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Onoranze Funebri Torino Giubileo: “Chiamateci direttamente sempre allo 011.8181”

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L’azienda mette in guarda da finti operatori del settore che si spacciano per lei, confondendo la gente nell’ora più difficile.

Onoranze Funebri Torino Giubileo è l’eccellenza italiana nell’arte del commiato. L’unica onoranza funebre d’Europa a possedere la prima e sola ‘Sala Multimediale del Commiato’: unluogo straordinariamente evocativo e suggestivo deputato ad accogliere cerimonie di addio pubbliche e private, laiche e religiose.

Una realtà affermata, Giubileo, e ambita da clienti e competitors che ha fatto del trinomio eleganza, formazione, pionierismo il punto di forza del proprio, continuo sviluppo. Moltiplicando costantemente nel tempo la già ampia gamma di servizi funebri e post funebri che, come nessun altro, è in grado di mettere a disposizione di chi sceglie di darle fiducia nel momento più difficile.

Lo sanno bene le decine di migliaia di torinesi che, dal 1998 a oggi, hanno affidato alla stimata e seria onoranza funebre la gestione dell’ora più importante. Il saluto delicato e raffinato tributato con rispetto e riservatezza a chi si è tanto amato in vita. Ed è per questo che l’impresa con quartier generale in Corso Bramante 56 è considerata universalmente un punto di riferimentoe di serietà assoluta nel settore. Al punto da diventare, proprio malgrado, anche oggetto di imitazioni continue.

Talvolta occasionalmente anche da parte di malfattorispregiudicati che, certi del buon nome della stessa, lo impiegano scorrettamente per indurre in errore persone nel dolore e in buona fede spacciandosi per operatori di ‘Giubileo’ al fine di accaparrarsi le esequie del caro estinto. “Il nostro è un settore delicato e complesso ove pochissimi sono in grado di competere in maniera seria, fondata e motivata. Motivo per cui, sin dagli esordi, abbiamo posto a baluardo della nostra politica interna l’attenzione alla legalità e la promozione continua della stessa, favorendo soprattutto campagna d’informazione a tutela del pubblico”, spiega Serena Scarafia, Presidente del Cda della nota azienda.

Purtroppo, con il precipitare della crisi, ci pervengono con maggior frequenza rispetto al passato segnalazioni da parte di singoli e famiglie che soltanto al momento della presentazione del saldo scoprono di essersi rivolti a imprese funebri che, loro malgrado, si spacciano per noi. Per Giubileo. Mentre la gente in buona fede è convinta di essersi affidata ai nostri professionisti. Oltre ad aver adottato le dovute cautele presso le Autorità competenti, ricordiamo a chiunque che il solo modo per contattarci è lo 011 81.81, numero di servizio attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Siamo diventati popolari innanzitutto per la nostra onestà. E per la capacità di porgere con garbo la mano a chi si trova nel dolore per una perdita. Pur dissociandoci da simili azioni delittuose, chiunque approfitti impropriamente della nostra credibilità, oltre a commettere un reato, non fa altro che confermare a proprio modo il primato indiscusso che ‘Giubileo’ continua a guadagnarsi ogni giorno sul campo con umiltà, impegno e dedizione umana e professionale crescenti”, conclude la manager.

Verso l’infinito. Due artisti a confronto, Rolando Rovati e Davide Tornielli

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Nella mostra aperta fino all’8 aprile presso la galleria Malinpensa by Telaccia

 

È  dedicata a due artisti, Rolando Rovati, e Davide Tornielli, l’esposizione dal titolo “Verso l’infinito”, ospitata dal 28 marzo all’8 aprile prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia.

Il percorso espositivo dell’artista Rolando Rovati è  espressione di un temperamento molto vivo e di un’autentica maestria interpretativa, che egli realizza con creatività irrefrenabile, unita a una magistrale ricerca ricca di effetti estetici, di simboli costanti e di un’espressione geometrica in cui la sicurezza tecnica è  unita aun marchio scenico di affascinante resa scenografica.

 

Il gioco dei colori caldi si accompagna nelle opere di Rovati a un’interessante originalità.

Vengono raggiunti risultati di sicura maturità artistica, unita alla consapevolezza dei mezzi espressivi utilizzati.

I rossi e i verdi compongono una sinfonia piuttosto suggestiva, in cui il timbro cromatico e l’armonia ritmica raggiungono un notevole punto di equilibrio.

La sua attività  artistica, che ha riscosso anche un notevole successo di pubblico e di critica, rivela un linguaggio moderno interpretato  alla luce di un sicuro simbolismo, altamente personale, che non passa di certo inosservato.

La capacità  di racconto, unita alla dinamica strutturale prospettica e all’espressione della materia mista su tavola, scandiscono l’opera di Rolando Rovati. L’artista compone le sue immagini accompagnandole a un elemento di meditazione  che rafforza un’idea progettuale di notevole risonanza.

L’elaborazione costante di nuove progettazioni strutturali e il loro legame  si materializzano in un’azione costruttiva di notevole campitura cromatica e di rara comunicazione emotiva. La stesura fluida della materia su tavola di legno attraversa un dialogo incessante, trasformandosi in emozione pura.

L’arte di Davide Tornielli va al di là  della resa della tecnica e del piacevole lirismo cromatico, diventando una realtà pittorica più interiore che esteriore, intrisa di contenuti e di valori.

Il suo mondo pittorico rivela  una verità  di espressione pura, che si trasforma in uno stato d’animo e in una struttura coerente in cui i movimenti cromatici giungono al limite dell’astratto, creando unimpatto visivo e simbolico di notevole effetto.

Tornielli traduce l’emozione con una manualità tecnica particolare e l’immagine della natura coglie una fantasia che si accende di una chiarezza cromatica unica e irripetibile. La magistrale stesura dell’olio a spatola su tela, la valenza materica e l’armonia compositiva avvolgono l’opera di una carica volumetrica graduale, capace di accrescere sempre più  il senso di interpretazione, l’immediatezza pulsante del colore, il segno del tratto dinamico e il rigore assoluto della tecnica.

L’immagine della natura che si coglie sulla tela di Davide Tornielli si carica di riflessività e di vitalità,  i bagliori intensi della foglia in oro e argento sono  capaci di cogliere diversi toni chiaroscurali, ottenendo un’unità di sintesi formale e un equilibrio esatto nella scansione degli spazi.

Il suo linguaggio è  condotto alla luce di una dinamica compositiva in costante equilibrio, con un’atmosfera cromatica pregnante di stile e di un significato che esplora in profondità l’animo umano.

MARA MARTELLOTTA

 

Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia,  corso Inghilterra 51, Torino

Orario 10.30- 12.30; 16-19.

Chiusura lunedì e festivi.

Tel 0115628220

“L’era dei Badb”, la Terra sull’orlo del baratro nel romanzo di Mirco Goldoni

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Adoro la fantascienza con la ‘S’ maiuscola. Una fantascienza che poggi le sue trame fantastiche su solide basi scientifiche, affinché il ‘reale’ possa trasformarsi in ‘realistico’. Amo la fantascienza che riesce a esplorare l’Uomo nel suo profondo, nelle sue emozioni e contraddizioni, perché siamo noi quell’Universo ancora da esplorare.

 

Mirco Goldoni nasce a Bologna nel 1965. Ingegnere informatico, adora leggere, suona la batteria a livello dilettantistico e presta servizio come volontario di protezione civile. Nel 2023 esce il suo terzo romanzo, L’era dei Badb, Edizioni Effetto.

