ilTorinese

“In Barriera non si può più manifestare tranquillamente?”

 
Caro Direttore,
Ieri sera in Piazza FORONI sono gli anarchici che hanno tentato in ogni modo di provocare una Manifestazione pacifica nata da negozianti di Barriera e a cui abbiamo partecipato senza bandiere come esponenti del Centro Destra. La nostra era una presenza simbolica nella piazza del Mercato per rivendicare maggiore attenzione da parte del Sindaco ai grossi problemi di Barriera , dal lavoro alla sicurezza. Maggiore attenzione perché a una settimana dalla Assemblea organizzata da La Stampa nella quale il Sindaco aveva chiesto di non enfatizzare i problemi di Barriera, e’ successo di tutto con scontri in strada mai visti in Italia.
Così gli ANARCHICI che votano a sinistra ieri sera hanno fatto di tutto per provocare la rissa. La Barriera ha bisogno di lavoro e di nuove iniziative che diano speranza alle persone in difficoltà . Barriera deve avere nuove opportunità economiche e nuovi posti di lavoro. Come ho detto agli amici presenti se non riparte la economia dei Quartieri di periferia Torino non ritornerà ai livelli del passato, se non ci saranno nuove occasioni di lavoro non ripartirà neanche il commercio , messo in crisi dai tanti supermercati, dalle iniziative non regolari e dalla paura ad aprire nuove attività. Ho voluto scrivere  perché i Cittadini di Barriera e i vari Comitati presenti meritano ascolto e non vanno confusi con chi provoca , con chi dice No a tutto. I cittadini di Barriera non sono figli di un Dio minore.
Mino GIACHINO 

Con “Le nuove generazioni del mondo” si apre il Festival Internazionale dell’Economia

“Le nuove generazioni del mondo” è il tema della quarta edizione del Festival Internazionale dell’Economia, che si è aperto oggi al Teatro Carignano con il saluto delle istituzioni e con la lezione inaugurale dedicata a “Giovani, lavoro e tecnologia” con Daron Acemoglu (in collegamento) e Christopher Pissarides. Fino al 2 giugno oltre cento appuntamenti in diverse sedi si propongono di affrontare le sfide economiche, sociali e culturali che caratterizzano le giovani generazioni. I temi trattati includeranno l’emergenza demografica, le trasformazioni del mercato del lavoro, il fenomeno dei NEET (giovani che non studiano né lavorano), le disuguaglianze sociali e abitative, il senso del lavoro, l’immigrazione e le seconde generazioni, la sostenibilità e la crescita verde, le sfide internazionali.

Il Festival Internazionale dell’Economia è a cura di Editori Laterza, Collegio Carlo Alberto (CCA) – Torino Local Committee (TOLC) sotto la direzione scientifica di Tito Boeri. La manifestazione è promossa dal TOLC, che riunisce Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino e Legacoop, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.

Sul palco dell’inaugurazione a dare il benvenuto della Città c’era il sindaco Stefano Lo Russo: “Quello dei giovani e del loro sguardo sul mondo – ha detto – è un tema di cui si discute sempre troppo poco o enfatizzandone componenti negative. Le nuove generazioni sono invece estremamente capaci di guardare alle cose con spirito critico e hanno molto da dire al mondo degli adulti, sanno costruire opinione e mobilitazione e penso davvero che questo sia un elemento positivo con cui guardare al futuro. Il modo con cui noi adulti sapremo rapportarci con le loro idee e le opportunità di crescita che sapremo offrire loro potranno fare la differenza”.

TORINO CLICK

 

“Io Dico No”, un torneo di calcio per fare del bene

/

Curato e voluto dall’Associazione Narconon e Forza Italia

Sabato 31 maggio prossimo, dalle ore 9 alle 19, presso il campo sportivo del Pozzomaina, di via Monte Ortigara 78, a Torino, andrà in scena il Torneo di prevenzione “Io Dico di No – se cado mi rialzo”, patrocinato dal Consiglio Regionale del Piemonte e curato in collaborazione tra l’Associazione Narconon Piemonte e Forza Italia.

Il ricavato sarà devoluto a Fondazione per la ricerca sui tumori dell’apparato muscolo scheletrico e rari Onlus.

Alle ore 14 inizierà la partita di calcio che vedrà sfidarsi un team di ex calciatori e personaggi televisivi contro una selezione di Amministratori Locali.

