POLITICA- Pagina 420

La vignetta di Mellana

In un’ epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l’abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione. Se al terzo morso di lingua è ancora convinto e della cosa che stava per dire, la dice; se no sta zitto. Di fatto, passa settimane e mesi interi in silenzio.
(da Palomar di Italo Calvino)
 
Dopo essermi morso la lingua tre volte mi sento ancora di dire che tutto questo neoliberismo  é un efficace  ricostituente per il  neofascismo.
Claudio Mellana

Caso Rosso, il dibattito in Consiglio regionale

Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris

 

A conclusione dei lavori d’aula seguiti alle comunicazioni del presidente Alberto Cirio sull’indagine che coinvolge l’ex assessore Roberto Rosso, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato due ordini del giorno

 

Il numero 157, a prima firma Maurizio Marrone (Fdi) invita “il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli affari regionali e quello dell’interno a dare seguito con la massima tempestività agli atti e provvedimenti previsti dal Dl 235/12, alla sospensione di Roberto Rosso dalla carica di consigliere regionale”, impegna “il presidente del Consiglio regionale, l’Udp e il Consiglio regionale tutto a emettere immediatamente il provvedimento di sospensione, appena ricevuta notifica del relativo Dpcm e invita infine il Presidente della Regione, quando le accuse vengano confermate con l’avvio del processo, a formalizzare la costituzione di parte civile della Regione Piemonte nel procedimento penale. Il provvedimento è passato con 31 sì e 17 non votanti.

Il numero 160, primo firmatario Alberto Preioni (Lega), impegna “il presidente del Consiglio regionale ad assegnare il testo della legge” sul gioco d’azzardo “oltre alle Commissioni terza e quarta, anche alla Commissione Legalità”. Il documento ha ottenuto 31 sì, 16 non votanti e 1 no.

Sono stati invece respinti, con l’astensione della maggioranza, due altri Odg, entrambi a prima firma Marco Grimaldi (Luv). Il 158 che invitava tra l’altro “i presidenti di Commissione a sospendere l’esame della proposta di legge” sulle slot machine “al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema in Commissione legalità”. Il 159, poi, chiedeva di “dare mandato all’avvocatura di seguire la fine delle indagini e le eventuali successive richieste di rinvio a giudizio degli indagati dell’operazione Fenice, nonché alla Regione e ai singoli consiglieri di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, se sarà celebrato”.

 

Ecco il dibattito che si è svolto in Aula

 

