ilTorinese

La polizia sospende licenza di un bar

Nei giorni scorsi  è stato notificato il decreto, emesso dal Questore di Torino su segnalazione del personale del Commissariato Dora Vanchiglia,  di sospensione della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande al bar sito in corso Vercelli n.30.

Il provvedimento, emanato ai sensi dell’art.100 del TULPS, comporta l’immediata chiusura al pubblico del locale per 60 giorni, in ragione della reiterata turbativa all’ordine ed alla sicurezza pubblica arrecata dall’esercizio in questione, divenuto una vera e propria “base logistica” per la consumazione di reati in materia di stupefacenti, attività illecita connotata da un elevato grado di allarme sociale.

Lo scorso 24 Luglio, personale della locale Squadra Mobile era intervenuto all’interno del bar, traendo in arresto il titolare della licenza, un cittadino albanese di 30 anni e sua madre, di 55 anni,  per reati inerenti agli stupefacenti. Nel locale, infatti, erano stati rinvenuti  8 involucri di cocaina, nascosti all’interno di scatole di biscotti, la somma di 4000€ in contanti ed un bilancino elettronico di precisione. Altro stupefacente, 50 grammi circa di cocaina, materiale vario utile al confezionamento delle dosi ed un’agendina riportante nomi e cifre abbinate è stato rinvenuto durante la perquisizione dell’attigua abitazione nella disponibilità di madre e figlio. Il locale era stato tra l’altro colpito da analogo provvedimento di sospensione della licenza nel dicembre 2018 in ragione dell’accertata attività di spaccio esercitata al suo interno.

Considerato che il bar, inserito in un ambito territoriale sensibile, contribuisce all’incremento dei fenomeni delinquenziali nella zona e costituisce un pericolo costante ed imminente per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, il Questore ne ha disposto la sospensione della licenza per 60 giorni.

 

Tuffi, le medaglie piemontesi

Si sono conclusi alla piscina Karl Dibiasi di Bolzano i Campionati Italiani Assoluti Estivi di tuffi, manfestazione che nell’ultima giornata di gare ha regalato tre medaglie – due argenti e un bronzo – agli atleti piemontesi impegnati. Matilde Borello e Eduard Timbretti Gugiu

entrambi classe 2002 e tesserati per la Blu 2006 Torino, si sono tuffati in coppia nel sincro misto dal trampolino 3 metri, salendo sul secondo gradino del podio con 259,80 punti. Davanti a loro con 296,85 punti Chiara Pellacani e Matteo Santoro (MR Sport Fratelli Marconi), alle loro spalle Kiki Camilla Magnolini-Giulio Propersi (Circolo Canottieri Aniene) con 209,64 punti. Buona prestazione per la coppia piemontese, anche considerando il fatto che si trattava dell’esordio assoluto in una gara di tuffi sincronizzati misti.

In precedenza Eduard Timbretti Gugiu aveva gareggiato nel sincro maschile dal trampolino 3 metri, in coppia con Gabriele Auber (Marina Militare), e nel sincro maschile dalla piattaforma, insieme a Andreas Sargent Larsen (Circolo Canottieri Aniene). Dai 3 metri, Timbretti e Auber hanno vinto la medaglia di bronzo con 297,12 punti, preceduti dagli azzurri Lorenzo Marsaglia (Marina Militare CS Nuoto)-Giovanni Tocci (Centro Sportivo Esercito), primi con il punteggio di 379,11, e da Francesco Porco (Fiamme Oro)-Andreas Sargent Larsen (Circolo Canottieri Aniene), secondi con 345,42 punti.

Dalla piattaforma, Timbretti e Larsen hanno invece concluso in seconda posizione con 330,45 punti, dietro a Maicol Verzotto (Fiamme Oro) e Julian Verzotto (Bolzano Nuoto), primi con 338,52. Dopo aver condotto la gara nei primi quattro tuffi, Timbretti e Larsen hanno commesso un errore nel quinto della serie – il triplo e mezzo rovesciato raggruppato – permettendo ai fratelli padroni di casa di recuperare terreno e passare poi in testa dopo il sesto e ultimo salto.

