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Fca scrive da Londra: “Tre miliardi di dollari dalle azioni”

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sergio_marchionneIl Ceo del gruppo automobilistico: “Intendiamo proseguire nella realizzazione del Business Plan 2014-2018”. Fiat Group Automobiles annuncia inoltre che il nome della società è cambiato in FCA Italy Spa.

 

L’offerta di azioni ordinarie e il prestito obbligazionario di Fca in negli Stati Uniti ha fruttato un ricavo di circa 3,887 miliardi di dollari.

 

Nel comunicato diramato dalla nuova sede di Londra FCA informa di avere completato ” l’offerta di azioni ordinarie e del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria”.

Fiat Chrysler Automobiles annuncia il completamento dell’offerta di 100 milioni di azioni ordinarie, valore nominale €0.01 per azione, e di “un ammontare nozionale complessivo di 2.875 millioni dollari  di obbligazioni 7,875% a conversione obbligatoria e scadenza 2016.”

FCA intende utilizzare il ricavato netto dell’offerta di azioni ordinarie e del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria per le generali esigenze del Gruppo. “Questo è stato un anno di radicale trasformazione per FCA. Dopo aver acquisito dal VEBA Trust la residua quota di minoranza in Chrysler, abbiamo trasformato Fiat e Chrysler in FCA ed esordito al New York Stock Exchange, il tutto negli ultimi 12 mesi.

 

Il completamento di queste offerte rappresenta un altro passo decisivo per fare di FCA un costruttore di automobili globale, dotato della capitalizzazione per competere efficacemente con i maggiori costruttori mondiali” ha dichiarato Sergio Marchionne, CEO di FCA. “Intendiamo proseguire nella realizzazione del Business Plan 2014-2018”.

 

Fiat Group Automobiles annuncia inoltre che il nome della società è cambiato in FCA Italy Spa. “Si tratta di un ulteriore passo nella ‘corporate identity’ di Fiat Chrysler Automobiles – si legge nel comunicato aziendale – con l’obiettivo di mettere in evidenza come tutte le varie aziende FCA nel mondo facciano parte di un’unica società globale. Il cambio del nome è un nuovo tassello che sottolinea come FCA sia un’unica realtà fatta di persone che hanno saputo integrarsi e dare vita a una nuova azienda veramente internazionale”. Nei prossimi mesi cambieranno denominazione anche altre società della Regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), così come accadrà a quelle delle altre Regioni.

 

Processo Minotauro, gli imputati restano in carcere

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All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare

 

Al via il processo d’appello di ‘Minotauro’ per le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta a Torino e in provincia. Sono 70 gli imputati che hanno fatto ricorso dopo le condanne  in primo grado. Tra questi anche l’ex sindaco di Leini, Nevio Coral, al quale era stata inflitta una pena di dieci anni. La condanna più alta è di 21 anni e mezzo, inflitta a Vincenzo Argirò, ritenuto uno dei capi del ‘Crimine’, il braccio violento dell’organizzazione criminosa. Presenti in aula anche otto parti civili: Regione, Provincia, Comuni di Torino, Volpiano, Leinì, Chivasso e Moncalìeri e l’associazione Libera. 

 

La prossima udienza si svolgerà a gennaio. Più di dieci imputati sono ancora in carcere. All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare per tutta la durata. “data la complessità del dibattimento”. La richiesta dell’accusa è stata accolta e così essun imputato uscirà quindi di prigione il 20 febbraio 2015, data del termine della custodia cautelare. Si prevede un programma di udienze fitto, anche tre a settimana.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

I No tav fermano il Tgv e regalano due molotov a una ditta del cantiere

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Il treno Venezia-Parigi bloccato presso la stazione di Vercelli

 

Alcuni attivisti No Tav hanno bloccato in mattinata poco prima delle 7, il  tgv Venezia-Parigi presso la stazione di Vercelli. Hanno collocato una catena di ferro davanti alla locomotiva e con lo spray hanno scritto slogan contro l’alta velocità sulle carrozze del treno. A causa del blitz 11 treni della linea  Milano-Torino, che è rimasta chiusa per 25 minuti, fino alle 7.05, hanno subito rallentamenti. Sull’episodio sta indagando la Digos di Vercelli.

 

Invece, nel Torinese, sono state rinvenute due bottiglie incendiarie. Il ritrovamento è avvenuto nel cortile della ditta Torinoleggi di Rivoli, azienda che lavora nel cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Le due molotov sono state scoperte ieri  dal titolare. Sono state sistemate probabilmente nel fine settimana vicino ad alcuni automezzi aziendali parcheggiati. L’innesco era fatto con garza, legno e fiammiferi. Polizia e carabinieri stanno effettuando le indagini e  sospettano si tratti di un atto dimostrativo delle frange estreme No Tav.

