AMBIENTE- Pagina 6

Rivoli aderisce a “M’illumino di Meno 2025”

Quest’anno la Città di Rivoli partecipa a M’illumino di Meno 2025, la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, promossa da Rai Radio2 e dal programma Caterpillar. L’iniziativa, giunta alla sua ventunesima edizione, si estenderà per un’intera settimana, dal 16 al 21 febbraio, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e comunità sull’importanza della sostenibilità e del risparmio energetico.

Domenica 16 febbraio, giornata inaugurale dell’iniziativa, Rivoli aderirà simbolicamente spegnendo le illuminazioni di tre luoghi simbolo della città: il Castello di Rivoli, l’Obelisco e il Campanile di Santa Maria della Stella. Un gesto che vuole ribadire l’importanza dell’uso consapevole dell’energia e la necessità di adottare stili di vita più sostenibili.

La moda sostenibile arriva a Rivoli
Nell’ambito di M’illumino di Meno, Rivoli promuove anche il riuso e la sostenibilità nella moda, con appuntamenti dedicati al second-hand e alla riduzione degli sprechi.

– Mercoledì 19 febbraio dalle ore 16:00 alle 18:30 presso la sede del Comitato di Quartiere Maiasco in via Tevere 41/B avrà luogo l’incontro, ad accesso libero, dal titolo “Ripara, Riutilizza, Rinnova: combattere la Fast Fashion” organizzato dallo “Spazio Donne” del quartiere, per scambiare consigli pratici per un approccio consapevole al guardaroba.

– Sabato 22 febbraio, presso il Centro d’Incontro del quartiere Borgo Nuovo (corso De Gasperi 20), si terrà uno Swap Party, organizzato in collaborazione con Swap Party Torino, dalle ore 15:00 alle 18:30. Lo Swap Party è un’occasione per dare nuova vita a vestiti, accessori e libri non più utilizzati, scambiandoli con altre persone in un ambiente conviviale e responsabile. I partecipanti potranno portare fino a 10 capi che verranno selezionati e suddivisi per categoria. Gli abiti rimasti saranno donati ad associazioni che si occupano del riutilizzo dei tessuti, in un’ottica di economia circolare e solidarietà. Instagram: @swappartyto – Facebook : Swap Party To

L’Assessore all’Ambiente Angelo Tribolo dichiara: “Tornare a partecipare a M’illumino di Meno è un segnale concreto del nostro impegno per la sostenibilità. Lo spegnimento simbolico dei monumenti più rappresentativi della nostra città vuole ricordare a tutti che ogni piccolo gesto può fare la differenza nella lotta contro lo spreco energetico e il cambiamento climatico. Inoltre, promuovere il riuso attraverso iniziative come lo Swap Party rappresenta un’opportunità per sensibilizzare la comunità sull’importanza della condivisione e della riduzione degli sprechi, favorendo un’economia circolare più sostenibile.

Un’iniziativa per la comunità
Con questo evento, Rivoli non solo si unisce al messaggio di M’illumino di Meno, ma contribuisce a creare una comunità più consapevole e attenta alle tematiche ambientali, promuovendo azioni concrete per un futuro più sostenibile. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare e a fare la loro parte per diffondere la cultura del riuso e del risparmio energetico.

uBroker: “crescita continua con un occhio di riguardo per il Pianeta”

Oltre 51 milioni di euro di sconti erogati dal 2015 a oggi per l’azienda energetica che, oltre a contribuire ai risparmi dei clienti, si prende cura dell’ambiente.

uBroker Spa non è solo un’azienda in crescita nel settore dell’energia luce e gas, ma una realtà che guarda con attenzione al Pianeta e all’impatto ambientale delle proprie attività. Per questi motivi, la company torinese con sede a Collegno ha deciso di connettersi ancora una volta con il territorio circostante, avviando l’iniziativa ‘Green Days’, una tre giorni dedicata alla sostenibilità che si terrà a giugno nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un’esperienza unica riservata al team aziendale, pensata per rafforzare la consapevolezza sull’ecosostenibilità d’impresa e promuovere comportamenti virtuosi tra dipendenti e stakeholder. Questo è solo uno degli impegni concreti che uBroker porta avanti per ridurre l’impatto ambientale, allineando la propria crescita economica con una responsabilità sempre più forte verso il Pianeta.

