ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 679

Il primo Rights Village in luglio a Torino Esposizioni

Con un format innovativo, il Rights Village sarà dunque un’occasione per diffondere i principi di non discriminazione e uguaglianza e promuovere le pari opportunità per tutti

IMG_5063Un mese di dibattiti, incontri, spettacoli, performance teatrali, musica e mostre per discutere in modo nuovo di diritti e uguaglianza. E’ la prima edizione del Rights Village, un “villaggio dei diritti” aperto per tutto il mese di luglio a Torino Esposizioni, per l’occasione reso di nuovo vivibile, con ingresso da Viale Boiardo, lato Parco del Valentino. Con un format innovativo, il Rights Village sarà dunque un’occasione per diffondere i principi di non discriminazione e uguaglianza e promuovere le pari opportunità per tutti, in un contesto di aggregazione e divertimento, con concerti gratuiti oltre al coinvolgimento delle più prestigiose serate del nightclubbling torinese, con importanti dj set e animazione.IMG_5066 “Come sede della prima edizione – ha sottolineato Roberto Vella, Presidente di Concept Event, la società privata che, assieme all’Associazione iNova, ha ideato e organizza il Rights Village, in collaborazione con il Coordinamento Torino Pride e l’Associazione LOFFICINA – abbiamo scelto Torino, valorizzando così il suo ruolo di laboratorio in tema di diritti”. “Non credo – ha spiegato, presentando l’iniziativa, Silvia Magino, Project Manager di Rights Village – che nessuno degli attori della promozione sociale abbia mai pensato prima d’ora ad una cosa tanto semplice quanto efficace: coniugare, come faremo noi, intrattenimento e informazione, divulgazione e partecipazione”. Il Rights Village – la cui realizzazione ha richiesto un investimento di oltre duecentomila euro – si aprirà sabato 2 luglio con il Party ufficiale di Torino Pride 2016 e proseguirà per tutto il mese con conferenze e incontri con la partecipazione di politici, delle varie associazioni di riferimento, esperti, studiosi e giornalisti. Tra gli argomenti trattati: la legge della Regione Piemonte contro ogni forma di discriminazione, i modelli di inclusione di una società multiculturale, le discriminazioni nella comunicazione pubblicitaria, il bullismo e il cyber bullismo, i diritti delle donne e il contrasto agli stereotipi, l’importanza delle differenze di genere nel linguaggio. In alcuni casi alle conferenze seguiranno pièces teatrali. torinoesposizioniSi parlerà anche di libri, di problemi e casi pilota di carattere legale, delle attività Lgbt nell’ Europa orientale, di storie di donne uscite dalla spirale della violenza domestica, della giornata europea per le vittime dei crimini d’odio. Sono pure previste proiezioni di film e di documentari, mostre fotografiche sulle donne e su sport e atleti paraolimpici, una esibizione di circo in carrozzina (Circus Ability), serate danzanti, spettacoli (il 26 ci sarà Sabina Guzzanti) e concerti. Per il cibo si è scelto di dare spazio al territorio: una selezione di operatori di San Salvario sarà sempre presente, alternandosi, al Rights Village per offrire delle proposte variegate per soddisfare tutte le esigenze. Il Rights Village sarà aperto dal lunedì alla domenica dalle ore 18, l’ingresso è gratuito, alcuni eventi, che si svolgeranno nell’area Emiciclo, saranno a pagamento.

