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Le agenzie di viaggio chiedono aiuto al Governo

Il Presidente Avataneo a nome delle 1.760 agenzie AIAV dichiara: “Il ritardo dell’erogazione della prima parte del contributo è una cosa vergognosa che può indurre chiunque a pensare il peggio”

 Nuova mobilitazione di AIAV in sostegno delle 1.760 agenzie di viaggio associate e, in generale, di tutto il settore del turismo organizzato: in una lettera indirizzata ai Ministri Franceschini e Gualtieri, il Presidente Fulvio Avataneo chiede chiarimenti urgentissimi in merito al pagamento di prima tranche contributi a fondo perduto ex art. 182 per Agenzie di Viaggio e Tour Operator e l’indicazione certa di una data certa entro cui il contributo verrà erogato.

“Ora la pazienza è finita – dichiara il Presidente Avataneo – è dal mese di aprile che le agenzie di viaggio non vedono un soldo nonostante le infinite affermazioni trionfalistiche del Governo, del Mibact, del MEF e della stampa tutta, che ci vede come eterni questuanti con le tasche piene. Il ritardo dell’erogazione della prima parte del contributo è una cosa vergognosa che può indurre chiunque a pensare il peggio. I fondi ci sono, ma il Governo con questi infiniti ritardi ha pressoché condannato alla morte il settore”.

Secondo una recente indagine presso gli Associati AIAV, il calo medio di fatturato è del 93% nel secondo trimestre, del 78% del terzo e superiore al 90% nel quarto trimestre. Dati in linea con le recenti dichiarazioni dell’UNWTO, che ha parlato di “impatto senza precedenti della pandemia sul turismo globale”, rimarcando come, con un miliardo di arrivi in meno e una perdita di 1,1 trilioni di dollari, il settore sia in assoluto tra i più colpiti.

Una perdita che, ad oggi, non è stata in alcun modo attenuata da parte delle Istituzioni: al contrario il Governo mortifica anche psicologicamente lo spirito imprenditoriale: “Vi sono migliaia e migliaia di imprese con l’acqua alla gola e senza un minimo di sostegno – prosegue Avataneo – come se non bastasse, le regole vengono modificate un giorno dopo l’altro, impedendo di guardare al prossimo futuro con un minimo di sicurezza e di pianificazione”.

Missione (im)possibile: ricostruire la credibilità della classe dirigente

Come dare torto al senatore Mauro Laus. E’ decisamente deprimente scegliere online il candidato a sindaco. Che potrebbe essere  una donna, visto che si è candidata anche Gianna Pentenero da Chivasso. Molto nota come consigliere  ed Assessore regionale.

Meno nota la sua candidatura che, in un mondo di maschi, è sempre ben accetta. Se ho capito bene candidatura non accolta da tutto il Pd, perché presentata fuori tempo massimo.  PD che continua nel giocare ad essere partito. A Roma, sempre se ho capito bene, verifica di Governo rinviata dopo il 6 gennaio. Continuo ad accettare scommesse: non si andrà comunque al voto.
Troppo incollati alle poltrone. Scaramucce giusto per continuare a campare. E , diciamolo pure, nel campare bene visto gli ottimi ed abbondanti stipendi. Con il covid come (sempre pronta) giustificazione per restare imbelli. Dunque perché non rinviare le elezioni amministrative ad ottobre?  Eppure basterebbe poco. 5 idee per Torino e subito dopo chi è il più adatto per realizzarle.
Ma lo so, sono vetusto e oramai superato. Ciò che desidero è nel mondo dei sogni. Una pezza cerca di metterla il solito Chiampa. Tandem con Salizzoni e Lo Russo. Silenzio di Furia e di Carretta. Non sanno che pesci prendere. Ed il solito Chiampa da più di cinquanta anni in politica, diciamo così, ne approfitta e gioca fino in fondo le sue carte. Verrebbe voglia di dire : in un mondo di ciechi l’orbo è Re. Chiampa, sia ben chiaro, non è e  non è mai stato orbo. Anzi direi sia lungimirante ed allo stesso tempo accorto. Conosce i tempi della politica.
Le mosse da fare. Anche Furia e Carretta non sono ciechi. Ma hanno  bisogno di occhiali appositi per vedere ciò che ( forse ) altri vedono essendo distanti dall’agonismo politico. Questi occhiali si chiamano partito. Ora ci sono solo più i social che, in molti casi, si inventano una realtà. Una realtà che fa comodo per le proprie esigenze, quasi una realtà fatta su misura, forse per i propri bisogni, sicuramente per i propri interessi. Molte volte le esigenze collettive non collimano con gli interessi individuali. Dunque si produce un oggettivo scollamento tra ciò che si dice e ciò che si farà. Su questo i pentastellati sono stati dei maestri assicurando a Torino 5 anni di oblio.
Loro, comunque, sono stati coerenti.  Hanno detto che avrebbero realizzato la decrescita felice. Detto fatto, ora Torino vive di assistenza e molti sono convinti che ci aspettano tempi di licenziamenti e dunque di ulteriore impoverimento sociale ed economico. Non possiamo arrenderci alla inevitabile. Abbiamo una sola carta da giocarci: ricostruire una credibilità della locale classe dirigente. Credibilità verso Roma come verso Bruxelles. Molto alta la posta in gioco senza possibilità di sbaglio. E per una volta desidero , voglio essere positivo.  Dai Torino, ce  la puoi fare.  Anzi, direi di più, hai il dovere morale di farcela.
Patrizio Tosetto