“Quello che questa storia deve insegnarci è non solo che la mafia esiste, perché di questo siamo consapevoli, ma che può entrarci in casa senza che ce ne accorgiamo. E per impedirlo non abbiamo difese sufficienti. Dobbiamo crearle insieme, usando lo strumento della Commsisione legalità, valutando anche l’opportunità di accrescerne i poteri: mi appello all’aiuto di tutti. Chiedo venga convocata con urgenza, io vi parteciperò in prima persona – queste le parole del presidente della giunta Alberto Cirio sui fatti che hanno portato nei giorni scorsi all’arresto dell’assessore regionale Roberto Rosso – Auguro a Rosso di poter dimostrare l’estraneità ai fatti ma di fronte ad accuse così gravi e immagini che dimostrano l’esistenza di determinate frequentazioni non si può restare fermi e in silenzio. È il motivo per cui, ho immediatamente predisposto la sua revoca da assessore. Da giorni mi chiedo: “Abbiamo colpe?” – ha detto il presidente – Ha colpe Fratelli d’Italia per aver candidato Roberto Rosso? Ha colpa il Consiglio per averlo insediato come consigliere? Ha colpa la Giunta per averlo scelto come assessore? Ma la candidatura ha seguito tutte le procedure e verifiche di legge e la lunga carriera di Rosso non ha mai destato sospetti di questo tipo. Se solo avessi avuto un dubbio non solo non lo avrei nominato assessore, l’ho già detto e lo ribadisco, non ci sarei andato neanche a bere un caffè. Perché se le accuse saranno confermate, Rosso non avrà fatto solo un danno a se stesso ma al concetto stesso di rappresentanza delle istituzioni e di democrazia. Condivido la preoccupazione di queste ultime ore, ma non possiamo permettere che il caso singolo mini la legittimità e credibilità complessiva delle istituzioni. Anzi oggi più che mai dobbiamo lavorare insieme. Trasformiamo la nostra legislatura, malgrado quest‘ombra, in quella che ha cambiato davvero le regole di controllo, per sviluppare vaccini e anticorpi, ma anche argini e barriere contro ogni infiltrazione mafiosa. Una grande sfida che voglio cogliere e che non ha maggioranza e opposizione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Maurizio Marrone capogruppodi Fratelli d’Italia. “Non intendo cavarmela solo prendendo le distanze da quanto accaduto ma dobbiamo chiederci come mettere argine a questi tentativi di avvicinamento della criminalità organizzata. Una delle soluzioni è tenere a mente la propria identità di partito, la propria coerenza e serietà.  Non riteniamo sufficiente l’esclusione di Rosso da Fratelli d’Italia o dalla maggioranza. Attendiamo dimissioni volontarie da consigliere e, nel caso non arrivino, proponiamo unOdg che richiama la legge nazionale (legge Severini) chiedendo ai nostri presidenti Allasia e Cirio di svolgere pressione politica per evitare lungaggini burocratiche. La giunta Cirio ha ottenuto oltre 1 milione di preferenze, Fratelli d’Italia ha conquistato sul campo, con i suoi 100 mila voti, la legittimità dei suoi consiglieri. Ora si tratta di difendere la credibilità dell’istituzione e la sana volontà popolare”.

Per Domenico Ravetti, capogruppo del Pd, “per proteggere le istituzioni dalle infiltrazioni mafiosi occorrono diversi anticorpi: lotta alla mafia come espressione di responsabilità; una cultura che individui il fine della lotta;  l’Europa, come spazio minimo di tale battaglia antimafia; convincere i giovani che scorciatoie e furbizie hanno sempre un prezzo; essere dalla parte della magistratura non nell’indossare la stessa divisa ma garantendo le condizioni per  prevenire e reprimere fatti di mafia; la Politica intesa come il posto dei migliori; valutare il bene e il male delle leggi elettorali e strumenti più equi e liberi, lontano dall’ambizione dei singoli; dare operatività alla Commissione antimafia regionale; infine, perseguiamo unità: le mafie ci vogliono  divisi superficiali e ambiziosi”.

“La lega – ha spiegato nel suo intervento il capogruppo Alberto Preioni   – da sempre è contro la mafia. Ritengo dovute le dimissioni di Rosso e auspico si acceleri anche sulla sospensione da Consigliere. La mafia –ha aggiunto –  è insita in tanti ambiti dell’economia, ma non sarebbe giusto penalizzare interi settori. Penso al gioco legale, ingiustamente strumentalizzato e criminalizzato. Eventuali interferenze vanno ovviamente punite, ma senza puntare il dito su interi comparti”.

Per Marco Grimaldi (Luv), “qualunque cosa accadrà, questa legislatura sarà compromessa, macchiata, moralmente ed eticamente finita. Le dimissioni di Rosso non cancellano nulla, poiché resta il dubbio su quale fosse l’oggetto dello scambio. Quali le promesse concordate? Interrogativi a cui non sa rispondere né il presidente Cirio né la sua maggioranza.  Il voto elettorale è stato inquinato, una macchia indelebile. Per questo sfidiamo i presidenti Cirio e Allasia a giocare una nuova partita elettorale senza trucchi e inganni. I voti non si comprano, non si contano e non si restituiscono, per cancellarli l’unica soluzione è annullare le elezioni e tornare al voto”.

