ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 560

“Nome in codice, Caesar”

FOCUS  di Filippo Re

Meglio Bashar al Assad o un finto califfo sul trono di Damasco? Il presidente siriano è davvero il male minore per il futuro della Siria? Se guardiamo queste fotografie si direbbe proprio di no. È più feroce e brutale il leader dell’Isis o il giovane rais che sta riconquistando il suo Paese, legittimato almeno da una parte della comunità internazionale. Le stragi e le orrende decapitazioni dei tagliagole del Daesh le abbiamo viste spesso in tv o su internet all’ora di cena, quasi in diretta, ma i massacri del leader siriano contro la sua gente non li abbiamo mai visti. Ora queste crude e agghiaccianti fotografie stanno facendo il giro del mondo. Fino al 17 ottobre si possono vedere anche a Torino. Forse sarebbe meglio non vederle, di atrocità ne vediamo abbastanza ogni giorno, ma farle passare in silenzio sarebbe ancora più grave. “Le immagini esposte potrebbero urtare la vostra sensibilità…” c’è scritto sulla locandina della mostra, quindi siamo tutti avvisati, e noi ne presentiamo solo alcune. Migliaia di siriani sono stati impiccati negli ultimi anni nelle prigioni di Damasco, in particolare in quella di Saydnaya. Un recente impressionante rapporto diffuso da Amnesty Internazionale ha rivelato come dal 2011 al 2015 il governo siriano abbia organizzato una sistematica campagna di esecuzioni mediante impiccagioni di massa. Almeno una volta alla settimana gruppi composti da decine di detenuti venivano presi dalle loro celle e impiccati. In cinque anni le vittime di queste impiccagioni sono state circa 13.000, tutti oppositori del regime che dovevano sparire in segreto. Il rapporto, dal titolo “Il mattatoio di esseri umani: impiccagioni di massa e sterminio nella prigione di Saydnaya”, denuncia anche le condizioni inumane di detenzione all’interno del carcere, tra cui torture e mancanza totale di acqua, medicinali e cure mediche. Questa politica di sterminio ha causato la morte di tantissimi detenuti. Non ci sono più dubbi. L’orrore descritto nel rapporto rivela una mostruosa campagna di sterminio, autorizzata dai livelli più alti del governo siriano, destinata a stroncare ogni forma di dissenso. “Il mio compito era documentare la morte” afferma Caesar. Caesar è lo pseudonimo assegnato a un ex ufficiale della polizia militare siriana che disertò nel gennaio 2014, riuscendo a portare all’estero migliaia di fotografie che documentano la morte e le torture subite dai detenuti nelle carceri di Assad. A fotografare era lo stesso Caesar, incaricato dal regime, assillato dall’idea di certificare ogni cosa, anche le persone che faceva impiccare in galera. Caesar scrive: “facevo delle pause per trattenermi dal piangere ma ero terrorizzato. Pensavo che questi corpi potevano essere quelli di mio fratello o delle mie sorelle. Un giorno un collega mi ha detto di aver fotografato, per conto del regime, i corpi di alcuni civili. Li hanno calpestati con i loro stivali urlando insulti indicibili”. Una commissione internazionale di giudici ha attestato l’autenticità delle fotografie dichiarando che potranno essere usate in un eventuale processo per crimini contro l’umanità nei confronti di Assad e del suo regime. Le fotografie sono state già viste al Palazzo di Vetro dell’Onu di New York e in numerose città europee. L’esposizione “Nome in codice, Caesar” è ospitata dalla Fondazione Vera Nocentini al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 a Torino, fino al 17 ottobre, da lunedì a domenica ore 10.00-20.00 ed è promossa da Amnesty International e dalla Focsiv-volontari nel mondo.

