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TORINO, ITALIA, EUROPA E MONDO: IL PRESIDENTE DEL GSPM MASSIMO RE SI FA IN QUATTRO

Torino, Italia, Europa e mondo: è un autentico poker d’assi quello che tiene stretto fra le mani Massimo Re, 57 anni, presidente del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino e detentore di prestigiose nomine anche a livello nazionale, continentale e, addirittura, internazionale.

Massimo Re, da quanto tempo è presidente del GSPM Torino? Qual è finora il bilancio della Sua esperienza alla guida della compagine sabauda?

«Sono presidente del GSPM Torino dal dicembre del 2009 e, quindi, sto vivendo il mio terzo mandato. I miei predecessori, quelli più vicini a me, Valter Bouquiè prima e Ivo Berti poi, avevano già conferito un’impronta dinamica e moderna, facilitando il mio compito. Il bilancio è assolutamente positivo: i rapporti che ho instaurato con il Consiglio Direttivo sono sicuramente mirati a spronare i suoi componenti a dare sempre il massimo per tutti gli atleti e i soci del Gruppo Sportivo stesso, nel tentativo non celato di accrescere in ognuno di loro quel senso di appartenenza al Corpo che, purtroppo, sta gradatamente svanendo nella nostra attività lavorativa».

Prima consigliere, ora vicepresidente vicario dell’ASPMI: il Suo cursus honorum a livello nazionale è di tutto rispetto. Qual è l’aspetto più stimolante del Suo ruolo? E quali sono gli obiettivi che intende perseguire?

«Diciamo che da consigliere-vicepresidente prima (con una modifica epocale dello statuto ASPMI, tra queste l’introduzione di una figura unica nella carica di vicepresidente, in passato sdoppiata), il passo successivo è stato una presa di posizione del presidente Antonio Barbato, che ha così voluto dimostrare la sua fiducia nei miei confronti. Più che stimolante, il mio ruolo si rivela quotidianamente faticoso e difficile, vista anche la situazione nazionale che ci vede invecchiare (bene, poiché facciamo sport attivo), ma senza avere la possibilità di registrare l’ingresso di colleghi più giovani. Sino a quando non disporremo di una configurazione giuridica più forte e non ci sarà data la possibilità di fare nuove assunzioni, non avremo la possibilità di assistere a quel ricambio generazionale che tutti auspichiamo, io per primo».

Dal 2014 il Suo impegno si è spostato anche sul fronte continentale, con l’ingresso nella Commissione Tecnica USPE: quante soddisfazioni Le sta regalando quest’avventura? E quali sono le difficoltà maggiori che Le ha riservato sin qui?

«Tantissime, soprattutto quando si ricevono attestati di stima sinceri da parte dei colleghi di altre nazioni che riconoscono gli sforzi compiuti per porre gli atleti nelle condizioni di gareggiare ad alto livello, senza vanificare il frutto di tanti anni di duri allenamenti. Questo non significa che tutto sia rose e fiori, in quanto sono richiesti molto impegno e molto tempo: basti pensare che soltanto nel 2017 ho visitato otto nazioni europee più gli Emirati Arabi Uniti. Chiaramente, per far tutto questo è indispensabile avere una buona collaborazione da parte del proprio Comando di appartenenza e, nel mio caso, posso davvero ritenermi fortunato, dal momento che il vicario Ivo Berti prima e il comandante odierno Emiliano Bezzon non mi hanno mai fatto venir meno il loro sostegno in quest’avventura. Soprattutto l’attuale Comandante Bezzon mi ha più volte rammentato il suo passato sportivo e, come tale, è più semplice per me rappresentare le nostre necessità o progetti. Non ho incontrato grosse difficoltà, ad essere onesto; sono stato accolto in USPE come se fossi uno di famiglia e sono sempre stato supportato nelle mie proposte od osservazioni. Gli aspetti che più mi hanno colpito sono la serietà e il rispetto dei ruoli in determinate circostanze, ma anche la complicità e la voglia di far bene insieme. Siamo davvero un bel gruppo».

Infine, da poche settimane il Suo nome compare anche nel Comitato Esecutivo USIP (Unione Sportiva Internazionale delle Polizie), organismo riconosciuto anche dal Comitato Olimpico Internazionale. In cosa consisterà il Suo operato? E quanto conterà per l’Italia e per il GSPM Torino avere un proprio rappresentante nell’organigramma del sodalizio più importante del mondo in materia di polizia?

