ilTorinese

Poliziotti uccisi, Siulpe Sap: “Rabbia e dolore. Più sicurezza per le forze dell’ordine”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

COMUNICATO STAMPA SIULP E SAP

ASSASSINATI A SANGUE FREDDO DUE POLIZIOTTI DI TRIESTE. LA RABBIA DEL SIULP E DEL SAP DI TORINO E DI TUTTI I POLIZIOTTI. 

 

ASCOLTATECI!!!!!!!!!!

 

AFFETTO, CORDOGLIO, SOLIDARIETA’, RABBIA, AMAREZZA, SENSO DI ABBANDONO un crogiuolo di  sentimenti si confondono tra i poliziotti affranti dal dolore per la morte dei due colleghi. Resta  il denominatore comune della volontà che le cose cambino perché non è più pensabile continuare in questo modo.

 

La Voglia di essere ascoltati seriamente è tanta.

La Voglia di far sentire pubblicamente e visibilmente la nostra rabbia, il nostro dolore, il nostro affetto alle famiglie dei colleghi assassinati è grande.

La Voglia di protestare e sensibilizzare il Governo del Paese sulla sicurezza dei poliziotti e sul rispetto per gli uomini e le donne in divisa è indispensabile.

La Voglia di difendere l’onore e la memoria dei poliziotti è fondamentale.

 

Dichiarazione dei Segretari Generali Provinciali SIULP e SAP.

La rabbia e il dolore prevalgono in questo drammatico momento. Due colleghi Pierluigi Rotta e Matteo Demengo uccisi per mano di un criminale che doveva essere assicurato alla giustizia.

Non sono i primi poliziotti che sacrificano la loro vita per lo Stato, le Istituzioni, i cittadini. Il loro sangue viene versato in nome di una giustizia e di un sistema legale che non tiene conto della loro sicurezza, men che meno si preoccupa del rispetto e dell’onore di chi rappresenta lo Stato.

Un sistema che consente nell’indifferenza pressoché totale  che i tutori dell’ordine vengano derisi, sbeffeggiati, insultati, aggrediti, feriti e uccisi, salvo, poi, proclamare onori e glorie per i caduti.

Un sistema che ritiene che i morti delle forze dell’ordine possano essere paragonati ad un incidente sul lavoro quand’anche le leggi a protezione dei lavoratori di polizia sono assolutamente insufficienti.

Un sistema distorto e fuorviante a cui,  a volte, si aggiungono i luoghi comuni che insinuano nelle coscienze delle persone il pregiudizio verso i  poliziotti quali soggetti spietati, insensibili ed incapaci.

Adesso comincerà il balletto delle possibili ragioni che hanno acconsentito al criminale di sottrarre la pistola al poliziotto e sparare contro altri. Adesso molti si concentreranno di sottolineare le puntuali dinamiche dell’ omicidio e pochi diranno che l’assassino non dovrebbe avere nessuna attenuante e men che meno leggi premiali. Adesso la questione si sposterà sull’infermità mentale dell’assassino dichiarando che quanto accaduto era inevitabile.

Pochi diranno che l’equipaggiamento dei poliziotti non è sempre adeguato e che i giubbotti “antiproiettile sotto camicia” che costano 600€, chi può, li compra con i propri soldi, così come il resto dell’equipaggiamento che l’Amministrazione non fornisce.

Pochi diranno che  le regole d’ingaggio relativo al trattamento dei sospettati di reato è troppo blando, troppo comprensivo verso il delinquente e poco o niente verso la sicurezza dell’operatore di polizia.

Pochi diranno che i poliziotti servono lo Stato con l’incubo di essere tacciati di usare le “maniere forti” anche se il malvivente e violento e colto in flagranza di reato.

Il sistema legale vuole che i tutori dell’ordine esercitino la loro grande professionalità facendo rispettare le leggi, arrestare i cattivi, difendere le vittime ma sempre con la spada di “Damocle” delle denunce ritorsive, dell’atto dovuto, dei risarcimenti discutibili che pendono quotidianamente sulla loro testa.

