ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 558

Contro la violenza sulle donne

Parte il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la nuova campagna sociale dell’Assemblea legislativa sulla prevenzione e il contrasto della violenza di genere. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, è accompagnata dall’edizione di un “Tascabile di Palazzo Lascaris” dedicato agli strumenti e ai servizi utili per le vittime di violenza disponibili in Piemonte. Nel 2018, inoltre, partirà un innovativo progetto di prevenzione nelle scuole medie e superiori. Sono alcune delle iniziative congiunte che il Consiglio regionale del Piemonte, attraverso le sue Consulte e Comitati, e l’assessorato Pari Opportunità della Regione Piemonte hanno organizzato per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne.

 “Attorno alla violenza sulle donne – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus –  aleggiano e persistono ancora pregiudizi e stereotipi che allontanano la comprensione di questa piaga sociale, diffusa in modo omogeneo e trasversale rispetto alle culture, le etnie, i gradi di istruzione, le fasce di reddito e di età. Parliamo di un crimine ma, per questioni culturali, continua ad essere considerato, ancora troppo spesso, come una questione privata. Si tratta invece di un fenomeno ormai strutturale, non più emergenziale, ed è per questo che diventa strategico sensibilizzare e informare, per stroncare ogni alibi e ipotesi che esista una licenza culturale di giustificazione della violenza di genere. Per questa ragione l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea ha deciso di dedicare una campagna sociale proprio alla violenza di genere e di mettere in campo tutte le sinergie, come quella, fondamentale, con la Polizia di Stato, che ha intrapreso numerose iniziative per contrastare la violenza sulle donne”.

“È un approccio di sistema quello che la Regione Piemonte ha voluto mettere in campo. Il primo passo è stato rafforzare la rete regionale dei 14 centri antiviolenza e delle 9 case rifugio, sostenendola anche economicamente” ha sottolineato l’assessora alle Pari Opportunità Monica Cerutti. “Solo nel 2017 – prosegue – per queste strutture sono stati stanziati circa un milione e 500 mila euro, di cui 817 mila a sostegno dell’attività dei centri antiviolenza e delle case rifugio già esistenti; 308 mila destinati a nuovi centri antiviolenza e a posti letto in situazione di emergenza; 335 mila per nuove case rifugio e l’eventuale attivazione di nuovi posti letto nelle case già esistenti. Un ulteriore milione di euro è stato stanziato per la formazione del personale sanitario e sociale; l’inserimento lavorativo e l’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza ed anche interventi e attività sperimentali nei confronti degli autori di violenza di genere”. 

Il Questore di Torino, Angelo Sanna, ha illustrato la campagna ministeriale denominata Progetto CAMPER – Campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere. “Il  Camper della Polizia  di Stato contro la violenza di genere – spiega – ha lo scopo di mettere a disposizione, nei luoghi normalmente frequentati dalle persone nella vita quotidiana come mercati e piazze,  un’equipe multi disciplinare che costituisca un punto di ascolto avanzato in cui sia possibile non solo ricevere informazioni, ma anche avvalersi del patrimonio professionale degli operatori specializzati della Polizia di Stato affiancati da personale delle reti antiviolenza e dei servizi sociali,  per favorire l’emersione  di gravi reati o di situazioni a rischio”.

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Patria e famiglia. Alleanza Cattolica interroga la politica

Alleanza Cattolica si interroga sul ruolo della famiglia e della patria in una società sempre più complessa, in vista delle prossime elezioni. A questo scopo ha organizzato stasera, giovedì 23 novembre, alle 20.45, presso la Sala Conferenze della Gam, in corso Galileo Ferraris 30, un incontro con il vice segretario della Lega, onorevole Giancarlo Giorgetti, sul tema “Vita, patria e famiglia alle prossime elezioni”. Scopo dell’incontro è conoscere il programma della Lega nella prossima legislatura dalla voce di un suo autorevole rappresentante, sui temi della difesa della vita e della famiglia, che per Alleanza Cattolica costituiscono i pilastri fondamentali di ogni società. Si parlerà anche dei valori della patria, alla luce delle riforme indispensabili per un processo di valorizzazione delle autonomie regionali. Questa sarà l’occasione anche per una migliore comprensione della natura e degli scopi dei referendum promossi dalla Lega in Lombardia e Veneto, L’incontro sarà introdotto dal professor Mauro Ronco, responsabile piemontese di Alleanza Cattolica, e interverranno del movimento Valter Maccantelli e Daniela Bovolenta del comitato torinese “Difendiamo i Nostri Figli”.

