ilTorinese

Un nuovo piano regolatore per Torino. Le linee guida approvate dalla Giunta comunale

Con oltre 300 interventi al via grazie ai 600milioni di fondi Pnrr e ai 148milioni di risorse Pn metro plus e l’avvio della progettazione per la metro 2, la Città di Torino entra in una nuova importante fase di trasformazione, tra grandi opere e manutenzioni. Torino cambia e, per accompagnare adeguatamente questo cambiamento e progettare la città del futuro, la giunta comunale ha approvato  le linee guida per dotarsi di un nuovo piano regolatore generale.

 

Il Piano è il principale strumento dell’Amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.
La delibera approvata definisce gli obiettivi per la predisposizione del Progetto Preliminare del Nuovo Piano, declinati secondo le vocazioni strategiche della Città.

“L’ultimo piano regolatore che Torino ha avuto– spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– ha consentito negli anni la trasformazione di molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarla dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente tuttavia che oggi uno strumento pensato negli anni ‘90 non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico. Ci sono tutti i presupposti per auspicare il rilancio dell’architettura cittadina e nuovi bei progetti urbanistici, che faranno di Torino una città sempre più attrattiva”.

Tra le linee di indirizzo nel documento spiccano, tra le altre, la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni, con il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, valorizzando i mercati anche come occasione di presidio del territorio. Prioritario il tema della riduzione dell’impatto ambientale per la lotta al cambiamento climatico. In particolare, ai fini del contenimento del consumo di suolo libero, il nuovo piano dovrà incrementare gli elementi dell’ambiente naturale che forniscono servizi ecosistemici, privilegiando trasformazioni di aree con suolo già consumato, favorendo la rigenerazione di nuovo suolo libero e permeabile, promuovendo opere di mitigazione del rischio idrogeologico e di riduzione dell’effetto isola di calore, salvaguardando le aree agricole, prevedendo un sistema naturale di valenza metropolitana. Grande attenzione anche alla mobilità: il nuovo piano regolatore dovrà prendere atto di una rete di Trasporto Pubblico Locale su ferro che includa le due linee di metropolitana e il Sistema Ferroviario Metropolitano, prevedendo modalità efficaci di prolungamento degli assi esistenti e di connessione con gli altri servizi di trasporto pubblico al fine di servire la più alta percentuale di territorio comunale. Dal 1995, poi, Torino ha diversificato attivamente la sua economia. Il nuovo strumento dovrà quindi accompagnare lo sviluppo della città promuovendo l’utilizzo di tecnologie specializzate per affrontare questioni legate alla società, all’ecologia e alla morfologia. Uno dei passaggi chiave sarà quello di accogliere la tecnologia dell’Urban Digital Twin, un “gemello digitale” per consentire analisi urbane più avanzate, simulazioni di trasformazione del territorio, facilitare l’accesso a informazioni georeferenziate da parte di professionisti e cittadini, implementare dati raccolti in tempi e modi differenti.
Il nuovo piano dovrà accrescere le potenzialità della metodologia di valutazione dell’impatto sociale che l’Amministrazione sta già sviluppando, necessaria nel riportare con efficacia le trasformazioni urbane alla loro capacità rigenerativa e, nella peculiarità di una città che si trova oggi con un numero di abitanti di molto inferiore a quanto previsto alla fine del secolo scorso, dovrà mettere in campo strumenti e strategie per riallineare offerta e domanda di abitazioni e per costruire un sistema residenziale – pubblico e privato – adeguato agli studenti e ai giovani lavoratori, costruendo le condizioni perché possano rimanere in città. Sarà un piano connesso con la crescita e il governo della Torino Metropolitana, che incentivi la cooperazione tra gli attori e gli enti della prima e seconda cintura. Dovrà incoraggiare lo sviluppo ad uso misto, che combini destinazioni residenziali, commerciali, terziarie e per la produzione evoluta rendendo possibile la coesistenza delle funzioni nelle diverse parti di città, al fine di aiutare a creare quartieri vivaci ed economicamente diversificati che attraggano una vasta gamma di abitanti e di imprese. L’Amministrazione ha già attivato una precisa politica volta a favorire usi temporanei degli spazi dismessi per attività culturali, sociali e ricreative e il nuovo piano regolatore generale avrà l’obiettivo di consolidare e sistematizzare questa fase prodromica delle trasformazioni.