Durante la giornata sarà possibile assistere anche alla presentazione del libro di Michele Padovano, ex calciatore della Juventus, intitolato “Tra la Champions e la libertà”, edito da Cairo.

“L’Associazione Narconon si occupa della gestione e del recupero, in modo naturale, di persone vittime di dipendenza da alcool e droghe – ha dichiarato Natasha Benincasa, in rappresentanza dell’Associazione Narconon, che ha sede a Villafranca d’Asti, dove si trova anche la comunità omonima – Penso sia importante il ruolo della prevenzione a partire dalle scuole e dalle società sportive che lavorano con i ragazzi. Il nostro ruolo è quello di creare consapevolezza attorno a ciò che circonda l’uso delle sostanze e contrastare la falsa informazione a riguardo. Le persone devono avere una seconda opportunità, e per aiutarle a rialzarsi è doveroso approfondire la conoscenza di questi argomenti. Promuoveremo molti eventi come questo per sensibilizzare la società”.

“Grazie all’Associazione Narconon sono uscito da un periodo difficile – ha raccontato l’ex portiere del Torino Lys Gomis, che sarà presente  all’evento di sabato 31 maggio – Sono stato dipendente da sostanze e l’Associazione mi ha aiutato a uscirne in modo naturale, facendo sì che io riprendessi in mano la mia vita. Credo che la comunicazione tramite lo sport sia diretta ed efficace, e per questo ho voluto mettermi in gioco personalmente. È drammatico pensare che l’84% dei giovani consumi alcool o droghe. Ci tengo a ringraziare Forza Italia per la sensibilità e l’organizzazione di questo importante evento mediatico, un’occasione per divertirsi, contribuire all’educazione, alle conoscenze dei giovani e fare della beneficenza in favore della Fondazione Tumori MSR Muscolo Scheletrici”.

Gian Giacomo Della Porta

Luca Beatrice: Lo spazio vuoto dell’arte italiana. Intervista a Paolo Amico

Artista e testimone del legame umano e creativo con il celebre critico scomparso

Torino. Parlare del critico d’arte prematuramente scomparso è difficile per chi lo ha conosciuto. È una voce che si rompe tra la commozione, le lacrime e la paura di una solitudine nel mondo dell’arte quella di Paolo Amico, giovane artista siciliano, per alcuni anni trasferitosi a Torino alla ricerca di una nuova visione, di un’evoluzione per la sua creatività. Una città che, anche grazie alla presenza di figure come Luca Beatrice, ha potuto dare una svolta decisiva alla sua carriera.

Lo incontriamo oggi per raccogliere un ricordo personale, intimo, che restituisca a Luca anche la sua umanità più profonda.

Paolo, chi era Luca Beatrice per te?

Luca era una figura di riferimento, non solo nel mondo dell’arte, ma nel mio percorso umano. Un critico appassionato, un pensatore lucido, un uomo capace di guidare e – a volte anche di deviare – il linguaggio artistico contemporaneo. Per me è stato un faro, un sostegno, un giudice severo e un sostenitore sincero. La sua scomparsa ci lascia un vuoto enorme, e una domanda che mi tormenta: chi prenderà il suo posto? Esiste un dopo-Luca?

Ricordi il primo incontro con lui?

Sì. Era il 2014. Partecipai a una collettiva da lui curata alla Galleria Zabert. Si presentò con un atteggiamento freddo, distante. Io ero giovane, forse troppo per catturare davvero la sua attenzione. Eppure mi volle nella mostra. Per me, che lo vedevo come irraggiungibile, fu un segnale potente. Anni dopo mi ritrovai al suo tavolo, a parlare di arte e visioni. Ancora oggi mi sembra irreale.

 

C’è un episodio che ti ha segnato particolarmente?

Uno in particolare, sì. Ricordo quando disse: “Ogni artista, nella sua vita, realizza tre o quattro grandi opere.” Lo disse guardando la mia opera “L’incendio di Notre Dame”. In seguito scoprii che aveva pronunciato le stesse parole anche davanti a “La follia”, parlando con una curatrice e collezionista con cui collaboro. Quelle parole mi scossero. Mi diedero fiducia, ma anche una responsabilità: se davvero ho ancora due grandi opere da realizzare, devo farlo con consapevolezza, con cura.

 

Hai accennato a un progetto in cui Luca ti ha sostenuto. Vuoi parlarcene?

