ilTorinese

Forse perchè malato uomo si lancia sotto un treno

Un 66enne è stato travolto dal treno della tratta Alba-Ciriè che stava giungendo a Villastellone.  Il convoglio non è riuscito a frenare in tempo e l’uomo è morto.

Alcune persone giunte sul posto hanno detto che l’uomo avrebbe scoperto da poco di essere malato e sarebbe sprofondato nella disperazione.

Addio a Donato Musto, lutto nel mondo della radio

Lutto nel mondo dell’editoria radiofonica piemontese per la scomparsa di Donato Musto, storico tecnico di alta frequenza dell’etere locale, nonché fondatore di Radio Energy.

Musto si è spento ieri mattina dopo una lunga malattia. A darne notizia è stata la stessa emittente radiofonica, anche attraverso i suoi canali social.

Radio Energy, guidata dal figlio Giancarlo, è un’emittente con base operativa nel cuore di Torino, che in tempi recenti ha esteso la propria copertura a gran parte della penisola italiana. Oggi è possibile ascoltarla in DAB+ in Piemonte, Lombardia, Liguria e Costa Azzurra, Veneto, Toscana, Lazio, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia, tramite i mux Mediadab.

Presso “La Casa Funeraria di Eurofunerali” in Via Sestriere, 21 a Torino si terrà anche il rosario domenica 28 aprile, alle ore 17:00.

Le esequie si terranno lunedì 29 aprile, alle ore 9:30, presso la Parrocchia di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in Via Netro, 3 a Torino.

La nostra redazione si stringe al dolore della moglie Anna e dei figli Gianluca, Giancarlo e Massimiliano.

Pasticcio Crt, Marrone: “Le istituzioni facciano squadra”

Nel caos che sta portando al commissariamento la Fondazione Crt dopo le dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona, una proposta  di rilancio del ruolo delle istituzioni locali nelle dinamiche dell’ente di via XX settembre viene dall’assessore regionale Maurizio Marrone. L’esponente di Fdi, in una intervista pubblicata questa mattina sulla Stampa sostiene che fino a oggi Città di Torino e Regione Piemonte, rappresentate nell’ente bancario, si sono in fondo limitate ad “accompagnare decisioni nate nel privato”, senza però assumere un peso specifico significativo. Una proposta interessante: quella, in sostanza, di attribuire alle istituzioni che rappresentano i cittadini e il territorio una maggiore “dignità”. Un ritorno alla concordia istituzionale dei tempi di Ghigo e Chiamparino oggi riveduta e corretta tra Cirio e Lo Russo? Marrone afferma nell’intervista di non amare tanto questo modello, nel senso che non è opportuno su temi divisivi come per esempio la “legalizzazione” di Askatasuna ma, certamente, su aspetti che riguardano la crescita e lo sviluppo della comunità le istituzioni pubbliche devono collaborare e far sentire il proprio peso. Insomma, contare di più. Chissà che lo scatto di orgoglio da parte di Città e Regione (e Camere di Commercio) auspicato da Marrone non serva finalmente a migliorare l’azione di Fondazione Crt e di tutte le altre realtà analoghe a Torino e in Piemonte.

Diciottenne torinese ucciso a Milano con tre colpi di arma da fuoco

Un diciottenne nato a Torino, di origini bosniache  è stato ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace alle tre della notte scorsa alla periferia di Milano. Si tratta di Jjonny Sulejmanovic, nato nel 2005 nel capoluogo piemontese dove ha abitato per un certo periodo: era su un furgone nel quale dormiva con la moglie, giovanissima, quando alcuni uomini gli hanno sparato. Soccorso dagli operatori del118 è morto al Policlinico milanese. I killer hanno sfondato i vetri del furgone a mazzate, hanno fatto scendere Sulejmanovic gli hanno sparato sulla strada. Circa un’ora prima, i killer, anche loro di origine bosniaca, conosciuti probabilmente dalla coppia, erano andati  davanti al furgone Fiat Ducato in cui si trovava il ragazzo con la moglie sembrerebbe proponendogli di andare a bere birra, ma lei  glielo avrebbe impedito. Dopo sono tornati e l’hanno ucciso.  La vittima non ha precedenti e la sua famiglia vivrebbe di espedienti ma, a parte precedenti per furto, non farebbe parte di un gruppo della criminalità nomade.

