ilTorinese

Torino, docente aggredito da due studenti all’Istituto Romolo Zerboni

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Un grave episodio di violenza si è verificato questa mattina all’Istituto Superiore Romolo Zerboni di Torino. Intorno alle 10:30, presso la sede di via della Cella, nel quartiere Madonna di Campagna, un docente è stato aggredito da due studenti. Un’aggressione analoga era già avvenuta nelle scorse settimane nello stesso istituto.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’aggressione non sarebbe avvenuta durante una normale attività didattica, come inizialmente ipotizzato, ma in seguito a un intervento dell’insegnante per allontanare i due ragazzi dagli spogliatoi della palestra, dove si trovavano senza autorizzazione. A quel punto, uno degli studenti avrebbe colpito il docente con uno schiaffo, mentre l’altro lo avrebbe minacciato e insultato. Il docente non ha riportato ferite gravi.

“Cercava la luce”: intervista a Roberto Saviano sulla ragazza che sfidò la ‘ndrangheta per amore

 In un’epoca in cui le parole sembrano spesso svuotarsi di significato, il nuovo libro di Roberto Saviano, L’amore mio non muore, edito da Einaudi, risuona come un grido di speranza e di denuncia. Il titolo stesso, carico di una potenza e di un’urgenza straordinarie, annuncia il dramma e la bellezza di una storia che va oltre la cronaca, toccando le corde più intime dell’animo umano. Dopo aver conquistato il pubblico al Salone del Libro di Torino, Saviano torna nella città piemontese, precisamente al Teatro Colosseo, il 22 maggio, per raccontare una storia che mescola l’amore, la morte e la lotta alla malavita. Una narrazione che, purtroppo, non ha il conforto della finzione, ma che è la cruda e struggente verità di una giovane donna che ha avuto il coraggio di opporsi alla ‘ndrangheta, pagando un prezzo altissimo. Il libro racconta la vita di Rossella Casini, una giovane fiorentina che, a vent’anni, si innamora di Francesco, uno studente calabrese lontano da casa. Quell’amore, come un uragano, la trascina dalla sua città natale fino in Calabria, dove scopre che la famiglia del suo amato è legata a una potente cosca della ‘ndrangheta, la ‘ndrina della piana di Gioia Tauro. Un amore che, purtroppo, non basta a proteggerla dalla violenza del mondo che le si svela, e che la costringerà a fare scelte impossibili. Rossella si batte per fermare una faida sanguinaria, chiede verità e giustizia, senza risparmiarsi, mettendo a rischio la sua stessa vita. La sua è una lotta che sembra condurre verso l’ineluttabile, ma che al contempo rivela il coraggio di una ragazza che non si arrende mai alla paura. La storia di Rossella emerge, quasi per caso, da una vecchia fotografia, l’unica testimonianza rimasta di una vita breve ma intensissima. È grazie all’instancabile lavoro di due giornaliste che la sua vicenda riemerge, trovando infine il suo posto in questo libro di Roberto Saviano, che fin dal primo incontro con il racconto ne percepisce la forza. Saviano, nell’introdurre la storia di Rossella, non può fare a meno di riflettere su quella sensazione che provano i pochi che, come lui, si avvicinano a una storia che li segnerà per sempre. “Per la prima volta,” racconta l’autore, “al di là dell’aspetto criminale, provavo un reale interesse verso l’amore che muoveva Rossella.” In quelle parole c’è il contrasto tra la sua visione della vita e quella di Rossella: “Lei prova qualcosa che non sono più in grado di provare, è fiduciosa, io diffidente. Lei cerca la luce, io il buio.” Ma Rossella, pur nella sua fragilità, ha vissuto con la pienezza dell’essere umano che ama senza riserve. Saviano ci ricorda che è necessario restituire alla fase dell’innamoramento la dignità che merita, perché, a dispetto delle ombre che talvolta la vita ci getta addosso, l’innamoramento è un atto di speranza che sfida l’impossibile. Rossella lo ha fatto fino in fondo, vivendo e amando con una purezza che oggi sembra utopica.

Rossella ha combattuto per un’idea di felicità che aveva il volto e il nome di Francesco. Dalla profonda immersione che hai avuto nella sua storia, credi che, almeno per un momento, Rossella sia riuscita a essere davvero felice?