Forte senso di inquietudine ha espresso Paolo Ruzzola (Forza Italia), nel vedere l’intero paese colpito da numerosi arresti per infiltrazioni mafiose. “Pur nel rispetto del principio di non colpevolezza, dobbiamo difendere la dignità di tutti noi. Per questo Forza Italia ha sottoscritto l’Odg del consigliere Marrone in cui ribadiamo la necessità che la Regione si costituisca parte civile contro il consigliere Rosso e chiediamo la tempestiva sospensione dalla carica di consigliere. La Regione e la maggioranza sono parti lese in questa vicenda”.

“I fatti sono gravissimi -secondo la capogruppo cinque stelle Francesca Frediani (M5s)  -e gettano un’ombra pesante su tutta la maggioranza e di riflesso su tutta l’istituzione regionale. Il Tema legalità è da sempre tra le priorità del M5s, per questo abbiamo fortemente voluto l’istituzione di una Commissione legalità, che però fino a ieri è sempre stata subordinata all’istituzione della Commissione autonomia. Per fortuna oggi le priorità sembrano essere cambiate. Quando non basta il buon senso per prendere decisioni, arrivano i fatti a mettere in luce le reali priorità”.

“Politica e mafia o si fanno la guerra o si accordano – ha esordito in aula Silvio Magliano (Moderati), citando Borsellino –  Dobbiamo pensare a come condurre l’attività politica d’ora in avanti, è evidente che esista un problema educativo che deve partire dalla scuola. C’è un altro modo di essere cittadini. Un fatto come questo mette in discussione chiunque ma da oggi occorre alzare il livello di attenzione su tutti gli ambiti di interesse della criminalità: gioco d’azzardo, ambiente, rifiuti, urbanistica, mondo del no profit, commercio. Se vogliamo dare dignità alla politica dobbiamo farlo insieme. La lotta al crimine ci può unire.

Per Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte – Monviso) “pur non essendoci diretto coinvolgimento della Giunta o del Partito, un’eventuale contrattazione con la criminalità tradisce il mandato, i sogni e le aspettative degli elettori che si sono affidati ai candidati. Non possiamo permettere che la criminalità si introduca in queste aule e che venga accettata come interlocutore”.

Cirio sull’ex assessore Rosso: “Sbagliato che un caso singolo possa infangare tutto e tutti”

Questa mattina a Palazzo Lascaris il delicato e atteso dibattito sulle comunicazioni del presidente della Regione Alberto Cirio sul caso dell’arresto dell’ex assessore Roberto Rosso

 

“Se solo avessi sentito anche un chiacchiericcio non sarei neppure andato a prendere un caffè con Rosso”, ha detto il governatore. “Abbiamo delle  colpe? Fratelli d’Italia ne ha ? Ha colpe il Consiglio regionale? Penso che a nessuno possano essere mosse colpe di superficialità e sottovalutazione: non c’è stata leggerezza da nessuno”. Ha proseguito il presidente:  “Noi siamo gente per bene, pensare che un caso singolo possa infangare tutto è sbagliato. In questi giorni sono stato male. Se le accuse saranno confermate Rosso avrà fatto un danno non solo a sé stesso ma al progetto di rappresentanza, alle istituzioni e alla democrazia. Da quando mi sono insediato ho sempre cercato di caratterizzare la mia azione di governo con la battaglia a favore della legalità”.

Nasce “Pinerolo in Azione”

Riceviamo e pubblichiamo

Azione, il movimento politico fondato da Carlo Calenda, è ora presente anche nel Pinerolese.