Pietra di Luserna, materia prima piemontese alla conquista del mondo

luserna pietraSarà agli onori della cronaca all’inaugurazione del Museo previsto nel 2016 della cultura museale: l’edificio avveniristico, progettato da Jean Nouvel, punterà sulle suggestioni di luci e colori del corpo centrale con una doppia cupola in acciaio e vetro

di Paolo Pietro Biancone*

La Pietra di Luserna è il materiale scelto per la pavimentazione dell’edificio che ospiterà il Museo del Louvre di Abu Dhabi. La pietra piemontese è stata scelta per le sue caratteristiche di resistenza alle diverse temperature, durevolezza, resistenza alle macchie e alle abrasioni. La Pietra di Luserna, infatti, è una roccia metamorfica scistosa appartenente al gruppo degli gneiss. Si tratta in particolare di gneiss di tipo lamellare, cioè che si presenta in un insieme di strati sovrapposti come i fogli di un libro. Viene estratta da cave situate nelle Prealpi Cozie del Piemonte centro-occidentale, tra la Val Pellice e la Valle Po, nei territori dei Comuni di Luserna San Giovanni, Rorà, Bagnolo Piemonte e Barge, per i quali ha sempre rappresentato un’importante risorsa economica.

Sarà agli onori della cronaca all’inaugurazione del Museo previsto nel 2016 della cultura museale: l’edificio avveniristico, progettato da Jean Nouvel, punterà sulle suggestioni di luci e colori del corpo centrale con una doppia cupola in acciaio e vetro. Il progetto è ambizioso e di certo avrà ripercussioni importantissime sulla cultura del mondo arabo e non solo.

Il progetto è ambizioso: il museo sorge sull’isola naturale di Saadiyat, a cinque minuti dalla capitale degli Emirati; nello stesso sito, prevede la costruzione di altri quattro musei firmati da altrettante Archistar e circondati da ville, alberghi, servizi di lusso. Il Louvre-bis di Abu Dhabi, l’emirato più esteso e più ricco del Paese, un milione e 300mila abitanti e l’80 per cento dell’oro nero posseduto dall’intera nazione, è una scommessa da 27 miliardi di dollari.

Si tratta, dunque, di un altro tassello del made in Italy, grazie dalla materia prima piemontese. E non solo, è un chiaro esempio di come Investire nella cultura abbia riflessi positivi anche in settori e in territori apparentemente estranei all’investimento. La chiave di volta è puntare sulle eccellenze territoriali e metterle a disposizione del mondo.

Occorrono però, opportune e mirate strategie di internazionalizzazione aziendale, che mirino a diffondere l’eccellenza, senza perdere l’originalità del made in Italy. La prospettiva è la crescita territoriale e la diffusione dell’italianità nel mondo.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin

Dal caveau alla reputazione delle banche: alla ricerca della fiducia dei risparmiatori

banca2islam moda2Un tempo la fiducia da parte dei risparmiatori si conquistava grazie alla solidità che essa comunicava nell’immaginario collettivo: una solidità concreta, visibile, tangibile. Il caveau delle banche erano il simbolo della sicurezza e della protezione: era il biglietto da visita per presentarsi alla clientela. Ora al caveau si sostituiscono tutta una serie di informazioni, che costituiscono il “patrimonio” reputazionale di una banca e ne certificano o meno la credibilità

Di Paolo Pietro Biancone*

Sotto la spinta della congiuntura si sono modificati gli equilibri strutturali che connotavano, in parte, la morfologia dell’intero sistema finanziario del nostro Paese. Si registra una sorta di “crisi di modello” che va affrontata non solo sotto il profilo degli assetti di governo (cioè, ad esempio, attraverso la creazione di un gruppo economico in grado di offrire alle banche appartenenti ad esso adeguate garanzie patrimoniali e reputazionali da far valere sui mercati del credito e della liquidità), ma anche e soprattutto rivisitando la formula imprenditoriale, l’orientamento strategico di fondo, in modo da poter assicurare uno sviluppo durevole e sostenibile ed una effettiva, riconosciuta permanenza nell’arena competitiva a condizioni economicamente, patrimonialmente e finanziariamente adeguate. In particolare, soprattutto per le banche del territorio, il primo obiettivo è riportare il giusto grado di fiducia tra i risparmiatori per permettere l’instaurarsi di relazioni sociali, giuridiche ed economiche stabili, proficue e trasparenti. Recuperare credibilità e fiducia, insomma.