Insegnanti sostegno, 300 nel 2018

Nel 2018 saranno abilitati 300 nuovi insegnanti di sostegno, a fronte di un’esigenza stimata di circa 3 mila docenti. Il dato emerge dalla comunicazione in Aula dell’assessora regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero, su alcuni temi della scuola e richiesta dalla vicepresidente Daniela Ruffino (FI). Secondo l’assessora, “l’organico del personale docente su posto di sostegno è pari complessivamente a 11.186 (organico di diritto, posti di potenziamento e posti in deroga), di cui 4.962 posti, più del doppio rispetto allo scorso anno, istituiti in deroga dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, in relazione all’aumento del numero di alunni con certificazione di disabilità (14.457 su 536.616, il 2,6% del totale). Gli insegnanti di sostegno abilitati sono in numero insufficiente non solo in Piemonte, ma in tutta Italia ed è necessario che le università piemontesi organizzino corsi in grado di formare un numero superiore di docenti specializzati in sostegno”. La comunicazione dell’assessora, svolta nella seduta del Consiglio regionale del 3 ottobre, ha anche illustrato la situazione dei mutui Bei, risorse statali per messa in sicurezza, manutenzione, ristrutturazione e nuove costruzioni nell’ambito scolastico. Tra il 2015 e il 2017 ha visto la partecipazione di 512 proposte di intervento di cui 484 risultate ammissibili. Nel 2017, 235 interventi per contributi richiesti pari a oltre 91 milioni di euro. Pentenero ha pure spiegato come si stia procedendo al finanziamento delle scuole paritarie ed i pagamenti per l’anno scolastico 2015/16 siano stati completati per tutte le scuole dell’infanzia paritarie. L’assessora ha anche parlato delle Sezioni primavera che hanno fruito di un sostegno straordinario regionale dall’anno scolastico 2008/2009, che nell’ultimo anno è stato pari ad un milione di euro Un sostegno che è terminato a giugno essendo conclusa la validità del Par Fsc. La Regione sta studiando la possibilità di attivare un nuovo sostegno straordinario attraverso l’utilizzo dei fondi Por Fse 2014/2020. Ruffino pur trovando utile l’informativa dell’assessora ha lamentato che  300 posti su 3mila unità necessarie corrisponde solo il 10% degli insegnanti specializzati con l’abilitazione. Secondo l’esponente del gruppo FI la disabilità meriterebbe maggiore attenzione in una situazione d’interesse anche per l’assessore alle Politiche sociali perché gli anni della scuola sono fondamentali anche e soprattutto per queste persone in difficoltà. Nella relazione la vicepresidente ha anche riscontrato l’insufficienza degli stanziamenti per l’edilizia scolastica alla quale i mutui Bei darebbero una risposta assolutamente parziale, mancano soprattutto i fondi per il superamento delle barriere architettoniche e la messa in sicurezza degli edifici. La nostra scuola, ha concluso Ruffino, risultarebbe sottovalutata pur essendo elemento postante della società.

Il notaio Morano interviene sul piano di risanamento della sindaca

Il piano di risanamento illustrato dal Sindaco Appendino è sicuramente apprezzabile che la Giunta Cinque Stelle, cercando di evitare il pre-dissesto (che avrebbe conseguenze drammatiche), abbia deciso di non ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi degli articoli 243 bis e del D.Lgs 267/2000. Non si può però non sottolineare come il prospettato piano di interventi presenti, di primo acchito, riservandomi una più approfondita analisi nei prossimi giorni, alcune significative criticità:

1)      i prospettati incassi da vendita degli immobili appaiono irrealistici nell’attuale contesto di mercato; se la Città incasserà il 50% di quanto previsto nel piano sarà già un successo;

2)      la dismissione delle partecipate minori difficilmente porterà incassi significativi al Comune di Torino;