Sin dall’inizio della loro relazione, Rossella sembra toccare con mano una felicità autentica. È forse proprio quell’istante di luce a spingerla a sfidare il buio, a opporsi a alla faida che inghiotte tutto. La sua battaglia, condotta quasi a mani nude, nasce da un atto d’amore, non di ingenuità. La colpa non è sua: la responsabilità morale ricade su chi l’ha isolata, manipolata e infine condannata. La felicità, per Rossella, non era un’illusione, ma un’urgenza. E la sua fede nella possibilità di fermare una faida millenaria – qualcosa che spesso neanche lo Stato riesce a fare – la dice lunga sulla forza del suo sentire.

C’è un episodio, tra tutti, che incarna il senso più profondo della sua lotta?

Uno su tutti: il giorno in cui Rossella bussa alla porta di un boss per chiedergli di fermare la faida. Lo fa in nome dell’amore. Lo fa perché crede, con tutta se stessa, che la sua felicità con Francesco meriti una possibilità. Quel gesto non è solo disperato: è radicale, è totale, è umano.

Un gesto folle o un atto d’onore? Come lo definiresti?

Entrambi. Per qualcuno è incoscienza, per altri eroismo. Di certo c’è coraggio. Chi lo giudica un gesto ingenuo ha le sue ragioni: in un contesto così violento, quell’atto può apparire insensato, persino suicida. Ma Rossella non era semplicemente incosciente: era determinata. Voleva essere felice, e per questo si è assunta ogni rischio. “Io voglio vivere, voglio amare, voglio che tutto questo finisca”, sembrava dire. E nella sua voce c’era la voce di chi sa che la felicità, a volte, è una battaglia da combattere fino in fondo.

Valeria Rombolà

+Europa Torino: “È inaccettabile la partecipazione di Francesca Albanese alle OGR”

Riceviamo e pubblichiamo il commento di Andrea Turi, coordinatore di +Europa Torino
“È inaccettabile la partecipazione di Francesca Albanese a un evento pubblico alle OGR di Torino, martedì 27 maggio, alla luce delle gravi vicende mediatiche che la riguardano.

Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina, secondo l’ultimo report dell’organizzazione per i diritti umani UN Watch, avrebbe ricevuto finanziamenti da organizzazioni pro-Hamas – fondi inizialmente non dichiarati e successivamente rivendicati – per viaggi e attività pubbliche all’estero.
Il fatto che tali risorse avrebbero sostenuto la sua partecipazione a conferenze e campagne apertamente contro Israele, e che la stessa Albanese sia autrice di pubblicazioni schierate in maniera univoca nel conflitto israelo-palestinese, mina gravemente la credibilità e l’imparzialità del suo ruolo.
La funzione che ricopre richiede integrità, trasparenza e neutralità. Elementi che, alla luce dei fatti emersi, risultano gravemente compromessi.
La sua presenza in un contesto pubblico come questo rappresenterebbe una grave mancanza di rispetto verso il principio di imparzialità e verso un’intera comunità – anche quella che spesso dissente dalle scelte del governo di Israele – ma che rifiuta ogni ambiguità rispetto a chi riceve sostegno da organizzazioni terroristiche.
Per questo chiediamo con fermezza che gli organizzatori dell’evento previsto alle OGR di Torino rivedano la loro scelta e rimuovano Francesca Albanese dalla scaletta degli interventi.”

Andrea Turi

Torna “UWA Ugi weekend ad Alassio”

Anche quest’anno si ripete l’iniziativa che consentirà ai bambini in cura a Torino, ospiti di Ugi, di trascorrere un fine settimana in una rinomata località marina ligure

Dopo il successo della prima edizione si ripeterà anche quest’anno il weekend “UWA Ugi Weekend ad Alassio”, iniziativa che consentirà ai bambini in cura a Torino, e ospiti di Ugi (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV), di trascorrere un intero fine settimana in una delle località marittime liguri più rinomate della riviera di ponente. Saranno sei i nuclei famigliari ospitati e 22 persone in tutto. Il progetto nasce da un’idea di Davide Revello, “Balneare da oltre 30 anni”, che ha messo a disposizione nei giorni 24 e 25 maggio i suoi Bagni Corner Beach per i bambini accompagnati da fratellini e genitori. Come l’anno scorso, in ologramma due giorni di intrattenimento e giochi, il tutto in forma rigorosamente gratuita, grazie al prezioso contributo degli sponsor. Tante novità per questa edizione, alla quale hanno voluto partecipare anche nuove personalità dell’imprenditoria, sia torinese che ligure.