Quei leader politici ma anche spirituali…

È consuetudine, ormai anche da settori che hanno contribuito nel tempo a distruggere e a criminalizzare politicamente la classe dirigente del passato, rimpiangere quei leader e quegli statisti.

Certo, essendo di fatto impossibile tracciare qualsiasi confronto con la classe dirigente contemporanea.

Del resto, dopo avere teorizzato per molti anni la lotta senza quartiere contro la
politica, i suoi strumenti essenziali e le sue modalità concrete, era abbastanza scontato che prima
o poi si approdasse ad una non classe dirigente. Cioè ad una consorteria dove a prevalere erano
disvalori quali l’incompetenza, l’inesperienza, l’improvvisazione, la casualità e l’odio implacabile
contro tutto ciò che era semplicemente riconducibile al passato. E l’avvento al potere dei 5 stelle
non poteva che essere la naturale conseguenza di tutto ciò. Certo, aiutato da contributi non
casuali come, ad esempio, la violenta e spregiudicata operazione di potere denominata
“rottamazione”, o l’esaltazione dell’”anno zero” intesa come volontà di distruggere e sfregiare chi
ti ha preceduto. Il tutto culminato con le parole d’ordine che tuttora segnano in profondità
l’esperienza e la prassi dei 5 stelle. Cioè il “vaffaday”.

Ora, c’è un aspetto essenziale, e forse volutamente trascurato, che però vale ricordare e
rammentare quando si ricorda la classe dirigente democratico cristiana che ha saputo guidare ed
orientare laicamente, con sapienza ed intelligenza, il nostro paese per quasi 50 anni. Ovvero, la
dimensione spirituale di quei leader e di quegli statisti. Un osservatore disattento potrebbe
sostenere che tutto ciò è un affare che riguarda la coscienza del singolo e che non può e non
deve condizionare l’attività politica e di governo. Eppure proprio quei leader e quegli statisti sono
stati i principali difensori della laicità dell’azione politica da un lato e gli alfieri decisivi della
importanza e della centralità delle nostre istituzioni democratiche. Cioè dello Stato. Ma l’elemento
che ha caratterizzato il profilo e la natura di quelle persone è stato la profonda spiritualità che li
animava. Erano uomini e donne di Stato ma, al contempo, erano anche punti di riferimento per
quelle comunità ecclesiali e di credenti che credevano nell’impegno politico e nella difesa e nella
promozione dei ceti popolari attraverso l’azione politica e di governo. Ecco la specificità di quella
classe dirigente, oggi praticamente introvabile ed evaporata. Un elemento che, certo, interessa e
coinvolge principalmente la storia e l’esperienza del cattolicesimo politico italiano, ieri come oggi.

Ma rappresenta anche un elemento che interessa e coinvolge l’intera storia del nostro paese.
Laici o credenti che siano non fa alcuna differenza. Certo, leader e e statisti che non ostentavano
simboli religiosi, che non ambivano ad essere “cattolici professionisti” di turno per dirla con Mino
Martinazzoli nè potevano essere tacciati di diventare “sepolcri imbiancati” per citare un altro
grande leader democratico cristiano, Carlo Donat-Cattin. Erano, molto più semplicemente e
discretamente, credenti e politici. Ma punto di riferimento sia della comunità ecclesiale e sia della
comunità politica.

