Mercoledì 13 novembre 2024 – La Reale Mutua si conferma dopo l’impresa del PalaDozza. La squadra di coach Boniciolli, dopo aver battuto la Fortitudo Bologna, trova un altro successo in trasferta, questa volta nel turno infrasettimanale a Lecce contro l’HDL Nardò Basket. Un’altra importante prova di carattere dei torinesi che, a fronte di una prima metà di gara molto faticosa specialmente in attacco, hanno nuovamente reagito al rientro dagli spogliatoi, alzando l’intensità nella metà campo difensiva e trovando la fluidità giusta in attacco. Sugli scudi per Torino, Ife Ajayi e Giovanni Severini con 20 punti a testa. Da segnalare anche Matteo Schina, in doppia cifra con 11 punti e una tripla importante per sigillare la vittoria nel finale, e una buona prova difensiva di Matteo Ghirlanda (4 recuperi). Il risultato finale è 68-74.
QUINTETTI
Nardò: Woodson, Mouaha, Nikolic, Stewart, Iannuzzi
Torino: Schina, Taylor, Severini, Ajayi, Seck
Inizio con le polveri bagnate per Torino, che dopo un primo break incoraggiante si ritrova ad inseguire una Nardò trascinata dal suo leader Woodson. Si gioca a ritmi abbastanza contenuti, i gialloblù fanno fatica a prendere confidenza in attacco, Nardò allunga sul +8 e coach Boniciolli decide di parlarne con i suoi giocatori. Torino non cresce e chiude la prima frazione in svantaggio 20-13.
Avvio di secondo quarto da incubo per Torino che subisce un parziale di 8-0 dalla formazione pugliese: in un amen i torinesi si trovano sul -15 e coach Boniciolli deve chiamare timeout. Torino interrompe un digiuno di quasi 4 minuti con un canestro in contropiede di Gallo, ma i gialloblù continuano a litigare con le percentuali dall’arco, sbagliando anche tiri ben costruiti e facendo quindi molta fatica a ricucire lo strappo. Si va negli spogliatoi sul punteggio di 35-24, con Torino che paga le pessime percentuali dalla distanza (3/16).
Torino mostra segnali di crescita alla ripresa dei giochi, con Severini che ritrova il canestro dall’arco e Ajayi a mettere pressione alla difesa avversaria. I gialloblù rientrano così in singola cifra di svantaggio anche se il bonus raggiunto troppo presto e i rimbalzi in attacco concessi rallentano il tentativo di rimonta. Pian piano la Reale Mutua rientra progressivamente in gara, toccando il -3 con un Ajayi sempre più coinvolto e incisivo in attacco e un buon contributo da parte di Ghirlanda nella metà campo difensiva. Il terzo periodo si chiude sul 52-49.
Entra benissimo in campo la Reale Mutua in apertura di quarto quarto, trovando subito la spinta dalla difesa – ancora con un ottimo Ghirlanda – per lanciare l’attacco e trovare il vantaggio. Torino ha l’inerzia dalla sua parte e riesce così a piazzare un parziale di 15-0 per allungare fino al +12 (52-64) con Severini che si scalda dall’arco e sale in cattedra. Nardò però non si dà per vinta e si riavvicina in maniera pericolosa con Woodson e Iannuzzi (68-70 a poco meno di un minuto dalla fine), ma Schina respinge il tentativo di rimonta granata con una tripla che tiene al sicuro il vantaggio e la vittoria. Finisce 68-74.
Coach Boniciolli nel postpartita: “Partita vinta con l’intensità difensiva e la pazienza, per certi versi in modo simile alle vittorie conquistate fuori casa a Cento e Bologna. È stata fondamentale per noi la condizione fisica che ci ha permesso di reagire nel secondo tempo. Abbiamo giocato un primo tempo imbarazzante, sbagliando tanti tiri anche ben costruiti, ma i ragazzi sono stati bravi a non perdere fiducia e hanno segnato 50 punti nella ripresa. Oggi Schina e Severini sono stati protagonisti, Ajayi è stato straordinario, ma voglio citare Matteo Ghirlanda che ha girato completamente l’inerzia della partita, cambiando su tutti i ruoli in difesa e lottando a rimbalzo.”