«Questa è stata la sorpresa più grande: i vertici USIP mi hanno contattato pochi giorni prima della chiusura del termine per la presentazione delle domande, chiedendomi di candidarmi. Capirete la mia sorpresa e, soprattutto, il pensiero di avere altri impegni da assolvere! Tuttavia, dopo averne parlato con mia moglie, il comandante Bezzon e il presidente ASPMI Barbato, ho deciso di vivere anche quest’esperienza. Ed è andata bene: sono stato eletto nel Comitato Esecutivo con il maggior numero di preferenze. Il mio è un compito prevalentemente decisionale sulla vita, sia tecnica che amministrativa, dell’USIP. Un ruolo più politico che tecnico, al quale mi dovrò abituare. Penso che qualsiasi sia il contesto, europeo o mondiale, avere un incarico all’interno di questi consessi sia un segnale di grande fiducia nei confronti della nostra associazione ma anche del Comando di Torino in quanto, e questo è il mio parere personale, a determinati livelli la forma e le competenze contano più di ogni altro aspetto».

 

 

Juventus eliminata, Buffon espulso

Juventus  eliminata ai quarti di finale di Champions League dal Real Madrid, nonostante la vittoria per 3-1. La squadra spagnola si qualifica in semifinale con il  rigore di Cristiano Ronaldo, al 96′.  Il Real Madrid aveva vinto 3-0 all’Allianz Stadium all’andata. Alla Juve è toccato un calcio di rigore al 93′ dopo il dubbio fallo di Benatia su Vazquez. Buffon è stato espulso per le proteste. Alla fine Ronaldo ha segnato consegnando la qualifica al Real Madrid.

 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Milano – FIAT Torino: una impresa mancata

Peccato, questo è l’unico vocabolo che può risultare significativo in merito alla partita persa negli ultimi due minuti dalla FIAT Torino contro la squadra globale che è Milano.

Milano non ha riserve: ha solo giocatori di alto livello che a turno entrano in campo e non necessariamente in ordine di abilità. Torino, purtroppo, è una squadra con rotazioni ridotte tra infortuni e cali di forma, ma nonostante tutto fino all’ultimo ha sfiorato quello che in ambito unicamente sportivo potrebbe definirsi un miracolo, ma sembra che gli dei del basket abbiano un pochino dimenticato di guardare verso i colori gialloblù… . Sottotono alcuni, in forma splendida altri: se la FIAT Torino potesse avere tutti solo sopra la media avremmo i playoff già in tasca da tempo… .Garrett continua a giocare in maniera continua, con canestri “geniali” sottovalutati da tanti che ritengono forse semplice giocare contro corazzate patentate come Milano e “irriderli” sportivamente con canestri al volo rovesciati o crossover a centro area e step back contro i migliori difensori, oltre alla solita quantità di assist. Sicuro che se avesse a disposizione migliore continuità nei suoi compagni la sua classe potrebbe anche salire non dovendo forzare talvolta conclusioni che ai più superficiali sembrano inutili e avventate scelte, ma bisognerebbe vedere bene il contesto. Trevor Mbakwe sembra tornare ai suoi tempi migliori e si vede l’impatto in campo.Il migliore dal punto di vista tecnico e di coraggio lo si trova in Valerio Mazzola, che si sta ricordando di essere necessario e se giocherà come sa Torino potrebbe avere un “nuovo” straniero migliore di quanto possa immaginare. E’ un tiratore notevole e sa lottare: Torino deve pensare anche al futuro e lottare per tenerlo anche nei prossimi anni.

Sasha, Peppe, Deron: un terzetto d’onore che lotta anche quando non sembra. La fatica a volte si vede e negli ultimi due minuti i tiri lasciati a campo aperto agli avversari forse sono dovuti a stanchezza imposta anche dalle poche rotazioni e ad una preparazione che dovrebbe essere orientata a reggere a lungo visto che si è in “pochi”.

Per il resto… poco pervenuti, anche se Pelle ha iniziato alla grande, ma è poi sparito, mentre mai apparso è Vander Blue: anche per lui, il commento è la parola di inizio… peccato, sembrava un fenomeno, ma forse il problema non è la qualità, ma la volontà di applicarla qua a Torino. La speranza è l’ultima ad andarsene, ma il tempo è ormai tanto poco… .

Siamo quasi alla fine, Torino deve affrontare i “simpatici” di Bologna: per i tifosi, per la società, per la città, per i colori Gialloblù, per gli sponsor e per tutti coloro che soffrono per questa squadra, tutti i giocatori hanno un solo dovere che è lottare fino in fondo, ma vincere non è solo consigliabile, ma obbligatorio. Si può ancora “fare” ad arrivare ai playoff, ma si deve dare tutto e forse di più contro chi difende “a mani basse e alte” e normalmente addosso, ma questo è il basket moderno, dove si tutela la difesa e non l’attacco, e Torino che ha tanta qualità patirà molto questo particolare.