“In inverno trascorro la maggior parte del mio tempo a Torino – spiega Davide Revello – sono stato colpito dalla realtà di Ugi, che ho imparato a conoscere molto bene, e mi sono imposto di fare qualcosa per questi bambini che ogni giorno combattono una battaglia difficilissima. Ecco allora l’idea di regalare loro un intero weekend di relax e spensieratezza, mettendo a disposizione il mio stabilimento e il mio staff, composto dai miei figli Simone e Marco, sua moglie Barbara e tanti amici che si sono prestati a collaborare, come ristoratori, colleghi e albergatori della zona. Sono istruttore di nuoto, in passato ho lavorato nelle piscine con bambini disabili o malati. So quello che passano e cosa devono sopportare le famiglie. È importante dare una mano, e ogni gesto può fare la differenza”.

“Quello di Alassio non è solo un weekend al mare – spiega Emma Sarlo Postiglione, Segretario Generale Ugi – è un dono prezioso di normalità, di allegria condivisa, di tempo sereno per i nostri bambini e le loro famiglie. Occasioni come queste sono boccate d’ossigeno all’interno del difficile percorso che ogni giorno affrontano. Per questo vogliamo ringraziando con profonda gratitudine Davide Revello e tutti gli amici sostenitori, che hanno scelto di essere al nostro fianco”.

Mara Martellotta

Salute e benessere nell’arte e a tavola

Arte e cibo hanno da sempre un legame molto stretto, come stretto è il rapporto tra il cibo e la salute.

E proprio questo ha ispirato l’evento

 SALUTE E BENESSERE NELL’ARTE E A TAVOLA

che si terrà il 6 giugno prossimo, venerdì, a partire dalle ore 20.45 al piano terreno di Palazzo Dal Pozzo, corso XXV Aprile n 6, nel cuore di Moncalvo (Asti).

In questa storica location, dimora signorile, sotto gli splendidi soffitti affrescati da Pietro Fea, la serata si snoderà in due momenti, coordinati dal giornalista Massimo Iaretti.

Nella prima parte Lia Carrer, docente di lettere illustrerà quella che nei secoli è stata la presenza del cibo nell’arte, soffermandosi in particolare sui secoli ‘400 – ‘700. Il cibo del resto è essenziale per la sopravvivenza del genere umano ma è anche uno dei grandi piaceri della vita. Non deve, pertanto, sorprendere che frutta, verdura, carne, bevande, siano stati soggetti comuni nella pittura nei secoli dall’epoca etrusca sino ad oggi.

Ma il cibo, soprattutto nella nostra società odierna, può anche essere oltre che un piacere, una fonte di problemi, soprattutto se male somministrato, di incerta provenienza o assunto in eccesso. Di qui la necessità più volte ribadita, a livello medico-scientifico, di corretti stili di vita che vedono come prioritaria una sana alimentazione, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo.

Del concetto di bellezza e di benessere (meglio di ben essere come preferisce definirlo) parlerà Francesco Leva, medico Specialista in medicina interna e malattie del metabolismo che ha successivamente approfondito le sue competenze nel campo dell’endocrinosenescenza  e degli inestetismi causati da alterazioni ormonali. La sua passione per il settore lo ha portato a specializzarsi ulteriormente in medicina estetica e rigenerativa e a sviluppare anche notevoli competenze nel contrasto all’obesità che è una delle ‘piaghe’ della nostra società.

Chiuderà l’evento Riccardo Longo, medico dentista, esperto in identificazione personale DIV, coautore del protocollo Mydenos, che da una vita si occupa di estetica dentale e protesica e da sempre sul territorio è impegnato nella divulgazione di azioni chiave per la prevenzione e l’identificazione precoce del tumore del cavo orale.

La Giornata Nazionale del Cavallo in Piemonte

25 maggio 2025 si celebra la Quarta Giornata Nazionale del Cavallo

La Giornata Nazionale del Cavallo è un’idea della No-profit Passione Cavallo e nasce perché tutti, o quasi tutti, hanno la loro Giornata Nazionale. Tutti, meno il cavallo.

Così ci ha pensato Passione Cavallo creando, nel 2022, la Giornata Nazionale del Cavallo e noi di Club Cavallo Italia abbiamo abbracciato e gestiamo questo straordinario evento che rende, finalmente, omaggio al cavallo, a questo splendido animale al quale l’uomo deve moltissimo e che, senza di esso, non avrebbe mai raggiunto i traguardi odierni.

La Giornata Nazionale del Cavallo si celebra l’ultima domenica del mese di maggio di ogni anno, una data che ha grandi contenuti storici riferiti al cavallo; infatti, l’ultima domenica del mese di maggio del 1250 risulta essere la prima data conosciuta di quando l’uomo ha iniziato, in Italia, la sua lunga vita assieme al cavallo.