3)      il presupposto essenziale del piano, anche se non dichiarato, è il salvataggio di GTT che ha un fabbisogno di circa 150 milioni di Euro; ciò significa che entro fine anno occorre che un soggetto ( il Comune quale socio, la Regione Piemonte, lo Stato, i creditori, un terzo investitore, etc.) apporti alla società la liquidità necessaria;  in caso contrario GTT dovrà accedere ad una procedura concorsuale con la conseguenza che  la convenzione con la società con la quale il Comune si impegna a rimborsare i suoi debiti scaduti in dieci anni non potrà avere attuazione; la Città si ritroverà a dover contabilizzare nell’anno e pagare a GTT tutti i debiti scaduti e incasserà i crediti vantati verso GTT in moneta fallimentare; ciò originerà un disavanzo nei conti del Comune di oltre 100 milioni di Euro.

4)      il piano non da conto dei minori incassi per multe e oneri di urbanizzazione per l’anno 2017.

Occorrerà quindi innanzi tutto che la Città affronti il nodo GTT (ed Infra.To) partendo dal Piano Industriale predisposto dalla società e reperendo le risorse necessarie a garantire la continuità aziendale. In caso contrario il piano di risanamento dei conti di Torino proposto dalla Giunta Appendino si rivelerà, ancor prima della sua entrata in vigore, irrealistico ed irrealizzabile.

 

Alberto Morano

Consigliere comunale di Torino

Il passaggio generazionale dei beni

La gestione e il passaggio dei beni familiari dai genitori ai figli, a congiunti o altri, rappresenta sempre un momento estremamente delicato nella vita di una persona ed è bene affidarsi a un esperto, in questo caso un notaio. “Ci sono diversi strumenti che possono essere adatti a garantire il passaggio generazionale dei beni familiari – spiega il notaio torinese   Remo Morone – e ogni progetto va valutato a sé stante, in relazione al tipo di beni, se immobiliari o finanziari, e al tipo di famiglia in cui si deve attuare il passaggio, se semplice (costituita dalla coppia genitoriale e da un solo figlio) o complessa (costituita da figli di matrimoni precedenti o da più fratelli). Mi permetta la metafora del sarto: il notaio è un po’ come il sarto che confeziona l’abito su misura al cliente e noi aiutiamo il cliente a scegliere il “vestito” più adatto a lui, vale a dire la soluzione migliore per la sua situazione personale e familiare, valutando sia gli aspetti fiscali e civilistici, sia quelli altrettanto, se non più importanti, umani e psicologici”.

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“Nelle situazioni più semplici – prosegue il dottor Remo Morone – suggeriamo di fare almeno testamento: è uno strumento prezioso, che diventa quasi indispensabile quando la legge non riconosce il diritto all’eredità come nel caso del convivente alla morte del compagno. Qualche volta si suggerisce, però, di anticipare il passaggio generazionale dei beni, utilizzando lo strumento della donazione, evitando di pagare sui beni imposte che, sicuramente per la successione, negli anni a venire sono destinate con molta probabilità aumentare, adeguandosi ai valori europei. L’Italia, infatti, rappresenta un unicum europeo, una sorta di “paradiso fiscale” per le donazioni e alcuni tipi di successioni, mentre in Germania le imposte, in linea di principio, si aggirano sul 30 per cento, in Inghilterra si attestano sul 40 e in Francia sul 45 per cento”. “Per i beni immobiliari – aggiunge Remo Morone – nei casi più semplici consigliamo la donazione con riserva di usufrutto o con la riserva di disporre. Si pagano subito le tasse di donazione, con l’aliquota e la base imponibile del valore catastale attuale, ma si evitano le imposte di successione; ci sarà solo un consolidamento, quasi gratuito, con un sensibile vantaggio per i beneficiari della donazione. Con la riserva di usufrutto il disponente mantiene la possibilità di godere del bene immobiliare, abitandolo o potendolo affittare, proprio come se fosse ancora suo; con la riserva di disporre, inoltre, il disponente può   ritornare in possesso del bene, nel caso cambino le circostanze presenti al momento della donazione (per esempio nel caso compaia la necessità economica di vendere il bene o nel caso in cui il beneficiario assuma, in virtù dei beni ricevuti in donazione, una condotta libertina o che faccia comunque presumere al disponente un tenore di vita eccessivamente dispendioso)”. “Per quanto riguarda le disponibilità finanziarie – conclude il notaio Remo Morone – la donazione è un istituto che viene poi spesso impiegato dai genitori verso i figli che non potrebbero permettersi il tenore di vita che conducono e che viene invece così giustificato pienamente, soprattutto dal punto di vista fiscale. Spesso sono proprio gli stranieri che vivono in Italia i più attenti in materia e quelli che sottoscrivono più volentieri questo tipo di atto presso il notaio”.

