POLITICA- Pagina 442

Cattolici popolari tra identità e alleanze

Il dibattito tra i cattolici popolari e democratici tra la conservazione dell’identità e la ricerca delle
alleanze non nasce oggi.

Anzi. Accompagna, da sempre, il cammino tortuoso ma esaltante, di
un’area culturale che, malgrado l’afonia e l’irrilevanza pubblica degli ultimi anni, ha comunque
contribuito in modo decisivo e qualificante alla conservazione della qualità della nostra
democrazia, al consolidamento delle istituzioni democratiche e alla salvaguardia del nostro
impianto costituzionale. In un paese, e’ sempre bene ricordarlo, che continua ad essere
caratterizzato da “una passione intensa e da strutture fragili, secondo l’ormai celebre definizione di
Aldo Moro.

Ora, e’ del tutto evidente che di fronte ad una crisi della politica sempre più marcata e strutturale,
le stesse culture politiche possono e debbono far risaltare la propria voce, il proprio pensiero e,
soprattutto, la propria originalità. Sotto questo versante, la vera sfida politica, culturale e forse
anche organizzativa nella stagione contemporanea, è proprio quella di saper valorizzare la propria
identità da un lato inserendola, però, in una cornice di alleanze che preveda la presenza di altri
filoni ideali e che siano in grado, insieme, di dar vita ad un progetto politico democratico, riformista,
di governo e in grado di saper intercettare e di farsi carico delle istanze e dei bisogni dei ceti
popolari. A partire, appunto, dai ceti popolari.

Una sfida, quindi, a cui si deve rispondere non con la
riproposizione di una sterile ed inconcludente testimonianza ma, al contrario, con una strategia che
sappia declinare laicamente il nostro patrimonio culturale con l’apporto decisivo di altre esperienze.
E questo per una ragione molto, molto semplice. Dopo al fine della Dc e del Ppi e l’impossibilita’ di
riproporre quelle straordinarie esperienze politico ed organizzative, dopo il fallimento politico ed
elettorale delle cosiddette esperienze “identitarie” frutto e prodotto di un impianto clerical/
confessionale e di inguaribili primogeniture narcisistiche ed autoreferenziali, dopo l’inadeguatezza
dell’avventura populista e demagogica degli attuali attori politici – anche se ancora accompagnati
da vasti consensi popolari e sociali – e’ sempre più indispensabile rilanciare una strategia politica
che veda nel cattolicesimo popolare e sociale un protagonista e non solo una stampella.

Purché
accetti, sino in fondo, un postulato della vera cultura democratico cristiana: ovvero, saper misurarsi
con una autentica “cultura delle alleanze”. Senza cedimenti clericali e confessionali, senza
tentazioni autoreferenziali e soggettive e, soprattutto, senza regressioni puramente testimoniali.
Anche se nobili e del tutto legittime.

Ecco, la vera sfida oggi e’ tutta racchiusa in questa scommessa. La capacita’ di saper “trafficare i
propri talenti” deve saper coniugarsi con l’altrettanto capacità di ritornare protagonisti in una
stagione politica che richiede presenza pubblica, organizzazione, elaborazione culturale e un
progetto di società. Il ritorno della destra, l’auspicato – per il momento un pio desiderio – ritorno
della sinistra e la persistenza di una presenza antisistema e populista come quella dei 5 stelle non
può non prevedere una presenza qualificata e visibile di una tradizione culturale che, con altre, può
far uscire il nostro paese da una situazione di degrado politico e di pressappochismo culturale
ineguagliabili.

Viene da dire, citando uno slogan di cui si è molto abusato negli anni passati, “se non ora
quando?”.

Giorgio Merlo

“Cirio, primo voltafaccia sulle Scuole Paritarie”

Riceviamo e pubblichiamo
Nonostante le roboanti promesse e la pubblica firma del manifesto della FISM nell’ultima campagna elettorale da parte del candidato Presidente, la nuova Giunta Regionale parte subito programmando l’apertura di nuove sezioni statali per l’infanzia a Campiglione Fenile (Torino), a pochi chilometri da altri Istituti (Paritari) con disponibilità di posti. A maggior ragione in una fase di decrescita demografica, in questo modo si penalizza l’intero sistema. 