Si tratta di “Fototessere 2.0”. Luca lo apprezzava molto. Mi chiese più volte di ritrarre persone a lui care. Mi diede anche l’opportunità di presentarlo in uno studio prestigioso a Torino. La sua stima era concreta, si toccava. E quei gesti, oggi, li porto nel cuore come una medaglia invisibile.

 

Di recente hai partecipato alla presentazione del suo ultimo libro, presentazione postuma di quello che aveva appena concluso. Che cosa hai potuto apprendere?

La memoria di Luca è davvero come appariva lui, pieno di energia. La cultura, la vitalità, la passione di Luca trasparivano da ogni parola. Si è parlato di pop, di bellezza, ma soprattutto di libertà di pensiero. Luca è apparso a tutti, soprattutto nelle memorie di chi è intervenuto,come una persona che non si piegava mai ai poteri forti, non li ostacolava nemmeno, li rispettava. Ma con la sua visione li metteva in discussione, li costringeva a cambiare prospettiva. Era questo il suo anticonformismo: non era ribellione sterile, ma capacità di spostare il punto di vista, di rendere il sistema più intelligente, più umano. In quella presentazione, ho rivissuto un uomo pienamente consapevole del proprio ruolo, della propria voce. Ed oggi è per sempre apparirà ancora come una persona capace di stupire.

 

Che tipo di rapporto avevate fuori dal lavoro?

Negli ultimi tempi parlavamo spesso di moto, della Versilia, del tempo da dedicare a se stessi. Volevamo fare un giro insieme, una cosa semplice, vera. Parlava spesso del suo desiderio di passare più tempo a Pietrasanta, in mezzo alla bellezza, alle persone vere. Lo sentivo sereno, in equilibrio. E questo rende ancora più dolorosa la sua assenza.

 

Hai mai ricevuto da lui una critica dura?

Eccome. Quando proposi “La città segreta”, con installazioni artistiche nei centri cittadini, avevamo in mente una location di grande prestigio. Luca fu diretto: “Non sei all’altezza per un palcoscenico del genere.” Aveva ragione. Non ero pronto. Ma quelle parole, come i suoi consensi, mi hanno fatto crescere. Mi hanno insegnato che la credibilità si costruisce, e che lui – anche nel criticare – lo faceva per spronarti, non per abbatterti.

C’è un ricordo in particolare che oggi ti strappa un sorriso, nonostante il dolore?

Sì, uno in particolare. Ricordo che, in un messaggio mandato ad una terza persona, Luca scrisse: “È un bravo artista. È pure simpatico.”
Mi fece sorridere allora, mi fa riflettere oggi. Una battuta, certo, ma piena di quella leggerezza intelligente che solo lui sapeva usare. In quelle tre parole, c’era tutto: il riconoscimento dell’artista, ma anche dell’uomo. Per me, è stato uno dei complimenti più belli. Diretto, affettuoso, privo di sovrastrutture. Tipico di Luca.

 

Cosa resta oggi di Luca Beatrice?

Resta tutto. Resta la sua voce nelle nostre teste, i suoi giudizi nei nostri gesti, la sua visione nei nostri progetti. La domanda che mi perseguita è se ci sarà una nuova primavera per l’arte italiana, o se ci aspetta un lungo inverno. Ma una certezza c’è: Luca non sarà dimenticato. La sua eredità è viva. Dentro il sistema dell’arte e, soprattutto, in noi che lo abbiamo conosciuto. Per chi, come me, ha intrapreso il proprio cammino artistico da semplice sognatore, lui resterà per sempre un riferimento, anche ora che è diventato silenzio.

Grazie, Luca.

Pietro Ruspa

Fondazione Torino Musei: 2 giugno GAM, MAO e Palzzo Madama aperti

Lunedì 2 giugno GAM e MAO eccezionalmente aperti.

Ingresso a 1€ per le collezioni permanenti di GAM, MAO e Palazzo Madama e

tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee

 

 

Anche quest’anno la Fondazione Torino Musei celebra la Festa della Repubblica proponendo per lunedì 2 giugno la tariffa speciale a 1€ per visitare le collezioni permanenti e le esposizioni collegate alla GAM, al MAO – eccezionalmente aperti per l’occasione – e a Palazzo Madama.

Aggiungendo 1€ i visitatori potranno accedere alle mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni alla GAM, Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone al MAO Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900-1950 a Palazzo Madama.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere.

Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

 

Cosa si può visitare:

 

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti e la mostra temporanea Adapted Sceneries e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: oltre alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelateBianco al femminile e Peltri a Torino, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE

 

GAM

Lunedi 2 giugno ore 10.30 e ore 15:00 Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

Lunedi 2 giugno ore 12 e ore 16:30 | Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

 

MAO

Lunedì 2 giugno ore 16.30 | CUSTODI SILENTI. Il potere dei guardiani nelle collezioni del MAO

lunedì 2 giugno ore 15 | Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

 

PALAZZO MADAMA

lunedì 2 giugno ore 15 | Da castello a museo

lunedì 2 giugno ore 16.30 | Mostra Visitate Italia

 

Costi: 7 € a partecipante. Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Info 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

 

Memorie in Comune

Il 2 giugno si svolge inoltre l’iniziativa Memorie in Comune, un’imperdibile occasione per scoprire Palazzo Civico e Palazzo Madama – accompagnati dal direttore Giovanni C.F. Villa – in un momento unico e speciale.

L’iniziativa è promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunaledalla Direzione di Palazzo Madama, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia.

L’itinerario avrà inizio da Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, con una passeggiata che dalle sale auliche culmina in Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, e nell’Ufficio della Presidente del Consiglio Comunale, aperto al pubblico, per proseguire poi a Palazzo Madama che rappresenta non solo tutta la storia della città, ma anche il suo ruolo in chiave italiana prima ed europea poi. Da Porta Decumana a castello medievale, da capolavoro del barocco europeo a sede del Senato del Regno che decreta l’Italia unita e Roma capitale per ospitare infine la firma della Carta Sociale del Consiglio d’Europa, Palazzo Madama è Patrimonio Mondiale UNESCO e Museo Civico di Torino, ospitando oltre 70.000 opere che rappresentano il dialogo tra Oriente e Occidente e una delle più significative collezioni di arti applicate al mondo.

Le visite, accessibili anche a persone con disabilità, saranno gratuite e programmate a orari fissi: a Palazzo Civico avranno inizio alle ore 9,45, 10,45 e 11,45, seguite dalle visite a Palazzo Madama alle ore 11, 12 e 13.
Ciascuna visita ha una durata di circa 55 minuti.

Prenotazione obbligatoria al sito https://www.turismotorino.org/it/esperienze/eventi/memorie-comune-da-palazzo-civico-palazzo-madama

Associazione Socratè: Cultura e Inclusione con Maria Antonietta Floscio

L’Associazione Socratè, attiva sul territorio da diversi anni, si distingue per il suo impegno nella promozione della cultura, del pensiero critico e dell’inclusione sociale. Fondata su valori di dialogo, partecipazione e crescita collettiva, l’associazione organizza regolarmente incontri, laboratori e progetti formativi aperti a tutte le età e provenienze.

Figura centrale dell’associazione è Maria Antonietta Floscio,Presidente e fondatrice,volontaria, attivista culturale, che con passione guida le attività di Socratè. Il suo approccio unisce rigore pedagogico e umanità, con l’obiettivo di offrire spazi di confronto e riflessione accessibili e stimolanti.
Grazie a Socratè, molte persone hanno trovato un luogo dove esprimersi liberamente, approfondire temi filosofici, letterari e sociali, e soprattutto sentirsi parte di una comunità attiva e accogliente. Un’associazione che, proprio come il filosofo da cui prende il nome, crede che la vera crescita passi dal dialogo.

Enzo Grassano

REGINA MUSIC FEST, la prima festa della musica dedicata ai piccoli pazienti

UGI – Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV, in collaborazione con ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e Città della Salute e della Scienza di Torino e con le numerose Associazioni di volontariato che operano all’interno dei reparti dell’ospedale Regina Margherita, in partnership con Associazione culturale Hiroshima Mon Amour, presenta la terza edizione del REGINA MUSIC FEST, la prima festa della musica dedicata ai piccoli pazienti ed ai loro familiari con giochi, intrattenimento e musica, per un pomeriggio di festa che, dalle ore 16 alle ore 19 di lunedì 2 giugno,  animerà tra colori e note l’area antistante l’ingresso dell’ospedale infantile, in piazza Polonia, 94 a Torino.

