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Il lockdown ha fatto crollare il Pil piemontese

Il  Pil del Piemonte, così come quello nazionale, è crollato  nel II trimestre per via del lockdown

Il  primo trimestre 2020 ha segnato una  flessione del 6% (rispetto al I trimestre del 2019), e l’indicatore principale dell’attività economica scende ancora nel II trimestre (-15,9%), con una variazione simile  a quella nazionale (-17,3). 

Lo scenario è rappresentato dal Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino. La nostra regione  sconta le pesanti  perdite del lockdown anche se segna  un valore migliore rispetto alla media italiana (-17,3%). Il Piemonte è il primo  in Italia ad avere adottato  uno strumento statistico capace  di stimare il Pil  in tempo reale.

 

(foto: il Torinese)

Anziano smarrito, i poliziotti lo accompagnano a casa

Partito da Susa con la propria autovettura, si è ritrovato in zona Madonna di Campagna, disorientato e senza la capacità di tornare a casa.

La scorsa settimana un anziano signore è stato soccorso dagli agenti della Polizia di Stato, in seguito alla segnalazione di un cittadino preoccupato per la sua condizione. L’uomo appare da subito confuso, non sa dove si trova e dichiara ai poliziotti di non essere in grado di ritrovare la strada di casa.

Gli operatori, dopo essersi sincerati dello stato di salute, contattano la moglie. La donna, sprovvista di una vettura a disposizione, manifesta le sue difficoltà ai poliziotti, che decidono di riaccompagnare a casa l’anziano. Si mettono alla guida della sua auto, fanno rifornimento e partono alla volta dell’abitazione. Strada facendo, l’uomo riconosce  l’itinerario precedentemente percorso.

Una storia a lieto fine per i due coniugi che non hanno mancato di esprimere parole di massima gratitudine per gli agenti della Polizia di Stato.

Centrosinistra, Verdi – Europa Verde chiedono patto generazionale


Il capoluogo piemontese da tempo in profonda crisi, ha bisogno di un centrosinistra rinnovato nelle persone e nei temi, per poter avere la possibilità di vincere le prossime amministrative del 2021. Serve un patto generazionale che tenga conto delle sfide del futuro sia dal punto di vista economico che ambientale.

Torino, come più volte ribadito, ha un’assoluta necessità di attuare un “Green New Deal Metropolitano” che possa creare quell’humus in grado di creare nuovi posti di lavoro attraverso “investimenti verdi”.

Noi Verdi-Europa Verde, crediamo che ci sia il bisogno di salvaguardare la bellezza della nostra città, creando un clima che favorisca il benessere, il rispetto dell’ambiente, la solidarietà, l’inclusione e lo sviluppo tecnologico.
Vogliamo che questi temi non vengano e non devono più essere utilizzati COME MERE FRASI DI PROPAGANDA, ma crediamo che debbano essere “il fine ultimo” di un nuovo progetto politico aperto ed il più possibile inclusivo.

Per noi la politica è un impegno giornaliero nel risolvere i problemi concreti dei cittadini, rifiutiamo la logica di ammucchiate create solo a fini elettorali.
Se si vogliono confondere i cittadini con liste civetta che usano l’ ecologismo soltanto al momento delle elezioni dobbiamo dire ai Torinesi la verità: l’ unico  partito ecologista e progressista sono i Verdi Europa Verde( della grande famiglia dei Verdi Europei) che sarà presente alle prossime elezioni comunali con una propria lista.

