nostro core business a disposizione della comunità” dichiara Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia. “I protagonisti del progetto sono soprattutto i nostri ristoranti che ci supportano nella preparazione delle porzioni da consegnare, e insieme a loro vogliamo valorizzare il ruolo del cibo nella vita delle persone, rendendo i singoli maggiormente consapevoli della sua importanza. I risultati raggiunti in questi 9 mesi nella città di Milano con 900 pasti caldi consegnati in 386 consegne solidali, aiutando ogni volta circa 60 persone di 4 comunità, ci permettono di guardare con ottimismo al futuro del progetto e alla sua diffusione.”

 

“È un piacere per noi poter partecipare attivamente a questa bella iniziativa anche qui in quella che sentiamo come la nostra casa. Torino infatti è la città dove Pony Zero è nata e che è stata per noi un territorio fertile sia per lo sviluppo locale che per la crescita nazionale. Da qui, tramite un forte sviluppo tecnologico e una flotta a zero emissioni, abbiamo portato avanti la nostra idea di innovazione per quel che riguarda la distribuzione urbana, tema che avvertiamo come estremamente urgente, secondo i principi di efficienza e sostenibilità. Proprio la parola sostenibilità credo che oggi sia il minimo comun denominatore in quanto è una parola che rappresenta un approccio più che un mestiere. Sostenibilità è la strada che riduce gli sprechi e li trasforma in risorse. Il nostro mestiere è percorrerla inquinando il meno possibile e siamo qui per questo a dare il nostro contributo” commenta Marco Actis, Co-founder e CEO di Pony Zero.

 

Da un’indagine condotta da Just Eat (campione: 1000 ristoranti della rete del brand sul nostro territorio) emerge che per l’83% dei ristoranti la problematica dello spreco è un tema importante. Dai dati emerge purtroppo che i ristoranti si ritrovano eccedenze alimentari (26% più di una volta alla settimana e il 50% una volta alla settimana) un trend negativo che evidenzia la necessità di sviluppare progetti e azioni concrete a supporto nella gestione della problematica. Ad oggi l’introduzione di alcuni accorgimenti è ancora scarsa, in primis la soluzione della “family bag” è stata adottata solo dal 10% dei ristoranti nonostante il 53% dei clienti la richieda; più diffusa l’ottimizzazione della spesa con il 68% e la promozione di donazioni di pasti ai bisognosi 20%. In questo scenario l’iniziativa Ristorante Solidale è stata già positivamente accolta dai ristoranti, il 55% avrebbe infatti piacere ad aderire per contribuire a limitare gli sprechi e beneficiare delle agevolazioni previste dalla nuova legge.

 

Tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili sul sito www.ristorantesolidale.it.

“Il sangue non si lava”

Venerdì 13 ottobre, alle ore 19, “Il sangue non si lava”, il libro verità sulla quarta organizzazione criminale più pericolosa al mondo, sarà presentato a Torino, presso l’Arsenale della Pace (Piazza Borgo Dora, 61). Per l’occasione giungerà nel capoluogo piemontese anche il Procuratore Aggiunto di Benevento Giovanni Conzo, già membro della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il libro del giornalista Fabrizio Capecelatro è una lunga confessione del boss del clan dei Casalesi Domenico Bidognetti, che ricostruisce gli omicidi, le stragi, i traffici illeciti, compreso quello di rifiuti tossici, e gli appalti truccati che hanno caratterizzato oltre 20 anni di storia criminale italiana.

La presentazione del 13 ottobre a Torino arriva dopo quelle:
– ad Aversa, con i giornalisti Sandro RuotoloRosaria CapacchioneVito Faenza e il magistrato Giovanni Conzo;
– a Benevento, con il dottor Conzo, il Procuratore Aldo Policastro e il giornalista Claudio Coluzzi;
– a Napoli, con il coordinatore della DDA Giuseppe Borrelli, il dottor Conzo e il giornalista de Il Mattino e scrittore Gigi Di Fiore;
– a Roma, con il neo-Procuratore di Napoli Giovanni Melillo e il Giudice della Corte di Cassazione Raffaello Magi;
– a Marcianise, con il dottor Conzo e il Caporedattore centrale de Il Mattino Antonello Velardi;
– a Priverno (Latina), in occasione del Festival della legalità;
– a Salerno, con il Coordinatore della DDA Erminio Rinaldi e il Professor Marcello Ravveduto;
– a Bari, con il coordinatore della DDA Pasquale Drago e il giornalista RAI Salvatore Catapano;
– a Caserta, con il Giudice Magi e Rosaria Capacchione;
– a Parete, con con il Responsabile delle Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Napoli, il Vice Questore Aggiunto Mario Grassia, il giornalista del Roma Luigi Sannino;
– a Cellole, con il Procuratore Aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Antonio D’Amato, il Questore di Caserta, Antonio Borrelli,e il dottor Conzo;
– a Firenze, con il Procuratore Giuseppe Creazzo e il giornalista del Corriere Fiorentino Simone Innocenti;
– a Milano, con il Procuratore Generale Roberto Alfonso, il Presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano David Gentili e i giornalisti Raffaella Calandra di Radio24 e Sandro De Riccardis de La Repubblica.