Realizzata grazie al sostegno di Reale Foundation, la fondazione Corporate di Reale Group, e Iren, l’edizione di quest’anno ha come obiettivo di contribuire alla realizzazione dell’ampliamento della struttura riabilitativa, con un progetto che prevede l’integrazione di uno spazio (annesso all’area già funzionante) dedicato ai più piccoli, per offrire percorsi riabilitativi sempre più specializzati ed integrati. Inoltre, con Eduiren, il settore educational del Gruppo Iren, insieme al collettivo artistico SANT3 MOLEST3, realizzerà insieme ai ragazzi e le ragazze un arazzo collettivo fatto di materiali di scarto che prendono nuova vita.

Numerosi gli artisti e i partner che hanno accolto con entusiasmo l’invito a partecipare per la gioia dei bambini e dei ragazzi in cura, per una festa dentro e fuori le mura dell’ospedale grazie alle incursioni degli artisti in corsia.

A far cantare e ballare ci pensano I PATAGARRI il quintetto gipsy jazz gioioso e coinvolgente che ha conquistato il pubblico arrivando in finale del talent più famoso d’Italia; la cantautrice Neja, regina della musica dance, con i suoi successi tra cui Restless, Shock, The Game e diversi brani iconici di quel periodo; D!PS, il dinamico trio musicale che fonde elementi di elettronica con le atmosfere fluide e a volte contrastanti del rap e dell’indie pop; il trascinante afro sound con il percussionista Ablaye Magatte Dieng, che, con la sua Associazione Culturale Tamra, porta avanti la tradizione griots, storici intrattenitori, musicisti ed artisti della società senegalese. E poi ancora le singer sisters 4Calamano, le quattro sorelle di Varazze Lara, Maya, Dana e Jade con la passione per il canto e per la musica, diventate vere e proprie star del web, si esibiscono con le loro armonie a cappella, mentre la Bandakadabra porta il groove ipnotico della techno con la potenza di fiati e percussioni.

Pietro Morello, polistrumentista, tiktoker e innovatore, che arriva al cuore dei più piccoli con le sue canzoni e i suoi progetti di musicoterapia, trasformando semplici oggetti in strumenti musicali, spetta il compito di condurre la giornata, affiancato in alcuni momenti da altre celebrità torinesi, Miss Italia 2004, Cristina Chiabotto e Willie Peyote.

Allo stupore ed all’entusiasmo generale contribuiscono anche i trampolieri della scuola Settimo Circo, che brillano nel loro travestimento da KISS, la celebre pop rock band anni ’80 e a Mattia Villardita nei panni del supereroe Spiderman. Tutti insieme per un pomeriggio di svago e condivisione e per un’evasione dalla quotidianità raccontata da interviste a volontari, medici, infermieri, ricercatori, sostenitori e collaboratori, in breve tutti gli esponenti del variegato mondo UGI, che avranno il compito di descriverne i diversificati filoni di attività.

Treni, più collegamenti tra Torino e Savona?

I collegamenti ferroviari tra Torino e Savona e tra Piemonte e Liguria sono stati al centro dell’incontro che si è tenuto ieri nella sala delle Congregazioni di Palazzo Civico tra il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il sindaco di Savona Marco Russo, l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi, l’assessore ai Trasporti della Regione Liguria Marco Scajola (in collegamento), la presidente dell’Agenzia della mobilità piemontese Cristina Bargero e i responsabili territoriali di Rfi.

L’incontro fa seguito alla firma, nel novembre scorso, del patto di collaborazione tra i rappresentanti dei territori interessati per affrontare il tema delle criticità nei collegamenti, sia su gomma che su rotaia, tra Torino e il savonese. Al primo punto del protocollo c’è proprio lo sviluppo del trasporto ferroviario, con l’intenzione di avviare un confronto sull’infrastruttura che si pone da sempre come uno dei ‘cordoni ombelicali’ tra il sistema produttivo piemontese e il sistema produttivo e portuale ligure e come uno degli atout strategici per la promozione di un modello di mobilità turistica sostenibile verso il Ponente ligure e, in direzione opposta, verso le località montane delle vallate cuneesi e torinesi.