E come se non bastasse, continuano Bravo e Perna, ciò che è triste, squallido, vergognoso ed inquietante e che già in queste ore qualcuno cominci ad esprimere il proprio compiacimento sul web sulla morte dei due poveri colleghi.

 Il SIULP ed il SAP chiedono ai rappresentanti dei cittadini di varare al più presto una legge che punisca chi oltraggi la memoria dei caduti in servizio delle forze dell’ordine. Sarebbe un minimo di riconoscimento e di sensibilità verso le vittime del dovere in alcuni casi uccisi due volte da soggetti senza scrupoli e umanità.

La sicurezza e la giustizia che garantiscono la libertà di uno Stato democratico, trionfano laddove chi ha il dovere di garantirle viene a sua volta garantito dalle leggi che devono tutelare innanzi tutto i tutori dell’ordine.

 

 

Ravetti e Salizzoni: “Staffista che prega il Duce, prenda posizione Allasia”

Non spetta a noi, come consiglieri regionali, sindacare opinioni e comportamenti degli staffisti della Giunta. Ma neppure liquidare con un’alzata di spalle l’inginocchiarsi in preghiera di fronte al Duce, come fosse un’innocente goliardata giovanile. Su quest’episodio ci aspettiamo una presa di posizione del Presidente Allasia, nella sua veste di titolare del Comitato Resistenza e Costituzione. I valori resistenziali e l’antifascismo non sono un corollario ma le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche”

Domenico RAVETTI Capogruppo PD

Mauro SALIZZONI Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte

ISU Grand Prix junior di Egna: storico bronzo per Alessia Tornaghi

 La pattinatrice italiana Alessia Tornaghi, 16 anni, allieva di Edoardo De Bernardis dell’Ice Club Torino ha conquistato uno splendido terzo posto nell’ultima tappa del prestigioso circuito dell’ISU Grand Prix junior che si è tenuta presso la Wurth Arena di Egna-Neumarkt (Bolzano) nel fine settimana.

Da undici anni non accadeva che un’atleta azzurra salisse sul podio in una tappa di Grand Prix junior. Soltanto due pattinatrici avevano ottenuto questo storico risultato: Stefania Berton e Carolina Kostner.

La Campionessa italiana assoluta Alessia Tornaghi (Agorà Skating Team), reduce da un bel 9° posto nella tappa di Zagabria della settimana scorsa, dopo un settimo piazzamento nel programma corto, ha realizzato uno straordinario segmento lungo, aggiudicandosi il punteggio di 119.26, suo season best e ha ottenuto un totale di 175.93 che le ha consentito di salire sul podio alle spalle delle russe Sinitsyna e Frolova. La Tornaghi ha, inoltre, realizzato il nuovo primato nazionale juniores, migliorando il precedente di 11 punti.

Alessia Tornaghi, milanese, ha scelto di allenarsi a Torino da due stagioni presso la società Ice Club Torino Asd. Il suo tecnico Edoardo De Bernardis ha realizzato anche le coreografie di entrambi i suoi programmi.

Nel corto ha pattinato  sulle musiche di “Matrix”, interpretando Trinity, il personaggio femminile del film, mentre nel lungo ha interpretato una diva del cinema degli Anni ’50 nel musical “Sunset Boulevard”.

La pattinatrice milanese che lo scorso dicembre, all’esordio in categoria senior, ha conquistato subito il titolo di campionessa italiana assoluta, nel circuito di Grand Prix junior ha dimostrato carattere e ottime doti tecniche e interpretative.

 “Sono contento per Alessia – ha affermato il suo allenatore Edoardo De Bernardis – è una ragazza seria, una grande lavoratrice e in queste ultime gare ha raccolto risultati importanti. Nei mesi scorsi ha dovuto superare un infortunio, ma non ha mai mollato, ha obiettivi precisi e con me collabora in modo eccezionale. La strada è comunque lunga e c’è ancora molto da lavorare.

Il prossimo appuntamento per Alessia Tornaghi sarà il Challenger Senior a Minsk. La pattinatrice italiana affronterà la sua prima gara internazionale nella categoria senior: nella scorsa stagione, infatti, era troppo piccola per essere ammessa a competere in questa categoria.