HDL Nardò Basket – Reale Mutua Torino 68-74 (20-13, 15-11, 17-25, 16-25)
HDL Nardò Basket: Aristide Mouaha 16 (1/2, 3/8), Antonio Iannuzzi 15 (6/8, 0/0), Avery Woodson 13 (1/1, 3/11), Michele Ebeling 5 (0/0, 1/6), Lorenzo Donadio 5 (1/1, 1/2), Wayne Stewart jr 4 (2/5, 0/2), Ruben Zugno 4 (0/2, 0/3), Elhadji Thioune 4 (1/2, 0/0), Lazar Nikolic 2 (1/2, 0/1), Jacopo Rapetti 0 (0/0, 0/0), Paolo Montinaro 0 (0/0, 0/0), Nicolo Flores 0 (0/0, 0/0). Tiri liberi: 18 / 24 – Rimbalzi: 33 10 + 23 (Antonio Iannuzzi 11) – Assist: 8 (Avery Woodson 5).
Reale Mutua Torino: Ife Ajayi 20 (6/6, 2/4), Giovanni Severini 20 (2/3, 5/9), Matteo Schina 11 (2/4, 2/3), Kevion Taylor 8 (2/4, 1/7), Matteo Ghirlanda 4 (1/2, 0/1), Antonio Gallo 4 (1/4, 0/0), Fadilou Seck 3 (1/1, 0/0), Aristide Landi 2 (0/0, 0/1), Maximilian Ladurner 2 (1/1, 0/0), Matteo Montano 0 (0/3, 0/1). Tiri liberi: 12 / 20 – Rimbalzi: 28 3 + 25 (Ife Ajayi 7) – Assist: 14 (Ife Ajayi 5).
UFFICIO STAMPA REALE MUTUA BASKET TORINO
Picchia a caso cinque persone incontrate per strada
Un quarantenne è stato arrestato dalla polizia per aver picchiato 5 persone a caso che ha incontrato per le strade di Biella: agli agenti ha detto di aver capito che i malcapitati ce l’avevano con lui.
Uno degli aggrediti ha riportato la frattura del setto nasale.
Le aggressioni son avvenute in giorni diversi con vittime scelte a caso.
NOTIZIE DAL PEIMONTE
Domenica 10 novembre scorso, presso il Caramella Choco Bistrot, all’interno del calendario di incontri del salotto letterario ideato da Paola Caramella, gli autori Ilenia Dell’Aquila e Fabio Partemi hanno presentato i loro libri, rispettivamente il romanzo “Sussurri dall’anima” e la silloge “Incendi-poesie indocili”, alla presenza della giornalista Mara Martellotta e dell’avvocato Alberto Cochis, che hanno tenuto le redini di un’intensa presentazione. Dell’Aquila e Partemi hanno saputo toccare corde emotive profonde attraverso pensieri e riflessioni che si possono definire “universali”, lo straordinario legame di parole che un letterato consapevole dona al lettore, creando una sorta di specchio che accomuna le vite di ognuno di noi.
L’importanza della parola sembra essere il fil rouge che unisce due opere sostanzialmente diverse, sorelle nella capacità di “creare mondo”, un pensiero che ci riporta alle “Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, fondamentale per creare il mondo che li circondava. Forse le parole sono soltanto l’ombra delle cose che vogliono rappresentare, ma il gesto dello scrivere ci conduce all’epoca dei primi uomini, al momento in cui nella pittura rupestre si potevano scorgere i prodromi di quella che oggi chiamiamo scrittura, al momento in cui dal ballo e dal canto nacque la poesia.