Il processo di redazione del nuovo piano regolatore sarà corale, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e della società civile nel suo insieme: portatori di interesse sociale ed economico, abitanti e utenti della città, associazioni e corpi intermedi, enti pubblici ed esperti.

Il lavoro partirà già da domani. Mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, infatti, la sede di Urban Lab in piazza Palazzo di Città 8f ospiterà “Torino cambia: un piano per la città” (programma in allegato). Due giorni di tavoli tematici non aperti al pubblico ma riservati a portatori d’interesse e addetti ai lavori, che potranno suggerire traiettorie di lavoro per la costruzione del nuovo piano. Insieme a questi gruppi di confronto sono in programma momenti di racconto della città attraverso le prospettive e le esperienze di esperti e realtà associative del territorio.

Tre degli appuntamenti in programma saranno aperti alla stampa: mercoledì 7 alle 18.30 a raccontare la sua visione di Torino sarà Amanda Burden di Bloomberg, urbanista e direttrice del Department of City Planning della città di New York dal 2002 al 2013, dove ha guidato una delle più grandi operazioni di pianificazione della città. Giovedì 8 giugno alle ore 12.30 il punto di vista sul futuro della città sarà quello dell’architetto e urban designer Cino Zucchi.
I lavori si chiuderanno ufficialmente giovedì 8 alle 18.30 in piazza Palazzo di Città quando il Sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore Paolo Mazzoleni presenteranno i primi esiti di questa attività di ascolto e confronto ai partecipanti e ai giornalisti.

Vestiamoci di meraviglia

LIBERAMENTE Di Monica Chiusano

Vestiamoci di meraviglia , laddove l’istinto ci sussurra il benessere per poter sognare.
Trovo affascinante che molta gente pianifichi le proprie vacanze con maggior cura di quanto solitamente programmiamo per la nostra esistenza.
Forse perché l’idea di poter evadere dai moti perpetui della vita ci viene più facile che cambiare veramente noi stessi …
Alla fine, la nostra più autentica natura ci porta innanzitutto ad essere viaggiatori sognanti …sempre in cerca di mete capaci di colorare anima, mente e corpo …il resto è solo una ricerca più lieve ed enigmatica che fondamentalmente ha poco valore.

Per un corretto uso dell’acqua. Odg di Biletta (Fi)

E’ stato approvato a Palazzo Lascaris un ordine del giorno di Forza Italia che prevede misure e azioni di efficientemente per contrastare la dispersione idrica e affrontare la siccità.  La prima firmataria Alessandra Biletta, vicecapogruppo degli azzurri in Consiglio regionale spiega che “l’ordine del giorno impegna la Giunta ad adottare uno strumento utile a sostenere gli enti pubblici, le organizzazioni sportive ed altri enti nella realizzazione di interventi tesi a garantire un corretto uso della risorsa idrica. Inoltre  rivede per gli impianti natatori il quantitativo d’acqua minimo da ricambiare giornalmente, ad assumere delle disposizioni regionali fissandolo all’1,5%”. 

 

Come evidenziato nel documento di Forza Italia, secondo dati Arpa, l’inverno 2021-2022 sul Piemonte è stato il terzo più caldo degli ultimi 65 anni con una anomalia positiva di temperatura media di +1.8°C e con un deficit percentuale medio di circa il 70%; e il livello di allerta idrico sta investendo un numero rilevante dei corpi idrici piemontesi, a partire dal fiume Po che ha portata dimezzata a Torino ed è ridotto, lungo tutto il percorso piemontese, a circa 1/3 della portata del 2021.