“Con i sindaci e con le realtà interessate sosteniamo e condividiamo l’interesse a migliorare quello che è un nodo cruciale per il futuro dei nostri territori e di tutto il Nord Ovest- sottolinea il sindaco Stefano Lo Russo – e questo incontro, in tal senso, rappresenta un passo importante. Le necessità riguardano da un lato il potenziamento dei collegamenti per il trasporto merci, che si interfacciano a Torino con l’interporto sito e a Savona con il sistema portuale, e che necessitano di investimenti infrastrutturali e, dall’altro, la possibilità di implementare le tratte esistenti con ulteriori collegamenti più rapidi per il trasporto di persone, offrendo così maggiori opportunità a chi per lavoro, turismo, cultura vuole spostarsi tra le due città. Accogliamo con favore l’apertura manifestata da Rfi verso la possibilità di istituire nuovi servizi aggiuntivi a quelli esistenti, di tipo più rapido, come ad esempio intercity”.

“E’ stato un incontro importante – dice il sindaco di Savona Marco Russo – Rfi ci ha illustrato le progettazioni in corso. Noi Comuni abbiamo rappresentato le esigenze delle nostre comunità. C’è stato uno scambio di idee molto utile e la presenza delle Regioni è stata certamente significativa. A questo punto dobbiamo andare avanti con il lavoro per raggiungere gli obiettivi del Protocollo che nella riunione di oggi sono stati condivisi”.

“Lo spirito del tavolo avviato oggi è ampiamente condiviso, tanto che già nel 2022 Regione Piemonte ha sottoscritto un protocollo con Rfi, Regione Liguria, Autorità portuale e camere di commercio per la valorizzazione della linea ferroviaria nell’ottica del trasporto merci. Oggi, con il completamento dello studio in corso da parte di Rfi, sapremo quali interventi sono necessari e  prioritari al fine del successivo inserimento nel contratto di programma tra Rfi e Mit- spiega l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – Allo stesso modo, insieme ai Comuni, lavoreremo per dare una risposta alla necessità emersa di ulteriori collegamenti veloci per il trasporto dei passeggeri”.

TORINO CLICK

Il paradosso della tecnologia, ragazzi connessi ma sempre più soli

Come ogni strumento inventato dall’uomo, anche la tecnologia rappresenta due lati di una stessa medaglia e se vogliamo vedere l’aspetto buono, anziché quello nocivo, dobbiamo impararne il corretto utilizzo ed insegnarlo ai nostri ragazzi.

Sebbene all’origine di questi strumenti vi siano degli scopi militari, sia i computer che Internet sono nati come strumenti di difesa, la tecnologia moderna sembra rappresentare un aiuto per connettere le persone e semplificare le nostre vite in ogni ambito.

Se pensiamo alla possibilità di comunicare seduta stante con una persona dall’altra parte del mondo, alla domotica che ci aiuta a gestire le nostre case o ancora all’elettronica delle nostre auto, i vantaggi sono tanti. Tuttavia, quando avviene un abuso di questi strumenti, ecco che il lato nocivo della medaglia inizia a palesarsi.

Nel momento in cui la tecnologia aiuta le persone in modo eccessivo e totalitario, gli esseri umani iniziano ad adagiarsi e a dimenticarsi delle loro capacità: la videochiamata o il messaggio con l’amico lontano diventano una scusa per videochiamare e messaggiare anche l’amico vicino, senza doversi alzare dal proprio divano; la possibilità di usare Alexa per dare comandi come l’avvio del robot che pulisce la casa o l’accensione della tv, rappresentano altre strategie per non scomodarsi da dove si è, così come il display dell’auto che si accende durante la retromarcia porta ad adagiarsi all’utilizzo dei sensori, mettendo in secondo piano le nostra capacità di attenzione e di percezione del campo visivo.

Ecco perché bisogna insegnare ai giovani, i quali vivranno in un mondo ancora più tecnologico, a comprendere bene l’utilizzo di questi strumenti.
Diventa necessario per loro che venga insegnata la capacità di riflettere sull’utilizzo della tecnologia, di capire quando diventa un eccesso e di trovare modi e spazi per prendere le distanze e disintossicarsi da tutto questo.

Basterebbe iniziare con pochi e piccoli accorgimenti come lasciare il telefono in un’altra stanza per almeno quindici minuti al giorno, far notare loro come ci si possa sentire senza vincoli quando la tecnologia non li rende succubi, invitare alcuni amici a casa e suggerire di trascorrere del tempo insieme senza avere sempre gli smartphone a portata di mano.

Non è facile attuare degli accorgimenti di questo tipo, soprattutto se gli adolescenti sono già grandi, ma vale la pena provarci perché, se è quasi certo che oggi faranno fatica a capirci, è altrettanto probabile che un domani, invece, verranno a ringraziarci.

IRENE CANE

Psicologa