Nel romanzo di Ilenia Dell’Aquila “Sussurri dall’anima” si viene guidati nell’inconscio di Aura, la giovane ragazza protagonista della vicenda (e che assume quasi la funzione di Virgilio nella Commedia dantesca), affetta da una malattia che le ha strappato violentemente la vita da adolescente. La parola diventa luce che illumina di coraggio, che elenca (cito Carlo Emilio Gadda) tutto ciò che prima era ombra della notte, abbattendo muri, scoprendo segreti.
Le poesie di Fabio Partemi, contenute nella silloge “Incendi-poesie indocili”, si immergono in tutti quegli stati d’animo ricchi di vuoto, assenze amorose e estraneità dal mondo in cui si vive. I versi paiono rappresentare la salvezza dell’uomo, ancor prima che del poeta, e contemporaneamente la condanna che il fanciullino presente in ogni poeta rappresenta verso la bellezza. Tutto il simbolismo che riguarda la natura riporta alla mente il pensiero del poeta John Keats, per il quale “il poeta è l’essere più impoetico del mondo, poiché portatore di tutte le voci a parte la propria”.
Ilenia Dell’Aquila è una linguista orientata verso l’emergente ramo della linguistica clinica o, più specificatamente, la neurolinguistica. Dopo la laurea magistrale in Scienze linguistiche, e dopo un Master di II livello in Didattica della lingua latina, insegna lettere, latino e geo-storia presso la scuola secondaria di secondo grado. Ha di recente pubblicato un personale contributo dal nome “Disturbi linguistici e comunicativi derivanti da lesioni degli emisferi cerebrali: un focus sulle afasie epilettiche” in “Le lingue della malattia-Seconda serie”, edito da Mimesis Edizioni e curato da Raffaella Scarpa, docente di Linguistica medica e clinica all’Università di Torino.
Fabio Partemi ha da sempre coltivato il sogno di diventare violinista, pur non essendoci musicisti in famiglia. Si avvicina, però, alla batteria e, successivamente, alle percussioni, mettendo a frutto l’innata ecletticità che gli consente di spaziare tra i più disparati ed esotici strumenti. Coltiva l’arte dello scrivere attraverso recensioni, articoli, poesie, storie e testi di canzoni. Viene spesso invitato in numerosi convegni per esporre il proprio punto di vista su come musica e cultura possano trasformare profondamente le relazioni umane. Nel 2021, con il nome d’arte Falunaa, pubblica il suo primo singolo musicale, “Elek”, seguito nel 2022 dall’album “A guardia dei sogni”.
Gian Giacomo Della Porta
L’annuncio ieri a Lisbona, città che aveva vinto questo premio lo scorso anno. A consegnare il premio al Sindaco Stefano Lo Russo sul palco principale del Web Summit, uno degli appuntamenti dedicati all’innovazione più interessanti d’Europa e sicuramente uno dei più importanti al mondo, la Commissaria europea all’innovazione, ricerca, cultura, istruzione e gioventù Iliana Ivanova.
“L’assegnazione del ‘Premio Capitale Europea dell’Innovazione 2024’ è un riconoscimento all’impegno e al lavoro per delineare una visione del futuro che abbia cittadini e comunità sempre al centro dei processi innovativi. L’innovazione è un potente strumento per creare ambienti più giusti, più sostenibili e vivibili. Grazie alle nuove tecnologie e alla pianificazione urbana è possibile migliorare sia la qualità di vita dei cittadini sia i livelli di servizio pubblico rivolgendo la nostra attenzione a sostenibilità, efficienza energetica, comunicazioni e gestione delle emergenze” commenta il Sindaco Stefano Lo Russo.
“La nostra città – ricorda l’assessora all’Innovazione della Città di Torino, Chiara Foglietta, anche lei a Lisbona – ha saputo mostrare un approccio globale alla sperimentazione e all’innovazione, sfruttando la sua ricca storia e il suo ecosistema per affrontare le sfide urbane presenti e future. La città ha sviluppato una gamma di soluzioni innovative, dalle tecnologie per città intelligenti alle iniziative di innovazione sociale, e ha posto particolare attenzione alla collaborazione, all’inclusività e alle questioni ambientali”.
