redazione il torinese

Run 5.30, la “corsa che non è una corsa”

Ancora una volta, Torino si è dimostrata attenta ai temi della sostenibilità. Ancora una volta, i torinesi hanno scelto di appoggiare la Run 5.30, la “corsa che non è una corsa” ma un progetto che promuove un sano stile di vita incentrato sul binomio movimento e corretta alimentazione e che, dopo l’evento, lascia le città ancora più pulite di come le ha trovate

Una sfilata nel cuore della città
Partenza alle 5.30 del mattino da Piazza Castello per 5,3 km non competitivi attraverso le vie più suggestive del centro storico, con gli occhi sognanti – più che per il sonno – per la meraviglia di sfilare in una città insolitamente deserta, silenziosa e resa ancora più affascinante dalle prime luci del giorno. 


Un evento sostenibile e a impatto zero
Niente musica e niente striscioni, solo un mare giallo – questo il colore scelto per le t shirt dell’edizione 2019 – di partecipanti garbati e sorridenti, che si sono dati appuntamento prima dell’alba per correre o camminare in compagnia… prima di gustarsi le meritatissime ciliegie del ristoro e ripartire con la vita “normale”. E dopo le immancabili chiacchiere in Piazza San Carlo, arrivo della 5.30, alle 7 di mattina era già tutto finito, con la piazza talmente in ordine da far sembrare quasi un sogno il passaggio dei 5.000 early bird. Un flash mob energico e veloce che lascia emozioni uniche nel cuore dei partecipanti, anche questo è la 5.30. Perché basta poco per essere felici. 


5.000 partecipanti
Sono stati 5.000 i torinesi che, per l’ottavo anno consecutivo, hanno puntato la sveglia prima dell’alba per non mancare all’ormai tradizionale camminata non competitiva di 5,3 km alle 5.30 del mattino. Una crescita continua e costante, a conferma dell’affetto della città per l’iniziativa e comprovato dai tanti partecipanti che non si sono persi nemmeno un’edizione. 

Gli iscritti arrivati da più lontano? Una coppia di amiche provenienti da Portsmouth, nel sud dell’Inghilterra: una al Lingotto per un convegno aziendale, l’altra che l’ha raggiunta appositamente per partecipare insieme alla 5.30! 

Le ciliegie dei desideri

“Esprimete un desiderio… ma attenti a quello che scegliete perché poi si avvera per davvero!” se questa frase vi suona familiare, è perché a consegnarvi le ciliegie del ristoro della 5.30 è stata proprio Sabrina Severi, sorridente ideatrice del progetto insieme a Sergio Bezzanti. 
Un inizio della giornata sprint e salutare, addolcito dalle ciliegie della Puglia… che non hanno dormito tutta notte pur di presentarsi puntuali e colorate a Torino! 

Una scelta coraggiosa
Run 5.30 è un fenomeno sociale e di costume. Una sveglia che punta dritto al cuore del benessere, che vuole ispirare le persone a fare scelte smart e coraggiose, giorno dopo giorno. 


Il progetto Run 5.30
Run 5.30 è un progetto tutto italiano nato dall’idea dei modenesi Sergio Bezzanti, pubblicitario, e Sabrina Severi, biologa nutrizionista. 

Run 5.30 è un evento sostenibile e a impatto zero, organizzato nel contesto in cui la gente vive e lavora, all’alba di un giorno lavorativo. 
Run 5.30 pone al centro il binomio movimento e sana alimentazione, promuovendo un sano stile di vita attraverso l’attività fisica quotidiana, il cibo scelto con cura, l’arte e l’esperienza. 
Il tour 2019 di Run 5.30 prevede 11 tappe in Italia (Verona, Milano, Palermo, Torino, Modena, Bologna, Ferrara, Trieste, Mantova, Reggio Emilia e Venezia) e 1 in Inghilterra (Brighton). 

Run 5.30 per il sociale
Nel corso degli anni Run 5.30 ha coinvolto decine di scuole, i detenuti del carcere di San Vittore e numerose fondazioni, tra cui la Peggy Guggenheim di Venezia. 

Di ogni quota di iscrizione, un euro viene donato all’associazione o all’ente di promozione sportiva del territorio che collabora alla riuscita della tappa.

