ilTorinese

A Torino in via Orvieto arriva un nuovo Superstore Conad

All’interno del punto vendita massima attenzione alla valorizzazione delle aziende locali e dei prodotti ortofrutticoli del Consorzio Ori del Piemonte

 

Novità per i cittadini di Torino: da domani il supermercato di Via Orvieto – angolo Via Verolengo diventa un Superstore Conad, entrando così nell’orbita dell’insegna. Il negozio, dopo un brevissimo periodo di chiusura, è stato ripensato nel layout e nell’offerta assortimentale per valorizzare al meglio la gamma di prodotti e servizi tipici del marchio Conad.

Il nuovo Superstore Conad garantirà una spesa completa, conveniente e di qualità, con la presenza di tutti i reparti, con grande enfasi sui freschi e freschissimi, fiore all’occhiello della Cooperativa; tra questi, i clienti potranno trovare i formaggi tipici della cultura lattiero-casearia piemontese, vera eccellenza locale. I clienti troveranno nel reparto ortofrutta, una vasta proposta di prodotti locali e attentamente selezionati, oltre ad una ricca offerta delle referenze di IV Gamma e di biologico confezionato; la macelleria che dispone di una sezione dedicata di pronti a cuocere per rispondere alle esigenze di una spesa veloce, comoda e ready to eat; la pescheria con banco assistito; la gastronomia con banco caldo e rosticceria con i prodotti tipici del territorio oltre alla sezione per la cottura polli; la panetteria con una produzione interna di pizze e focacce e la pasticceria con dolci e pasticcini freschi sfornati giornalmente dal laboratorio dello Spazio Conad di Venaria. Presente anche una cantina vini con le migliori etichette locali e un’area healthy, per rispondere alle nuove tendenze di consumo, con prodotti senza glutine e vegan, affiancati dalle linee biologiche e funzionali Verso Natura Conad, Alimentum e PiacerSi. Completano l’offerta una grande presenza delle linee Conad e Conad Percorso Qualità, la varietà di prodotti regionali italiani di eccellenza a marchio Sapori&Dintorni, e la linea Sapori&Idee dedicata a chi ha sempre voglia di sperimentare, anche a tavola, con nuove idee ed esperienze di gusto.

Nel punto vendita grande attenzione è rivolta alle aziende locali e ai prodotti ortofrutticoli del Consorzio Ori del Piemonte: prodotti certificati che garantiscono filiera corta e controllata in ogni fase e un risvolto sostenibile per le aziende del territorio. L’attenzione al localismo da parte di Conad Nord Ovest è infatti un progetto distintivo e identitario che mira al rispetto per la natura ed i suoi ritmi e alla valorizzazione del territorio nei quali i prodotti nascono e crescono.

“Siamo orgogliosi di rafforzare la nostra presenza a Torino con questo nuovo Superstore Conad, che mira a soddisfare tutte le esigenze di spesa della clientela e a diventare un punto di riferimento per il quartiere. – Dichiara Giuseppe Fornasiero, Direttore Rapporto Soci Piemonte e Val D’Aosta di Conad Nord Ovest – Nella nuova gestione abbiamo confermato tutti gli impegni occupazionali precedenti ed effettuato i lavori di ristrutturazione nel minor tempo possibile, al fine di ridurre al minimo i disagi alla clientela, grazie anche alla preziosa collaborazione degli addetti che hanno contribuito a riorganizzare il punto vendita. In questo nuovo supermercato, oltre ai prodotti a marchio Conad, sinonimo di qualità e convenienza, i clienti potranno trovare anche un grande assortimento di eccellenze del territorio. Sono presenti, infatti, numerose referenze delle aziende agricole del Consorzio Ori del Piemonte: una vera e propria garanzia che ci permette di esporre nei nostri negozi le eccellenze più preziose, quelle gemme che fanno grande la tavola del Piemonte.”

Il supermercato, situato in zona residenziale, va ad arricchire la presenza del gruppo Conad a Torino, presente, da domani con 29 punti di vendita, di cui 12 in città. Si sviluppa su una superficie di circa 2440 mq, conta 7 casse tradizionali, 6 casse self check-out, 3 torrette di “spesa al volo” e impiega 57 addetti. Il punto vendita, inoltre, dispone di un parcheggio con spazi esterni ed interni, accetta i buoni pasto e i buoni celiachia.

Il nuovo Superstore Conad è aperto con orario continuato dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 20:00 e la domenica dalle 9:00 alle 20:00. Il numero di telefono per richiedere informazioni è lo 011/210499.

 

In funzione i nuovi semafori T-Red a Torino

Dal 10 febbraio, saranno attivati gli ultimi due impianti di rilevazione delle infrazioni semaforiche previsti all’interno del progetto messo in atto dalla Città per ridurre il numero di incidenti stradali negli incroci più pericolosi.

Anche per questi ultimi due impianti, ubicati negli incroci corso Inghilterra/Vittorio Emanuele II/via Castelfidardo e Piazzale San Gabriele da via Gorizia/corso Unione Sovietica, l’obiettivo è sempre  quello di aumentare la sicurezza per gli automobilisti.

