|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Riprendono sabato 6 settembre a San Raffaele Cimena gli appuntamenti di “Sentiero Verde 2025”, il calendario annuale delle iniziative dell’associazione Camminare lentamente, patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Città metropolitana di Torino, con un piacevole itinerario di 6,5 km con 300 metri di dislivello positivo nelle pianure e nelle colline chivassesi. Partendo da via Moie, abbandonate le ultime case della Piana, l’itinerario scelto inizialmente seguirà il percorso e le indicazioni della millenaria Via Francigena nel tratto tra Torino e Chivasso. Con un percorso tortuoso su stradine sterrate fra i campi si raggiungerà la sponda destra del Po all’interno del Parco degli Argini. Si seguirà poi il corso del Po tra campi e risaie, fino ad un’ampia svolta verso destra. Da qui il percorso si riavvicinerà alla collina e sarà possibile visitare la Tenuta Cimena dell’azienda agricola Pochettino, dove si coltiva con passione il Riso San Raffaele, che unisce tradizione e qualità. La Tenuta Cimena, immersa nel Parco del Po Torinese, è anche sede della fattoria didattica “Happy farm-Ponies Rice”. Dalla Tenuta Cimena si raggiungerà poi l’ex strada statale 590, che sarà attraversata e abbandonata dopo poche centinaia di metri, per prendere a destra via Fasella e iniziare una ripida salita su asfalto. Ad una curva si proseguirà a destra nel bosco e si raggiungerà il sentiero di collegamento tra la zona degli Abruzzi e il Bosco della Croce, tra i sentieri numero 97 e numero 96 della Collina Torinese. La salita nel bosco si addolcirà man mano e si apriranno suggestivi punti panoramici sulle Alpi e sulla pianura chivassese e vercellese. Si arriverà poi al Parco della Rimembranza, in cima alla collina del borgo Alto, il nucleo più antico del Comune di San Raffaele, sviluppatosi a partire dal X secolo attorno al castello. All’arrivo a San Raffaele Alto i partecipanti potranno immergersi nell’atmosfera del Moon Festival tra musica, performance, arte, luce e paesaggio. Il rientro alpunto di partenza a San Raffaele Cinema sarà possibile con le navette gratuite del Moon Festival. Si consigliano scarpe da trekking o con suola antiscivolo. Il ritrovo dei partecipanti è fissato a San Raffaele Cimena in piazzale Bosio (via delle Moie) almeno 15 minuti prima della partenza dei due gruppi, che sono in programma alle 15 e alle 17.
Per iscriversi e partecipare alla passeggiata gratuita occorre compilare il google form https://forms.gle/iaTSwAzn6W4WwrAy5
Per informazioni si possono chiamare i numeri telefonici 349-7210715 o 380-6835571, scrivere a camminarelentamente2@gmail.com o consultare il sito Internetwww.camminarelentamente.it
Le Regioni del Nord Italia dichiarano la loro incapacità a gestire la qualità dell’aria
Il commento del Comitato Torino Respira
Tre delle quattro regioni del “bacino padano”, Piemonte, Lombardia e Veneto, hanno deciso di presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il Governo nazionale che a giugno ha approvato la legge che delega il governo al recepimento della nuova Direttiva Europea sulla qualità dell’aria.
In quella legge il Governo ha detto chiaramente che la responsabilità diretta del rispetto della normativa sulla qualità dell’aria è delle Regioni e che lo Stato interviene solo in modo complementare, nel caso in cui le Regioni non siano in grado di raggiungere i risultati previsti dai propri piani sulla qualità dell’aria, o sia necessario un coordinamento con gli organi dello Stato. In realtà questa è già la situazione prevista dalla legislazione vigente fin dal 2010, che le Regioni hanno sempre accettato, arrivando solo nel 2023, nel caso del Piemonte, a chiedere l’intervento dello Stato.
Al di là delle questioni di legittimità costituzionale, colpisce il passaggio centrale della delibera con la quale la Regione ha motivato il suo ricorso, dicendo che il Governo: “… omette di considerare la strutturale inadeguatezza, acclarata dall’esperienza degli ultimi quindici anni nella vigenza del sistema di tutela previsto dal d.lgs. n. 155 del 2010, dei livelli regionali e locali a garantire nel territorio del c.d. “bacino padano” il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria imposti dall’Unione europea,…”.