Mirco, cos’è per te la scrittura e la fantascienza in particolare?
È un pretesto. Un modo per evadere e lasciar viaggiare i miei sogni, le mie speranze, illusioni e timori, navigando in quel labirinto complesso che è l’essere umano. Con la fantascienza posso alzare l’asticella della realtà un po’ più in alto e chiedermi: cosa succederebbe se…? Salgo in cima al palazzo che è l’essere umano e provo a osservarlo da un punto di vista originale.

Questa la quarta di copertina del tuo ultimo romanzo:
Anno 2246. La Terra si trova sull’orlo del baratro climatico e demografico e l’arrivo di spietati e sanguinari invasori extraterrestri, i Badb, sembra essere il colpo finale per il pianeta. Contro ogni aspettativa, questo attacco proveniente dal profondo dell’Universo rinsalda lo spirito dei terrestri che, facendo fronte comune, riescono a resistere e ribattere colpo su colpo.
Dopo ulteriori quattro secoli di guerra e oltre sette miliardi di morti, uno sconosciuto impiegato del Dipartimento della Guerra tenta di ribellarsi a quel conflitto lontano e pulito, insinuatosi ormai nel tessuto sociale fino a diventarne parte. Troverà le risposte che cercava, ma saranno peggiori del suo più terribile incubo.

A quanto si legge, un’era complicata per la Terra…
Complicata indubbiamente, ma anche un’era nella quale si riscoprono valori comuni, primo su tutti, la collaborazione. Paradossalmente, la guerra diventa un agglomerante per una società che era ridotta all’autodistruzione.

Una guerra ‘utile’, quindi?
La guerra non è mai utile. In questo caso però ha dato il pretesto all’Uomo di trovare il vero ‘cattivo’, la vera (o presunta) causa di tutti i propri problemi. Il protagonista si troverà in grosse difficoltà nel tentare di porre fine a questa barbarie lontana, insinuatasi ormai nella quotidianità.

Il libro inizia con una dedica, quasi una supplica. O è un’utopia?
Nella speranza che le difficoltà insegnino all’Uomo la collaborazione.
È una sincera speranza. L’Uomo ha potenzialità immense, potenzialità che spesso utilizza in un gioco di autodistruzione. La collaborazione potrebbe portare a un enorme passo avanti per il nostro benessere, e voglio credere sia possibile.

L’era dei Badb è prenotabile in qualunque libreria e nei principali store on-line.

 

Una storia che va oltre l’avventura fantascientifica, spostando il focus su una morale che fa riflettere sull’estrema importanza delle nostre scelte…” [Natascia Cortesi editor]

 

Contatti

Pagina facebook Mirco Goldoni Autore
Profilo Instagram Mirco Goldoni
Sito (e blog nel quale trovare alcune curiosità e racconti brevi) www.mircogoldoniautore.it

Lo potrete inoltre incontrare al Salone Internazionale del Libro di Torino 18 – 22 maggio 2023.

 

 

 

Andress Allan Paul, “Peak Tower (Le Cose Dimenticate)”: la scalata della vita

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Io sono convinto che l’arte, qualunque essa sia, abbia lo scopo primario di generare emozioni. La mia idea era quella di offrire diverse modalità d’emozione e così ho ingaggiato alcuni amici lasciando loro la libertà totale di esprimere la loro vena artistica secondo il loro istinto…”

IL LIBRO

Peak Tower (Le Cose Dimenticate)

Stefan è un ingegnere meccanico, sposato con Dana e con due figli. Vive una vita tranquilla senza accorgersi che il suo comportamento freddo e insensibile lo sta allontanando dalla moglie e gli impedisce di avere amicizie profonde.  Essendo un appassionato di montagna, decide di scalare in solitaria l’impegnativo Peak Tower. Durante il percorso incontra l’enigmatico e misterioso Demetrius, anche lui intenzionato a conquistare la medesima montagna. Decidono di proseguire insieme. Le conversazioni tra i due porteranno Stefan ad intraprendere un viaggio interiore alla ricerca dei ricordi di un trauma cancellato dalla memoria e che solo adesso può prendere forma per essere elaborato ed accettato.  Per raggiungere la cima dovrà fare emergere ricordi dimenticati, fare i conti con le proprie emozioni e trovare la forza di perdonare se stesso.

L’AUTORE

Andress Allan Paul, il cui vero nome è Paolo DeAndreis, è nato a Milano nel 1964 e vive a Novara. Diplomato in Tecnologie Meccaniche, si è poi specializzato nella vendita. Ha frequentato diversi corsi formativi sulla comunicazione e ha conseguito un master di Marketing Leadership Development presso l’università SDA Bocconi di Milano. Attualmente lavora come responsabile vendite presso una multinazionale americana.  Fin da piccolo ha manifestato particolari predisposizioni artistiche, durante le scuole elementari elaborava fumetti e nel periodo dell’adolescenza ha militato in alcuni gruppi musicali dell’area milanese in qualità di bassista e voce solista. Da sempre appassionato di montagna pratica sport invernali, trekking e mountain bike. Nel 2021 ha pubblicato con la Herkules Books il romanzo “11”, e nel 2022 il romanzo “Peak Tower – Le Cose Dimenticate”.

www.andressallanpaul.it

Potresti raccontare qualcosa di te e il motivo perché hai iniziato a scrivere?

Il mio vero nome è Paolo DeAndreis, ho 58 anni, sono nato a Milano ma vivo da diverso tempo a Novara e Stresa. Attualmente sono responsabile commerciale del canale distributivo di una multinazionale americana che opera nel mercato dei componenti elettronici.  Come immagino sia capitato a molte persone, durante il periodo delle varie restrizioni a causa della situazione pandemica, mi sono ritrovato ad avere molto tempo libero e così, un po’ per gioco e sfida personale, ho cominciato a scrivere scoprendo che questa attività cominciava ad appassionarmi. Ho realizzato in breve tempo il mio primo romanzo pubblicato dalla Herkules Books dal titolo 11 ancora disponibile attraverso i principali negozi virtuali e ordinabile anche in libreria. Seguendo il suggerimento dell’editore, essendo 11 un thriller metafisico, si volle creare un’aurea di mistero intorno a chi fosse lo scrittore, e quindi fu necessario utilizzare uno pseudonimo. Per me fu naturale utilizzare il nome Andress Allan Paul coniato per me da un amico all’epoca nel periodo nel quale da adolescente suonavo in una band hard rock di Milano. Questo nome nacque incrociando il mio con quello di Edgar Allan Poe del quale stavo leggendo i racconti. Alcuni amici di allora tuttora mi chiamano così!

Vorresti dirci da cosa hai trovato ispirazione per scrivere Peak Tower, e questa esperienza ti ha insegnato e lasciato qualcosa?

Innanzi tutto bisogna dire che io sono un grande appassionato di montagna. L’ispirazione mi è arrivata durante un’escursione in solitaria dove mi è capitato di trovarmi colto inaspettatamente dalla nebbia, scoprendo che in quella situazione i sensi si amplificano: ogni rumore potrebbe rappresentare un potenziale pericolo. In quell’occasione mi venne in mente l’inizio il senso e la fine della storia ma naturalmente mancava tutto il resto. Trovai poi l’ispirazione per completare il lavoro in alcuni libri che stavo leggendo relativamente alla PNL (Programmazione Neuro Linguistica), in particolare ero affascinato dall’enneagramma che può essere definito uno strumento costituito da una stella a nove punte, ognuna delle quali rappresenta una particolare personalità. Per il mio racconto, quello che viene definito il “perfezionista” calzava perfettamente in quanto in genere si tratta di una persona che tende a reprimere le proprie emozioni. Ho provato quindi a raccontare una storia e contemporaneamente a trattare alcuni argomenti quali la consapevolezza, la potenza del perdono, il conscio, il subconscio, e soprattutto come quest’ultimo può influenzare, e non sempre in modo positivo, la nostra vita. Ho dovuto pertatdo informarmi maggiormente su questi temi permettendomi di arricchire la mia conoscenza.

