ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 701

"Genitori insieme, in punta di cuore"

SALUTE CUOREVenerdì 15 gennaio, alle ore 17, presso l’Ospedale di Lanzo inizia il programma di incontri mensili dei genitori che vivono l’esperienza dei disturbi del comportamento alimentare. Sono organizzati dall’associazione In punta di cuore con il Centro DCA dell’ASL TO4

 

Anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata sono malattie largamente diffuse, interessano ormai il 10% della popolazione. Già negli anni ’90 si cominciò a parlare di “vera e propria epidemia sociale”. Sono patologie poco conosciute e di estrema complessità in quanto scatenate d’interazione di fattori biologici, psicologici, familiari e sociali. L’alimentazione è in effetti un sintomo, in realtà il cibo e il corpo esprimono una sofferenza profonda e funzionano come una sorta di auto-cura per attenuare il disagio intollerabile che si prova di fronte alla vita.

 

I disturbi del comportamento alimentare hanno un impatto distruttivo sulle capacità di relazione. Portano all’isolamento e riescono a prevalere su tutto. Le famiglie ne sono travolte. È possibile guarire e tornare a una vita normale attraverso una diagnosi corretta e tempestiva unita a un percorso terapeutico multi-disciplinare mirato che coinvolga la persona malata e i suoi famigliari.

 

Abbiamo avviato “Genitori insieme” per dare la possibilità alle famiglie di riunirsi per capire e condividere. Ogni incontro avrà un tema introdotto dalla dr.ssa Mari Ela Panzeca, coordinatrice del Centro CDA dell’ASL TO4 e referente per i disturbi del comportamento alimentare. Seguirà una discussione aperta. È previsto un incontro dedicato agli aspetti della nutrizione con la dr.ssa Lilia Gavassa,responsabile della Struttura di Dietetica e nutrizione clinica dell’ASL TO4.

 

Gli incontri sono aperti a tutti genitori e sono gratuiti. L’associazione In punta di cuore ha l’obiettivo di sviluppare una rete di genitori che possono aiutare altri genitori. Per informazioni: 370.3310793, inpuntadicuore@virgilio.it.

Smog, traffico e clima, siamo al punto di 11 anni fa!

smog 2tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Gli assessori,  intervistati, hanno detto “abbiamo fatto”. Peccato che i nostri polmoni nonostante tutto (o niente) non l’hanno capito

 

L’articolo riprodotto nell’immagine ha una sola originalità: fu scritto e pubblicato il 23 dicembre 2004. Riguarda l’ uso del mezzo privato,  legato a inquinamento e condizioni climatiche. 11 anni e siamo al punto di partenza. Anzi, non si è  nemmeno partiti. 

 

Gli assessori,  intervistati, hanno detto “abbiamo fatto”. Peccato che i nostri polmoni nonostante tutto (o niente) non l’hanno capito. 

 

11 anni fa gli amministratori mi accusavano di disfattismo, di essere solo innamorato della polemica. Dopo 11 anni lo sforamento è  avvenuto per 79 volte, 3 volte il tollerato. 

 

Avete ragione amministratori di ieri e di oggi: il tempo è alleato dell’opposizione.  Sicuramente non saremmo amanti della polemica se qualche amministrazione, prevenendo, pensasse anche ai nostri polmoni prima e non solo dopo gli sforamenti.

I Cattolici, la politica e la "profezia" di Martinazzoli

montecitorio 2 La sfida che il grande statista bresciano lancio’ poco tempo prima della sua scomparsa non può essere semplicisticamente e banalmente liquidata. Non a caso, appena si profila qualche tema “sensibile” nell’agenda politica italiana cresce l’attenzione e la curiosità’ su “cosa faranno adesso i cattolici”

 