Nel 2025 la quarta Giornata Nazionale del Cavallo è il 25 maggio e in tutta Italia esistono uno o più luoghi dove celebrare e ricordare il cavallo.

Il Piemonte offre un Museo, una Passeggiata a Cavallo e un monumento.
Iniziamo con il Museo, il
Museo Storico dell’Arma di Cavalleria a Pinerolo, uno tra i più ricchi musei d’Arma di tutta Europa, straordinarie Passeggiate a Cavallo al Lago Maggiore tra i laghi più belli d’Italia e, visitare e scoprire la storia del Monumento Equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, noto col nome piemontese di Caval ëd Bronz (cioè cavallo di bronzo) a Torino.

Per sapere cosa fare e dove trascorrere la Giornata Nazionale del Cavallo nelle altre regioni d’Italia: https://www.clubcavalloitalia.it/cosa-fare-nella-giornata-nazionale-del-cavallo/ dove sono indicati i luoghi in ogni regione d’Italia, ordinate in elenco alfabetico.

Per ogni informazione: info@lagiornatanazionaledelcavallo.it

Club Cavallo Italia

 Voci e luoghi della Resistenza piemontese al Polo del ‘900

SABATO 24 MAGGIO 2025, ORE 10

POLO DEL ‘900 – Auditorium

Piazzetta Franco Antonicelli – Torino

80 anni dopo – Verso un Museo regionale

RESISTERE AL TEMPO, CONSERVARE LA MEMORIA

Voci e luoghi della Resistenza piemontese

Con un intervento di Valentino CASTELLANI

I luoghi della Memoria e della Resistenza del Piemonte si raccontano al pubblico e offrono un contributo di idee e di proposte verso la realizzazione del Museo “regionale” della Resistenza.

Sabato 24 maggio, alle ore 10, l’Auditorium del Polo del ‘900 (piazzetta Franco Antonicelli), a Torino, ospiterà l’incontro «80 anni dopo – Verso un Museo regionale. RESISTERE AL TEMPO, CONSERVARE LA MEMORIAVoci e luoghi della Resistenza piemontese», organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, dal Polo del ‘900 e dalla Rete tematica regionale della Guerra e della Resistenza.

Introdurrà i lavori Domenico Ravettivicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione.

Seguirà la proiezione del cortometraggio vincitore della 43° edizione del “progetto Storia contemporanea” realizzato dagli studenti del Liceo Cavalieri di Verbania e dedicato alla figura della partigiana musicista e ministra della libera Repubblica dell’Ossola Gisella Floreanini.

Interverranno i rappresentanti di Alpette (Torino), Benedicta (Alessandria), Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Colle del Lys (Torino), Cumiana (Torino), Ornavasso (Vco), Paraloup (Cuneo) Pozzol Groppo (Alessandria), Rocchetta Ligure (Alessandria), Verbania Fondotoce (Vco), Vesime e Vinchio (Asti).

È previsto un intervento di Valentino Castellani.

 

Dichiara Domenico Ravetti: «Per conoscere il Piemonte basta recarsi a visitare i tanti luoghi in cui si custodisce la memoria della lotta di Liberazione e dove si sono forgiati i principi della nostra Costituzione. Per questo crediamo nella necessità che il Museo Diffuso della Resistenza di Torino si trasformi in un “Museo del Piemonte”, venendo così a svolgere un ruolo di regia e di coordinamento. Un museo “regionale”, con protagonisti gli Istituti storici della Resistenza ma anche le Province e i Comuni, cosicché i nostri luoghi della Memoria possano essere potenziati dal punto di vista culturale e turistico (pensiamo ai sentieri partigiani e agli ecomusei), trovando anche il modo per meglio conservare e valorizzare archivi e raccolte private che in taluni casi rischiano di andare disperse. Abbinando l’anima multimediale e immateriale dell’attuale Museo Diffuso di Torino, con tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, indispensabili per coinvolgere le generazioni più giovani, con l’anima materiale, che è quella che troviamo nei vari musei, case della Resistenza, memoriali e sacrali».

 

Castelli Aperti: “Tutti colori della Cultura”

 

Nel 2025, il progetto Castelli Aperti celebra trent’anni di attività con un’edizione speciale che unisce storia, creatività e partecipazione. Nata per promuovere e rendere accessibile il vasto patrimonio di castelli, borghi, dimore storiche e musei del Piemonte, l’iniziativa ha coinvolto in tre decenni centinaia di luoghi e migliaia di visitatori, diventando uno degli appuntamenti culturali più longevi e riconoscibili della regione.