In questi giorni è stato costituito il Comitato promotore di “Pinerolo in Azione” al quale, in vista
dell’organizzazione che il partito assumerà a livello territoriale, possono aderire le cittadine e i cittadini di
Pinerolo e del Pinerolese che si sono già iscritti ad Azione, attraverso il sito nazionale, o che intendono
farlo.
Del Comitato fanno parte: Matteo Avondetto, Lorena Martinatto, Claudio Lubatti, Lorenzo Pesando,
Luigi Pinchiaroglio, Lorenzo Primo.
L’Italia è un grande Paese. Siamo l’ottava potenza mondiale, la seconda economia manifatturiera
d’Europa, uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea e il luogo di nascita della cultura occidentale.
Nessuna maledizione ci condanna a dover scegliere tra i disastri dei populisti e quelli dei sovranisti, a
doversi alleare agli uni per contrastare gli altri con l’unica certezza di svendere il patrimonio di valori che
appartengono alle famiglie del riformismo italiano. Quegli stessi valori dei quali è permeata la nostra
Costituzione e l’intera storia dell’Italia repubblicana.
Azione intende essere il luogo di mobilitazione e di elaborazione politica dell’Italia che lavora, produce,
studia e fatica. Dell’Italia stanca degli scontri inconcludenti tra tifoserie e degli slogan privi di contenuti.
Dell’Italia che guarda al futuro, con grande consapevolezza delle sfide di livello internazionale nelle quali
deve giocare un ruolo di primo piano per poterle affrontare e vincere insieme agli altri Paesi dell’Europa e
del Mediterraneo.
La costruzione dell’Europa federale e il rafforzamento del rapporto con le grandi democrazie occidentali
devono ridiventare i due punti cardinali della politica estera italiana.
La politica economica di Azione sarà fondata su tre pilastri: investire, proteggere e liberare.
Investire per affrontare le trasformazioni digitali e ambientali giocando in attacco; proteggere quando le
distorsioni del mercato e la velocità delle trasformazioni danneggiano i lavoratori e i cittadini; liberare
ciascun individuo dal bisogno contingente, dall’ignoranza e da vincoli inutili, perché possa realizzare tutto
il proprio potenziale.
L’urgente e necessaria rivoluzione ambientale va trattata seriamente. Trasformare l’economia e la società,
da un modello di sviluppo fondato sul consumo a uno basato sulla sostenibilità e la dignità della persona,
è una straordinaria sfida per una nuova stagione di crescita, non certo la scusa per imboccare la strada
della decrescita (in)felice.
L’Italia ha bisogno di una classe dirigente costituita da persone che si sono misurate con il cambiamento
dando prova di competenza, serietà e coerenza.
Sappiamo bene come la politica abbia troppo spesso inteso dimostrare come questi elementi possano
essere considerati superflui. Così non è. Essi rappresentano un prerequisito per qualsiasi agire politico,
senza il quale la politica degenera nella gestione del potere fine a stesso e nei personalismi, aprendo la
strada alla deriva populista, demagogica e illiberale che mina le fondamenta dello Stato democratico.
Sconfiggere la propaganda che si basa sulla menzogna, gestire l’insicurezza e le paure, governando il
cambiamento attraverso una vasta alleanza democratica e progressista, è possibile.
Dipende solo da noi. Non siamo condannati a scegliere il male minore.
L’Italia è più forte di chi la vuole debole.
Entra anche tu in AZIONE! Aderisci al Comitato promotore di “Pinerolo in Azione”.

www.azione.it/entra-in-azione
pineroloinazione@gmail.com
Pagina Facebook “Pinerolo in Azione”
Il Comitato promotore di “Pinerolo in Azione”

Chieri: non passa mozione per il presepe nelle scuole

“La nostra non voleva essere un’imposizione ma soltanto un indirizzo che l’amministrazione comunale può dare e poi le scuole sarebbero state libere di seguire o meno, ci mancherebbe, ma su questo punto la maggioranza non ha voluto sentire ragioni”