L’impegno per la sostenibilità si riflette anche all’interno dell’azienda, grazie al progetto DAI! Smart Districts, Smart Activities, Smart Intuitions che mette al centro il benessere dei dipendenti attraverso ambienti di lavoro innovativi e sostenibili. Dai nuovi uffici alla riduzione degli sprechi, ogni azione è pensata per coniugare produttività e rispetto dell’ambiente.

Numeri da record: la rivoluzione uBroker continua

Oltre all’attenzione per l’ambiente, uBroker Spa continua a segnare traguardi straordinari nel settore dell’energia. Dal 2015 ha totalizzato più di 317mila clienti e oltre 4,9 milioni di fatture emesse. Numeri impressionanti che si traducono anche in benefici diretti per i consumatori: solo negli ultimi 10 anni l’azienda ha, infatti, erogato più di 51,8 milioni di euro di sconti in bolletta, permettendo a oltre 80,5mila clienti di usufruire di luce e gas gratuitamente grazie a un sistema di fidelizzazione unico nel settore. Una crescita costante che non si ferma, con risultati sempre più performanti anno dopo anno.

Espansione e innovazione: una visione #sempreunpassoavanti

La continua evoluzione di uBroker non si limita ai numeri. L’azienda si appresta ad ampliare il proprio headquarter. Ha di fatto acquisito un altro edificio nell’area industriale di Collegno e si appresta a completarne la ristrutturazione, contribuendo ancora una volta alla riqualificazione della zona. Questo ampliamento è il segnale di un’azienda che investe sulle persone e sulla propria infrastruttura per garantire un servizio sempre più efficiente e innovativo.

Inoltre, il programma DAI! Smart Districts, Smart Activities, Smart Intuition, come accennato sopra, non si ferma agli spazi fisici, ma comprende anche una serie di iniziative e benefit per il benessere dei dipendenti, pensati per migliorare la qualità della vita professionale e privata. Il progetto riflette l’impegno a creare un ambiente di lavoro in cui le persone possano crescere e dare il meglio di sé, favorendo così il raggiungimento di obiettivi ambiziosi al servizio dei nostri clienti.

La soddisfazione del cliente è la nostra priorità assoluta. Crediamo in un modello di sviluppo basato su competenza, merito e opportunità, che ci permette di crescere e condividere i risultati con i nostri utenti più fedeli. Insieme, costruiamo una comunità unita da valori condivisi, all’insegna del risparmio e della sostenibilità”, afferma Cristiano Bilucaglia, Presidente di uBroker Spa. Un’azienda che, in dieci anni, ha rivoluzionato il rapporto con l’energia e le bollette, sempre con uno sguardo rivolto al futuro e all’innovazione sostenibile.

CS

Misure antismog: sabato 8 febbraio torna il livello 0 (bianco)

 

Secondo i dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte, da oggi sabato 8 febbraio, e fino a lunedì 10 febbraio 2025 compreso (prossimo giorno di controllo), entrerà in vigore il livello 0 (bianco) con le sole misure strutturali di limitazione del traffico previste del semaforo antismog.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale .

TORINO CLICK

Acque potabili contaminate, Greenpeace in piazza

Sabato 8 febbraio alle 15 in piazzetta Lagrange Greenpeace e i comitati NO PFAS organizzano un sit-in per protestare contro l’imbarazzante immobilismo delle istituzioni piemontesi davanti la presenza dei PFAS nelle acque potabili della regione.
 
I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati da Greenpeace Italia nell’ambito dell’indagine indipendente “Acque Senza Veleni”. L’organizzazione ambientalista, che tra settembre e ottobre 2024 ha raccolto campioni in 235 città di tutte le Regioni e le province autonome, ha presentato nei giorni scorsi la prima mappa della contaminazione da PFAS nelle acque potabili in Italia. Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale).