«In generale Eduard e Matilde non sono riusciti a ripetere le prestazioni molto buone della settimana scorsa ai Campionati Italiani di Categoria, molto probabilmente a causa di un po’ di stanchezza – commenta Claudio Leone, tecnico della Blu 2006 – non è semplice affrontare due eventi così ravvicinati, e la formula di questi Assoluti era decisamente impegnativa dal punto di vista fisico. Ma proprio per questo credo che sia stata un’esperienza importante, per capire cosa significa gestire tante gare ravvicinate; è un aspetto sul quale possiamo lavorare e migliorare».

Nuovi contributi per le scuole di montagna

La Regione Piemonte sostiene con convinzione il mantenimento e lo sviluppo dei servizi scolastici statali nei territori montani anche per l’anno 2020-2021.

Come annuncia il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, la Giunta ha deciso la predisposizione di un bando per la concessione di contributi per complessivi 300.000 euro.

Le Unioni montane sedi di plessi scolastici potranno formulare, in accordo con gli istituti di riferimento, programmi capaci di garantire nelle scuole statali dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado l’impiego del personale necessario per assicurare il mantenimento dell’offerta in caso di accertate condizioni di sofferenza, documentata marginalità e rischio di chiusura.

Inoltre, potranno provvedere alla razionalizzazione di situazioni di pluriclasse dove sono documentabili particolari disagi dovuti alla composizione delle stesse in rapporto alla dotazione di personale docente e al tempo scuola previsto.

Ogni programma dovrà considerare la dotazione dei servizi scolastici esistenti, la loro dislocazione e le caratteristiche geomorfologiche del territorio.

Il Templare di Moncucco

Anche solo a pronunciarlo, il nome Templari suscita particolari emozioni e soprattutto rievoca quell’antico mondo cavalleresco che cerchiamo in qualche modo di far rivivere, di riportare alla luce dalle tenebre della storia

E poi scopriamo che nei luoghi da noi visitati spunta spesso qualcosa che rimanda a quel mondo e a quell’epoca lontana, qualcosa che era appartenuto ai templari, una chiesa, una “domus”, un castello, una fortezza, una croce, una moneta, un sigillo.

Oppure emergono figure templari, uomini templari, nati e vissuti vicino a noi. Si è scritto molto sui templari e si continua a scrivere fin troppo, sono stati pubblicati ottimi libri ma anche testi scadenti, film pregevoli e altri mediocri. Si contano sull’argomento storici seri e competenti accanto a scrittori meno documentati e a volte un po’ improvvisati. Tra i primi spicca Bianca Capone Ferrari, residente a Torino, che da qualche decennio si dedica alla ricerca degli insediamenti dell’Ordine del Tempio in Italia. Fondatrice della Libera associazione ricercatori templari italiani, è tra i maggiori studiosi del fenomeno medioevale templare nella nostra penisola ed è autrice di vari libri e saggi sul tema. Nella sua vita di studiosa ha scoperto e individuato anche il Templare di Moncucco Torinese, nato nel piccolo paese situato nelle vicinanze di Castelnuovo don Bosco, nell’astigiano confinante con la provincia di Torino, più noto per la Freisa e le trattorie che per il suo castello che dalla collina domina la valle. Eppure proprio in quel castello nacque un certo Jacopo da Moncucco, l’ultimo templare italiano al quale Bianca Capone Ferrari ha dedicato un romanzo storico. Dalle sue ricerche su questo personaggio è nato il libro “Il Templare di Moncucco”, Edizioni Federico Capone, una storia avventurosa e drammatica dell’ultimo Maestro d’Italia dell’Ordine Templare, Jacopo da Moncucco.

 