 

Mara Martellotta

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Dott. Remo Morone, notaio presso lo Studio Notarile Morone in Torino

r.morone@studiomorone.it

www.studiomorone.it

Come riutilizzare i beni confiscati alla mafia

I Comuni piemontesi nel cui territorio sono presenti immobili confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata hanno tempo fino al 30 ottobre per aderire al bando emanato dalla Regione Piemonte per favorirne il riutilizzo a scopi sociali.

In provincia di Torino (*) sono interessati il capoluogo (50 immobili), Leinì (16), Villareggia (16), San Giusto Canavese (12), Orbassano (9), Bardonecchia (6), Chivasso (5), Angrogna, Beinasco, Borgaro, Bruino, Cantalupa, Carmagnola, Caselle, Castiglione, Cesana, Coazze, Cuorgnè, Moncalieri, Montalenghe, Nichelino, Piossasco, Salassa, San Benigno Canavese, San Maurizio Canavese, San Sebastiano Po, Santena, Torrazza Piemonte, Val Della Torre, Venaria Reale, Villafranca, Villastellone, Volpiano e Volvera.

Gli obiettivi del bando sono diversi: superare le situazioni di emergenza abitativa che riguardano genitori separati, donne vittime di violenza e famiglie in stato di disagio; rinforzare le attività socio-assistenziali ed educative (sostegno della famiglia e dei minori, tutela di anziani e disabili, punti di accoglienza e informazione sul territorio, agricoltura sociale); aiutare l’accoglienza dei rifugiati.

In questo modo – commenta il presidente della Regione, Sergio Chiamparinosi è voluto mettere in pratica una precisa volontà: destinare abitazioni acquistate con denaro derivante da attività criminose ad iniziative in grado soprattutto di aiutare concretamente le fasce più deboli della popolazione”.

L’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, aggiunge che “riutilizzare beni confiscati alle mafie mettendoli a disposizione dell’intera comunità per finalità educative e sociali rappresenta la miglior risposta da parte della Regione Piemonte alla criminalità”, mentre l’assessora alle Pari opportunità ed Immigrazione, Monica Cerutti, evidenzia che “questo bando ha una valenza molto concreta nel destinare beni immobili confiscati per fini sociali, come le case rifugio per donne vittima di violenza o l’accoglienza di profughi. Ciò aumenta la sua portata simbolica, restituendo alla comunità beni sottratti alla malavita. Si tratta di un’azione assolutamente in linea con l’adesione della Regione ad Avviso Pubblico, la rete di enti locali e Regioni contro le mafie”.

Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 200.000 euro, con una quota di cofinanziamento a carico del Comune del 50%. Non sono previsti limiti minimi, mentre il tetto massimo assegnabile è di 50.000 euro per ciascun intervento. Le domande saranno esaminate da un apposito comitato tecnico di valutazione.

Il bando rappresenta l’attuazione di una delibera approvata il 24 luglio scorso dalla Giunta regionale e dal Consiglio il giorno successivo per rifinanziare dopo molti anni la legge n.14/2007 “Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.