I VERDI CHIEDONO LO "STATO DI EMERGENZA CLIMATICA”

Freddo, pioggia, poche giornate di sole, neve quasi a bassa quote. Cosi si è presentato in gran parte dello stivale, il mese di maggio che è appena terminato. Molti italiani lo hanno paragonato al mese di “novembre”, date le basse temperature. Un’anomalia climatica che “dovrebbe” (il condizionale è
d’obbligo) far riflettere anche i più scettici di fronte all’espressione e al tema del “cambiamento
climatico”. Dunque, per queste ragioni, noi VERDI del PIEMONTE, chiediamo ufficialmente con forza a tutti i sindaci e giunte comunali della “Regione” e al Consiglio Regionale del Piemonte”, di chiedere lo “STATO DI EMERGENZA CLIMATICA”. Questo stato di emergenza non vuole essere un freno all’economia, al mondo occupazionale ma bensì deve rappresentare ed essere un’azione di responsabilità nei confronti delle generazioni future: prime fra tutte quelle formate da tanti giovani studenti e studentesse che il 15 marzo e 24 maggio scorso, sono scesi nelle piazze italiane, per spronare tutto l’arco politico italiano, europeo e quello mondiale ad intraprendere azioni concrete contro il cambiamento climatico. Contenere le emissioni di Co2 in atmosfera, preservare le foreste, i fiumi, gli oceani, fermare il consumo di suolo, ridurre l’utilizzo delle fonti fossili in favore di quelle rinnovabili sono ottimi strumenti e metodi per contrastare i cambiamenti climatici, in atto in tutto il pianeta. L’urgenza è quella di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi, sulla base degli Accordi sul clima di Parigi del 2015. Noi Verdi del Piemonte ribadiamo che, se non interveniamo in tempo, le conseguenze saranno catastrofiche come, ad esempio, l’innalzamento del livello del mare, la desertificazione delle zone temperate, fenomeni atmosferici estremi, diffusioni delle malattie, migrazioni di massa, carestia ed estinzione di specie animali e vegetali, fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo. Insomma: BISOGNA AGIRE ORA E IN FRETTA!!!! NON C’E’ PIU’ TEMPO!

.
La Commissaria Regionale dei Verdi del Piemonte e
Componente di Europa Verde, Tiziana Mossa

I VERDI CHIEDONO LO “STATO DI EMERGENZA CLIMATICA”

Freddo, pioggia, poche giornate di sole, neve quasi a bassa quote. Cosi si è presentato in gran parte dello stivale, il mese di maggio che è appena terminato. Molti italiani lo hanno paragonato al mese di “novembre”, date le basse temperature. Un’anomalia climatica che “dovrebbe” (il condizionale è
d’obbligo) far riflettere anche i più scettici di fronte all’espressione e al tema del “cambiamento
climatico”. Dunque, per queste ragioni, noi VERDI del PIEMONTE, chiediamo ufficialmente con forza a tutti i sindaci e giunte comunali della “Regione” e al Consiglio Regionale del Piemonte”, di chiedere lo “STATO DI EMERGENZA CLIMATICA”. Questo stato di emergenza non vuole essere un freno all’economia, al mondo occupazionale ma bensì deve rappresentare ed essere un’azione di responsabilità nei confronti delle generazioni future: prime fra tutte quelle formate da tanti giovani studenti e studentesse che il 15 marzo e 24 maggio scorso, sono scesi nelle piazze italiane, per spronare tutto l’arco politico italiano, europeo e quello mondiale ad intraprendere azioni concrete contro il cambiamento climatico. Contenere le emissioni di Co2 in atmosfera, preservare le foreste, i fiumi, gli oceani, fermare il consumo di suolo, ridurre l’utilizzo delle fonti fossili in favore di quelle rinnovabili sono ottimi strumenti e metodi per contrastare i cambiamenti climatici, in atto in tutto il pianeta. L’urgenza è quella di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi, sulla base degli Accordi sul clima di Parigi del 2015. Noi Verdi del Piemonte ribadiamo che, se non interveniamo in tempo, le conseguenze saranno catastrofiche come, ad esempio, l’innalzamento del livello del mare, la desertificazione delle zone temperate, fenomeni atmosferici estremi, diffusioni delle malattie, migrazioni di massa, carestia ed estinzione di specie animali e vegetali, fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo. Insomma: BISOGNA AGIRE ORA E IN FRETTA!!!! NON C’E’ PIU’ TEMPO!