Mara Martellotta

Buoni pasto, che cosa bisogna sapere

Di Patrizia Polliotto* 

 

I buoni pasto spettano al lavoratore e non possono essere ceduti a terzi. Per ottenerli si deve avere un contratto di lavoro, anche part-time nel caso in cui svolgano attività durante un orario di lavoro che copre la fascia di un pasto e la distanza tra l’abitazione e il luogo di lavoro renda impossibile consumare il pasto a casa propria. Una novità rispetto al passato è che i buoni pasto potranno essere assegnati anche ai collaboratori d’azienda che non siano lavoratori subordinati. La riforma ribadisce il divieto di cedere il buono pasto e di utilizzo nelle giornate in cui non si è in ufficio, mentre estende l’ambito in cui si possono utilizzare anche, oltre a supermercati, bar e pizzerie, anche e sempre per “pasti e bevande” in agriturismi, mercati e spacci aziendali. I buoni pasto possono essere sia cartacei che elettronici e sono deducibili entro limiti precisi, a seconda che si tratti di un tipo o dell’altro: per quelli in formato cartaceo l’importo massimo non soggetto a tassazione e contribuzione è di 5,29 euro, per quelli elettronici arriva a 7 euro, che equivalgono a 400 euro di reddito annuale in più da utilizzare per il servizio di mensa o per la spesa alimentare. I buoni pasto non possono essere ceduti a soggetti diversi dal beneficiario, neanche a titolo gratuito: il buono pasto, quindi, non può essere né venduto, né donato.

 

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

La cartografia piemontese si rinnova

Il Consiglio regionale ha approvato  all’unanimità il disegno di legge che istituisce la nuova “Infrastruttura regionale per l’informazione geografica”, realizzata in Piemonte in seguito alla direttiva europea del 2007 che ha creato l’Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).

Il disegno di legge adegua le norme cartografiche (che risalgono al 1977 e al 1981) ai nuovi strumenti tecnici con cui si acquisiscono e si rendono fruibili le informazioni geografiche, mettendole poi a disposizione sia degli enti pubblici che dei privati. Dalla semplice trasposizione su carte topografiche cartacee di pochi elementi territoriali, oggi si è passati, grazie alle tecniche informatiche, alla rappresentazione di molti più oggetti. Le informazioni digitali sono continuamente aggiornabili e possono essere messe in relazione tra loro grazie ai sistemi Gis (Geographic Information System), rendendo connessi i dati prodotti dai diversi uffici competenti. In questo modo le informazioni geografiche-territoriali, prodotte dai vari enti, possono essere utili sia per la pianificazione territoriale che per la programmazione generale e settoriale del territorio piemontese. La legge prevede che l’infrastruttura geografica regionale sia realizzata dalla Regione con l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) e degli enti locali che vi aderiscono formalmente. È previsto che altri soggetti pubblici e privati, compresa la comunità scientifica, aderiscano all’infrastruttura sulla base di specifici accordi. I relatori del provvedimento erano Daniele Valle (Pd) per la maggioranza, Paolo Mighetti (M5S) e Massimo Berutti (Fi) per l’opposizione. “I dati che abbiamo avuto a disposizione finora erano poco accessibili, anche se in questo campo già prima eravamo avanti rispetto alle altre Regioni. Adesso che abbiamo le potenzialità offerte da Internet possiamo fare un grande passo avanti – ha detto Mighetti -. Ci fa piacere che il dato cartografico sia aperto: questi dati servono a molti soggetti per lavorare con un grado di precisione maggiore. Siamo disponibili a raccogliere testimonianze su questo nuovo servizio, sulle parti positive e su quelle negative”. Anche il parere di Berutti è stato molto positivo. “Con l’evoluzione costante del sistema, grazie all’utilizzo dell’informatizzazione anche della cartografia, sono stati fatti passi da gigante, la nostra Regione è un punto di riferimento per l’urbanistica. Questa nuova infrastruttura sarà molte utile ai professionisti che utilizzano le nuove tecnologie. Sarà possibile sovrapporre i dati per migliorare le analisi tecniche e velocizzare il lavoro”.  In chiusura l’assessore alla Tutela del territorio Alberto Valmaggia ha dichiarato la propria soddisfazione: “questa è una legge che ci fa fare un passo avanti, in linea con l’infrastruttura dell’Unione Europea. Superiamo così la cartografia degli anni ‘80, con una tecnologia digitale che permette di sovrapporre e archiviare online i dati e di avviare l’interoperabilità dei dati prodotti da fonti diverse. I dati geografici saranno resi accessibili al pubblico come open data, sia per i professionisti che per i cittadini. Il Geoportale della Regione disporrà di una base dati che potrà essere incrementata anche da altre fonti, secondo un principio di semplificazione e innovazione”.