 

(Foto: il Torinese)

Cavagnolo è il Comune chiave: tutti insieme contro l’amianto

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Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana

 

 

Per superare la sentenza della Corte di Cassazione che ha archiviato, con la pronuncia dell’avvenuta prescrizione, i due verdetti del Tribunale e della Corte d’Appello di Torino sul caso Eternit, occorre fare fronte comune. E’ il senso dei vari interventi che si sono susseguiti lunedì 15 dicembre nel consiglio comunale aperto che si è tenuto nella sala polivalente di Cavagnolo, il comune chiave per le inchieste di Raffaele Guariniello perché qui aveva sede la Saca, società del gruppo Eternit che ha lasciato la scia d un centinaio di morti.

 

Mario Corsato, primo cittadino di Cavagnolo, ha riferito degli incontri romani avuti, insieme al sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, con le massime cariche dello Stato e spiegato la particolare situazione del Comune, non inserito nell’elenco del libro bianco sull’amianto, elaborato dal Governo e presentato alla Conferenza nazionale sull’amianto di Venezia due anni orsono. Una dimenticanza incredibile che ha anche generato una prima frustrazione per il comune torinese, ma che non ha fatto mai venire meno la voglia di continuare nella battaglia per ottenere giustizia.

 

Gli interventi sono stati molti e, per una volta, tutti in sintonia, non c’è stata differenza di posizioni politiche, perché tutti hanno detto chiaramente che l’amianto non è di destra, di centro o di sinistra, dal coordinatore Afeva Bruno Pesce, al vice sindaco di Casale Monferrato Cristina Fava, al consigliere metropolitano di minoranza Marco Marocco, al sindaco di Brusasco Franco Cappellino, a quello di Chivasso, Libero Giuffreda. E tutti hanno assicurato che l’ordine del giorno – che è stato poi approvato all’unanimità dal consiglio comunale e contiene le linee per affrontare il problema nel prossimo futuro – verrà anche approvato dalle rispettive amministrazioni. Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana e ha evidenziato che “il problema dell’amianto non è solo il problema di Casale, di Balangero, di Cavagnolo, ma di tutti, occorre però fari si che venga sentito da tutti come un fatto culturale, e non solo da coloro che lo vivono”.

 

Poi tutti i partecipanti hanno preso parte ad una fiaccolata per le vie del paese sino al monumento che ricorda coloro che hanno perso la vita per il mal d’amianto. E le lanterne accese erano cento come cento sono coloro che non ci sono più

 

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Il mio nome è Chiampa, Sergio Chiampa: e sono il Salva-Piemonte

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Il commissario Chiamparino, quasi una definizione da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi

 

Il commissario straordinario per il pagamento dei debiti della Regione è sempre lui: è lo stesso governatore Sergio Chiamparino a rivestire il ruolo previsto da un emendamento del governo alla Legge di Stabilità. Si tratta, in sostanza, del tanto auspicato Salva-Piemonte, l’intervento di Palazzo Chigi che prevede  l’apertura di una specifica  contabilità in grado di fronteggiare l’eccezionale situazione di squilibrio finanziario (il buco) della Regione. Spetterà poi al Parlamento trovare la soluzione al non indifferente problema dello squilibrio di bilancio, con la richiesta di pre-ammortamento per due anni.

 

Si deve risolvere il peccato originale,  il disavanzo della Regione che potrebbe salire da 2,5 miliardi fino a 5/7 miliardi. Il commissario Chiamparino, quasi fosse una figura da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi della sanità e mezzo miliardo sul pagamento di altri debiti regionali in altri comparti.  Grazie all’introduzione della figura del commissario l’ente potrebbe beneficiare di introiti per  1 miliardo abbondante.

 

Ora la Legge di Stabilità può consentire a Chiamparino, nell’arco di pochi mesi, grazie ai poteri straordinari, di superare il “contenzioso” con i magistrati della Corte dei Conti. Infine, la questione dei residui attivi e passivi per circa 1 miliardo. Con una norma ad hoc potrebbero essere diluiti non in soli dieci anni, ma  in 30, come avviene per i Comuni.
 

 

No Tav, le reazioni: sito della procura oscurato, occupata l’autostrada

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tav ragazzi“I giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”

 

Quali sono state le reazioni all’assoluzione dal reato di terrorismo nei confronti dei quattro attivisti No Tav? “Se non è associazione con finalità terroristiche incappucciarsi e organizzare l’attacco allo Stato, qualcuno mi deve spiegare cosa sia.