Nonostante l’Italia ospiti alcuni dei più gravi casi di contaminazione dell’intero continente europeo (in zone aree del Veneto e del Piemonte), a oggi i controlli sui PFAS nelle acque potabili sono per lo più assenti o limitati a poche aree geografiche. A partire dall’inizio del 2026, entrerà in vigore in Italia la direttiva europea 2020/2184 che impone dei limiti normativi. I parametri di legge fissati a livello comunitario sono però stati superati dalle più recenti evidenze scientifiche (ad esempio quelle diffuse dall’EFSA) tant’è che recentemente l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha dichiarato che i limiti in via di adozione rischiano di essere inadeguati a proteggere la salute umana. Per questo numerose nazioni europee (Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Svezia e la regione belga delle Fiandre) e gli Stati Uniti hanno già adottato limiti più bassi. 

«È inaccettabile che, nonostante prove schiaccianti sui gravi danni alla salute causati dai PFAS, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni, e la contaminazione diffusa delle acque potabili italiane, il nostro governo continui a ignorare questa emergenza, fallendo nel proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente», afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Ancora oggi non esiste nel nostro Paese una legge che vieti l’uso e la produzione dei PFAS. Azzerare questa contaminazione è un imperativo non più rinviabile. Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi: la popolazione ha diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti».

Fabio Rotondo

Greenpeace – Gruppo Locale di Torino

Mal’aria: contro l’inquinamento affrontare emissioni agricoltura e allevamenti

 
 
I comitati Legambiente di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte si appellano a Regioni e Arpa: ridurre e monitorare le emissioni da stalle, campi agricoli e risaie.
Un focus speciale su due gas “includere le emissioni ammoniaca e metano nei piani regionali di risanamento dell’aria”
Intanto in campagna stanno per cominciare gli spandimenti di liquami zootecnici: rischio di picchi di inquinamento per febbraio
 
Dopo un inizio d’anno piovoso e con pochi picchi di smog, siamo entrati nel periodo critico degli spandimenti dei liquami agricoli: dopo il blocco dei mesi di dicembre e gennaio, infatti, gli allevatori si trovano a dover spandere sui campi vicini i contenuti dei serbatoi stracolmi di liquami. E’ anche per questo che, da diversi anni, il mese di febbraio è quello con i più alti picchi di inquinamento, soprattutto per quanto riguarda il particolato sottile. Una gran parte di esso infatti deriva dai composti dall’ammoniaca, gas che esala soprattutto dai liquami zootecnici.
Ciò avviene in una valle del Po che resta una sacca di un inquinamento atmosferico che non lascia tregua. Anche se nel tempo le norme europee hanno elevato gli standard di qualità per le emissioni da industria, trasporto e riscaldamento domestico, consentendo una riduzione dei livelli atmosferici degli inquinanti primari, ovvero quelli immessi direttamente da tubi di scarico e camini, la soluzione del problema è ancora lontana e di certo le regioni Padane non saranno in grado di adeguarsi agli obblighi della nuova direttiva europea sulle concentrazioni di inquinanti, a meno di affrontare anche il nodo delle emissioni che derivano dalle attività agricole e, soprattutto, zootecniche, che vedono concentrarsi nelle quattro regioni settentrionali l’85% dei suini e il 65% di tutti i bovini allevati in Italia, per non parlare di ovaiole e polli da carne, anch’essi concentrati soprattutto tra Lombardia e Nord-Est.
L’intensità esasperata con cui la pratica dell’allevamento viene condotta in Pianura Padana è la prima causa delle emissioni di ammoniaca e metano, due sostanze che, combinandosi con i gas da traffico, sono precursori l’una della formazione di particolato secondario, responsabile dello smog invernale e l’altro della produzione atmosferica di ozono, da cui dipende la formazione di smog fotochimico nella stagione estiva. I dati sono contenuti in un policy brief, sviluppato da Legambiente nell’ambito di ‘Methane Matters’, la coalizione europea impegnata per il rispetto degli accordi globali, siglati anche dal nostro Paese, per la riduzione delle emissioni di metano (scaricare qui). Il documento illustra il peso rilevante dei due gas nell’aggravare il quadro delle emissioni che affligge le quattro regioni del Nord e le soluzioni possibili, che devono includere misure di mitigazione dell’impatto degli allevamenti, come l’interramento dei liquami per limitare le esalazioni di ammoniaca, e il ricorso alla digestione anaerobica, in impianti ad alte prestazioni, per trasformare il problema delle emissioni di metano da scarti organici in risorsa energetica rinnovabile. Ma la buona gestione dei liquami richiede anche una strategia sovra-regionale per ridurre il numero di animali allevati in modo intensivo, puntando ad una densità accettabile in rapporto al territorio. Nessuno pensa di mettere in discussione la storica specializzazione zootecnica della Pianura Padana, che è all’origine delle eccellenze alimentari che il nostro Paese esporta in tutto il mondo, ma oggi il carico di bestiame è eccessivo, molto superiore alla capacità di produrre i foraggi necessari, perchè la terra coltivata non è sufficiente per nutrire così tanti animali nè per ricevere le molte decine di milioni di tonnellate di liquami zootecnici prodotti in queste regioni: così l’agricoltura è diventata il primo settore economico per quantità di inquinanti gassosi rilasciati in atmosfera.
“Non si può affrontare il risanamento dell’aria in Pianura Padana senza fare i conti con tutti i settori responsabili di emissioni: per questo abbiamo scritto al Ministro dell’Ambiente e agli assessori all’ambiente delle regioni firmatarie dell’Accordo Aria, affinchè includano il metano e l’ammoniaca tra gli inquinanti gassosi oggetto di monitoraggio e di misure di riduzione delle emissioni: stando agli inventari regionali, questi due gas pesano quasi quanto la metà di tutte le emissioni inquinanti, eppure non ne esiste una rete di monitoraggio atmosferico nè sono stati fissati obiettivi di riduzione coerenti con gli impegni europei di lotta all’inquinamento atmosferico: chiediamo che i piani regionali di risanamento dell’aria si facciano carico anche di questa fonte emissiva, sostenendo azioni di mitigazione ma anche programmi e strategie per la sostenibilità del  settore zootecnico” dichiara Alice De Marco, Presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