Chi sperava in un cambio di rotta politica della Giunta Cirio rispetto all’Assessorato Pentenero ha avuto una brutta sorpresa. Pronti via, la nuova Giunta di centrodestra approva l’apertura di nuove sezioni statali (Scuola dell’Infanzia) nel territorio di una zona, quella del comune di Campiglione Fenile (Torino), già servita nel raggio di pochi chilometri da altri Istituti (Paritari) con disponibilità di posti.
Qual è la reale posizione di questa Giunta, al di là delle dichiarazioni di circostanza dell’Assessore Chiorino, sul tema del diritto alla libertà di educazione? Quanto valgono le dichiarazioni di principio pronunciate dall’attuale Presidente in campagna elettorale?
A inizio maggio, l’attuale Presidente Cirio aveva firmato in pompa magna (primo tra i candidati Presidenti) il manifesto della FISM, garantendo che non avrebbe permesso l’apertura nuove Sezioni Statali in presenza, nello stesso territorio, di Scuole Paritarie. Invece è immediatamente accaduto il contrario, dopo due soli mesi di legislatura, oltretutto in presenza di un parere negativo da parte della FISM regionale.
Una preoccupante continuità rispetto alle modalità d’azione dell’Assessorato Pentenero. Spero vivamente in un pronto rientro in carreggiata. La FISM e le Scuole Paritarie prendano atto di questa prima misura della nuova Giunta. Questo, a maggior ragione in una fase di calo demografico, è il modo migliore per danneggiare tutto il sistema scolastico, che dovrebbe invece fondarsi sull’equilibrio tra Istituti Statali, Comunali e Paritari.
Silvio  Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Striscione Bibbiano: dibattito in Consiglio regionale

“I minori rappresentano una assoluta priorità dell’azione di governo dell’attuale giunta regionale. Abbiamo voluto lanciare un monito forte a tutti coloro che sono chiamati a occuparsi di un tema così importante, è solo questo il senso dello striscione appeso”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa, Chiara Caucino, nelle comunicazioni svoltesi oggi in Consiglio regionale su richiesta del gruppo PD.

Per l’assessore l’obbiettivo è stato raggiunto e quindi lo striscione sarà rimosso. Chiara Caucino ha annunciato che intende rafforzare i controlli a tutela dei minori (nel 2017 in Piemonte erano circa 2.500 tra quelli in affidamento o ospiti di 221 strutture residenziali) attraverso nuovi stanziamenti di risorse, la costituzione di una commissione di vigilanza assessorile, l’implementazione della collaborazione con il Tribunale dei minori. Ricordando la revoca avvenuta all’indomani del suo insediamento della convenzione con una casa-famiglia del pinerolese per il trattamento riservato a 5 minori ospiti, l’assessore ha annunciato una legge “allontamento zero”, che preveda l’affidamento solo di fronte a evidenti e gravi violenze sui minori.

Per il capogruppo PD Domenico Ravetti, sulla difesa dei bambini non ci sono bandiere politiche, “non c’è una Giunta che ci crede di più”. Per Ravetti dietro lo striscione  c’è il rischio della strumentalizzazione politica, “occorre evitare di tinteggiare le facciate delle nostre istituzioni una volta di un colore, un’altra volta di un altro”. Il capogruppo ha annunciato che il PD proporrà in sede di bilancio incrementi delle risorse per i minori e ha sostenuto che per l’utilizzo delle facciate delle sedi istituzionali per la comunicazione sono necessarie regole che coinvolgano il Consiglio regionale: “Per esporli è meglio passare da un voto in aula con maggioranza qualificata”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ha sostenuto che “il problema è ciò che è successo a Bibbiano, non gli striscioni che chiedono verità”. Marrone ha chiesto l’istituzione di una indagine conoscitiva nella Commissione competente per verificare che quanto è accaduto in Emilia Romagna non si sia verificato anche in Piemonte: “In questo caso il nostro dovere è intervenire”.