Si tratta di sistemi automatici di controllo e rilevamento delle infrazioni semaforiche ai sensi dell’articolo 201 punto 1 bis e 1 ter del Codice della Strada che  vanno ad aggiungersi agli altri 11 già attivati. I primi 3 impianti sono stati attivati il  02/12/2019 (Regina Margherita/Potenza/Lecce; Vercelli/Vigevano/Novara; Peschiera/Trapani), i successivi 4 sono entrati in funzione il 09/03/2020 (Giambone/Corsica; Agnelli/Tazzoli; Lecce/Appio Claudio; Pianezza/Nole/Potenza) e il 14/07/2021 è stata la volta dell’impianto di Corso Siracusa angolo  Via Tirreno, mentre il 10 giugno 2022 sono stati attivati altri 3 impianti (Vittorio Emanuele II/Vinzaglio, Bramante/Unione Sovietica e Pitagora/Orbassano.

Gli effetti degli impianti sulla sicurezza stradale sono evidenti nei numeri dei sinistri rilevati nell’arco di un anno.

Nonostante l’incremento dei veicoli in circolazione, il numero complessivo degli incidenti del 2022 (4.396 in totale) è in linea con i dati relativi al 2021 (4.304 in totale), un anno che in termini di traffico veicolare si porta ancora dietro una riduzione dei volumi dovuta agli strascichi delle restrizioni a singhiozzo attuate per la pandemia. Si tratta di un dato ancor più significativo se paragonato con i 4.671 incidenti rilevati nel 2019, l’anno di riferimento prepandemico.

Non trascurabile, in termini di sicurezza stradale, è il confronto tra i numeri dei sinistri con feriti riscontrati dall’anno in cui sono stati installati i primi impianti con controllo del rosso: 2.883  sinistri con feriti nel 2022 contro i 3.835 del 2021 e i ben 4.253 del 2019.

Interessante è evidenziare come, nonostante il numero degli impianti di rilevazione semaforica  sia aumentato progressivamente negli anni, il numero delle violazioni sia proporzionalmente in continua diminuzione, passando dalle 122.724 del 2020 (anno in cui c’è stata anche la limitazione alla circolazione causa lockdown con soli 3 impianti di rilevazione attivi) alle successive 89.019 del 2021 (anno con volumi di traffico non ancora a regime e con 3 impianti attivi da inizio anno più 4 impianti attivati dal mese di luglio), fino alle 99.849 violazioni del 2022 (anno con volumi di traffico a regime e 8 impianti in funzione da inizio anno più altri 3 attivati dal mese di giugno).

Ciò significa che gli automobilisti, nell’approssimarsi alle intersezioni controllate, pongono una maggiore attenzione rispetto al passato con importanti ricadute positive sulla sicurezza stradale che trovano riscontro nei numeri dei sinistri stradali con feriti rilevati.

Così come quelli precedentemente installati, anche questi impianti scattano una sequenza di 20 fotogrammi per ogni transito che vengono sempre analizzati dall’operatore di Polizia Municipale, il quale verbalizza solo dopo aver analizzato le immagini per verificare che non ci siano, ad esempio, cause di giustificazione, come il passaggio da parte di mezzi di polizia o di soccorso con sistemi di allarme inseriti o il passaggio/ingombro dell’incrocio da parte di veicoli privati che compiono la manovra vietata per far passare i mezzi di soccorso o di polizia, essendo quindi giustificati.

Anche gli impianti di prossima attivazione rilevano tre tipi di comportamento vietati dal Codice della Strada:

1) arresto del veicolo oltre la linea bianca, sanzionato solo quando si è superata la linea con l’intero veicolo o si è andati a invadere l’attraversamento pedonale, che comporta una sanzione di 42 euro (ridotta del 30% e quindi a euro 29,40) in caso di pagamento entro cinque giorni dalla notifica, con decurtazione di 2 punti patente;

2) posizionamento del veicolo sulla corsia di svolta proseguendo poi la marcia diritto con la lanterna della svolta sul rosso, che comporta una sanzione di 42 euro (ridotta del 30% e quindi a euro 29,40) in caso di pagamento entro cinque giorni dalla notifica con decurtazione di 2 punti;

3) attraversamento dell’incrocio con luce rossa, che comporta una sanzione di euro 167 (ridotta del 30% e quindi a euro 116 ) in caso di pagamento entro cinque giorni dalla notifica, con decurtazione di 6 punti patente.

E’ importante ricordare che alcuni impianti di rilevazione semaforica si trovano in prossimità di controviali in cui sono state recentemente realizzate piste ciclabili con le relative “case avanzate”. Pertanto, occorre rispettare anche la segnaletica orizzontale che ne regolamenta l’uso.

In scena al Regio l’Aida ispirata alla regia del Premio Oscar Friedkin

E’ iniziata giovedì 9 febbraio la prevendita per l’anteprima giovani de L’Aida di Giuseppe Verdi, riservata al pubblico under 30, in scena venerdì 24 febbraio alle ore 20:00. I biglietti sono disponibili anche online e in biglietteria.