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Anziani, vaccini e migranti: se ne parla al simposio medico nazionale

Al Centro Congressi Lingotto  22-25 novembre
Il Congresso SItI di quest’anno affronterà moti temi importanti con sessioni plenarie dedicate all’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale di fronte alla prospettiva della longevità di massa, alla salute delle popolazioni migranti, alle vaccinazioni e alle emergenze in sanità pubblica. All’apertura del Congresso è previsto un saluto istituzionale del Ministro della Salute. Quest’anno la SItI ha proposto di assegnare il “SItI Award” a Beatrice Lorenzin, “riconoscendole il merito di aver valorizzato e proposto, durante il suo mandato, politiche di prevenzione in linea con le migliori evidenze scientifiche e i principi ispiratori della società scientifica che riunisce gli igienisti italiani. A presiedere ai lavori  sono Roberta Siliquini, Professore ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Torino e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), e Gabriele Bagnasco, Presidente della Sezione Piemonte della Società Italiana di Igiene.

Art & Law, una panoramica oggi in Italia

La Normativa, sempre più stringente anche per motivi di contrasto alla criminalità e all’evasione fiscale, prevede che si debba dimostrare (anche sulla base fiscale dell’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente) la provenienza e il prezzo di “carico”, pena il rischio che l’Agenzia delle Entrate consideri il valore del bene artistico sic et simpliciter un reddito anno sottoponibile ad aliquota marginale

Premesso che il problema legale, penale, principale nell’Arte sono i falsi e, assai giustamente, l’Articolo 9 della Costituzione pone sotto specifica tutela costituzionale, oltre al paesaggio e al patrimonio storico, proprio quello artistico (onde contrastare di default le tre principali “aggressioni” al medesimo, cioè la contraffazione, l’alterazione e la copia), sono numerosi le previsioni di reato che attengono a questo settore, dalla truffa all’appropriazione indebita, dal furto al riciclaggio, all’autoriciclaggio. Non sono tuttavia questi, già inseriti nel Codice Penale degli Anni Trenta e poi novati fino ai giorni nostri, gli aspetti che più possono risultare d’interesse per il cittadino possessore in buona fede di opere d’Arte genuine. Al di là del fatto che i falsi delle opere d’Arte (uno di quei beni per i quali, si rammenta, “il possesso vale titolo”) rappresentano uno stock immenso nelle case degli Italiani (alcuni commentatori autorevoli si spingono a valutarli fra l’80% e il 90%), la necessità media del cittadino diligente che detenga un bene artistico acquisito in proprietà in modo lecito (compravendita, successione e donazione) è conoscere le caratteristiche legali, per lo più -ma non solo, come visto sopra- civilistiche, commerciali e fiscali che sottendono. Innanzitutto, la Normativa, sempre più stringente anche per motivi di contrasto alla criminalità e all’evasione fiscale, prevede che si debba dimostrare (anche sulla base fiscale dell’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente) la provenienza e il prezzo di “carico”, pena il rischio che l’Agenzia delle Entrate consideri il valore del bene artistico sic et simpliciter un reddito annuo sottoponibile ad aliquota marginale.