In pratica la Regione Piemonte ammette dopo quindici anni di non essere in grado di gestire il problema dello smog, né da sola né tantomeno in collaborazione con le altre regioni del bacino padano e con gli enti locali.
“Come cittadine e cittadini attenti al tema dello smog e dei suoi effetti sulla salute ci eravamo accorti da parecchio tempo che le Regioni del nord Italia non erano in grado di gestire il problema, e l’abbiamo sostenuto con forza in tutte le sedi possibili. Colpisce il fatto che oggi la Regione Piemonte lo dica in modo così chiaro, dopo che il Presidente Cirio ha più volte declamato il successo dei piani e delle azioni regionali, che sono sempre state palesemente insufficienti”, così commenta Roberto Mezzalama, Presidente di Torino Respira, che aggiunge: “Trovo gravemente irresponsabile però che questa ammissione venga fatta dopo ben quindici anni dall’avere ricevuto la delega ad occuparsi del problema dello smog e dopo essere stati quindi indirettamente responsabili della morte prematura e del peggioramento dello stato di salute di migliaia di persone in tutta la Regione. Credo anche che questo debba aprire una riflessione più generale sulla foga con la quale le Regioni hanno per molto tempo chiesto più competenze e più autonomia, foga alla quale in genere non ha fatto seguito la volontà di pagare il prezzo politico delle scelte necessarie.”
Comitato Torino Respira
Non solo belle e decorative, ma anche utili e protettive. Le piante sono una risorsa magnifica per la salvaguardia della nostra salute, sono in grado di catturare infatti alcune sostanze dannose per il nostro organismo, eliminare cattivi odori, come quello delle sigarette, mantenendo l’aria di casa salubre. La loro funzione ornamentale, come le notevoli proprietà balsamiche che aromatizzano i nostri ambienti, fanno di questi organismi vegetali dei fedeli compagni che ricambiano cure e attenzioni con apprezzabili cortesie che favoriscono la salute. Anche la Nasa si è interessata a questo tema confermando la capacità di alcune piante di eliminare fino al 73% delle sostanze tossiche presenti nell’aria. Ogni pianta svolge un compito specifico nella sua azione depurativa per esempio l’Azalea, pianta dai meravigliosi colori originaria del Giappone e della Cina, filtra la formaldeide. L’Edera, il vivace rampicante verde, assorbe l’odore lasciato da pitture e inchiostri, ma anche il benzene contenuto nei detersivi. Inoltre è una pianta che arreda moltissimo soprattutto se si ha spazio per farla crescere ed espandere sulle pareti. L’Anthurium, dalle foglie a forma di cuore e fiori colorati e bianchi, può rimuovere una importante dose di ammoniaca ma anche di toluene (impiegato per il trattamento di vernici e colle) e xilene (solvente per gomme e cuoio). Il Ficus Benjamin, molto utilizzato negli appartamenti ma anche negli uffici oltre che per la sua piacevolezza anche per la sua facilità nella cura, è tra i migliori agenti nella rimozione degli allergeni provocati dalla presenza di mobili e tappeti. L’Aloe Vera, pianta africana facilissima da coltivare: poca acqua e tanta luce, è in grado di eliminare ben il 60% del benzene contenuto in vari prodotti in uso quotidianamente come i detergenti chimici. Non dimentichiamo inoltre le sue proprietà medicinali, è infatti un antinfiammatorio, un cicatrizzante, un idratante ma anche un antibatterico e gastro protettivo. Il Falangio, molto resistente e indicato per chi non ha propriamente il pollice verde, filtra anche l’ossido di carbonio oltre al benzene e alla formaldeide. La Palma di Bamboo, piccola e graziosa pianta che produce piccoli fiori e frutti, è molto utile per combattere le esalazioni di trielina, un pericoloso agente cancerogeno spesso usato nei prodotti sintetici per il lavaggio a secco e nei solventi. Infine la Dracaena, conosciuta come il Tronchetto della Felicità, oltre a filtrare l’aria dalle sostanze nocive già citate, è abile a ridurre l’ansia, la tristezza e lo stress. E’ molto utile anche contro il mal di testa e il bruciore agli occhi e grazie alla sua capacità di assorbire anidride carbonica mentre emette ossigeno ha effetti positivi sulla concentrazione e sulla produttività.