Un tempo la fiducia da parte dei risparmiatori si conquistava grazie alla solidità che essa comunicava nell’immaginario collettivo: una solidità concreta, visibile, tangibile. Il caveau delle banche erano il simbolo della sicurezza e della protezione: era il biglietto da visita per presentarsi alla clientela. Ora al caveau si sostituiscono tutta una serie di informazioni, che costituiscono il “patrimonio” reputazionale di una banca e ne certificano o meno la credibilità. Gestire l’immagine dell’affidabilità diventa più complesso, coinvolge elementi variegati: La reputazione è un costrutto multidimensionale, cioè è determinata o influenzata da diverse variabili; un unico indicatore non è pertanto in grado di coglierne in modo adeguato l’essenza. Alcune dimensioni che concorrono alla misurazione della reputazione sono, ad esempio: i prodotti/servizi dell’azienda, la performance, la qualità del management, la responsabilità sociale per il territorio.
Le esperienze di questi ultimi tempi hanno mostrato come la mancata considerazione delle Banche abbia fatto vittime eccellenti e per questo, il fattore di rischio reputazionale deve essere affrontato senza possibilità di ulteriori ritardi: rappresenta una grave minaccia per le banche che per loro stessa natura presuppongono il mantenimento della fiducia del mercato. Fallimenti, truffe, licenziamenti nelle più importanti istituzioni bancarie mondiali, fatti di cronaca ed evoluzioni normative hanno dato al rischio di reputazione delle banche un maggior rilievo rispetto al passato e ne hanno ampliato i contenuti, trovando spesso le suddette aziende impreparate nei confronti di un fattore di rischio che da sempre rappresenta uno dei pilastri strategici fondamentali per il successo, e che consente di garantire la continuità aziendale, intesa come “licenza di operare”.

Le banche islamiche garantiscono al momento un’affidabilità reputazionale di alto livello: non si registrano, infatti, casi fallimento e di truffe ai risparmiatori. Nel caso della finanza islamica, la liceità dell’attività di una banca islamica e dei suoi manager viene controllata da appositi organismi denominati “Shari’a Supervisory Board” con funzione consultiva e certificativa, ex ante ed ex post, ma non gestionale (vedasi il caso emblematico del Regno Unito). Ne è un esempio, Al Rayan Bank, prima banca commerciale islamica d’Europa, che possiede uno dei conti di risparmio più competitivi del mercato inglese. Tuttavia, mancano gli sforzi istituzionali fondamentali per regolamentare e incoraggiare questi settori emergenti, che possono essere un’eccellente fonte di ricrescita per le piccole e medie imprese Italiane.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin

Made in Italy e innovazione: la chiave per il successo

 Il distretto di Valenza Po, insieme a quello di Arezzo e a quello di Vicenza, è uno dei principali poli della manifattura orafa a livello nazionale. È qui, infatti, che molti dei principali marchi del lusso fanno realizzare ai maestri gioiellieri i preziosi che finiranno nelle boutique di tutto il mondo