Andando a sbirciare all’interno del tuo sito web www.andressallanpaul.it abbiamo visto che oltre ai trailers dei tuoi libri ci sono anche delle musiche per accompagnare il lettore durante la lettura. Anche la copertina del libro e le immagini interne sono in realtà delle opere artistiche, come voler integrare diverse forme d’arte. Com’è nata questa idea?

Io sono convinto che l’arte, qualunque essa sia, abbia lo scopo primario di generare emozioni. La mia idea era quella di offrire diverse modalità d’emozione e così ho ingaggiato alcuni amici lasciando loro la libertà totale di esprimere la loro vena artistica secondo il loro istinto. La copertina è un’opera di Giuseppe Ravizzotti e penso sia stato molto abile a racchiudere il senso stesso del libro in un’immagine dove l’alpinista, visto come persona normale, trascina dietro di se il fardello delle esperienze negative della vita. Mentre scrivevo il libro parlai con la collega Violeta Georgieva, anch’essa appassionata di pittura, e che subito manifestò di voler contribuire realizzando un disegno da porre all’inizio di ogni capitolo, e anche in questo caso, cercando di rappresentare il tema del capitolo stesso racchiudendolo in un cerchio. Come dicevo prima, da ragazzo suonavo in una band e quindi sono anche appassionato di musica; è stato pertanto naturale chiedere al mio primo chitarrista Antonio di realizzare un sottofondo atto a stimolare la lettura. In pratica l’idea finale è quella di non offrire un semplice libro ma un insieme di espressioni artistiche.

Venendo al titolo “Peak Tower – Le Cose Dimenticate”, qual è la montagna alla quale ti riferisci e soprattutto, quali sono le cose dimenticate?

La montagna e i posti descritti nel libro non esistono veramente ma sono solo frutto della fantasia anche perché avevo bisogno di descrivere un itinerario includendo la scelta che si adattasse ai tempi della storia stessa e non viceversa. Brevemente il libro racconta di Stefan, padre di famiglia, che decide di scalare in solitaria una montagna. Lungo il faticoso percorso per raggiungere la cima incontra un personaggio misterioso, un certo Demetrius il quale ha il medesimo obiettivo di conquistare il Peak Tower. Ben presto questo compagno d’avventura accompagnerà Stefan non verso la cima ma verso una discesa verso il proprio passato e l’inconscio alla scoperta di se stesso e anche alle “cose dimenticate”.

C’è qualcosa che vorresti dire hai tuoi attuali e futuri lettori?

Ho sentito dire che i libri sono i nostri migliori amici, ci aspettano pazientemente, sempre a nostra disposizione e ci fanno compagnia quando abbiamo voglia di leggere. Penso quindi che, allo stesso modo con il quale scegliamo i nostri amici, sia molto importante scegliere buoni libri. Essendo di parte naturalmente non posso dire se Peak Tower sia un “buon amico” o un buon libro, ma sicuramente è un lavoro onesto scritto col cuore e chi avrà voglia di leggerlo, come nel caso di un amico di “ascoltarlo”, penso potrà ricevere in cambio qualcosa di prezioso sotto forma di emozione.

LINK

web site:     www.andressallanpaul.it
mail:            andressallanpaul@gmail.com
Facebook:    Andress Allan Paul
Instagram:     andressallanpaul
Il libro è disponibile su tutti i principali webstore (Amazon, Feltrinelli, Mondadori…)

Lidia Poet, Torino è l’ambientazione della serie Netflix

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Una nuova serie tv targata Groenlandia ha scalato le classifiche italiane, arrivando quasi al livello della tanto amata “Mare fuori”. Dalla sua uscita infatti ha conquistato il badge delle “più viste” dagli utenti della piattaforma di streaming, riscuotendo un enorme consenso. Si tratta de La legge di Lidia Poet, ambientata a Torino. La ricetta del suo successo è facilmente giustificabile dato che racchiude in sé tutti gli ingredienti per affascinare il grande pubblico: il recupero di una figura poco conosciuta, la fiction storica e una componente noir. La storia della prima donna ammessa all’esercizio dell’avvocatura viene dunque ripresa in una versione più pop e contemporanea che però non ha mancato di far storcere il naso ad alcuni.

La legge di Lidia Poët. Eduardo Scarpetta as Jacopo Barberis, Matilda De Angelis as Lidia Poet in episode 101 of La legge di Lidia Poët. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2023

La storia fra realtà e finzione

Nella finzione la protagonista (Matilda De Angelis) non segue in toto le azioni del personaggio storico. L’unico segmento della trama che si attiene alla realtà è quello che la vede laurearsi in Legge presso l’Università di Torino, svolgere regolarmente il praticantato e superare l’esame per avvocati. Dopo l’iscrizione all’albo arriva però una contestazione che le vieta di praticare l’attività in quanto donna. Il motore narrativo della vicenda consiste nel suo desiderio di presentare un ricorso, mentre collabora con il fratello in qualità di sua assistente legale.

Lidia Poet Torino finestre I Il Torinese

I dettagli però cambiano vertiginosamente. Nello sceneggiato la donna continua a lavorare, occultandosi dietro ad Enrico Poet e  accettando i clienti al posto suo. Difende dei casi disperati, caratterizzati da condizioni sociali difficilmente riscattabili e da scarse possibilità economiche con un solo intento: svelare la verità. Con l’aiuto di suo cognato, il giornalista Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta), riesce a indagare sul campo e a ottenere delle informazioni decisive per la difesa dei propri imputati. Finge infatti di essere una sua collega e così riesce ad interrogare i sospettati ed esaminare i luoghi del delitto. L’estrema vicinanza dei due porterà allo sviluppo di un interesse amoroso e a un inaspettato risvolto politico. I sei episodi si esauriscono sulla scia di diversi casi risolti dall’avvocata-detective, che alla fine riuscirà a raggiungere i propri scopi.

Lidia Poet e Torino

La maggior parte delle scene all’interno del tribunale sono state girate presso l’Ex Curia Maxima di Via Corte d’Appello e Palazzo Falletti Barolo. Invece la redazione della testata giornalistica in cui Barberis scrive è situata a Palazzo dei Cavalieri. Inoltre le riprese dall’alto della città presentano una chicca che gli spettatori più attenti sicuramente avranno notato: una versione incompleta della Mole Antonelliana, priva della cosiddetta “Lanterna”. Infatti la serie è ambientata nel 1883, momento in cui la guglia non era ancora presente.

Le voci fuori dal coro

Questo adattamento però non ha mancato di scatenare delle polemiche, soprattutto dagli eredi di Lidia Poet stessa. La pronipote infatti ha dichiarato di non avere apprezzato questa rappresentazione della propria antenata e di non capire come mai non si sia dato più credito alla vicenda reale. Altri parenti invece sono rimasti infastiditi dal modo in cui la protagonista è stata resa una caricatura, inappropriata per le limitazioni imposte all’epoca. Inoltre pare che fosse una donna seria e schiva, molto diversa dal carattere che dimostra lungo il corso di tutta la narrazione.

Non è poi tardata ad arrivare una precisazione: la prima avvocata d’Italia è databile a ben quattro secoli prima e corrisponde al nome di Giustina Rocca. Ciò non toglie la rilevanza di Lidia Poet e delle sue battaglie per il suffragio universale femminile e per la difesa delle fasce di popolazione più emarginate e indigenti. La sua caparbietà e la sua fermezza la porteranno a rientrare nell’ordine degli avvocati nel 1920, all’età di sessantacinque anni.