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Nella compravendita fanno fede i contratti fra privati ( che non sono obbligatoriamente da registrare e, pertanto, là ove non lo siano, la loro “forza” dovrebbe essere corroborata anche da altri apparati dimostrativi, come ad esempio l’immissione contestuale in una polizza assicurativa o un successivo inventario notarile), la fatture delle Gallerie e della Case d’asta, nelle successioni l’immissione nell’asse ereditario ( in molti casi, in passato, i beni Artistici sono stati inseriti nel forfait dei contenuti di un immobile ereditato), mentre la donazione ( al di là di quelle informali) va per Legge fatta per Atto pubblico. Non esiste attualmente in Italia, al di là dell’esercizio di attività d’impresa ( e allora la fattispecie è ovviamente commerciale) o di attività non occasionale ( nel qual caso si genererebbero “Redditi diversi”), previsione di carico fiscale su eventuali proventi prodotti dalla compravendita di opere d’Arte da parte di privati che, appunto occasionalmente, realizzino vendite di medesimi, acquisiti nei modi di cui sopra. Invero ci sono previsioni legislative che stanno “montando” da tempo e che presto, certamente, porteranno a tassazione anche i proventi che i privati ricavano da questa fattispecie economica. Merita un cenno il fatto che con il Redditometro e lo Spesometro anche il privato che abbia acquistato beni artistici di valore non congruo alla propria situazione reddituale possa essere chiamato a dimostrare come si sia procurato in modo tracciabile il danaro necessario ( ad esempio vendendo immobili o titoli).

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Ci sono poi da conoscere due aspetti normativi non irrilevanti e, cioè, il fatto che non si possono esportare beni artistici di oltre 70 anni ( 50 fino allo scorso anno), senza aver notificato il Diritto di prelazione allo Stato italiano e che, per ogni vendita effettuata attraverso operatori professionali, la Normativa UE del Diritto di seguito prevede una percentuale da pagare ai titolari dei diritti su un’opera d’arte ( ad esempio i familiari dell’artista tutelato dalla Siae), che, per ogni vendita anche se effettuata nello stesso anno, è del 4% fino a 50.000 Euro, a scalare fino a un massimo di 12.500 Euro; in merito va precisato che l’acquirente di un’opera d’Arte diviene proprietario solo del supporto della medesima ( tela, telaio, colori), ma che il diritto derivante dalla “concezione” ( come, ad esempio, lo sfruttamento dell’immagine di un’opera) resta in capo all’artista-creatore e ai suoi eredi ( che, tra l’altro, sono i principali titolati all’autenticazione delle sue opere post mortem).Un’ultima considerazione alla fatturazione da parte degli operatori professionali che prestano attività di intermediazione ( ad esempio case d’asta), sulle cui commissioni grava l’Iva, così come sulla consulenza.

Paolo Turati

 

 

 

Il 5G sarà il turbo per il mondo IoT

A Smart Building Expo 

L’esame dei primi passi della tecnologia mobile 5G e le applicazioni in agricoltura, edilizia e sanità Mondo IoT, 5G e Smart Home. Tre temi collegati tra loro che sono stati messi sotto i riflettori da ANFoV, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione nata a Torino, che in occasione di Smart Building Expo alla Fiera di Milano ha raccolto a convegno alcuni esperti del settore. In occasione dell’incontro è stata presentata la seconda edizione del rapporto realizzato dall’Associazione sull’Internet of Things che sarà messo a disposizione dei soci e di coloro che si assoceranno nella sua versione integrale. Gaetano Pellegrino di Open Gate Italia, società di consulenza strategica, ha presentato il report che si è focalizzato sui servizi abilitati dall’IoT. Pellegrino è partito dal 5G rispetto al quale ultimamente “c’è stata una forte accelerazione con la pubblicazione da parte della Ue di tre documenti fondamentali recepiti dal MiSE che ha avviato il bando per la sperimentazione”. Il MiSE considera l’IoT un fattore fondamentale e con il bando ha contribuito ad avviare una azione corale che coinvolge Università, Centri di Ricerca, Imprese e Pubblica Amministrazione per il varo di partenariati per progetti focalizzati in buona parte su servizi innovativi per una città a 5G.