Maria La Barbera
Nei giorni scorsi, i tecnici della Città metropolitana di Torino, affiancati dalle guardie ittiche volontarie dell’Unione Consigli di Valle dei pescatori, hanno partecipato, a supporto del Comune di Torino, a una significativa operazione di rimozione dei rifiuti lungo il Po.
Durante l’intervento, oltre a materiali vari, sono stati recuperati numerosi esemplari di pesce siluro, specie aliena ormai diffusa in tutta l’asta del fiume.
“Il recupero dei pesci siluro da fiume Po – spiega il tecnico di Città metropolitana di Torino Paolo Lo Conte – rientra tra le azioni del progetto europeo Life Minnow di cui siamo partner, un progetto che si prefigge di tutelare alcune specie di piccoli pesci d’acqua dolce, la cui esistenza è in grande pericolo per una lunga serie di minacce, che vanno dal cambiamento climatico, alla competizione con specie esotiche, alle alterazioni degli habitat, alle trasformazioni morfologiche dei corsi d’acqua”.
L’iniziativa riguarda il tratto nord-occidentale del bacino del Po e si inserisce nel progetto europeo Life Minnow, coordinato dall’Università di Torino e realizzato con il contributo della Città Metropolitana di Torino, del Politecnico, di tre province piemontesi (Alessandria, Cuneo e Vercelli), dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, dell’Istituto Delta Ecologia Applicata e della Regione Piemonte.
“I pesci siluro che recuperiamo dal fiume Po – continua Lo Conte – vengono destinati ad aziende che producono mangime per animali, realizzando così un’azione di economia circolare”.
Uno degli obiettivi del progetto è limitare la presenza di specie non autoctone, istituendo al contempo un sistema di smaltimento sostenibile. La conclusione delle attività è prevista per l’estate del 2027.
Negli ultimi anni, il tratto cittadino del Po è stato più volte interessato da fioriture di piante acquatiche e alghe, spesso legate a condizioni climatiche estive e ridotte portate d’acqua.
2017 – Millefoglio acquatico tropicale
Nell’estate di quell’anno, nei pressi dei Murazzi comparve in gran quantità Myriophyllum aquaticum, una pianta esotica che si espande rapidamente anche da piccoli frammenti. I circoli remieri lamentarono difficoltà nella navigazione e accumulo di rifiuti tra i pontili. Le autorità ambientali scelsero un intervento mirato: rimozione manuale e gestione del flusso d’acqua dalla diga Michelotti per limitare la diffusione. L’uso di macchine taglia-alghe venne evitato proprio per non favorire la frammentazione della pianta.
2022 – Vegetazione acquatica mista
Una primavera eccezionalmente secca determinò la crescita anticipata di piante sommerse tra il Ponte Balbis e il Ponte Isabella. Tra queste era presente Elodea nuttallii, specie alloctona, ma la biomassa maggiore era composta da piante vascolari native. Pur avendo un ruolo ecologico positivo, la loro eccessiva diffusione ridusse l’ossigenazione dell’acqua e rese necessaria un’operazione di estirpazione di materiale vegetale morto o in decomposizione, con un investimento comunale di circa 40 mila euro.
2025 – Ritorno dell’Elodea nuttallii
Nella torrida estate di quest’anno, la ridotta portata e le temperature elevate hanno favorito un nuovo episodio di invasione vegetale, in particolare vicino alla chiesa della Gran Madre. La pianta ha formato densi tappeti verdi in superficie, trattenendo rifiuti galleggianti e alterando l’aspetto del fiume. Il Comune, in collaborazione con Amiat e Protezione Civile, ha organizzato interventi straordinari di raccolta e smaltimento.
L’attuale operazione sul pesce siluro si affianca a una serie di azioni di tutela e manutenzione del Po torinese che negli ultimi anni hanno riguardato sia il controllo delle specie invasive animali sia la gestione della vegetazione acquatica. Le esperienze maturate nel 2017, nel 2022 e nel 2025 hanno mostrato come interventi tempestivi e mirati possano limitare i danni ecologici e preservare sia la qualità dell’acqua sia la fruibilità del fiume.