Leggi anche – I luoghi ricchi di armonia da scoprire a Torino

Francesca Pozzo

Amicizia, passioni e umanità. Non solo fantascienza nei romanzi di Ilaria Pernigotti

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“La figlia dei due mondi” e “Onore e fedeltà”

 

  • Ciao Ilaria,  parlaci un po’ di te

Mi chiamo Ilaria Pernigotti ho 31 anni e abito a Santa Giustina in provincia di Belluno, le mie origini però non sono bellunesi, bensì di Vicenza città, quasi centro città.

Nel 2021 ho scritto il romanzo “La figlia dei due mondi” mio romanzo d’esordio, nato sotto l’influsso della passione per Star Trek. La saga creata da Gene Roddenberry mi ha aperto un mondo e mi ha talmente affascinato da portarmi a scrivere il mio primo romanzo di fantascienza.

  • Di cosa parla “La figlia dei due mondi”?

La figlia dei due mondi” narra la storia di Lea da quand’è ancora una bambina a quando diventa adolescente. Fin dal principio il lettore si renderà conto del carattere di Lea: esuberante e allegro. Lea a soli cinque anni rimarrà orfana e quando gli zii la porteranno sul pianeta alieno chiamato Keid, Lea mostrerà un altro aspetto del suo carattere, ovvero, la determinazione. Carattere forte e determinato quello di Lea, carattere forte e determinato quello dello zio Keras. I due si scontreranno spesso nel corso del romanzo ed entrambi avranno sostenitori e oppositori. Lea diventerà per il lettore una ragazzina a cui voler bene e identificarsi, al contrario Keras verrà visto come rigido e talvolta crudele. Lea d’altronde incarna il futuro e la voglia di rinnovamento che esso porta. Keras la tradizione, le convenzioni sociali e quindi rappresenta il passato che non evolve e spesso si fa giudice e giuria.

  • Quando è ambientato?

È ambientato a partire dal 2233 sia sulla Terra che su Keid

  • Dove si trova Keid?

Keid astronomicamente esiste veramente e si trova nella costellazione di 40 Eridani a 16,5 anni luce dalla Terra. Se a leggere questa frase vi si è “accesa una lampadina” allora vuol dire che siete appassionati di Star Trek quanto lo sono io!

  • Chi sono i protagonisti?

Lea ragazzina mezzosangue metà umana e metà keidiana, poi ci sono i due genitori Leila e Kelas, lo zio Keras e sua moglie Artemisia, i fratelli acquisiti Keelan e Ashtar. Diventerà protagonista in seguito anche l’amico d’infanzia Filippo.

  • Che avventure troviamo nel romanzo?

Innanzitutto le avventure riguardano l’infanzia e l’adolescenza di Lea. Lea coinvolgerà Ashtar nelle sue fughe, esplorazioni, conoscenze perché vuole risvegliare la parte umana di Ashtar. Ashtar come Lea è metà umano e metà keidiano. Ashtar che però a differenza di Lea è nato e cresciuto su Keid si sente totalmente keidiano. Lea questo non lo accetta e… Buona lettura del libro!

  • Che valori esprime?

I valori di: libertà, autodeterminazione, forza di volontà, intraprendenza, rispetto. Questi i più importanti.

  • Che cosa ha ispirato il romanzo?

Sicuramente a fare d’ispirazione è stato Star Trek e in particolar modo la “Serie Classica” uscita dal ‘66 al ‘69. La figura di Sarek è stata d’ispirazione a Keras (prova a leggere uno dei due nomi al contrario…), Amanda ha fatto d’ispirazione per Artemisia e Spock ad Ashtar.

Star Wars ha ispirato lo “sguscio” e poi qualche lettore ci ha visto riferimenti a Harry Potter.

  • Ma con riferimenti così precisi non c’è stato il rischio di creare doppioni?

No, perché il lavoro che è stato svolto insieme alla editor di “Scrittura Creativa by Michele Renzullo”, Charlotte Errighi, è stato così approfondito che anche chi non ha mai visto Star Trek può apprezzarne la trama. Il romanzo  si poggia su basi proprie senza bisogno di rinforzi o riferimenti esterni marcati. Accenni, camei ma non copiature o forzature. La trama scorre veloce e questo lo dicono i lettori.

  • La figlia dei due mondi” è autoconclusivo?

No, e quasi come un gioco del destino, esattamente un anno dopo il 16 ottobre 2022 è uscito anche il sequel de “La figlia dei due mondi” ovvero “Onore & Fedeltà”.

  • Di cosa parla “Onore & Fedeltà”?

Narra di una Lea ormai adulta che ha realizzato i suoi sogni non senza difficoltà. Ora presta servizio su una grande astronave e con lei c’è l’amico d’infanzia Filippo che l’aiuta e supporta. Nel sequel emergono nuovi aspetti del carattere di Lea, come ad esempio il forte senso di responsabilità e del dovere. È una Lea che a tratti pare fredda e distaccata, ma lo sarà veramente? Lascio ai lettori la risposta.

  • Quando è ambientato?

È ambientato sulla Terra e su due diverse astronavi. Siamo intorno al 2250 circa.

  • Chi sono i protagonisti?

I protagonisti sono principalmente Lea e Filippo.

  • Che avventure ci sono?

Le avventure abbondano sia sulla Terra che a bordo dei due vascelli, ma sicuramente l’avventura più folle e interessante è nella Terra del XVI secolo. Ci sarà anche un tradimento inaspettato.

  • Che valori esprime?

Troviamo in parte i valori del primo libro, con l’aggiunta dei valori che fanno da titolo al romanzo: l’onore e la fedeltà.

  • La storia si conclude con questo libro?

Sì, le avventure di Lea si concludono con questo romanzo e per il momento non ho altri progetti letterari. Diciamo che sono in attesa d’ispirazione.

  • Star Trek è presente anche in “Onore & Fedeltà”?

Sì, ma non a livello di personaggi, bensì a livello tecnologico (mai con riferimenti diretti, comunque) e nella struttura della trama. Ho preso come riferimento le stagioni di “The Next Generation”, in quanto in questa serie è dato molto spazio alla vita quotidiana e ai rapporti sociali fra i vari membri dell’equipaggio.

  • Quindi nel romanzo troveremo momenti di vita quotidiana?

Sì esatto, Lea e Filippo potremo conoscerli meglio, proprio dal racconto delle loro passioni e di come le svilupperanno. Alcuni elementi s’indovinano già solo dando uno sguardo al retro della copertina, che come per “La figlia dei due mondi” è una specie di “caccia all’indizio”.

  • Ci puoi spiegare meglio questa “caccia all’indizio” e dirci chi ha realizzato la copertina?

Rispondo innanzitutto col dire chi ha realizzato la copertina. È stato l’illustratore Marco Russo di “Marco Russo Art”. Io con lui mi sono trovata benissimo fin da “La figlia dei due mondi”. Entrambe le copertine sono state prima disegnate e dipinte a mano e poi portate in digitale. Marco è stato eccellente nel seguire le mie indicazioni e di ideare una copertina che contenesse gli oggetti e i simboli più caratterizzanti del romanzo. L’idea geniale è stata quella d’inserirli nella copertina come elementi casuali, in realtà non lo sono, ma solo il lettore più attento, nel momento in cui ha finito di leggere il libro, può cogliere questi dettagli.

In “Onore & Fedeltà” questa “caccia all’indizio” è meno marcata in quanto nel retro della copertina gli oggetti e i simboli sono tutti ben esposti.

  • Ci spiegheresti chi è T’Ile che Sarek?

