ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 556

Il Natale di “Mani Tese” è molto più di un regalo

Ne parliamo con Antonella, referente a Torino per la campagna sociale della onlus

Vi ricordate quei volontari che, sotto le festività natalizie, provvedevano a confezionare i libri o i cd che avevate acquistato in libreria? Erano e sono i protagonisti della Campagna di Mani Tese “Molto più di un pacchetto regalo!” che  anche quest’anno  si svolge dal 1 dicembre fino al 24 in 48 città d’Italia in partnership con le librerie Feltrinelli. A Torino tutte le Feltrinelli aderiscono all’iniziativa. Ce ne parla Antonella Basile (nella foto a sinistra), 31 anni, referente per la nostra città dell’iniziativa:  “saremo  in piazza Castello, piazza CLN, Porta Nuova e Lingotto all’8Gallery. Chiunque può diventare volontario di Mani Tese e dare il suo contributo partecipando anche solo con un turno di 4 ore, nel quale i volontari faranno i pacchetti regalo per la clientela delle Feltrinelli e cercheranno nel contempo di sensibilizzarla sui temi di Mani Tese”.

I fondi saranno raccolti a sostegno della Campagna “I-EXIST-nessun bambino è uno schiavo!” che vuole costituire una mobilitazione contro il fenomeno delle schiavitù moderne, rappresentate dal lavoro minorile, il traffico di esseri umani e lo sfruttamento nelle filiere produttive. Attualmente Mani Tese ha attivi diversi progetti per prevenire e contrastare questi fenomeni in India, Bangladesh, Cambogia e Nicaragua che verranno finanziati proprio attraverso l’iniziativa “Molto più di un pacchetto regalo!

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“Ecco perché – prosegue Antonella – effettivamente si tratta di molto di più un pacchetto regalo; questa campagna è portata avanti da Mani Tese dal 2007 e basti pensare che ha permesso finora di finanziare ben 34 progetti nel Sud del mondo relativi alla tutela dei minori, alla lotta contro la schiavitù e al diritto al cibo; nel 2016 sono stati raccolti 357.070.94 euro. Un altro importante scopo della Campagna consiste nella promozione del volontariato e dell’Associazione, sono circa 5000 infatti le persone che ogni anno a Dicembre decidono di fare volontariato con Mani Tese, alcuni di questi successivamente collaborano stabilmente con l’Associazione”. Ma cos’è Mani Tese? Cerchiamo di capire meglio. E’ una ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) ed una ONG (organizzazione non governativa) che nasce in Italia nel 1964; sin da subito si configura oltre che come un’associazione come un movimento spontaneo che nasce dalla sempre maggiore presa di coscienza della responsabilità verso i propri simili; si occupa infatti di temi quali gli squilibri nel mondo; in particolare tra il sud e il nord del mondo.

E come lo fa? “Attraverso progetti di cooperazione internazionale in Asia, Africa e America Latina – ci spiega Antonella – basati sulla lotta alla povertà e all’esclusione sociale, ambientale ed economica con un approccio volto a costruire insieme alle comunità locali un’economia autonoma e sostenibile, non limitandosi quindi alla denuncia e all’assistenza ma cercando di collaborare insieme a queste comunità per favorirne l’autodeterminazione; in altre parole la possibilità di farcela con le proprie gambe”.

 

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Inoltre Mani Tese opera anche attraverso iniziative di sensibilizzazione della società civile, quindi ad esempio in Italia, nella forma di attività di educazione nelle scuole e realizzando esperienze come i campi di volontariato; promuovendo in tal modo stili di vita imperniati su valori come la sobrietà, la condivisione e la partecipazione e modelli di sviluppo non competitivi e rispettosi dell’ambiente.

Chiediamo ad Antonella: come ti sei avvicinata a Mani Tese?

“Proprio nel momento in cui ho approfondito la mia conoscenza di Mani Tese ho iniziato ad appassionarmi ai valori e agli ideali che porta avanti e ho deciso di avvicinarmi a quest’Associazione; ho infatti iniziato questa come un’esperienza lavorativa, posso dire però adesso che si sia evoluta in qualcos’altro”

Non sei torinese. Come sei finita sotto la Mole?