Per supportare la candidatura di Torino erano presenti all’evento tecnologico nella città portoghese diversi attori rappresentativi dell’ecosistema locale dell’innovazione e coinvolti nelle progettualità torinesi premiate: i due Atenei -Università di Torino e Politecnico di Torino-, la Camera di Commercio di Torino con Torino Social Impact, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Piemonte Innova.
La giuria ha evidenziato come fattori per l’assegnazione di questo premio il ruolo di iniziative come la piattaforma Torino City Lab, il laboratorio di innovazione aperto e diffuso della Città di Torino che dal 2021 si è arricchito con la Casa delle Tecnologie Emergenti CTE Next. Così come la collegata piattaforma Torino Social Impact con le numerose progettualità finalizzate a creare impatto sociale sul territorio. Strumenti ma soprattutto ecosistemi di attori ed energie che hanno consentito la co-creazione e la sperimentazione di soluzioni urbane all’avanguardia in condizioni reali in settori che vanno dalla Smart Mobility, allo Smart Living verso un modello di Città a zero emissioni e generativa di opportunità per tutti.
Attraverso iCapital, l’Unione Europea premia le città con ecosistemi di innovazione inclusivi. Il premio, giunto quest’anno alla sua decima edizione, identifica le città che riescono a connettere i cittadini con il mondo accademico, il settore privato e quello pubblico per migliorare il benessere dell’intera società, promuovendo allo stesso tempo l’innovazione rivoluzionaria.
Sono città che hanno adottato misure per rimodellare le proprie comunità incorporando l’innovazione nel tessuto della vita quotidiana, da iniziative pionieristiche di sostenibilità alla promozione di una trasformazione digitale inclusiva. Queste città innovative non solo hanno trasformato i loro paesaggi urbani, ma fungono anche da modelli per gli altri, dimostrando come l’innovazione possa essere uno strumento per il cambiamento sistemico e il progresso sociale.
A Torino – preferita a Espoo (Finlandia) e West Midlands (Regno Unito) nella categoria ‘Capitale Europa dell’Innovazione’ – andranno anche 1 milione di euro. Nella categoria ‘Città Innovative Emergenti’ ha vinto la città Braga (Portogallo), davanti Linz (Austria) e Oulu (Finlandia) .
Tra i vincitori delle precedenti edizioni Barcellona (2014), Amsterdam (2016), Parigi (2017), Atene (2018), Nantes (2019), Lovanio (2020), Dortmund (2021), Aix-Marseille Provence Metropole (2022) e Lisbona (2023). come Capitali europee dell’innovazione. Nella categoria delle città innovative emergenti, i vincitori precedenti sono Vantaa (2021), Haarlem (2022) e Linkoping (2023).
TORINO CLICK
Giornata mondiale del diabete, iniziative Lions
Giovedì 14 novembre alle ore 18.30 all’AC Hotel, in Via Bisalta, 11 a Torino
Il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale del diabete e il Distretto Lions 108IA1 organizza due importanti convegni in Piemonte. Nel giorno della nascita del professor Banting che, assieme al suo allievo Best, nel 1921 isolò l’insulina cambiando la storia dei malati di diabete mellito, a Torino si terrà un convegno per favorire una diagnosi tempestiva della malattia e diffondere la cultura di una corretta alimentazione ai fini della prevenzione. L’appuntamento è giovedì 14 novembre alle ore 18.30 all’AC Hotel, in Via Bisalta, 11 a Torino.