Reduce dal successo dell’anteprima del “Barbiere di Siviglia”, che ha visto protagonisti Rossini e gli Eugenio in Via di Gioia in una serata magica, il Teatro Regio è pronto a condividere una serata di musica, questa volta nel segno di Verdi, e dei torinesi Atlante & Baobab! Ospiti speciali del secondo appuntamento con Contrasti, progetto realizzato dal Teatro Regio e da The GoodnessFactory.

Venerdì 24 febbraio prossimo, il Teatro Regio aprirà le porte a partire dalle ore 19:00, condividendo un aperitivo nel foyer e permettendo di assistere a una breve presentazione spettacolo per entrare nel mondo di Aida, la più celebre storia d’amore ambientata al tempo dei faraoni. Alle ore 20:00 avrà inizio l’Anteprima Giovani di Aida, nel grandioso allestimento del regista William Friedkin, già Premio Oscar per “Il braccio violento della legge”. Si tratterà di un viaggio nel tempo capace di condurre il pubblico nell’antico Egitto. Al termine dell’opera, nel Foyer del Toro, “Contrasti” darà il benvenuto ad Atlante & Baobab, una band torinese formata da Claudio, Andrea e Stefano, capaci di unire l’alt rock all’elettronica, in un vortice febbricitante e introspettivo di suoni che si fonderanno con il pop languido e psichedelico, tipico della sonorità soul & rythm & blues di Gaia, alias Baobab!,cantautrice ventunenne. I primi trecento under 30,che acquisteranno il biglietto per l’anteprima di Aida, potranno assistere anche a “Contrasti”. L’ingresso per l’Anteprima Giovani è riservato agli under 30 e ai minori di 14 anni, accompagnati da un maggiorenne under 30.

L’Aida di Verdi sarà in scena per dieci recite dal 25 febbraio all’8 marzo prossimo. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio salirà Michele Gamba, quarantenne direttore milanese, molto applaudito per la sua sensibilità dimostrata nella direzione delle opere verdiane e pucciniane.

Michele Gamba affronterà l’imponente partitura di Verdi nel celebrato allestimento del regista William Friedkin, la cui regia è stata ripresa da Riccardo Fracchia. Il cast vede protagonisti artisti italiani e stranieri di livello internazionale, tra cui Angela Meade e Erika Grimaldi, che si alterneranno nel ruolo di Aida; Silvia Beltrami e Anastasia Boldyreva in quello di Amneris; Stefano La Colla e Gaston Rivero in quello di Radames. Il Coro del Teatro Regio è preparato dal Maestro Andrea Secchi.

Negli ultimi dieci anni, in Italia, l’Aida di Verdi è stata allestita più di cento volte, andando in scena in ben 40 teatri di città grandi e piccole, spesso anche all’aperto, nelle piazze, negli anfiteatri e perfino in una cava, in un minuscolo comune della Val d’Ossola. 184 rappresentazioni sono state eseguite all’Arena di Verona, dove fu proposta per la prima volta nell’agosto 1913. La terz’ultima opera di Verdi gode di una popolarità consolidata. La sua prima rappresentazione avvenne al Cairo il 24 dicembre 1871, anche se Verdi considerò la sua vera prima di Aida la prima rappresentazione italiana e europea, che ebbe luogo al teatro La Scala l’8 febbraio 1872.L’opera fu commissionata al compositore da Ismail Pascià, Viceré d’Egitto, per celebrare l’apertura del Canale di Suez. Il soggetto originale fu scritto dal grande egittologo francese e primo direttore del Museo Egizio del Cairo Auguste Mariette.

Gli spettatori si emozionano e si commuovono per l’amore infelice e, alla fine, tragico del protagonista con il prode guerriero Radames, e attendono il kolossal nella “Scena del trionfo”, sfolgorante di tube egizie, fatte costruire apposta come desiderava il compositore, nella “Marcia” che tutti conoscono.

Si tratta della parte che Verdi chiamava, con la ruvida franchezza che gli era solita, “Bataclàn .

Gli amanti della lirica si lasciano avvolgere dalla sontuosità melodica che ha pochi eguali nell’intera produzione per il teatro di questo compositore.

Alla “prima” milanese il successo fu uno dei maggiori ottenuto da un musicista che, da tempo,era considerato una gloria nazionale e fra i più grandi protagonisti a livello mondiale. Julian Budden ricorda, nella sua monografia intitolata “Le opere di Verdi”, come l’attesa per l’Aidafosse talmente febbrile da determinare speculazioni in borsa sul prezzo dei biglietti. Verdi ebbe più di trenta chiamate e, alla fine del secondo atto, gli venne consegnato uno scettro d’oro tempestato di gemme.

Nonostante sia stata accusata da alcuni critici di essere un’opera diseguale e di “wagnerismo”, al centro dell’interesse di Verdi nel comporre l’Aida vi fu l’elemento che egli da tempo riteneva fondamentale: “la parola scenica”, che scolpisce e modella l’azione, determinandone essa stessa il dramma.