Una tradizione, o meglio una esperienza umana, civile e religiosa che, purtroppo, non siamo stati
in grado di proseguire, di inverare e di declinare anche nella società contemporanea. Al di là dello
scorrere inesorabile del tempo e del profondo cambiamento delle diverse fasi storiche.
Ecco una delle tante lezioni che possiamo trarre dal passato, che non tramonta e che non va
rottamato, quando ripercorriamo la miglior stagione del cattolicesimo politico, sociale
democratico nella storia del nostro paese. E cioè, nel rigoroso rispetto della laicità dello Stato e
della stessa azione politica, non esiste un leader politico cattolico democratico se, accanto al
progetto politico che interpreta e che rappresenta in quel particolare momento storico non è
accompagnato anche, e soprattutto, da una solida e non ostentata spiritualità. Senza alcuna
deviazione clericale e confessionale ma con la consapevolezza che l’ispirazione cristiana continua
ad essere fonte inesauribile per una seria, ricca e costruttiva azione politica. A livello locale come
a livello nazionale.

Giorgio Merlo

Ok al ddl sul turismo itinerante

La commissione Turismo (presidente Claudio Leone) ha licenziato a maggioranza il ddl 85 che modifica la legge regionale sui complessi ricettivi all’aperto e sul turismo itinerante, approvata nel 2019.

Come ha spiegato l’assessore Vittoria Poggio, il provvedimento si è reso necessario dopo le osservazioni, i pareri e le impugnazioni da parte di alcuni Ministeri (Mibact e Interni) e dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. In particolare, sono stati mossi rilievi sulla compatibilità ambientale per quanto riguarda gli allestimenti ricettivi all’aperto, nonché sul rischio di generare confusione con le norme vigenti nel settore tecnico-edilizio.

Il presidente del gruppo Pd Raffaele Gallo è intervenuto nel dibattito e ha affermato che “alcune modifiche al testo del disegno di legge sul turismo itinerante sono effettivamente quelle richieste dal Governo, altre rispondono alla necessità di chiarimento o coordinamento del testo. Sul tema del garden sharing, invece, vogliamo portare avanti una riflessione ampia e articolata e per questo motivo abbiamo chiesto di stralciare tutte le parti che riguardano questo argomento”.

La Commissione ha quindi accolto all’unanimità la proposta di rinviare a un’ulteriore norma gli interventi non oggetto di rilievo governativo.

 

Magliano: “Natale drammatico per i dipendenti Tundo”

“Ora ci pensi la Città di Torino con l’Articolo 30”


Diversi lavoratori attendono ancora mesi di stipendio. Molti ex dipendenti attendono, da tempo immemore, il TFR. A tutti va la mia totale solidarietà: la situazione è inaccettabile. Mi associo alle richieste dei sindacati: ora intervenga il Comune utilizzando l’Articolo 30 e pagando direttamente. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per la procedura aperta, appena andata deserta, relativa al trasporto per i centri diurni: ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa per affrontare entrambe le questioni.

Sarà un Natale drammatico, per i dipendenti Tundo. L’ennesimo. La misura è colma, la situazione non è più accettabile. Diversi lavoratori sono in credito di vari stipendi arretrati. In particolare, denunciano le organizzazioni sindacali, gli stipendi di ottobre non sono ancora stati accreditati sui conti correnti di alcuni dipendenti. Non risultano pervenuti gli stipendi relativi ai mesi successivi, né la tredicesima. Solo con molto ritardo sono stati versati gli stipendi da giugno a settembre e la quattordicesima. A tutte le persone coinvolte va la mia più assoluta solidarietà: persone già provate dalle vicissitudini di tutti questi mesi e che ora rischiano di arrivare stremate a un Natale di gravissima difficoltà, dal punto di vista economico e dal punto di vista psicologico. Faccio mio l’appello sindacale: vista la comprovata e perdurante incapacità, da parte dell’azienda, di pagare, intervenga la Città di Torino, saldando le spettanze forte dell’Articolo 30 del Codice degli Appalti.