Nato nel Castello dei Grisella e vissuto a metà fra il XIII e XIV secolo, Jacopo da Moncucco è stato l’ultimo Gran Maestro e precettore d’Italia dell’Ordine dei Templari, una delle più importanti associazioni monastico-cavalleresche del Medioevo, fondato nel 1118-19 da Ugo de Payns. “Sulla vita e sulle gesta di Jacopo non sappiamo quasi nulla, scrive l’autrice, e le poche notizie sono desunte dagli interrogatori dei Templari processati negli Stati della Chiesa, in Toscana e a Cipro e da qualche documento riguardante locazioni, permute e donazioni di terre e case”. Nel libro si parla della vita di Jacopo prima della soppressione del Tempio ordinata dal re di Francia Filippo IV il Bello e poi della fase successiva quando l’ex templare, diventato chierico di una chiesetta piemontese, la pieve di San Cassiano di San Sebastiano Monferrato, entra in contatto con il mondo della campagna, impregnato a quel tempo di credenze magiche e di superstizioni. In realtà, nel castello di Moncucco nacquero due cavalieri templari: i fratelli Iacopo e Nicolao. Il secondo fu arrestato e processato nell’isola di Cipro mentre Iacopo divenne precettore di Santa Maria del Tempio di Bologna alla fine del Duecento e nel 1303 divenne precettore di Lombardia, Roma e Sardegna. Nel 1308 si perdono le sue tracce come Templare. Ricercato dagli inquisitori fu condannato in contumacia per non essersi presentato al processo ai templari nello Stato Pontificio. Dov’era Jacopo quando fu condannato? “Forse ritornò nel suo castello del basso Monferrato, spiega la Capone Ferrari. Gli storici dell’epoca sostengono che molti cavalieri appartenenti a famiglie prestigiose tornarono nelle loro dimore senza essere molestati. Se diamo per certa quest’ipotesi, Jacopo rimase nella sua Moncucco fino al 1316”.

Filippo Re

Avetta (Pd): “Importanti investimenti per la rete stradale”

Finalmente si raccolgono i frutti dell’inversione di marcia degli ultimi anni: è stata giustamente archiviata la politica dei tagli dissennati agli enti locali. Oggi la Città Metropolitana è un ente in salute che, sulle infrastrutture, può recuperare il ruolo che le spetta, quello di attore principale”

In Città Metropolitana è stata votata all’unanimità la variazione al Documento unico di Programmazione che consente, dopo tanta attesa, di realizzare importanti investimenti sia sulle strade provinciali sia sulle scuole dei nostri territori”. Lo annuncia Alberto AVETTA (Consigliere Metropolitano PD), che sottolinea come la Città Metropolitana abbia giustamente concentrato l’attenzione sul Canavese e sul Chivassese dando corso, di fatto, alla programmazione e ai progetti ereditati dalla ex Provincia.

“Sono particolarmente soddisfatto perché, grazie anche alla determinazione dei Sindaci, è stata finanziata la rotatoria tra la SP 56 e 78 nel Comune di Vestignè (350 mila euro), crocevia che porta al Castello di Masino e che era già stata oggetto di un protocollo che su mia iniziativa avevano sottoscritto il FAI e l’allora Presidente Saitta. Del pari sono stati finanziati lavori molto attesi che interessano il Comune di Castellamonte, ossia la rotatoria in frazione S. Antonio sulla SP 222 (250 mila euro), i lavori stradali per le frazioni di Campo e Muriaglio (200 mila euro), gli interventi sulla SP 590 per i Comuni di Casalborgone, Lauriano, Cavagnolo e Monteu da Po (350 mila euro) e quelli sulla SP 158 di Garzigliana (250 mila euro) e sulle SP 24 e 197 di Avigliana (260 mila euro)”

Parcheggiatore abusivo rivendica la sua “parcella”

Arrestato dagli agenti del commissariato Barriera Milano

 

Nella tarda mattinata di mercoledì un uomo, dopo una visita di controllo, esce dall’Ospedale S.G. Bosco e si dirige verso il parcheggio. Ha un braccio ingessato, nell’altra mano ha ancora in mano i fogli di dimissione ed una banconota da 20 euro. Improvvisamente un soggetto marocchino di 35 anni, seguito a distanza da due connazionali, gli sbarra la strada. Il trentacinquenne gli riferisce di lavorare lì come parcheggiatore e gli chiede di “versare” il contributo per il servizio reso. Al rifiuto dell’uomo, lo straniero tenta di strappargli la banconota da 20 euro che aveva in mano, facendola però cadere in terra. Il parcheggiatore cerca allora di rifarsi sul borsello dell’uomo, riuscendo solo però a rompere la fascia di ancoraggio del gesso. a questo punto nasce una colluttazione tra i due, dove però è il terzo uomo ad avere la meglio, riuscendo a impossessarsi della banconota a terra. Accortasi di quanto appena accaduto, la vittima tenta di riprendersi i soldi ma viene minacciato con delle grosse pietre che i due marocchini nel frattempo avevano recuperato. L’uomo allora fugge all’interno dell’ospedale e allerta il 112 NUE. Giunti sul posto, gli agenti del commissariato Barriera Milano notano gli autori dell’aggressione allontanarsi velocemente. Fermato poco dopo il parcheggiatore che, con numerosi precedenti di Polizia anche specifici, viene arrestato per rapina.