Mino Martinazzoli in una delle sue ultime irresistibili riflessioni/provocazioni disse che “l’unità politica dei cattolici non è certamente un dogma come, però, non è un dogma neanche la diaspora politica dei cattolici”. Una riflessione tagliente ma precisa, impeccabile nella sua razionalità e nella sua logicità. Ora, e’ indubbio che il passato non ritorna e le stesse esperienze di un tempo, gloriose o meno gloriose che furono, non possono essere riproposte con la dovuta freschezza e modernità. Appartengono alla storia e come tali vanno giudicate e analizzate. Ma è altrettanto indubbio che la sfida che il grande statista bresciano lancio’ poco tempo prima della sua scomparsa non può essere semplicisticamente e banalmente liquidata. Non a caso, appena si profila qualche tema “sensibile” nell’agenda politica italiana cresce l’attenzione e la curiosità’ su “cosa faranno adesso i cattolici”. Una domanda che trasuda curiosità ma anche e soprattutto attenzione per la presenza politica, culturale ed etica di un filone ideale che nel nostro paese – per motivi storici ben noti – ha contribuito in modo determinante a costruire e a consolidare la democrazia e a radicare il peso e il ruolo decisivo delle stesse istituzioni democratiche. Un filone culturale che è destinato, piaccia o non piaccia, a condizionare le scelte e le decisioni della politica italiana. Anche se l’autorevole e straordinario magistero di Papa Francesco ha rinnovato profondamente lo storico rapporto con la politica e le stesse istituzioni da parte di Oltretevere, è abbastanza evidente che finché la cultura cattolico democratica e il popolarismo di ispirazione cristiana avranno delle munizioni culturali e politiche da spendere non potranno essere definitivamente archiviati e storicizzati. Certo, con modalità organizzative e contingenti diversi dal passato recente e meno recente. Probabilmente, anzi quasi certamente, senza riproporre un “partito di cattolici” per dirla con Luigi Sturzo. E senza, forse, riproporre neanche “correnti dei cattolici” all’interno dei rispettivi partiti di appartenenza. Insomma, è’ cambiato radicalmente il modo d’essere dei cattolici nella politica e nella società italiana. Come sono cambiate profondamente le ragioni che giustificano le appartenenze politiche contemporanee. “Post partiti frutto di post identità” come ha definito i partiti italiani un intelligente osservatore come Ilvo Diamanti. Ma una cosa è certa: la cultura politica dei cattolici italiani – mi riferisco in particolare alla tradizione cattolica democratica e popolare – non va in pensione. È ancora utile per la qualità della democrazia italiana e per lo stesso perseguimento del “bene comune”. Sotto questo versante, il monito di Mino Martinazzoli non è destinato a cadere nel vuoto.

 

Giorgio Merlo

“GALLO VERDE” una certificazione di sostenibilità per le Comunità Ecclesiali

galloGARAU2IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

 

Il nome deriva dalla tipica sagoma del galletto segnavento che svetta sui campanili di tante chiese protestanti e che ricorda l’episodio evangelico del tradimento di Pietro. Sono oltre 400 le comunità ecclesiali, cattoliche e protestanti, già certificate in Germania. Altre in Austria, Francia e Biellorussia

 

I cambiamenti climatici si contrastano con l’adozione di un nuovo modello economico finalmente sostenibile, ma occorre anche la scelta da parte di ciascuno di noi di nuovi stili di vita, più sobri e conviviali. In questa direzione va l’impegno di numerose comunità ecclesiali che hanno deciso di adottare un sistema di “management ambientale” denominato “Gallo Verde”. Il nome deriva dalla tipica sagoma del galletto segnavento che svetta sui campanili di tante chiese protestanti e che ricorda l’episodio evangelico del tradimento di Pietro. Sono oltre 400 le comunità ecclesiali, cattoliche e protestanti, già certificate in Germania. Altre in Austria, Francia e Biellorussia. La certificazione ambientale “Gallo Verde”, simile a quella EMAS III – ISO 14001, specifica per le comunità ecclesiali, è nata in Germania. La Chiesa Valdese di Milano è stata la prima in Italia a ottenere il “Gallo Verde”.

 

In occasione di un convegno, organizzato qualche anno fa a San Giovanni Rotondo (FG) dal titolo “Il Bio nell’orto del convento”, indirizzato a esplorare le esperienze di agricoltura biologica all’ombra del campanile conventuale, il Pastore Giuseppe Platone, della Chiesa Valdese di Milano, ha inviato la comunicazione, che riproduciamo di seguito, che racconta le motivazioni della scelta.