Tiziana Mossa Co- portavoce regionale dei Verdi Europa Verde Piemonte   e i Co- Commissari Verdi Europa Verde Torino Antonio Fiore ed Angela Plaku

Simone Eydallin, 8848 metri in 10 ore e un minuto

Ci sono sogni irrealizzabili, si sa, ma a volte è difficile arrendersi di fronte all’idea di non poter concretizzare qualcosa a cui tanto si tiene ed è allora che si trovano soluzioni. È quello che ha fatto l’atleta Dynafit di Sauze d’Oulx Simone Eydallin che, da sempre innamorato dalla maestosità 

dell’Everest, ha trovato un modo tutto suo per “scalarlo”. «Sono un grandissimo fan dell’Everest – racconta Simone. Sono sempre stato affascinato da questa montagna ma so che probabilmente non lo scalerò mai, non sono da me queste cose così alpinistiche. Volevo però togliermi lo sfizio di simulare una scalata percorrendo, di corsa, il dislivello di 8.848 metri e così ho pensato alla sfida dell’Everesting. Quando ho iniziato a progettare il tutto non avevo nemmeno preso in considerazione l’idea del record ma poi, verso metà giugno, ho provato a fare un po’ di dislivello per vedere come stavo dal punto di vista fisico e psicologico. È stato solo allora che, dopo aver fatto due calcoli, mi sono reso conto che stavo bene e che avrei potuto provare a battere il record. E così è stato. Proprio pochi giorni fa è arrivata l’omologazione del mio nuovo record di Everesting nella specialità della corsa». Lo scorso martedì 14 luglio, a Sauze d’Oulx, Simone ha risalito per ben 12 volte e mezza una pista di sci di 715 metri di dislivello, lunga 3,3 chilometri e con

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una pendenza media del 24%, ed è sceso su un percorso parallelo in bici. Il tutto con il tempo pazzesco di 10h01′. Un’impresa difficile, sia dal punto di vista psicologico che fisico e che lungo il percorso ha richiesto l’assistenza, tra ristori, assistenza e lepri, di un team di circa una decina di persone. «A livello fisico non ho avuto grosse difficoltà, il problema è stato la testa – confida l’atleta Dynafit. Arrivando da gare corte, lo sforzo mentale in imprese come queste è completamente diverso. 

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Fino al 6° giro è andato tutto bene, ero super gasato, ma dopo l’ottavo ho avuto un vero e proprio crollo psicologico. Per fortuna dopo il 9° giro è arrivata mia moglie Emily e sul percorso si è radunata ancora più gente, ad aiutare e a tifare, e tutto è tornato come prima». Raggiunto un obiettivo (o una vetta, è il caso di dirlo) è già ora di guardare ai prossimi. «Mi aspettano ancora qualche giorno di recupero, con allenamenti blandi in bici, alimentazione sana e tanto riposo – ci rassicura Simone – ma poi devo preparami 

per la prossima impresa, in programma a fine estate, sul Rocciamelone, proprio lì dove ho partecipato per la prima volta in vita mia a una gara di corsa in montagna e dove mi sono innamorato di questo

La Juve vince ma viene eliminata dalla Champions League

La Juventus è stata eliminata agli ottavi di finale di Champions League in uno Stadium senza pubblico

Non è stato sufficiente vincere 2-1 nella gara di ritorno a Torino dopo che l’andata era stata vinta per 1-0 dai francesi. Il Lione è stato in vantaggio al 12′ pt con Depay,  su rigore. Poi al 43′ il pareggio bianconero con Cristiano Ronaldo, ancora  su rigore. CR7 ha segnato nuovamente al 15′ del secondo tempo.

Norme più rigide per chi entra in Piemonte dall’estero

Comunicazione obbligatoria per chi transita o arriva da Paesi a rischio e 14 giorni di isolamento fiduciario.

Tampone e autocertificazione per chi lavora in sanità e servizi di assistenza alla persona.

La Giunta regionale ha approvato  le indicazioni operative per chi arriva o rientra in Piemonte dall’estero

In particolare, chi rientra dai paesi per i quali è previsto l’obbligo di isolamento fiduciario per 14 giorni dovrà comunicarlo compilando un apposito modulo, scaricabile sul sito della Regione, da trasmettere al proprio medico di base o al Sisp (Servizio di Igiene e sanità pubblica), specificando anche se svolge una professione socio-sanitaria o di assistenza alla persona .

