ilTorinese

Con Agricooltur le verdure di Borello Supermercati sono prodotti “vivi”

Tecniche aeroponiche avanzate Per offrire alimenti più salutari, più freschi e più buoni

Borello Supermercati ha da sempre come sua priorità la qualità e la sostenibilità dei prodotti. Negli scorsi anni la nota catena di supermercati piemontese è stata sul podio di Altroconsumo per la miglior carne e il miglior pesce tra tutti i supermercati d’Italia. Stessa attenzione è riservata alla qualità delle verdure.
“Grazie ad Agricooltur,  – commenta il presidente di Borello Supermercati, Fiorenzo Borello – portiamo  sulle tavole dei nostri clienti verdure ed erbe aromatiche coltivate con tecniche aeroponiche avanzate: meno acqua, meno plastica, più freschezza e sapore.

Fiorenzo Borello

I prodotti “vivi” dell’azienda Agricooltur si ottengono grazie alla progettazione e allo sviluppo di sistemi brevettati per la coltivazione aeroponica, rivisitando l’agricoltura tradizionale attraverso un approccio più sostenibile e rivolto a creare nuovi modelli di consumo. Per offrire prodotti più salutari, più freschi e più buoni. L’ aeroponica è un metodo di coltivazione innovativo che permette alle piante di svilupparsi fuori dal terreno.

Le radici vengono nebulizzate con acqua e sostanze nutritive in un ambiente completamente controllato che riduce quasi del tutto la diffusione di parassiti e malattie tipiche della coltivazione in terra, senza dover impiegare insetticidi o antiparassitari potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo, delle piante e dell’ambiente. Inoltre, la coltivazione indoor consente di ottenere risultati straordinari in termini di velocità, quantità e, soprattutto, qualità.

Primo in Italia il reparto di Ortopedia del Mauriziano riduce le liste d’attesa

 