Gianni Gennaro – www.regione.piemonte.it

* Fonte: Tabelle pubblicate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di coesione nel “Dossier regionale – I beni confiscati alla criminalità in Piemonte”. Elaborazioni su dati ANBSC aggiornati al 29 febbraio 2016

Ruffino: “Ecco come Gonin può rilanciare l’economia e il turismo”

Presentazione del Progetto Omaggio a Gonin. Nella foto: Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte

“La ricerca di soluzioni vincenti per rilanciare l’economia e l’occupazione parte dalla valorizzazione delle risorse e ricchezze, uniche e irripetibili delle nostre città e dei nostri territori. La politica deve essere protagonista nella promozione delle comunità locali dialogando e collaborando con le realtà culturali, imprenditoriali e sociali. In questo senso rendere omaggio alla figura di Gonin, che è per Giaveno patrimonio di cultura e di storia da far conoscere oltre i confini della città, è un’azione utile al rilancio territoriale”. Ne è fortemente convinta la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e già sindaco di Giaveno, Daniela Ruffino (FI), che sostiene e condivide le finalità del progetto “Omaggio a Gonin”.

 

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“In occasione della presentazione di questa iniziativa, nei mesi scorsi, in Consiglio regionale – commenta Ruffino – volli sottolineare un aspetto: lo stesso Francesco Gonin fu una sorta di turista ante litteram di Giaveno, gli piacque tanto la nostra città da farne la ‘sua’ città. Le realizzazioni artistiche murali che riproducono le litografie dell’artista tratte dall’edizione “quarantana” del 840 dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, rappresentano una nuova e originale attrattiva turistica per la nostra città. E per questo dobbiamo ringraziare l’intuizione dell’associazione Proprietari immobili Centro storico (Pics) Onlus di Giaveno”. “Le motivazioni per visitare il Piemonte non mancano certo, come dimostrano i dati delle presenze turistiche relativi a Torino e alla regione. Anche Giaveno, grazie alle attrattive locali, ha da proporre un’offerta davvero appetibile per i turisti italiani e stranieri. Il nostro – aggiunge la vicepresidente dell’Assemblea regionale – è un bagaglio culturale fatto di storia, tradizioni, paesaggio, arte ed enogastronomia. Giaveno, con le vallate e le montagne, la sua posizione geografica vicina al capoluogo regionale e, allo stesso tempo, alla Francia, può puntare allo sviluppo dei flussi turistici anche da oltralpe, mirati a questa specifica zona e messi in connessione con la proposta di turismo culturale di Torino”.

 

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“Propongo pertanto alla Regione di individuare nuove misure e risorse per i privati che realizzano interventi di recupero e abbellimento delle facciate degli edifici dei centri storici, così come nuovi sgravi e agevolazioni a favore delle aziende che intervengono con proprie risorse a favore della ristrutturazione di edifici e spazi urbani. Tutto ciò – spiega Ruffino – mettendo ordine tra le diverse proposte presentate in Regione nel corso degli anni per la tutela e la valorizzazione delle attività storiche e dei prodotti tradizionali del commercio e dell’artigianato piemontese. Dobbiamo infatti puntare sull’alleanza tra pubblico e privato che rappresenta non solo un’opportunità ma una necessità per il rilancio economico e il contrasto al declino”. “La Regione aiuti i Comuni, le categorie produttive e il mondo dell’associazionismo per valorizzare il nostro patrimonio con una precisa consapevolezza: turismo e cultura rappresentano oggi la naturale diversificazione economica e produttiva, necessaria per far fronte all’indebolimento dell’industria, causa principale di disoccupazione. Ne è testimonianza il progetto “Omaggio a Gonin”, – conclude Ruffino –  che raggiunge infatti il duplice obiettivo di rendere più bello e quindi più attrattivo in senso turistico il centro storico, valorizzando l’economia locale”.

Un milione di euro all’Unione NET per la mobilità sostenibile

L’Unione Comuni Nord Est Torino è stata inserita nella graduatoria degli enti beneficiari nell’ambito del «Programma sperimentale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro» del ministero dell’Ambiente. Il progetto presentato si è classificato 25esimo a livello nazionale (su 114 istanze), con un contributo di un milione di euro sull’investimento complessivo di un milione 823mila euro.