TRASPORTO CENTRI DIURNI, DESERTA LA PROCEDURA APERTA: LA MIA PREOCCUPAZIONE
Mi preoccupa, inoltre, il fatto che sia andata deserta la procedura aperta relativa alla gara per l’affidamento del servizio di trasporto in presidi diurni a gestione comunale per le persone con disabilità. Ho già predisposto un’interpellanza per affrontare in Sala Rossa entrambe le questioni, chiedendo alla Giunta in quale modo intenda procedere per l’affidamento del servizio centri diurni e se l’Amministrazione stia già portando avanti gli atti propedeutici all’attivazione della procedura ex Articolo 30.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

Tav, Ruffino: “100 milioni alla Valle grazie alla responsabilità del Centrodestra”

È solo grazie ai voti del centrodestra se ai Comuni della Valsusa arriveranno 100 milioni di compensazioni, aggiuntivi ai 9 già stanziati, per la realizzazione della Tav.

Al momento di votare in Commissione Trasporti alla Camera il contratto di programma finalizzato al completamento della Tav, i componenti del M5s sono usciti dall’Aula e il contratto è stato approvato solo grazie ai voti del centrodestra.

     Il documento prevede compensazioni per circa 100 milioni di euro per i Comuni valsusini, risorse che sarebbero andate perse senza il voto del centrodestra. Il livello di irresponsabilità dei Cinquestelle e il loro disprezzo per gli interessi delle genti della valle è qualcosa di indegno. Faranno bene a ricordarselo gli abitanti della valle.

On Daniela Ruffino, Forza Italia

“La Giunta Regionale non muove un dito di fronte all’emergenza povertà”


Faccio mie le parole dell’Arcivescovo Nosiglia: dopo le varie promesse, al momento da parte della Giunta Regionale non si è visto alcun impegno. Trentamila i torinesi che si sono rivolti ai centri Caritas quest’anno: dov’è finito il milione di euro promesso dalla Giunta? Che cosa è stato fatto, oltre ai pur utili bandi annuali, alla luce delle mutate condizioni sociali? Moderati disponibili a sostenere fin da subito in Consiglio Regionale qualsiasi misura a sostegno delle persone colpite dalla crisi.

Povertà a Torino, numeri terrificanti. I dati riferiti dall’Arcivescovo Nosiglia nella tradizionale conferenza natalizia parlano chiaro: sono 30mila i torinesi che si sono rivolti alla Caritas quest’anno, per la maggior parte per la prima volta, dopo aver perso il lavoro o aver visto precipitare il proprio reddito a causa della crisi. Di fronte a tutto questo, totalmente inadeguata, finora, è stata la risposta della Regione Piemonte. Dopo le promesse di collocare fondi fino a un milione di euro a oggi non abbiamo visto un centesimo. Lo stesso Arcivescovo rileva che al momento non si sono visti gli effetti pratici degli impegni presi a più riprese. Che cosa intende fare La Giunta, alla luce delle mutate condizioni sociali e della crisi tremenda che stiamo vivendo, oltre ai (pur sempre positivi e utili) bandi pubblicati ogni anno? Come intendiamo supportare, per esempio, gli Snodi Territoriali di solidarietà? Questa Giunta da mesi non ha fatto letteralmente nulla in termini di supporto alle povertà. Le promesse fatte durante i sopralluoghi alla presenza dei Volontari non sono state mantenute. I Moderati si dicono fin da ora disponibili a sostenere con il voto in Aula qualsiasi misura, sperando che la volontà, almeno quella, da parte del Presidente Cirio e dell’Assessore Caucino ci sia.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Tav, Fi: “Ennesimo teatrino giallorosso”

“Ancora una volta per salvare la Tav è stato necessario il voto del centrodestra. Ieri  in Commissione Trasporti è andato in scena l’ennesimo teatrino del melodramma giallorosso.

