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Ventilatore polmonare da Poli e Apr


A MINIMO CONSUMO DI OSSIGENO

Sviluppato un dispositivo per la ventilazione non invasiva a pressione positiva continua per applicazioni ospedaliere

 

Durante la prima fase della pandemia da Covid-19, gli ospedali hanno vissuto gravi carenze nei mezzi di supporto per contrastare l’insufficienza respiratoria acuta causata dall’infezione. La scarsa disponibilità di dispositivi meccanici ha spinto gli operatori sanitari ad adottare differenti strategie per la gestione dei pazienti prima dell’ammissione alla terapia intensiva e conseguentemente per ridurre l’utilizzo di ventilatori invasivi. In questo scenario, molti ospedali si sono indirizzati verso la ventilazione non-invasiva a pressione continua positiva (quelli che abbiamo imparato a conoscere come “CPAP”), che si è rivelata estremamente efficace nel supportare il ciclo di respirazione spontanea del paziente forzando in continuazione una miscela aria-ossigeno, mantenendo così una pressione positiva sufficiente a tenere aperte le vie aeree e gli alveoli polmonari.

Nonostante la CPAP si sia dimostrata essere la terapia ventilatoria precoce più efficiente, anche questi dispositivi hanno presentato criticità, in primis legata all’elevato consumo di aria compressa ed ossigeno che hanno ripetutamente messo in crisi gli impianti di distribuzione di gas medicali. Per fornire soluzione a questa problematica, fin dai primi mesi dell’emergenza, il Politecnico di Torino e l’azienda APR hanno lavorato insieme per proporre una tecnologia sostenibile, sicura ed efficace: DIVOC (Device for non-Invasive Ventilation with low Oxygen consumption in absence of environmental Contamination), un device per l’assistenza al respiro che sfrutta la tecnologia di ventilazione non invasiva a pressione continua positiva.

DIVOC è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra PolitoBIOMed Lab – PAsTISs (PArco delle Tecnologie Innovative per la Salute, Infrastruttura di Ricerca cofinanziata dalla Regione Piemonte) e l’azienda APR di Pinerolo, che ha condiviso la sua esperienza nella progettazione e costruzione di equipaggiamenti fluidodinamici per il settore aerospaziale. Il dispositivo è stato proposto in tempi brevi per la registrazione di un brevetto, in co-titolarità tra l’Ateneo, APR e i dottori anestesisti Marco Cavaglià e Carlo Olivieri, direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione presso l’A.S.L. di Vercelli.

Questa nuova tecnologia CPAP sarebbe particolarmente vantaggiosa se subito impiegata negli ospedali COVID, dal momento che è indipendente dalle centrali di distribuzione dei gas medicali; centrali che sono state messe in crisi dalle tecnologie tradizionali. DIVOC è in grado di risolvere anche le altre problematiche riscontrate nella CPAP tradizionale; favorirà inoltre la diffusione di questa efficace tecnica di ventilazione non invasiva per i pazienti. Ad oggi i dispositivi CPAP ospedalieri, oltre a richiedere elevate portate di aria e ossigeno compressi, disperdono nell’ambiente circostante aerosol ricco di agenti patogeni e hanno un alto livello di rumorosità per pazienti ed operatori. DIVOC, grazie alla chiusura del circuito di ventilazione pressurizzato da un piccolo ventilatore elettrico, lavora con consumi irrisori di ossigeno e aria compressa, elimina nel contempo la pericolosa contaminazione ambientale (garantendo la sicurezza del personale medico) ed è molto confortevole per il paziente sia in termini di rumorosità sia in termini di temperatura ed umidità dell’aria inspirata.

“Lo stimolo per lo sviluppo di DIVOC nasce durante il lockdown, proprio dai momenti drammatici vissuti nelle terapie intensive prese d’assalto dal coronavirus. – afferma il professor Alberto Audenino, coordinatore di PAsTISs – In quel periodo soltanto due laboratori del Politecnico erano rimasti aperti, nel primo si valutavano le mascherine di nuova produzione, nel secondo iniziavamo lo studio di questo nuovo sistema di ventilazione meccanica non invasiva a circuito chiuso. È con rammarico che apprendiamo che in proprio in questi giorni le terapie intensive dei nostri ospedali sono entrate di nuovo in crisi per carenza di gas medicali. DIVOC risolve completamente questo problema: vorremmo che fosse già disponibile sul mercato. In ogni caso saremmo in grado di allestire immediatamente alcune decine di unità prototipali; in questo senso ci dichiariamo sin d’ora a disposizione delle istituzioni regionali e sanitarie.”