Ti rispondo citando quanto scritto nella sezione “chi sono” del blog www.ildiarioditile.com : “Mi chiamo T’Ile il mio nome si pronuncia Tile. Tutto attaccato e non “Tu Ile” in quanto “Tu” lo si pronuncia solo nel caso in cui il nome sia seguito da consonante es. T’Pau —> Tu Pau. Sono una vulcaniana un po’ particolare, dato che sono anche metà umana e provo emozioni umane. Sono nata a Venezia in data 22/08/2241 alle ore 11:22.”

  • Interessante, ma il resto del nome?

È presto detto. “Cha” è un patronimico e significa “figlia di” e “Sarek” il nome di suo padre. T’Ile cha Sarek = T’Ile figlia di Sarek e dato che quest’ultimo è esattamente l’ambasciatore vulcaniano di Star Trek, T’Ile è la sorellastra di Spock.

  • Sorellastra e non sorella?

Esatto! T’Ile come Lea è stata adottata quando aveva solamente cinque anni da Sarek, in quanto i suoi genitori Salek e Leila Livingston morirono in un incidente con una navetta lasciandola orfana. Salek era il fratello minore di Sarek.

  • Pazzesco! Ma quindi “La figlia dei due mondi” è un romanzo autobiografico?

Forse lo sarebbe, se T’Ile esistesse veramente e non fosse un personaggio di fantasia, inventato dalla sottoscritta Ilaria Pernigotti per darsi delle illustri origini vulcaniane. Quando creai il personaggio di T’Ile, usai l’abbreviazione del mio nome “Ile” e ci aggiunsi come per la maggior parte dei nomi vulcaniani il “T” apostrofato. Da T’Ile nacque Lea e da Lea i due romanzi “La figlia dei due mondi” e “Onore & Fedeltà”

  • Ora li voglio andare a leggere! Dove li trovo?

Su Amazon e nei maggiori Store online, sia in cartaceo che e-book. Se invece si preferisce acquistare le copie in un negozio fisico, solo a Santa Giustina (Belluno) presso “CartoLandia” e il negozio “Naftalina Vintage 2015” si troveranno le copie dei due libri.

  • Siamo al termine della nostra intervista e ti chiedo se hai vinto dei premi con questi due romanzi…

Ho partecipato a dei concorsi, ma al momento solo con “La figlia dei due mondi”. Al concorso internazionale “Romanzi e Generi” prima edizione del 2022, “La figlia dei due mondi” si è aggiudicato il premio finalista, arrivando terzo nella sua categoria.

  • Complimenti! Dove ti possiamo seguire sui social?

Come “T’Ile & Ilaria” su: Facebook, Instagram, Waveful, TikTok.

Su Telegram ho due canali: “Il mondo di T’Ile & Spock” e “Il diario personale di T’Ile”.

Infine c’è il già citato blog www.ildiarioditile.com dove avere informazioni sugli eventi a cui partecipo, leggere articoli e tanto altro.

  • Grazie per aver letto fino a qui e alla prossima!

Lunga Vita e Prosperità da parte di T’Ile e Ilaria

Roberto Manzocchi, “Le macchine rosse” Un percorso a tappe narrato in prima persona

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Non esiste l’inutilità nel prendersi cura di una persona malata, perché qualcosa, seppur minima, si può e si deve sempre fare; per quanto sia impegnativo, la soddisfazione che se ne ricava è davvero tanta…

Il libro

Un ex operaio, dopo vent’anni di fabbrica, ferro, olio, presse e utensili, si trova a riscrivere il proprio spartito della vita ripartendo da zero in un mondo, per lui tutto da scoprire.  Quello del settore socio-sanitario.

Precisamente l’assistenza alle persone anziane non autosufficienti.

Un percorso a tappe raccontato in prima persona, che parte dal corso per ASA

(Ausiliario Socio Assistenziale), per poi affrontare i primi, incerti passi nel lavoro vero e proprio, fino al raggiungimento di una dimensione più consona, ricca di risvolti umani e piccole grandi soddisfazioni.

Un’interazione che coinvolge; e spesso sorprende quanto ci sia da ascoltare, da interpretare, comprendere e a volte anche imparare da persone che al loro interno e nelle manifestazioni sociali sono sempre più svuotate.

Non esiste l’inutilità nel prendersi cura di una persona malata, perché qualcosa, seppur minima, si può e si deve sempre fare; per quanto sia impegnativo, la soddisfazione che se ne ricava è davvero tanta…

E subito si impara a non dare niente di scontato.

LE MACCHINE ROSSE è anche un piccolo spaccato del mondo degli anziani con la loro storia, i ricordi, delle loro famiglie e ahimè, dei loro problemi.

Tra le pagine trovano spazio anche molte situazioni che strapperanno più di un sorriso.

Non è un romanzo; non c’è stato bisogno di inventare niente.

Le righe del libro erano già state scritte dai veri protagonisti delle storie raccontate ed aspettavano solamente di essere impresse su un foglio di carta.”

Per sorridere, commuoversi e riflettere.

L’autore

Manzocchi Roberto, nato a Lecco nel 1972 e residente nel comune di Oggiono LC.

Lavora come Ausiliario Socio Sanitario e si occupa di assistere gli anziani a domicilio.

LE MACCHINE ROSSE” è il terzo libro ed è uscito nel dicembre del 2022 per  ETABETA.PS .

Nel 2020 è uscito “IL PASSO PIU’ LUNGO”, pubblicato da EDIZIONI ITALIANE.

Nel 2021 “LA STRADA CHE CERCHI” pubblicato da ETABETA.PS è, in pratica la continuazione del primo, legati dalla stessa ambientazione (Praga) e personaggi.

Come risparmiare sulla prima polizza auto?

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Il periodo che stiamo attraversando non è certo dei migliori. L’inflazione, i rincari di materie prime, delle utenze e di molte spese che fanno parte dei costi fissi da sostenere mensilmente o annualmente, stanno mettendo a dura prova i portafogli delle famiglie italiane.

Per questa ragione, la tendenza generale, è quella di ridurre il più possibile i consumi, così da non rinunciare alla qualità dei servizi e dei prodotti normalmente impiegati, ricercando in qualche modo un risparmio. Ci sono però, allo stesso tempo, alcune “comodità” a cui è difficile rinunciare, specie se si vive in zone non molto servite, come piccoli centri o case in aree distanti dalle grandi città. L’automobile, un po’ come una casa di proprietà, rientra proprio tra quegli elementi imprescindibili a cui non si può rinunciare, se si vuole condurre una vita un po’ più semplice. Se chi vive in grandi metropoli, tutto sommato, può farne a meno, sfruttando la rete capillare di trasporti pubblici, chi vive in aree decentrate, invece, proprio non può farne a meno. Essere proprietari di una vettura, però, comporta spese spesso molto elevate. Pulizia, revisioni, benzina, bollo e assicurazione, sono tutti costi che a fine anno gravano in maniera importante sul bilancio familiare. La polizza, in particolare, è tra quei costi che richiedono un certo esborso di denaro e su cui è necessario prestare la giusta attenzione, per riuscire ad ottenere un risparmio. Per questa ragione, quando è il momento di accendere una nuova polizza, specie se sulla prima auto, è importante confrontare le migliori assicurazioni online, così da individuare il player più competitivo a cui rivolgersi.

Perché con le compagnie online si risparmia

Negli ultimi tempi sta prendendo piede un fenomeno molto diffuso tra i titolari di veicoli a motore, l’accensione di polizze attraverso le compagnie online.