Sarà il cuore a dover fare la differenza, perché l’altra parte è forte e “cattiva”. Giocare ad alta frequenza o a ritmi bassi? Difesa a zona o a uomo? Tirare molto da sotto o tentare da tre? Non importa: questa volta si vuole vincere, ed è l’unica cosa che conta in questo momento. Al coach Paolo Galbiati e ai suoi adepti il compito di provarci. Tutta Torino cestistica è con Voi.

 

Paolo Michieletto

 

Arriva la ‘Tutta Dritta’

“La ‘Tutta Dritta’ del 15 aprile è il primo evento della Biennale dello sport e della salute, due anni nei quali grazie a una fitta programmazione di eventi e di proposte suggerite da enti di promozione sportiva e istituzioni locali, sarà possibile promuovere il benessere la salute le buone pratiche, lo sport e la corretta alimentazione. Un evento che costituisce per il Piemonte un primato a livello nazionale”. Così si è espresso il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, portando il saluto,  nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, nel corso della conferenza stampa di presentazione della 16esima edizione della “Tutta Dritta”, prima tappa di Tcs – Torino Care & sport biennale della salute e dello sport. Laus ha sottolineato come “il saluto di tutta l’Assemblea non è formale: insieme a colleghi provenienti dalle diverse aree politiche, abbiamo promosso attraverso gli Stati generali dello sport e del benessere la visione secondo la quale investire nel connubio prevenzione e attività fisica porta con se anche enormi risparmi per la sanità pubblica”. L’iniziativa del 15 aprile sarà arricchita dal Medical village che offrirà consulenze e visite gratuite.

 

 

www.cr.piemonte.it

Mazzarri: “Abbiamo sofferto troppo”

“Abbiamo imposto il nostro gioco nel primo tempo, ma siamo stati un po’ timidi inizialmente, e nel secondo potevamo chiudere la partita e soffrire meno. Non l’abbiamo chiusa, ma siamo stati  bravi a resistere alle incursioni degli avversari. Sono preoccupato perché dopo aver giocato così contro l’Inter sono curioso di vedere come reagiremo la  settimana prossima con il Chievo”. E’ il commento di  Walter Mazzarri rilasciato all’Ansa dopo la vittoria  sull’Inter grazie alla rete di Adem Ljaijc al 36′ del primo tempo.

Allegri: “Era importante vincere”

Massimiliano Allegri, dopo la partita ha dichiarato a Sky Sport: “Un buon inizio, abbiamo continuato a gestire e abbiamo un po’ rallentato  e c’è stato il pareggio. La sensazione era  di essere molto a rischio: era capitato con il Milan quando per la prima volta avevamo concesso molti tiri in porta, e poi è successo col Real e anche oggi. Il clima ha inciso molto, si giocava per la prima volta con questo caldo, ma c’è da fare i complenti ai ragazzi che venivano dalla sconfitta col Real e hanno fatto una prova importante. Mancano sette partite:  tre in casa e quattro fuori, quindi era importante vincere”.

Vivicittà dal Valentino al Piemonte

Torino con il Parco del Valentino, Alessandria con l’Istituto Penitenziario San Michele, Biella con la Casa Circondariale e la mura del Ricetto di Candelo, Bra con Piazza Caduti della Libertà, Settimo Torinese con Piazza Campidoglio saranno i protagonisti della XXXV edizione di Vivicittà 2018 IN PIEMONTE. L’appuntamento organizzato dai rispettivi Comitati Territoriali Uisp con la SDA Atletica Piemonte è per sabato 14 aprile negli istituti di pena e domenica 15 aprile dalle varie cittadine, quando migliaia di runners, camminatori e amici a 4 zampe partiranno per la corsa più partecipata al mondo. L’Italia di Vivicittà, la corsa ideata da Uisp, ha mosso i primi passi il 1° aprile 1984 con un obiettivo ben preciso. Quello di intercettare il nuovo fenomeno di massa agli esordi e mettere in atto la mission della Uisp: lo sport per tutti abbinato ai valori di vivibilità ambientale e sociale. Vivicittà è diventata sinonimo di Uisp e nella prima edizione parteciparono circa 30mila persone. L’edizione 2018 ha un duplice valore festeggiare i 35 anni della corsa e i 70 della fondazione della Uisp e lo slogan è “Attività sostenibili”. Pace e convivenza saranno i messaggi che Vivicittà vuole dare. L’evento sostiene i bambini che fuggono dalla guerra in Siria, attraverso il progetto di cooperazione internazionale e di educazione in collaborazione con la Fondazione Terre des Hommes.

Vittoria granata in attesa dell’Inter

Dopo la goleada a  Cagliari, dai granata arrivano  quattro gol anche al Crotone. Allo stadio Olimpico -Grande Torino la vittoria è netta:   4-1. Si tratta della seconda vittoria consecutiva, dopo quattro sconfitte, e mancano cinque punti al settimo posto, l’ultimo dell’Europa League, è a cinque punti. Intanto sabato arriva l’Inter per mettere alla prova i ragazzi di Mazzarri che hanno ritrovato l’energia del gallo capitan Belotti che ieri ha segnato  tre volte, varcando la soglia dei  50 gol col Toro. 