Il giorno dell’E-commerce

E-commerce. Un settore che sembra non conoscere crisi. Quasi 24 miliardi di valore nel 2017 per un business in continua crescita a livello globale, più che raddoppiato dal 2013 ad oggi. Crescono gli acquisti sui canali digitali e sono in aumento anche il numero degli acquirenti e lo scontrino medio. Ma qual è il futuro delle vendite on line e soprattutto quali sono le reali opportunità per le PMI italiane, dinanzi ad uno scenario sempre più complesso?

Se ne parla a Torino il 13 Ottobre, all’ECOMMERCE DAY, un evento organizzato da Jusan Network e giunto quest’anno alla settima edizione, rivolto principalmente a Direttori Marketing, Amministratori delegati, Manager, Aziende e Agenzie, Startup e nato con l’obiettivo di favorire la diffusione della cultura digitale e del commercio elettronico tra le PMI italiane.

Il tema principale di quest’anno, che farà da fil rouge all’intera giornata, è il design. Dal 10 al 16 Ottobre Torino ospiterà Torino Design of the city e l’ECOMMERCE DAY è uno dei principali appuntamenti in programma.

L’ultima edizione ha avuto 22 relatori, più di 400 ospiti in sala, oltre 11.000 collegati in streaming, oltre 2.300.000 visualizzazioni per #ECOMMERCEDAY i numeri di un grande evento italiano dedicato all’e-commerce.

Il 13 ottobre, tra conferenze e tavole rotonde, si discuterà di digitalizzazione con i più grandi esperti del settore, per capire come e quanto le imprese italiane si stiano orientando verso il digitale e quali siano le opportunità offerte dalla tecnologia. L’appuntamento è dedicato a tutte le imprese, i professionisti e i manager che vogliono aggiornarsi su Digital Transformation e Open Innovation, partendo dalle esperienze concrete degli imprenditori che stanno già investendo sull’e-commerce. E soprattutto l’occasione per ribadire come il design oggi più che mai sia un aspetto fondamentale dello sviluppo economico e sociale.

Tra gli ospiti i grandi nomi del design nazionale e internazionale come Daniele Lago, amministratore delegato ed Head of Design di Lago, Francesco Casoli, Presidente Elica Spa, Paolo Pininfarina, Presidente Pininfarina Spa, Javier Gomez Palacios, CEO di Flying Tiger Copenhagen. Tante aziende e tante esperienze si avvicenderanno su palco per offrire un panorama completo del mondo dell’e-commerce in Italia e delle opportunità nella competizione sui mercati esteri. La rete d’impresa EBT, Edoardo Cavagnino di Gelati Pepino 1884, Paola Bertoldo de l’Opificio, Marco Losito di FCA. Saranno poi le grandi aziende IT, come Felice Petrignano, Management Consultant di IBM, e a fare il punto sulle nuove tecnologie.

Sarà Samuele Camatari, docente di ecommerce a fornire chiarimenti sui temi molto discusi come, Digital disruption o digital transformation, sull’Open Innovation e di come sfruttare la digitalizzazione per aumentare i posti di lavoro.

Ad ospitare la manifestazione il Mirafiori Motor Village dove alle 18.30, al termine dei lavori dell’ECOMMERCE DAY, verranno messi all’asta tre prodotti di Gioielli di Valenza il cui ricavato verrà devoluto agli Asili Notturni di Torino e verrà inaugurata la mostra “Cinque100. Il mito di una popcar”, la rassegna personale di Diego D. Testolin dedicata alla mitica Fiat 500, aperta fino al 12 novembre.