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La Commissaria Regionale dei Verdi del Piemonte e
Componente di Europa Verde, Tiziana Mossa

Quattro location per Open District Moncalieri 2 

Torna la kermesse che unisce arte, fashion e design, ma con due novità
Itinerante e diffusa
Quattro le location: al Giardino delle Rose e al Castello Reale di Moncalieri, fulcri della prima edizione, si aggiungono il Porto Onlus di via Petrarca 18, lo show room Lettera F in piazza Vittorio Emanuele 7 e lo studio di architettura Tra Le Righe in via Santa Croce 17/b. 
Il Baratto
È nata una nuova sezione trasversale. Sette dei nostri 50 espositori non venderanno le proprie opere, ma le doneranno in cambio di… qualsiasi cosa! Il «prezzo» lo deciderete voi. 
L’inaugurazione si terrà il venerdì 7 giugno e sarà divisa in due tappe. Alle 17.30 appuntamento al Porto Onlus; da qui, una passeggiata porterà alla seconda parte dell’inaugurazione, alle 18.30 al Castello di Moncalieri, dove alle 19 inizierà il live-set di Karma Keeper, tra elettronica e deep. Ospite speciale sarà l’illusionista Marco Berry, che verrà a ritirare i quadri a lui omaggiati dall’artista Laura Demaria.

«Un sentito grazie alla Città di Moncalieri, che quest’anno ci ha dato la possibilità di allargarci anche in altre location, tutte legate tra loro da una vera e propria passeggiata nell’arte. Ma non solo: per questa seconda edizione ci siamo ingranditi, passando ad oltre 50 espositori dall’elevata qualità. Ringrazio anche Iren e la Camera di Commercio per il sostegno alla manifestazione; e l’ordine degli Architetti, che ci «donerà» una sua mostra-studio», racconta il patron dell’iniziativa e presidente dell’associazione Golfart, Pegi Limone. «Dopo gli ottimi riscontri dell’edizione 2018, Open District Moncalieri ritorna per la seconda volta al Giardino delle Rose. Con soddisfazione abbiamo confermato la collaborazione: il tema del design è da sempre nelle corde della storia della città e nel Giardino ai piedi del Castello Reale ha trovato una degna collocazione, all’interno della programmazione di Moncalieri Experience, il nostro cartellone culturale estivo. Un calendario che porterà il Giardino ad aprirsi ogni weekend con proposte culturali e spettacoli di qualità, e che da quest’anno è anche inserito nella rassegna Palchi Reali, promossa da Regione Piemonte e Consorzio delle Residenze Sabaude con il coordinamento di Piemonte dal Vivo», aggiunge l’assessore alla Cultura di Moncalieri, Laura Pompeo. Open District Moncalieri è organizzato grazie al sostegno della Città di Moncalieri, della Camera di Commercio di Torino e di Iren, con la collaborazione di Turismo Torino e del Porto Onlus. Sponsor tecnici la Nova Restauri, la Casa della Lampadina e Gotha Events, con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, dell’Ordine degli Architetti di Torino e di Confesercenti.
***

