ilTorinese

Leggermente al Salone del Libro OFF

“Leggermente al Salone del Libro OFF”  si svolgerà dal 5 al 13 maggio. All’interno del programma del Salone Internazionale del Libro Torino Off, “Leggermente” propone 8 appuntamenti gratuiti, 6 incontri tra scrittori e gruppi di lettura e 2 laboratori che si svolgono in alcune Case del Quartiere, Biblioteche e Librerie.

Avvicinare la cittadinanza alla lettura, sostenere e valorizzare i gruppi di lettura già presenti sul territorio e favorire la nascita di nuovi. Questi in estrema sintesi sono gli obiettivi del progetto “Leggermente” nato nel 2010 e frutto della collaborazione tra la Fondazione Cascina Roccafranca, le Biblioteche Civiche Torinesi e la libreria Gulliver, di concerto con un gruppo di lavoro più allargato che vede la presenza di rappresentanti dei gruppi di lettura e di diverse Associazioni e librerie.

Le colazioni gratuite dei City Angels

Due foto della distribuzione delle colazioni gratuite di domenica mattina 28 aprile che è stata effettuata per gran parte sotto la pioggia battente.

La prossima settimana il servizio di distribuzione delle colazioni è programmato per domenica 5 maggio la mattina dalle 07:00 alle 09:00, in via Nizza n.24 (Torino) di fianco al furgoncino di Specchio dei Tempi.

Per info: torino@cityangels.it
#cityangels #cityangelstorino
#volontariatodistrada #volontariatotorino
#specchiodeitempi

Il tramonto della sinistra riformista

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

La politica, come ben sappiamo, non è mai astrazione. È pur sempre legata, seppur con modalità
e metodi diversi, alla quotidianità e alla vita concreta delle persone. E anche la celebrazione delle
date storiche per il nostro paese e gli eventi che vengono organizzati di conseguenza offrono
l’occasione per misurare la qualità e la maturità del dibattito politico. È il caso, nello specifico,
delle manifestazioni legate alla Festa del 25 aprile. Il 25 aprile del 2024.
Ora, al di là del giudizio che ognuno di noi può e deve dare sulle mille manifestazioni che sono
state organizzate in tutto il paese, è indubbio che emergono almeno due elementi
sufficientemente oggettivi che difficilmente possono essere messi in discussione. Semprechè,
come ovvio, non prevalgano la tifoseria e il settarismo.
Da un lato la difficile, in alcuni settori della destra – seppur minoritari – a pronunciare parole chiare
e definitive sull’antifascismo, sulle radici culturali e politiche di quella nefasta e drammatica
esperienza e, soprattutto, sulla necessità di recidere definitivamente i legami, anche solo simbolici
ed emotivi, con il ventennio.
Sul versante opposto, però, emerge un dato molto più preoccupante ed inquietante. Perchè è la
sinistra, nelle sue multiformi e diverse espressioni, ad avere subito un processo di radicalizzazione
politica tale da averla portata nella sua interezza a giocare un ruolo sempre più massimalista ed
estremista nel declinare la sua concreta iniziativa politica. E questo al di là e al di fuori della
violenza – verbale e fisica – emersa in molte manifestazioni di piazza contro la destra, il centro
destra e l’attuale Governo Meloni partecipando, ahimè, alla Festa della Liberazione e quindi della
riconciliazione tra le diverse parti politiche. Del resto, è appena sufficiente ascoltare e prendere
atto delle parole d’ordine dei nuovi “guru” e dei simpatici ”martiri” della sinistra creati per
l’occasione – dallo scrittore Scurati alla giornalista Bortone, dal sempreverde Saviano
all’estremista Montanari – per arrivare alla persin troppo facile conclusione che ormai la linea
prevalente è quella di estremizzare sempre di più il messaggio politico frutto di un percorso
culturale fatto di anatemi ideologici, pregiudizi personali e attacchi politici frontali contro chiunque
non sia riconducibile a quel campo politico. Tradotto in termini politici, è una regressione
nostalgica – anche se nel sottosuolo della sinistra ex e post comunista questo tarlo non è mai
scomparso del tutto – ad una stagione dove prevaleva la sub cultura degli “opposti estremismi”. E
la celebrazione di questo 25 aprile – anche se si tratta di una pagina che viene prontamente
archiviata perché puramente propagandistica – ne è stata la prova plateale che conferma, ancora
una volta, quella deriva.
Ed è in un quadro del genere che la spinta a creare una sinistra riformista e di governo priva di
pregiudiziali ideologiche e di criminalizzazione politica nei confronti degli avversari, cede il passo
ad una deriva massimalista e radicale. Perchè se i “vate” del nuovo corso del Pd e dintorni
ritornano ad essere i pifferai dell’attacco ideologico, della criminalizzazione politica degli
avversari/nemici, della esaltazione della “superiorità morale” e della sistematica denigrazione di
tutto ciò che non è riconducibile al campo della sinistra ex e post comunista – seppur benedetti e
supportati da tutti i circoli radical chic milionari televisivi, artistici, cinematografici, accademici e
giornalistici – la cultura e la prassi riformista sono destinati a giocare un ruolo del tutto marginale
nel prosieguo di quella esperienza. Insomma, ci sono tutte le premesse, mutatis mutandis, di un
salto all’indietro di 40 anni e oltre quando le parole d’ordine dei comunisti erano quelle di liquidare
e abbattere definitivamente “il sistema di potere della Democrazia Cristiana”.
Sono passati molti decenni ma il copione resta sempre lo stesso. E il 25 aprile 2024, e tutto quello
che l’ha preceduto, ci consegna una pagina ancora una volta poco incoraggiante e molto
nostalgica. Peccato, abbiamo di nuovo perso una ghiotta occasione per far crescere una vera
democrazia dell’alternanza e, soprattutto, per ricercare e consolidare quella “riconciliazione”
politica che era la vera ‘mission’ della Festa del 25 aprile promossa e ideata da Alcide De Gasperi.