“Partiamo con ordine; napoletana di origine vivo a Torino da cinque anni, le motivazioni che mi hanno portata a tale trasferimento sono legate all’esigenza di confrontarmi con una realtà diversa e con nuove sfide e al bisogno di crescita personale, aspetti che ritengo siano inoltre interdipendenti. A Torino ho terminato i miei studi in Psicologia, laureandomi circa un anno fa alla Magistrale di Psicologia Clinica e di Comunità; successivamente ho anche dato l’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione, non iniziando però ad occuparmi nel campo della psicologia ma sperimentando in diversi ambiti lavorativi in attesa di iniziare a frequentare la scuola di specializzazione in psicoterapia alla quale mi sono intanto iscritta. Ed è con questa stessa tensione di sperimentazione e crescita a livello personale e professionale che mi sono approcciata all’esperienza come referente su Torino per la Campagna di Mani Tese”

In cosa consiste la tua attività di referente torinese? 

“Tra le attività da svolgere per il referente vi è la presentazione nelle scuole dell’iniziativa, attraverso la quale si cerca di spiegare agli studenti il senso dell’attività che andranno a svolgere come volontari; mi sono trovata in questo modo a parlare di “impegno verso la giustizia” e di “educazione alla cittadinanza globale” e mi sono resa conto da subito che la mia esposizione di questi temi non si limitava allo scopo del reclutamento dei volontari (comunque di fondamentale importanza per la Campagna) ma riguardava la necessità di trasmettere agli altri un qualcosa in cui si crede e che è necessario per quel voler “cambiare il mondo a partire da noi stessi”. Andiamo a questo punto a guardare un po’ più nello specifico questi temi ai quali non sono rimasta indifferente e verso i quali credo sia veramente necessaria una sensibilizzazione generale: Mani Tese si batte per l’impegno verso la giustizia”

Ecco, cosa intendete per “giustizia”?

“La tensione verso la ricerca dell’effettiva realizzazione per tutti gli esseri umani in tutte le parti del mondo dei diritti umani fondamentali. E questa è un’espressione della tensione verso l’uguaglianza e cioè il desiderio e la volontà che tutti gli esseri umani abbiano uguali opportunità a prescindere dalla loro provenienza geografica. Cosa significa invece educazione alla cittadinanza globale? Significa rispetto degli esseri umani e del pianeta; se si parte dal presupposto che fenomeni quali la fame, la povertà, le migrazioni forzate, i cambiamenti climatici, i conflitti siano il frutto di ben precise cause storiche e siano determinati dagli attuali modelli economici, politici e di sviluppo e che in quanto tali non debbano essere immutabili, il punto dal quale iniziare a cambiare qualcosa è proprio l’educazione del singolo cittadino per dotarlo degli strumenti necessari (valori, atteggiamenti, capacità) per agire in maniera più consapevole e interdipendente e che favoriscano modelli di sviluppo orientati al bene comune; portare in altri termini gli individui ad una coscienza comune globale”.

Motivazioni e obiettivi tanto lodevoli quanto impegnativi…

Mi è sembrato di ritrovare in questi argomenti alcuni dei valori umanistici che appartengono in assoluto alla coscienza dell’essere umano in quante tale nel pieno della sua realizzazione e dignità e trasversalmente alle varie epoche storiche e diversi movimenti socio-culturali. Inoltre già dalla scelta del mio percorso di studi è evidente la mia ricerca della realizzazione personale come non disgiungibile dalla necessità di un’azione che, in quanto esseri umani, sia trasformativa della nostra rete sociale più prossima, aspirazione che ben si sposerebbe con un mio impegno personale con Mani Tese”.

Progetti per il futuro?

“Ad oggi ho in programma di continuare a collaborare come volontaria dell’Associazione anche una volta finita la Campagna alle Feltrinelli. Già è programmato un evento il 19 dicembre, alla Casa del Quartiere Barrito. Prevede  la proiezione di un documentario a tematica ambientale e sociale: “Adelante Petroleros, l’oro nero dell’Equador 2013″ con la presentazione dell’Associazione. Inoltre si parla proprio di occuparmi di progetti di educazione alla cittadinanza globale nelle scuole. Che dire, come era nelle mie aspettative questa esperienza con Mani Tese sta sicuramente rappresentando per me una grossa forma di arricchimento sul piano professionale e personale; all’interno di un percorso di crescita e messa in gioco iniziato cinque anni fa e che mi auguro proseguirà e che ha come sfondo Torino, città alla quale per questo ed altri motivi devo molto e amo”.