Gli interventi previsti riguardano attività comuni a tutti gli enti partecipanti (come bike parkpiedibus ed educazione stradale) e misure specifiche per ogni singolo territorio; per Volpiano, in particolare, è prevista la realizzazione di percorsi ciclopedonali per 60mila euro.

Il programma di mobilità sostenibile del ministero dell’Ambiente è stato avviato per finanziare progetti di ambiti territoriali superiori ai 100mila abitanti  e incentivare, ad esempio, «la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta» oppure «di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria».

 

(Foto: il Torinese)

Bollette luce e gas, che cosa occorre sapere

Di Patrizia Polliotto*

Ecco alcune novità introdotte nel 2017 in merito alla fatturazione chiarendo le modalità di emissioni delle bollette miste, ovvero quelle composte da una lettura stimata e una reale e introducendo una novità davvero inaspettata. Non sono più concessi ritardi: i fornitori devono inviare in tempi brevi le bollette. Se non verranno rispettati, saranno soggetti a una sanzione che può arrivare anche ai 35,00 euro. Nello specifico in caso di chiusura di contratto la spedizione dell’ultima fattura dovrà essere emessa entro otto giorni lavorativi in caso di cartacea, di due giorni invece per modalità di ricezione virtuale online con mail. Un punto chiave fondamentale legato ai cambiamenti che avverranno a partire dal prossimo gennaio vedrà i fornitori di luce e gas obbligati ad effettuare la rateizzazione nei casi in cui la bolletta sia stata emessa con errori di calcolo o importi imprecisi. Un secondo obbligo prevede un’emissione delle fatture più frequente, nello specifico bimensile per i piccoli consumatori mentre mensile per i grandi, con una lettura obbligatoria una volta ogni quattro mesi e non un conguaglio unico una volta all’anno.

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

 

Catalogna: in piazza anche noi, ma per il Tricolore

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Quanto sta avvenendo in Spagna rivela la profonda crisi della politica in generale e di quella spagnola in particolare che ha perso una delle due sue funzioni  essenziali ,quella di mediare tra interessi contrastanti. L’altra funzione, quella di decidere, appare appannata da tempo


La pretesa della Catalogna di fare un referendum incostituzionale volto a dichiarare una repubblica indipendente e’ un atto rivoluzionario che nulla ha a che fare con la democrazia.  La fermezza – sicuramente eccessiva – della Guardia civile spagnola – era quindi un atto dovuto. Certo, il numero dei feriti e’ impressionante, ma esso ci fa capire che la protesta catalana e’ stata anche violenta. Nulla a che fare con la rivoluzione di velluto cecoslovacca .  L’aver preteso di votare ad ogni costo e’ un atto eversivo, anche se il voto e’ ,in linea di principio, sempre democratico di per se’.
La Catalogna rivela i limiti di una certa concezione democratica che non riesce più ad esprimere i valori condivisi del secolo scorso e determina una frattura tra eletti ed  elettori. La violenza, in ogni caso , andrebbe condannata, ma sarebbe sbagliato dividere in pacifici e buoni i Catalani e in violenti e cattivi gli Spagnoli. Oggi c’è il pericolo di un contagio a livello spagnolo ed europeo, con l’inizio di un processo di balcanizzazione che significherebbe un ritorno indietro alle piccole patrie anche come reazione alla globalizzazione mondiale e all’unificazione europea che non soddisfa ed  appare espressione dei ceti finanziari.