Luigi Furgiuele, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Chieri così commenta l’esito della votazione avvenuta nella sera di venerdì al consiglio comunale chierese. L’esponente del Carroccio aveva depositato una mozione finalizzata ad attivare il sindaco per sensibilizzare tutte le scuole cittadine ad allestire il presepio. E non è servito modificare il contenuto, ammorbidendolo il più possibile, in conferenza dei capigruppo. La maggioranza che sostiene il sindaco Alessandro Sicchiero (Partito democratico e due liste civiche) ha votato contro raggiungendo quota 16 voti, insieme a quello della lista Andrea Limone Sindaco (che è in minoranza), mentre il documento ha raccolto gli 8 voti di tutte le opposizioni. “Spero che i chieresi – dice ancora il proponente – a tempo debito si ricordino di ciò che è emerso da questo consiglio comunale e traggano le dovute conclusioni, non solo i cattolici, ma tutti coloro che ritengono il Presepe elemento di pace e famiglia, da sempre parte della nostra cultura, della nostra tradizione e dei nostri valori”.

Massimo Iaretti

“Le dimissioni di Rosso non cancellano nulla”

Riceviamo e pubblichiamo

 

“‘Ndrangheta, affari e compravendita di voti”. Interviene Grimaldi (LUV)

“Cirio ha dichiarato su tutti i media che non voleva in giunta Rosso. Credo sia un’uscita indecente. Lui è il Presidente di Regione, ha il potere e la responsabilità di scelta degli Assessori. Non credo che abbia ricevuto pressioni indebite, pertanto i problemi rimangono due.
Primo: siamo proprio sicuri che la ‘Ndrangheta non avesse chiesto a Rosso altro in cambio, oltre al denaro? Tutti i provvedimenti amministrativi e legislativi sono stati messi al vaglio?

Secondo: i voti, pochi o tanti che siano, sono arrivati. “Il patto è andato a buon fine”. Ecco, torno sul voto perché non vorrei essere frainteso: alle scorse elezioni abbiamo perso nettamente.

Ma questo non cancella nulla. Nello sport si può essere più forti dell’avversario, ma vedersi negata una vittoria per doping. In democrazia l’inquinamento del voto da parte della ‘ndrangheta è molto peggio di una sostanza anabolizzante.

Vorrei che la Giunta Cirio riflettesse su quanto irrimediabilmente siano macchiate la sua vittoria e questa legislatura”.

 

Marco Grimaldi

Consigliere regionale

Lega: “Con autonomia migliori servizi”

Da Palazzo Lascaris

Dichiara il Consigliere Regionale Andrea Cerutti (Lega): “A 76 anni dalla Carta di Chivasso, la Regione Piemonte, con una maggioranza allargata, vota finalmente la sua autonomia. Si tratta di un primo passo per conferire un mandato forte a questa amministrazione regionale, nel momento in cui discuteranno le materie oggetto di devoluzione con lo Stato centrale”.

Aggiunge Cerutti (Lega): “Apparentemente potrebbe sembrare un provvedimento che non abbia grande incidenza sulla vita quotidiana, invece, è l’esatto opposto e presto i cittadini ne toccheranno con mano i risvolti positivi. Siamo stati i primi in Regione Piemonte ad assumerci questa responsabilità ed ad aver votato convintamente questo provvedimento proprio ad inizio mandato, perché lo reputiamo indispensabile per il nostro operato futuro. La situazione disastrosa ereditata dalla scorsa giunta non può che essere superata partendo da questo atto indispensabile, che porterà più competenze, più efficienza, più responsabilità e più risparmi”.

Conclude Cerutti: “Un Nord, forte, unito e virtuoso richiede che la propria responsabilità nella gestione della spesa venga riconosciuta per fornire sempre migliori servizi ai propri cittadini”.

Dagli anni ’70 sulla politica le ombre della criminalità organizzata

Tegola in testa a Roberto Rosso, di riflesso al governatore Cirio e alla maggioranza di centrodestra. Per il tipo di  accusa mi tremano le gambe

 