 

“ Come molti di voi ricorderanno, la nostra chiesa ha deciso, prima e per ora unica in Italia, di aderire al percorso che hanno compiuto molte chiese tedesche, detto “Gallo Verde”.Il progetto è certamente ben conosciuto dai membri di chiesa, ma forse non tutti ricordano che esso prevede delle tappe ben definite. Una di queste è l’approvazione da parte dell’assemblea di chiesa di linee guida teologiche e pratiche sulla salvaguardia del creato. Qui sotto è riportata la proposta sottoposta alla discussione durante l’assemblea di apertura.

 

Linee guida sulla salvaguardia del creato

1. “Credendo all’amore di Dio creatore, riconosciamo con gratitudine il dono del creato, il valore e la bellezza della natura. Vogliamo impegnarci insieme per realizzare condizioni sostenibili di vita per l’intero creato.”

(da: Charta Oecumenica, 2001, firmata dalla nostra chiesa a livello milanese nel 2007)

2. Riteniamo che l’impegno per la salvaguardia del creato sia uno dei compiti centrali delle chiese.

Come membri di chiesa siamo chiamati a sviluppare e migliorare la salvaguardia del creato, “lavorando e custodendo la terra” che ci è stata data in prestito (Gen 2,15), nell’ambito della nostra chiesa locale. 

3. Siamo consapevoli del fatto che il nostro stile di vita e le nostre decisioni locali hanno delle conseguenze globali.

Vogliano impegnarci, nella nostra chiesa, per un maggiore consumo di prodotti equosolidali e biologici (GAS ed altro) e per un uso responsabile delle materie prime.

4. Riteniamo importante per la salvaguardia del creato un nostro impegno sia sul piano personale, comportamentale sia su quello politico sociale.

Vogliamo impegnarci a sviluppare maggiormente uno stile di vita personale sostenibile e ad essere attivi sul piano politico-sociale, alzando la voce in difesa dell’intero creato (in solidarietà con le altre regioni dell’unico mondo che abbiamo) e delle future generazioni, esigendo, da chi ha il potere decisionale, di tenere conto delle conseguenze ambientali della loro politica, amministrazione ed economia.

5. Vogliamo promuovere spazi vitali sani all’interno della nostra chiesa.

Stiamo attenti, per ciò che riguarda la ristrutturazione delle nostre strutture e l’arredamento, a usare del materiale che rispetti l’ambiente e che non sia nocivo.

6. Riteniamo importante condividere il nostro impegno per la salvaguardia del creato in un network ambientale con altre chiese.

Ci impegniamo a essere in collegamento con la commissione GLAM della FCEI e con altre chiese che hanno riconosciuto l’importanza della salvaguardia del creato.

7. Vogliamo promuovere, all’interno della nostra chiesa locale, un’educazione ambientale, sia per i giovani, sia per gli adulti.

Cerchiamo di affrontare temi ambientali nei vari gruppi della chiesa e di fare degli incontri di consulenza su uno stile di vita personale più sostenibile.

8. Essendo la prima chiesa valdese coinvolta nel progetto del “Gallo Verde” promossa dalle chiese protestanti tedesche, vogliamo cercare di coinvolgere altre chiese protestanti in Italia a diventare “una chiesa amica dell’ambiente”.

Vogliamo far conoscere il programma del Gallo Verde a livello nazionale, consapevoli del fatto di essere l’avanguardia che deve assumere un ruolo di guida e di consulenza.

 

Linee guida sulla salvaguardia del creato: un po’ di storia

Il team ambientale “Gallo Verde”, proposto e nominato nell’assemblea di chiesa del settembre 2007, in questi anni ha elaborato proposte e organizzato iniziative in stretto contatto con la comunità. In attesa di completare gli ultimi e decisivi passi per “concretizzare” la certificazione ambientale , lo staff del Gallo Verde desidera ricordare qui alcune delle iniziative che sono sorte in questo periodo:

 

– prendendo spunto dalle proposte avute nella cassetta delle idee, il team è riuscito a dare vita ad un gruppo di acquisto solidale (GAS) cui aderiscono circa 20 tra singoli e nuclei famigliari della comunità e non.

– continua la raccolta dati relativa ai consumi energetici negli stabili della chiesa in vista di possibili risparmi energetici.

– sono state organizzate giornate di sensibilizzazione ai temi ambientali con laboratorio per i bambini, materiale informativo, conferenza, e, l’ottobre scorso, un culto interamente dedicato al tema della salvaguardia del creato.”