“Rapid Recovery Unit”.  Il Mauriziano è il primo ospedale pubblico d’Italia ad adottare un percorso clinico che, applicando regole di “lean management” in sanità ed utilizzando tecniche innovative in sala operatoria, permette di operare e dimettere entro cinque giorni ed in condizioni di autonomia i pazienti sottoposti ad intervento di protesi di ginocchio o di anca. Team “dedicati” di Anestesia e di Chirurgia, percorso di assistenza che coinvolge tutte le figure dell’ospedale, pre-ricovero rapido ed abbattimento dei tempi “non a valore”: così il Mauriziano vede crescere del 25 per cento il numero di interventi eseguiti con conseguente riduzione delle liste d’attesa, garantendo efficacia, efficienza, sicurezza e soprattutto qualità ai propri pazienti Si chiama Rapid Recovery Unit ed è il nuovo reparto dell’ospedale Mauriziano di Torino che, adottando regole di “lean management” in sanità ed utilizzando tecniche personalizzate ed innovative in sala operatoria, permette di affrontare le patologie ortopediche più importanti, quali la protesi di ginocchio o di anca, dimettendo il paziente tra la seconda e la quinta giornata di ricovero, grazie all’anticipazione dei diversi trattamenti necessari alla cura. Così il Mauriziano vede crescere del 25 per cento il numero di interventi eseguiti con conseguente riduzione delle liste d’attesa. Il paziente della Rapid Recovery Unit del Mauriziano, sottoposto ad intervento di protesi di ginocchio, entra in reparto tra domenica e lunedì per gli ultimi accertamenti prima dell’intervento chirurgico programmato per il lunedì mattina. Dopo l’anestesia loco-regionale (che agisce solo sulla zona interessata dall’intervento) è il momento della sala operatoria, dove vengono adottate tecnologie dedicate al singolo paziente ed ogni caso è studiato con pianificazione pre-operatoria e con protesi personalizzate. A supporto dell’équipe chirurgica possono inoltre intervenire tecnologie, quali navigazione, robotica o 3D. Il paziente rientra nel reparto di Rapid Recovery Unit nella stessa giornata dell’intervento chirurgico ed inizia il percorso di riabilitazione con mobilitazione a letto ed iniziale deambulazione con l’ausilio delle stampelle. Nei giorni successivi prosegue il percorso di riabilitazione e viene dimesso entro il venerdì in condizioni di autonomia ed indipendenza, vale a dire con la capacità di salire e scendere le scale, nonché di alzarsi dal letto o dalla sedia. Il percorso di riabilitazione prosegue nei giorni successivi, a domicilio o in ospedale. Per gli interventi meno complessi che possono riguardare la traumatologia sportiva del ginocchio o della spalla le dimissioni possono arrivare il giorno stesso dell’intervento o nella seconda giornata di ricovero. «Negli ultimi anni, patologie ortopediche come quella dell’artrosi o come quelle traumatiche del mondo sportivo, risultano in costante crescita e con loro aumenta la necessità di interventi chirurgici che vadano incontro alle esigenze del singolo paziente – spiega il professor Roberto Rossi (Direttore dell’Ortopedia dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino) -. È per questo motivo che il nostro ospedale, con il supporto dell’Università, ha creato il reparto di Rapid Recovery Unit, realtà nata per ottimizzare il risultato destinato al paziente in virtù di un team anestesiologico dedicato, che applica terapie e protocolli antalgici innovativi, in grado di offrire un elevato risultato in termini di diminuzione del dolore e di un team di sala operatoria capace di applicare tecniche chirurgiche innovative con il supporto di nuove tecnologie. Realtà di questo tipo esistono già negli Stati Uniti, in Europa e Italia, ma sono tutte private: quella del Mauriziano è la prima realtà italiana ad essere nata all’interno del Servizio Sanitario Nazionale». «Si tratta di un percorso assistenziale che coinvolge il paziente ed i suoi familiari in ogni sua fase – aggiunge la dottoressa Elga Ghironi (responsabile assistenziale del Dipartimento area chirurgica del Mauriziano) -. Già nella fase pre-operatoria, il paziente viene informato su tutto ciò che accadrà prima e dopo l’intervento: dal pre-ricovero alle fasi intra e post operatorie. Il paziente viene preso in carico da tutte le figure assistenziali che intervengono, ciascuno con le proprie competenze, in ogni fase del percorso: ortopedico, anestesista, fisiatra, fisioterapista, infermieri, personale di supporto, amministrativo ed anche volontario». «Il nuovo reparto di Rapid Recovery Unit permette di applicare i principi di lean management all’interno del percorso ortopedico chirurgico del nostro ospedale – conclude il dottor Stefano Passi, medico della Direzione sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano -. Il metodo lean è una tecnica di management in sanità che si basa su tre principi cardine: standardizzare i processi clinici, eliminare gli sprechi, ottimizzare l’attività a valore per l’Azienda e soprattutto per il paziente. Grazie a questo nuovo modello organizzativo, il Mauriziano è oggi in grado di offrire un percorso di pre-ricovero rapido ed efficiente, che si completa nell’arco di una giornata, nonché di garantire un numero maggiore di interventi. Una prima analisi dei risultati clinici e di soddisfazione del paziente e dei risultati economici dell’Azienda ci porta a dire che il reparto di Rapid Recovery Unit ha permesso un aumento del numero di interventi di circa il 25 per cento, nonché una drastica riduzione dei cosiddetti “tempi non a valore”, quelli che indicano sprechi ed inefficienze nell’intero processo ospedaliero e che oggi, con questo nuovo modello organizzativo, risultano pressoché azzerati. Quello di Rapid Recovery Unit è un modello vincente in grado di garantire efficacia, efficienza, sicurezza e soprattutto qualità ai pazienti che curiamo nel nostro ospedale».

Padre esasperato uccide il figlio con una spranga di metallo

Nel corso dell’ennesima lite forse per questioni di denaro un uomo 84enne imprenditore in pensione, ha ucciso colpendolo alla testa con una spranga Metallica  il figlio adottivo di 40 anni. Il delitto è avvenuto a Roletto (To) nel giardino di casa. Sul posto i carabinieri della compagnia di Pinerolo, che hanno arrestato l’anziano.