I diabetici in Piemonte sono circa 300.000 per il 95% diabete tipo 2 . Il numero di pazienti con diabete tipo 1 è circa 8.000-10.000. Tra i diabetici di tipo 2 almeno 80.000 sono in età lavorativa. Inoltre si ipotizzano almeno 100.000 persone che hanno il diabete senza saperlo. La spesa pro capite per un diabetico è di circa 2700 – 3100 euro annui.
Oltre al primo vice governatore del Distretto 108ia1, Giovanna Sereni, che aprirà i lavori saranno presenti il direttore generale della Asl di Torino, Carlo Picco, Gabriella Brisio dell’Area Diabete Lions; il Direttore Endocrinologia Asl Città di Torino, Salvatore Oleandri; Donatella Penoncelli; Massimo Porta; Catia De Rosa; Anna Arnaudo; Grazia Caravolo; Roberto Pistone e Floreana D’Alù.
La lotta al diabete è una delle grandi sfide mondiali che Lions Clubs International ha fatto proprie. I Lions Club torinesi, in partnership con l’Asl Città di Torino, con il Servizio di Endocrinologia e malattie del metabolismo, con la Città di Torino e con i gruppi di volontariato come la FAND Torino, nel corso degli anni hanno sviluppato e portato avanti numerosi progetti, sperando che diventino parte integrante dei servizi verso la popolazione torinese. In particolare, uno dei progetti è stato la “Cucina Didattica” installata nell’Ospedale Oftalmico che viene utilizzata da parte dell’istituto professionale Colombatto e dalle persone con diabete della Fand, per imparare a cucinare con gusto ma in maniera sana. A breve, invece, verranno attivati il servizio “Pillole di Movimento”: vere e proprie confezioni farmacologiche in cui al posto del farmaco, ci saranno i foglietti illustrativi con l’indicazione personalizzata dell’attività fisica da fare e una serie di incontri divulgativi nelle scuole.
“L’attività fisica riduce del 30% il rischio di morte prematura, di malattia cardiovascolare e ictus, di diabete tipo II, di cancro al colon e al seno e di depressione, per questo è fondamentale il suo riconoscimento come mezzo terapeutico e di prevenzione, attraverso la possibilità di prescrizione medica. Svolgere attività fisica vuol dire fare una scelta a favore della propria salute”, commenta Salvatore Endrio Oleandri, Direttore S.C. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, ASL Città di Torino.
Nel bilancio sociale 2023 l’impegno del distretto piemontese Lions 108IA1 si è tradotto in 22.247 persone che hanno effettuato gratuitamente le visite, 182 attività svolte e un totale di 85.888 euro raccolti. L’attività di screening viene effettuata costantemente nel corso dell’anno dal Club, grazie ai camper attrezzati acquistati anche con il contributo della Fondazione Lions e all’impegno di soci e volontari. Il convegno del 14 novembre sarà l’occasione per scoprire service futuri e soluzioni all’avanguardia sulla malattia.