 

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La Nazioni sono un elemento da difendere e non si tratta di gretto nazionalismo. L’uscita dell’Inghilterra deve far pensare, come deve far pensare il fatto che  la Scozia e l’Irlanda vorrebbero staccarsi dal Regno Unito ,ma non dall’Europa. La figura assente in Spagna e’ quella del Re che pure è il simbolo dell’unità nazionale .Un’assenza incredibile e che non significa neppure porsi super partes. La Monarchia avrebbe un ruolo fondamentale da giocare ,se non lo gioca, giustifica la Repubblica. Un pavido silenzio la rende inutile. Viviamo in un momento di profondissima crisi delle istituzioni e dei partiti. I referendum leghisti italiani al confronto  sono cose da operetta, da mera propaganda .I tempi della secessione  di Bossi ,per nostra fortuna, sono lontani. Si pone però il problema delle Regioni, dei loro  costi, della loro inefficienza. Forse aveva ragione Malagoli nel non volerle. Certo, le regioni a statuto speciale esistenti sono storicamente superate e hanno dei costi proibitivi. E le Province sono invece realtà irrinunciabili in Italia.

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Io mi sono commosso alla vigilia del referendum catalano quando gli spagnoli sono scesi in piazza ,sventolando la bandiera nazionale contro un referendum disgregatore. In Italia le bandiere si sventolano solo alle partite, manca il senso nazionale e lo spirito civico. La Spagna ha alle spalle secoli di unità ,malgrado le guerre civili, noi abbiamo 150anni con due guerre mondiali e una guerra civile i cui fantasmi si agitano ancora oggi. E abbiamo una Chiesa che scomunicò il Risorgimento ed oggi vuole interferire nella politica italiana in modo intollerabile, non solo per i migranti. Sarebbe bello che anche noi scendessimo in piazza con il tricolore a rivendicare lo spirito nazionale, invece abbiamo gli antagonisti che fanno casino in ogni occasione sia loro possibile farlo.  Il Tricolore anche per dire che un rapporto solidale tra Nord e Sud e’ indispensabile, lo volle il Risorgimento, lo impone la coscienza morale di un popolo che deve vincere gli ottusi egoismi localistici.  Inviterei Lombardi e Veneti ad andare non ai seggi ,ma a raccogliere funghi e castagne domenica 22 ottobre.  Sarebbe più utile per tutti e ed eviterebbe ulteriori, inutili polemiche in un paese dilaniato come il nostro che ha bisogno di unità e di non dispute distruttive.

quaglieni@gmail.com

Settimana Mondiale dell’Allattamento

Dal 2 all’8 ottobre tanti gli appuntamenti a Torino

 

È stata fissata dal 2 all’8 ottobre 2017 la SAM, Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno, che ogni anno la WABA (World Alliance for Breastfeeding Action ossia Alleanza mondiale per interventi a favore dell’allattamento) coordina a livello internazionale in relazione alle raccomandazioni OMS per la promozione, la protezione ed il sostegno all’allattamento.

Ancora una volta Torino, insieme a Moncalieri, ha deciso di organizzare una serie di appuntamenti per il pubblico, per i professionisti e durante la settimana nei Nidi di infanzia che aderiscono al progetto #allattarealnidosipuò, con appuntamento per l’evento clou della manifestazione, il Flash Mob sabato 7 ottobre alle ore 10 in via Garibaldi angolo corso Valdocco.

 

Tema centrale della SAM 2017 è la collaborazione, come elemento strategico per raggiungere il bene comune: strumento che dà risultati sostenibili migliori della somma dei singoli sforzi: SOSTENERE ALLATTAMENTO – INSIEME, dunque è il titolo di questa edizione.