Politica rosa

La recente tornata elettorale, almeno per quanto riguarda le elezioni amministrative, ha dimostrato come vi sia ancora molto da fare per l’emancipazione reale delle donne.

Su oltre 3700 Comuni, tra i quali ben 27 capoluoghi di provincia e 6 di regione, solo l’11 % degli eletti è di sesso femminile.

Ricordiamo che nei Comuni fino a 5000 abitanti si può esprimere una sola preferenza, quindi anche il c.d. “voto di genere” sparisce. La situazione peggiora nelle elezioni per il Parlamento Europe dove le preferenze assegnabili sono 3, delle quali almeno 2 dello stesso genere, ma dove la preferenza degli italiani è andata in maggioranza ai candidati maschi (51 su 76, 2/3 del totale).

Quale può essere la causa? Come ho avuto modo di scrivere spesso, e di spiegare nelle mie conferenze, la donna nella nostra società è purtroppo ancora relegata ad un ruolo marginale anche se, rispetto ad alcuni anni orsono, qualche timido passo avanti è stato avanzato.

Pensiamo soltanto al Capo dello Stato che, dal 1946 ad oggi, è sempre stato di sesso maschile o al Presidente del Consiglio, che per la prima volta è stato scelto di sesso femminile dopo 76 anni di Repubblica.

Da un lato il disinteresse di larga fascia delle donne nei confronti della politica, anche e soprattutto per colpa della politica, che non ha mai dato loro la fiducia che meriterebbero: il suffragio universale, introdotto con la legge del 30 giugno 1912, n. 666consentì tuttavia il voto soltanto agli elettori di sesso maschile; la Camera respinse la possibilità di estendere il diritto di voto alle donne con 209 voti contrari, 48 a favore e 6 astenuti.

Occorre attendere la nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, perché alle donne sia concesso il diritto di votare e di essere elette.

Nel 3° millennio è sicuramente inconcepibile come la politica, l’economia e la finanza siano ancora incapaci di riconoscere i meriti a chi li ha, senza distinzione di genere, origine etnica, età o altro elemento discriminatorio.

Il genere maschile ha interesse a mantenere tale status quo nuncper non retrocedere dalla propria posizione egemonica che risale alla notte dei tempi mentre le donne, ancora troppo impegnate a svolgere compiti tradizionalmente femminili (genitore, colf, cuoca, fare la spesa, correggere i compiti dei figli oltre ad un’eventuale occupazione esterna), non riescono a concepire un impegno politico o anche soltanto entrare nei meandri della politica, sull’esempio di Nilde Iotti, Tina Anselmi, Rossana Rossanda o della non compianta Lina Merlin perché questo significherebbe distogliere tempo ed energie dai compiti familiari.

D’altronde, quante sono le figlie d’arte, cioè donne che siano entrate in politica seguendo l’esempio di uno o di entrambi i genitori?

Quando ciò accade, spesso non è per il gusto di amministrare la res publica, di ricevere dagli elettori un mandato a rappresentarli nei vari gradi di amministrazione pubblica ma per esercitare un potere che altrimenti sarebbe loro negato, ed è un risvolto ancor più negativo della mancanza di coinvolgimento.

Sicuramente, il compito di rimuovere questi ostacoli spetta in primis ai genitori con l’esempio, alle scuole reintroducendo l’insegnamento dell’educazione civica, ai politici coinvolgendo i giovani in ogni contesto dimostrando non soltanto di tenerli in considerazione ma anche, non meno importante, insegnando cosa sia la politica, spiegando che la loro attività è importante e meritevole quanto, e forse più, di quella di un adulto.