Divisi su tutti tirano a campare, incollati alle poltrone, sperando come in questo caso che la responsabilità del centrodestra eviti la resa dei conti interna. L’uscita del M5s dalla Commissione Trasporti per il contratto di programma tra Mit, Ferrovie e Telt è un fatto gravissimo. In qualsiasi democrazia occidentale, di fronte ad un partito di maggioranza che smentisce il proprio Governo, il presidente del Consiglio ne trarrebbe le dovute conseguenze e rassegnerebbe le dimissioni. Il richiamo della poltrona peró é purtroppo più forte di quello della dignità e del rispetto degli italiani. E quindi si preferisce continuare con queste sceneggiate che dimostrano come Torino e tutto il territorio provinciale sia considerato da questa maggioranza nazionale come un terreno di scontro e non invece come un’area sulla quale investire per il futuro del Paese. La Tav a Torino significa logistica, sviluppo, centralitá geopolitica ed economica. Questioni del tutto sconosciute al M5s. Confidiamo che le amministrative di Torino siano l’occasione per dare finalmente in mano al centrodestra la guida del capoluogo e della Cittá Metropolitana. Solo così si potrà strappare finalmente Torino dal declino in cui l’hanno atta precipitare prima le Amministrazioni delle sinistre e ora il monocolore grillino”. Ad affermarlo in una nota il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo, i suoi vice Roberto Pella, Roberto Rosso e Diego Sozzani e il commissario degli azzurri per la Città di Torino Marco Fontana.

(Foto archivio)

Lista civica La Piazza: “Un giardino dedicato a Tina Anselmi”

Caro direttore, il giardino pubblico compreso tra l’edificio numerato 112 – 116 della via Buenos Aires, e gli interni 119 – 129 della via San Marino, rappresenta uno spazio ricreativo e di aggregazione importante per il quartiere e per le aree residenziali limitrofe, densamente popolate.

L’area è frequentata da numerosi giovani, anziani e famiglie.

Nonostante ciò, il giardino non ha mai avuto una propria denominazione. Ritieniamo che l’intitolazione proposta contribuirebbe a dare identità e dignità a tutta l’area, nonché ad alimentare il senso di appartenenza nei cittadini residenti e a contrastare il degrado e l’incuria che da tempo caratterizzano gli spazi.

Lista Civica La Piazza

Grimaldi (Luv) – Valle (Pd): “Uso spregiudicato della comunicazione”

Siamo davanti ad un uso spregiudicato e mistificatorio della comunicazione politica e istituzionale che danneggia il Piemonte e la lotta al Covid. Rispondendo ai nostri question time, gli Assessori Icardi e Marnati hanno confermato che dal 3 dicembre il Ministero aveva dato indicazione specifica di conteggiare in tabella i soli tamponi molecolari e che gli oltre 200.000 tamponi defalcati al Piemonte si devono al caricamento, errato, di tamponi rapidi.

Questo perché, a differenza di quanto esplicitamente detto dal Ministero, i tamponi rapidi non potevano essere contati insieme ai molecolari e su questo non c’è più alcun dubbio. Oggi è stato annunciato che nelle prossime settimane questa direttiva cambierà, ma se lo farà interesserà tutte le Regioni e questo è un presupposto fondamentale per monitorare l’andamento dei contagi in tutta Italia: se ogni Regione carica dati diversi come facciamo ad avere un quadro della situazione chiaro?

E probabilmente aver mescolato i due dati per circa otto settimane e proprio nella fase più calda della seconda ondata ha proprio dato una percezione sbagliata dell’epidemia in Piemonte.

A molti mesi dall’inizio della pandemia la nostra Regione sconta ancora molte difficoltà a processare i tamponi molecolari e la conferma ci arriva proprio dall’assessore Marnati il quale rivendica una capacità del sistema pubblico di processare 9.000 tamponi al giorno che potrebbe raddoppiare facendo ricorso a laboratori privati ma che, nei fatti, non aumenta mai. La settimana del 15 ottobre denunciavamo che a differenza delle altre Regioni il Piemonte faceva solo circa 5 mila tamponi contro i 29 mila in Lombardia, 21 mila in Veneto e 15 mila in Emilia Romagna; nelle settimane successive, inserendo nel conteggio dei tamponi totali anche quelli rapidi in barba alle indicazioni ministeriali, la Giunta aggiustava quei numeri impietosi: si nascondeva la polvere sotto al tappeto. Questo cortina fumogena ha nascosto, almeno fino a venerdì scorso, il dato più importante: il Piemonte era e rimane ancora il fanalino di coda tra le regioni più popolose in termini di capacità di processare tamponi molecolari ma soprattutto per la capacità di tracciamento.

Marco Grimaldi – Presidente Gruppo Luv in Consiglio regionale

Daniele Valle – Pd Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19