di Paolo Pietro Biancone*

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Qualità, sostenibilità ambientale e innovazione sono gli elementi forti per le aziende che intendano sopravvivere alla crisi e consolidarsi nel mercato. In particolare, il cambiamento, l’innovazione, devono partire dai punti di eccellenza delle aziende italiane. Non mancano i comparti che rappresentano l’Italia nel mondo, per tecnologia e innovazione, ma anche per la capacità di fare sistema. Per fare qualche esempio: il Distretto Veneto della Giostra. Si tratta di distretto come sistema locale per l’innovazione, basato su una catena di valore che comprende tante diverse specializzazioni finalizzate alla creazione di un prodotto d’eccellenza. Una realtà di grande rilevanza per il Veneto e l’Italia, con un fatturato globale annuo complessivo di circa 250 milioni di euro in sensibile crescita, che garantisce un’occupazione complessiva di oltre 1.500 addetti. Il 70% delle giostre sul mercato globale vengono prodotte in Europa, il 90% delle produzioni in Europa sono effettuate in Italia, l’80% nel Veneto. Il GC CANTONI INTERVISTAsuccesso è frutto di una logica vincente: il Distretto Veneto della Giostra rappresenta un’eccellenza del Made in Italy, dovuta alle innovazioni tecnologiche, alle ideazioni scenografiche, agli “ambienti” ricreati, alle soluzioni proposte alla sicurezza, alle emozioni che procurano a chi sale su una giostra o a chi assiste ad uno spettacolo pirotecnico. Il distretto di Valenza Po, insieme a quello di Arezzo e a quello di Vicenza, è uno dei principali poli della manifattura orafa a livello nazionale. È qui, infatti, che molti dei principali marchi del lusso fanno realizzare ai maestri gioiellieri i preziosi che finiranno nelle boutique di tutto il mondo. E proprio Valenza, negli ultimi periodi, sta facendo registrare dati interessanti. Per la prima volta nella storia, infatti, nel secondo trimestre 2015 le esportazioni dell’oreficeria locale hanno superato quelle di Arezzo e Vicenza, confermandosi il miglior distretto italiano per crescita sui mercati esteri. L’oreficeria valenzana, infatti, ha fatto registrare esportazioni in crescita soprattutto verso Francia, Svizzera e Regno Unito.Qui ogni giorno aziende grandi e piccole si misurano, in un contesto regionale, quello del Piemonte, in cui l’export sta dando segnali di accelerazione, per arrivare ad un progresso tendenzialeGC ARTIGIANO 2 del 20,1%. Non è un caso, quindi, che Bulgari abbia scelto proprio Valenza Po come luogo ideale per edificare il suo nuovo quartier generale produttivo. La nuova Manifattura di gioielleria punta a diventare la più grande sede produttiva nell’ambito dell’oreficeria in tutta Europa e sarà costruita anche grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e di materiali a basso impatto ambientale. Con questo investimento, Bulgari aumenterà la capacità produttiva del marchio, tramite anche l’assunzione di oltre 300 persone, con le quali arriverà a circa 700 il numero di maestri orafi, impiegati e manager che lavoreranno nella struttura. Il successo del Made In Italy sta nella capacità di realizzare prodotti di ottima qualità e bellezza, la crisi e la globalizzazione chiedono uno sforzo nel guardare in faccia il cambiamento.Tutta la cultura d’impresa – quel complesso connubio di tecnologie, ricerca, innovazione, risorse umane, relazioni tra industria e territori e portatori di interesse (stakeholders) – necessita di una profonda riflessione critica e autocritica per poter affrontare nel lungo periodo la competizione globale.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

 
 

Torino e lo sport per promuovere il territorio

I dati di bilancio della Città, spiegati in maniera più semplice e accessibile con il Popular Financial Reporting, dimostrano limpegno della città sullo sport e le sue ricadute ad impatto positivo

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Di Paolo Pietro Biancone*

La notizia è rilevante: Torino ospiterà i Mondiali di Pallavolo maschile 2018 e al Pala Alpitour si svolgeranno gli incontri della fase decisiva per lassegnazione della coppa più ambita da tutte le Nazionali. Un risultato importante sia sotto il profilo sportivo sia sotto il profilo economico: la macchinaorganizzativa di eventi sportivi simili è in grado di generare ricadute positive sul territorio anche sotto il profilo turistico e di immagine di Torino e del Piemonte. Il risultato è frutto di un lavoro intenso della Città nel tempo, con momenti importanti di successo, quali le Olimpiadi invernali di dieci anni fa e la designazione di Torino Capitale dello Sport 2015.

I dati di bilancio della Città, spiegati in maniera più semplice e accessibile con il Popular Financial Reporting, disponibile anche su http://www.unito.it/sites/default/files/popular_financial_reporting1.pdf, dimostrano limpegno della città sullo sport e le sue ricadute ad impatto positivo sul territorio.