 

L’esperienza raccontata costituisce un ottimo esempio delle scelte che possono essere adottate quotidianamente da ciascuno di noi per contribuire alla salvaguardia e al miglioramento del nostro ambiente.

 

 

* Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

“Una dorsale protettiva” con il Controllo del Vicinato

vicinato iarDalla Collina Torinese attraverso la Valcerrina sino a Casale Monferrato

 

Una “dorsale protettiva” che parta dalla collina torinese per proseguire lungo la Valcerrina ed arrivare a Casale Monferrato, con l’utilizzo del Controllo del Vicinato, il sistema di deterrenza passiva e coesione sociale. A propora nel corso dell’incontro “Villamiroglio Sicuro – Il miglior antifurto è il tuo vicino” che si è svolto nella sala consigliare del municipio di Villamiroglio, sono stati Massimo Iaretti, referente regionale dell’Associazione Controllo del Vicinato (e consigliere comunale a Villamiroglio e dell’Unione dei comuni della Valcerrina) e  Ferdinando Raffero, referente per la Città metropolitana di Torino dell’Associazione e consigliere comunale a San Mauro Torinese. Qui il sistema è stato adottato, su impulso di  una sua mozione,e ha dato risultati positivi, in collaborazione con le forze dell’ordine, come evitare la spaccata di una parafarmacia che era stata più volte oggetto di furti o individuare un vandalo che aveva danneggiato una cancellata. La serata è stata introdotto dal sindaco Paolo Monchietto che ha sottolineato come il consiglio comunale abbia approvato una delibera in questo senso, su proposta del gruppo di minoranza Progetto Villamiroglio, ed evidenziato come già in precedenza ci sia sempre stata una particolare attenzione da parte dei cittadini per movimenti di mezzi o di persone sospette in un paese che conta diverse borgate anche isolate. E recentemente proprio il senso civico di un cittadino ha impedito il probabile furto di una moto. All’incontro hanno preso parte anche alcuni amministratori della Valcerrina, il vice sindaco di Moncestino, Adriano Brusa, il sindaco di Cerrina, Aldo Visca e Paolo Lavagno, sindaco di Ponzano Monferrato, primo comune della Provincia di Alessandria ad adottare il sistema, che ha confermato come “la popolazione continui a partecipare all’iniziativa” e spiegato come possa essere utile, ma non risolutivo, l’utilizzo della tecnologia, quale whattsapp. App e cellulari,

non sono utilizzati da tutti e per gli anziani devono essere previste modalità di avviso più tradizionali, come la catena telefonica o quello diretto. Resta il fatto che – fondamentale la collaborazione con le forze dell’ordine – un’area sempre più estesa dove il potenziale ladro o truffatore sa di non passare inosservato avrebbe un maggiore effetto deterrente. Di qui la previsione di diversi incontri sul territorio, sin dall’inizio del 2016

 

 

Massimo Iaretti

Referente Piemonte

Associazione Controllo del Vicinato

 

Ufficio Stampa

Associazione Controllo del Vicinato

Il clima, il biologico e la felicità

buthan vecchio orienteGARAU2IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

 

Mentre a Parigi i governi di tutto il mondo trattavano per trovare un accordo (dopo oltre 20 anni di dibattiti, mediazioni e intese mancate), il piccolo Regno del Buthan ha offerto un dono a tutto il pianeta promettendo di conservare i propri boschi per sempre!

 

Questo racconto bisognerebbe iniziarlo con il classico “C’era una volta”. C’era una volta un piccolo regno, in Asia, la cui economia era basata esclusivamente sull’agricoltura. Un giorno il paese decide di sorprendere tutto il mondo e dichiara di essere il primo Stato con le carte in regola per diventare la prima nazione BIO del globo. Un paese biologico al 100%! Ma questa non è una favola, è una storia vera ed è una storia di oggi!

 

Stiamo parlando di un piccolo regno incastonato sulle pendici dell’Himalaya, il Bhutan, stretto tra i due giganti asiatici, la Cina e l’India. Il Bhutan ha da tempo sviluppato una particolare attenzione alla tutela ambientale e al benessere dei suoi cittadini. Non a caso qui il PIL (prodotto interno lordo) è stato sostituito con un altro indicatore, più adeguato, il cosiddetto FIL (felicità interna lorda), per considerare, oltre ai parametri economici, anche e, soprattutto, il benessere psicofisico della comunità.