Contro manifestazione G7, bloccata la tangenziale di Torino e bruciati i cartonati dei leader

Che il G7 su clima, energia e ambiente sarebbe stato osteggiato dai soliti contestatori era palese. E infatti nel pomeriggio diversi manifestanti hanno occupato la  carreggiata bloccando in parte la tangenziale nord di Torino accendendo  fumogeni e provocando una coda di 2 km tra Borgaro e Venaria in direzione Frejus. La protesta ha avuto però il suo culmine nella via centrale di Venaria, via Mensa, che conduce alla Reggia. Qui i manifestanti hanno acceso un falò dove hanno dato alle fiamme i cartonati con i volti dei leader del G7, compreso  quello di Giorgia Meloni. Tra i contestatori i No Tav, militanti del centro sociale Askatasuna, ambientalisti di Ultima Generazione e di Extinction Rebellion. Avvisaglie della tensione si erano già manifestate ieri in serata quando al cantiere della Torino Lione a San Didero un gruppo di manifestanti No Tav ha formato un corteo contro il G7, poi disperso dalla polizia. Sui suoi profili social (vedi foto)  il sindaco di Venaria Fabio Giulivi  ha ringraziato le forze dell’ordine e tutti coloro che si sono adoperati affinché la contro manifestazione – come è alla fine avvenuto – si svolgesse senza causare danni.

“Continua la spudoratezza di certi attivisti che, poco fa, dopo aver contestato il vertice del G7 Ambiente a Venaria Reale, si sono recati sulla tangenziale che porta a Torino, per occuparla”, affermano Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Roberto Ravello, dirigente regionale del partito. “Bloccare una delle grandi arterie stradali che portano al capoluogo piemontese non porta ad alcun risultato: arreca solo disagi alla circolazione e quindi ai cittadini. Questi pseudo-ambientalisti sono personaggi in cerca d’autore, in grado solamente di fare rumore”.