 

E’ molto positiva comunque la condanna a 3 anni e 6 mesi, mi auguro che i Pm facciano ricorso e li ringrazio perché hanno avuto coraggio”. E’ quanto dichiara all’Ansa il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che aggiunge: “i giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”.
   

Ieri un manipolo di No Tav incappucciati ha occupato la carreggiata dell’autostrada del Frejus nei pressi di Giaglione, hanno esposto uno striscione e acceso fumogeni. Altri No Tav hanno occupato il treno 2012 Milano-Torino, che è stato fermato dalla polizia alla stazione di Novara.

 

Si è anche verificato un attacco informatico al sito web della procura di Torino, rivendicato da Anonymous, mentre centinaia di attivisti si sono radunati per una manifestazione a Bussoleno, in Val Susa.

 

Il sito No Tav: “Non si può esultare per una sentenza del genere, con i 4 notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav”.

 

(Foto: il Torinese)

Dal Valentino a Palazzo Civico, quando la ruota gira

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Le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia

 

Finalmente Torino avrà la sua ruota panoramica, di 48 metri di diametro, collocata a Torino Esposizioni. Dopo quasi 120 anni il nostro parco Valentino non avrà così più nulla da invidiare al Prater di Vienna … anche se forse con un po’ di ritardo. Ma Torino, all’avanguardia su tutto, questa volta ha preferito seguire e lo ha fatto dopo un aspro dibattito tra fautori e denigratori dell’attrazione amata da grandi e piccini. Di ruota in ruota, anche il Comune ci ha preso gusto, decidendo che, allo scopo di prevenire la deprecata corruzione, almeno il 15 % dei dirigenti comunali dovrà ruotare di incarico ogni tre anni, un principio stabilito dalle recenti norme.

 

Nel darne notizia i sussiegosi giornali “indipendenti” si sono affrettati nel precisare che la situazione in riva al Po non è lontanamente paragonabile a quella scoperta, ad esempio, con l’inchiesta romana. Anche se, a ben vedere, qualche scricchiolio pare esserci anche tra le austere atmosfere di Palazzo di Città, se è vero che l’ex-direttore generale è impegnato nelle aule di giustizia a difendersi per dei concorsi dirigenziali che a qualcuno non sono sembrati inappuntabili, e un’altra alta dirigente è appena stata prosciolta per l’errore scusabile di aver assegnato incarichi all’azienda del figlio. Mentre è ancora aperta la questione di presunti favoritismi per i gestori dei Murazzi, chè in questo caso i magistrati non sembrano ammettere svogliatezze e sbadataggini. Del resto, sempre più spesso le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia.

 

Se n’è accorto anche l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta che, presentatosi a Palazzo Lascaris per il dibattito sulle disabilità, si è visto annunciare seduta stante una denuncia in procura per “distrazione di fondi”, 24 milioni solo nel 2014. Così ha sostenuto il presidente dell’associazione che rappresenta le cliniche private convenzionate, mandando su tutte le furie il titolare della Sanità che l’ha accusato di pensare a “difendere solo i propri interessi”, usando i disabili. E smentendo la ricostruzione fatta dall’associazione, pur dicendo che si dovranno fare verifiche più approfondite nelle Asl.

 

La querelle è stata l’unico momento un po’ scabroso di un confronto invece “buonista” che ha visto le associazioni del settore rappresentare le drammatiche situazioni di anziani e disabili in modo molto composto e contenuto, chiedendo soprattutto di revocare le decisioni prese dalla Giunta Cota, che hanno oggettivamente ristretto i cordoni della borsa. Ma anche in questo caso, Saitta è stato costretto a riconoscere che queste delibere non possono essere eliminate – nonostante che la maggioranza unita lo chieda a gran voce – perché obbediscono alle regole stabilite dal piano di rientro, concordato con il governo. Per cui, l’unica strada è risanare i bilanci sanitari, uscire dall’emergenza e riacquistare libertà di manovra, obiettivo che l’assessore vorrebbe realizzare già nel 2015. Anche se i soldi continueranno a essere pochi, almeno si potrà decidere un po’ più liberamente dove indirizzarli.

 

Infine, non sorprende il poliedrico governatore Chiamparino che, inaugurando la fiera del Bue Grasso di Carrù, prodotto tipico piemontese, ha firmato un appello perché, dopo Langhe e Monferrato, sia riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità … la pizza!