 

Il Ministro dell’Agricoltura del Bhutan ha affermato: ”Abbiamo sviluppato una strategia graduale: non pensiamo di passare al biologico in una notte. Sono state identificate le colture adatte a passare immediatamente alla coltivazione biologica e quelle che avranno bisogno di anni. In alcune zone sarà semplice, in altre molto più complicato, ma vogliamo raggiungere il nostro obbiettivo per ridurre l’impatto che abbiamo sul pianeta, grazie alla collaborazione dei contadini e dei cittadini. Il nostro desiderio è vivere in armonia con la natura“. In questo paese i suoi abitanti hanno rinunciato a uno sviluppo rapido e devastante per preservare l’ambiente naturale e il piccolo regno assorbe già oggi il triplo delle emissioni nocive prodotte dalla sua popolazione.

 

All’apertura della Conferenza di Parigi, il Presidente americano Barack Obama aveva ricordato che se non si interviene per ridurre la pressione climatica che riduce la disponibilità di acqua e di suolo fertile, le guerre sono destinate ad aumentare. Un rapporto dell’Istituto tedesco Adelphi, commissionato dai paesi del G7, diffuso durante la Conferenza, conferma questa preoccupazione. Nel mondo sono in corso 79 conflitti determinati da cause ambientali e, di questi, ben 19 sono considerati di massima intensità. 

 

Il conflitto che sta distruggendo la Siria vede tra le cause anche la terribile siccità che ha messo in ginocchio il paese tra il 2006 e il 2011 e che ha provocato massicce migrazioni di contadini e pastori verso le città: oltre un milione e mezzo di abitanti (su un totale di 22 milioni) è stato costretto a abbandonare le proprie abitazioni nelle zone rurali per concentrarsi nelle aree urbane. Così come lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi ha provocato la distruzione degli ecosistemi in Nigeria. Oppure la guerra civile in Darfur, nel Sud del Sudan, per il controllo delle scarse risorse idriche. O, ancora, gli scontri legati alla costruzione della diga Sardar Sarovar sul fiume Narmada, in India. La sfida contro il riscaldamento del pianeta è anche una sfida per la sicurezza globale, ha confermato il nostro Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

 

Mentre a Pechino viene emesso per la prima volta l’allarme rosso per inquinamento e lo smog e il ministro dell’Ambiente inglese Liz Truss indica i cambiamenti climatici tra le cause delle alluvioni seguite alle piogge torrenziali e ai venti impetuosi della bufera Desmond abbattutasi sull’Inghilterra settentrionale, mentre i cambiamenti climatici innescano guerre che insanguinano diverse aree del pianeta e a Parigi i grandi della Terra raggiungono una difficile mediazione (un accordo che rappresenta un passo avanti, ma che da solo non è sufficiente, come sottolineano scienziati e ambientalisti), ecco che il gesto, e le scelte, del piccolo Regno del Bhutan assumono l’importanza di indicare il percorso per cambiare il mondo: un esempio da ammirare e da seguire, una scelta da non sottovalutare, accecati come siamo dai parametri di un’economia finanziaria che, alla fine, ci ha lasciato in brache di tela.

 

Il dono del regno himalayano, uno dei paesi più piccoli e più fragili al mondo, che è pure tra quelli con il minor impatto globale sulle risorse naturali, annunciato dagli emissari del re alla Conferenza di Parigi per dare il proprio contributo alla lotta contro l’incremento delle concentrazioni di carbonio nell’atmosfera, è quello di impegnarsi a mantenere per sempre coperto di foreste almeno il 60% della superficie nazionale, che sarà conservato “in perpetuo”, come “patrimonio collettivo del mondo”.

 

La testimonianza e l’allarme lanciato dal Bhutan è che se lo sviluppo mondiale non diventa subito sostenibile, a rischiare la catastrofe non è l’ambiente, ma la vita umana. “Proteggere il nostro Paese avvolgendolo di foreste – ha affermato Jigme Khesar Namgyel Wangchuck re del Bhutan – non è un’utopia nostalgica ispirata dal valore della biodiversità, ma l’ultima opzione che ci resta per salvarci la vita”.