“Proprio per queste ragioni ,visti i ripetuti e prolungati periodi di siccità, che stanno assumendo ormai carattere strutturalmente patologico, con evidenti e problematiche ricadute anche su importanti comparti produttivi, a partire da quello agricolo e la necessaria tutela quantitativa della risorsa idrica è fondamentale intervenire in particolare sulle piscine che per loro natura necessitano dell’utilizzo di grandi quantità di acqua  . Diverse strutture sportive hanno in uso impianti antiquati, che non ctengono in alcun modo conto della dispersione idrica, a partire dalle docce, dai lavapiedi e dai sistemi di controlavaggio dei filtri e quindi questo ordine del giorno va a intervenire proprio su questi centri, offrendo un sostegno e un supporto per adeguarsi al cambiamento climatico”.  

A Torino protesi bioniche per quattro soldati ucraini

Grazie alla collaborazione tra Superhumans Center e Officina Ortopedica Maria Adelaide, i soldati ospitati nella Sala delle Colonne della Città di Torino hanno ricevuto gli ausili tecnologici di ultima generazione

Torino, 6 giugno 2023 Questa mattina, nella Sala delle Colonne di Palazzo Civico, si è tenuta la conferenza stampa dedicata alla storia di Roman, Mykola, Ruslan e Mykhailo, i quattro soldati ucraini ai quali sono state applicate protesi bioniche di ultima generazione dopo le gravi lesioni subite nel conflitto ancora in corso.

La Città di Torino ha accolto i soldati e ospitato l’incontroche ha visto la partecipazione della Fondazione Superhumans Center e dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide, le due realtà che hanno collaborato intensamenteper la realizzazione e l’applicazione degli ausili. Il 14 aprile, dopo soli otto mesi di lavori, è stato inaugurato il primo centro protesico Superhumans a Leopoli, alla presenza della first lady Olena Zelenska, e in quella occasione è nata la collaborazione con l’Officina Ortopedica di Torino, unica azienda italiana a partecipare alle partnership d’eccellenza che Superhumans Center ha attivato con i migliori specialisti del mondo per lavorare e consultarsi su interventi chirurgici di grande complessità.

Durante la conferenza stampa, alla presenza dei quattro militari, sono state raccontate le loro storie e mostrate le protesi tecnologiche messe loro a disposizione. Nello specifico, per Roman Kiyanets sono state realizzate due protesi: una meccanica per lavori pesanti ed una mioelettrica con la ricostruzione di tre dita; a Mykola Efimenko sono state applicate una protesi mioelettrica per il braccio con mano multiarticolata Covvi e una mano meccanica con la ricostruzione del pollice sinistro; a Ruslan Petrov è stata applicata una protesi meccanica con la ricostruzione delle cinque dita per lavori pesanti; per Mykhailo Bartoshik è stata realizzata una protesi mioelettrica con controllo attraverso i muscoli pettorali e dorsali, con la ricostruzione di tutti i livelli articolari (spalla, gomito, polso, dita) e con la mano multiarticolata Covvi.

Dichiara il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: Sono orgoglioso di dare il benvenuto a Torino a nome della Città e di tutti i torinesi a questi soldati, rimasti feriti nel terribile conflitto che da molti mesi mette a dura prova l’Ucraina e il suo popolo. Una guerra che avviene nel cuore dell’Europa e che la riguarda tutta. Oggi siamo qui per raccontare un esempio di eccellenza sanitaria della nostra Città e il sostegno che la nostra comunità è capace di offrire a chi si trova in difficoltà e combatte per garantire anche al nostro futuro libertà, prosperità e democrazia”.