In un prossimo articolo parlerò proprio dei valori dei giovani che, quasi sempre, vengono da noi adulti mal interpretati o misconosciuti, quindi anche della disaffezione dei giovani nei confronti dell’impegno politico, della loro non partecipazione alle scelte politiche e, quindi, di come le donne scelgano, molto più di un tempo, piuttosto di fare carriera come ingegneri o avvocati o altro, anziché alzarsi sugli scranni di un contesto politico e farsi portavoce di questo o quell’evento; le donne, da sempre, hanno permesso agli uomini di comandare il mondo e, quindi, sono state loro le vere artefici di ciò che oggi abbiamo.

Quando una donna arriva in una casa di villeggiatura, se la trova sporca, disordinata o distrutta, molto probabilmente si rifiuterà di entrarvi, di sistemarla per trascorrervi le vacanze; applicate lo stesso concetto alla politica: pensate davvero che una donna abbia voglia di entrare in un luogo depauperato da anni di corruzione, di lotte intestine, di falsità e inganni? DI chi è la colpa di questa disaffezione generalizzata da parte del sesso femminile nei confronti della politica?

Sergio Motta

Assoluti di nuoto: i risultati della prima giornata

Si conclude al Palazzo del Nuoto di Torino la prima giornata del Campionato Regionale Assoluto: 823 atleti tra i blocchi dell’imponente impianto del capoluogo piemontese a caccia di medaglie e prestazioni!
Ecco i podi della giornata di ieri:
1500m Stile Libero F: CHIERA Alessia Cristal (Libertas Nuoto Chivasso), DE ROSA Beatrice (Aquatica Torino), PILLONI Agnese (Sisport).
800m Stile Libero M: ROMEO Andrea (Sisport), BIANQUIN Daniele (Libertas Nuoto Chivasso), COLOMBO Pietro (Libertas Nuoto Novara).
50m Farfalla F: TASSINARIO Lucia (Team Dimensione Nuoto), GASTALDI Anita (VO2 Nuoto), CARUSO Cristina (CSR).
50m Farfalla M: FARFAGLIA Simone (Sisport), CAVEDINI Lorenzo (Centro Nuoto Torino), RANDI Andrea (Team Dimensione Nuoto).
200m Dorso F: BIASIOLI Martina (Centro Nuoto Torino), ANZANELLO Isotta (Centro Nuoto Torino), DE ROSA Rebecca (Aquatica).
200m Dorso M: CIANCIA Lorenzo Guseppe (Rari Nantes Torino), GAMBATESA Alessandro (Rari Nantes Torino), DUTTO Jacopo (VO2 Nuoto).
200m Stile Libero F: VARENGO Matilde (CSR), ROSSI Sabrina (VO2 Nuoto), BRIGNOLO Carlotta (Centro Nuoto Torino).
200m Stile Libero M: BRUNO Luca (VO2 Nuoto), LUCCARELLI Simone (Centro Nuoto Torino), CAVEDINI Lorenzo (Centro Nuoto Torino)
100m Rana F: GASTALDI Anita (VO2 Nuoto – Centro Sp.Carabinieri), PAVIA Ludovica (VO2), CANI Francesca (Sisport).
100m Rana M: MANCINI Gabriele (Centro Nuoto Torino – G.S. Marina Militare), MANGIAMELE Flavio (Centro Nuoto Torino), FEBBRARO Gabriele (Centro Nuoto Torino).
400m Misti F: MARRA Eleonora (Rari Nantes Torino), FERRARA Angelica (Rari Nantes Torino), PELISSERI Sofia (Rari Nantes Torino).
400m Misti M: ALTINI Lorenzo (Centro Nuoto Torino), FRANCAVILLA Massimo (Centro Nuoto Torino), MAGGIA Patrick (Sisport).
4x100m Stile Libero F: VO2 Nuoto (FARELLI, ROSSI, PAVIA, DAL CERO), Centro Nuoto Torino (BIASIOLI, ANZANELLO, BRIGNOLO, D’ANDREA), Rari Nantes Torino (RUVOLO, MARRA S., MARRA E., PELISSERI).
4x100m Stile Libero M: Centro Nuoto Torino (UBERTALLI, ZAGAROLO, ALTINI, TONIOLO), Centro Nuoto Torino (LUCCARELLI, FEBBRARO, SAMMITO, CAVEDINI), Sisport (LISI, ACTIS DATO, ROMEO, SOCCO).
Foto LC Zone Fotografia&Comunicazione