Impianti sportivi al centro dell’agenda della Regione Piemonte. Sono in arrivo quattro nuovi bandi con una dotazione complessiva di oltre 20 milioni di euro, destinati al miglioramento degli impianti sportivi pubblici in termini di efficienza energetica, sostenibilità e qualità dell’offerta sportiva. Gli assessori Marnati e Bongioanni: «Si tratta del più importante investimento congiunto fra sport e ambiente mai varato dalla Regione Piemonte, un salto nel futuro per la pratica sportiva sul nostro territorio».
I primi due bandi, in uscita a settembre, contano su un budget complessivo di 14 milioni di euro da fondi della programmazione Fesr 2021-27: 10 milioni andranno a migliorare l’efficientamento energeticodegli edifici e delle reti di illuminazione – anche esterne – degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici, e 4 milioni di euro alla promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Beneficiari saranno i Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Torino, i Comuni, le Unioni di Comuni e le Unioni montane – Raggruppamenti temporanei di Comuni.
Sottolinea l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: «Molti impianti sportivi pubblici del Piemonte sono obsoleti, costruiti prima degli anni ’90, e necessitano di urgenti interventi di ammodernamento. Sono strutture vecchie e non più adeguate agli standard attuali. Per migliorare l’offerta sportiva, assieme all’assessore Bongioanni abbiamo voluto fortemente questa misura significativa e cospicua anche dal punto di vista finanziario. Si tratta di misure fondamentali che garantiranno un significativo risparmio energetico, accompagnato da una riduzione delle emissioni e delle sostanze inquinanti in atmosfera, a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente. Un aiuto concreto per le amministrazioni locali, chiamate a rendere più efficienti gli impianti sportivi e a ridurre l’impatto ambientale sul territorio. Uniamo le forze, ambiente e sport, per raggiungere questo obiettivo».
Saranno finanziabili gli interventi finalizzati a ridurre i consumi energetici e le emissioni climalterantidelle strutture sportive, a migliorare il patrimonio impiantistico pubblico e abbattere i costi di gestione energetica. Il contributo pubblico coprirà fino al 70%dei costi di ogni progetto. Qualche esempio: interventi di isolamento termico degli edifici, sostituzione dei serramenti, realizzazione di sistemi di schermatura solare, sostituzione di impianti di riscaldamento e di raffrescamento o di altri impianti tecnologici, realizzazione di sistemi di building automation, installazione impianti di produzione di energia termica ed elettrica, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, in abbinamento a sistemi di accumulo dell’energia prodotta. A inizio settembre inizierà la consultazione con i partner, e a seguire la pubblicazione dei bandi.
Gli altri due bandi – che saranno pubblicati a ottobre – contano su una dotazione totale di 6,4 milioni di euro: 5 destinati alla riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici e delle associazioni sportive, e 1,4 a favore dei Comuni fino a 15.000 abitanti (o loro Unioni) per creare percorsi ludico-sportivi, spazi e aree attrezzate all’aperto.
Spiega l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni:«È un grande programma per l’ammodernamento e il miglioramento di strutture e spazi sportivi, punto nodale per l’incremento della pratica motoria a tutti i livelli e la promozione di stili di vita sana e di forme di aggregazione sociale attraverso lo sport che abbiamo messo al centro della nostra azione. Ringrazio l’assessore Marnati per la disponibilità e la perfetta sintonia d’intenti. Con questi bandi andiamo a riqualificare gli impianti sportivi esistenti attraverso interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento alle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, abbattimento delle barriere architettoniche, recupero e rifunzionalizzazione degli spazi sportivi. Nei Comuni sotto i 15mila abitanti e loro Unioni sosteniamo la creazione di percorsi ludico-sportivi multidisciplinari, l’allestimento di spazi per favorire l’attività motoria e sportiva anche nelle scuole sprovviste di palestra e la creazione di aree attrezzate all’aperto».
CS
La “Scuola” promossa da “Noau – Officina Culturale” a Vernante e in Valle Vermenagna
Iscrizioni fino al 18 agosto
Vernante (Cuneo)
Inserito nel “Parco Naturale Aree Protette” delle “Alpi Marittime” e celebre soprattutto per i suoi oltre 150 “murales” con immagini di “Pinocchio” dedicati dagli artisti locali Carlet (Bruno Carletto) e Meo (Bartolomeo Cavallera, scomparso nel 2022) all’illustre concittadino d’adozione Attilio Mussino, il più importante illustratore “a colori” del celebre romanzo di Collodi, sarà il cuneese Comune di Vernante, insieme alla Valle Vermegnana (allo sbocco della Valle Grande), ad ospitare la seconda edizione della “Scuola di Ecologia Politica in Montagna”, in programma da mercoledì 3 a domenica 7 settembre e promossa dal Collettivo cuneese “Noau Officina Culturale”, con “NEMO – Nuova Economia in Montagna” e con il sostegno di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.