 

Vini curiosi a difesa del territorio

Salotto letterario-musicale, con licenze scientifiche in compagnia dell’enologo Donato Lanati, venerdì 7 agosto nel borgo antico di Exilles, per un’Ode al Vino, arricchita dalla conduzione di Bruno Gambarotta e dalla componente artistica di Bruno Maria Ferraro (Rassegna Teatro&Letteratura, Direttore Artistico Ivana Ferri, collaborazionI di Camera di Commercio di Torino e Azienda Agricola l’Garbin).

 

Si è parlato di identità, territorio e onestà, di produzioni eroiche e di nuove strategie. Si è parlato di una cultura tra le più antiche, che ha affascinato egiziani, ebrei, greci e fenici, per poi diffondersi in Magna Grecia e risalire in Italia 2000 anni fa, con il mitico viaggio di Ulisse.

 

“Il vino è una storia impressionante” ha esordito il guru del vino Lanati. “In 2000 anni, i nostri contadini sono riusciti a selezionare e a individuare il posto ideale per coltivare per ognuna delle due mila varietà presenti, lungo le migliaia di ecosistemi diffusi sul ponte italiano del Mediterraneo. Siamo il Paese più ricco di varietà del mondo, ancor più della Georgia e della Mesopotamia. Abbiamo dei grandi vitigni come Barbera, Nebbiolo e Sangiovese, ma anche delle grandi curiosità coltivate da artigiani eroici, i veri artefici del Made in Italy”.

 

Protagonisti del pomeriggio, sono dunque state le curiosità autoctone e piccole doc della Val di Susa: Becuet, Baratuciat e Avanà.

“Sono stato attratto dalla curiosità e dalla voglia di ritornare al desiderio di origine. Essere davanti ad un autoctono, coltivato da diverso tempo, è come avere davanti a me gli ambasciatori della cultura sociale. Il desiderio di origine viene soddisfatto quando, nella nostra mente, si crea la voglia di rivivere qualcosa che ci aveva emozionato in passato. Il vino è capace di grande comunicazione sensoriale ed emozionale e lo fa attraverso colore, gusto e profumo. Solo nel profumo, ci sono 500 molecole in movimento: un tripudio di sensazioni senza pari, anche se, il nostro naso ne sente appena 150. Dietro a un bicchiere di vino ci sono storie di persone; ci sono centinaia o migliaia di anni di territorio”.

 

Venticinque ettari complessivi coltivati sulle montagne della Val di Susa e sette produttori raggruppati nel Consorzio di Tutela Valsusa Doc, rappresentano una produzione davvero curiosa ed eroica, che è tanta passione ed, evidentemente, poca economia.

 

“Le mode portano economia. Il vino onesto, invece, è un’altra cosa; le varietà rare fanno mantenere vivi i territori. Sono l’espressione della sostenibilità”.

 

Dalle note nostalgiche e a quelle concrete, la lectio di Lanati si è fatta oggettiva.

 

Oggi, c’è bisogno di identità. Questi vitigni rappresentano la purezza e la biodiversità. Per vincere sui mercati dobbiamo confrontarci con l’identità che altri non hanno”.

 

 

Il territorio è il vero protagonista per il successo di un vino.

 

“Ce lo insegnano i francesi dal ‘700, parlando di Borgogna, di Champagne e di Bordeaux. In termini di bravura, ci battono solo in comunicazione e per pochi vini (il 2%). Non dimentichiamoci che un vitigno è asportabile per essere prodotto dall’altra parte del mondo; il territorio, invece, nessuno ce lo può portare via! E’ la nostra indissolubile identità”.

 

“Abbiamo battuto tutti i Paesi del mondo e, da decenni, siamo sempre in finale con la Francia. Per battere i francesi, dobbiamo fare qualcosa di più: essere secondi vuol dire migliorare, ma senza scimmiottare nessuno. Le barrique, per esempio, a mio avviso, non hanno nulla a che fare con i nostri vini. Nascondono la nostra identità e ci impediscono di esprimere il sapore del nostro territorio.

Nella varietà c’è il Dna che produce la qualità. Il plus arriva da una determinata microzona che sfugge al dominio del Dna, quindi una qualità superiore. L’acino è il detentore di tutto: andamento stagionale e lavoro dell’uomo. Altro aspetto fondamentale, è la resa: non più del 35/40 hl per ettaro; un grappolo a tralcio”.