Roberto Ariagno, Direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide: Il viaggio a Leopoli è stata un’esperienza molto profonda e importante sotto il profilo professionale ed umano. È motivo di grande orgoglio sapere che il nostro know-how è conosciuto e richiesto all’estero e sarà utile ai pazienti di un Paese così duramente colpito. Ringraziotanto gli amici di Superhumans Center per questa incredibile esperienza e opportunità. Abbiamo fatto del nostro meglio e continueremo a farlo”.

Olga Rudnieva, CEO Superhumans Center: Il centro Superhumans sta attirando la migliore esperienza internazionale in Ucraina. Purtroppo, ci mancano le competenze nelle protesi degli arti superiori e dobbiamo formare i nostri specialisti e trovare la soluzione migliore per i nostri pazienti. Avere tali partner ci consentirà di raggiungere entrambi gli obiettivi: accumulare le competenze necessarie e restituire la mobilità alle persone ferite dalla guerra”.

L’Autogiro d’Italia passa dal Piemonte

Partita ieri la quinta edizione dell’Autogiro d’Italia.  I circa cinquanta equipaggi hanno preso il via da Pisa, e  poi, dopo aver percorso Piazza dei Miracoli e transitato sotto  la torre più famosa del mondo  si sono addentrati nella bellissima Lunigiana.   Aulla, Pontremoli, Santo Stefano d’Aveto e Bobbio sono state le soste della giornata di oggi prima di arrivare a Piazza Duomo a Tortona.

Oggi partenza della seconda tappa da Tortona.  La carovana attraverserà  le Langhe ed arriverà al Museo dell’Automobile di Torino, città di arrivo della seconda tappa a partire dalle 17.

VISITA IL PERCORSO DELL’AUTOGIRO D’ITALIA 2023

Al via Cinemambiente, il potente linguaggio del cinema al servizio dei temi ambientali

Si è inaugurata ieri sera al Cinema Massimo e continuerà fino all’11 giugno la 26esima edizione del Festival CinemAmbiente, fondato e diretto da Gaetano Capizzi: il potente linguaggio del cinema al servizio della sensibilizzazione dei temi ambientali. A scuotere le coscienze ci pensa subito Luca Mercalli in apertura di serata con il suo consueto report in cui ha delineato, con autorevoli infografiche e cartine tematiche da quelle della NASA a quelle di Copernicus, lo stato di salute del Pianeta. Al centro della sua analisi le cosiddette “frustate del clima”, cioè il passaggio repentino da prolungati periodi secchi a fenomeni temporaleschi estremi, con rimandi alle recenti alluvioni catastrofiche che hanno colpito l’Italia. A seguire l’intervento dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole, in dialogo con il giornalista Luca Rolandi a introdurre il film d’apertura The Letter: a Message for Our Earth, diretto dal regista inglese Nicolas Brown e ispirato alla “Laudatosi’” di Papa Francesco.

Il Monsignor Repole ha ribadito come la questione ecologica sia prima di tutto una questione culturale e come nella nostra società consumista e individualista sia così difficile andare incontro ad un’alleanza tra i popoli che sia focalizzata sul benessere ambientale di ciascuno. Il film, girato anni dopo l’enciclica del pontefice del 2015, ovvero la “lettera” indirizzata a tutti gli abitanti del Pianeta sul tema dell’impatto sempre più allarmante dell’uomo sulla Terra, ha dato voce alle persone rimaste escluse nelle grandi conferenze sulla crisi globale. The Letter segue infatti le storie e il viaggio a Roma, su invito del Papa, di cinque persone simbolo delle vittime della crisi ambientale: un rifugiato climatico del Senegal, un leader indio dell’Amazzonia, una giovanissima attivista indiana, una coppia di scienziati statunitensi.

Dal loro dialogo con il Pontefice e dalle loro testimonianze emerge il quadro vivido della crisi planetaria e della sofferenza della Terra” con un’intensità nelle enunciazioni papali che rendono ogni giorno più impellente il suo appello a prenderci cura della nostra casa comune.