Alberto Preioni, capogruppo della Lega, ha annunciato che presenterà un ordine del giorno per regolamentare l’affissione di striscioni sulle sedi regionali: “ Il problema però non è la posa di uno striscione che chiede solo verità, una cosa bellissima”. Preioni si è detto d’accordo con Marrone sulla indagine conoscitiva.

“Mi sarei aspettato solo parole di sottoscrizione e condivisione di quello striscione, si chiede la verità su fatti che dovrebbero far ribollire la nostra coscienza” ha sostenuto Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia, che ha convenuto sull’utilità di regolamentare l’utilizzo delle facciate regionali, anche se in passato sono state usate liberamente.

Per Marco Grimaldi, capogruppo di Luv, “le facciate pubbliche non si usano per polemica politica o sciacallaggio”. Grimaldi ha invitato la Giunta ad occuparsi dei temi di sua competenza invece di usare strumentalmente gli striscioni.

Nel dibattito sono anche intervenuti Monica Canalis (PD), Carlo Riva Vercellotti (FI), Sergio Chiamparino (PD), Daniele Valle (PD).

Al termine del dibattito il presidente del Consiglio Stefano Allasia ha annunciato che l’ufficio di presidenza si occuperà di formulare una proposta per regolare l’esposizione di striscioni sulle facciate istituzionali.

priconosciuto

Chieri, interrogazioni della Lega

Il 30 luglio, alle ore 19.45, si tiene una seduta del consiglio comunale di Chieri. Il gruppo consigliare della Lega, con Luigi Furgiuele ed Emma Fasano ha presentato due interrogazioni.

Nella prima evidenzia che il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, ha partecipato il 15 giugno scorso in forma istituzionale al Torino Pride con la fascia tricolore. Nell’evidenziare nel loro intervento che “la presenza a tale manifestazione etico ideologica in rappresentanza dei cittadini chieresi ha suscitato perplessità e divisione all’interno dell’opinione pubblica, sulla partecipazione stessa non in forma privata ma istituzionale” gli interroganti chiedono al primo cittadino le motivazioni che hanno indotto a tale scelta.

La seconda interrogazione riguarda il fatto che in via Nostra Signora della Scala da molti anni sono parcheggiate alcune autovetture prive di contrassegno, le quali risultano, a tutti gli effetti, auto abbandonate. Furgiuele e Fasano rilevano che, nonostante i vari solleciti e segnalazioni da parte dei cittadini, i veicoli continuano sempre a rimanere allo stesso posto, anzi uno da oltre 5 anni, interrogano l’amministrazione per sapere se, anche di concerto con il corpo di polizia municipale, si intenda trovare una soluzione.

Furgiuele, poi, evidenzia che, all’inizio della seduta chiederà un minuto di silenzio per commemorare la figura del vice brigadiere dei carabinieri barbaramente ucciso da un delinquente americano a Roma

Il Consiglio regionale commemora il carabiniere ucciso

“Nella notte tra giovedì e venerdì  a Roma nel quartiere Prati, il vicebrigadiere dell’arma dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, veniva ucciso  con 11 coltellate da due studenti americani”.

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha aperto la seduta odierna dell’Assemblea per commemorare il militare caduto nell’adempimento del dovere.

Allasia ha continuato ricordando che il carabiniere trentacinquenne si era sposato solo “da 40 giorni. Mario era originario di Somma Vesuviana in provincia di Napoli, e chi lo conosceva lo descrive come persona premurosa  che amava il suo lavoro che faceva con onestà, passione e amore per il prossimo.