Forte di questa concezione, Verdi esercitò un controllo ravvicinatissimo sul lavoro di Ghislanzoni, il librettista, spesso stravolgendone le intenzioni originarie, piegando il testo all’urgenza drammaturgica che lo animava. Aida risulta un’opera eterogenea,divisa tra la magniloquenza del grand-opéra alla francese, con i suoi balli e le sue grandiose scene d’insieme, e l’eloquenza intima e bruciante delle storie private, che si agitano nel contesto politico, religioso e guerresco, sovrastandolo e rendendolo decorazione.

Sulla scena domina il confronto tra due donne: la schiava etiope Aida e la principessa egizia Amneris, accomunate dall’amore per lo stesso uomo e costrette a un confronto disperato e perdente, seppur diverso. Dal punto di vista drammaturgico e espressivo, la protagonista autentica è Amneris, in virtù del percorso psicologico che compie all’interno della storia. L’eroina eponima rimane un’icona patetica e sentimentale, dall’inizio alla fine uguale a se stessa, anche se più caratteristica dell’eroico Radames, il suo amato, che diversi critici hanno considerato generico e sbiadito, anche se Verdi ha a lui riservato alcune delle pagine vocali più celebri di tutta l’opera. Il momento più alto dell’opera rimane il terzo atto, grazie alla sintesi delle ragioni drammatiche e di quelle dell’espressione del sentimento, in cui compare il fiero Amonasro, il padre di Aida. Straordinaria è la pittura strumentale con la quale Verdi riesce a tratteggiare il notturno sul Nilo, in cui si svolge l’azione.

 

In occasione della messinscena di Aida, Teatro Regio e Museo Egizio hanno stretto un accordo per rendere più accessibili le proprie offerte culturali. Il Museo Egizio offrirà un ingresso scontato a 15 euro anziché 18 ai possessori del biglietto per lo spettacolo “Aida” o di un abbonamento al Teatro Regio che lo includa. Il Teatro Regio offrirà uno sconto del 10% sui biglietti delle recite di “Aida” a tutti i visitatori del Museo Egizio.

Il Teatro Regio devolve l’incasso della prova generale di “Aida” al sostegno del programma “Viva Verdi”, ricco di iniziative straordinarie in tutta Italia, al fine di acquisire e valorizzare la casa-museo di Giuseppe Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda.

MARA MARTELLOTTA

Antifragili. Fai della fragilità il tuo punto di forza e dell’incertezza un cavallo di battaglia


Incontro con Gabriella d’Albertas, domenica 19 febbraio alle 17 al Centro Avanì di Villarbasse

Domenica 19 febbraio alle 17, al Centro Avanì di Villarbasse (via Croce Sant’Amato 31bis) si svolge l’incontro con Gabriella d’Albertas, autrice insieme a Giuseppe Vercelli del libro «Antifragili. Fai della fragilità il tuo punto di forza e dell’incertezza un cavallo di battaglia» (Feltrinelli, 2021). Al termine, aperitivo con l’autrice, ingresso 10 euro, posti limitati, necessaria la prenotazione al numero 347.4718820.

Spiega la presentazione: «Incertezza, instabilità, imprevisti, disagi, cambiamenti indesiderati, sono tutti elementi di cui faremmo volentieri a meno. Ma questo perché non ne scorgiamo il potenziale. Rovesciando il nostro punto di vista possiamo leggere gli eventi in modo completamente nuovo, riconoscendo le opportunità che si nascondono dietro le difficoltà, e le risorse che si celano dietro i limiti. La forza, quella vera, nasce proprio dal cuore della fragilità. Altrimenti è una forza solo apparente, destinata prima o poi a far cadere la maschera e a mostrare il suo vero volto, quello della debolezza. Che nulla ha a che fare con la fragilità».

Gabriella d’Albertas è life coach counsellor con approccio ipnotico-costruttivista. La sua professione e, prima ancora, la sua passione, è accompagnare le persone a viaggiare dentro se stesse, per esplorare la propria ricchezza interiore, ma anche le zone d’ombra, dove si nascondono le risorse più preziose. Questo viaggio interiore porta a una profonda trasformazione: quella delle ferite più profonde in solchi fertili, dentro ai quali fiorisce la consapevolezza, quella vera. Quella che sa rileggere la propria storia in chiave evolutiva e riconoscere la perfezione di ogni cosa. È autrice di alcuni libri, tra cui Il potere nascosto dell’ombra, Cambia vita cambiando convinzioni, Antifragili.

Giuseppe Vercelli è psicologo psicoterapeuta, docente di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana presso l’Università degli Studi di Torino. Responsabile dell’Area Psicologica di Juventus F.C. dal 2011 e membro della commissione medica e responsabile dell’area psicologica della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali). È membro del team autoriale che, in collaborazione con Giunti O.S., ha sviluppato e pubblicato nel 2020 l’Anti-fragile Questionnaire, primo test in grado di misurare il livello potenziale di Anti-fragilità negli individui.