Il Presidente della Regione Alberto Cirio sottolinea che, rispetto alle disposizioni nazionali, il Piemonte ha voluto introdurre due irrobustimenti che riguardano in particolare gli operatori della sanità e dei servizi socio-sanitari e assistenziali, per la delicatezza di queste professioni che sono a contatto con le fasce più fragili ed esposte della popolazione. Chi lavora in questi settori verrà, quindi, sottoposto a un tampone di verifica prima della fine dell’isolamento.

Inoltre tutte le ASR e le strutture socio-assistenziali, pubbliche e private soggette ad autorizzazione all’esercizio dell’attività da parte delle ASL, dovranno far compilare una apposita autocertificazione a tutti i dipendenti assenti dal lavoro per più di 5 giorni (indipendentemente se abbiano soggiornato all’estero o in Italia).

La consegna al proprio datore di lavoro dell’ autocertificazione è raccomandata anche per chi, come nel caso di badanti, lavora nell’assistenza alla persona . Proprio per chi convive con le fasce più a rischio è stato previsto che l’isolamento fiduciario possa avvenire in un luogo alternativo al proprio normale domicilio, incluso (a proprio carico) strutture individuate dall’Asl in collaborazione con la Protezione civile.

L’Assessore alla Sanità sottolinea che si tratta di una misura prudenziale, ma necessaria perché sull’incremento dei nuovi contagi c’è un impatto rilevante dei casi importati, soprattutto dai paesi che in questo momento hanno una situazione epidemica particolarmente critica.

L’Assessore alla Cooperazione internazionale aggiunge che con le autodichiarazioni e certificazioni sull’isolamento fiduciario diamo ai lavoratori stranieri le certezze e garanzie che i consolati giustamente richiedevano, inoltre con i tamponi ad operatori della sanità e assistenza e i posti in residenze alternative, senza costi per il pubblico, garantiamo l’incolumità dal rischio contagio dei tanti anziani assistiti da badanti. Con questo nuovo metodo di collaborazione con le autorità diplomatiche diamo regole e sicurezza agli stranieri integrati che lavorano in Piemonte.

 

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/coronavirus-piemonte/coronavirus-rientro-italia-dallestero-istruzioni-operative

Contagi in crescita: sono 37 in più, una nuova vittima. Scendono a tre le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

26.229 PAZIENTI GUARITI E 642 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.229 (+ 22 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3236 (+7) Alessandria, 1580 (+3) Asti, 845 (+0) Biella, 2463 (+2) Cuneo, 2364 (+1) Novara, 13.499 (+8) Torino, 1106 (+0) Vercelli, 964 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 172 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 642 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4136

Sono 1 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4136 deceduti risultati positivi al virus: 680 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1827 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI 

Sono 31.799 (+37 rispetto a ieri, di cui 25 asintomatici. Dei 37 casi, 3 screening, 30 contatti di caso, 4 con indagine in corso. I casi importati sono 7 su 37) i casi di persone                                                         finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4117 Alessandria, 1887 Asti, 1056 Biella, 2951 Cuneo, 2828 Novara, 16.014 Torino, 1383 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 271 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 135 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 88 (- 2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 701

I tamponi diagnostici finora processati sono 516.586, di cui 283.368 risultati negativi.

A proposito di Enrico Berlinguer

A proposito di Enrico Berlinguer. Sicuramente uno dei più bravi e capaci politici del novecento
italiano. Uno dei più bravi politici italiani in un contesto di bravi politici italiani. Enrico Berlinguer
ora tirato per la giacchetta per giustificare l’attuale insipienza. Ovviamente con la domanda:

come mai siamo caduti così in basso? Qualità dell’attuale classe politica decisamente
scarsa ed ignorante. Non tutta la classe politica, ma nella sua stragrande maggioranza,
decisamente sì. Viceversa, per l’appunto, l’ intera classe politica di allora faceva del sapere un
argomento irrinunciabile del proprio agire politico.