Prima dell’anteprima nazionale a Torino, il film è stato proiettato alla COP 27, al World Economic Forum di Davos, in svariati festival internazionali e in oltre 800 comunità in ogni angolo del Pianeta, e sostenuto da personaggi del mondo dello spettacolo come Leonardo Di Caprio e Arnold Schwarzenegger.. “Anche noi vogliamo contribuire alla massima diffusione di un film che ovunque ha dimostrato di avere un enorme potenziale nello scuotere le coscienze, riuscendo, in molti casi, in tanti luoghi a rischio, a innescare concrete iniziative a lungo termine in difesa dell’ambiente” ha sottolineato il direttore del Festival Gaetano Capizzi.

GIULIANA PRESTIPINO

Informazioni

L’ingresso e l’accesso a tutti gli eventi del Festival sono gratuiti. Sedi delle proiezioni e iniziative: Torino: Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema, via Giuseppe Verdi 18, tel. 011 8138574; Mole Antonelliana, via Montebello 20; Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino, via Po 17; Piazzetta Real

Pnrr Sanità, Piemonte in linea con gli obiettivi

Nel corso dell’incontro, richiesto dal capogruppo dei Moderati Silvio Magliano, il direttore del settore Coordinamento attuazione del Pnrr – Missione 6 dell’Assessorato Antonino Ruggeri ha spiegato che le risorse stanziate complessivamente per il Piemonte sono pari a 922,9 milioni di euro, al netto dei finanziamenti assegnati alle Aziende sanitarie locali per aggiornare i prezziari e le ulteriori programmazioni per le quali il riparto nazionale è in corso di definizione.

“A maggio 2023 – ha sottolineato Icardi – il Piemonte ha raggiunto tutti i target previsti ed è in corso di approfondimento l’intervento per la Casa di comunità di strada Villar Dora, a Torino, per valutare la possibilità di realizzarlo attraverso Scr. Riguardo all’Ospedale di Ovada, si è invitata l’Asl di Alessandria a voler interloquire con il professionista incaricato per definire in tempi rapidi una proposta di interventi di miglioramento sismico in coerenza con le finalità del programma, nei limiti di budget previsti nello studio di fattibilità a suo tempo redatto e posto a base del finanziamento Pnrr concesso per l’ospedale”.

I prossimi passi riguardano i Centri operativi territoriali (Cot), le Case e gli ospedali di comunità e gli interventi per l’antisismica: sono in corso confronti con le Aziende sanitarie regionali per rispettare i tempi di stipula dei contratti.

Per la sostituzione di grandi apparecchiature sono, inoltre, in corso i confronti con le Aziende sanitarie regionali per verificare il rispetto del target previsto (sostituzione entro settembre per un valore pari ad almeno il 50% della spesa finanziata), con il minimo impatto sulle prestazioni da erogare.

Presente ancora qualche criticità su digitalizzazione dei Dea e rilascio delle nuove funzionalità del fascicolo sanitario elettronico, mentre sono in corso approfondimenti, a livello nazionale, sulla possibilità di raggiungere pienamente il target per l’assistenza domiciliare integrata.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Magliano (Moderati), Domenico RavettiDomenico Rossi (Pd), Francesca Frediani (M40-Up), Gianluca Gavazza, il vicepresidente Cane (Lega) e Sarah Disabato (M5s).