Il Giorno del Ricordo celebrato in Sala Rossa

Il Giorno del Ricordo, che commemora le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata all’indomani della Seconda guerra mondiale, è stato celebrato ieri in Sala Rossa. La cerimonia si è svolta alla presenza di autorità civili e militari, rappresentanti della comunità degli esuli e di una folta rappresentanza del Consiglio comunale.

Aprendo la cerimonia, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Domenico Garcea, ha definito quegli eventi quali una pagina tragica del “secolo breve”, ricordando come per molti anni fossero state rimosse o addirittura negate, per calcolo politico, le sofferenze subite dalle popolazioni di lingua italiana in fuga dal comunismo jugoslavo. Il vicario ha quindi sottolineato la necessità di impegnarsi affinché la verità dei fatti possa affermarsi al di là di ogni logica di parte, in un’Europa pacificata, in un mondo sempre più dialogante.

Ha quindi preso la parola l’assessore Maurizio Marrone, rappresentante della Regione Piemonte, ha ringraziato le comunità degli esuli per aver mantenuto viva la memoria di quei fatti durante un lungo silenzio, conservandone il ricordo che deve ora essere tramandato soprattutto ai giovani. Una popolazione inerme, ha affermato Marrone, ha dovuto sopportare le conseguenze delle tensioni geopolitiche nell’area e delle guerre, fino a convincersi di non avere più in futuro nella sua stessa terra e fuggire verso un’Italia a volte rivelatasi matrigna.

Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, ha ricordato la spirale di violenza innescata dal nazifascismo in quelle terre ricche di cultura e storia, nel quadro della seconda guerra mondiale, con la violenza di ritorno da parte del regime autocratico titino: le foibe però non possono essere considerate semplicemente una reazione ad altre violenze, perché tutte le violenze vanno condannate. Valle ha ricordato come occorra, se non una memoria condivisa, la capacità da parte di memorie diverse di riconoscersi reciprocamente e di rendere comprensibile il passato.

Toccante la testimonianza di Antonio Vatta, presidente del comitato torinese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che raccoglie molti esuli e loro discendenti. In fuga da Zara all’età di dieci anni, ha ripercorso il dramma degli esuli attraverso la propria esperienza personale, specchio di tante altre. Vatta ha ricordato come gli esuli non avessero nutrito odio verso gli slavi, ma avessero scelto di loro volontà di abbandonare la loro terra per poter restare italiani quali essi sono, per cui non accettano di essere arbitrariamente etichettati in modo diverso.

Enrico Miletto, docente dell’Università di Torino, ha inquadrato storicamente il periodo tra la fine della Prima guerra mondiale, con l’annessione all’Italia di quelle terre di confine, seguita dal fascismo con l’italianizzazione forzata delle minoranze slave e dal Secondo conflitto mondiale, che vide l’aggressione italo-tedesca ai danni della Jugoslavia. Miletto ha ricordato le violenze degli slavi del 1943-45, sottolineando come il numero delle vittime possa essere solo valutato con approssimazione, tra le cinquemila e le seimila (esponenti del regime fascisti, ma anche possidenti, carabinieri e antifascisti contrari all’annessione alla Jugoslavia), mentre l’esodo, proseguito con fasi alterne fino al 1956, ha riguardato 250mila persone, il 90% della comunità di lingua italiana, spinte dalle politiche coercitive dello stato jugoslavo. Ricordati anche dal relatore i fitti coni d’ombra su queste vicende, dovuti a ragioni di politica internazionale e interna, così come l’indifferenza e persino l’ostilità di una parte dell’opinione pubblica verso quei profughi.

Il sindaco Stefano Lo Russo ha concluso la cerimonia ricordando come oggi Slovenia e Croazia siano parte integrante dell’Unione Europea, evidenziando come il Giorno del Ricordo non sia un giorno del rancore, intendendo altresì fine a ogni rimozione di quelle tragiche vicende, figlie dei totalitarismi e dei nazionalismi che hanno devastato l’Europa e sono tutt’oggi presenti e pericolosi. Va respinta l’idea degli stati omogenei etnicamente, di muri e barriere tra le nazioni: la vita di una nazione democratica è infatti fondata sul sulla pluralità e sul reciproco riconoscimento di popoli, culture e civiltà, ha sottolineato Lo Russo, citando Jacques Delors che riteneva l’Europa quale federazione di minoranze, capace di garantire rispetto dei diritti individuali e collettivi di persone e popoli. Il sindaco ha quindi ricordato l’importanza dell’integrazione in Europa dell’Ucraina, obiettivo da perseguire con tutte le energie.

(foto archivio)

Padel: al Palavillage a lezione dai maestri internazionali

Tre giorni di lezioni con Alberto Ruiz Arenaza, M3 Padel Academy di Madrid

10.11.12 febbraio 2023

Palavillage, Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (TO)

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Un fine settimana all’insegna del padel, dello studio, dell’allenamento e del perfezionamento della tecnica di gioco, quello in programma da venerdì 10 a domenica 12 febbraio al Palavillage.