In particolare, in quegli anni si faceva la gavetta studiando, studiando, studiando. Altro contesto,
indubbiamente. Una classe politica che sceglieva i propri successori. Almeno nel Partito
Comunista. La famosa formazione dei quadri. Non era solo orientamento ideologico o
indottrinamento, ma anche, se non soprattutto formazione e studio.

Enrico Berlinguer fece pure la galera in Sardegna perché sobillatore, e nel mentre studiava e si
laureava. Con la solita ironia Giancarlo Pajetta raccontava che, sia in galera come al confino agli
antifascisti come ai comunisti non gli rimaneva altro di studiare e leggere tutto quello che era
possibile leggere.

Berlinguer vedeva il giovane Massimo D’Alema un suo possibile successore. Sapere fa rima con
intelligenza. Enrico Berlinguer che ha avuto le palle di dire ai sovietici a Mosca: è esaurita la spinta
propulsiva della rivoluzione d’Ottobre. Letta in un altro modo, cari compagni del Pcus non la fate
più da padrone, ed io mi sento più sicuro sotto l’ombrello della Nato.

Altro che strappo, era proprio una rottura, che comunque Berlinguer non riuscì a portare a
termine, e non solo per la sua prematura morte.

Qualcosa nel suo intimo doveva essere successo dopo il 3 ottobre del 1973 sulla strada
per l’aeroporto di Sofia. I comunisti bulgari lo volevano morto ed i mandanti erano i russi. Non
ci sono dubbi. Il primo ad esserne convinto era proprio lui. Volle immediatamente rientrare.

In Bulgaria non si sentiva sicuro. Lo stato (borghese) italiano mandò un aereo salvandolo dai
comunisti. Pazzesco, no? La conseguenza è che si sentiva più al sicuro da questa parte del
mondo che non da quell’altra. Ci mise una decina di anni a compiere lo strappo finale. Il 50 % della Lunga marcia verso
la democrazia era un fatto compiuto. Portava a compimento la via italiana al socialismo di
togliattiana memoria. Altro grande comunista e grande antisovietico. Ma non si poteva e
soprattutto non si  doveva dire. Il popolo non doveva sapere. Grande contraddizione, indubbiamente.

Nilde Jotti con i suoi garbatissimi modi raccontò di questo episodio. Palmiro Togliatti era reduce
da un incontro con i sovietici a Mosca. Avevano animatamente discusso delle conseguenze
internazionali dell’invasione dell’Ungheria. Pubblicamente Togliatti l’ aveva appoggiata.
Viceversa nelle riunioni riservate decisamente condannata. A Botteghe Oscure qualcuno aveva
osato criticare il Migliore (Togliatti). Dovevi essere più esplicito e radicale nelle critiche.
Dopo un po’ Togliatti, spazientito replicò: è già tanto che ci hanno fatto ripartire.
Lapidario, non ammetteva repliche.

Dunque, qualcosa di simile accadde a Berlinguer. Mi sono sempre chiesto con quale animo i
segretari del Pci rientravano in ITALIA dai loro compagni. In Fondo la verità è pur sempre la verità.

Ed in fondo, pur per nobili motivi la occultarono. Addirittura, oggi, Emanuele Macaluso
precisa: nel raccontarmi i fatti in Bulgaria mi chiese di non dire niente alla famiglia. Un dramma
nel dramma. La componente filosovietica era sempre presente nel PCI.

Quella ufficiale di Armando Cossutta e quella strisciante dei compagni che tenevano ancora
le foto di Stalin appese ai muri della Sezione. Stalin (erroneamente) era considerato il capo
della Rivoluzione d’ Ottobre. Oramai è noto ai più che dopo la morte Lenin divulgò il suo
testamento in cui non voleva Stalin  Segretario del partito.

I comunisti, direi quasi tutti i comunisti furono divisi tra verità ed opportunità  politica. Il più
delle volte in buona fede, ma sta di fatto che verità ed opportunita’ prendevano strade opposte.