Irene Ugolotti, “Solo un Ire”: in ognuno di noi una poesia da raccontare

Informazione promozionale

“SOLO UN IRE 🤍🗝️, il mio primo libro

Nel novembre quasi dicembre 2019 iniziai a leggere il libro di Susanna Tamaro: “Il tuo Sguardo Illumina il Mondo”. Mi immaginavo la prima volta un mio libro credendo di poter trattare le problematiche in famiglia e i genitori.
Poi ne lessi altri dei suoi, tra cui “Un Cuore Pensante” , tra la fine di Agosto e inizio Settembre 2020. Un pezzo a pagina 90 riuscì a colpirmi particolarmente:
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“Ognuno di noi diventa quello che deve diventare proprio in relazione alle carenze e alle povertà dei propri genitori. Crescendo dobbiamo saper riconoscere in noi quello che di loro non ci piace, e lavorare duramente per trasformarlo nel suo opposto. Solo questo è in grado di dare una profonda libertà alla nostra vita.
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Quella libertà che è capace di generare la compassione e il perdono. Luce che scende a rigenerare il mondo.”
Poi, in quello stesso periodo, sono successe una molteplicità di cose assieme, le quali poi mi hanno portato a cogliere, forse con violenza, il fatto che un libro lo dovevo scrivere.
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Soprattutto dall’estate 2021, trovai la mia direzione nella poesia iniziando a scrivere grazie all’ispirazione del libro “Hai Vent’anni” di @iomadera (pagina Instagram)
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Dopo settembre 2023  mi ero detta di allentare la presa con le poesie, ma non è stato possibile e in quello stesso periodo, mi son detta che, probabilmente, dovevo scrivere per sempre.
Spero di riuscire a lasciarvi dentro quanto una qualsiasi casa non sia un luogo ma un sentimento da coltivare ogni giorno, e si può trovare famiglia anche nei momenti più tragici.
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Spero di potervi portare davanti ad uno specchio e sentirvi voi, perché credo in questa convinzione profonda che in ognuno di noi, ci sia una poesia da raccontare. Così un po’ a mio modo di interpretare:  Abbiate paura del buio per trovare il coraggio di affrontarlo. E poi spogliatevi, amatevi di quelle note perse e di quelle che amerete.”
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Irene Ugolotti

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ECCO I CANALI SOCIAL PER SCOPRIRE OGNI AVVENIMENTO DEL LIBRO
– Instagram Solo Un Ire,
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“Noi faremo di te un divo da hit parade”

Ho preso a prestito il titolo di questo articolo dalla canzone “Il gatto e la volpe” di Edoardo Bennato, per trattare tanto le truffe quanto le millanterie che quotidianamente ci investono promettendoci di risolvere i nostri problemi di autostima, di difficoltà a parlare in pubblico e di ogni genere di disagio nel quale staremmo vivendo.

Sebbene molti professionisti siano realmente tali, seri, scrupolosi e capaci, molti altri si improvvisano cavalcando l’onda della crisi personale, dello sconforto che, complice la pandemia, ha toccato molti di noi.

Ecco, dunque, moltiplicarsi i webinar (il primo è sempre gratuito, per seguire gli altri occorre vendere un rene) che ci permetterà di conquistare lo spazio interstellare, di avere finalmente la promozione meritata e mai riconosciuta, di conquistare tutte le donne che incontreremo, di convincere un teatro intero che siamo i migliori e altre tematiche che preoccupato la società.

Si è così assistito ad un moltiplicarsi di coach e counselor (poi vedremo la differenza, non da poco) che vogliono aiutarciguidandoci attraverso un percorso che ci farà capire dove sbagliamo, come dobbiamo reagire, quanto valiamo, dove andiamo, chi siamo, dove sbagliamo e concetti analoghi.

Va intanto premesso che i counselor devono essere psicologi, iscritti all’Ordine professionale, come ha stabilito la sentenza n° 39339 della Cassazione penale, depositata il 22 Agosto 2017, che ha condannato in via definitiva il fondatore del “percorso di crescita personale” di un’associazione in solido con i suoi collaboratori.

Il coach, come dice il nome, è una guida, uno che ci fissa dei paletti e verifica, insieme a noi, il loro raggiungimento; attenzione, però, che non sconfini nelle terapie riservate a psicologi e psicoterapeuti se non ha conseguito l’abilitazione necessaria.