 

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Ecco le fasce orarie dei turni dei volontari presso le librerie Feltrinelli di Torino (piazza Castello, 8 Gallery, Porta Nuova, piazza CLN) : 9-14, 14-17, 17-20. Sono possibili alcune variazioni da una Feltrinelli all’altra. Per fare turni come volontari per Mani Tese scrivere a: volontari.torino@manitese.it.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Il biotestamento e’ legge – Il caso Finpiemonte – La Regina Elena – Il monumento ai Caduti delle due guerre mondiali

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Il biotestamento e’ legge

Il biotestamento e’ legge dopo l’approvazione del Senato con una maggioranza di sinistra a cui si sono aggiunti i 5 stelle,una maggioranza che fa venire i brividi,se si pensa alla prossima legislatura. Ma ciò non toglie che sia una legge liberale che offre un’opportunità e non obbliga nessuno. Chi ritenga la vita dono di Dio la cui fine non è nelle disponibilità dell’ uomo, potrà non usufruire della legge che consente una morte senza dolori eccessivi e spesso intollerabili e senza un degrado umiliante delle proprie condizioni di vita. Ogni legge che tocca dei temi etici suscita dei dubbi,ma questa legge ad un laico liberale con venature cristiane come sono io,appare una legge non perfetta,ma espressione di una civiltà liberale.Forse i 5 stelle, se avessero avuto la cultura necessaria,non l’avrebbero votata.

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Il caso Finpiemonte

Il caso del Presidente di Finpiemonte Fabrizio Gatti , uno dei migliori dirigenti del Pd ,cresciuto a pane e politica in via Chiesa della Salute ,sede del Pci,rivela che anche gli ex comunisti non sono così come dicono,diversi dagli altri,come sosteneva Berlinguer . Che la sinistra sia moralmente superiore e’ una grossa menzogna. Ciò che ha fatto Gatti dovrà essere accertato dalla Magistratura e noi ci auguriamo che molte delle accuse possano cadere. Ma resta il fatto incontestabile di una certa disinvoltura nell’amministrare denaro pubblico con un occhio rivolto ai propri affari personali. Chiamparino ha denunciato Gatti ,ma non può’ essere dimenticato che il Presidente lo aveva scelto e che il suo successore, Ambrosini,sempre scelto da Chiamparino,era stato consulente di Gatti per i suoi affari privati. Un intreccio di fatti e di persone che politicamente va chiarito,per il bene della democrazia. Cota dovette lasciare per un paio di mutande verdi che si rivelarono del tutto inoffensive.Forse il caso Gatti e’ politicamente ben più grave.

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La Regina Elena

La Regina Elena Riposa al santuario di Vicoforte per iniziativa dei monarchici legati ad Amedeo d’Aosta e della sedicente Consulta dei senatori del Regno,un’associazione privata di persone che non ha nessuna rappresentanza ufficiale del Capo della Casa Savoia che e’ e che resta Vittorio Emanuele . Un vero colpo di mano per una sede del tutto inadeguata alla seconda Regina d’Italia. Se i Savoia vivi poterono far ritorno in Italia,a maggior ragione i Savoia morti ne hanno diritto.Il bando ai morti era peggiore del bando ai vivi. Ma Vicoforte è davvero un escamotage di basso profilo che rivela anche il livello di chi l’ha architettato. Una Regina che ha regnato oltre 40 anni in Italia doveva rientrare con tutti gli onori.Non alla chetichella,in incognito. Si vede una “manina massonica” in questo episodio che non onora la storia dei Savoia . Era diritto della Regina tornare in Italia. Ed e’ strano che i consultori geniali di Cuneo e dintorni non abbiano pensato al Re soldato,a Vittorio Emanuele III, la cui tomba in Egitto potrebbe essere in pericolo. Strano modo di ragionare quello di traslare la Regina,sperando nel ritorno anche del Re nel centenario della Grande Guerra . Meglio,molto meglio,senza chiedere nulla a nessuno, sarebbe stato trasferire,accanto all’ultimo Re Umberto II ,loro figlio,il Re e la Regina ad Altacomba ,in attesa di una degna sepoltura in Italia,non a Vicoforte dove andranno a trovare la Regina i clienti dell’outlet. La posizione ufficiale di Casa Savoia e’ chiara e l’iniziativa cuneese e’ una scelta autoreferenziale e pubblicitaria che si commenta da se’ e che rivela un’assoluta mancanza di rispetto di una persona morta nel 1952 che meritava ben altra accoglienza. La nota che segue e’ una piena sconfessione di quanto e’ accaduto.