Non arrivo a dire che comunismo e democrazia sono un ossimoro. I comunisti furono una
componente fondamentale e maggioritaria nella Resistenza contribuendo alla formazione della
Repubblica Italiana e democratica. Nessuna retorica se si sottolinea che morirono per tutto
questo. Non a caso  in Italia ci fu il più forte partito comunista occidentale. Forte elettoralmente
ed organizzativamente. L’ Italia ha (probabilmente) più comuni di tutto il mondo. Orbene in ogni
comune c’era una sezione del PCI. Ha governato, generalmente bene, almeno 2 terzi della
popolazione. Questo lo si deve anche ad uno straordinario e per certi versi mitico uomo politico
come Enrico Berlinguer.

Arrivò alle soglie del potere statuale dopo le elezioni del 1976. Il governo delle astensioni e delle
larghe intese.

Esperienza che durò poco. Nel 1979 si rivotò. Tutti i ministri furono democristiani ed i comunisti
non entrarono nella stanza dei bottoni. Sempre Enrico Berlinguer ci tentò in tutti i modi di dare
un futuro governativo al PCI. Assolutamente non per brama di potere. Per realizzare quella
via italiana al socialismo realizzando le riforme di struttura, come si diceva allora. In altre
parole una via rivoluzionaria pacifica al socialismo. Non più la presa del Palazzo d’Inverno con
i fucili dati al popolo, ma con il voto del popolo. Come hanno fatto i Laburisti in Inghilterra o i
socialdemocratici in Germania. Il Pci arrivo anche al 33% superando per la prima ed unica volta la
Dc per le elezioni europee, proprio quando Enrico Berlinguer morì nel 1984. Una via democratica
al socialismo presupponeva un Pci ” un po’ meno comunista ed un po’ più socialdemocratico.

Fantastico? Forse, quasi sicuramente nell’intima convinzione che la Storia non si fa con i se
ed i ma. C’ era un problema di credibilità del comunismo in quanto tale  che (direi) neanche Enrico
Berlinguer avrebbe potuto risolvere. Anni dopo ci fu la prova provata di queste asserzioni.
La caduta del Muro di Berlino e la volontà Occhettiana di voler fare la cosa.
Poca cosa fu Rifondazione Comunista, sciogliendosi come neve al sole.

Sono passati trent’anni da quel tentativo di rinnovare la sinistra italiana. Anche questo
un nobile tentativo non riuscito. La grandezza di Enrico Berlinguer sta anche nell’averci tentato.
I limiti (forse) non erano in lui ma nella situazione oggettiva e per l’appunto nel totale fallimento
del sistema sovietico. Fallimento che forse affondava nella stessa rivoluzione d’ ottobre.

Rimangono sicuramente i valori di quella cultura politica come eguaglianza e ridistribuzione delle
ricchezze del pianeta. Enrico Berlinguer fu un politico che rappresentò ed incarnò quei nobili
valori. Questa, comunque, è un’altra storia.

Patrizio Tosetto

La Mole illuminata celebra Torino città covidless

Questa sera la Mole celebra Torino, Città Covidless, con la proiezione del marchio Covidless Approach & Trust.

La città di Torino, infatti, ha ricevuto l’attestazione CovidlessApproach&Trust. Un riconoscimento frutto del progetto di ricerca dell’Università di Torino, Dipartimento di Management, finanziato dalla Camera di commercio di Torino, che ha analizzato le risposte che la Città ha messo in campo per far fronte all’emergenza sanitaria legata al Covid-19 dal punto di vista della fruibilità turistica.

 

Un’iniziativa innovativa per rilanciare il turismo con l’obiettivo di attestare la fruibilità dei servizi delle città in sicurezza.

 

È la prima esperienza a livello europeo che valuta i territori in modo sistematico e dettagliato, per garantire a turisti e cittadini una piena esperienza del territorio, senza timori per la salute