Prima di affidarsi a chi potrebbe modificare la nostra psiche è, pertanto, doveroso valutare la reale capacità del soggetto a cui ci rivolgiamo, la preparazione e, cosa che non guasta mai, capire se abbia ottenuto successi professionali o soltanto lauti guadagni.

Purtroppo, in una società che ha fame di conoscenza, di porre rimedio ad alcuni problemi dell’era moderna, dove stress e insicurezza hanno preso il posto di armonia ed equilibrio, è ovvio che chiunque ci prometta la risoluzione di almeno uno dei nostri problemi verrà visto come un salvatore.

Beati monoculi in terra caecorum o, come si dice da noi, “beato chi ha un occhio” rende bene l’idea: quando si è disperati, chiunque sembra poterci dare un minimo di serenità viene considerato come un Deus ex machina, che risolverà i nostri problemi di varia natura, perché piuttosto che niente, è meglio piuttosto.

La nostra società ha continuamente bisogno di qualcosa in cui credere, ed ho avuto modo di scriverlo qui alcune settimane fa: negli anni ’80 la soluzione ad ogni problema alimentare era la macrobiotica, a quelli di salute era l’aerobica portata a conoscenza del pubblico da Jane Fonda, poi c’era la new age e così via. Ora, sdoganata la vergogna di ammettere di avere problemi di natura emotiva, psicologica o sociale, per la legge della domanda e dell’offerta a tanti che chiedono aiuto corrispondono molti di più che lo offrono.

Poiché agire sulla psiche altrui non è uno scherzo, però, occorre evitare chi, quasi quotidianamente, annuncia terapie, metodiche e nuove scienze dai nomi improbabili (“riequilibrio ematico dal cosmo” o “sviluppo del sé nella parametrizzazione cosmogonica orgonoterapica) che non significano assolutamente nulla ma costano tanto e non sortiscono effetti reali quando, addirittura, non sono dannosi.

Se pensiamo al giro di affari che gravita intorno a maghi, fattucchiere, produttori di filtri magici ecc, possiamo ben capire quanto sia importante, per alcune persone, avere sicurezze, migliorare la percezione di sé stessi, sentire che gli impedimenti di natura emotiva e psicologica ci abbandonano.

Perciò, repetita iuvant, consiglio per prima cosa di non pensare che ogni proposta calzi a pennello con le nostre necessità, con il nostro modo di essere: avete presente quando leggiamo la descrizione di una patologia? Se diamo retta ai sintomi delle malattie, ognuno di noi è affetto da almeno tre patologie. Questo, però, non significa che si sia realmente malati né che quella diagnosi sia corretta, talvolta neppure se effettuata da un medico. Allo stesso modo, quella che può semplicemente essere una crisi momentanea, la voglia di evadere dalla solita routine, il bisogno di cambiare amicizie possono diventare problemi seri se ci affidiamo a chi ha interesse a enfatizzare i nostri bisogni e procrastinare la soluzione del nostro problema, al solo scopo di arricchirsi e, al contempo, impoverire noi.

Se le mie previsioni sono corrette, e solitamente lo sono, fra pochissimi anni i coaching, i corsi di crescita, certi seminari e quant’altro faranno compagnia a new age e tutto il resto, cioè passeranno alla storia recente.

Sergio Motta

Scoprire Torino attraverso i social… ma quelli “giusti”

SCOPRI-TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO

I Social sono ormai utilizzati per tutto, anche per scoprire i ristoranti più rinomati delle città e prendere spunto per creare nuove ricette. Lo sa bene l’esperta di food Federica Rossi con 91mila follower sui social. Molto interessante e appassionata è stata l’intervista che mi ha concesso Federica che ha un profilo dove condivide tantissime ricette e locali per chi ama mangiare bene. Come tanti bambini, nella sua infanzia ha sempre odiato le verdure e non era una grande amante del cibo, con il tempo decise di punto in bianco di voler assaggiare tutto andando lei stessa a fare una spesa consapevole e provando a cucinare per i suoi amici, questo le ha permesso di innamorarsi dei gusti diversi e dell’abbinamento degli stessi, fino a diventare oggi un’esperta culinaria. Durante il periodo della pandemia Covid non potendo invitare la sua compagnia a casa ha iniziato a condividere i suoi piatti con il pubblico virtuale e ha riscosso un grande successo. Gli studi da autodidatta hanno reso Federica sempre più brava diventando un punto di riferimento per tutto il suo pubblico.
Tanti coloro che a casa provano a fare le sue ricette e poi la taggano sui social con i ringraziamenti. Oltre a preparare lei i piatti spesso viene chiamata anche nei ristoranti per condividere poi il pasto online, ci svela che ciò le piace molto, ma spesso deve fare i conti con i tempi tecnici ed è costretta a mangiare le pietanze ormai fredde.