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Il monumento ai Caduti delle due guerre mondiali
E’ stato inaugurato a Valdieri  il monumento ai Caduti  delle due guerre mondiali. L’opera intitolata “Affetti” è stata realizzata dall’artista Stefano Boccalini. Si tratta di un’idea nata nel 2015. Le vallate  del Cuneese diedero una grande contributo di giovani alla I e alla II guerra mondiale attraverso i battaglioni alpini che si immolarono sulle pendici più alte e difficili del Fronte Orientale durante la Grande Guerra e nelle steppe di Russia durante la disastrosa ed eroica spedizione in cui rifulse l’eroismo di tante giovani vite stroncate dalla guerra e dal gelo. I caduti della guerra perduta in tanti Comuni italiani  non hanno finora mai avuto dei ricordi adeguati, al massimo li ebbero quelli della guerra vittoriosa in tempi lontani con monumenti sorti per lo più durante gli anni del fascismo. Agli eroi che diedero la vita dal 1940 al 1943 la memoria è stata molto avara perché ci fu chi identificò i combattenti di allora con il regime di Mussolini. Il Comune di Valdieri  ha voluto equiparare i Caduti  perché il sangue versato per la Patria  nel corso della storia del ‘900 merita il riconoscimento e la gratitudine degli italiani. E’ un esempio ,quello del comune della valle Gesso, che c’è da augurarsi  venga seguito da altre amministrazioni perché  non si può separare chi ha dato la vita per l’Italia. Sul mare e nell’aria, nei deserti africani ,in Albania, in Grecia e in Russia, su ogni fronte,  il grigio- verde italiano, già divisa  dei soldati  italiani nella Grande Guerra, è stata sinonimo di dedizione totale e  senza riserve dei combattenti che affrontarono una guerra sbagliata senza gli armamenti necessari, di fronte a nemici e alleati  nettamente  superiori in tutto, fuorché nell’onore militare. 

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LETTERE   scrivere a quaglieni@gmail.com

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Un Vascello vecchio Piemonte

Caro Quaglieni,
Ho seguito il suo consiglio di andare a provare la trattoria di Carru’ “il Vascello d’oro” e mi sono trovato molto bene. Accolti con gioia dai proprietari ,abbiamo mangiato benissimo e benvenuto meglio. Davvero il trionfo del vecchio Piemonte.  Calogero Esposito

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E’ un Piemonte che non improvvisa . E’ a pochissimi kilometri da Vicoforte dove qualche bello spirito cuneese intende seppellire una grande Regina con una improvvisazione che fa cascare le braccia .Se quei signori fossero andati a pranzare a Carru ‘ ne sarebbero usciti soddisfatti, senza fare danni alla storia italiana. Un po’ di buon dolcetto li avrebbe rigenerati . La famiglia Cravero ,d a 35 anni anni sulla plancia del comando a Carrù, sa fare il suo mestiere al meglio e con tanta passione.Ecco il segreto del suo successo. Nella provincia piemontese si e ‘ ancora salvata la buona cucina senza fronzoli inutili , o meglio, dannosi.

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La Fondazione e il Circolo

Caro Quaglieni,
Stanno facendo morire la Fondazione per il libro organizzatrice del Salone internazionale del libro, facendo rischiare l’evento 2018 e nessuno ne parla.         Evandro Cerutti

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Il Circolo dei lettori, totalmente finanziato dalla Regione e dalla Fondazione San Paolo , fondato dall’attuale assessore regionale alla cultura Parigi,vuole impossessarsi dell’organizzazione dell’evento. La polemica contro il precedente presidente Picchioni era finalizzata a questo scopo. Adesso stiamo a vedere cosa sapranno fare. Lo vedremo nei prossimi mesi.Certo lo spettacolo odierno non è esaltante. E c’è da attendersi in prospettiva una cultura torinese totalmente egemonizzata dal circolo dei lettori che in dieci anni con soldi pubblici occupa uno spazio simile ad un piccolo, grasso Leviatano che fagocita tutto . Come possa un circolo torinese che ha un’unica succursale a Novara ,organizzare un evento internazionale e’ un mistero incomprensibile . 