In mostra alla “metroquadro” di Torino
Fino al 16 novembre
Quando l’amico gallerista Marco Sassone ebbe ad invitarmi all’inaugurazione, negli spazi della sua “metroquadro” di corso San Maurizio a Torino, della mostra dell’americana di Wilmington – Delaware (oggi residente fra States e Italia, in Toscana) Monique Rollins, subito mi colpì il titolo dato dall’artista alla rassegna: “Welcome to Electric Ladyland”. Opperbacco! Quel titolo non mi è nuovo! E subito ecco a tempestarmi le meningi (è ormai un frequente cadeau frutto degli anni che scorrono) per tentare di far luce su quelle quattro “benedette” parole in inglese che eppure … si dài … io le ho già sentite, ma dove? … Dove caspita le ho sentite? Stavo per cedere e chiedere aiuto al mio terrifico amico-nemico google, quando in prezioso soccorso – un attimo prima di varcare la soglia dei consueti improperi o, per essere più eleganti, “francesismi” – mi arrivò agli occhi la prima riga della bellissima presentazione alla mostra di Roberto Mastroianni, in catalogo monografico edito da “Prinp Edizioni d’arte”. “ ‘Electric Land’ – scrive Mastroianni – può essere considerato il capolavoro di Jimi Hendrix”. Eccallà! E io, “rimba” che sono, proprio io che stavo incollato (ai tempi che furono) ai vinili del mitico Johnny Allen Hendrix, in arte “Jimi” – il più grande chitarrista nella storia della musica rock – sono caduto bel bello “dal pero”. Come non ricordarmene al volo! 1968: “Electric Ladyland”, doppio vinile fra i più grandi della storia rockettara, un grandioso intreccio di rock, psichedelico, blues e melodia. Have you ever been, to Eletric Ladyland? Sei mai stato all’Electric Ladyland? Cantava Hendrix. E aggiungeva The magic carpet waits for you /So don’t you be late/ Il tappeto magico ti aspetta/ Quindi non fare tardi. Musica e parole che sono pura magia. Che t’incantano, ti portano in altri mondi e universi, dov’è atto di strabiliante follia dar di forza alle ali, per scoprirne segni e immagini. Ebbene “incontrare le opere di Monique Rollins – ancora il salvifico Mastroianni – fa lo stesso effetto che sentire una canzone di Hendrix: ci si trova davanti a immagini che sono un’alchimia di colori e forme, di suggestioni ed emozioni e che hanno una profonda musicalità”.
Parole sante! Sia per Hendrix, sia per Monique, che quando Butch(soprannome dato a Hendrix da molti suoi colleghi) fu trovato morto soffocato, da un mix di alcool e tranquillanti, la mattina del 18 settembre 1970, nell’appartamento affittato al “Samarkand Hotel” di Londra, non era neppur nata. Eppure anche su di lei e sulla sua arte Jimi deve aver esercitato un certo misterioso fascino. Sia pure come eco lontana, per un’artista comunque attratta dalle magiche visionarietà dell’espressionismo astratto americano (quello di De Kooning, in paricolare, nelle “linee caotiche e violente tese a smarrire ogni definizione della struttura”), senza mai dimenticare, però, la delicata magia del colore, ispirata dai toni del Rinascimento italiano,veneziano in particolare (sua specializzazione nel percorso di studi di storia dell’arte compiuti in Italia), e da quel “rosa Tiepolo” – come ancora si sottolinea in catalogo – utile a smorzare in toni più soft e più aggraziati gli indefiniti labirinti cromatici delle sue tele. Quelle forme e colori che ti imprigionano in scompigliati itinerari della mente, simili a “mappe” ingannevoli che quando sembrano aver esaurito la loro preziosa scorta verso improbabili e, a prima vista, irraggiungibili storie, d’improvviso ti rifanno cambiare rotta verso nuove, altrettanto improbabili, storie. E il gioco é senza fine. Ma fascinoso e irrinunciabile. E’ il magico “gioco” delle opere di Monique. Quelle soprattutto della sua più recente produzione artistica (il ciclo “Mixed Media” del 2024), affiancata alla “metroquadro”, oltre che da oli, acrilici, disegni a carboncino e collage di carta su tela, da lavori che, accanto ai più differenti medium, introducono l’uso materico del “tessile”. E proprio sull’utilizzo del “materiale tessile”, Monique Rollins, insieme all’artista visiva potoghese Joana Vasconcelos e all’“EstateVivienne Westwood” (stilista e attivista britannica, “Madrina del Punk”, scomparsa due anni fa a Londra) sta preparando per il 2026 un progetto che vede impegnate otto artiste donne di fama internazionale accomunate appunto dall’utilizzo del “tessile” e che le porterà ad esporre negli States ed in Europa, per smuovere le menti “sulla condizione delle artiste che, oltre alla vita professionale, svolgono anche il ruolo totalizzante delle madri”. Situazione comune a tante donne, certo.