Ma attenzione! Le iscrizioni, con posti limitati, stanno per scadere. Sono infatti aperte solo fino a lunedì 18 agosto sul sito www.scuolaecologiapolitica.it/edizione-2025”.
Rivolta a studenti universitari, ricercatori, studiosi, amministratori locali e personale tecnico delle amministrazioni del territorio, nonché ad operatori economici, giovani e cittadini attivi provenienti da tutt’Italia, la “Scuola” è nata nel 2020 sull’“Appennino emiliano”; nel 2024 è nata la “sede piemontese” nei territori alpini cuneesi, per stimolare una riflessione comune fra studiosi, professionisti e comunità sul presente e sul futuro delle aree interne.
“Si tratta – affermano gli organizzatori – di un’esperienza di studio specialistico e ricerca-azione multidisciplinare attorno alle tematiche legate alla crisi ecologica e climatica mondiale declinate sui territori delle terre alte, per stimolare una riflessione comune tra studiosi, professionisti e comunità sul presente e sul futuro delle aree interne in relazione alle aree metropolitane”. “Anche quest’anno – proseguono – la Valle Vermegnana sarà il campo di ricerca e di riflessione sui quali ci si confronterà, partendo dall’analisi delle fragilità esistenti e con l’obiettivo di attivare una comunità di pratica e alleanze orizzontali nelle quali delineare futuri, possibili e auspicabili scenari di sviluppo”.
Per quanto riguarda la partecipazione, sarà data priorità a che frequenterà tutte le giornate di studio. Il costo per le cinque giornate è di 150 euro, comprensivo di attività formative sul territorio e dei pasti (dalla cena di mercoledì 3 alla colazione di domenica 7 settembre). Gli studenti provenienti da fuori territorio potranno pernottare presso “La Casaviadelsale” a Limone Piemonte ad un costo di 20 euro a notte.
La partecipazione alle sole attività è gratuita per amministratori, imprese ed abitanti del territorio.
A valle delle tre giornate residenziali di settembre sarà assegnata tramite “call” una “borsa di studio” da 3mila euro (che potrà essere condivisa anche da più studenti o ricercatori) per sviluppare un progetto di ricerca-azione sul territorio, a partire dagli esiti dei laboratori che si svolgeranno durante la “Scuola”.
Per ulteriori info: piemonte@scuolaecologiapolitica.it.
Il programma di studio completo è già disponibile sul sito www.scuolaecologiapolitica.it
g.m.
Nelle foto: “Scuola di Ecologia Politica in Montagna”, edizione 2024
Il Museo del Paesaggio di Verbania ospita fino al 28 settembre prossimo la mostra dal titolo “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” a palazzo Viani Dugnani, in via Ruga 44. Curata da Guido Curto, presenta opere di Maura Banfo, Daniele Galliano, Andrea Massaioli e Pierluigi Pusole.
L’arte contemporanea, declinata in fotografie e dipinti, dialoga con le tele ottocentesche della collezione permanente della Pinacoteca del Paesaggio di Verbania. Sono una ventina le opere esposte degli artisti contemporanei, affermati e attivi in Piemonte, che trovano ispirazione negli elementi che sono alla base della bellezza del creato, aria, acqua e terra, come indica il titolo della mostra, posti in relazione tra loro, come indica il sottotitolo.
In mostra le opere di Daniele Galliano, originario di Pinerolo (1961) , che si confronta con gli elementi naturali più vicini all’uomo, raffigurandoli con colori forti; cieli blu e prati verdi appaiono costellati di essere umani accennati con pennellate di tocco, che risultano tipiche dei macchiaioli italiani e del pointillisme francese, rivisitati in chiave moderna.
Un altro artista in mostra è Andrea Massaioli, nato a Torino nel 1960, che si allontana progressivamente dalla dimensione figurativa, approdando ad un’astrazione che si spinge fino ai confini dell’informale. I suoi grandi quadri presentano un vasto scenario naturalistico che fa da sfondo al vero soggetto del quadro.