 

La longevità del vino. “Il vitigno è un traduttore dell’energia solare ambientale per tutti i micro-andamenti della terra. Nel mio Laboratorio di Ricerca Applicata Enosis Meraviglia di Fubine, nel Monferrato, stiamo studiando cosa determina la longevità del vino. Non è, certamente, l’anidride solforosa, ma sono quelle micorrize legate radici presenti in uno specifico terreno. Anche qui, è il terreno che fa la differenza”.

 

Strategia di comunicazione.

 

La comunicazione del vino deve essere: concreta, trasparente e sintetica. Di un vino occorre raccontare la storia delle persone che ci sono dietro e promuovere la costanza della qualità di produzione. E’ la costanza che fa diventare marchio”.

 

Il valore di un vino lo fa il mercato o….. lo determinano le aste.

“Di solito, il valore di un vino è legato a quello del territorio nel quale viene prodotto. Per i vini curiosi, storici ed eroici, credo che le aste siano un grande metro per conoscerne il valore effettivo”. 

 

Alla domanda provocatoria di Gambarotta, “cosa dovrebbe bere il premier Conte?”, lo scienziato del vino ha risposto sorridendo: “forse, per studiare Zaia, dovrebbe bere del Prosecco. Oppure, avrebbe una grande possibilità per infrangere il sistema e la dilagante omologazione: bere vini veri e autoctoni!”. 

Con Intesa Sanpaolo il futuro è nella smart mobility. Il progetto parte da Torino

L’obiettivo è un ecosistema dell’innovazione dedicato alla smart mobility e incentrato sulle start up.

E infatti denominata Smart Mobility Corporate Club l’iniziativa che Intesa Sanpaolo Innovation Center mette in campo  con Cisco, Fca e Iren, a cui fornirà una serie di servizi in esclusiva.

Si incomincia proprio  da Torino, dove lo scorso anno – attraverso  Intesa Sanpaolo Innovation Center, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT – è stato attivato Techstars, acceleratore di startup americano di rilevanza mondiale. Tra i servizi offerti, ricerche sui trend dell’innovazione globale; informazioni e contatti privilegiati con le startup finaliste dei programmi di selezione e accelerazione come quello di Techstars, partecipazione a eventi di rilievo internazionale in cui incontrare startup e possibili partner tecnologici, come i tech-tour in Israele e nella Greater Bay Area tra Guangdong e Hong Kong.

Coronavirus, nessun morto ma 38 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

 26.272 PAZIENTI GUARITI E 638 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.272 (+13 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3244 (+2) Alessandria, 1584 (+1) Asti, 845 (+0) Biella, 2467 (+2) Cuneo, 2368 (+0) Novara, 13.518 (+6) Torino, 1109 (+2) Vercelli, 964 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 173 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 638 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RESTANO 4136

Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale rimane 4136 deceduti risultati positivi al virus.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.868 (+38 rispetto a ieri, di cui 33 asintomatici. Dei 38 casi, 10 screening, 26 contatti di caso, 2 con indagine in corso. I casi importati sono 7 su 38) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisisu base provinciale: 4125 Alessandria, 1889 Asti, 1056 Biella, 2966 Cuneo, 2836 Novara, 16.024 Torino, 1402 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 274 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 139 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 85 (-2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 734.

I tamponi diagnostici finora processati sono 521.071, di cui 286.612 risultati negativi.

Soldi e cocaina nei pacchetti delle sigarette

Italiano arrestato dalla Polizia di Stato

Gli agenti della Squadra Volante, transitando in via Cibrario, controllano un cittadino italiano di 40 anni. Alla vista dei poliziotti, l’uomo, visibilmente agitato, inserisce di scatto la mano nella tasca dei pantaloni, cercando di occultare due pacchetti di sigarette. Insospettiti dall’atteggiamento del quarantenne, gli operatori ne verificano il contenuto. All’interno del primo pacchetto, gli agenti scoprono quasi 2700 euro in contanti mentre nella seconda confezione di sigarette sono celate diverse dosi di cocaina per un totale di circa 6 grammi. Il pusher cerca da subito di giustificare l’ingente somma di denaro in suo possesso raccontando di aver appena ricevuto il compenso per un lavoro effettuato.

L’uomo, con svariati precedenti di Polizia, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.