Un anno fa ci siamo chiesti come avremmo potuto essere d’aiuto – commenta Andrea Romiti, ceo di APR – in una situazione drammatica come quella che apprendevamo da Tv e giornali. APR, guidata dal suo spirito di innovazione, ha promosso un tavolo tecnico con le imprese, tra cui il leader aerospaziale Collins Microtecnica, che ci condotti fino a sviluppare un sistema che garantisce una maggiore efficacia delle terapie riducendo l’invasività e proteggendo il personale sanitario. Ritengo che questo sia un gran esempio di collaborazione tra il mondo universitario e quello delle PMI e possiamo affermare che si tratta un prodotto non solo made in Italy ma orgogliosamente made in Piemonte”.

DIVOC è ora in fase di prototipazione nei laboratori del Politecnico; sono già state effettuate alcune sessioni prolungate di sperimentazione preclinica su volontari sani. Sono in corso collaborazioni con aziende ospedaliere del territorio con la prospettiva di portare presto questa tecnologia innovativa nei reparti degli ospedali. I ricercatori sono entusiasti dei risultati ottenuti e sono alla ricerca dei finanziamenti necessari per proseguire con la fase di industrializzazione e certificazione del prodotto.

Misure anti Covid più restrittive per le festività Pasquali

È stata firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio una ordinanza che introduce delle misure più restrittive in occasione delle festività.

Supermercati chiusi dalle ore 13 del giorno di Pasqua e per l’intera giornata di Pasquetta. La chiusura vale per le grandi strutture di vendita la cui superficie supera i 1.500 metri quadri nei comuni fino a 10 mila abitanti e 2.500 metri quadri nei comuni con più di 10 mila abitanti. La chiusura riguarda anche le medie strutture di vendita, la cui superficie è compresa tra 151 e 1.500 metri quadri nei comuni fino a 10 mila abitanti e con superficie tra 251 e 2.500 metri quadri nei comuni con più di 10 mila abitanti.

Inoltre in Piemonte a partire dalla mezzanotte di oggi, fino a lunedì 5 aprile compreso, è vietato recarsi nelle seconde case per coloro che non sono residenti sul territorio regionale.

“Questa misura ha evidentemente la finalità di limitare le occasioni di assembramento in questi giorni di festa – sottolinea il presidente Cirio -, ma con la volontà di garantire le piccole attività di vicinato che potranno continuare a offrire il servizio e come segno di rispetto per dare un momento di riposo alle lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione, che da un anno con grande dedizione stanno anche loro garantendo un servizio essenziale per le nostre comunità”.

Il bollettino Covid di sabato 3 aprile: ricoveri in calo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.127 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 220 dopo test antigenico), pari al 5,0% dei 42.325 tamponi eseguiti, di cui 30.514 antigenici. Dei 2.127 nuovi casi, gli asintomatici sono 799 (37,6%).

I casi sono così ripartiti: 275 screening, 1.255 contatti di caso, 597 con indagine in corso; per ambito:26 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 153 scolastico, 1.948 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 319.961 così suddivisi su base provinciale: 25.971 Alessandria, 15.385 Asti, 9.917 Biella, 45.321 Cuneo, 24.797 Novara, 171.076 Torino, 12.084 Vercelli, 11.626 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.388 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.396 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 369 (9 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.819 (-45 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 29.848

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.836.775 (+42.325 rispetto a ieri), di cui 1.374.204 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.422

Sono 23 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.422 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.479 Alessandria, 643 Asti, 398 Biella, 1.257 Cuneo, 852 Novara, 4.889 Torino, 474 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

275.503 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 275.503 (+ 2.437 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.779 Alessandria, 13.465 Asti,8.792 Biella, 38.011 Cuneo, 21.434 Novara, 146.893 Torino, 10.367 Vercelli, 10.451 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.245 extraregione e 2.066 in fase di definizione.

Il bollettino Covid di venerdì 2 aprile

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.942 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 192 dopo test antigenico), pari al 13% dei 14.884 tamponi eseguiti, di cui 5.148 antigenici. Dei 2.584 nuovi casi, gli asintomatici sono 961 (37,2%).