Nel pomeriggio è proseguita la discussione degli emendamenti alla proposta di delibera sulla riqualificazione della rete ospedaliera dell’Asl Vco.
Il Partito Democratico, per voce dei consiglieri Alberto AvettaMonica CanalisDomenico RossiMauro Salizzoni e Daniele Valle, ha ribadito la critica sul metodo “che impedisce un confronto perché si è deciso di non convocare un Consiglio aperto e di non prevedere le audizioni in Commissione con i soggetti del territorio e del personale medico, svilendo così il ruolo di quest’ultima. Avevamo previsto la costruzione di nuovo ospedale e non la ristrutturazione degli esistenti. Mantenere due ospedali non ci sembra la soluzione migliore”.
Il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, ha letto una lettera firmata da 31 sindaci del territorio favorevoli alla ristrutturazione dei due ospedali di Verbania e Domodossola e ha sottolineato che “la passata Giunta di centrosinistra ha avuto 5 anni per costruire un nuovo ospedale e non c’è stato alcun atto concreto. Abbiamo 200 milioni a disposizione e siamo convinti che intervenire sulle strutture attuali sia la scelta migliore per il territorio, invece di puntare su un ospedale unico sui cui c’è ancora incertezza per la sede. In questo modo potremmo evitare anche la mobilità passiva verso la Lombardia”.

Autostrade da incubo: la Regione convoca i gestori

«E’ inaccettabile che nel fine settimana andare o tornare dal mare sia un calvario». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi sui disagi registrati nel fine settimana sulle autostrade tra Piemonte e Liguria a causa dei numerosi cantieri che hanno provocato lunghe code e rallentamenti. «Abbiamo chiesto ai gestori dei due collegamenti autostradali verso la Liguria un incontro urgente per conoscere il piano dei cantieri e le soluzioni che intendono mettere in campo per mitigare i disagi per coloro che per lavoro o per svago utilizzano le autostrade – spiegano Cirio e Gabusi – Siamo consapevoli che i lavori sono necessari per la sicurezza degli utenti, ma chiediamo di gestire i flussi in modo da ridurre i disagi soprattutto nelle giornate in cui, anche con l’avvicinarsi delle vacanze, le autostrade risultano maggiormente frequentate. L’obiettivo è individuare una soluzione già per i prossimi weekend»L’incontro è fissato per lunedì 12 giugno.

Tassisto a Moncalvo: vita e arte, un continuo rapporto di emozioni

LA MOSTRA E’ IN CORSO AL MUSEO CIVICO

La mostra dedicata a Mario Tassisto vuole riportare alla memoria uno dei più singolari artisti  monferrini del 900 affinché non si disperda il ricordo del suo grande talento.

Nato a Casale Monferrato nel 1919, egli  respirò fin da giovane il clima culturale di una città orgogliosa di aver dato i natali ad artisti famosi quali, tra i tanti, Martino Spanzotti, Pietro Francesco Guala e, ancora vivente, Leonardo Bistolfi.

Formatosi presso Gino Mazzoli, virtuoso ritrattista allievo di Giacomo Grosso, frequentò poi l’Accademia Albertina, abbandonata quando fu chiamato alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale,  ma non volle sottostare a regole accademiche, senza peraltro cedere a lusinghe di avanguardia, accolte più tardi per alcuni anni.

Piuttosto si nota, nel periodo giovanile, una affinità elettiva con Felice Casorati nel convenire che i valori autentici dell’arte figurativa non dovessero perdersi se portati avanti con stile innovativo.

Le opere giovanili, intorno agli anni trenta, sono trattate secondo la poetica del quotidiano, silenti paesaggi collinari del Monferrato, ritratti di persone solitarie, nature morte con oggetti semplici, frutta e verdura colte nell’orto sotto casa.

Particolarmente interessante il “Piatto bianco con uova” di influsso casoratiano, con purezza volumetrica ed essenzialità spaziale vista secondo la prospettiva dal basso in alto.

Uno stile più personale si delineò dal 1946 quando, tra i pochi superstiti dell’eccidio di Cefalonia e della prigionia in Germania, ritornò a Casale segnato dolorosamente nel corpo e nello spirito.

La tragica esperienza si ripercosse non solo nel suo carattere di per sè scontroso ma anche nella sua arte sostituendo alla visione naturalistica una visione interiore rivestita di ansiosa inquietudine.