Hanno ottenuto buoni risultati anche gli altri atleti dell’Ice Club Torino che hanno affrontato la tappa di Grand Prix di Egna: Anaïs Coraducci, nazionale svizzera ha ottenuto il punteggio di 127.97, raggiungendo un tredicesimo posto.

Nel singolo maschile, all’esordio nel prestigioso circuito internazionale, il giovanissimo Raffaele Zich, allenato da Renata Lazzaroni, si è piazzato 21°, in una competizione che l’ha visto contrapposto a pattinatori molto più grandi.

Tra le prime dieci atlete del singolo femminile si è classificata anche Lucrezia Gennaro, atleta coreografata da Edoardo De Bernardis. La Gennaro pattina per l’Ice Skate Academy Padova ed è allenata da  Ludmilla Mladenova.

Rock Jazz e dintorni: i Pixies  e Neri Marcorè

Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. Al Teatro Regio per beneficenza, Neri Marcorè accompagnato dal Gnu Quartet, reinterpreta le canzoni di Fabrizio De Andrè. Al Concordia di Venaria suoni elettronici con Nick Murphy. In città in alcune sale e altre in Piemonte, viene proiettato per 3 giorni consecutivi, “Us + Them” film concerto diretto e interpretato da Roger Waters.

Martedì. Al Jazz Club si esibisce Tija.

Mercoledì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Dillon. Al Blah Blah si esibisce l’artista spagnola Ganges. All’Hiroshima Mon Amour suonano i The Kolors. Al Jazz Club è di scena la Easy Big Band.

Giovedì. Al Cafè Neruda si esibisce il trio del sassofonista Diego Borotti. All’Hiroshima  rock norvegese con i Motorpsycho. Al Jazz Club suona il trio blues dell’armonicista Big Harp. Al Blah Blah sono di scena i Bad Breeding.

Venerdì. Allo Ziggy si esibiscono i Kirlian Camera. Allo Spazio Q35 è di scena il duo Fjaak. Al Jazz Club suonano Max & The Jitterbugs in una serata di”lindy hop”. Al Concordia di Venaria si esibisce il rapper Achille Lauro. Al Blah Blah suonano i Soviet Soviet.

Sabato. Alle OGR arrivano i Pixies, storico gruppo dell’ indie rock statunitense. Al Pala Alpitour  si esibisce Coez. Allo Ziggy è di scena il duo Alien Vampires. Al Blah Blah suonano i Rock’Roll Kamikazes.

 

Pier Luigi Fuggetta

 

Andrea Greco, il giovane cantante che sogna di diventare una rock star

Il lettore Roberto Palombo è fan di Andrea Greco il cantante reggino che si è esibito  al world athletics Championship di Doha

“E’ uno straordinario cantante e anche uno studente modello  – ci scrive Palombo – e vorrei farlo conoscere a tutti i torinesi perché è davvero un bravo ragazzo. Io gli faccio tantissimi auguri di continuare così”.  Il cantante quindicenne, che studia all’estero, ama Bocelli, Dalla e Battisti e ha avuto l’onore di esibirsi davanti all’emiro. Ora ha in programma nuovi prestigiosi appuntamenti.

Mantova rende omaggio alla “nuova maniera” di Giulio Romano

La figura di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de’ Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 – Mantova, 1546), il più talentuoso tra gli allievi di Raffaello, è celebrata da un importante evento in programma a Palazzo Ducale di Mantova.

Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, si tiene “Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova, una mostra nata dalla collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e il Musée du Louvre di Parigi, curata da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Roberta Serra, con la collaborazione di Michela Zurla, che intende illustrare la figura di Giulio Romano e la sua “nuova maniera” di fare arte, in particolare nella città gonzaghesca, mettendone in luce le peculiarità e l’aspetto fortemente innovativo.

Intesa Sanpaolo, nell’ambito di Progetto Cultura, è partner della mostra.