Politiche Giovanili: terminato il confronto sulla legge

Si conclude il processo di confronto con gli amministratori locali piemontesi e le realtà associative sul nuovo disegno di legge regionale sulle Politiche Giovanili. A Torino l’assessora Monica Cerutti ha incontrato sindaci, assessori, consiglieri, rappresentanti dei centri di aggregazione giovanile, associazioni, giovanili: «Anche per quella che sarà la nuova legge sulle Politiche Giovanili in Piemonte abbiamo voluto adottare una modalità partecipata, incontrando oltre 200 amministratori locali di tutte le province della regione. Ciò è avvenuto dopo che abbiamo realizzato giovani» – ha dichiarato l’assessora. «Sono molte le riflessioni che ci sono state sottoposte e che abbiamo accolto elaborando la bozza finale del disegno di legge regionale. Ci è stato chiesto di valorizzare le realtà aggregative utili a coinvolgere i giovani nella vita delle comunità locali; creare un registro delle associazioni giovanili; affrontare il tema della mobilità, non solo quella internazionale, che è fondamentale per i nostri ragazzi e ragazze; potenziare la funzione degli Informagiovani; aprire una riflessione sulla fascia di età della popolazione destinataria del provvedimento; agire sul tema dell’inclusione, integrazione e sensibilizzazione alla socialità e al contrasto dei pregiudizi contro ogni discriminazione; pensare al tema del lavoro giovanile anche immaginando il potenziamento di strutture come i co-working; chiarire i criteri di selezione dei rappresentanti che devono essere coinvolti nell’organismo regionale di coordinamento delle politiche giovanili» – ha continuato Monica Cerutti, assessora alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte. «Le politiche giovanili sono anche luoghi. Come Regione Piemonte abbiamo avviato e completato un primo censimento dei 60 centri di aggregazione giovanili presenti sul territorio piemontese con lo scopo di ricostruire una mappa delle realtà giovanili sul territorio. Abbiamo anche invitato i Comuni a rispondere ad un primo bando di sostegno alle loro progettualità che già realizzano i contenuti del disegno di legge, vale a dire azioni volte a diffondere e favorire la partecipazione giovanile e il protagonismo attraverso la cittadinanza attiva. I Comuni finanziati sono 54 per un totale di 183.000. Le provincie più rappresentate sono Torino con 26 Comuni, Cuneo e Alessandria con 9. Ma tutte le province hanno risposto, con un risultato assolutamente positivo» – ha proseguito l’assessora alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte. «Dobbiamo partire da un concetto che deve essere chiaro a tutti noi che operiamo nelle istituzioni a favore dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze: i giovani sono una risorsa, non un problema da affrontare» – ha concluso Monica Cerutti.

Telt – Poli: partnership per l’innovazione

Un accordo per progetti di ricerca, master, dottorati e video-lezioni sul campo

 

La sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, e in particolare il tunnel di base, diventano oggetto di una partnership tecnico-scientifica tra Politecnico di Torino e TELT (Tunnel Euralpin Lyon-Turin) con progetti di ricerca, consulenze tecniche, master, dottorati e tesi di laurea in tutti i campi di attività relativi alla realizzazione dell’opera. L’accordo, sottoscritto dal rettore del Politecnico, Marco Gilli, e dal direttore generale di TELT, Mario Virano, è stato presentato questa mattina in Rettorato insieme al referente del progetto, il vice rettore Bernardino Chiaia, al direttore del Master in Tunnelling e Tunnel Boring Machine, Daniele Peila e al direttore ingegneria di TELT, Lorenzo Brino. L’obiettivo è sfruttare le opportunità di studio e innovazione di una delle più grandi opere che si stanno realizzando in Europa: il tunnel di base del Moncenisio infatti è l’ultimo in ordine di tempo (dopo il Loetschberg, il Gottardo e il Brennero) ed è quindi in grado di capitalizzare tutte le innovazioni e le buone pratiche dell’esperienza internazionale. Per questo il cantiere può essere un formidabile laboratorio formativo e applicativo di innovazione per l’ingegneria in ottica internazionale. “La futura galleria ferroviaria più lunga del mondo – si legge nell’intesa – avrà un peso rilevante nel campo della tecnica delle costruzioni, in particolare in sotterraneo, della scienza dei materiali, della sicurezza e dell’impiantistica ferroviaria, oltre che sulla normativa specifica di settore”. Sono coinvolti tutti i settori dell’ingegneria: strutturale, geotecnica, ambientale, energetica, di cantiere, urbanistica e gestionale.

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La società e l’ateneo vogliono inoltre individuare azioni comuni per costituire un network di rapporti internazionali, in primo luogo con le omologhe realtà francesi, che promuova la cultura tecnico-scientifica e imprenditoriale, guardando al mondo ma con un’attenzione particolare ai territori alpini. Sono previste collaborazioni su specifici progetti di ricerca e la partecipazione congiunta a bandi e programmi, in particolare europei. L’intesa ha una durata di 5 anni, rinnovabile, con la predisposizione di accordi attuativi specifici su ogni progetto. Già organizzata la prima lezione in cantiere per i 12 studenti del Master in Tunnelling and Tunnel Boring Machine del Politecnico che partirà a gennaio. Gli studenti provenienti da 7 Paesi (Colombia, Corea del Sud, Grecia, India, Italia, Malesia e Romania) parteciperanno a una lezione sul campo al cantiere francese della Torino-Lione dove potranno seguire il ciclo di vita di un “concio”, la struttura in calcestruzzo che riveste i tunnel: dalla produzione in fabbrica alla loro sistemazione ad opera della TBM Federica, che li posa avanzando nella galleria geognostica di Saint-Martin-La-Porte. In quella giornata il cantiere diventerà anche il set per la registrazione di una video-lezione che resterà nel patrimonio di conoscenze del Politecnico e potrà essere riproposta in altri corsi. Il master prevede 500 ore di lezione tenute da 42 docenti, esperti del settore provenienti da tutto il mondo, tra cui anche uno degli ingegneri di TELT. L’ateneo e la società portano avanti collaborazioni su diversi fronti, facendo rete per progetti a livello internazionale e per concorrere insieme ad altre università, istituti di ricerca e aziende a bandi di ricerca europei con l’obiettivo di formare una nuova generazione di professionisti che raccolgano il know-how e le nuove soluzioni tecniche nella costruzione delle opere in sotterraneo.