La partecipazione all’Ecommerce Day è gratuita previa registrazione e il numero di posti è limitato.

 

 

Maggiori info suwww.ecommerceday.it

Hashtag dell’evento: #EcommerceDAY

Corso culturale di base sull’Islam

Il corso intende fornire nozioni basilari delle diverse culture arabo-islamiche, stabilendo talora il confronto con le istituzioni giuridiche e culturali della società italiana d’inserimento degli immigrati, onde consentire ad un pubblico eterogeneo una sapiente considerazione dei diversi elementi che interagiscono nel rapporto fra mondi culturali. Metodo: lezione frontale, uso di powerpoint, fotocopie della sintesi della conferenza, sottogruppi di discussione, approfondimento di temi a richiesta.

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PROGRAMMA DEL CORSO 1- Muhammad/Maometto (Prof. Negri Augusto) 16 Ottobre 2017 2- Il Corano, il libro sacro dei musulmani (Prof. Negri Augusto) 23 Ottobre 2017 3- I cinque pilastri dell’islàm (Prof. Silvia Scaranari) 30 Ottobre 2017 4- I principi del credo islamico (Prof. Silvia Scaranari) 6 Novembre 2017 5- Etica islamica (Prof. Marco de Michelis) 13 Novembre 2017 6- Aspetti dell’islàm moderno. Islàm degli Stati, Salafiti, Jihadisti (Prof. Silvia Scaranari) 20 Novembre 2017 7- Aspetti delle principali correnti islamiche in Europa e della loro integrazione socio-religiosa (Prof. Andrea Pacini) 27 Novembre 2017 8- La Shari’a , legge e diritto islamico (Prof. Negri Augusto) 4 Dicembre 2017 9- L’islàm oggi, in Italia. (Prof. Negri Augusto) 11 Dicembre 2017 10- Geopolitica del Medio Oriente (Prof. Valter Maccantelli) 18 Dicembre 2017

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Il Corso si svolgerà ogni Lunedì dalle h 17.30 alle h 19.30 presso il Centro Federico Peirone, Torino, Via Mercanti, 10. Tel. 011/5612261. Email: info@centro-peirone.it.it Web: www.centro-peirone.it È necessaria l’iscrizione obbligatoria entro il 13 Ottobre 2017 ed è prevista una quota d’iscrizione di 40 € Al termine del corso verrà rilasciato l’attestato di partecipazione approvato con D.M.

Caso Kurdistan, un altro referendum e le frontiere tremano

FOCUS  di Filippo Re

Traballano di nuovo le frontiere del Medio Oriente e rischiano di saltare per l’ennesima volta a causa di un referendum. Ora che i curdi iracheni hanno detto “si” in massa all’indipendenza della loro regione il 25 settembre scorso con un referendum consultivo ma dotato di una forte valenza politica, si aprirà una nuova crisi nella regione? Scoppierà un altro conflitto armato o le armi taceranno per lasciare spazio alla diplomazia? Le potenze regionali, fermamente contrarie alla secessione, hanno sigillato le frontiere, chiuso gli aeroporti e ammassato truppe ai confini minacciando un intervento armato. Il Kurdistan è isolato dal mondo o quasi. I curdi sono abituati a essere imbrogliati e raggirati. Cent’anni fa, il sogno di far rivivere il “Grande Kurdistan” storico sulle ceneri dell’Impero ottomano fu cancellato con un tratto di penna a Losanna nel 1923. Forse non accadrà nulla di grave ma ben sappiamo che ogni scintilla in Medio Oriente rischia di incendiare interi territori. Un referendum fa sempre paura per i contraccolpi che potrebbe provocare. Nella pacifica Europa il voto catalano ha provocato un piccolo incendio tra Madrid e Barcellona, in Medio Oriente divamperebbe subito una guerra. E c’è l’annuncio sinistro del “fantasma” Al Baghdadi, morto e risorto più volte nei deserti mediorientali, che in un recente e misterioso audio parla di guerra inevitabile tra i turchi e i curdi proprio mentre la tensione tra Ankara ed Erbil sale alle stelle. Massoud Barzani, presidente del Kurdistan autonomo, ha ottenuto facilmente ciò che voleva, un plebiscito a favore dell’indipendenza del Kurdistan che in realtà non significa separazione dal governo centrale di Baghdad ma piuttosto un passo avanti verso un’autonomia sempre più ampia della regione curda.