 

In scena al teatro Gobetti “David Copperfield Sketch Comedy”, un carosello dickensiano

 

Per l’adattamento e la regia di Marco Isidori con i Marcido Marcidorjs e Mimosa Famosa

 

 

Debutta martedì 30 aprile, alle 19.30, al teatro Gobetti,  per la stagione del teatro Stabile di Torino, la pièce teatrale “David Copperfield Sketch Comedy. Un carosello dickensiano”, tratto da Charles Dickens per la riscrittura,  adattamento drammaturgico e regia di Marco Isidori. Saranno in scena Paolo Oricco, Maria Luisa Abate, Valentina Battistone,  Ottavia della Porta, Alessio Arbustini, Vincenzo Quarta e Marco Isidori. Scene e costumi sono di Daniela Dal Cin, le luci di Fabio Bonfanti.

Lo spettacolo è prodotto da Marcido Marcidorjs e FamosaMimosa e verrà  replicato fino a domenica 5 maggio prossimo.

La Compagnia affronta le tematiche del romanzo ottocentesco, trasformandolo per il palcoscenico in una iperbolica narrazione dal ritmo verticale, che procede sostenuta da una serie di sketch dove la prevalenza del passo comico non impedisce la notazione di costume pungente, l’affondo nella contraddizione primaria del tempo storico in cui è collocato il romanzo, l’avvento della società industriale, permeata, tuttavia, da modelli comportamentali antecedenti, ricchi di un’ambiguità favorevole alla drammatizzazione teatrale. Tutto ciò avviene in un tono molto vicino a quello del vaudeville che si è scelto di assumere per far vivere al meglio la natura prismatica di quella giostra teatrale e sentimentale ideata da Dickens.

La scenografa Daniela Dal Cin anche per questo spettacolo si è espressa con una delle sue mirabolanti invenzioni e la chiave di volta di questa riduzione del romanzo di Dickens si colloca nella lotta mortale tra l’esasperazione iconica e la tramatura sonora della recitazione, portata verso una vivificante astrazione. Risulta evidente il tentativo di una rappresentazione segnata integralmenteda quella tensione verso il teatro totale che, da sempre, caratterizza la specificità artistica della compagnia.

“David Copperfield Sketch Comedy – spiega il regista Marco Isidori – vuole essere la riproposta in chiave satirico grottesca del capolavoro di Dickens. Lo spettacolo ha una struttura drammaturgica dove le singole situazioni della “novella”, agganciandosi le une alle altre, si concatenano in una sarabanda teatrale di stupefacente rilievo spettacolare, in questo aiutate eservite dall’impianto scenografico di Daniela de Cin, andando così a instaurare una giostra veloce e incalzante, in cui il dinamismo è  duplice, sonoro e iconografico,  capace di comporre quel corpo drammatico che giustifica oggi la riproposizione teatrale di un testo di tale natura. Lo scandagliare scenico diventa lo strumento più  adatto ad individuare nelle pieghe della narrazione ottocentesca  quei temi universali che da sempre sono appannaggio della vicenda umana e che il teatro soltanto sa specchiare con verità completa”.

MARA MARTELLOTTA

Accoltella la suocera per questioni di eredità

È agli arresti domiciliari il 70enne che ha accoltellato la suocera 90enne, ospite di una casa di riposo a Sanfrè nel Cuneese, in orario di visita. Il genero ha estratto il coltello colpendo l’anziana più volte. Poi il personale della struttura, richiamato dalle grida di aiuto, ha fermato l’aggressore successivamente arrestato dai carabinieri di Sommariva Bosco. L’anziana è stata ricoverata in terapia intensiva nell’ospedale di Verduno. All’origine dell’aggressione ci sarebbero dissidi familiari in merito a un’eredità.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Rock Jazz e dintorni a Torino: Paolo Fresu e i Nomadi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Colosseo in memoria di Carlo Rossi si esibiscono Negrita, Caparezza, Nina Zilli e altri.  Per il Torino Jazz Festival al Folk Club suona il quartetto di Pasquale Iannarella mentre all’Hiroshima Mon Amour è di scena il quintetto The End.