La struttura di Grugliasco (TO) nuovo punto di riferimento per il padel italiano e internazionale, ospiterà infatti Alberto Ruiz Arenaza, direttamente dalla M3 Padel Academy di Madrid, l’accademia che allena i migliori giocatori di padel del mondo con la quale ormai Palavillage ha consolidato la sua partnership.

Alberto Ruiz Arenaza condurrà una tre giorni di lezioni su tecnica e tattica del padel aperta a tutti gli appassionati.

Le lezioni, di massimo 4 partecipanti del medesimo livello, avranno una durata di un’ora e saranno così strutturate:

·         ADULTI – venerdì 10 febbraio dalle ore 14.30 alle 19

·         RAGAZZI – sabato 11 e domenica 12 febbraio dalle 10 alle 14

L’iscrizione è aperta a tutti previa prenotazione obbligatoria.

Prezzo: 40€ – 1h di lezione. Maggiori informazioni e prenotazioni: 011 1947 5700| segreteria@palavillage.com | www.palavillage.com

PALAVILLAGE

Viale Lucio Battisti 10, 10095 Grugliasco (TO)

www.palavillage.com

Infojobs: Piemonte, oltre 38mila offerte da parte delle aziende

OSSERVATORIO INFOJOBS MERCATO DEL LAVORO 2022

QUASI 180.000 RICERCHE DI CANDIDATI IN DATABASE

  • Il Piemonte è quarto per numero di offerte di lavoro
  • Torino, l’unica provincia italiana a crescere (+1,2%) nel 2022 rispetto all’anno precedente, registra il maggior numero di annunci della regione con il 55,4% del totale
  • Oltre 600 aziende piemontesi scelgono strumenti di ricerca proattiva di candidati in database

 Il 2022 è stato un anno sfidante, in cui la progressiva complessità del quadro geo-politico e la crescita dell’inflazione hanno pesato soprattutto sul secondo semestre. Come ogni anno, InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, ha realizzato l’Osservatorio Mercato del Lavoro 2022, per offrire un panorama dell’andamento di un mercato così complesso analizzando i dati della piattaforma.

Nell’anno appena concluso sono state quasi 410.000 le offerte di lavoro pubblicate lungo tutta la Penisola, con un rallentamento (-10,3%) rispetto al 2021, anno particolarmente dinamico dopo lo stop del periodo pandemico.

Filippo Saini, Head of Job di InfoJobs commenta così i dati dell’Osservatorio Mercato del Lavoro 2022: “Il 2022 è stato un anno complesso e articolato, segnato da scenari economici, sociali e geo-politici che, come ovvio, hanno plasmato l’andamento del mercato del lavoro. Il secondo semestre, dopo i primi sei mesi di sostanziale continuità con un 2021 in ripresa, è stato caratterizzato da una contrazione delle nuove opportunità gestite tramite i classici annunci di lavoro, a favore di attività di ricerca più mirate. Assistiamo infatti a un importante aumento di oltre il 40% delle aziende che preferiscono attivare strumenti di ricerca che consentano di selezionare il candidato ideale nel nostro database di oltre 6,5 milioni di profili”.

In questo scenario, la regione Piemonte si posiziona al quarto posto nella classifica nazionale InfoJobs, dopo Lombardia al primo (32%), Emilia-Romagna (17%) al secondo e Veneto (13%) al terzo, con oltre 38.000 annunci di lavoro da parte delle aziende nel 2022. A spiccare Torino che ha guadagnato il primato di unica provincia in crescita a livello nazionale (+1,2%).

La geografia delle offerte di lavoro in Piemonte

Per quanto concerne le province, Torino è in prima posizione in regione con oltre la metà delle offerte (55,4%), seguono con grande distacco Cuneo (14,3%) e Novara (10%). Fuori dalla top 3, troviamo Alessandria (9%), Asti (4%), al sesto posto pari merito per Biella e Vercelli (3%) e in chiusura classifica Verbano-Cusio-Ossola (2%). Il dinamismo di queste province registra anche dati di crescita anno su anno, oltre Torino, crescono infatti, anche le province di Biella, con il +7,2% e Asti con il +1,1%, raccontando un positivo fermento locale a favore di chi cerca lavoro in queste zone.

Categorie professionali più richieste

Imprenditorialità, made in Italy ed eccellenze del territorio hanno trainato una regione che, in quanto a opportunità di lavoro, spazia dal settore automotive alla chimica all’agroalimentare fino al turismo, per citarne alcuni tra i principali.

Nel 2022 la categoria professionale maggiormente richiesta in Piemonte è stata Operai, produzione, qualità (25,4%), seguita da Acquisti, Logistica, Magazzino (11,3%), Amministrazione, Contabilità, Segreteria (8%).

Analizzando le evidenze emerse, seppur fuori top 3, vediamo in crescita anno su anno le categorie: Amministrazione, Contabilità, Segreteria con un incremento del +5,6%, Ingegneria con +9,6% e Turismo e Ristorazione +6,4%.