In questi giorni un profondo senso di sgomento e di dolore ha accomunato l’opinione pubblica in tutta Italia ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell’espressione della più sincera vicinanza ai familiari del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

Altrettanta partecipazione rivolgo all’Arma dei Carabinieri, convinto di interpretare la sensibilità dell’intera comunità piemontese”. La cerimonia si è chiusa con un minuto di silenzio.

PD: “Finalmente si è tornati alla realtà. Nessun buco allarmante”

 “Finalmente siamo passati dalle discussioni sui giornali al confronto in commissione. Questa mattina l’assessore Icardi nella sua informativa ha precisato che il disavanzo finale, anche grazie all’uso di fondi extra, sarebbe di circa14 milioni di euro, una situazione ben più governabile rispetto ai paventati 450 milioni che emergono dai bilanci preventivi e che potremo analizzare solo quando saranno messi a disposizione i dati dei consuntivi trimestrali.

La preoccupazione dell’assessore è relativa al 2020 e al 2021, ed è una preoccupazione condivisibile perché la spesa per i farmaci innovativi ed il costo del rinnovo del contratto di lavoro richiedono che si apra con il Governo una discussione sulla quantificazione del fondo sanitario, altrimenti la maggiore spesa verrà scaricata sulle Regioni. Questo è il vero allarme ed è necessario che Cirio ed Icardi chiedano al Governo di aprire urgentemente una trattativa che porti ad un aumento della quota del fondo sanitario” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi

“Governare significa trovare il punto di equilibrio tra la capacità di erogare servizi  e la compatibilità economica – afferma il portavoce del Pd in Commissione Sanità Raffaele Gallo – Nei cinque anni passati la Giunta Chiamparino ha fatto scelte precise per contenere la spesa, come ha riconosciuto lo stesso assessore Icardi, senza recare  ulteriori disagi ai cittadini. E’ importante sottolineare, in particolare, il contenimento della spesa farmaceutica attraverso le gare centralizzate. In merito, poi, all’apertura alla sanità privata annunciata da Cirio, è importante chiarire che i maggiori fondi per gli erogatori privati non vadano a discapito della sanità pubblica. Quindi, come ha intenzione di fare Icardi?”

“Come Pd, poi, crediamo sia urgente che la Regione si doti di un piano socio-sanitario per affrontare questioni non più differibili come le cronicità, la non-autosufficienza e le post-acuzie. Se si ritiene che queste siano priorità, allora bisogna fare scelte precise in termini di politica sanitaria” precisa il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria – conclude il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni – nonostante una cerca vaghezza da parte dell’assessore Icardi sui nuovi ospedali, valutiamo positivamente il fatto che non si voglia rimettere in discussione il percorso finora compiuto sul Parco della Salute, evitando perdite di tempo che rischierebbero di pregiudicare un’infrastruttura imprescindibile. Bisognerà avviare una discussione sul futuro degli attuali ospedali della Città della Salute, ed auspichiamo che il Consiglio regionale possa svolgere un effettivo ruolo di approfondimento, di controllo e di proposta”.

“Non facciamo morire due volte il carabiniere”

Riceviamo e pubblichiamo

È uno spettacolo raccapricciante quello messo in scena dalla politica e dai social network.

È anche, purtroppo, lo spaccato più autentico dei veleni che scorrono nella nostra società. Il vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega è stato ucciso da due balordi di nazionalità americana. Alla sua famiglia e alla Benemerita ogni italiano perbene deve il proprio cordoglio e il ringraziamento affettuoso. Alla vedova di Mario lo Stato deve fornire la tutela legale, concedere un riconoscimento stabile e a vita per il sacrificio cui è stato costretto il suo giovane consorte. Questo dovrebbe accadere in un Paese civile, mettendo da parte polemiche e strumentalizzazioni che immiseriscono una tragedia umana. Siamo diventati un Paese “eccessivo”. Penso alle reazioni di violenza, di cinismo e insieme di imbecillità, come quella dell’insegnante che esulta per “uno in meno”. Penso alle scritte alla manifestazione No-Tav di ieri. Penso anche alla foto del giovane arrestato e con gli occhi bendati. Come pure alle fake news sull’identità dei due aggressori come nigeriani. Un Paese eccessivo e squilibrato: i codici disciplinano ogni fattispecie di “eccesso di difesa” ma poco o nulla dicono sull’ “eccesso di offesa”. Un milite delle Forze dell’Ordine può difendersi solo in condizioni estreme quando, come nel caso del povero vice brigadiere, difendersi è diventato impossibile. Assistiamo a un imbarbarimento della vita sociale e la politica, anziché farsi argine al degrado, pensa di sfruttarlo per lucrare altri voti. Non è questo il modo migliore per onorare la memoria di Mario Cerciello Rega. È il modo per farlo morire due volte.

 Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

Tariffa rifiuti, interviene “Piemonte nel cuore”

Prorogare l’entrata in vigore della legge regionale 1 del 2019 per poi poterla superare dicendo così addio ai consorzi unici provinciali nell’ambito della raccolta rifiuti. Questo è, in sintesi, il significato di un’articolata mozione elaborata dall’associazione ‘Piemonte nel cuore’, alla quale fanno capo decine di liste civiche sul territorio regionale, inoltrata in molti comuni subalpini. “Con questa norma, una volta entrata in vigore – si legge nel documento – ci sarà un’unica tariffa provinciale, verranno messi insieme debiti e crediti di ogni ente, gestioni efficienti e gestioni deficitarie, con il risultato che i consorzi dove si è lavorato pagheranno per quelli dove si è lavorato meno bene”. Una volta approvato il documento dovrà venire inviato al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, all’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati, al presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ed al presidente della Commissione ambiente di Palazzo Lascaris.

Per questo motivo l’Associazione Piemonte nel Cuore, in collaborazione con MPP-Movimento Progetto Piemonte ha presentato l’ordine del giorno in decine di comuni piemontesi quali Chieri, Cambiano, Burolo, Costavescovado, Quagliuzzo, Cicogno, Rifreddo, Settimo Rottaro, Camino (dove il sindaco Giorgio Rondano è presidente dell’associazione Piemonte nel Cuore), Villamiroglio (depositato da Massimo Iaretti, presidente di MPP) e poi ancora a San Giorgio Monferrato, Villanova Monferrato, Giarole, Morsasco, Parella

 