Martedì. Al Magazzino sul Po sono di scena i Kanerva. Chiusura del Torino Jazz Festival con il concerto del quintetto di Paolo Fresu con la Torino Jazz Orchestra al Lingotto. Sempre per il TJF alla Casa Teatro Ragazzi tributo a Gil Scott-Heron con una formazione guidata da Eric Mingus e Silvia Bolognesi. Al Blah Blah si esibiscono i LabGraal. Allo Spazio 211 è di scena LNDFK mentre all’Off Topic suona il trio Turin Unlimited Noise.

Mercoledì. Al Capolinea di Ciriè raduno “metallaro” con gli Elvenpath e Airborn.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli va’ in scena lo spettacolo “Canzoni d’amore e di contributi” con Max Collini e Lastanzadigreta. Al Blah Blah è di scena Johnny DalBasso mentre al Magazzino sul Po suonano gli Indianizer.

Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Lem. Al Kontiki suonano i Vespri+Tuan. All’Hiroshima è di scena il rapper Claver Gold. Al Magazzino sul Po suonano i Lhi Balòs. Al Folk Club  si esibisce il chitarrista Clive Carroll. Al Cap 10100 sono di scena i Milanonord. Al Cafè Muller suonano i jHAsHA!. Allo Spazio 211si esibiscono i Furor Gallico.

Sabato. A Pinerolo festival musicale in una chiesa sconsacrata con : Kypck, Skepticism , Cultus Sanguine, Shores  of Null. Al Colosseo “sold out” per i Nomadi. Alla Suoneria di Settimo suona La Paranza del Geco. Al Blah Blah sono di scena i Titor.

Domenica. A Pinerolo suonano i Dawn of Winter, Shape of Despair, Blck Oath e Ponte del Diavolo. Al Blah Blah suona Il Senato. Al Bunker party di Ivreatronic con Donato Dozzy.

Pier Luigi Fuggetta

Ostensione della Sindone nel 2025 E tra una settimana arriva il patriarca di Gerusalemme

Con la visita del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, il 4 e 5 maggio a Torino, festa liturgica della Sindone, inizia il cammino in preparazione al Giubileo del 2025. Il prossimo anno si terrà un’Ostensione della Sindone solo per i giovani e una “Tenda della Sindone” per tutti in cui vivere il sacro lino con forza e intensità anche con l’ausilio di nuove tecnologie. Così Torino celebrerà l’Anno Giubilare nel 2025 come ha annunciato l’arcivescovo Roberto Repole.
“Non sarà un’ostensione classica, ha precisato il prelato, ma un’occasione per sperimentare modi nuovi di essere custodi della Sindone”. “La Sindone, ha aggiunto il vescovo, è un patrimonio che ci riguarda tutti, è un tesoro così importante per la Chiesa e deve essere l’occasione di comunicare in modo nuovo il Vangelo. Prima di tutto partendo dai giovani con i quali abbiamo intrapreso un percorso di catechesi sui fondamenti del cristianesimo. Abbiamo pensato a una sorta di laboratorio per ragazzi e ragazze che spesso sono la parte più vulnerabile della città”.
Monsignor Repole ha poi annunciato che in piazza Castello, ai primi di maggio 2025, verrà allestita una tenda per fedeli, turisti e cittadini in cui avvicinarsi alla Sindone attraverso documenti, video, immagini e podcast. “Un modo nuovo, ha aggiunto Repole, di entrare in contatto con documenti preziosissimi a livello storico e di fede”. Inoltre, la prossima settimana, sabato 4 maggio e domenica 5, verrà a Torino il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, invitato dall’arcivescovo Repole, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’Opera diocesana pellegrinaggi che in questo periodo di conflitto ha dovuto sospendere i viaggi in Terra Santa.               FR