Cui forse potrà dare migliore asilo l’hendrixiana “Electric Ladyland”. Là dove, Electric women waits for you and me /Le donne elettriche aspettano te e me e là dove The angels will spread their wings/Gli angeli spiegheranno le ali … while electric love penetrates the sky/ mentre l’amore elettrico penetra il cielo. E allora, forza “Welcome to Electric Ladyland”! Fino a sabato 16 novembre.
Gianni Milani
Monique Rollins. “Welcome to Eletric Ladyland”
Corso San Maurizio 73/F, Torino;328/4820897 o www.metroquadroarte.com
Fino al 16 novembre
Orari: dal giov. al sab. 16/19
Nelle foto: Monique Rollins “Donna Fenomenalmente”, olio e tessuto su tela, 2024; Monique Rollins con Roberto Mastroianni (curatore mostra) e Marco Sassone (gallerista); Monique Rollins
“Bosco”, 2017, acrilico e collage su tela.
“Bagna Caoda” a Bosconero
Eccoci arrivati al terzo appuntamento della rassegna enogastronomica “Sapori e tradizioni: viaggio nei gusti autentici del Canavese”. Infatti nella serata di sabato 16 (ore 20.30) e domenica 17 (ore 12.30) novembre a trionfare sarà la “Bagna Caoda”, vero piatto tipico del canavese e del Piemonte. Il tutto organizzato dalla Pro Loco di Bosconero(To). La tradizione culinaria del territorio è pronta a svelarsi in un incontro dedicato a uno dei suoi piatti tipici più iconici e amati. Un’esplosione di sapori che celebra la storia e l’autenticità di una terra che abbonda di cultura gastronomica: un piatto che rappresenta l’anima del territorio e la sua gente. Gli ospiti di sabato sera e domenica a pranzo avranno l’opportunità di scoprire il gusto autentico di questa prelibatezza che unisce tradizione e convivialità. La “Bagna Caoda”, un intingolo caldo a base di aglio, acciughe, olio e burro, rappresenta un rito di condivisione, una vera e propria festa dei sensi che coinvolge i partecipanti nella sua preparazione e degustazione. E’ un piatto che affonda le radici nel Monferrato, ma che oggi è amato in tutta la Regione. Tradizionalmente servita con verdure fresche, bollite o crude, sarà accompagnata dai vari vini locali. La “Bagna Caoda” è l’espressione di un pasto semplice, ma anche ricco di significato, la cui preparazione – che richiede tempo e cura – rappresenta il legame profondo con la terra e le tradizioni contadine. Il terzo incontro enogastronomico a Bosconero si propone come una vera esperienza sensoriale, pensata per accogliere sia gli appassionati di cucina sia chi desidera avvicinarsi per la prima volta a questo piatto piemontese e possiamo tranquillamente affermare che l’evento è rivolto a tutti. Il costo della degustazione è di 24 euro, 22 per i soci della Pro Loco. Maggiori informazioni e prenotazioni si possono avere al numero 3384106173.
Tennis e Scacchi 2024: Strategie a confronto
Nelle ATP Finals e nel Campionato Italiano Assoluto di Torino
di Giuseppe M. Ricci
Questo mese, Torino ospita due eventi di eccezione per il panorama sportivo italiano e internazionale: le ATP Finals di tennis e il Campionato Italiano Assoluto di Scacchi (CIA) 2024.
Entrambi i tornei portano sotto i riflettori discipline che, a prima vista, sembrano due universi lontani: uno è un gioco (per così dire secondo la tradizione, ma in realtà gli scacchi sono annoverati tra le discipline sportive associate al CONI), anzi il gioco per antonomasia di strategia pura, l’altro uno sport che esige doti fisiche eccellenti.
In realtà, tennis e scacchi condividono una profondità strategica che affascina sportivi e appassionati. La mente di un tennista, come quella di uno scacchista, deve essere lucida e paziente, capace di prevedere le mosse dell’avversario e costruire la propria strategia un colpo, o una mossa, alla volta.