 

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Una chiara vittoria che lo rafforza al vertice politico dell’entità curda ma che lo costringe ora a trovare un “modus vivendi” con i Paesi confinanti che, schierati ai confini, minacciano ferro e fuoco contro la sua regione. E non scherzano perchè tutti paventano che il contagio secessionista si estenda dal Kurdistan alle loro terre dove vivono milioni di curdi. Il più rabbioso è, come sempre, Erdogan che vede già la febbre indipendentista diffondersi nelle aree curde, nel sud est della Turchia. “Se chiudiamo i rubinetti, per loro è finita”, minaccia il sultano, riferendosi alla valvola dell’oleodotto, vitale per l’economia curda, che porta il petrolio da Kirkuk al terminale turco nel Mediterraneo. Erdogan, che non riconosce neppure l’esistenza del Kurdistan autonomo, chiamandolo governo dell’Iraq del nord, ha già portato al confine soldati e armamenti, minacciando di invadere la regione in qualsiasi momento. In realtà il rubinetto è ancora aperto, nonostante le promesse di Erdogan di “affamare i curdi” definiti “ i turchi delle montagne” così come il valico di frontiera dove si sono formate lunghe di file di camion turchi carichi di greggio prelevato dai pozzi curdi. L’Iran, che ha vietato alle sue società di recarsi nel Kurdistan ad acquistare petrolio, teme le ambizioni secessioniste dei curdi iraniani (7-8 milioni) e vede con preoccupazione l’alleanza, anche militare, tra Erbil e gli israeliani, gli unici ad aver appoggiato il referendum tra i Paesi della regione. Mentre il premier iracheno al-Abadi esclude qualsiasi trattativa con Barzani ritenendo “incostituzionale” il referendum e ribadisce che le leggi irachene saranno applicate in tutto il Kurdistan, gli sciiti iracheni accompagnano le loro feste religiose con canti e slogan contro i “cospiratori separatisti” del nord. Ma l’entusiasmo per l’indipendenza si è esteso a tutte le regioni curde del Medio Oriente. In diverse città iraniane molta gente è scesa nelle strade per festeggiare il voto e il governo di Damasco ha fatto sapere che discuterà per la prima volta di autonomia con i curdi siriani (circa il 10% della popolazione) che dall’inizio della guerra amministrano i territori che controllano ma nessun referendum stile Erbil sarà consentito dal regime di Bashar al Assad. Le manovre dei curdi siriani (almeno 2 milioni) verso la conquista di una larga autonomia sono fonte di preccupazione anche per gli stessi turchi che stanno ultimando la costruzione di un muro al confine con la Siria. Si tratta di una barriera di blocchi di cemento lunga 700 chilometri e già realizzata per seicento chilometri.

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Ankara non vuole che i curdi siriani, vicini al Pkk curdo che lotta in Turchia contro i militari di Ankara, puntino, come i loro fratelli iracheni, alla nascita di uno Stato curdo ai suoi confini meridionali. C’è poi il nodo di Kirkuk, città contesa e ricchissima di petrolio, controllata in parte da Baghdad e in parte dai combattenti peshmerga, dove i curdi sono la maggioranza e vivono a fianco di arabi sunniti e turkmeni che non sono d’accordo con i piani di Barzani e non vogliono Kirkuk nel Kurdistan. Il 25 settembre si è votato anche qui nonostante la città non faccia parte della regione autonoma e il governatore locale è stato costretto a imporre il coprifuoco dopo i violenti scontri scoppiati tra curdi e turkmeni. Kirkuk resterà nel Kurdistan, afferma invece il leader dei separatisti curdi, ma non tutti ne sono convinti. Forse non soffieranno venti di guerra e non scoppierà un altro conflitto in un’area già segnata da troppe tragedie ma il futuro politico ed economico del Kurdistan resta incerto. Passata l’euforia, per Barzani arriva il momento più difficile, quello di gestire il dopo referendum e fare i conti anche con le altre formazioni curde che non lo amano. Per sopravvivere il Kurdistan dovrà continuare a vendere il suo petrolio e dovrà trattare proprio con i Paesi che oggi lo minacciano. Timori e sospetti crescono anche nelle comunità cristiane. Sono decine di migliaia i cristiani rifugiati nel Kurdistan dopo l’arrivo dell’Isis in Iraq. In questa fase delicata la Chiesa caldea esprime preoccupazione per il futuro e invita tutte le parti interessate a un “dialogo coraggioso”. Per ottenere l’appoggio delle minoranze le autorità curde hanno presentato, alla vigilia del referendum, un documento politico in cui si assicura la tutela dei diritti di tutte le minoranze etniche e religiose e si garantisce democrazia e decentramento amministrativo nelle zone in cui abitano cristiani caldei, assiri, siri, armeni, turkmeni e yazidi. Tuttavia la partita intorno alla Piana di Ninive, l’area dove da secoli vivono le comunità cristiane, è ancora tutta da giocare e c’è chi non vede l’ora di mettere le mani sopra villaggi e città dell’area in cui stanno tornando i primi gruppi di cristiani cacciati dall’Isis alcuni anni fa.

