quaglieni- Pagina 22

L’abisso della pandemia

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Un mio caro amico ieri  ha approfittato della apertura festiva a mezzogiorno di un ristorante ed è andato a gustare i gnocchetti alla parigina, una specialità che mi piace molto. Non mi sono sentito di unirmi a lui perché l’inquietudine per la pandemia sta avendo il sopravvento e non ho più la gioia di vivere, quella gioia di vivere che costituisce il titolo di un mio recente  libro su Mario Soldati. E la paura del contagio mi blocca in casa. Il racconto del giornalista – contagiato  Massimo Giannini ricoverato di riguardo mi ha raggelato. Sono scene da bolgia infernale.

Ho seguito via internet la Messa dalla basilica del Santo di Padova  per la festa dei Santi e mi ha colpito l’assenza anche solo di un cenno se non di una preghiera per il Covid. Il Vescovo celebrante, colto e forbito, ha parlato del Regno dei cieli, ma non ha sentito la necessità di dire una parola in proposito di chi vive nella valle di lacrime.
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Conosco persone – e le invidio molto – che riescono a convivere con la pandemia . Io non riesco , sento che l’angoscia sta montando e l’indignazione per i politici sta sempre più  aumentando. Dissento da chi protesta  perché di fronte al Covid occorre disciplina e ritengo che le Forze dell’Ordine siano troppo morbide con manifestazioni che sono assembramenti dannosi, se non vere e proprie adunate sediziose. Certo io sono condizionato dal fatto di aver letto e studiato la peste di Atene di Tucidide e di Lucrezio, la peste descritta dal Boccaccio e dal Manzoni , per non parlare di Camus. Sono pagine che inquietano e restano indelebili nella memoria al di là degli anni. Manzoni in primavera mi ha dato conforto, ma oggi la tragedia del presente va al di là della razionalità. E questo aspetto nessuno lo considera. Siamo ormai allo sfascio provocato da una classe politica di dilettanti che dovrebbe essere mandata a casa. Le regioni , messe alla prova sul terreno della Sanità, hanno dimostrato di non essere all’altezza e di essere anzi inutili e dannose, con ordinanze stravaganti che consentono ai “governatori “ di farsi conoscere, ma non  affrontano seriamente i problemi. Chi non ha conosciuto la guerra era un privilegiato, ora il flagello sta distruggendo la nostra vita. Chi crede, trova conforto nella fede, chi non è credente rischia di lasciarsi sopraffare dalla disperazione.
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E’ oltre un mese che il virus genera dolore e morte e i nostri governanti non riescono a a produrre provvedimenti efficaci. Ci sono solo  chiacchiere inutili  che intasano le Tv   e creano solo terrore. Anche i cosiddetti scienziati di rivelano autoreferenziali e poco seri. Addirittura il ministro della Sanità ha trovato il tempo di scrivere un libro  sulla pandemia invece di impegnarsi anima e corpo nel suo dicastero. Oggi c’è da domandarsi dove andremo a finire. L’immunità di gregge evocata  dai peggiori governanti all’inizio della pandemia può essere la prospettiva fallace verso cui più o meno inconsciamente  siamo avviati. Uno Stato che non sa tutelare la salute e la vita dei suoi cittadini  non adempie ai suoi compiti , lasciando ampio spazio agli agitatori e ai violenti. Forse queste cose si sono dimenticate , ma sono la base della democrazia. C’è chi evoca il “Resistere, resistere, resistere” del giudice arcigno Borrelli, non certo quello del 1917 durante la Grande Guerra. Andare a visitare cimiteri non serve a nulla e fare discorsi di circostanza non serve. Occorrerebbero  interventi autorevoli  e coraggiosi che restituiscano la fiducia perduta dei cittadini che soffrono e rischiano il lavoro e la vita. Il buonismo generico diventa perfino fastidioso come appare fastidiosa la propaganda dell’opposizione che non sa essere responsabile in un momento in cui ogni viltà e ogni opportunismo è tradimento. Una parola terribile che evoca un passato tragico della nostra storia che può tornare.
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Come avete speso i nostri soldi?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il fatto che Governo e Regioni abbiano toppato  clamorosamente nella lotta alla pandemia appare purtroppo un fatto acclarato di cui stiamo tutti pagando le terribili conseguenze.