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 “Il Politecnico di Torino – sottolinea il Rettore, prof. Marco Gilli – con le proprie capacità di ricerca e trasferimento tecnologico si colloca tra gli atenei leader in Italia ed Europa nel campo dell’ingegneria delle infrastrutture e in tal senso la sinergia con TELT rappresenta un’importante occasione di formazione per i nostri studenti. Siamo certi che questa collaborazione, che guarda a settori molto ampi dell’ingegneria, porterà a una crescita reciproca di conoscenze e di opportunità, coinvolgendo i nostri docenti, ricercatori e studenti in un caso studio estremamente interessante e multidisciplinare, caratteristica, quest’ultima, ormai imprescindibile per la ricerca e la formazione nei settori tecnologicamente più avanzati”.

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“TELT sente fino in fondo la responsabilità di gestire al meglio la realizzazione di quest’opera storica e per farlo vuole ispirarsi alle migliori best practiceinternazionali e ai più aggiornati saperi tecnici di cui il mondo universitario è portatore. È la sfida dell’eccellenza – evidenzia Virano – in tutti i campi di attività: nei progetti, nei lavori, nella sicurezza e nella tutela dell’ambiente. Mentre attingiamo alle conoscenze e alle innovazioni presenti al Politecnico, offriamo i nostri cantieri come laboratori di attività formative e palestre di esperienza sul campo per ingegneri e architetti che guardano al mondo. La nostra ambizione è però anche che quest’opera possa generare valore aggiunto per il territori al di qua e al di là delle Alpi”.

 

Il conto deposito che tutela chi compra casa

Di Patrizia Polliotto*

La legge sulla concorrenza in vigore dal 29 agosto scorso ha introdotto la facoltà per l’acquirente di richiedere il deposito del prezzo al notaio rogante fino ad avvenuta trascrizione del contratto di compravendita. In buona sostanza, finché non si firma e perfeziona il contratto immobiliare, si evitano rischi con il venditore lasciando la cifra destinata all’acquisto nelle mani (“deposito”) del notaio. In questo modo chi non trascrive il preliminare ha uno strumento in più per evitare l’esposizione a rischi diversi : come l’eventualità che tra la data del rogito (o, meglio, la data dell’ultima ispezione dei registri immobiliari eseguita dal notaio rogante) e quella della sua trascrizione nei registri venga pubblicato un gravame inaspettato a carico del venditore (ipoteca, sequestro, pignoramento, domanda giudiziale ecc.). Oppure che il venditore venda più volte lo stesso immobile a diversi acquirenti, con la conseguenza che tra essi prevale chi per primo trascrive. In buona sostanza, il notaio deve tenere in deposito il saldo del prezzo destinato al venditore fino a quando non sia eseguita la formalità pubblicitaria (cioè, la trascrizione dell’atto di acquisto nei Pubblici Registri) con la quale si acquisisce la certezza che l’acquisto si è perfezionato in maniera chiara e ottimale.

* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte
dell’Unione Nazionale Consumatori
UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

Etica, impresa e solidarietà

L’incontro ha l’obiettivo di affrontare il tema dell’Etica nell’impresa e far emergere i punti di vista delle culture e delle religioni sull’argomento nell’ottica dell’integrazione tra di esse. Ne discuteranno in una tavola rotonda coordinata dal Professore Giovanni Ossola (Università di Torino):

-il Rav Alberto Moshe Somekh (Rabbino della Comunità Ebraica di Torino)
-il Mons. Alfonso Badini Confalonieri (Vescovo di Susa)
-il Pastore Eugenio Bernardini(Moderatore della Tavola Valdese)
-il Prof.ssa Roberta Ricucci(Università di Torino)
-il Dott. Marco Di Giacomo (Etica SGR S.p.A.)