Il progetto elaborato dal comitato scientifico – composto da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino-Pagden, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia – vede il coinvolgimento del Département des Arts Graphiques del Musée du Louvre che, per la prima volta, concede in prestito un nucleo di settantadue disegni, che ripercorrono, in maniera organica e completa, la carriera professionale di Giulio Romano, dagli esordi a Roma, alla lunga e intensa attività a Mantova, evidenziando la molteplicità dei suoi interessi.

Accanto alle opere del Louvre la mostra propone un’ulteriore e ricca selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l’Albertina di Vienna e il Victoria & Albert Museum di Londra, oltre a dipinti, arazzi e stampe.

Sono inoltre utilizzate le più recenti tecnologie digitali al fine di ricreare, attraverso ricostruzioni 3D, oggetti e ambienti giulieschi.

“L’iniziativa di Palazzo Ducale su Giulio Romano – afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale – vuole essere un grande evento culturale che mostri al mondo l’eccezionalità della figura storica del più celebre allievo ed erede di Raffaello. Maestro del Manierismo, Giulio Romano ha lasciato a Mantova testimonianze straordinarie del suo talento di pittore, architetto e uomo di cultura. “Con nuova e stravagante maniera”, con la prestigiosa collaborazione di una rinomata istituzione europea come il Louvre, rappresenta un’importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva”.

“La mostra Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova – sottolinea Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del Musée du Louvre di Parigi -, che si svolge a Palazzo Ducale di Mantova, è il frutto di un partenariato eccezionale tra il Musée du Louvre e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova. L’evento espositivo permette di presentare negli ambienti di Palazzo Ducale una scelta di settantadue fogli di Giulio Romano (1492 o 1499 – 1546) scelti all’interno del ricco fondo di disegni di mano dell’artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto”.

La mostra si articola in tre sezioni che approfondiscono aspetti diversi dell’attività di Giulio Romano mettendo in luce la “nuova e stravagante maniera” della sua arte, secondo la definizione coniata da Giorgio Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti.

La prima, Il segno di Giulio, allestita al piano terreno del Castello di San Giorgio, analizza la produzione grafica di Giulio come progettista, designer e pittore presentando il suo fondamentale apporto all’elaborazione del linguaggio manierista. Dagli interventi architettonici agli schizzi per dipinti e oggetti, ogni singolo segno è una novità assoluta da tradurre, copiare e imitare. La forza creatrice di Giulio viene esaminata attraverso una selezione del corpus dei disegni conservati al Musée du Louvre di Parigi.

Attraverso questi disegni si illustrano i momenti immediatamente precedenti l’arrivo nella città gonzaghesca di Giulio Romano per poi presentare la sua lunga attività mantovana, in particolare il suo lavoro come disegnatore e progettista. I suoi fogli raccontano l’evoluzione del suo operare e illustrano le esperienze relative ai diversi cantieri mantovani, del territorio e fuori lo Stato dei Gonzaga, come testimoniato dai disegni per Palazzo Te.

La prima sezione si chiude indagando il suo rapporto con le arti e il passaggio tra la fase di progetto e la sua realizzazione. I disegni qui esposti trattano dell’attività del Pippi come designer, inventore di argenterie e arazzi, avendo cura di affrontare la produzione di Giulio ad ampio spettro. In mostra si trova una decina di fogli in relazione con dipinti e oggetti come vasellame o trionfi da tavola. Viene inoltre presentato un arazzo della serie dei Giochi di putti(Modena, Raffaele Verolino), esposto accanto al disegno preparatorio (Chatsworth, The Devonshire Collections) e a un frammento del cartone preparatorio oggi al Louvre.

La sezione dal titolo Al modo di Giulio, occupa la Corte Nuova e l’Appartamento di Troia, suggerendo un dialogo diretto tra i disegni dell’artista e la decorazione della residenza dei Gonzaga. Il Palazzo Ducale fu il cantiere nel quale Giulio Romano riversa la sua genialità e la sua capacità d’innovare. Sala per sala, laddove è ancora possibile, s’instaura una relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali. È il caso, ad esempio, della Sala dei cavalli dov’è esposto il disegno preparatorio per la decorazione del soffitto con la Caduta di Icaro, confronto che è apprezzabile tramite uno specchio.