Acque potabili contaminate, la protesta di Greenpeace

Sabato 8 febbraio alle 15 in piazzetta Lagrange Greenpeace e i comitati NO PFAS organizzano un sit-in per protestare contro l’imbarazzante immobilismo delle istituzioni piemontesi davanti la presenza dei PFAS nelle acque potabili della regione.
 
I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati da Greenpeace Italia nell’ambito dell’indagine indipendente “Acque Senza Veleni”. L’organizzazione ambientalista, che tra settembre e ottobre 2024 ha raccolto campioni in 235 città di tutte le Regioni e le province autonome, ha presentato nei giorni scorsi la prima mappa della contaminazione da PFAS nelle acque potabili in Italia. Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale).

Nonostante l’Italia ospiti alcuni dei più gravi casi di contaminazione dell’intero continente europeo (in zone aree del Veneto e del Piemonte), a oggi i controlli sui PFAS nelle acque potabili sono per lo più assenti o limitati a poche aree geografiche. A partire dall’inizio del 2026, entrerà in vigore in Italia la direttiva europea 2020/2184 che impone dei limiti normativi. I parametri di legge fissati a livello comunitario sono però stati superati dalle più recenti evidenze scientifiche (ad esempio quelle diffuse dall’EFSA) tant’è che recentemente l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha dichiarato che i limiti in via di adozione rischiano di essere inadeguati a proteggere la salute umana. Per questo numerose nazioni europee (Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Svezia e la regione belga delle Fiandre) e gli Stati Uniti hanno già adottato limiti più bassi. 

«È inaccettabile che, nonostante prove schiaccianti sui gravi danni alla salute causati dai PFAS, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni, e la contaminazione diffusa delle acque potabili italiane, il nostro governo continui a ignorare questa emergenza, fallendo nel proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente», afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Ancora oggi non esiste nel nostro Paese una legge che vieti l’uso e la produzione dei PFAS. Azzerare questa contaminazione è un imperativo non più rinviabile. Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi: la popolazione ha diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti».

Fabio Rotondo

Greenpeace – Gruppo Locale di Torino

Semaforo antismog, scatta il livello 1 – arancio

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Da  giovedì 6 febbraio, e fino a venerdì 7 febbraio 2025 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).