Queste, infatti, possono permettersi un netto vantaggio nelle proposte, legato principalmente al modello di business adottato dalle direct company, fondato cioè sul diretto rapporto tra la compagnia e il cliente, attraverso le piattaforme, i siti e le App digitali di ognuna di loro. Per richiedere un preventivo con una di loro, oltre che raffrontando le tariffe, basta semplicemente inserire le informazioni richieste dai preventivatori online e attendere il calcolo. Si tratta di un’operazione molto semplice, facile da compiere e soprattutto comoda, poiché eseguibile da casa, attraverso i più diffusi dispositivi digitali connessi a Internet.

Il vantaggio delle offerte online risiede nel fatto che le direct company non si appoggiano a filiali territoriali, abbattendo, in questo modo, tutti i costi dell’intermediazione e potendo così presentare al mercato offerte molto più vantaggiose rispetto alle compagnie tradizionali.

Quali altri fattori di risparmio sulla polizza

Il costo della polizza auto viene calcolato tenendo conto di molti fattori, quali ad esempio il livello di sinistrosità del territorio di residenza o l’esperienza del guidatore. Questo, infatti, sin dalla prima stipula di un’assicurazione, viene inquadrato dalla compagnia all’interno di una classe di merito che, nei primi tempi, è piuttosto bassa e implica un costo più alto, proprio per la sua scarsa esperienza al volante e, quindi, un maggior rischio di causare incidenti.

Soprattutto nel caso di un neopatentato, quindi, la polizza rischia di essere davvero cara. A questo, però, si può far fronte usufruendo dei vantaggi offerti dalla Legge Bersani, che consente di sfruttare la migliore classe di merito assegnata a un componente del proprio nucleo familiare. Oltre a questo, poi, si può optare anche per una formula di guida esclusiva, così da abbattere ulteriormente i costi, o mixare sapientemente le garanzie accessorie scelte, in modo da ottimizzare il costo finale dell’assicurazione e la copertura del veicolo.

 

Hans e Axel Thorkild, la saga in tre tempi di Roberta Strano

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L’AUTRICE  Roberta Strano nasce a Palermo e ivi risiede. Laureata in Scienze Politiche, nella vita si dedica all’insegnamento e al giornalismo.

Durante l’adolescenza scopre la sua passione per la poesia e la scrittura. Nel 1998 la sua vena poetica viene conosciuta dal pubblico attraverso la rivista Il Club degli Autori di Melegnano (MI), nella quale pubblica alcune sue poesie. Nel 2004 partecipa alla 15^ edizione del Concorso Nazionale di Poesia Rosario Piccolo del Comune di Patti, nella sezione Nostalgie poetiche e vince il Primo premio con la lirica “Tristezza”, che è stata inserita nell’antologia Poesia in Piazza, e poi durante l’estate dello stesso anno arriva terza al Concorso Amici di Patti con la medesima poesia. Una sua approfondita biografia è inserita nel “Dizionario enciclopedico degli artisti italiani 2004”, edito da Magi Editore, città di Patti. Nel 2014 la sua poesia “Un giorno di marzo” dedicata al mare della sua città natia Palermo, viene inclusa nell’antologia Poetando Tra di Noi, pubblicata dall’Associazione Cult Pensiero di Palermo. Nel 2015 la sua biografia e la poesia “Venice”, dedicata alla città di Venezia, viene inserita nel nuovissimo “Dizionario di autori scelti 2015”, pubblicato dalla rivista Cronache italiane di Salerno. Nel 2016 vince il Quarto premio nella “Sezione naturalista” con la raccolta di poesie e racconti “I riflessi dell’anima”, pubblicata nel 2011, al Concorso Leandro Polverini della città di Anzio. Nel 2018 vince il Secondo premio nella sezione “poesia allegorica” con la raccolta di poesie e racconti al Concorso Leandro Polverini della città di Anzio.

LE PUBBLICAZIONI  Nel 2011 pubblica la sua prima raccolta di poesie e racconti “I riflessi dell’anima”, e tra il 2012 e il 2015 i primi due volumi di una saga in tre tempi, “Hans Thorkild – Hastings anno 1066” e “Hans Thorkild – Ritorno in Norvegia” di ambientazione storica. Nel marzo del 2022 pubblica il terzo e ultimo volume della trilogia “Hans Thorkild”, “Axel Thorkild – Il signore dell’isola di Man” con Antipodes Edizioni.  “I riflessi dell’anima” è una raccolta di poesie e alcuni racconti con testo inglese a fronte.  La raccolta rispecchia un mondo di sogni, di affetti, di speranze a volte anche deluse, di paure tipicamente adolescenziali, dove l’autrice è alla ricerca di sé stessa. Ad attraversare la raccolta è un forte bisogno di libertà, soprattutto interiore e il desiderio di raggiungere e realizzare ad ogni costo i propri sogni, anche se a volte è presente l’ombra di un profondo senso di impotenza che accompagna i versi.

Saga

Hans e Axel Thorkild, è una saga in tre tempi, a carattere storico-sentimentale. Il primo volume Hans Thorkild, Hasting anno 1066, è ambientato tra Norvegia, Normandia e Inghilterra, in epoca medievale, precisamente nella seconda metà dell’XI secolo, nel quale si muovono personaggi storici realmente esistiti ed altri di pura fantasia. Racconta dei fasti, ma anche del tramonto dell’epoca d’oro dei Vichinghi. Tratta in particolare degli anni precedenti e durante la battaglia di Hastings, che portò Guglielmo, duca di Normandia, alla conquista dell’Inghilterra. Ma il romanzo è senza dubbio anche un viaggio intorno all’amore nelle più varie accezioni, come ammette la stessa autrice: “l’amore sia quello spirituale, a volte platonico, ma anche quello passionale, l’amore filiale tra Aroldo Godwinson e la figlia Angel, fatto di devozione e rispetto.”  Il protagonista è il conte norvegese Hans Thorkild, un giovane ventiduenne, bello e affascinante. Vichingo atipico, egli ama il suo popolo, la sua incantevole terra, dalla natura selvaggia e incontaminata, la sua donna, la nobile decaduta Isolde Olsen, e non la guerra, l’odio e lo spargimento di sangue.

Il secondo volume, Hans Thorkild, Ritorno in Norvegia, è ambientato invece negli anni 1067-1071, durante il regno di Guglielmo in Inghilterra e di Sweyn II in Danimarca, e va ad analizzare le conseguenze storiche della conquista.  L’aspetto più intrigante della seconda parte, è senza dubbio l’esplorazione dei confini dell’ignoto, fino a includere ciò che sfugge al razionalismo moderno-contemporaneo, ma che era peculiare della cultura e della civiltà del Medioevo europeo, dove il sovrannaturale veniva vissuto come dimensione assolutamente realistica e “presente” nella sfera del quotidiano.  Tutta la narrazione è scandita da sogni premonitori, elementi esoterici e magici, che rinviano ai riti e ai miti ancestrali della Vecchia religione sciamanica, l’antenata della stregoneria medioevale, riti e miti facilmente rintracciabili anche nel paganesimo nordico e nella complessa spiritualità scandinava. Il cognome di Hans, Thorkild, allude chiaramente alla nota divinità nordica del tuono, Thor, personificazione della forza.

Il terzo e ultimo volume, Axel Thorkild, Il signore dell’isola di Man, più lungo e articolato rispetto ai primi due romanzi, narra invece della difficile vita di Axel, il figlio di Hans Thorkild e Isolde Olsen, definito “il figlio del peccato”, perché nato da una relazione clandestina tra il bel conte e l’altrettanto ammaliante Isolde, amata immortale del protagonista.