I casi sono così ripartiti: 261 screening, 1.132 contatti di caso, 549 con indagine in corso; per ambito:37 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 110 scolastico, 1.795 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 317.834 così suddivisi su base provinciale: 25.836 Alessandria, 15.260 Asti, 9.883 Biella, 45.023 Cuneo, 24.653 Novara, 169.774 Torino, 12.064 Vercelli, 11.583 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.377 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.381 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 37(+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.864 (-23 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.127

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.794.450 (+14.884 rispetto a ieri), di cui 1.367.151 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.399

Sono 63 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.399 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.477 Alessandria, 642 Asti, 398 Biella, 1.256 Cuneo, 851 Novara, 4.872 Torino, 473 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

273.066 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 273.066 (+2.257 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.651 Alessandria, 13.375 Asti,8.751Biella, 37.602 Cuneo, 21.247 Novara, 145.458 Torino, 10.323 Vercelli, 10.377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.237 extraregione e 2.045 in fase di definizione.

Vaccini, Pd: “Dobbiamo fare meglio”

Il 31 marzo, sono state somministrate 18.107 dosi, di queste 8.639 sono seconde dosi.

Nei primi quindici giorni di marzo siamo stati sempre sotto le 10.000 al giorno. Poi la capacità è aumentata fino ad arrivare, solo negli ultimi giorni a cifre più alte, senza mai raggiungere 20.000.

È dunque definitivamente sfuggito l’obiettivo, rilanciato a mezzo stampa per un mese e mezzo, delle 20.000 dose inoculate al giorno e ribadito di fronte al generale Figliuolo nelle scorse ore.

Secondo i dati del Ministero, il Piemonte ha somministrato il 90,2 % delle dosi ricevute, collocandosi quattordicesimo in Italia. Poco sotto la media italiana del 90,7%.

Ma il dato delle dosi ricevute viene caricato con ritardo, per tutte le regioni, e quindi in realtà siamo più indietro. I dati nazionali non riportano, infatti, dosi ricevute già due giorni fa dalla nostra Regione e di cui il bollettino regionale già il 30 marzo dava fedelmente conto: 85.410 dosi ricevute in più di Pfizer e distribuite alle aziende. Il che porta il Piemonte ad aver somministrato solamente l’82,3% delle dosi ricevute.

Abbiamo somministrato 103.901 dosi di Astrazeneca su 191.400 (54%).

Abbiamo somministrato 36.177 dosi di Moderna su 63.400 (57%). E qui accantoniamo la giustificazione delle seconde dosi: sono state somministrate 26.640 prime dosi e 8.537 seconde dosi. Dobbiamo somministrare 18.103 seconde dosi, ma abbiamo in magazzino 27.223 dosi.

Abbiamo somministrato 669.185 Pfizer su 727.480 ricevute (91%).

Un’ultima nota: non ha senso confrontare i numeri assoluti, perché le Regioni hanno dimensioni diverse; né le percentuali rispetto alla popolazione, perché i vaccini vengono distribuiti secondo più criteri (ad esempio i numeri della popolazione anziana) e non solo in proporzione alla popolazione. Per questo le prestazioni delle regioni sono confrontabili solo in base alle percentuali di inoculo delle dosi ricevute.

La nostra Regione presenta ampi margini di miglioramento e le attuali prestazioni giustificano forti preoccupazioni sulla capacità del nostro sistema di far fronte al prossimo incremento delle dosi disponibili: man mano che la disponibilità si è ampliata, il Piemonte è scivolato indietro in classifica.

A queste difficoltà si sommano le false partenze, il più delle volte dettate dall’ansia da annuncio di questa Giunta: si vedano i disservizi causati dalla mancata partenza lunedì delle vaccinazioni negli studi dei medici di base o dal mancato coinvolgimento dei medici di base nei centri vaccinali che pure avevano dato disponibilità.

Aprile sarà il mese della “prova del 9”. Da un lato si allarga la platea agli ultra 60enni e dall’altra arriveranno anche le fiale del vaccino Johnson & Johnson. Riusciremo a raggiungere le 30.000 dosi al giorno annunciate? È ora di passare dalle parole ai fatti.

Domenico Rossi – Vicepresidente della Commissione Sanità

Daniele Valle – Coordinatore del Gruppo di lavoro Covid

 

La Pandemia non è solo emergenza sanitaria

La Pandemia è una creatura mitica “una costruzione collettiva in cui diversi saperi e svariate ignoranze hanno lavorato nell’apparente condivisione di un unico scopo’’ realtà molto più complessa di una emergenza sanitaria 

 