I dati previsionali forniti da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 si prolungherà alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.

Stessa regola anche per i veicoli adibiti al trasporto merci, che vedranno il divieto di circolazione estendersi ai diesel con omologazione Euro 3, Euro 4 ed Euro 5 su tutti i giorni (festivi compresi), sempre con orario 8-19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”, in quanto comunque soggetti alle limitazioni temporanee della circolazione veicolare conseguenti alle previsioni di perdurante accumulo degli inquinanti nell’aria.

Si ricorda infine che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e dei percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

TORINO CLICK

Produzione di idrogeno all’aeroporto di Torino

L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE PROTAGONISTA DELL’AIRPORT DAY

Il nuovo impianto pilota di smart grid per la produzione di energie rinnovabili è il primo in Italia e tra i primi al mondo in una struttura aeroportuale

 

 La sostenibilità ambientale protagonista dell’Airport Day svoltosi oggi all’Aeroporto di Torino. Lo scalo ha aderito all’iniziativa promossa da Assaeroporti e dalle società di gestione aeroportuale associate: l’evento, svoltosi in contemporanea nei 17 scali aderenti e a Roma, ha voluto raccontare il ruolo centrale del sistema aeroportuale per lo sviluppo economico, il progresso e la sostenibilità del nostro Paese.

Torino ha scelto di incentrare l’evento sulla sostenibilità ambientale e articolare l’Airport Day in tre momenti distinti, coinvolgendo stakeholder differenti:

– al mattino, una presentazione a media e comunità aeroportuale del nuovo impianto pilota di smart grid per la produzione di idrogeno, primo in Italia e tra i primi al mondo in un aeroporto, cui ha fatto seguito una visita all’impianto stesso, situato presso i Vigili del Fuoco;

– al pomeriggio, un incontro dedicato agli studenti universitari di Politecnico di Torino e Università degli Studi di Torino impegnati in corsi di laurea sulla sostenibilità ambientale, seguito da una visita all’impianto di smart grid per la produzione di idrogeno e all’impianto fotovoltaico sul tetto dell’aerostazione;

– nel corso di tutta la giornata, un’attività di engagement e sensibilizzazione rivolta ai passeggeri, con uno stand allestito in area imbarchi per orientare le scelte dell’aeroporto sui futuri progetti di compensazione di CO2.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver partecipato a questo evento fortemente voluto da Assaeroporti per raccontare quanto sia importante il ruolo della nostra filiera. Torino ha scelto di raccontare in questa circostanza il proprio impegno sulla sostenibilità ambientale, che si concretizza nel progetto Torino Green Airport: crediamo che la decarbonizzazione della nostra industria sia un obiettivo raggiungibile collaborando in maniera sinergica e con la diffusione di una cultura della sostenibilità. Il nuovo impianto di smart grid per la produzione di idrogeno e l’impianto fotovoltaico sul tetto dell’aerostazione sono solo i due progetti più tangibili di tutto quello che abbiano realizzato finora e ci aiuteranno a raggiungere il Net Zero entro il 2040”.

All’Airport Day hanno aderito gli aeroporti di: Alghero, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Cuneo, Firenze e Pisa, Genova, Milano Linate e Milano Malpensa, Napoli, Olbia, Palermo, Perugia, Torino e Trieste.

Piemonte: Sono 2 i Comuni Plastic Free 2025 premiati

 Per il loro impegno per l’ambiente

 Sono 122 i Comuni Plastic Free 2025 che si sono distinti per la lotta contro gli abbandoni illeciti, la promozione di comportamenti responsabili, le opere di sensibilizzazione sul territorio nonché per l’impegno in una gestione virtuosa dei rifiuti urbani. L’elenco di borghi, paesi e città italiane che hanno superato la valutazione di Plastic Free Onlus, basata su ben 23 punti, è stato svelato a Montecitorio, in una conferenza stampa alla presenza dell’On. Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei deputati, e dei vertici dell’associazione ambientalista. Due i Comuni Plastic Free del Piemonte, entrambi nella Città metropolitana di Torino: Pianezza e Rivalta di Torino.