Efficiente utilizzo dell’interfaccia radio, altissimo bit rate e bassa latenza, sono alcuni dei vantaggi offerti dalla nuova tecnologia mobile che grazie al concetto del network slicing permette a ogni rete virtuale di essere dedicata a un nuovo servizio. Tutto questo offre un sicuro volano di sviluppo per le startup, la cui attività è stata recensita dal rapporto ANFoV, che lavorano anche nell’agricoltura dove si sta affermando il concetto dell’agricoltura di precisione. Mappatura, monitoraggio, controllo attrezzature, irrigazione e lotta ai parassiti sono alcuni dei campi di applicazione che spesso contemplano l’utilizzo dei droni che con il 5G potranno essere controllati tramite smartphone eliminando anche il supporto di memorizzazione locale a favore del cloud storage. La tracciabilità della filiera produttiva per la certificazione di autenticità del Made in Italy, eHealth con la possibilità di consultare i dati del paziente in tempo reale e fornire assistenza remota, monitoraggio infrastrutturale che, soprattutto in Oriente, è particolarmente utilizzato per la costruzione di nuovi edifici, videosorveglianza cittadina fino all’automotive e al contrasto del bracconaggio, sono alcuni degli ulteriori campi di applicazione presi in esame dal rapporto che rappresenta il contributo di ANFoV allo sviluppo del mondo IoT raccontato nelle varie sfaccettature dagli altri interventi del convegno (le slide saranno a disposizione di tutti sul sito ANFoV) che si sono concentrati sui progetti per la Smart Home, il ruolo del satellite in questo ambito e anche la possibile unione con l’ADSL con lo sviluppo del progetto Combo dell’Università di Roma Tor Vergata. “Il futuro è multiservizi – ha concluso Claudio Chiarenza del Consiglio Direttivo di ANFoV – ma vede anche la presenza di differenti tecnologie già esistenti e altre in arrivo come il 5G . Tutte queste realtà dovranno cooperare fra loro, ma per poterlo fare bisogna dare indirizzi, stabilire priorità e quindi sedersi attorno a un tavolo. ANFoV oggi ha messo una prima pietra per questa necessità di fare squadra e intende essere contributore e punto di riferimento per i tavoli dove poter ragionare sullo sviluppo del settore”.

Ecco la prima Cell Factory made in Piemonte

Le nuove potenzialità della Terapia Cellulare e Genica

Sabato sono state presentate le attività della nuova Cell Factory, la prima Officina farmaceutica in Piemonte, che ha ottenuto a luglio 2017 l’autorizzazione dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Sono intervenuti, tra gli altri, Fiorella Altruda  Direttore del Centro Biotecnologie Molecolari, Giuseppina De Santis – Assessore delle Attività Produttive della Regione Piemonte e Gian Paolo Zanetta – Direttore Generale Città della Salute di Torino.

La Cell Factory dell’Università di Torino si configura come Centro di ricerca di eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale per la sperimentazione clinica e la cura di malattie rare tra cui quelle su base genetica, grazie anche alla dotazione di strumentazione assolutamente all’avanguardia, e si inserisce comepunto di partenza del progetto più ampio del Parco della Salute.

La Cell Factory sarà adibita alla preparazione di cellule staminali adulte per l’applicazione clinica in terapia cellulare e terapia genica, nonché alla produzione di medicinali sperimentali sterili, preparati in asepsi. Le cellule destinate all’applicazione clinica devono essere coltivate seguendo le norme GMP (Good Manufacturing Practices), adottate dalle industrie farmaceutiche nella produzione dei farmaci. Secondo le recenti normative europee i prodotti delle colture cellulari rientrano nella categoria dei farmaci per terapie avanzate.

Nella prima applicazione clinica la Cell Factory verrà utilizzata per la preparazione di cellule staminali umane epatiche (HLSC), riconosciute dall’ European Medical Agency (EMA) come “orphan drug” da utilizzare in terapia cellulare in pazienti affetti da insufficienza epatica acuta (Studio Clinico di fase I “Human Liver Stem Cells in adult patients affected by Acute Liver Failure (ALF) and ineligible for liver transplantation”).

 

Rappresenta, inoltre, un asset importante che andrà sviluppato alimentando lo svolgimento di nuovi filoni di ricerca traslazionale che, partendo dalla ricerca di base e dalla preclinica, arriveranno alla clinica.

 

Saranno coinvolti, in questa prima fase, circa 50 tra docenti e ricercatori dei Dipartimenti di Biotecnologie, Scienze Mediche e Scienze Chirurgiche, ed 8 ricercatori / operatori. Dal prossimo anno saranno attivaticorsi di didattica per operatori che operano all’interno delle Cell Factory.

La struttura, inserita presso il Centro Biotecnologie Molecolari, è stata realizzata nel 2007-08 dall’Università di Torino, grazie al contributo della Regione Piemonte, e nel 2014 è stata sottoposta a revisione funzionale della strumentazione e degli impianti.

 

Sarà diretta dalla professoressa Fiorella Altruda (Site Manager Cell Factory), dal professor Lorenzo Silengo(Vice Site Manager Cell Factory) e dalla dottoressa Monica Gunetti (Quality Assurance Cell Factory).