 

Ghinotto

Scadenze di fine anno: il 16 dicembre saldo IMU e TASI

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Non saranno applicate sanzioni se il ritardo è causato dal mancato ricevimento dell’avviso 

 

Saldo TARI: gli utenti che, per qualunque disguido, non avessero ancora ricevuto l’avviso di pagamento relativo al saldo, potranno richiedere il duplicato del modello F24 scrivendo a Soris Riscossioni spa oppure recandosi direttamente agli sportelli Soris di via Vigone 80. Non saranno applicate sanzioni per i pagamenti effettuati nei giorni immediatamente successivi alla scadenza del 10 dicembre, se il ritardo è causato: dal mancato ricevimento dell’avviso entro il termine ultimo fissato per il versamento del saldo, dal ricalcolo a seguito di variazioni del nucleo familiare o da errori accertati dagli uffici tributari.

 

Tutti i dettagli sulla pagina dedicata:.www.comune.torino.it

The day after: sciopero riuscito, ma che incubo per i torinesi

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traffico centroUna quarantina i voli sospesi a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare

 

Sarà anche il simbolo del lavoro e della crisi, come dice la leader Cgil Susanna Camusso, che ieri ha guidato lo sciopero in città, ma Torino nella serrata generale di ieri ha vissuto un vero e proprio incubo. Lo sciopero è riuscito, non c’è che dire. Il 65% dei lavoratori Gtt vi ha aderito e l’80% dei mezzi di trasporto è rimasto fermo. Una quarantina i voli cancellati a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare. In alcuni casi le scale mobili delle fermate funzionavano traendo in inganno i passeggeri che, una volta scesi, trovavano i cancelli del metrò chiusi.

 

Le code per le vie del centro sono state interminabili fino alle 21. Automobili parcheggiate ovunque – anche in mezzo alla carreggiata, complice il caos aggiuntivo degli acquisti di natale – e ingorghi in tutta la città. Il bilancio della manifestazione di ieri, indetta da Cgil e Uil è positivo per gli organizzatori: al corteo hanno preso parte 30mila persone secondo la questura e addirittura 50mila secondo i sindacati. Peccato la sbavatura dovuta a studenti e antagonisti che hanno lanciato sassi alle forze dell’ordine. Nove esagitati sono stati fermati dalla polizia.

 

(Foto: il Torinese)

Susanna la rossa in piazza contro il Jobs Act e il rischio licenziamenti

 

La prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori

 

sciopero cgil 2“E’ bene che ci sia rispetto reciproco tra governo e sindacati e che non ci siano esasperazioni come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”. Così il presidente Giorgio Napolitano ai giornalisti, prima di lasciare Torino alla fine della sua visita, in riferimento allo sciopero e alle manifestazioni dei sindacati. Cgil e Uil sono infatti scesi in piazza anche a Torino contro il il Jobs Act e la legge di Stabilità del governo. Il corteo era guidato dalla leader sindacale Susanna Camusso e da Alberto Tomasso, segretario regionale Cgil con il suo collega Gianni Cortese della Uil Piemonte. L’allarme – come ha già scritto il Torinese – riguarda anche la nostra regione dove, la prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori. sciopero cgil1

 

Il corteo di 50mila manifestanti secondo i sindacati e di 30mila secondo le forze dell’ordine è partito da piazza Vittorio per terminare in piazza San Carlo, dove con Camusso e Cortese hanno parlato dal palco cinque lavoratori e un pensionato. “E’ una scelta del governo se continuare a provare a innescare il conflitto oppure se scegliere di discutere. Deve essere chiaro che noi non ci fermiamo, continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavoro in questo Paese” ha dichiarato Susanna Camusso ai giornalisti, avvolta in un cappotto rosso. E ancora: “Abbiamo dinanzi a noi un tempo della discussione della legge di stabilità in cui ci sono cose importanti, a partire dalle risorse per gli ammortizzatori sociali, ai patronati, alle scelte sul lavoro pubblico e la conferma dei precari oltre al tema delle province fino alla stesura dei decreti che applicano la riforma del lavoro.  L’emergenza che ha questo paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perchè il lavoro ci sia ma non può essere un lavoro qualunque, senza diritti e senza professionalità. Il messaggio per cambiare l’Italia è sciopero cgil3proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità”.

 

La manifestazione sotto la Mole s’ è tenuta in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. All’altezza del Rondò della forca, in corso Regina ci sono stati scontri tra la polizia e un gruppo di studenti e antagonisti. Nove di loro sono stati fermati.

 

(Foto: il Torinese)