“SCANNABUE” IL LOCALE CONSIGLIATO DALL’ESPERTA

Tra i locali preferiti di Federica Rossi vi è Scannabue e non posso che essere d’accordo avendolo poi provato; un locale nato 15 anni fa che deve il suo nome al critico letterario Giuseppe Baretti in arte Scannabue, un uomo che si ribellava alle regole del sistema e si distinse per il suo spirito fiero ed indipendente. Le ricette che propone il locale sono alcune di terra tipiche torinesi ed altre a base di pesce per le origini calabresi dello chef Roberto Solina. Ogni piatto è studiato nei minimi dettagli e deriva da attente sperimentazioni sulla base delle ricette originali. Protagonisti di molti piatti le carni piemontesi e il pesce del mar Ligure, ma non solo, tra gli antipasti troviamo le uova con il tartufo piemontese e tra i primi di terra i tajarin all’uovo con il ragù bianco. Per l’esperta culinaria Federica Rossi il loro piatto migliore sono gli agnolotti del Plin ai tre arrosti che troviamo nel menù completo con il Vitello Tonnato e la Guancia brasata e per finire il Bunet, tutti anche nella scelta alla carta. Dal 2008 Scannabue offre anche un reparto gastronomico per poter portare a casa tantissime prelibatezze e vini pregiati. Il ristorante ha oltre 12 mila follower sui social con tantissime foto dei loro piatti, articoli e menzioni d’onore da tanti personaggi.

“LA LIMONAIA” PER PALATI SOPRAFFINI

Federica Rossi, per tutti coloro che amano maggiormente la cucina stellata e raffinata, propone il locale “La Limonaia” dello Chef Cesare Grandi. Quest’ultimo nasce a Cuneo e studia a Torino, fin da bambino ha sempre voluto aiutare gli altri, finché un giorno decise di farlo attraverso il cibo. Con tanta passione e voglia di stupire; lo Chef si dedica interamente alla cucina di questo locale proponendo ogni giorno piatti raffinati. Le proposte culinarie sono molteplici nel menù; vari antipasti tra cui ostrice, seppie e finocchi, scampi e nervetti, coniglio e acciughe, al primo la zuppa di legumi in vescica, ai secondi con i trucioli e le trippe di rana pescatrice e le animelle e infine il dolce, la Tarta Tin di finocchio. Oppure specialità alla carta come il piccione nel suo intingolo, i tagliolini al caviale e il capretto allo spiedo. Anche “La Limonaia” ha una pagina social in cui pubblica le foto dei piatti, ma la loro forza è sicuramente ciò che si prova in prima persona nel loro locale.

LA FORZA DELLA CONDIVISIONE

Sono numerosi i locali consigliati dalla food influencer torinese Federica Rossi che rivela di aver sempre agito con sincerità verso il suo pubblico, se un locale non è di suo gradimento non lo indica consapevole magari di aver perso del lavoro ma di aver guadagnato ancor di più l’amore dei suoi follower.
I social spesso se mal utilizzati portano dipendenze e numerosi altri problemi, lo sa bene anche Federica laureata in psicologia che, proprio per questo, invita ad usarli con moderazione e a seguire i profili che ci danno consigli e ci permettono una crescita e una conoscenza personale in vari ambiti e con la possibilità della prova personale.
Ormai non siamo solo più la media delle cinque persone che frequentiamo, ma anche delle cinque pagine social che visualizziamo più frequentemente, sta a noi scegliere con consapevolezza…. grazie Federica.

 

Noemi Gariano

 

 

 

 

 

 

Ecco la video intervista:

 

 

 

La Croce Verde di Villastellone apre una sezione a Santena

 

 

La pubblica assistenza Anpas, Croce Verde di Villastellone,inaugurerà il 12 maggio prossimo la nuova sede operativa di Santena. Per raggiungere la sede, in via Asti 70, la Croce Verde metterà a disposizione dei cittadini un servizio navetta con ritrovo alle 10:30 in piazza Martiri, a Santena.