Le professioni con maggior numero di offerte

Analizzando le offerte di lavoro presenti in piattaforma ecco la top 5 delle figure professionali più cercate in regione:

  1. Magazziniere

  2. Addetto Vendite

  3. Addetto all’imballaggio

  4. Agente di commercio

  5. Operaio di produzione

Curiosando, inoltre, tra le posizioni della top 10, la classifica del Piemonte restituisce un quadro abbastanza variegato che spazia dall’Addetto pulizia camere, all’Addetto alla fatturazione, valorizzando un’ampiezza di mansioni che rispecchiano un territorio fortemente marcato da opportunità per diversi profili.

Il comportamento delle aziende

Prosegue l’interesse delle aziende verso gli strumenti di ricerca proattiva di talenti in piattaforma, grazie alla quale è possibile trovare il candidato giusto, selezionando i CV in base ai propri desiderata. Nel 2022, infatti, sono oltre 8.000 le aziende che hanno utilizzato il database di InfoJobs per cercare nuovi talenti da integrare nel proprio organico, un dato in crescita del +40,4% rispetto al 2021.

A livello regionale sono oltre 600 le aziende che scelgono InfoJobs e che hanno effettuato quasi 180.000 ricerche in database per assicurarsi uno dei talenti presenti in piattaforma.

Come sottolinea Filippo Saini, Head of Job di InfoJobs “La rilevanza degli strumenti digitali per il mercato del lavoro è confermata dall’evoluzione delle aziende nella consultazione del database. Quando le aziende sono orientate alla ricerca mirata del miglior talento, accanto al classico annuncio di lavoro scelgono sempre più spesso strumenti che riescano a garantire una maggiore velocità ed efficacia dei processi di selezione. Nel nostro ruolo di facilitatori dell’incontro tra aziende e candidati, suggeriamo da sempre ai nostri utenti di avere un curriculum aggiornato e completo, che è il miglior biglietto da visita che apre le porte anche a inaspettati nuovi traguardi professionali.”

*Fonte: analisi InfoJobs sulle offerte pubblicate in piattaforma dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022.

Trent’anni fa a Sarajevo. Le foto di Siccardi contro la guerra

E’ stata inaugurata a Torino nello spazio del Mastio della Cittadella la mostra fotografica di Paolo Siccardi “La lunga notte di Sarajevo. 5 aprile 1992 – 29 febbraio 1996” .

L’evento è organizzato dall’associazione La Porta di Vetro presieduta da Michele Ruggiero ed è stato curato da Tiziana Bonomo con i testi di Marco Travaglini, in collaborazione con la direzione del museo e l’Associazione Artiglieri d’Italia e il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e della municipalità di Torino. Il fotoreporter torinese freelance è stato autore di una decina di reportage nella città martoriata dalla guerra, ben testimoniati dalle trenta immagini in bianco e nero che raccontano il dramma del conflitto in Bosnia e nei Balcani e l’assedio più lungo della storia moderna. La mostra, un evento di grande impatto emotivo, resterà aperta fino al 19 marzo dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 19. L’ingresso sarà gratuito. Paolo Siccardi, nell’arco degli ultimi decenni ha lavorato in quasi tutti i continenti come fotografo sfidando spesso la sorte, conflitto dopo conflitto, scattando immagini sconvolgenti e sempre fedeli al motto di Robert Capa: “Se le foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino”. E l’ha fatto con migliaia di foto per regalare a tutti noi delle immagini che devono far riflettere sull’orrore dei conflitti bellici. Con serietà, passione e professionalità perché un fotoreporter, in fondo, non deve fare niente altro se non testimoniare la realtà e semplicemente “dare la notizia”.