Di fatto un anno della nostra vita turbato, anzi rovinato, per non parlare delle decine di migliaia di morti diretti e indiretti. Io ho conosciuto persone che, in preda alla depressione, si sono suicidate.
Il premier e’ comparso in televisione decine e decine di volte senza riuscire  a tranquillizzarci e forse ci sta ingannando.
Le diverse televisioni hanno creato il panico senza informare veramente. Gli scienziati, a partire da Zangrillo per passare ai terroristi, hanno fatto pena e hanno colto una jattura per esibirsi e farsi conoscere.
Forse neppure tutti gli uomini di religione sono stati in grado di dare conforto alla popolazione afflitta.
L’economia ne e’ uscita distrutta e i ristori di cui si parla si riveleranno inadeguati.
Stiamo franando, stiamo finendo nell’abisso.
L’opposizione politica che ha solo mirato in modo poco lungimirante ai suoi interessi di bottega si è rivelata inetta.
L’ Italia è rimasta sola, gli italiani si sentono abbandonati.
Ma c’è un aspetto in più che suona come una beffa. Molti di noi hanno sottoscritto anche cifre non simboliche a Protezione civile, Regioni, fondazioni varie, giornali.
Finora non c’ è stata chiarezza sul come siano stati complessivamente amministrati questi fondi. Se ci troviamo nella situazione drammatica in cui ci dibattiamo, forse sorge legittimo qualche dubbio. È indispensabile che si faccia chiarezza assoluta sui nostri soldi dati per sconfiggere il a Covid. Altrimenti ogni sospetto e ogni protesta diventano legittimi. E’ una priorità morale assoluta. Certo gli italiani vi chiederanno anche conto di come sono stati spesi i soldi delle proprie tasse, ma le offerte versate spontaneamente esigono un’urgenza assoluta. E’ indispensabile una rendicontazione fino all’ ultimo centesimo.

Tre amare riflessioni sullo sbando italiano

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’appello del ministro degli interni Lamorgese che certo non ha brillato con i migranti, lascia sconcertati. Dovrebbero essere i cittadini a fermare i violenti. Devono essere loro a prendere le distanze da chi saccheggia le città. Noi credevamo che ci fossero reparti antisommossa a ciò delegati che comunque hanno fallito clamorosamente nel loro compito

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Adesso il ministro si rivolge ai cittadini che protestano, perché isolino i violenti. Cosa essi debbano fare resta un mistero. Salvare i negozi devastati era compito delle Forze dell’Ordine e si è vista evidente l’incapacità e la non volontà a farlo. L’unica preoccupazione – per evitare sanzioni disciplinari romane  – dei vertici locali è evitare feriti e morti. Pertanto il gioco viene svolto sulla difensiva. Era già capitato a Milano qualche anno fa con il sindaco Pisapia. La proprietà privata va tutelata e non  va abbandonata ai teppisti. Questo a Torino e in altre città non è accaduto.
La solita circolare del prefetto Gabrielli con le istruzioni ai Prefetti e ai Questori andava fatta prima e non dopo, ispirata all’insegna dell’ignavia, così cara ai vertici politici. Sia chiaro non andava bene Salvini dedito alle chiacchiere demagogiche, ma non va  neppure  bene la signora Lamorgese digiuna di politica, prefetto in pensione. Occorre un politico con gli attributi capace di  affrontare i tempi terribili che viviamo. Un Scelba redivivo, ammesso che esista.
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La cosa che appare più incomprensibile tra le norme anti corona – virus , pasticciate , confuse , intempestive , e’ quella relativa alla chiusura alle 18 dei ristoranti. Se pranzare a cena è pericoloso, non si capisce perché non lo sia a mezzogiorno. Non tutti i locali hanno rispettato il distanziamenti tra i tavoli. Questa è una verità incontrovertibile, ma pochissimi sono stati controllati e sanzionati. La chiusura alle 18 appare insensata e vessatoria e colpisce anche  chi si è adeguato alle norme di sicurezza. Siamo in preda ad improvvisatori: i grillini hanno fatto presto scuola al Pd .
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Tra i devastatori dei nostri centri urbani ci sono anche immigrati di seconda e terza generazione. Così scrivono i giornali.  Sarà il caso di bloccare ogni discussione sul Ius culturae perché l’evidenza di questi giorni deve indurre a riflessioni adeguate. Integrare queste persone appare impossibile e controproducente. Una vera follia. Demagogia pura. Una forma di auto- dissoluzione dell’ Italia.
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