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Le strutture comunali volte alla promozione dello sport e del benessere sul territorio cittadino sono 168: alcune a gestione centrale, altre assegnate alle Circoscrizioni, altre ancora affidate in concessione a terzi. Il Comune gestisce direttamente la Piscina Stadio Monumentale, lo Stadio del Ghiaccio, il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Nebiolo, il Palazzetto Le Cupole. Gli accessi di utenti sono stati oltre 630 mila nel 2014, dato in aumento nel 2015. Limpegno di spesa del gruppo Comune di Torino sulle attività sportive è stato di oltre 1,94 milioni di euro: dato considerevole, di poco inferiore allimpegno per le attività culturali.

I frutti di politiche per lo sport sono cosistenti: secondo BIT 2016, Borsa del Turismo Internazionale è confermata la tendenza che da tempo interessa il turismo italiano e internazionale, ovvero la voglia di trasformare la vacanza in unoccasione per vivere esperienze diverse. In particolare, il turismo sportivo muove un giro daffari di 6,3 miliardi di euro, 10 milioni di viaggi e 60 milioni di pernottamenti censiti dallOsservatorio Nazionale del Turismo. Lo sport rappresenta uno dei segmenti più promettenti del turismo anche perché consente la promozione di aree meno note e la destagionalizzazione dei prodotti. Anche per questo sarà sempre più importante valutare le ricadute economiche di eventi sportivi e lavorare per promuovere iniziative, che stimolano benessere ed economia.

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*Docente di Economia Aziendale e Coordinatore del corso

di dottorato in Business & Management dellUniversità di Torino

(Foto: il Torinese)

 

Luci su Torino

L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016)

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di Paolo Pietro Biancone*

Chi illumina le strade della Città? Qual è la spesa per l’illuminazione pubblica?  Anche a queste domande risponde Il bilancio POP del Comune di Torino, http://www.comune.torino.it/sfogliato/pfrtorino/. Il bilancio è fonte di numerose informazioni, che il bilancio POP estrapola e comunica in maniera trasparente ed accessibile ai non addetti ai lavori. La comunicazione del bilancio della Città nella sua interezza è la chiave della condivisione, della comprensione e della partecipazione alle decisioni politiche.
LUCI PERNA SAN CARLOTorino ha affidato a Iren Servizi S.p.a. la gestione dei servizi di illuminazione pubblica, degli impianti semaforici, elettrici, termici e speciali degli edifici comunali. A tali attività va aggiunta la gestione (global service) del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” di Torino e di svariati edifici di particolare interesse (es: Museo del Cinema, Mole Antonelliana, Palazzo Madama ecc.). L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016). Il Led permette di avere una durata di circa 50.000 ore contro le 5.000 ore circa delle vecchie tecnologie.
Iren Servizi S.p.a. gestisce il servizio di gestione degli impianti termici, elettrici e speciali di circa 850 edifici comunali (Municipio, Circoscrizioni, musei, impianti sportivi, ecc.) per una volumetria riscaldata di 8.100.000 metri cubi pari all’8% degli edifici torinesi. Non solo, gestisce ed eroga i servizi di teleriscaldamento sul territorio cittadino. Al 2014 ha raggiunto 560.000 abitanti, vale a dire il 55% delle case, attestando Torino come la Città più teleriscaldata d’Italia. PO VITTORIO LUCIA GRANDE
Iren servizi è parte del Gruppo Iren, multiutility quotata alla Borsa Italiana, che opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le Pubbliche Amministrazioni.

Iren è strutturata sul modello di una holding industriale con sede direzionale a Reggio Emilia, sedi operative a Genova, Parma, Piacenza e Torino, e Società responsabili delle singole linee di business. Alla holding Iren S.p.A. fanno capo le attività strategiche, di sviluppo, coordinamento e controllo, mentre le Società operative garantiscono il coordinamento e lo sviluppo delle linee di business:

Iren Energia nel settore della produzione di energia elettrica e termica e dei servizi tecnologici;
Iren Mercato nella vendita di energia elettrica, gas e teleriscaldamento;
IRETI nella distribuzione di gas ed energia elettrica e nel servizio idrico integrato;
Iren Ambiente nella raccolta dei rifiuti, nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti e nel settore rinnovabili.
La città di Torino è tra gli azionisti Iren per via indiretta, attraverso la Società controllata FCT e anche attraverso La Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU), che è, a sua volta, controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova, i quali detengono il 100% del capitale sociale.
Iren è, quindi, indirettamente parte del Gruppo Comune di Torino: le due aziende si intrecciano per ragioni di servizio e per esigenze di strategia e di governo; e si sintetizzano ogni anno per esigenze di misurazioni di risultati, presenti nel bilancio consolidato.