E l’assedio di Sarajevo, come quelli di Vukovar o di Mostar, così come l’intera guerra che insanguinò l’ex Jugoslavia nella decade malefica di fine Novecento andava documentata per capire cosa accadde sull’altra sponda dell’Adriatico. Le foto di Siccardi parlano da sole e raccontano i terribili mesi e anni di una popolazione segregata nel cuore di una città stretta tra le montagne dove non c’erano acqua, luce, gas, generi alimentari, medicine, scuola. Dove si stava intere giornate chiusi tra le mura di casa o nelle cantine, dove il tempo non passava mai e le ore erano scandite dagli scoppi delle granate o dalla roulette russa di corse rischiose a perdifiato,appesantiti dalle taniche per prendere l’acqua da qualche fontana pubblica, qualche pezzo di pane nei forni che aprivano di tanto in tanto ai quattro angoli della città o una fugace visita al mercato o nei luoghi dove si potevano acquistare o scambiare merci, cibo a prezzi stratosferici. Tutto e sempre con l’incombente incubo della spada di Damocle del destino, obiettivi inermi dei cecchini o delle schegge di qualche ordigno. Spesso anche i libri, strappandone le pagine con il pianto nel cuore, servirono ad alimentare i fuochi per cucinare qualcosa dopo che erano finiti in fumo i mobili di casa e persino gli alberi dei parchi cittadini durante i durissimi  inverni passati sotto assedio. Le file di alberi lungo i fiumi o le piante dei parchi si trovavano spesso sulla linea del fronte e gli snipers non si facevano sfuggire l’opportunità di colpire le loro prede, soprattutto se erano bambini perché in tal caso gli obiettivi raddoppiavano poiché un adulto si sarebbe precipitato in aiuto. Così anche i parchi si trasformarono in cimiteri improvvisati. Ogni luogo era utilizzabile in città per ospitare i defunti e le vittime con le steli bianche che spuntavano tra le case, in ogni spazio, persino nei campi di calcio. Su tutte le medesime date riferite alla morte che avvenne in quei quattro anni tremendi. Come ricordano le foto di Siccardi, cambiavano le date delle nascite e si ripetevano  quelle delle morti. E per terra “le rose di Sarajevo”, tracce che il tempo ha ormai quasi cancellato dopo trent’anni che ricordavano le ferite lasciate nell’asfalto dai colpi di mortaio e che, nei punti dove avevano stroncato la vita di persone, erano state riempite da vernice rossa. Rappresentavano l’urlo muto di Sarajevo, un modo doloroso e pieno di dignità di rammentare i morti, inciso nel selciato e impresso a fuoco nella memoria e nei cuori dei sarajevesi. Si trovavano nei posti più disparati, dove le granate avevano spezzato la vita di chi cercava di racimolare qualcosa al mercato, tentava di riempire una tanica d’acqua,  dove si era fermata la corsa di un uomo o una donna nell’attraversare una via o il gioco allegro e incosciente di un bambino. Disse un giovane sarajevese, Aljia: “Durante l’assedio eravamo suddivisi in quelli che hanno con le loro vite piantato le rose, oppure nei sopravvissuti che le annaffiavano con le loro lacrime. Questa era l’unica suddivisione”. E le foto di Siccardi esposte nello spazio del Mastio della Cittadella aiutano a non dimenticare ciò che accadde nel cuore d’Europa in quella lunga notte.

Marco Travaglini

Una nuova area sportiva nel cuore verde di Rivalta

Sono iniziati i lavori del cantiere che a Pasta nel parco del Sangone realizzerà la
nuova area sportiva all’aperto e il collegamento tra il parcheggio e la pista
ciclabile che corre lungo il torrente. Ieri  tecnici e operai hanno
provveduto a tracciare e delimitare gli spazi dove nei prossimi giorni inizieranno gli
scavi per la preparazione del terreno.

Lungo i 300 metri del nuovo percorso ciclopedonale verranno installate le
attrezzature ginniche del circuito di palestra all’aperto “Urbanix” e troverà spazio
un’area dedicata allo “Street Workout”, una vera e propria “gabbia” con panca
per addominali, spalliera a pioli, barre e scala per lo svolgimento di tutti gli esercizi
fondamentali di questa nuova disciplina di allenamento.

Tra gli attrezzi che verranno invece posizionati nella palestra all’aperto, accanto ai
tradizionali ostacoli, slalom e arrampicate, verranno installate anche nuove
macchine come una spinning bike, una bici ellittica, un air walker, uno squat e un
power twister per favorire esercizi e allenamenti di braccia e gambe.

«Questo intervento – spiega l’assessore allo Sport della Città di Rivalta Nicola
Lentini – si inserisce in una politica di promozione dello sport libero e all’aria
aperta che, come capita ormai in tutte le città, sempre più incontra l’interesse e la
partecipazione dei rivaltesi».
Per le attrezzature sono stati scelti modelli regolabili, con la possibilità per gli utenti
di tarate pesi e sforzi in base alle necessità e al grado di preparazione di ciascuno,
dagli atleti ai semplici appassionati. Tutte le installazioni avranno ergonomia e
finiture di livello professionale, oltre a essere realizzate in materiali adatti a un
impiego all’aria aperta.

Particolare attenzione è stata riservata alle pavimentazioni degli spazi destinati
all’attività fisica, tutte realizzate in piastre antitrauma. I percorsi di accesso, pista
ciclopedonale compresa, saranno in materiale drenante e potranno essere

utilizzate in sicurezza anche da portatori di handicap e di disabilità.

Le attrezzature verranno consegnate nei primi giorni del mese di marzo. Con la
bella stagione l’intero percorso sarà così fruibile dai tanti rivaltesi che, oltre ad aver
partecipato attivamente alla progettazione, suggerendo installazioni e consigliando
migliorie, già da ora si sono detti disponibili a curare e controllare il funzionamento
dei macchinari.

«Il Parco del Sangone, con queste nuove attrezzature, si conferma come un luogo
di aggregazione e di socialità» dice il sindaco di Rivalta Sergio Muro. «In questi
anni abbiamo investito molte risorse per ampliare la fruizione e aumentare le
infrastrutture: attrezzi ginnici, gazebi, giochi per bambini e soprattutto tanti alberi
stanno trasformando in meglio la nostra risorsa verde».

L’intervento ha un costo complessivo di 47.000 € ed è stato cofinanziato grazie a
20.000 € di un bando di Regione Piemonte a cui la Città di Rivalta ha
partecipato nei mesi scorsi.