Difficile trovare un’accusa così infamante, almeno qui al Nord,
anche se ( purtroppo ) il rapporto tra criminalità organizzata, politica ed imprenditoria risale
agli anni ’70. Ha pagato con la vita il capo della Procura di Torino Caccia e affilati alle cosche
come Giovanni Jaria sono diventati addirittura vicesegretario regionale del Psi negli anni
’80. Si è sempre saputo che la comunità calabrese è molto unita. Il che  non significa, sia ben chiaro, che
tutti i Calabresi sono ‘ndranghetisti. Anzi, l’ esatto opposto. Il procuratore capo di Cosenza
Gratteri è orgogliosamente calabrese. Precisa ogni volta che può di non voler lasciare la sua terra
per essere maggiormente incisivo nella lotta alla ‘ndrangheta, considerata la più potente del
mondo. Organizzazione che si è “evoluta”. Si e messa a fare l’ assicurazione nel traffico di
droga. Direttamente non tocca nulla e non rischia. Dà una sorta di fideiussione
ai produttori latinoamericani. Se gli acquirenti non pagano ci pensa lei a pagare eliminando
fisicamente i debitori. Fa da garante e viene pagata. Ovviamente la massa di soldi viene
riciclata in attività lecite. La globalizzazione determina un rapporto con le mafie locali. Anche
qui, nessuno sostiene che Torino è diventata Napoli. Non c’ è Scampia. Ma mi sa che si sta
tragicamente difendendo nel permettere infiltrazioni mafiose ( appunto ) di varie nazionalità
presenti come comunità immigrate. Dall’ est Europa come dalla Nigeria. Da un lato le cose
si complicano ma dall’ altro gli investigatori hanno sempre le antenne puntate per capire e
reprimere. Le accuse fatte a Roberto Rosso paiono decisamente circostanziate.
L’ arresto è indice di colpevolezza: non penso che la Dia di Torino l’ abbia emesso a cuor
leggero. Roberto Rosso, oramai ex assessore, è molto noto non solo a Torino. Giorgia Meloni lo
ha espulso da Fratelli d’ Italia e, valutati gli sviluppi sarà parte civile nel processo.
Detto in soldoni, se rinviato a giudizio avrà più fronti processuali. Ma si deve essere garantisti.
Le foto e le intercettazioni telefoniche sono ampiamente diffuse. La procura mette le mani avanti.
Divisione tra colpevolisti ed innocentisti. Non siamo ne’ magistrati, né avvocati difensori.
Qualcosa di simile avvenne anni fa nel Canavese con sviluppi processuali diversi. Fabrizio Bertot
ex Sindaco di Rivarolo ed ex deputato europeo fu assolto, viceversa Nevio Coral ex sindaco di
Leinì fu arrestato e poi condannato. Roberto Rosso ha 58 anni ed è da almeno 40 anni in politica.
40 anni sempre al vertice della politica. Da giovane  vicesegretario nazionale del movimento
giovanile democristiano, fino  a Forza Italia.
Nel passaggio tra la prima e la seconda repubblica ebbe una collaborazione con Segni il referendario, figlio
dell’ ex Presidente della Repubblica. Con Il pugliese Fico si era allontanato dal Cavaliere e sempre
insieme erano confluiti in Fratelli d Italia. Ha fatto di tutto. Dal consigliere comunale e vicesindaco, al deputato ed addirittura sottosegretario.
Con Roberto Cota fu vicepresidente regionale. Subito dopo ai margini della politica masticava
amaro non accontentandosi della professione di avvocato civilista. Riprendeva la scalata come
Sindaco di Trino. Stravinceva battendo gli epigoni del vecchio PCI. Trino, una delle roccaforti
storiche dei comunisti piemontesi. Infine l’ avventura della candidatura a Torino. Anzi della
ricandidatura a Torino. Perse il ballottaggio con Chiamparino ed accusò l’ allora presidente del
Piemonte Enzo Ghigo di averlo boicottato nonostante entrambi di Forza Italia. Tutti sapevano
che il suo traguardo erano le elezioni regionali e tutti sapevano che tra i requisiti per fare l’
assessore c’era un ottimo risultato nelle preferenze. Andò tutto secondo programma. Ora
si dovrà stabilire a che prezzo ha ottenuto questo risultato. 8 arresti dimostrerebbero
che la Dia sa il fatto suo. Ripeto, nessuna condanna prima del rinvio a giudizio e dei processi.
Sicuramente Roberto Rosso è stato incauto nel frequentare certe persone.
Cosa che si sarà già pentito di aver fatto. Mi sa che la sua carriera politica è volta al termine.
Forse non si dimetterà da consigliere regionale ma non era solo lì che voleva fermarsi. Oltre l’inevitabile e comprensibile ostracismo di chi gli era e gli sarà intorno.
Con solo due possibili soluzioni. Se verrà assolto sarà considerato un ingenuo caduto in un
gioco più grande di lui e non particolarmente e politicamente affidabile. Se condannano in tutti gradi
di giudizio dovrà fare, come tutti,  i conti con sé stesso e la sua morale.