*Docente di bilancio consolidato dell’Università di Torino

Il "Torino Pride" compie 10 anni

pride2Sarà allestito il ‘Rights Village’. Un bimbo che sorride  sotto un asciugamano arcobaleno. Il claim è ‘Il domani ci appartiene’. Così il Torino Pride  quest’anno festeggia i suoi 10 anni e alla consueta sfilata, il 9 luglio, abbina un grande happening musicale in piazza San Carlo, oltre al l’allestimento di un ‘Rights Village’ a Torino esposizioni, che sarà inaugurato il 2 luglio insieme al party ufficiale di finanziamento, una mostra fotografica alla Fondazione Merz, un’ asta a favore di Casa Oz, e la conferenza internazionale sui dirittipride5 nell’Europa Balcanica. La sfilata ricorderà anche la tragedia di Orlando, e partirà da via San Donato fino a raggiungere  piazza Castello. Sarà aperta dal carro del Coordinamento Torino Pride, e un bus di Torino City-sightseeing allestito da un gruppo di bambini. In serata l’happening musicale condotto da Platinette e con  Levante, Dolcenera, i Perturbazione, Carlo Gabardini e il coro del Teatro Regio che esegue due arie della Carmen con la soprano Gabriella Sborgi.

(foto: il Torinese)

Il network come strumento di innovazione

 

Di Paolo Pietro Biancone*

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Il Piemonte è sul podio, insieme a Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, come Regione Innovativa. Secondo l’Innovation Scoreboard, indice basato su 25 fattori di innovazione di un territorio, delle imprese e della comunità, i Paesi leader sono Svezia, Danimarca, Finlandia e Germania, l’Italia è solo 19esima in classifica.

Ma l’assunto è questo: Nessuna azienda può fare innovazione o sopravvivere senza un network.

Le tecnologie più importanti e complesse sono costantemente innovate grazie all‘attività di network autogestiti. Essi sono collegati ad organizzazioni (per esempio, aziende, università, enti governativi) che generano, acquisiscono e integrano le diverse conoscenze e capacità necessarie.

Da qui la rilevanza crescente di una rete sociale, ossia un qualsiasi gruppo di individui connessi tra loro da diversi legami sociali. Per gli esseri umani i legami vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari.

Gli amici che stimolano. Il numero di Dunbar afferma che le dimensioni di una rete sociale in grado di sostenere relazioni stabili sono limitate a circa 150 membri. Su quanti della nostra rete possiamo contare? Le reti sociali (Social media) sono una delle forme più evolute di comunicazione in rete, ed è anche un tentativo di violare la “regola dei 150”. La rete arricchisce le relazioni sociali e con nuovi contatti tramite i principali social network, Facebook, Twitter e Linkedin.

INTERNET WEBSe chiediamo a bambini cosa significa Amici, le loro risposte sono divertenti, ma profonde: “Amici sono persone con cui ridere insieme”; “Amici sono persone che ti aiutano”. Come nella vita quotidiana non possiamo fare a meno degli amici, così accade nell’attività aziendale: qui gli amici si assimilano al concetto di network, che stimola, aiuta, integra, approva l’operato dell’azienda in ottica costruttiva. Questo è Il networking, essenziale all’interno della vita professionale in azienda: è la base per pianificare la propria carriera comprendere le regole del gioco ed è un potente strumento di conoscenza.