Ecco gli obiettivi definiti:

  • INFORMARE: Comprendere l’importanza di lavorare insieme tra i diversi ambiti a cui il sostegno all’allattamento fa riferimento;
  • RADICARE: Riconoscere il ruolo e il peso che ciascuna organizzazione può avere nella propria area di lavoro
  • STIMOLARE: Andare incontro agli altri per individuare aree di interesse comune
  • FARE RETE: Lavorare insieme per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030

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PROGRAMMA SAM 2017

a cura di:

Ass. Casa Maternità Prima Luce, Ass. Luna di Latte, Ass. MammaandtheCity, Ass. Palaver, Collegio Ostetriche Torino, Corso di Laurea in Ostetricia, IBFAN Italia, La Leche League, Opera Munifica Istruzione, Save The Children, Unicef comitato Regionale Piemonte, Servizio sovrazonale di Epidemiologia ASL TO 3, Nidi Comunali di via Assisi, via Beaumont, Piazza Cavour, Il nido della Musica, Il nido gli Amici di Pimpa, Nidi Comunali di Moncalieri Arcobaleno, il Piccolo Principe, Aquilone, Quadrifoglio

 

Martedì 3 Ottobre

ore 16.00 “Letture al sapore di Latte” letture ad alta voce, con le famiglie del nido e del quartiere

ore 16.45 Secondo gruppo di lettura

Nido Comunale Peter Pan via Beaumont 58, Torino

 

ore 17,00 “Perché allattare? Tutti i benefici di questo momento speciale” a cura di La Leche League

Nido Gli amici di Pimpa, via San Francesco da Paola 16, Torino

 

mercoledì 4 Ottobre

ore 17.00 “Nascita e Relazione: l’esperienza di una mamma ostetrica”

ore 18.00 “I benefici dell’allattamento sulla struttura ossea del bambino: l’esperienza di una mamma osteopata”

Nel corso dell’evento sarò presente il punto informativo della La Leche League

Nido Comunale di Piazza Cavour, Piazza Cavour 14, Torino

 

Giovedì 5 Ottobre

ore 17.00 “Allattiamo insieme” letture ad alta voce, con le famiglie del nido e del quartiere

ore 17.30 “Insieme per scambiarsi esperienze: Cerchio di mamme che allattano, hanno allattato, desiderano allattare”

Nido Comunale Arcobaleno Via Ponchielli 4, Moncalieri

Nido Comunale Aquilone Strada Mongina, 11 bis, Moncalieri

Nido Comunale Piccolo Principe Via Ungaretti 24, Moncalieri

Nido Comunale Quadrifoglio Via Galimberti 11, Moncalieri

 

ore 17.30 “Allattami mamma mentre ci raccontano una storia”.

Nido Comunale di via Assisi via Assisi 45, Torino

 

ore 18.00 “Elementi sul portare: l’uso della fascia al Nido di infanzia” – seminario per operatori a cura di Casa maternità Prima Luce

Nido della Musica, via delle Rosine 14, Torino

 

SABATO 7 OTTOBRE

 

10.00 – Ritrovo in via Garibaldi angolo corso Valdocco

10.15 – Saluto delle autorità

10.30 – Flash Mob “Allattiamo insieme”: indossare qualcosa di arancione

11.15 – I Cerchi delle Collaborazioni Necessarie

“Gli enti sostenitori dell’allattamento”: Unicef e gli ospedali e le comunità amiche dei bambini, Ibfan Italia, I Nidi di #Allattarealnidosipuò, Rete Fiocchi in Ospedale_ progetto promosso da Save The Children.

14.30 – I Cerchi delle Collaborazioni Necessarie

“Comunicare l’allattamento”: Bada a come parli e a come scrivi, a cura di La Leche League;

“Storie ed esperienze”: figure maschili a sostegno dell’allattamento;

“La mamma che non ti aspetti”. Storie di allattamento non convenzionale;

15.30 Saluto del Collegio delle Ostriche

16.00 – Il cerchio delle mamme (Ass. Palaver, Luna di Latte, La Leche Legue, MammaandtheCity,)

 

 

SABATO 28 OTTOBRE

9.00-13.00 _ OMI via San Massimo 21, Torino

Giornata di formazione per operatori

Nurturing the Future: #Allattarealnidosipuò!

 

 

 

 

 

Per info:

samtorino.info@gmail.com