 

 

* Ignazio Garau

Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

Francesco in video: un papa di "Rassa Nostrana"

papa esclusiva pallonepapa autopapa vitt 22Il Pontefice, con le sue parole,  ha voluto condividere i valori profondi che caratterizzano i piemontesi ma anche un richiamo alle proprie origini

 

Papa Francesco, nel corso della visita a Torino  ha citato la poesia “Rassa Nostrana” di Nino Costa.

 

A settant’anni dalla morte, il Consiglio regionale del Piemonte ricorda il poeta piemontese, con un video dedicato all’emigrazione dalla nostra regione, che copre un secolo di storia, tra il 1870 e il 1970.

 

Il Pontefice, con le sue parole,  ha voluto condividere i valori profondi che caratterizzano i piemontesi ma anche un richiamo alle proprie origini di figlio di emigrante piemontese, ricordando la figura e gli insegnamenti impartitegli da nonna Rosa.

 

Il filmato è pubblicato nella social tv crpiemonte.tv  e riporta la lettura della poesia di Costa, “Rassa Nostrana”, tratta dalla collana “Sal e Pèiver” del 1924, da parte di Albina Malerba, direttrice del Centro Studi Piemontesi, e l’intervista al critico letterario Giovanni Tesio.

 

Ecco il link al video:

http://www.crpiemonte.tv/cms/memoria/item/1896-piemonte-memoria-14-papa-francesco-e-rassa-nostrana

 

(Foto: il Torinese)

 

 

 

Un libro e un film per tutti per promuovere il buon senso

guida felicitaCopie del libro, realizzato in un formato tascabile di 72 pagine, vengono consegnate agli esercizi commerciali maggiormente frequentati di Torino e provincia

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

Prosegue l’iniziativa di PRO.CIVI.CO.S. onlus i cui volontari sono impegnati nella distribuzione di una guida scritta da L. Ron Hubbard “per promuovere il buon senso e tutti quei valori ampiamente condivisi, ma in forte declino in una società resa caotica da chi cerca di dividere la gente per favorire interessi particolari.”

 

L’ampia diffusione del libretto sta contribuendo a ridurre i disordini sociali in intere nazioni e comunità a rischio e il fatto di metterne in pratica i semplici suggerimenti su base individuale può costituire un valido supporto alla prevenzione di tensioni sociali e calamità.

 

Copie del libro, realizzato in un formato tascabile di 72 pagine, vengono consegnate agli esercizi commerciali maggiormente frequentati di Torino e provincia, della Valle d’Aosta, dell’astigiano e del cuneese, oppure lasciati nelle buche delle lettere o consegnati a mano ai passanti. 

 

Nella mattinata di giovedì 31 dicembre verrà svolta una distribuzione in zona Centro, tra via Cernaia e Piazza Statuto mentre in via Villar 2, all’angolo con corso Venezia, esiste un punto permanente dove chiunque può ritirare una o più copie della pubblicazione e richiedere la visione gratuita del lungometraggio interamente basato sul libro, intitolato La Via della Felicità. 

I poveri e gli ultimi: accogliere l’appello di Nosiglia

nosiglia lanzo 2merlo giorgio“Si tratta di un invito che ricorda l’impronta pastorale e culturale dell’indimenticabile card. Michele Pellegrino e di tutto ciò che il suo magistero ha rappresentato in questi anni per Torino e per tutto il Piemonte”

 

Alcuni giorni fa l’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, ha invitato tutti i partiti e i movimenti torinesi a porre al centro dei loro programmi elettorali in vista delle ormai prossime comunali il tema della povertà e delle persone che sono in seria difficoltà. O meglio, ha invitato chi si presenterà per la prossima tornata amministrativa a non dimenticare gli ultimi, le persone che patiscono maggiormente la crisi e tutti coloro che subiscono sulla loro pelle le ripercussioni pesanti della situazione economica e sociale. Che a Torino, purtroppo, come in altre grandi città italiane, sono tantissimi. Sotto questo profilo, si tratta di un invito che ricorda l’impronta pastorale e culturale dell’indimenticabile card. Michele Pellegrino e di tutto ciò che il suo magistero ha rappresentato in questi anni per Torino e per tutto il Piemonte.