IL PROGRAMMA 

Venerdì 7 Giugno
17:30 Inaugurazione al Porto Onlus con passeggiata per Moncalieri
18:30 Inaugurazione al Castello di Moncalieri alla presenza dell’illusionista Marco Berry
19:00 Live Set – The Karma Keeper
The Karma Keeper presenta il suo live show di soli inediti, attraverso un percorso musicale fatto di elettronica, contaminazioni progressive, deep, fino ad arrivare a ritmi techno. Melodie viscerali e cavalcanti groove faranno da padroni a questo live set, cercando di entrare nelle corde di chi lo ascolta, e accompagnarlo in questo viaggio musicale.
Sabato 8 Giugno
12.00 Beppe Rondinella di calzolaio Carlo Alberto e Miriam Bicocca di Bruno Shoemaker: “Come si crea una scarpa su misura?”. Giardino delle Rose
16.00 Tavola rotonda Skin Cities – Città senza frontiere, progetto di Frank&Frank. Intervengono il prof Riccardo Ghirardini e Roberto De Gregorio. Porto Onlus
18:00 Beppe Rondinella di calzolaio Carlo Alberto e Miriam Bicocca di Bruno Shoemaker: “Lucidatura…il lusso di prendersi cura delle scarpe”. Giardino delle Rose
18.30 Performance artista “All’inizio era un fulmine” con Cecile
Delzant al violino e Claudio Bellino ai carboncini e pastelli. Studio
di architettura Tra le Righe
19:00 Live Set – The Karma Keeper. Giardino delle Rose
Domenica 9 Giugno
12:00 Beppe Rondinella di calzolaio Carlo Alberto e Miriam Bicocca di Bruno Shoemaker: “Lucidatura…il lusso di prendersi cura delle scarpe”. Giardino delle Rose
14:00 Beppe Rondinella di calzolaio Carlo Alberto e Miriam Bicocca di Bruno Shoemaker: “Come si crea una scarpa su misura?”. Giardino delle Rose
16:00 Alberto Lusona, stilista: “Evoluzione della moda nell’ultimo
secolo”. Porto Onlus
17.00 “La vita è troppo breve per passare inosservati”. Porta la tua tshirt bianca e l’artista Bellino la dipingerà secondo il suo estro e la sua creatività rendendola unica e particolare. Studio di architettura Tra le Righe
19:00 Live Set – The Karma Keeper. Giardino delle Rose

Michele Lovisolo. Narrare con i colori

Il mondo pulito e colorato di Michele, in mostra all’Associazione Artistico-Culturale “TeArt” di Torino
 
In parete, fra i 24 lavori esposti, c’è un acchiappante – vorticoso ma assolutamente equilibrato – “Spruzzi di fiori rossi”, realizzato in ecoline nel 2016. Il dipinto è una piacevolissima esplosione di colori. Fiori esplosi, per l’appunto, che nell’aria hanno lasciato correre e librarsi in libertà cromie intense, bizzarre, improbabili, folletti divertiti e divertenti; una pagina di “scrittura automatica”, generata dall’improvvisazione, dalla casualità e dall’estro, assolutamente libera dall’urgenza del segno o di linee che, se ci sono, altro non sono che “punti – come diceva Paul Klee – andati a fare una passeggiata”. Del 2017 sono, invece, una ponderata, scolastica “Natura morta” e una “Rosa rosa in vaso”: tecniche miste dove il segno rivaleggia con il colore, essenziali, precise e accurate nella definizione della forma. Ecco, la mostra del giovane Michele Lovisolo, ospitata negli spazi dell’Associazione Artistico-Culturale “TeArt” di via Giotto a Torino, è un incessante alternarsi di “momenti” affidati alla pura voce e alla suggestiva magia del colore, attraverso cui Michele confida a noi (e a sé stesso) l’emozione di un attimo – o di una vita – capace di stupirti anzi che no, ad altri di impeccabile e composto rigore narrativo, in cui passano ritratti ( delizioso l’“Autoritratto” del 2014), paesaggi e perfino dotte “citazioni” con cui faticosamente cimentarsi e trarre poi inesorabilmente i conti: da Malevich al “Pagliaccio” di Picasso o al “Pino sul mare” di Carrà accanto alle “Donne e uccelli al chiaro di luna” di Mirò così come all’“Ombrellone bianco” di Aime. In quest’ottica va letta e gustata la rassegna dedicata dalla “TeArt” a Michele, che dal 2002 segue con grande interesse e profitto le premurose lezioni di Anna Borgna, da anni fra le protagoniste della scena artistica torinese e ottima maestra, capace di coinvolgere appieno in quel gioco dell’arte a lei perfettamente noto in tutti i suoi risvolti e segreti, mettendo insieme e passando in eredità, a quanti a lei s’affidano, rigore e fantasia, l’essenzialità dei passi base del mestiere, non meno che la libertà di muoversi in piena autonomia aprendo le ali ai moniti – anche ai più estrosi – della creatività e della fantasia. E in tal senso, passi da gigante li leggiamo senz’ombra di dubbio anche nelle più recenti opere di Michele, che già nel 2012 aveva esposto nell’Associazione di via Giotto con una personale che bene titolava “Scintille di emozioni”. Le stesse, in fondo, filtrate attraverso cifre stilistiche indubbiamente più mature e consapevoli, che oggi ritroviamo in quella strepitosa tempesta cromatica– brillante intuizione creativa – che è il “Cerchio di colori”, collage di pittura del 2017. Singolare nella sua totale anarchia compositiva. Altra cosa dal “Prugno a San Martino” o da altre pagine paesistiche, dove il racconto segue invece parametri pittorici ben precisi, pur senza rinunciare all’inconscia volontà di raccontare “mondi” attinti dal reale ma trasformati “in altro” dalla purezza e dalla sensibilità di un cuore grande grande. Sono i “mondi” di Michele. Mondi buoni, perfetti e gentili. Forse sogni. Sogni trasferiti in pittura. Ideali. Per lui. E per noi. Diceva Van Gogh: “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”. Ora, non so se Michele sia solito sognarsi con colori e pennelli in mano, ma certo i suoi dipinti portano ben impresse, al loro interno, le suggestioni di sogni belli. Lontani anni luce dalle tristezze e dalle brutture del vivere reale.