Una sorta di cospirazione umana all’inettitudine sapiente. Così l’incipit dell’ultimo saggio di Alessandro Baricco ( ‘’ Quel che stavamo cercando ’’ Feltrinelli 2021 , pagg. 33, euro 4 già in pdf  2020).  Pamphlet a metà strada tra il j’accuse e la cronologia critica degli eventi, amara riflessione sulla condizione del cittadino resiliente postpandemico. L’opera dello scrittore torinese tenta una difficile ibridazione tra la narrazione e il saggio sociologico in stile neofrancofortese. Si cercano le cause e gli effetti del covid19 nella morale, nella tecnè decaduta a innovazione sterile, di una scienza epistemologicamente incapace di fronte al Moloch della macrotragedia collettiva, che il Pianeta sta vivendo e forse rivivrà. Punizione divina, abbassamento della soglia minima della morale ( Theodor Adorno ), disattenzione medica o semplice ‘eterno ritorno’ . L’autore non sa darne una risposta univoca perché in oggettività non esiste. Turbocapitalismo ( Diego Fusaro). Tribecapitalismo cibernetico-commerciale. Povertà degli animi e delle masse sempre più impoverite, che alla fine ci presenteranno il conto, questo si. Anche come cauzione. Per riscattare il consumismo materialista, di cui esse sono le prime vittime, corporali ed etiche. Accelerazione degli stili di vita, dell’obsolescenza digitale del software e dell’hardware etico. ‘’Civiltà’’ del tweet e del motteggio beota del Mega Gioco telematico.  Uomini e donne sottratti dai lockdown policromatici alla visibilità interattiva, trasmigrano da ectoplasmi civili in zombie sociali, messaggi in bottiglia, sottratti al normale fluire dello spazio-tempo psichico e dello spazio tempo-fisico, affidati al mare in tempesta dell’autocoscienza di precarietà. Che non è più salariale o reddituale o almeno non solo, ma l’incedere del tutto per l’incerto. Incerto ermeneutico del senso, angoscia kierkegaardiana e regressione psicologica nell’ edonismo difensivo e infantile, rifugio nell’effimero, antiideologia di cui le 33 pagine del testo rimandano agli anni del Cristo salvifico ( sola risposta suggerita sotto traccia?! ) o dell’Anticristo di un Soloviev. Ma non nella fine del mondo secondo Baricco del tutto ridicola e agitata ad hoc a seconda che ci vadano male o bene le cose.  Non nell’Armageddon della lotta finale tra istanze etiche e amorali o malefiche, ma il trucco sta nel chiedersi se in una società moderna e tecnologicamente avanzata, la morale abbia ancora un significato o no. Di rinuncia, di buon senso, di fare un passo indietro necessariamente debole e non Lebole. ‘’Oggi a me e domani a te e la lotta per il panino’’, lasciamoli per una volta per un x di tempo, anche infinitesimale fuori dalle nostre menti, dai nostri cuori-pratici. E un amore qualsiasi agapico per un lettore credente o pagano relazionale o entrambi sono la ‘’soluzione’’. Per i più volitivi o per più Fortunati. Saranno la sola domanda. Risposte non ce ne sono, neanche ‘’deboli ’’.

Aldo Colonna

Centri vaccinali nelle aziende: oltre 800 imprese sono disponibili

805 imprese piemontesi hanno dato la propria disponibilità per contribuire alla campagna vaccinale, rispondendo positivamente al sondaggio lanciato da Confindustria il 10 marzo.

Il Piemonte è  al secondo posto, a livello nazionale, nel rapporto tra popolazione e imprese disponibili a realizzare dei centri vaccinali nei loro impianti e uffici.

“È un risultato di cui possiamo andare fieri” dice Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

Complessivamente sono 1.500 i locali messi a disposizione.

Bollettino Covid di giovedì 1 aprile: 2584 nuovi casi di persone positive

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.584 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 264 dopo test antigenico), pari al 6,0% dei 43.334 tamponi eseguiti, di cui 29.401 antigenici. Dei 2.584 nuovi casi, gli asintomatici sono 961 (37,2%).

I casi sono così ripartiti: 357 screening, 1.558 contatti di caso, 669 con indagine in corso; per ambito: 59 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 143 scolastico, 2.382 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 315.892 così suddivisi su base provinciale: 25.673 Alessandria, 15.199 Asti, 9.841 Biella, 44.625 Cuneo, 24.504 Novara, 168.820 Torino, 11.965 Vercelli, 11.523 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.379 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.363 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 376 (+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.887(+14 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.484

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.779.566 (+43.334 rispetto a ieri), di cui 1.361.131 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.336

Sono 28 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2  verificatisi oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.336 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.474 Alessandria, 641 Asti, 394 Biella, 1.249 Cuneo, 846 Novara, 4.833 Torino, 469 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

270.809 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 270.809 (+2.868 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.509 Alessandria, 13.291 Asti, 8.721 Biella, 37.189 Cuneo, 21.085 Novara, 144.196 Torino, 10.235 Vercelli, 10.317 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.234 extraregione e 2.032 in fase di definizione.