Il programma della giornata  prevede, a partire dalle ore 11, i saluti istituzionali e l’inaugurazione della sede degli automezzi dell’associazione. A seguire, volontari e istruttori della Croce Verde di Villastellone eseguiranno delle simulazioni di soccorso sanitario.

Nel pomeriggio si svolgeranno alcune attività formative aperte al pubblico, come il corso per imparare le manovre di rianimazionecardiopolmonare e l’utilizzo del defibrillatore, la disostruzione delle vie aeree in ambito pediatrico e su persona adulta, un percorso sensoriale che prevede l’utilizzo di particolari occhiali che simulano lo stato di ebbrezza. Durante tutta la giornata sarà possibile visitare la sede e vedere i presidi e la strumentazione delle ambulanze. È previsto inoltre uno spazio dedicato ai bambinicon “truccabimbi”, gonfiabile e zucchero filato.

“La nostra sede di Santena – commenta Marco Mortara, direttore della Croce Verde di Villastellone – opera su un ampio territorio provinciale, tra cui Santena, Cambiano, Villastellone, Torino e paesi limitrofi. Inoltre, la vicinanza all’ingresso autostradale ci permette di coprire un territorio ancora più vasto. La sede è dotata di una zona comune, luogo di ritrovo per volontari e dipendenti. Al piano superiore si trovano le camere da letto e vari uffici. È presente anche un’aula per l’informazione. Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto in questi 11 anni di vita dell’associazione, frutto dell’impegno e della collaborazione di ogni singolo individuo”.

“La nuova sede della Croce Verde di Villastellone è un simbolo – spiega Vincenzo Sciortino – Presidente dell’ANPAS PIEMONTE- dell’impegno continuo nel servire la comunità con professionalità e umanità. Ci auguriamo che questo spazio diventi un punto di riferimento per coloro che necessitano di assistenza e supporto. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo traguardo e che sostengono le nostre associazioni”.

La Croce Verde di Villastellone è in ANPAS dal 2023 e può contare su 244 volontari, di cui 91 donne, grazie ai quali ogni anno svolge oltre 17.000 servizi con una percorrenza di circa 262.000 km. Effettua servizi di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza, come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, assistenza sanitaria ad eventi e manifestazioni, accompagnamento per visite con mezzi attrezzati anche al trasporto dei disabili.

L’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) comitato regionale Piemonte, rappresenta 81 associazioni di volontariato con 15 sezioni distaccate, 10.077 volontari, 5.502 soci, 701 dipendenti e possiede 462 autoambulanze, 249 automezzi per trasporti disabili, 267 automezzi per il trasporto persone e di Protezione Civile, oltre a 2 imbarcazioni.

 

Mara Martellotta

“Amnesty International in Italia”, a Torino il libro di Antonio Marchesi

 “Amnesty International in Italia”: la presentazione del  libro di Antonio Marchesi, ex Presidente della Sezione Italiana di Amnesty International e professore all’Università degli Studi di Teramo  si terrà il 9 maggio 2024 alle ore 17 presso il Campus Luigi Einaudi – Lungo Dora Siena 100 a Torino.

Alla presentazione parteciperanno anche Sandro Busso, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Torino, e Sofia Venturoli, docente di Antropologia presso l’Università degli Studi di Torino. La discussione sarà moderata da Javier Gonzalez Diaz, docente presso l’Università degli Studi di Torino.

Perfetto intreccio e grande divertimento per la seconda puntata di “Sherlock Holmes”