 

Ma il richiamo rivolto laicamente e nel pieno rispetto della distinzione dei ruoli da Mons. Nosiglia, assume un’importanza fondamentale ai fini della stessa qualità dell’offerta politica. Un’offerta politica che, soprattutto per i partiti e i movimenti che fanno del solidarismo e del riformismo la loro cifra politica e programmatica, non può trascurare l’invito e la riflessione avanzata proprio dall’autorevole presule torinese. Del resto – e mi rivolgo in particolare ed innanzitutto al campo del centro sinistra – il programma di un partito o di uno schieramento è la carta di identità con cui ci si presenta di fronte ai cittadini elettori.  E il programma, al contempo, non può ridursi ad una grigia ed arida sommatoria di priorità e di impegni che poi rischiano di essere puntualmente smentiti appena si conclude la competizione elettorale. Anche se oggi non ci sono più partiti che fanno dell’ispirazione cristiana o della scelta classista la loro ragion d’essere nella dialettica politica nazionale e locale, è indubbio che il capitolo della povertà, o degli ultimi, o delle persone in difficoltà, non può diventare un settore programmatico relegato alla sola dimensione della politica sociale o dell’assistenza. Messa così, il tutto si ridurrebbe ad una visione puramente caritatevole ed assistenzialistica per chi rischia – e purtroppo il numero è destinato ad aumentare in modo esponenziale – di finire ai margini dello sviluppo e della potenziale crescita economica e produttiva. Certo, non c’è benessere se non c’è crescita e sviluppo.

 

E l’obiettivo, anche e soprattutto per una città come Torino che in questi anni ha saputo “reinventare” la propria offerta e la propria identità senza perdere nessuna scommessa, resta proprio quello da saper unire in un disegno armonico e percorribile la cultura dello sviluppo e della crescita con la difesa e la promozione di chi rischia di non agganciare – o di non avere alcuna ricaduta positiva – quel carro potenzialmente sicuro e garantito. E l’invito/riflessione di Mons. Nosiglia, al di là delle appartenenze politiche e culturali, non può che essere accolto e condiviso sino in fondo.

 

Giorgio Merlo

Nosiglia: "Nelle festività no a buonismo e consumismo ma gesti concreti per i sofferenti"

sindone nosiglia“Mai  cessare di dare una buona testimonianza mediante la carità a chiunque”

 

“Il mio augurio di Vescovo, padre e amico, raggiunga ogni casa. In particolare desidero indirizzarlo ai piccoli, agli anziani, ai malati e ai poveri; a chi ha perso di recente una persona cara e ne sente oggi particolarmente la mancanza; a chi soffre per la solitudine e l’abbandono, privo di affetti e di amicizia sinceri e accoglienti; a chi versa in difficoltà familiari per incomprensioni e rotture che sembrano insanabili; a chi è sfiduciato per la mancanza di un lavoro stabile e sicuro; a chi il lavoro l’ha perso e stenta a ritrovarlo; a chi vive questa festa, come ogni giorno, alla ricerca di un pasto caldo o di un alloggio; a chi è al lavoro per garantire servizi, serenità e sicurezza sociale. Ridurre il Natale a una festa un po’ buonista o al consumismo sfrenato è in netto contrasto con la sobrietà e la povertà della nascita di Gesù”. Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia nell’omelia di Natale.

 

“Mai  cessare di dare una buona testimonianza mediante la carità a chiunque, ed in ogni ambiente di vita e di lavoro. Il bene che si semina produrrà un frutto abbandonante, quando e come non lo sappiamo, ma è certo che ci sarà. E’ questa certezza che ha sempre dato alla Chiesa la forza di evangelizzare, anche in ambienti e culture che sembravano refrattarie al Vangelo, ed è questo che ha reso i cristiani di ogni tempo coraggiosi nel proporre a tutti il Vangelo della vita, che è Cristo stesso”, ha aggiunto Nosiglia.

 “E’ doveroso andare controcorrente e fare concreti gesti di solidarietà verso i poveri e sofferenti della nostra società e ciò non può farci dimenticare l’altra via primaria, il rinsaldare la fede in Gesù Cristo e testimoniarla con coerenza nelle scelte morali”.