Sono molto orgoglioso che la nostra iniziativa, giunta alla quarta edizione, raccolga ogni anno sempre più adesioni passando da 111 a 122 Comuni Plastic Free. – ha dichiarato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, l’associazione nata nel 2019 per contrastare l’abuso e l’inquinamento da plastica, oggi presente in oltre 30 Paesi nel mondo – I tantissimi Comuni che hanno deciso di sottoporre il proprio operato amministrativo in tema ambientale alla nostra valutazione sono il frutto dell’impegno quotidiano e concreto dei nostri referenti e volontari sul territorio. Attraverso una sensibilizzazione continua dei cittadini ma soprattutto dei giovani nelle scuole, riusciamo anno dopo anno a tenere alta l’attenzione delle pratiche virtuose necessarie per un futuro libero dall’eccesso di plastica. L’auspicio è che – ha concluso De Gaetano (Plastic Free) – sempre più Amministrazioni colgano l’incitamento e il supporto dei nostri 1.100 referenti italiani, donando così alle proprie comunità luoghi più piacevoli, puliti e sani da vivere“.

A ogni Comune Plastic Free verrà assegnato un livello di valutazione espresso in tartarughe: 1, 2 o 3, fino a un massimo di “3 tartarughe gold”. La consegna dei riconoscimenti e delle targhe con il relativo attestato di virtuosità si terrà il prossimo 8 marzo a Napoli presso il Teatro Mediterraneo, in un evento che celebrerà l’impegno per l’ambiente delle Amministrazioni locali.

Il contributo del Piemonte è stato fondamentale: grazie alla collaborazione con le Amministrazioni locali, siamo riusciti a siglare 32 protocolli d’intesa che hanno facilitato e rafforzato i rapporti con i referenti territoriali – dichiara Flavia Faccia, referente regionale Plastic Free – Queste intese rappresentano un prezioso strumento per promuovere pratiche virtuose a beneficio dell’intera comunità e per consolidare una rete di azioni concrete contro l’inquinamento da plastica. Il riconoscimento ai due Comuni torinesi non solo evidenzia l’impegno delle amministrazioni locali nella salvaguardia dell’ambiente, ma anche l’importanza di un’azione coordinata e partecipata, in cui ogni Comune può fare la differenza. Guardiamo al futuro con entusiasmo e speranza – aggiunge Flavia Faccia (Plastic Free) – confidando che sempre più realtà locali sapranno cogliere questa opportunità di innovazione e responsabilità ambientale. L’invito, dunque, è a unirsi a questa rete virtuosa: solo insieme, attraverso scelte condivise e l’impegno quotidiano, potremo garantire un ambiente migliore per le generazioni future”.

Ad illustrare l’impegno dell’associazione sui territori e l’impatto dell’azione di sensibilizzazione sulle amministrazioni sono stati Margherita Maiani e Lorenzo Zitignani, rispettivamente Segretario e Direttore generale di Plastic Free Onlus. La regione con più Comuni Plastic Free è stata l’Abruzzo, ben 16, seguita da Sicilia (14), Puglia e Veneto (12)Lombardia e Campania (10).

Ulteriori info su www.plasticfreeonlus.it

Iren premia le tesi sulla sostenibilità

Affrontare le sfide della sostenibilità declinando i principi ESG in interventi concreti. È questo l’obiettivo di ESG Challenge Iren 2025, l’appuntamento giunto alla III edizione e che traduce l’impegno del Gruppo Iren quale promotore di un confronto intergenerazionale sulle principali sfide ambientali odierne.

Realtà come Iren giocano un ruolo chiave nel promuovere un dialogo continuo sulla sostenibilità. ESG Challenge Iren 2025 nasce proprio come appuntamento per stimolare un confronto vivo e formativo tra finanza e mondo accademico, favorendo un’interazione intergenerazionale ricca di idee e prospettive” – ha commentato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren. “Coinvolgendo i principali stakeholder e player nazionali che operano nel settore, l’appuntamento di oggi si conferma come riferimento fondamentale all’interno del dibattito sulla sicurezza energetica e sullo sviluppo sostenibile dell’Italia”.