Al Gioiello, repliche sino a domenica 28 aprile
Non è raro, nel mondo dello spettacolo, che un autore/regista, accolto più che
entusiasticamente alla sua prima prova, rischi d’inciampare quando deve mettere
mano alla seconda. Adesso, punto primo, chiariamo che Cristian Messina non è certo
un neofita del palcoscenico; in secundis, sarà necessario confermare che, una volta
addentratosi in compagnia di Valerio Di Piramo nel mondo dell’investigatore “più
arguto e intelligente del mondo”, si ritrova che è una meraviglia, si diverte e diverte,
se possibile supera di non poche lunghezze l’orditura precedente. Perché la coppia
Messina/Di Piramo – è doveroso citarli entrambi, uno a braccetto dell’altro – mi pare
che piazzi oggi una scrittura coi fiocchi al servizio degli attori, che ampli il divertimento
del già applaudito capitolo uno, “Sherlock Holmes e il mistero di Lady Margaret”: nella
pienezza dell’impianto, esiste qui una tessitura di battute, di nonsense messi in bocca
soprattutto al detective e alla sua ombra Watson, un bagaglio di esplosive situazioni
davvero da piccolo manuale. Situazioni, grandi verità spacciate per sciocchezze e
sciocchezze che hanno la maschera delle leggi universali, ammiccamenti,
chiacchierate strampalate e lunari, frasi e un ritmo che fanno tornare alla mente un
certo cinema di/alla Mel Brooks, tutto concorre a fare di questo odierno “Sherlock
Holmes 2, lady Margaret e il sigillo reale” un capitolo due che dovrebbe avere lunga
vita (per il momento le repliche torinesi si chiuderanno domenica 28), a rinfrescare le
giornate di un pubblico giustamente in cerca di un po’ di svago e delle quattro (e
decuplicatele ancora e ancora non basterebbero) risate fatte con gusto al di fuori dei
problemi e di una quotidianità sempre più stretta. Con il tacito pensiero, da parte di
chi scrive queste note, di un capitolo tre che (eventualmente) chiuda le avventure.
Nella scena (e con i costumi) di Monica Cafiero, ci ritroviamo nella periferia di Londra,
nella vecchia dimora Old Artist, casa di riposo per vecchie glorie dello spettacolo
diretta dalla signora Barret (Maria Occhiogrosso) – ci alloggia Sir Henry, un ormai
tremolante attore (Sergio Catania) e Oliver Plum, cantante lirico pieno di vanagloria
ma ancora buon cicisbeo (Valter Lunetti), nonché la viperina Clarissa Glimmer
(l’eccellente Anna Cuculo), eterna rivale sui palcoscenici e nella vita di lady Margaret,
lì invitata a trascorrere qualche giorno, carattere esuberante e imperioso, croce e
delizia della povera Scarlet, negli abiti scomodi della strapazzata collaboratrice. La
quale Margaret ha legato parecchio, diciamo così, in seguito al dono della collana di
smeraldi, con l’attempata regina Vittoria, proprio in quei giorni del gennaio 1901
passata a miglior vita, dopo i suoi ferrei sessantaquattro anni di regno. La sovrana, in
punto di morte, le ha fatto dono del sigillo reale, che apre ogni porta e ogni decisione
definitiva e che per questi e altri molti motivi fa gola a parecchia gente: non ultimo a
Joseph Lastrada, sicilianissimo trapiantato in piena city, vice ispettore capo aggiunto di
Scotland Yard, che tenterà di tutto, ogni travestimento (e gli abiti femminili della
giornalista guastafeste, entro cui è camuffato Cristian Messina, sono davvero uno
spettacolo nello spettacolo) pur di impossessarsene. Sherlock dovrebbe essere il fulcro
delle indagini ma una memoria ormai vacillante, che si tenta senza troppe speranze di
curare mediante innocue pasticche, la sbalordaggine fuori controllo, tutto mette a
dura prova lo svolgimento verso un lieto fine: per cui guai se tra i fumi del detective
ormai più strettamente legato alla propria pipa non si facesse strada il fedele Watson,
braccio destro insuperabile, in occasione di un doveroso scavalcamento. Lo
svelamento dell’improbabile nascondiglio e il suo recupero faranno tornare il sigillo
reale nelle mani appropriate: mentre una inattesa postilla di insperate agnizioni
porterà all’epilogo finale.
Tutto ruota a meraviglia senza che l’intreccio perda mai il proprio smalto, e gli attori al
suo servizio trascinano il foltissimo pubblico del Gioiello all’applauso. Si spalleggiano
davvero con gusto Mauro Villata e Mario Bois (Holmes e Watson), prendendosi i giusti
spazi e i tempi completi che sono a loro dovuti, spremono con un’aria stordita e con i
necessari quanto reali ragionamenti la costruzione dei loro personaggi, ogni passo o
movimento o ginnastica d’occhi è studiato senza aver mai l’aria che si debba strafare
per strappare l’applauso. Margherita Fumero è svagata e votata al comando e
disperata per quel furto come meglio non si potrebbe, entra in scena e il pubblico
conosce già benissimo quanto grande sarà il successo della serata.
Elio Rabbione
Nelle immagini di Enrico Ricci, alcuni momenti dello spettacolo.