Torre Pellice, 850 anni di storia valdese

Mentre in Terra Santa si combatteva per il possesso dei Luoghi Sacri e Francesco d’Assisi inviava i suoi frati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, in terra di Francia un giovane e ricco mercante di Lione iniziò a predicare il ritorno alla povertà evangelica per vivere con i suoi seguaci una vita cristiana intensa.
Pietro Valdo (1140-1217), come farà più tardi Francesco, abbandonò ogni ricchezza, fondò il movimento valdese e ispirò lo sviluppo di quella che diventerà la Chiesa Evangelica Valdese. Si fece povero e diede il via a una lunga tormentata e travagliata storia, la storia del popolo valdese. Sulle Valli Valdesi soffia quest’anno il vento della memoria per celebrare gli 850 anni del movimento valdese fondato da Pietro Valdo, colui che predicò la povertà della Chiesa e la libera predicazione del Vangelo. Una mostra e tante altre iniziative lo ricordano a Torre Pellice, la casa madre dei Valdesi. Pietro Valdo fondò nel 1174 a Lione un gruppo laico che sostenne la necessità del rinnovamento spirituale del Cristianesimo scegliendo di obbedire solo alla Bibbia e mettendo in discussione l’autorità del vescovo.
Nonostante le persecuzioni e la violenza che si scatenò contro i suoi membri, la Chiesa Evangelica Valdese, diventata tale all’epoca della Riforma protestante nel Cinquecento, ha continuato a sostenere i principi ispiratori delle origini. Valdo di Lione fu dichiarato eretico dal Papa per “la presunzione di volere predicare in pubblico” e scomunicato dalla chiesa romana ma il suo movimento si diffuse rapidamente in Italia e nel resto dell’Europa. Per secoli i valdesi subirono durissime persecuzioni dai re cattolici e dall’Inquisizione romana in Francia, in Savoia e in Italia. Valdo venne allontanato dalla comunità cristiana ma la sua confessione religiosa conobbe una notevole espansione in Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria anche se gli adepti furono costretti a vivere in clandestinità per evitare di essere arrestati e condannati. La “pace di Cavour” nel 1561 salvò le comunità valdesi che dovranno vivere in valli isolate nel pinerolese, sopra i 700 metri. La tregua durò ben poco. I Savoia li cacceranno dalle loro valli e molti di loro troveranno rifugio nella Ginevra calvinista e nella Germania protestante. Il 17 febbraio 1848 la svolta: Re Carlo Alberto riconosce i diritti civili e politici dei valdesi e quel giorno storico dopo secoli di persecuzioni e massacri viene ricordato ogni anno con l’accensione dei falò in tutte le valli valdesi. Fin qui, per sommi capi, la storia dei Valdesi che si può approfondire visitando il grande Museo Valdese a Torre Pellice (aperto da giovedì a domenica, ore 15-18,30) nel cuore delle Valli Valdesi. È un viaggio attraverso otto secoli di storia, dalla conversione di Valdo nel 1174 fino all’Intesa tra lo Stato italiano e la Chiesa evangelica valdese nel 1984.
Centinaia di pannelli e di fotografie narrano la storia dei seguaci di Valdo e decine di video illustrano il contesto storico dell’Europa nei secoli della peregrinazione dei valdesi. Non crediate di visitare il museo in un’oretta o poco più, quando si entra la visita durerà alcune ore se si pretende di leggere la vastità dei documenti esposti nelle sale. Per festeggiare la ricorrenza degli 850 anni della conversione di Valdo e dell’origine dei valdesi a Torre Pellice è stata organizzata anche una mostra, aperta fino al 30 settembre con gli stessi orari del Museo, nel Centro culturale valdese in via Beckwith 3, che illustra in due sezioni le tappe di costruzione del movimento valdese nel corso di otto secoli. I valdesi in Italia sono circa 30.000, di cui 15.000 residenti in Piemonte. Da sempre, al centro dell’attenzione della chiesa valdese c’è l’impegno culturale e sociale nella società. Scuole, ospedali, case di riposo e centri di cultura sono stati fondati dai valdesi negli ultimi due secoli in tutta l’Italia insieme all’apertura di istituti culturali e assistenziali. La chiesa valdese è diretta dal Sinodo che si svolge ogni anno a Torre Pellice, quest’anno dal 25 al 30 agosto. Ai ministeri della chiesa (pastori e diaconi) possono accedere uomini e donne, celibi o sposati. Tra cattolici e valdesi ci sono intese e dialogo ma restano punti discordanti in materia teologica.              
   Filippo Re