In particolare, molti campioni di tennis anche tra quelli in gara a Torino ritengono che gli scacchi siano un ottimo allenamento mentale per affrontare la pressione dei match, e tra questi spiccano appunto figure come Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Andrey Rublev, atleti che hanno in varie occasioni sottolineato quanto gli scacchi siano un alleato per migliorare nel tennis, contribuendo a sviluppare sul campo strategia e concentrazione.
Per contro, ogni scacchista sa bene come durante una partita di torneo che può durare anche tre o quattro ore si accumuli una eccezionale tensione, e quale modo migliore per scioglierla di una sfida sul campo da tennis? Tra tutti, Boris Spassky affidava al tennis il compito di mantenergli una mente lucida e ossigenata.
La sinergia tra Tennis e Scacchi
Come detto, alcuni dei più grandi tennisti del momento, protagonisti assoluti delle ATP Finals che stanno per iniziare, riconoscono che gli scacchi aiutano a migliorare le capacità mentali necessarie per competere al massimo livello.
Carlos Alcaraz, recentemente visto giocare a scacchi nella sua Murcia, ha condiviso come gli scacchi lo aiutino a “vedere gli schemi” e ad essere “mentalmente più veloce” sul campo da tennis. Alcaraz sembra applicare le capacità di previsione e controllo mentale sviluppate con la scacchiera anche sui campi da gioco, dove le sue capacità atletiche e strategiche si fondono in un mix letale.
Andrey Rublev ha raccontato come il gioco degli scacchi lo renda più consapevole della strategia da adottare in campo, sviluppando la pazienza e la capacità di analizzare ogni situazione per sfruttare al meglio i propri punti di forza, proprio come si fa muovendo i pezzi in una partita a scacchi. In entrambi i casi è di fondamentale importanza sapersi adattare con una allenata flessibilità mentale alle varie fasi del gioco.
Anche Medvedev e altri tennisti, come Alex De Minaur e Karen Khachanov, sottolineano il valore degli scacchi come “palestra mentale”. L’approccio tattico di Medvedev è stato paragonato al gioco degli scacchi anche da John McEnroe, oggi apprezzato commentatore sportivo, per la sua abilità nello studiare e anticipare le mosse avversarie. Medvedev stesso non ha escluso che potrebbe intraprendere una carriera negli scacchi una volta conclusa quella tennistica.
E dunque, un campione di tennis, proprio come un maestro di scacchi, deve continuamente valutare e analizzare il gioco avversario per scegliere le contromisure più efficaci, portarsi in vantaggio, scatenare un attacco avendo allenato quella forza mentale che il n° 1 del ranking ATP Jannik Sinner indica costantemente come il fattore in più delle sue vittorie.
Torino, una Città di Sport e Cultura
L’abbinata di tennis e scacchi a Torino non è solo una coincidenza di eventi, ma una straordinaria celebrazione della forza fisica e della strategia mentale in tutte le sue forme. La Città, che ospita le Nitto ATP Finals al Pala Alpitour e il Campionato Italiano Assoluto di Scacchi all’Archivio di Stato, diventa il simbolo dell’incontro tra sportività, strategia e passione. Il pubblico torinese e i visitatori potranno quindi assistere all’energia fisica dei tennisti, ma anche alla calma apparente, ma non meno micidiale, di scacchisti professionisti, in un connubio che nello stesso lasso di tempo unisce due mondi apparentemente distanti ma concettualmente affini.
I tornei che vedranno sfidarsi a Torino i migliori tennisti del mondo e i più forti scacchisti italiani possono essere un richiamo a quello che una leggenda del passato come Jack Kramer (ideatore negli anni ’70 del Gran Prix e del Torneo Masters) aveva fin da allora già intuito: per eccellere, servono la mente di uno scacchista e il fisico di un tennista. Torino, che ha sempre sposato la Cultura con lo Sport, diventa così la città ideale per celebrare questa doppia sfida.