Gianni Milani

“Michele Lovisolo. Narrare con i colori”
Associazione Artistico-Culturale “TeArt”, via Giotto 14, Torino; tel. 011/6966422
Fino all’11 giugno
Orari: dal mart. al sab. 17/19
***
Nelle foto

– “Spruzzi di fiori rossi”, ecoline a spruzzo, 2016
– “Rosa rosa in vaso”, tecnica mista, 2017
– “Cerchio di colori”, collage di pittura, 2017
– “Prugno a San Martino”, acrilico, 2016

 

Premiato Jecky il cane eroe

Una premiazione speciale per un cane speciale: Jecky, matricola militare 2262, in forza al nucleo Carabinieri Cinofili di Volpiano (TO), ha tre anni e con il suo fiuto ha scoperto un “tesoro” da 1,3 milioni di euro, in lingotti e banconote. Oggi, a Milano, in occasione del 205.o anniversario dell’Arma dei carabinieri, questo campione della lotta al narcotraffico ha ricevuto la meritata decorazione insieme con i colleghi umani, ma, su invito dei Carabinieri stessi, l’ha ricevuta dalle mani dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e  dell’Ambiente, storica paladina dei diritti degli animali, e ideatrice della fortunata trasmissione televisiva “Dalla parte degli animali”.
Durante il controllo di un magazzino per depositi a lungo termine, Jecky ha segnalato una traccia positiva all’esterno di un box. Si pensava che fossero stupefacenti, data l’eccezionale capacità del cane di scovarli. Invece i borsoni, utilizzati in precedenza per portare la droga, contenevano 75 lingotti d’oro del peso di 250 grammi ciascuno e quasi 606 mila euro in banconote sotto vuoto: in totale un “tesoro” illecito da 1,3 milioni di euro. I responsabili sono stati arrestati.
“Jecky – afferma l’on. Brambilla – è la prova vivente della grande generosità e dedizione che i nostri amici a quattro zampe ci regalano ogni giorno. Un cane come lui ha salvato tante vite umane, consentendo alle forze dell’ordine di intercettare e sequestrare enormi quantitativi di droga: anche a questo piccolo ma grande eroe deve andare la nostra incondizionata riconoscenza. Mi auguro che sia un altro spunto di riflessione per la creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali, troppo spesso vittime di crudeltà, abusi, indifferenza. Buona e lunga vita a Jecky, cane-eroe che ho avuto l’onore di premiare, e grazie al Generale di Corpo d’Armata Gaetano Maruccia, al Generale di Brigata Antonio De Vita, al Colonnello Luca De Marchis e a tutta l’Arma dei Carabinieri non solo per l’impegno quotidiano a tutela della sicurezza e della legalità, ma anche per la sensibilità dimostrata verso un “milite” non umano”.

La polizia scopre “fabbrichetta” di capi di moda contraffatti

Nei giorni scorsi gli agenti del Commissariato “Dora Vanchiglia” hanno scoperto in corso Regina Margherita, all’interno di un garage interno cortile, un ingente quantitativo di merce contraffatta. L’attività info-investigativa ha consentito di individuare il responsabile: si tratta di un cittadino marocchino di 37 anni, regolare sul Territorio Nazionale.

L’uomo, all’interno del box-magazzino, aveva allestito un vero e proprio laboratorio di contraffazione. Acquistava la merce personalmente in alcune città del sud Italia, e poi a Torino, all’interno della sua “fabbrichetta”, con macchine da cucire e bobine di filo, applicava sui capi i relativi marchi, seguendo meticolosamente i modelli autentici in possesso.