( “La Voce e Il Tempo” )

Il contestatore pacato che diventò leader

di Pier Franco Quaglieni

Quando nacque la contestazione del 1967, Luigi Bobbio fu uno dei capi insieme a Rieser ,Viale, Donat Cattin. Ricordo  che ebbe il coraggio di interrompere una lezione di Giovanni Getto, un episodio che fece epoca. Io scrissi la mia solidarietà a Getto che mi inviò  una letterina di ringraziamento. Interrompere un pubblico servizio era reato,ma Bobbio vedeva le cose in termini rivoluzionari e quindi non poteva essere giudicato con criteri legalitari e borghesi come erano i miei. Veniva da una famiglia coltissima di sinistra e questo contava. Il padre Norberto era da sempre uno spirito problematico , aperto al confronto, ma la mamma  Valeria Cova era molto determinata nelle sue idee di sinistra. Non era semplice essere figlio del prof. Bobbio e frequentare Legge ,la facoltà in cui insegnava cotanto padre anche se allora non godeva ancora della notorietà che ebbe dalla fine degli anni 70.I suoi due fratelli sceglieranno il Politecnico e Medicina per non inserirsi nella scia del padre. Ebbi qualche scontro non personale, ma politico con lui. Nei primi mesi del 1968 avevo creato Riforma  democratica universitaria , un gruppo che si poneva in alternativa alla contestazione ,ma in una dimensione di rinnovamento dell’Universita’ . Esso piacque a Franco Venturi,ma non ad Allara,il Rettore fermo e coraggioso che cerco’ di arginare  la contestazione,abbandonato da tutti o quasi,se si eccettua il preside di Lettere Gullini.

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Non pensavo che si dovesse fare una battaglia di retroguardia ,ma si dovessero anche sollecitare riforme.  In fondo anche Allara la pensava così ,ma la violenza nei suoi confronti lo fece irrigidire nel suo rigore formale di giurista. Allora  ero iscritto alla Gli che simpatizzò , almeno all’inizio , per Marconi e Vaudagna che furono, ammesso che fosse possibile , l’anima liberale  di una contestazione violenta e quindi illiberale. Il Pli non mi sostenne, neppure i miei amici democristiani e socialisti  ebbero il sostegno del loro partito e RDU non riuscì ad incidere, malgrado il discreto consenso tra gli studenti moderati. Solo Fabrizio Chieli capi’ che i liberali non potevano sostenere i contestatori. Forse non cogliemmo che i contestatori condannavano insieme al Pci anche le mistificazioni ideologiche .Il loro guardare alla Cina e a Cuba ci impediva di cogliere aspetti positivi nelle loro posizioni.  Luigi Bobbio era un ragazzo timido che prese il coraggio a quattro mani e diventò un leader. Era anche innamorato di una ragazza  mingherlina ,ma affascinante come Laura Derossi che sposo ‘ già nel 1968. Non era un contestatore da ciclostile, ma da assemblea, da discorsi pacati ed anche entusiasmanti. Avrei voluto invitarlo in novembre a parlare in un convegno sul ‘67/68 a Palazzo Campana. Peccato che la morte improvvisa gli impedisca di esserci. Una morte crudele ed improvvisa a 73 anni. Poi fu tra i fondatori di “Lotta continua” di cui  scrisse anche una storia, e i miei rapporti con lui si ruppero. “Lotta continua” era un gruppo eversivo  responsabile dell’omicidio del commissario Calabresi.