Interessanti e indispensabili i vantaggi del lavorare e concepire il network: consente un maggiore accesso a informazioni e risorse, così come una migliore comprensione delle regole del gioco e la possibilità d’influire sulla politica aziendale, la facilitazione nella creazione di un terreno di consenso e fluidificazione dei processi produttivi e decisionali e la visibilità. Così come il network stimola l’individuazione delle opportunità e accelerazione nella progressione della carriera e nel riposizionamento.

computer webIl tutto deve essere condito da una capacità di comunicazione e di condivisione che sia attenta, mirata e di apertura, nella convinzione e consapevolezza che “insieme è meglio”.

In questa consapevolezza, di grande aiuto è lo sport: sono molte le aziende che si affidano allo sport per motivare e stimolare le proprie risorse umane. Il golf, la barca a vela sono tutti sport che aiutano a capire lo spirito del network e del gioco di squadra, in maniera divertente ed esemplificativa. Tutto per stimolare il benessere e la mentalità vincente del gruppo.

“Se un giocatore è bravissimo, c’è sempre qualcosa in cui non è molto abile. E tramite il gioco collettivo si riesce a far emergere il meglio di ognuno, sopperendo ai suoi difetti con le doti di un altro. Un gioco di squadra che non faccia questo applica una tattica sbagliata. Inoltre continuando a tarpare i pregi di un individuo, alla lunga, questi si stacca dalla squadra. In un club sportivo può essere sostituito, ma in un’azienda, dove la mobilità è decisamente più bassa, può diventare un problema serio”. Parola di Julio Velasquez, allenatore di successo e di grande esperienza.

Gli amici e il network sono lo strumento per l’innovazione e il cambiamento di successo.

* Docente di Economia Aziendale e coordinatore del corso di dottorato in Business management dell’Università degli Studi di Torino

“Anche io sono la protezione Civile“

alpini caselleUn’esperienza di vita sana ed educativa per tutti: i giovanissimi apprenderanno il lavoro dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e degli Alpini

Dal 27 Giugno al 3 Luglio  l’ Associazione Nazionale Alpini – sezione di Torino, presidente Gianfranco Revello, in collaborazione con il Gruppo Alpini ed il Comune di Caselle Torinese, organizza “Anche io sono la protezione Civile“, un campo scuola riservato alle classi prime e seconde delle medie. Presso il Prato Fiera, le giornate inizieranno con l’alza bandiera dove si canterà l’inno Italiano – come si usa fare nella tradizione alpina –  e si concluderanno con l’ammaina bandiera. I ragazzi dormiranno nelle tende e svolgeranno tutte le attività che abitualmente si svolgono in questi campi scuola. All’ appuntamento parteciperanno trentacinque alunni, suddivisi in cinque squadre che saranno intitolate alle altrettante divisioni alpine, in  un’esperienza di vita sana ed educativa per tutti: i giovanissimi apprenderanno il lavoro dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e degli Alpini e, avranno l’opportunità di dimostrare a noi adulti che si può parlare di cose importanti divertendosi.

Indennizzi decreto banche non assoggettabili a imposizione fiscale

marino mauro«Gli indennizzi previsti dal decreto banche non sono assoggettabili ad alcuna imposizione fiscale» afferma il senatore Mauro Maria Marino, Presidente della Commissione Finanze e tesoro che prosegue «L’importante chiarimento sul regime fiscale degli indennizzi ricevuti dai detentori delle obbligazioni subordinate della banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche è venuto da parte del Vice Ministro Zanetti in Commissione. Si tratta di una questione continua Marino che conferma la bontà di non introdurre emendamenti su tale punto, poiché è esclusa in radice, data la natura risarcitoria del danno subito dai risparmiatori, la imposizione fiscale. Le ipotesi di tassazione per investimenti effettuati da un imprenditore nell’ambito della propria attività di impresa hanno un valore puramente teorico. Auspico quindi conclude Marino che l’interrogazione svolta possa costituire la base per le istruzioni che verranno fornite dall’Agenzia delle Entrate».