Interverranno anche il Prof. Gianmaria Ajani – Magnifico Rettore dell’ Università di Torino e il Prof. Valter Cantino – Direttore del Dipartimento di Management all’inizio del seminario.

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Scuola di Management ed Economia

Corso Unione Sovietica 218 bis – Torino

Venerdì 15 dicembre 2017

Ore 9,30– 12,30

Aula Magna – Aula Tosetti Value

Il seminario è aperto al pubblico

Appendino, biotestamento: “Un grande passo per i diritti”

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, interviene con un post su Facebook a proposito della legge sul biotestamento: “Il biotestamento è legge dello Stato. Da oggi, riconoscendo ad ogni persona il diritto di disporre di se stessa, il nostro Paese fa un grande passo avanti in tema di diritti.  Un sincero ringraziamento a chi ha reso possibile tutto questo, e un pensiero coloro che prima di oggi sono stati costretti a patire sofferenze, sotto gli sguardi impotenti e il dolore dei loro cari.  Questa è una vittoria di tutte e tutti, questa è una vittoria dell’Italia”.

 

(foto: il Torinese)

Troppi morti per incidenti in bici

 

In Piemonte ventitré morti per incidenti in bicicletta in un solo anno. Il dato è emerso in seguito all’interrogazione di Gian Luca Vignale (Mns) che  in aula ha posto la questione all’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, per chiedere quale sia il grado di sicurezza sulle piste ciclabili in Piemonte. Lo scorso anno su 10.905 incidenti accaduti nella nostra regione, ha risposto Balocco, 1.042 hanno coinvolto i ciclisti: 1.002 sono stati i feriti, mentre 23 le persone decedute. Nel 2015 i sinistri erano stati 11.134: 1.043 quelli che hanno interessato i fruitori delle due ruote, 997 sono stati i feriti e 13 i morti. La rilevazione degli incidenti stradali con lesioni alle persone è inclusa nel Programma statistico nazionale istituito dall’Istat, i dati – acquisiti da una molteplicità di enti tra i quali tutte le Forze dell’ordine e le Polizie locali – vengono poi trasmessi anche alla Commissione europea. Le percentuali di incidentalità ciclistica rispetto al totale dei casi verificatesi in Piemonte, mettono in evidenza che il 45,3% nel 2015 e il 43,7% nel 2016 si sono verificati nella provincia di Torino e gli incidenti che coinvolgono i ciclisti, nella sola provincia di Torino, risultano essere l’8% di tutti quelli che si sono verificati nell’intera provincia per tutti i mezzi di locomozione. Seguono Novara, Cuneo e Alessandria. Nella provincia di Novara si ha la percentuale più alta rispetto all’incidentalità dell’intera provincia,  di incidenti che vedono coinvolti ciclisti pari al 16,5% dei sinistri totali. I dati evidenziano inoltre che, seppur siano diminuiti gli incidenti nel 2016, sia al contrario aumentata la loro pericolosità: il numero dei decessi è passato da un valore pari a 13 nel 2015, ad un valore pari a 23 lo scorso anno e, nello specifico nella Città metropolitana si è passati rispettivamente da 6 morti a 11. Durante il question time è stata data risposta anche alle interrogazioni a risposta immediata di Davide Bono (M5s) sulla situazione del nuovo polo sanitario di Venaria (To), di Antonio Ferrentino (Pd) sull’utilizzo dell’erbicida glifosato, potenzialmente altamente pericoloso per la salute delle persone, per l’ambiente e la biodiversità, di Elvio Rostagno (Pd) sulla riqualificazione del rifugio Selleries in Val Chisone (To), di Francesca Frediani (M5s) sulla docente del Liceo scientifico “Gramsci” di Ivrea (To) che avrebbe accompagnato gli studenti ad un comizio di Matteo Renzi, di Federico Valetti sui disagi su tutto il servizio ferroviario regionale a causa della neve, di Angela Motta (Pd) sui requisiti per l’esercizio della professione presso le imprese funebri, di Marco Grimaldi (Sel) sul contrasto al dissesto idrogeologico, di Stefania Batzella (Gruppo misto – Movimento libero indipendente) sul progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia “Prosantè” tra l’AslTo3 e il centro ospedaliero di Briançon, di Silvana Accossato (Mdp) sull’effettiva apertura e operatività della Clinica della memoria di Collegno (To).