Axel, a causa delle sue origini, trascorrerà l’infanzia e l’adolescenza perseguitato dal passato, dagli errori commessi dai genitori, per i quali nutre sentimenti contrastanti. Presenti, costantemente nel romanzo, le continue riflessioni, i tormenti, le lotte interiori tra il bene e il male del protagonista. Il senso di incompletezza che prova e che non sa spiegarsi e il continuo domandarsi del perché della sua condizione esistenziale. Egli sembra incapace di amare perché non amato. Verrà vessato da una società bigotta e crudele. Tema dominante nella prima parte del romanzo, è la omosessualità all’interno della Chiesa già nel Medioevo. Il protagonista vivrà vicissitudini, le amarezze di una vita grama, nonostante il rango a cui appartiene. Eppure, quando tutto sembrerà perduto, la sua vita avrà una svolta. Tutta la narrazione è attraversata dal senso dell’ineluttabile, da sogni premonitori, da eventi paranormali, a significare che l’amore vince anche la morte. Axel Thorkild è stato forgiato sulla figura storica di re Magnus III di Norvegia, con il quale ha in comune alcuni episodi della sua vita e del suo regno. Altri personaggi di spicco sono l’amata Freya, il cui nome è un chiaro richiamo alla dea nordica dell’amore, la regina Ingerid (personaggio realmente esistito) e la principessa Maria, fanciulla dal cuore puro e dai sentimenti profondi, che diventerà nel tempo, per il protagonista, un valido appoggio e un porto sicuro. Altro personaggio da porre in risalto è il prete Andrew, vecchio amico di Hans, che aiuterà in ogni modo Axel e che diventerà un punto fermo nella sua vita. Personaggio chiave, presente in tutti e tre i volumi. Un altro personaggio significativo è la contessa Thorkild, che espia le sue tante colpe, riconoscendo e accogliendo il nipote nella propria dimora e che avrà una fine tragica. Dal punto di vista storico, la terza parte è ambientata tra la fine dell’undicesimo e l’inizio del dodicesimo secolo tra la Norvegia, l’Irlanda e la Sicilia normanna. Vengono messi in evidenza i cambiamenti nel passaggio tra i due secoli, ad esempio nel vestiario, nella costruzione dei castelli e nella società in generale. Significativo è l’incontro del protagonista con il conte normanno Ruggero I e la sua spedizione alla conquista di Siracusa e della Sicilia e nella conseguente cacciata degli Arabi dall’isola. Una vita dunque inaspettatamente intensa quella di Axel, vissuta tra successi e delusioni, intrighi, avventure, congiure di palazzo e amori impossibili. Anche in questo volume, personaggi realmente esistiti si alternano ad altri di pura fantasia. Lo stile è contrassegnato in tutti e tre i volumi da un acceso lirismo; protagonista incontrastata è anche la natura che accompagna le sofferenze o le gioie dei protagonisti.

Vai alla Pagina Facebook dedicata al romanzo:

Guarda il Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=dWPsR40lAVM

Per acquistarlo:

https://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=299

https://www.mondadoristore.it/Axel-Thorkild-signore-Roberta-Strano/eai979128005765/

https://www.amazon.it/Axel-Thorkild-signore-dellisolaMan/dp/B09VWMZLQC/ref=sr_1_3? qid=1659202405&refinements=p_27%3ARoberto+Strano&s=books&sr=1-

Recensioni:

https://oubliettemagazine.com/2011/12/13/i-riflessi-dellanima-di-roberta-strano-recensione-di-domenico-turco/

https://scrivoleggo.blogspot.com/2013/10/hans-thorkild-hastings-anno-1066-di.html

http://scritturaedintorni.it/ritorno-in-norvegia/

http://septemliterary.altervista.org/axel-thorkild-il-signore-dellisola-di-man-di-roberta-strano/?fbclid=IwAR0sm0Kl4N6LvTOds0FTQ2FdwmWsDlXxunqTRGHvN4eLSd0EyDaHieKXw4Q

https://www.scritturaviva.it/453368645?fbclid=IwAR0zGobTFO2dOgcdQO3rmVIxJbZQPLCRIMstBb3UpbvJ9KtNomuWGUDG4zA

https://scrivoleggo.blogspot.com/2022/04/axel-thorkild-il-signore-dellisola-di.html?fbclid=IwAR3DSrds3ueFFq2VUE2OE_iYpe3PlxLsFuHarNV0GXCsCCiqgwdBw9tro1Y

Stille del mio silere: come la segreta linfa della mia Terra ispira il mio discernimento

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Salvatore Seguenzia è un siciliano verace nato ad Augusta (SR) il 19 maggio del 1969; sposato, padre di due figli e laureato: vive nella sua città natale, un’isola nell’Isola. Un fazzoletto di terra piena di storia, cultura e fascino posta in un meraviglioso angolo del Mediterraneo. Uno dei più bei posti della Sicilia con una stupenda scogliera selvaggia, il cui mare (fonte della sua ispirazione), caldo ed avvolgente, ha una cromatura blu tiffany con fondali a mozzafiato e trasparenti; il tutto contornato dall’immenso panorama che è abbracciato dall’Etna. Da qualche anno è un novello scrittore e poeta.

Lo stesso si definisce agli albori di un percorso di crescita in campo poetico letterario da cui è ispirato dalla naturale sorgiva della sua Sicilia: l’arte, la cultura, la storia, la tradizione ed il dialetto. Per il neo poeta contemporaneo la poesia è il genere libero per eccellenza; infatti, per lui il poeticare è l’arte di combinare parole, suoni, ritmi per evocare immagini, suggerire sensazioni, infondere sentimenti e trasmettere emozioni. È il sincronismo tra un’immagine visiva, che viene tradotta nel proprio pensiero, e un linguaggio comunicativo, posto in essere da un creato melodico dell’ascolto: una simbiosi unica nascente tra il sentimento e l’emozione. La poesia è quindi un’arte del linguaggio progettata per suggerire e far conoscere qualcosa attraverso il ritmo, l’armonia e l’immagine. All’uopo, Emily Dickinson diceva: Accendere una lampada e sparire. Questo fanno i poeti. Ma le scintille che hanno ravvivato, se vivida è la luce, durano come i soli. Essa deve riflettere attraverso i colori, i suoni e i ritmi, tutte le bellezze dell’universo. Salvatore Seguenzia si ripropone in un’indagine affascinante e originale ossia in quella forma poetica che, nel corso dei secoli, si è consolidata, trasformata e rivoluzionata. La forma metrica (ed in particolare il sonetto endecasillabo) è, infatti, traccia preziosa di una memoria che va custodita e ringiovanita, orma indelebile della tradizione poetica letteraria italiana: essa deve rimanere quella traccia che permetta a chiunque di seguire un proprio sentiero, costruito passo dopo passo, al fine di riscoprire emozioni rimaste celate tra i meandri del proprio egoismo, della propria indifferenza nonché del proprio cinismo. Scrivere una poesia è un’arte espressiva alla portata di tutti, ognuno con la propria modalità, che diventa trascinante una volta compreso il suo segreto. Essa, sebbene possa sembrare complessa nella sua forma comunicativa, dà la possibilità – con la debita applicazione e apprendimento – di avvicinarsi ad un mondo che riempie l’animo perché aiuta a fare esprimere i propri sentimenti con la melodia delle parole a tal punto di svegliare – appunto – emozioni. In questo mondo affollato e culturalmente cresciuto si scrive più che in ogni altra epoca, soprattutto di poesia: fiorente letteratura. Il verso è libero perchè si scaricano le pulsioni emozionali inerenti al proprio essere; si cerca dentro sé stessi di scovare l’imprevisto e lo sconosciuto, trovando il proprio ritmo.