Per festeggiare questo importante anniversario, nasce “30 anni di Castelli Aperti – Tutti i Colori della Cultura”, un progetto diffuso che dal 25 maggio al 29 giugno propone cinque weekend tematici, ciascuno ispirato a un “colore” simbolico e a un’esperienza culturale diversa: il teatro, il mistero, la musica, la natura, il romanticismo. Un viaggio emozionante tra le tante anime della cultura, declinato nei luoghi più affascinanti del Piemonte.

Il primo appuntamento di questa rassegna si terrà proprio domenica 25 maggio a Pamparato, in provincia di Cuneo, con “CASTELLI IN SCENA”, la sezione dedicata al colore del teatro. Il borgo, incastonato tra i boschi della Val Casotto, diventerà palcoscenico per lo spettacolo itinerante “Impronte di storia a Pamparato”, una produzione originale del Teatro delle Dieci, con la regia e drammaturgia di Fulvia Roggero. Gli attori, in costume d’epoca, guideranno il pubblico tra le vie, le piazze e il castello, dando voce a personaggi realmente esistiti e a vicende che hanno segnato la storia locale. Uno spettacolo immersivo ed emozionante, che si svolgerà in quattro repliche (ore 11.00, 15.00, 16.30 e 18.00), con prenotazione consigliata sul sito www.castelliaperti.it. L’inaugurazione perfetta per una rassegna che mette al centro il potere evocativo della parola, della scena e della memoria.

Nel giorno d’apertura della manifestazione, anche la provincia di Torino propone diverse opportunità di visita che valorizzano l’eleganza architettonica e paesaggistica delle sue dimore storiche.

Arignano, il maestoso Castello delle Quattro Torri, tra i più scenografici del torinese, apre le sue porte con visite guidate alle ore 15.00. Il parco sarà visitabile dalle 14.00 alle 17.00. L’ingresso è di 10€ intero e 5€ ridotto, per un pomeriggio che unisce storia, natura e bellezza paesaggistica.

Caravino, si potrà visitare il meraviglioso Castello e Parco di Masino, proprietà del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano. Aperto con orario continuato 10.00 – 18.00, il sito offre un itinerario tra architetture nobiliari, giardini storici e collezioni d’arte. L’ingresso combinato castello + parco costa 15€ intero8€ ridotto. Gli iscritti FAI entrano gratuitamente.

Chieri, nella frazione Pessione, sarà eccezionalmente aperto il Castello di Castelguelfo, con visite guidate alle ore 11.00 e 15.00. L’ingresso è di 10€ intero e 6€ ridotto: un’occasione speciale per scoprire una dimora privata normalmente non accessibile al pubblico, tra affreschi, stanze storiche e un parco suggestivo.

Infine, a PiossascoCasa Lajolo, elegante residenza con giardino all’italiana e orto-giardino storico, sarà visitabile con tour guidati dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00. L’ingresso è di 10€ e comprende l’accompagnamento a cura dei Ciceroni, per una visita attenta ai dettagli artistici, botanici e storici della villa.

Per informazioni dettagliate e aggiornamenti su tutte le aperture: www.castelliaperti.it

Info e contatti
www.castelliaperti.it | info@castelliaperti.it
https://www.facebook.com/castelli.aperti/ | https://www.instagram.com/castelliaperti/

Villa Gualino, nello storico edificio torinese una struttura senior living per over 65

Invimit SGR S.p.A., società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un’offerta ricevuta da un operatore per la locazione di una porzione a destinazione alberghiera di Villa Gualino, a Torino. L’immobile, una villa storica vincolata risalente al 1929 e voluta dal finanziere e mecenate biellese Riccardo Gualino, sarà destinato alla realizzazione di una struttura senior living per persone autosufficienti over 65.

La porzione interessata, attualmente inutilizzata, si estende su una superficie di 8.000 mq ed è stata conferita a Invimit all’inizio dello scorso anno dalla Regione Piemonte, con l’obiettivo di valorizzarla. L’avvio della procedura rappresenta un importante passo per restituire funzionalità e valore al complesso, generando al contempo benefici economici e sociali per la collettività.

Il contratto di locazione prevede una durata di 20 anni più un’opzione di rinnovo per ulteriori 5, con un canone progressivo nei primi due anni e a regime dal terzo anno. L’offerta è stata pubblicata in conformità con le procedure vigenti, al fine di consentire la presentazione di eventuali offerte migliorative entro 60 giorni dalla data di pubblicazione.
Tutti i dettagli e le modalità di adesione sono disponibili nella sezione Vetrina immobili del sito di Invimit.