Via Nizza riaperta, la sindaca: “Simbolo di rilancio”

La sindaca Chiara Appendino ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook, sulla riapertura del tratto di via Nizza a lungo chiuso per i cantieri. Ve lo proponiamo di seguito

“Sabato, dopo mesi di lavori e cantieri, è stata riaperta la circolazione in via Nizza, una via di cui spesso sono state raccontate le difficoltà.Vi avevo già parlato in altre occasioni dei progetti per questa zona della Città, che sono stati ribaditi dall’Assessora ai trasporti e alla viabilità, Maria Lapietra. Oltre al completamento della linea 1 della metropolitana ci saranno piste ciclabili, ampliamento del bike-sharing, attenzione al verde e alla mobilità anche per i diversamente abili.  Tra poco tempo sapremo chi saranno i vincitori del bando per il completamento dei lavori e potremo leggere un cronoprogramma concreto. I cantieri verranno aperti a lotti per ridurre al minimo l’impatto sulla vita della via. Tra i simboli di questo rilancio, sabato sera alla presenza dell’Assessore al commercio, Alberto Sacco, sono state poi accese le luci di Natale, anche grazie al sostegno dell’Associazione Commercianti Nuova Nizza Bengasi, Eataly e 8Gallery. Alla Circoscrizione alle realtà del territorio e a tutti coloro che che stanno collaborando a questo rilancio va il mio più sentito ringraziamento”.

La dolce morte. Papa Bergoglio dice la sua

Una recente presa di posizione di Papa Francesco sull’accanimento terapeutico ci riporta l’attenzione su una proposta di legge, da sempre ferma in Parlamento sulla “dolce morte”, l’eutanasia. La sortita del Papa può giovare. Sappiamo che ogni presa di posizione di Francesco è sofferta perché non ha il consenso unanime dei vescovi, anche di quelli che ha nominato. Se spesso la riconoscenza non c’è fra i comuni mortali, non è che nella Chiesa vada meglio e la guerra che gli fanno fa ritardare, talvolta, dichiarazioni che avrebbe espresso prima, ma anche esternare quelle che non avrebbe reso.

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Chi vi scrive ( l’intero giornale) è a favore del diritto alla vita, contrario alla pena capitale; ma per contro, è favorevole al diritto alla morte. Quando la dignità della vita, alla sopportazione del dolore, portano ad una sofferenza inenarrabile che non ci fa capire il disegno imperscrutabile divino che ammette tanto dolore nei confronti dei più deboli e sventurati, noi propendiamo per un’eccezione: la vita vegetale non è vita e non deve perciò essere tutelata. Seppur sia un argomento tanto dibattuto e da sempre in discussione alla Camera, sul tema dell’Eutanasia, si scontrano pareri discordanti, declinate con tante ipocrisie e posizioni di comodo. Tutti ( quelli della mia età) ricordano la vicenda toccante di Eluana Englaro. La richiesta della famiglia di interrompere l’alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico che scatenò un notevole dibattito sui temi legati alle questioni di fine vita. Dopo un lungo iter giudiziario, l’istanza fu accolta dalla magistratura per mancanza di possibilità di recupero della coscienza, ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze. Recentemente una nuova sentenza della Suprema Corte è stata di parere diverso e sono state negate le attenuanti alla persona che ha ucciso la moglie con motivazioni legate alla sofferenza di lei. Questo conferma che la questione delle scelte di fine vita non possono essere risolte semplicemente attraverso una valutazione caso per caso.

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A dicembre ci sarà la commemorazione dell’undicesimo anniversario dalla morte di Piergiorgio Welby che decise di porre fine alle sue sofferenze. Malato di distrofia muscolare e all’epoca co-presidente dell’ALC, nel 2006, trasmise al Presidente della Repubblica Napolitano la richiesta di eutanasia. Dopo mesi di coinvolgimento del mondo scientifico e giuridico, Welby ottenne, legalmente, ciò che inizialmente gli era stato negato: l’aiuto di un medico per distaccare, senza soffrire, il respiratore. Il caso Welby fece maturare nel Paese il consenso alla libertà delle scelte di fine-vita e rappresentò un precedente giudiziario fondamentale per il diritto all’interruzione delle terapie.La sortita di Papa Francesco speriamo sia di ausilio per affrontare, a livello generale e non caso per caso, un argomento tanto spinoso, ma per il quale occorre arrivare ad una soluzione pacata ed equilibrata.

Tommaso Lo Russo

(foto: il Torinese)