Allegri: “Real squadra devastante. Ai ragazzi non rimprovero nulla”

Massimiliano Allegri esprime la sua delusione  dal canale Premium Sport a proposito del pesantissimo 3-0 subìto dalla Juve all’Allianz Stadium, nell’andata dei quarti di Champions, da parte del Real Madrid: “Quando si gioca contro questi giocatori e queste squadre si deve essere assistiti anche da un pizzico di fortuna. Al primo gol siamo stati un po’ passivi, ma per un’ora la squadra ha fatto bene e abbiamo avuto una buona reazione. Ma  è capitato tutto contro, di fronte ad una squadra devastante. Ai ragazzi non posso rimproverare nulla, davanti avevamo il più forte centravanti del mondo,  ha segnato per la decima partita consecutiva in Champions. Ora, bisogna pensare al campionato e alla Coppa Italia. Peccato per il terzo gol: sul 2-0 si poteva  tentare l’impresa a Madrid, così è difficilissimo. Rimasti in 10 è diventato impossibile contro una squadra che sbaglia quasi niente”.

 

(foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

FIAT TORINO – PISTOIA: Alla ricerca di Torino

Partita difficile da commentare senza indulgere in aggettivi roboanti di stupore e incredulità. Proprio per questo motivo tralascerò volutamente un commento tecnico a dir poco o troppo severo o troppo vacuo di una partita che si doveva e si poteva vincere

Una partita inverosimile che sembra una disfatta, che avrebbe potuto rappresentare un’incredibile rimonta e che, per i risultati concomitanti, non è ancora una pietra tombale sui sogni playoff. In realtà è tutto o quasi come prima di giocare, anche se due punti in più oltre al morale avrebbero garantito molto visti i prossimi impegni di Torino in campionato, ma tant’è, come si dice… , e vediamo come andrà il prossimo futuro. Sicuramente sarà obbligatorio sbucciarsi le ginocchia e andare a terra più volte per dimostrarsi meritevoli sia dei playoff che di una tifoseria che non molla, anche se a tratti comprensibilmente fatica a capire le motivazioni di “assenze” temporanee dalla “pugna” di alcuni giocatori. Il dado non è tratto ma sta scivolando tra le mani… e non ci sono più possibili variabili.

La squadra ci ha fatto sognare e vivere un sogno con la conquista della coppa Italia tale da farci sperare in sogni più grandi. Forse tutti abbiamo volato troppo in alto, mentre gli altri, arrabbiati e inferociti hanno messo sul piatto quel qualcosa in più per “darci una lezione di vendetta”. Però non ce l’avrebbero fatta se, insieme al talento indiscusso dei nostri giocatori, si fosse associata quella “garra” che non è più apparsa se non a sprazzi e per disperazione. Ci sono ancora poche partite, circa 240’ supplementari permettendo: sono quattro ore di fatica e di impegno, non sono pochi ma non sono tanti. La FIAT Torino può ripartire solo vincendo quasi tutto, come se fosse a Firenze. Difficile, non impossibile. Poco tempo fa Torino per restare in A vinse 5 delle ultime 7 partite in un campionato dove chi retrocesse aveva 22 punti!!! Adesso probabilmente a 12 o 14 si è salvi. Errori li hanno fatti tutti e tempo fa scrissi che per Torino erano necessari due o tre anni per attestarsi a comprendere il campionato di alto livello di serie A. Nessuno di noi ha mai diretto squadre di questo livello e non so quanti oltre a tifare e a scrivere abbiano allenato in serie A. Non è solo far giocare bene la squadra (che già non è “pileggio da piccioletta barca” come scrisse il poeta) ma è anche gestire persone e personalità, umori e sponsor, dirigenti e addetti ai lavori e tanto altro che non si vede ma che esiste, e solo l’esperienza ti tempra al necessario Know How di cosa fare. Difficile suggerire cosa fare per il futuro, facile proporre cosa fare nell’immediato: dare tutto, subito e fino alla fine, in modo da terminare con l’onore delle armi in caso negativo o con l’alloro del vincitore in caso di successo. E onorare il pubblico che ci mette cuore, entusiasmo, risorse di tempo ed economiche è forse il primo dovere del giocatore di qualsiasi sport, con altrettanta forza e coraggio moltiplicata dalla responsabilità morale. Alla FIAT Torino, che quest’anno ci ha già dato tanto, e che ci ha sicuramente “spiazzato” più volte, non si chiede più molto altro che l’impegno, e poi sarà quel che sarà, ma dando il massimo si può perdere, ma non si esce sconfitti.

Paolo Michieletto