Iren ha presentato le più importanti e urgenti sfide della sostenibilità su cui agire e richiamare l’attenzione di tutti i propri stakeholder nell’immediato futuro. Il Gruppo Iren, al centro di un costante processo trasformativo, è chiamato infatti ad affrontare grandi sfide strategiche che richiedono un approccio integrato e multidimensionale, capace di coniugare la sostenibilità ambientale, sociale e di governance con la fattibilità economica delle scelte adottate. Nel corso dell’evento sono state individuate le sfide ESG ritenute più urgenti per il 2025: la necessità di investire nella transizione green, di guidare i territori e le istituzioni e fare squadra con le comunità locali.

In un contesto di costante sinergia con il territorio sul quale l’azienda opera, Iren ha focalizzato l’attenzione su dieci sfide su cui si ritiene possibile incidere, con un cambio di passo, già nel 2025, e raggruppate in quattro aree, che comprendono l’azione delle aziende sul sistema e sul territorio, sulla transizione e sulla cultura e l’innovazione.

 

Tutti questi aspetti sono stati approfonditi nel dibattito che si è aperto con l’intervento di Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren ed è proseguito con Telmo Pievani, filosofo della scienza e professore presso l’Università degli studi di Padova. A seguire, tre tavole rotonde dedicate, tra gli altri, alla finanza ESG, alla just transition e ai Comitati Territoriali Iren, giunti nel 2024 a dieci anni di attività e dialogo con gli stakeholder locali. A concludere il ciclo di panel, l’intervento del Sindaco della città di Torino, Stefano Lo Russo.

Il Gruppo Iren ha in conclusione premiato le 10 tesi più innovative sulle tematiche ESG (Environmental, Social and Governance) e sostenibilità, selezionate tra oltre 450 candidature. I riconoscimenti sono stati assegnati a giovani studenti che si sono distinti per l’originalità e la rilevanza dei loro elaborati, dedicati allo sviluppo sostenibile delle comunità, alla valutazione e gestione degli impatti ambientali e all’implementazione di policy per il contrasto al cambiamento climatico. Una raccolta di elaborati che si distingue per la varietà dei temi affrontati, spaziando dal contrasto alla desertificazione all’emissione di green bond per la crescita sostenibile, fino ai casi di studio sulla produzione di idrogeno verde.

Elenco tesi vincitrici:

 

CHIARA CALEANDRO – Università La Sapienza, Laurea Magistrale

Fa “CO2” conti. Narrare l’insostenibilità della sostenibilità attraverso l’eco data visualization

 

MATTEO CATENAZZO – Università Bocconi, Laurea Magistrale

Promuovere una crescita sostenibile: l’emissione di sustainability-linked bonds influisce sulle performance ESG delle aziende?

 

NAUSICA D’ANDREA – Università degli Studi di Ferrara, Laurea triennale

Paesaggi desertici. Dall’inospitalità alla vita quotidiana: evoluzione del bacino del Simeto

 

ELENA FRASSINELLI – Università degli Studi di Milano, Laurea Magistrale

Liti strategiche e contenzioso climatico: un’analisi comparata

 

ALESSIO GIAMPIERI – Università Politecnica delle Marche, Laurea Magistrale

Ecosystem Service approach come strumento gestionale di praterie. Un caso di studio nella dorsale del Monte San Vicino

 

ALICE MANNUCCI – Università Roma Tre, Laurea Magistrale

Studio dell’efficienza del biochar per la rimozione di metalli pesanti da soluzioni acquose: valutazione del potenziale assorbente

 

DANIELE NARDONE – Università Roma Tre, Laurea Magistrale

Il governo societario delle banche

 

MARIA CRISTINA PINTO – Politecnico di Torino, Dottorato di ricerca

Opportunità e sfide dell’idrogeno verde nel quadro della transizione energetica: analisi delle potenziali cooperazioni transfrontaliere attraverso un approccio multidimensionale

 

ROBERTA POLI – Politecnico di Milano, Laurea Magistrale

Infrastrutture per la salute sostenibili: dall’analisi sistematica dello stato dell’arte alla proposta di strategie meta-progettuali per il Next Generation Hospital

AURORA PORTESINE – Università degli Studi di Genova, Laurea triennale

Studio di fattibilità tecno-economica per la produzione di idrogeno verde in differenti scenari africani