Nuovo processo: annullata la condanna di Alex, il ragazzo che uccise il padre violento

La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello di Alex Cotoia. Il giovane 22enne nel 2020 uccise a coltellate il padre violento a Collegno, vicino a Torino. È stato ordinato un nuovo processo d’appello. Il ragazzo di cognome era Pompa, poi aveva deciso di cambiarlo con quello della madre. Era stato assolto in primo grado nel 2021, secondo i giudici aveva agito difendendo se stesso, il fratello e la madre dalla violenza del genitore. Ma nel dicembre del 2023, la Corte di Assise d’appello di Torino ribaltò la sentenza condannando Cotoia  a sei anni e due mesi di reclusione.

Maltrattava la moglie da quattro anni: arrestato

Gli agenti del Commissariato di P.S. “Dora Vanchiglia” hanno tratto in arresto un cittadino straniero gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia.

È piena notte quando personale della Polizia di Stato interviene nel quartiere Aurora per la segnalazione di una violenta lite in atto fra marito e moglie all’interno di un appartamento.

Al loro arrivo sul posto, i poliziotti del Comm.to di P.S. Dora Vanchiglia trovano una coppia di coniugi e i loro figli adolescenti: la donna si trova in uno stato di agitazione emotiva, piange; sul pavimento dell’ingresso, diversi oggetti riversi per terra ed alcuni piatti rotti testimoniano l’aggressione appena avvenuta.

Mentre il marito appare tranquillo, minimizzando con il suo comportamento la gravità dei fatti, la donna lamenta da subito forti dolori alla zona cervicale, tanto da ricorrere alle cure mediche ospedaliere, che le riscontreranno diverse contusioni ed un trauma cranico.

Dalle testimonianze raccolte dagli agenti, emergeva un quadro di violenze in famiglia perduranti costantemente da circa 4 anni, durante i quali la donna sarebbe stata picchiata e minacciata di morte dal marito, impossibilitata a svolgere attività lavorativa e così costretta ad essere economicamente dipendente da lui, venendo di fatto indotta in uno stato di prostrazione e paura costanti dallo stesso.

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza emersi a suo carico, l’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto e disposto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere, con possibilità di successiva applicazione del braccialetto elettronico.

Comitato Pellerina: “Chi è garante di imparzialità?”

Riceviamo e pubblichiamo

Chi è il garante dell’imparzialità, della verifica di eventuali abusi, disfunzioni carenze e ritardi dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini ?
Ad oltre 4 mesi dalla consegna delle oltre 1700 sottoscrizioni a supporto del testo referendario, di cui 1610 validate, con cui si chiedeva la salvaguardia dei parchi e del verde pubblico della Città, l’Amministrazione comunale non ha ottemperato a quanto previsto nel proprio regolamento comunale n. 297, art. 25 comma 1 lettera a) che recita:
“La Commissione per il Referendum giudica l’ammissibilità delle proposte di Referendum abrogativo o propositivo, entro quindici giorni dal ricevimento degli atti (13 marzo);
– dalla suddetta data decorrono i termini per la formulazione del giudizio di ammissibilità, previsti dall’art. 25 comma 1 lettera a) del Regolamento n. 297 della Città di Torino.
Pur prendendo atto che tali termini non sono perentori, in data 17 aprile 2024 abbiamo sollecitato una rapida risposta ricevendo una replica “elusiva” dalla Presidenza del Consiglio Comunale con cui si attestava che la Commissione era in attesa dei pareri tecnici richiesti agli uffici preposti;
– trascorso un ulteriore mese, in data 20 maggio, per rivendicare delle risposte, è stato attivato un presidio sotto al municipio e in tale circostanza, con apposita mail, abbiamo chiesto un incontro urgente, ossia nella stessa serata, alla Presidente del Consiglio Comunale congiuntamente alla conferenza dei capigruppo. In risposta abbiamo ricevuto mail con cui non si concedeva l’incontro richiesto ma si asseriva che saremmo stati convocati, in data non stabilita, per essere auditi da apposita Commissione.
Da allora nulla è successo per cui nel frattempo, visto l’art. 24 del regolamento n. 297 di attuazione dello Statuto, preso atto della disponibilità del Difensore Civico regionale, abbiamo richiesto alla Presidente del Consiglio comunale, in qualità di Presidente della Commissione referendaria, che fosse convocato quale componente della Commissione stessa il Difensore Civico regionale, atteso che la figura del Difensore Civico comunale, membro di diritto della Commissione referendaria, è stata soppressa dalla Legge n. 191/2009.
A tale richiesta è stato risposto dalla Presidenza del Consiglio comunale, in maniera
burocratica:

“non è consentito integrare la Commissione da altri soggetti in assenza di specifica disciplina statutaria. Inoltre, il legislatore nazionale ha precisato che “le funzioni del difensore civico comunale possono essere attribuite, mediante apposita convenzione, al difensore civico della provincia nel cui territorio rientra il relativo comune, precisando che quest’ultimo, ove sussistente apposita convenzione, ad oggi non vigente, sarebbe l’unico soggetto esterno competente a garantire l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, segnalando, anche di propria iniziativa, gli abusi, le disfunzioni, le carenze e i ritardi dell’amministrazione nei confronti dei cittadini”.
Tutto ciò premesso
– preso atto che la soppressione del difensore civico comunale ha fatto venir meno l’unica figura di garanzia;
– atteso, che il Comune avrebbe dovuto modificare le proprie norme (statuto e regolamento) per rimediare a tale carenza;
– valutato che per la convenzione con città metropolitana, a cui rimanda il legislatore nazionale, il Comune avrebbe dovuto farsi parte attiva se intendeva avvalersi di un organo di garanzia…
In altri termini: dopo la soppressione (per legge) del difensore civico comunale, il Comune non ha fatto nulla per ripristinare una figura che garantisse i diritti dei cittadini;
– considerato che, anche se non formalmente conforme alla previsione regolamentare dell’Ente, la figura del difensore civico (nella fattispecie regionale, in assenza del livello comunale o territoriale) avrebbe rivestito l’unico elemento esterno competente atto a garantire imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione segnalando eventuali abusi, disfunzioni carenze e ritardi dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini, ci chiediamo,
senza tale figura quali garanzie hanno i cittadini dell’imparzialità della Commissione Referendaria?

Torino, 5 luglio 2024
Comitato Referendario Salviamo la Pellerina e il Verde di Torino

All’abbazia di Novalesa il Terzo Paradiso di Pistoletto

Nell’abbazia di Novalesa ha trovato la sua realizzazione una nuova installazione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, artista e   scultore appartenente alla cosiddetta corrente dell’Arte povera, da poco 91 enne. Nel realizzare l’opera l’artista ha utilizzato frammenti costruttivi residui conservati nel sito, e l’ha resa una estensione rigenerativa e creativa dell’abbazia benedettina.

L’inaugurazione,  alla presenza dello stesso artista, dei monaci benedettini che abitano e animano l’abbazia e dei rappresentanti della Città Metropolitana di Torino avverrà  l’11 luglio, giovedì,  alle 17. La Città Metropolitana di Torino rappresenta l’Ente proprietario di questo gioiello architettonico, che è  capace di unire arte e cultura, sito in val Cenischia.

Pistoletto ha scritto il manifesto del Terzo Paradiso nel 2003, disegnandone il simbolo nella sabbia, una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. L’anno seguente, in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte della Città  di Torino ha annunciato il Terzo Paradiso come nuova fase del suo lavoro, condotto intessendo una folta rete  di collaborazioni con numerosi partner. L’abbazia di Novalesa rappresenta l’ultimatappa in ordine di tempo di questo progetto dell’artista.

MARA MARTELLOTTA