Anffas, in via Fiesole sei utenti e due operatori positivi al Covid

NELLA  RESIDENZA PER PERSONE CON DISABILITA’ .  D’ERRICO: “COSA STIAMO ASPETTANDO A VACCINARLI?”

Scatta l’allarme in una delle tre strutture gestite da Anffas Torino. Il presidente: “Rispettare subito le priorità dettate dall’agenda vaccinale”

Sei utenti e due operatori del centro residenziale per persone con disabilità di via Fiesole, gestito da Anffas Torino, sono risultati positivi al Covid-19 in base ai tamponi molecolari effettuati con urgenza tra ieri sera e questa mattina, in seguito alla febbre e al malessere manifestati da una ospite. I protocolli di sicurezza si sono attivati immediatamente, ma l’esito dei tamponi ha fatto scattare l’allarme anche per gli altri utenti (in tutto sono 12) e gli operatori che li assistono.

Allarme e rabbia, perché questo ennesimo dramma si poteva, anzi si doveva evitare. “Ma vi immaginate – tuona Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino – l’angoscia che stanno vivendo queste persone, le loro famiglie, tutti gli altri ospiti e anche noi operatori? Vi immaginate cosa vorrebbe dire per un ragazzo autistico o per una ragazza Down essere intubati in ospedale? E non voglio neanche pensare a esiti ancora più drammatici. Chiedo senza giri di parole a chi ha la responsabilità di rispondere, il presidente Cirio e l’assessore Icardi: vogliamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per capire che vaccinare le persone con disabilità è una priorità assoluta? Anche più, con tutto il rispetto, degli studenti attesi dalla maturità?”

Il riferimento è all’ipotesi di vaccinare i 35mila studenti all’ultimo anno delle superiori avanzata dal presidente Alberto Cirio al governo, ieri a Roma durante l’incontro con il generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid. “Sarei felicissimo se gli studenti potessero vaccinarsi – continua D’Errico – per sostenere la maturità in presenza, anche nelle nostre famiglie ci sono ragazzi e ragazze attesi da questo importante passaggio. Ma, ancora una volta, il problema è stabilire le priorità, perché c’è chi rischia di morire, senza vaccino. Genitori e figli che non si vedono da più di un anno, senza vaccino”.

“Anzi, dirò di più: si tratta di rispettare le priorità già dettate dall’agenda vaccinale – conclude Giancarlo D’Errico – dando la precedenza agli anziani e alle persone fragili. La Regione Piemonte, in ritardo e solo dopo le nostre pressanti sollecitazioni, aveva annunciato in pompa magna che da metà marzo sarebbero partite le vaccinazioni dei 6000 ospiti dei centri residenziali e diurni: ad oggi nelle tre strutture che noi gestiamo a Torino siamo fermi a zero. Neanche gli operatori sono vaccinati, perché non sono considerati sanitari. E già allora avevamo segnalato che sono da vaccinare con urgenza anche le migliaia di persone con disabilità che non vivono in struttura e i loro caregiver familiari: su questo aspetto continua un silenzio assordante. Chiedo ancora una volta: cosa stiamo aspettando?”

Il bollettino Covid di mercoledì 31 marzo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.298nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 312dopo test antigenico), pari al 8,8% dei 26.085tamponi eseguiti, di cui 12.233 antigenici. Dei 2.298nuovi casi, gli asintomatici sono 904 (39,3%).

I casi sono così ripartiti: 363 screening, 1.395 contatti di caso, 540 con indagine in corso; per ambito: 35RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 144 scolastico, 2.119popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 313.308così suddivisi su base provinciale: 25.483 Alessandria, 15.114Asti, 9.744 Biella, 44.180 Cuneo, 24.330 Novara, 167.447Torino, 11.855 Vercelli, 11.437 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.372 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.346 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 376(+7rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.873(+18 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.810.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.736.232(+26.085rispetto a ieri), di cui 1.354.361risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.308

Sono 39 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4verificatisioggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.308deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.473 Alessandria, 641 Asti, 394 Biella, 1.242 Cuneo, 846 Novara, 4.815 Torino, 467Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

265.324 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 267.941(+2.617rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.244 Alessandria, 13.200 Asti,8.676Biella, 36.699 Cuneo, 20.856 Novara, 142.696 Torino, 10.068 Vercelli, 10.248 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.233extraregione e 2.021 in fase di definizione.