 

MB – www.cr.piemonte.it

(foto: il Torinese)

E se la preside ‘autoritaria’ facesse solo il suo mestiere?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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La preside del liceo “Regina Margherita” e’ oggetto di vigorose proteste da parte dei docenti dell’istituto che annunciano uno sciopero contro la loro dirigente.Un fatto eclatante e davvero insolito. La prof. Marianeve Rossi , preside da pochi mesi, viene accusata di autoritarismo, mentre lei parla semplicemente di ripristino della legalità all’interno dell’Istituto da lei diretto . Il “Regina Margherita ” , visto anche solo di fuori, per l’estrosa e inappropriata pittura geometrica della facciata, appare una scuola nella quale gli organi dirigenti sembravano assenti . Infatti per due anni essa e’ stata priva di un preside titolare, malgrado l’alto numero di allievi e tre sedi. E’ impossibile dimenticare nella storia del “Regina Margherita “l’incredibile episodio degli interni della scuola deturpati dagli studenti negli anni 70 ,quando il preside Alonge , futuro docente universitario e preside del DAMS, lasciò fare all’estro contestativo degli studenti che ,invece di seguire le lezioni, si improvvisarono pittori fantasiosi . Dovettero far ridipingere l’intero istituto, a carico ovviamente dello Stato . Il “Regina ” ebbe un grande preside negli anni della contestazione, cinquant’anni fa, con Roberto Berardi futuro ispettore centrale del Ministero della P.I. che seppe affrontare di petto il facilismo e il permissivismo trionfante. Poi la scuola divenne via via sempre più un istituto magistrale In crisi e alla disperata ricerca di una nuova identità che trovo ‘ con la sezione linguistica. Smarri ‘ la sua storia e come liceo (sono diventati tutti licei e i veri licei hanno perso il loro smalto originario) non venne mai considerato rilevante ne’ in positivo ne’ in negativo.

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Il corpo docente in passato ebbe professori molto validi, ma oggi il solo fatto che la stragrande maggioranza degli insegnanti sia sindacalizzata in un periodo di profonda crisi dei sindacati, non depone favorevolmente, pur senza voler fare generalizzazioni ingiuste . Accusare un capo d’istituto di autoritarismo appare un argomento spuntato ed abusato. Un vero ritorno al clima del’68 con cinquant’anni di ritardo . Il Preside di una scuola ha precisi doveri e responsabilità che non possono facilmente conciliarsi con un corpo docente abituato a far da se’ o quasi . Ci furono istituti in cui a governare era la triplice sindacale e non il capo di istituto. Non furono delle belle storie perché chi non era o non voleva allinearsi era considerato un reprobo senza diritti. Il fatto che si litighi sulle toilettes , come riportano i giornali, non appare particolarmente significativo.  Noi non conosciamo la prof. Rossi, non sappiamo se usi metodi “autoritari “. Sappiamo però che per troppi anni la figura del preside e’ stata considerata come quella del passacarte e del mero burocrate a cui accollare ogni responsabilità delle decisioni assunte dagli organi collegiali della scuola, nati da quei “Decreti delegati Malfatti “che tanto danno hanno provocato alla scuola, minando in primis la professionalità dei docenti e la libertà di insegnamento . Pensare ad una preside pre -sessantotto non ci dispiace e la tanto contestata prof. Rossi ci appare simpatica . C’e ‘ chi ha parlato di lei come di una sorta di padrone del vapore dei primi del secolo scorso. A noi appare una donna che sa assumersi le proprie responsabilità senza le diplomazie e i bizantinismi di tanti presidi- manager che non vengono neppure dall’insegnamento o addirittura giungono dal sindacato .

 

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Sanità, il nodo delle liste d’attesa

In Piemonte le liste di attesa in sanità sono un nodo irrisolto che si è ulteriormente ingarbugliato in questi quattro anni di amministrazione Chiamparino. La legislatura regionale è quasi agli sgoccioli ed il traguardo del 2019 si avvicina ,nonostante la questione collegata all’autentica delle firme ( problema che c’è sempre stato , ma cheha portato all’annullamento delle elezioni soltanto nel 2014) ,ed il peggioramento di tutti  i  servizi che  dipendono  dalla  Regione è  stato  una  costante   di  questi ultimi anni. Allora, ecco l’annuncio, faranno, faranno, etc, etc. Peccato che i programmi sino ad oggi presentati dalla Giunta Chiamparino non siano altro che una scopiazzatura in peggio dei programmi che noi stavamo efficacemente realizzando e che avrebbero cambiato veramente la   marcia se la legislatura non fosse stata bruscamente ed
ingiustamente   interrotta. Venendo   all’annuncio   di   voler   far   prenotare   direttamente visite ed esami dai medici di famiglia , la decisione era stata nostra, anche se ,per noi, si collocava all’interno di  una strategia complessiva che prevedeva anche l’esercizio
della medicina di base all’interno di  strutture  aperte almeno dodici ore al giorno.
Roberto Cota