Il paesaggio si mostra attraverso vibrazioni, tracce e composizioni simboliche.
Terzo artista in mostra è Pierluigi Pusole, anch’egli torinese, nato nel 1963, la cui opera pittorica si ispira a laghi, montagne, cieli solcati da nubi, come quelli tipici dell’estate del Verbano Cusio Ossola, immagini che paiono emergere in un equilibrio fra forma e dissolvenza.
La fotografia in chiave pittorica è, invece, usata da Maura Banfo, sempre artista di nascita torinese ( 1969) , capace di trasformare l’immagine in uno spazio visivo, con paesaggi appena accennati da una luce riflessa.
Così in “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” quattro affermati artisti hanno scelto come soggetto d’ispirazione poetica gli elementi primigeni della natura e del paesaggio, nella bellezza straordinaria del contesto naturalistico del lago Maggiore. Il risultato della mostra è un’esposizione site specific, con alcune opere esposte per la prima volta al pubblico proprio a Verbania, e realizzata grazie al sostegno della Città di Verbania, il patrocinio della Regione Piemonte e Distretto Turistico dei Laghi e delle Valli.
Mara Martellotta
| Cultura, natura e comunità nel cuore della Val Sangone |
|
| Il Giardino Botanico Rea di Trana – bene regionale e punto di riferimento per la biodiversità vegetale in Piemonte – si prepara a un’estate di iniziative culturali e divulgative pensate per valorizzare il patrimonio naturale e sociale che custodisce da decenni.
Trana, agosto 2025 – Con oltre 2000 specie, varietà e cultivar provenienti dal Piemonte, dall’Italia e da ogni parte del mondo, il Giardino Rea non è solo uno spazio verde: è un archivio vivo di studio, conservazione e conoscenza del mondo della biodiversità. E in un momento storico in cui il rapporto tra uomo e natura va ripensato alle radici, questo luogo diventa anche un presidio culturale, ambientale e identitario per l’intera comunità della Val Sangone. In quest’ottica, la Regione Piemonte e il Comune di Trana, in collaborazione con numerose associazioni locali, propongono un ricco calendario di eventi estivi che accompagneranno il pubblico fino all’inizio dell’autunno. Si tratta di attività pensate per tutti – adulti, famiglie, bambini, appassionati e semplici visitatori – con l’obiettivo di far conoscere, attraversare e “abitare” il Giardino come spazio pubblico di cultura, bellezza e relazione. Tra gli appuntamenti principali:
Da segnalare: Sabato 6 settembre Mattino:
Per il proseguimento delle attività, ci si trasferirà in centro a Trana e in particolare:
Domenica 7 settembre Mattino:
Nella Scoppapietra, “Come oro”, Golem Edizioni Marco Sartori, “I soldati del Sapiente”, secondo vol. Del ciclo fantasy “La saga oscura”. o Luisella Ceretta “Tempo scaduto”, Bertoni editore
L’intero programma, realizzato in collaborazione e con il coordinamento di Agenzia Mosaico, è inserito nel circuito Abbonamento Musei Torino Piemonte, a conferma della rilevanza culturale dell’iniziativa anche a livello regionale. |
“2025: I Ghiacciai: testimoni della crisi climatica” è un’installazione interattiva multimediale per comprendere attraverso immagini, suoni e dati scientifici come il mondo dei ghiacci stia oramai svanendo sotto la minaccia del riscaldamento globale.

Allestita in occasione dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai è curata dal Comitato Glaciologico Italiano, la storica istituzione scientifica con sede a Torino che dal 1895 custodisce un patrimonio documentale e iconografico di assoluto valore storico – scientifico svolgendo inoltre indagini di campo, ricerche ed attività informative e divulgative.

L’esposizione realizzata nell’ambito del progetto “UniVerso”, grazie anche al contributo del Club Alpino Italiano e del Dipartimento di Scienze della Terra, è aperta a tutti ed è visitabile gratuitamente presso il Rettorato dell’Università di Torino in via

Po con entrata anche da via Verdi, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19, sino all’8 settembre, chiusa da lunedi 11 a venerdì 15 agosto. Una bella occasione per informarsi, confrontarsi e capire quanto è urgente agire.
Igino Macagno