 

Patrizio Tosetto

Costanzo (M5s): “Operai Mgc-Manital in attesa delle mensilità non pagate” 

In comune ad Ivrea da oltre 3 ore

Inaccettabile l’ attesa estenuante degli operai davanti ai cancelli del comune di Ivrea per ottenere  i due stipendi mancanti che la ditta, collegata alla Manital, deve loro. Da oltre 3h ore gli operai Mgc stanno aspettando, nell’androne del comune di Ivrea, come lavoratori e cittadini di serie b nella speranza, ormai piuttosto vana, di ricevere gli assegni delle due mensilità non pagate dal titolare.  Nessuna certezza e nessuna garanzia, solo una snervante attesa che ha il sapore di un’ennesima presa in giro. Proprio oggi  il Tribunale di Ivrea ha deciso di non decidere  sull’insolvenza dell’azienda e sulla possibile conseguente amministrazione controllata: tutto rimandato al 9 gennaio.  Oltre ai diversi mesi difficili, si preannuncia un Natale molto magro non solo per gli operai della Mgc, ma per gli oltre 10000 lavoratori e le loro famiglie della Manital. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo della commissione lavoro.

“Cancellare la prescrizione è contro la Costituzione”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Il Governo conferma con un accordo che dal 1 gennaio 2020 sarà cancellata la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Azione, +Europa e Radicali italiani  organizzano per domani, 21 dicembre, in via Maria Vittoria 38 a Torino (presso Social Fare), un incontro dal titolo “Cancellare la prescrizione è contro la Costituzione”.

Interverranno:
Paolo Borgna (Magistrato della Procura della Repubblica a Torino)
Fabrizio Cassella (Costituzionalista, Università di Torino)
Arianna Corcelli (Avvocato membro del direttivo delle camere penali del Piemonte)
Interverranno per le forze politiche: Claudio Lubatti (Consigliere comunale – Azione), Marco Cavaletto (Coordinatore Gruppo +Europa Torino), Igor Boni (Presidente nazionale di Radicali Italiani)

Sino all’ultimo giorno noi non ci arrenderemo a questo mostro giuridico che, in contrasto con l’art. 111 della Costituzione, estende senza limiti la durata del processo.
“Il populismo penale è il precursore del populismo politico” come ha scritto recentemente Emma Bonino. “… La cultura del diritto che oggi detta legge al ministero della Giustizia ha una evidente parentela con quella visione panpenalistica e “combattente” della giustizia, che ha avuto notevole diffusione in tutte le componenti della sinistra italiana e non solo. Una visione che presta alla giustizia penale un ruolo abusivo di sorveglianza generale della società e della politica, e ai processi e alle pene il compito di soddisfare le aspettative dei cittadini rispetto ai fenomeni di maggiore allarme, reale o percepito”.
Noi assistiamo allibiti all’imbarazzo di Renzi e Zingaretti che avvallano l’idea che i diritti individuali degli accusati non costituiscano essi stessi “sostanza di giustizia”, ma devono essere subordinati all’azione della magistratura inquirente e giudicante per l’interesse collettivo.

Per informazioni: Boni (348/5335309)