In una delle opere di Alessandro Carrera, il saggista afferma: leggere la poesia è più faticoso che scriverla. Quindi, per il neo poeta siciliano, in tale contesto, sorge il problema della comunicazione della lingua poetica: ognuno ha la propria “lingua”. I pensieri ritmati in arte poetica sono insiti spasmi che si immedesimano in personali segreti espressi in parole ma non si deve trascurare il fatto che la poesia, affinchè abbia lunga vita nonché segnali di salute e validità, deve essere proposta all’altrui pensiero in modo tale la propria forma mentis di scrittura poetica riceve un saggio giudizio estraneo ed imparziale. Victor Hugo diceva: È quel mare che ho dentro che mi crea forti tempeste. Questa è la poesia, è arte. Per il neo poeta contemporaneo siciliano la sua tempesta non si rappresenta attraverso uno stato emotivo pieno di rabbia o rancore bensì attraverso la trasparenza di un’immagine che, elaborata dal suo pensiero moderno, reale e vigente, si trasborda su un foglio bianco attraverso il colare dell’inchiostro di una semplice penna racchiusa tra due dita. Nella sua silloge poetica Stille del mio silere la prefazione è stata curata dal critico letterario Maestro Giuseppe Aletti il quale afferma che gli stilemi usati dal neo poeta siculo sono poliformi e si dirigono verso policrome rotte espressive.

La superficie che accoglie i versi dell’autore è disseminata dalla perlustrazione del reale, la parola cerca una sua forma definitiva e nella tensione espressiva della ricerca porto nel quale trovare un approdo sicuro. Salvatore Seguenzia – come un novello Ulisse – si muove liberamente, senza limiti nel testare metri stilistici e contenuti. Ha scelto di aderire alla Collana Le Perle – Audiolibri al fine di cogliere ogni nuova opportunità di condivisione e divulgazione del testo e di assecondare le nuove possibilità che l’editoria digitale mette a disposizione degli autori: la parola come impronta sulla pagina bianca e la parola come suono che si dirige libera senza limiti di spazio e di tempo. È una poesia in divenire quella per chi avrà il piacere di leggerla scoprendola attraverso la lettura delle opere che l’autore ha prodotto e cerca di diffondere. Tra questi tentativi, un faro che illumina il suo cammino dei versi, che sono ospitati in questa silloge, è l’attaccamento alle sue radici siciliane. Da “Siculante”: Muoio nella Terra in capo ad Ortigia da un avvelenato spiffero d’aria porto nel cuore il silenzio dei sordi; da “Sogno Siculo”: In questo modo cade la strada della guerra mi basta pure una carezza il mio cuore rimane inciso e da “Parlo siciliano”: Il nostro parlare è uno solo sempre in questa Terra si è parlato con la nuova il sogno fu infranto. Il poeta siculo non si dimentica mai della bellezza rigogliosa della sua Sicilia, la dolcezza dei panorami, il sublime profilo architettonico delle città e dei monumenti, la presenza della storia millenaria degli uomini e delle culture che si sono adagiate e susseguite in questa terra magica, dove la concretezza e l’incanto camminano mano nella mano.

E in questo contesto, la variopinta cultura sicula si interseca perfettamente nella multiforme proposta stilistica del poeta. Solo nel distendere le parole sulla pagina, l’autore trova la piena libertà del sentire, nell’attingere dalla parte più intima e versa di sé stesso, senza conformismi o ruoli da svolgere o interpretare: l’unico obbligo è quello di sondare chi siamo e porgerlo senza infingimenti al lettore. Viviamo nel tempo della frammentazione, dove ogni individuo è un mondo separato, e Seguenzia sente questa spersonalizzazione dell’essere umano come parte di una comunità che lo accoglie e comprende; per questo nei sui componimenti cerca di evidenziare – uno a uno – i vari elementi che caratterizzano la cornice che li accoglie: partendo da Homo, per poi continuare con Colori, Vivo, Amico, Pelle, Tela. I punti cardinali si rilevano nella visione storica del proprio territorio, in un orgoglioso moto d’appartenenza, ma anche nel rilevare il disfacimento di questo tesoro, le contraddizioni, e l’impegno civile di chi sorveglia e protegge dall’incedere barbarico dei nostri tempi, vedi L’uomo malvagio, Il caporalato. La lettura di una raccolta poetica è un viaggio che si compie sempre in due, chi scrive e chi desidera sentirsi interpretato. Come afferma Pavese fare poesie è come fare l’amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa”, tuttavia nessuna soddisfazione è maggiore dell’autodeterminarsi, nell’affermare semplicemente: Io sono. La poesia, oggi, è il regno della parola; ha un potere rilevante. Solitamente, nei sui libri, che fin d’ora ha scritto, pone sempre una primaria frase: Scrivere è il desiderio del pensiero: si arricchisce con la cultura ed è libero di esprimerlo. Non si deve restare con una parola nuda né è necessario ubriacarsi di parole in quanto, da esseri raziocinanti, si è mossi da un pensiero così riflesso da decomporsi ben prima di pronunciarlo. Quando ieri si scriveva una cartolina, si apprezzava, oltre il tatto e la calligrafia, il pensiero: sincero e diretto. Oggi, la tecnologia (ben venga per svariati motivi) ha sminuito il concetto di scrivere la ‘parola’; basta uno ‘sticker’ e si invia il nostro pensiero, che dev’essere interpretato, e la risposta si identifica in un semplice ‘like’. Bene, il neo poeta contemporaneo sta – pian piano – riscoprendo quanto è importante la lettura; leggere vuol dire arricchirsi di quegli elementi, appresi in quel momento astratti o apparenti, che aiutano ad accrescere e rinforzare la colonna portante del nostro modo di comunicare, del pensare, dell’agire. Diventano valori ideali per un domani.

Pertanto, quando si ritrova in talune circostanze, gli viene spontaneo ‘buttare’ giù le parole che centrifugano il suo pensiero e, attraverso la poesia, poi esterna il suo sentimento letterario; libero di esprimerlo, appunto. Ciò che gli viene libero di esternare attraverso la poesia, spera possa essere un punto di riferimento del lettore. Non per forza deve essere apprezzato il suo sentimento letterario ma, quantomeno, capisca – attraverso l’emozione che in quell’attimo prova – di immedesimarsi in talune occasioni che ha vissuto, che siano state positive o negative, e potersi dare delle risposte, apportare correzioni o prendere in considerazione per future esperienze. La poesia aiuta a dialogare, ad essere più accorti, più lungimiranti, più essere sé stessi. Il nostro odierno vivere è scandito da un pallido grigiore che soggiace, oramai, dentro ognuno di noi; ma lui spesso afferma, invece, ed è sempre più convinto di una sua veduta: Colora la tua giornata: colora ogni attimo di quel colore adatto a te; cerca sempre di essere il pittore di te stesso. La parola, per lui, rimane un’arte che va affiancata con la melodia; una melodia che proferisce talvolta acuti stonati e non viene considerata ed ascoltata ma, in altri attimi, riesce a trasmettere tutto il suo splendore. Fino a quando la parola avrà una sua melodia, quindi un suo sentimento, continuerà a trasmettere quell’energia per vivere un emozionante sogno in realtà. In conclusione, si può aggiungere che ad oggi, l’autore siciliano Seguenzia Salvatore ha scritto un altro libro di poesia quale “Megar…imando Hyblaea” (2020) ed altri di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) ed “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Il Tiburtino”, “Poeti del nuovo millennio a confronto” e “Penna d’Autore”. Altre poesie, invece, sono state lette e riprodotte sui canali virtuali dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar già Docente presso l’Università di Pavia, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Infine lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” e ha partecipato a vari eventi letterari dove è stato insignito di vari riconoscimenti al merito e d’onore.

Un suggerimento per chi si vuol cimentare a scrivere poesie: I poeti, parlando a sé stessi, parlano al mondo (Giuseppe Aletti)