Uomini, donne e caporali

Toto ‘ se non il più grande comico d’ Italia,  certamente lascerà la più grande eredità comica d Italia.  Conosciuto da tutti. Persino i nostri figli obnubilati dal Web lo conoscono,  il principe De Curtis.  Sintetizzati in lui gli opposti: Miseria e nobiltà.
La simpatica cialtroneria del suo essere napoletano e l’ intellettualismo del Pasolini in Uccellacci ed uccellini. Tutto e l’ incontrario di tutto. Memorabili le sue battute.  Come : siamo uomini o caporali? Stupendo, si intaglia soprattutto ad oggi. Ma anche lui non avrebbe capito. Ora Salvini litiga con Conte e Di Maio.  Poi Di Maio litiga con Conte e Salvini e dulcis in fundo Conte non sopporta più Salvini e Di Maio.  Dopo un 15 minuti tutte e tre sostengono che non stanno litigando e che la legislatura andrà avanti 4 anni.  Boh ! Totò non avrebbe capito anche noi Torinesi.
Lui che rivendicava l’ essere un uomo di mondo avendo fatto il militare a Cuneo. Ora che Chiaretta e pentastellati siano cotti è un dato di fatto. Magari con il voto amministrativo di Lombardia e Veneto ci saranno anche le politiche.  E la sindaca staccherà un biglietto per Roma. Ponti doro agli sconfitti. Molti i pretendenti alla carica di Sindaco. La nostra città non se la passa bene ma è pur sempre o dovrebbe essere la terza più importante d Italia. E Torino, ancora per adesso, Torino val bene una messa. Mi sono chiesto cosa ci faceva Stefano Ponchia all’ assemblea del Circolo del Risorgimento.  Il diavolo e l’ acqua Santa.  Poi è saltata fuori la proposta di Stefano De Giuli ed in lontananza sono riecheggiati i nomi dell’ eterno Salza come dell’ impavido Castellani. Eppure la Fiat non c è più.
Ha pure cambiato nome per non farsi riconoscere e la sede in Olanda soprattutto per non farsi raggiungere. Proprio così, ritornano. La parentesi di Appendino è  sicuramente servita per allontanare  da loro le responsabilità di un passato prossimo. Il declino della nostra città arriva da lontano. Qualcosa sembrava cambiato nel 2006 olimpico e qualcosa sembrava positivamente trasformato. Dunque Federico De Giuli in pole position? La sua grande forza: rampollo di una importantissima famiglia di imprenditori torinesi, che  potrebbe essere il suo limite. Per ora molto gettonato nel mondo che quasi trent’anni fa aveva promosso Alleanza Democratica con l’ intramontabile ed infaticabile Pino De Michele. A sinistra, pardon, centro sinistra la partita è appena iniziata.
Così scalpitano Lo Russo capogruppo pd, come La volta e il gentile e garbato Prof. onorevole Giorgis.  Non demorde Mauro Laus.  Indebolito dalla sua amicizia con Lotti ma ringalluzzito dal ritorno in pompa magna di Matteo Renzi di cui lui è un profondo estimatore. In Verità ha contro la fam. Gallo molto arrabbiata con lui per il superamento di Gallo Junior a candidato segretario del Pd.   Ma francamente ci aspettavamo di più.  Ad esempio una donna coniugata con la competenza.  Merce molto rara ultimamente. Sarebbe anche una risposta alla totale evanescenza della coppia Appendino e La Pietra.  Così, giusto per dire.  Meno complicato nel centro destra.  A tempo debito se ne occuperà Matteo Salvini. Indubbiamente sono difronte ad una occasione storica.  Sarebbe la prima volta a Torino.
Destra determinante a suo tempo per la vittoria al ballottaggio dell’ Appendino. Magari avevano già in testa ciò che sarebbe avvenuto.  Chiaretta si bruciava e dopo sarebbe toccato a loro. E adesso, nell’ ora del desio, i pentastellati mi producono un senso di umana pietà .Nessuno li vuole più.  Persino al corteo dei No Tav in Val Susa non sono desiderati. Ma anche loro, accidenti, un po’ se la sono cercata. Ed ora di fatto bevono tutto ciò che gli propina Matteo Salvini.  Quando cercano di difendersi ricadono nella macchietta. Anche qui Totò, il nostro caro Principe De Curtis non capirebbe.  Non è il solo. Siamo in molti nel non capire.  Ed io mi iscrivo di diritto all’elenco di chi non capisce.  O forse  non accetto e dunque non comprendo più questo incredibile e diffuso caos.
Patrizio Tosetto

Tav, la posizione dei Verdi

Di tutti i tradimenti grillini, quello sull’ ambiente è il più drammatico ! Lo dichiarano il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e la commissaria dei Verdi del Piemonte Tiziana Mossa.

Di Maio aveva definito la realizzazione della Tav una ” super cazzola” oggi apprendiamo che Conte sposa in pieno un bel SI Tav leghista! Stanno giocando sulla pelle degli abitanti della Val di Susa che si oppongono da anni alla realizzazione dell’ alta velocità.  Noi Verdi ci chiediamo, ma come si può pensare, come paese, di essere governati da gente che rimette in discussione impegni già presi?

“Noi Verdi, diciamo NO alla TAV, perché vogliamo far capire alle persone l’inutilità di quest’opera e al contempo proporre soluzioni concrete per rafforzare la linea ferroviaria già esistente e migliorare la mobilità, la tutela dell’aria e la salvaguardia della salute dei cittadini nelle Alpi”.  Concludono Bonelli e Mossa.