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Ho rotto anche un’amicizia importante con un mio coetaneo che scelse LC. Per un liberale pannunziano era impossibile intrattenere rapporti con dei fanatici, anche se sarebbe ingiusto definire Luigi così perché la sua viva intelligenza non andava confusa con il settarismo triviale di altri. Vedo che ho già troppo scritto degli anni che precedettero (e prepararono) quelli di piombo ed ho fatto un’ingiustizia nei confronti di Luigi di cui il padre non mi parlò mai, mentre amava dirmi di Marco il medico nella cui casa di Pino era solito, specie d’estate ,trascorrere i fine settimana.  Sono stato ingiusto perché Luigi ha storicizzato quella vicenda senza  indulgervi come fece Aldo Cazzullo nel suo libro. Essere storici di se’ stessi e’ sempre molto difficile. Ma soprattutto va detto che  Luigi  ha  seguito una normale strada di professore senza carriere fulminanti, ma raggiungendo dei risultati scientifici importanti. I suoi allievi mi parlavano dell’umanità e del rigore scientifico del loro docente. Io purtroppo non ho la competenza per valutare i suoi studi, ma chi la possiede, mi disse spesso del suo valore di ricercatore e di docente. Una volta , qualche anno fa , mi incontro ‘ per strada e si complimentò con me per aver fatto apporre  tra mille difficoltà una lapide a Palazzo Campana per ricordare il nome del partigiano Felice Campana, cioè il  marchese Felice Cordero di Pamparato. Mi disse che non era giusto identificare quel palazzo solo con la contestazione. Un segno, un piccolo segno di chi e’ stato Luigi Bobbio che dal padre aveva acquisito l’onestà intellettuale che deve caratterizzare un uomo di cultura, al di là delle pur legittime scelte politiche.

Torino, eventi a cent’anni dalla rivoluzione d’Ottobre

Nella ricorrenza del centenario della Rivoluzione Russa, alcune tra le più note realtà culturali torinesi hanno deciso insieme di compiere una piccola grande rivoluzione: si sono riunite per elaborare un programma di eventi su quell’evento storico. Per più di un mese si succederanno iniziative di vario genere legate all’Ottobre del 1917: dibattiti, presentazioni di libri, concerti, proiezioni di film, mostre, spettacoli teatrali, poetry slam e perfino un pjset (musica + poesia). La data di inizio della Maratona Rivoluzionaria 1917-2017”  è fissata per mercoledì 11 ottobre, presso il circolo FuoriLuogo, con la proiezione del film Sciopero di Ejzenštejn, mentre sabato 14 ottobre al circolo Poski Kot si terrà il primo incontro dal titolo “Memoria del Grande Ottobre in epoca di movimenti colorati”. Tra il 27 e il 29 ottobre il circolo La Cricca alternerà proiezioni di film, tra cui rari cartoni animati degli anni ‘20, alla messa in scena di brani letterari tratti dai più significativi scrittori dell’epoca, fino a tornei scacchistici sullo sfondo d’immagini e musica. La programmazione dell’Unione Culturale prevede la proiezione e presentazione critica di una serie di film scelti per l’originale sguardo sul quotidiano e realizzati tra gli anni ’20 e ’30. Presso il Polo del ‘900, l’UC organizza anche un incontro sull’impossibilità della memoria del ’17 nella Russia di oggi con gli studiosi Maria Ferretti (Università della Tuscia) e Alexis Berelowitch (EHESS). Il ciclo di proiezioni è a cura di Eugenia Gaglianone e Daniela Steila con la collaborazione di Elisa Baglioni. Da non perdere, oltre alle iniziative dedicate all’arte figurativa, il reading “Aleksandr Blok, I dodici” a cura dell’Associazione Culturale Russkij Mir, così come Ottobre musicato live dal gruppo Atem al circolo ARCI Sud. L’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, presso il Polo del ‘900, propone due importanti capolavori accostando animazione (Jurij Norshtejn) e documentario (Dziga Vertov), mentre grazie al cinema Romano il pubblico potrà riscoprire Noi vivi. Addio Kira di Goffredo Alessandrini. Dal 7 all’11 novembre il Convegno internazionale, organizzato dal Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, “Dopo la Rivoluzione. Strategie di sopravvivenza nella Russia dopo il ‘17” costituirà un momento scientifico di maggiore approfondimento.