A mio parere, contrariamente a quanti hanno considerato migliore il successivo periodo aniconico, è questa la fase più bella e sincera in cui mette a nudo con forza espressiva la propria anima, consegnata alle opere come una accorata confessione.

Sempre più solitario e scostante, si rifugiò in casa dedicandosi quasi completamente alla pittura degli interni in una atmosfera di travolgente espressionismo.

Ora in preda all’horror vacui dipingendo una ridondanza di mobili e oggetti di famiglia di alto valore  simbolico, quasi volesse riappropriarsi della vita precedente,  ora assalito da una stato claustrofobico espresso attraverso l’oppressiva violenza del colore non semplice complemento ma esso stesso forma.

E’ questo uno dei tanti casi in cui la conoscenza della vita di un artista è illuminante ed eloquente per la comprensione delle opere in cui si conciliano personalità umana ed energia creatrice.

Le varie fasi del percorso artistico diventano ricostruzione del conflitto con la realtà che lo spinge all’isolamento mentre l’istinto di sopravvivenza lo incita a gettarsi in una nuova sperimentazione,

Sono gli anni tra il 1957 e il 1962 in cui abbandona i temi dolorosi e strazianti come le crocifissioni, usando non più colori plumbei ma più vivaci e accostandosi all’arte gestuale istintiva.

Fu una scelta forse non tanto per forte convinzione quanto per scacciare l’oppressione dei ricordi tormentosi attraverso il radicale cambiamento di vita e di stile.

Si susseguirono apprezzate mostre in importanti gallerie all’estero e in Italia, in particolare ad Albisola nel 1962 insieme a Lucio Fontana,  Giuseppe Capogrossi, Emilio Scanavino ed altri famosi artisti.

Sicuramente Tassisto fu contagiato ed appagato dal frenetico clima della cittadina ligure dove gravitavano maestri ceramisti, futuristi, astrattisti, informali, spazialisti, e dove avevano casa Wifredo Lam, Tullio Mazzotti, Asger Jorn e il mitico gallerista Carlo Cardazzo che, con Milena Milani, aveva contribuito a lanciarli.

Nonostante si fosse inserito tra di loro, che lo avrebbero voluto ancora in altre occasioni, fu colpito nuovamente da una nuova crisi esistenziale che lo spinse a ritornare nel guscio protettivo della sua città natale lontano dal clamore.

Fu una sorta di crisi di coscienza, quasi incolpandosi di aver abbandonato l’ arte figurativa per l’aniconica sacrificando l’oggetto a favore della sola idea.

Il ritorno non fu più però in versione naturalistica del reale bensì come espressione del proprio sentire interiore.

Ogni tonalismo viene eliminato, le nature morte assumono bagliori cromatici azzardati, ne fa testo la stupenda “Zucca” antropomorfa simile ad un tragico volto, le figure umane hanno aspetto sofferente, i fiori scaturiscono come visioni apparse all’improvviso dal nulla, le maschere disumanizzate urlanti d’angoscia e gli autoritratti dallo sguardo sperduto sono specchio di malessere spirituale.

Il rapporto emozionale tra la vita e l’arte confermano Tassisto grande esponente del movimento espressionista novecentesco a cui hanno dato voce non solo pittori, scultori, incisori ma anche filosofi, letterati, musicisti.

Una esistenza, la sua, dedicata all’arte volta con stile personalissimo, senza per questo ignorare suggestioni di altri artisti che, essendo uomo di intelligenza e cultura, seppe cogliere e ricreare.

Lo si nota nello stupendo fregio materico, nell’atrio di un palazzo di Casale, in cui si sente l’eco del danese Asger Jorn nel risvegliare la concezione animistica del divenire del Cosmo a cui partecipa la creazione dell’artista, oltre allo slancio vitale bergsoniano come forza spirituale che gli permette di dominare la materia liberandone la potenzialità con forte carica espressiva.

Giuliana Romano Bussola