 

Si evidenzia una manifattura accurata e la presenza di certificati di garanzia, che indurrebbero in errore qualsiasi acquirente, sia dunque per la qualità del prodotto che per rifinitura nel confezionamento dello stesso.

Nello specifico sono stati rinvenuti: 296 paia di scarpe, 34 magliette, 9 camicie, 7 pochette, 39 cinture, 1 portafogli, 54 giubbotti, 1 scatola di cerniere, 2 buste di ganci, 3 scatole di adesivi e etichette, 1 scatola di bobine di filo e 3 macchina per cucire.

 

Il locale è stato posto sotto sequestro ed il trentasettenne marocchino è stato denunciato per i reati di contraffazione e ricettazione.

 

M.Iar.

La polizia scopre "fabbrichetta" di capi di moda contraffatti

Nei giorni scorsi gli agenti del Commissariato “Dora Vanchiglia” hanno scoperto in corso Regina Margherita, all’interno di un garage interno cortile, un ingente quantitativo di merce contraffatta. L’attività info-investigativa ha consentito di individuare il responsabile: si tratta di un cittadino marocchino di 37 anni, regolare sul Territorio Nazionale.

L’uomo, all’interno del box-magazzino, aveva allestito un vero e proprio laboratorio di contraffazione. Acquistava la merce personalmente in alcune città del sud Italia, e poi a Torino, all’interno della sua “fabbrichetta”, con macchine da cucire e bobine di filo, applicava sui capi i relativi marchi, seguendo meticolosamente i modelli autentici in possesso.
 
Si evidenzia una manifattura accurata e la presenza di certificati di garanzia, che indurrebbero in errore qualsiasi acquirente, sia dunque per la qualità del prodotto che per rifinitura nel confezionamento dello stesso.

Nello specifico sono stati rinvenuti: 296 paia di scarpe, 34 magliette, 9 camicie, 7 pochette, 39 cinture, 1 portafogli, 54 giubbotti, 1 scatola di cerniere, 2 buste di ganci, 3 scatole di adesivi e etichette, 1 scatola di bobine di filo e 3 macchina per cucire.
 
Il locale è stato posto sotto sequestro ed il trentasettenne marocchino è stato denunciato per i reati di contraffazione e ricettazione.
 

M.Iar.

Festa dell’Arma: reati in calo dell’8 per cento

Nel 2018 in Piemonte e Valle d’Aosta, i carabinieri hanno arrestato 4.245 persone e ne hanno denunciate 30.753. Questo il bilancio dell’attività dell’Arma presentato  dal Comandante della Legione, generale Mariano Mossa,  alla cerimonia per la festa dei Carabinieri alla  caserma Cernaia di Torino. “La sfida  è contro una criminalità che si confonde nella complessità delle città e nell’ordinato vivere dei piccoli centri, sotto forma di pericolose organizzazioni”, ha detto il generale. La lotta alla ‘ndrangheta ha portato all’arresto di 54 persone, alla denuncia di 163 con il sequestro di 250 milioni di euro. Importanti risultati sono stati conseguiti anche nel settore del terrorismo internazionale e nel contrasto al traffico di droga, con l’arresto di 178 persone e si è verificata una riduzione generale dei reati dell’8%

Festa dell'Arma: reati in calo dell'8 per cento

Nel 2018 in Piemonte e Valle d’Aosta, i carabinieri hanno arrestato 4.245 persone e ne hanno denunciate 30.753. Questo il bilancio dell’attività dell’Arma presentato  dal Comandante della Legione, generale Mariano Mossa,  alla cerimonia per la festa dei Carabinieri alla  caserma Cernaia di Torino. “La sfida  è contro una criminalità che si confonde nella complessità delle città e nell’ordinato vivere dei piccoli centri, sotto forma di pericolose organizzazioni”, ha detto il generale. La lotta alla ‘ndrangheta ha portato all’arresto di 54 persone, alla denuncia di 163 con il sequestro di 250 milioni di euro. Importanti risultati sono stati conseguiti anche nel settore del terrorismo internazionale e nel contrasto al traffico di droga, con l’arresto di 178 persone e si è verificata una riduzione generale dei reati dell’8%