In mostra si possono inoltre ammirare i rilievi eseguiti da Ippolito Andreasi detto l’Andreasino che hanno tramandato l’aspetto originario delle stanze progettate da Giulio, particolarmente importanti per approfondire la comprensione delle parti non sopravvissute ai secoli. Così avviene per il Camerino dei Cesari e per la Loggia dei marmidetta poi dei Mesi, ambienti per i quali i disegni dell’Andreasi permettono un confronto diretto tra l’idea di Giulio Romano e quanto sopravvive negli ambienti stessi.

La rassegna si chiude nell’appartamento della Rustica con Alla maniera di Giulio, nella quale viene approfondito, da un lato, il tema di Giulio Romano architetto, analizzato grazie a numerosi disegni provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche europee, tra cui spicca la Copia da Giulio Romano di Andrea Palladio (Londra, Royal Institute of British Achitects), e, dall’altro, quello della sua eredità, con le opere di allievi e discepoli, come Fermo Ghisoni, Giovanni Battista Bertani, Lorenzo Costa e altri.

In questa sezione è stato creato un approfondimento sulle case del Pippi, in particolare su quella di Mantova e sulla produzione di opere religiose. Si possono qui osservare alcune pale d’altare eseguite da artisti della cerchia di Giulio Romano a confronto con i disegni originali del maestro.

 

 

Salvaguardare le scuole di montagna

Proseguire nella riorganizzazione della rete scolastica in atto dal 2015 verticalizzando il più possibile per istituti comprensivi e garantire il mantenimento dei plessi scolastici nei comuni montani e marginali attraverso deroghe al numero minimo di bambini previsti per classe e il mantenimento di pluriclassi: con questi obiettivi è stato approvato nei giorni scorsi  a maggioranza dal Consiglio regionale l’atto di indirizzo sul piano regionale di dimensionamento scolastico e la programmazione dell’offerta formativa delle autonomie scolastiche piemontesi per l’anno 2020-2021, presentato dall’assessore all’Istruzione Elena Chiorino.

Le Province e la Città metropolitana avranno tempo fino al 29 novembre 2019 per presentare le loro proposte alla Regione, che dovrà approvare il documento entro la fine dell’anno: i termini di presentazione dei piani provinciali e metropolitano sono stati ampliati su proposta emendativa del consigliere Carlo Riva Vercellotti (Fi), approvata all’unanimità dall’Aula, per consentire ai soggetti coinvolti di provvedere agli adempimenti di competenza in tempi adeguati.

L’Aula ha approvato all’unanimità anche un emendamento presentato dal consigliere Diego Sarno (Pd), che rafforza il riferimento allo sviluppo delle potenzialità delle aree interne nell’ambito della programmazione 2014/20: l’obiettivo è quello di salvaguardare il servizio scolastico nelle aree montane, mantenere percorsi sussidiari di istruzione e formazione professionale e valorizzare le attività di alternanza scuola-lavoro.

I fondi regionali ammontano a 4,4 milioni, che l’assessore Chiorino ha chiesto di portare a 5 in fase di assestamento di bilancio.

Librolandia farà tappa in altre città prima dell’apertura a Torino

SALONE DEL LIBRO: SI LAVORA A TAPPE “OFF” DI AVVICINAMENTO 
Incontro  in Regione tra il presidente Cirio, gli assessori Poggio e Ricca,  il presidente della Fondazione Circolo dei lettori Biino  e il direttore del Salone Lagioia
 
“Aspettando il Salone del Libro”, un ciclo di avvicinamento al grande evento internazionale di Torino, facendo tappa in altre città piemontesi e italiane: è l’idea nata in occasione dell’incontro fra il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, con il presidente della Fondazione Circolo dei lettori Giulio Biino e il direttore del Salone Nicola Lagioia. Presenti in piazza Castello anche l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio, e l’assessore alle Partecipate Fabrizio Ricca.
“È stato un incontro molto positivo che ci ha permesso di condividere già alcune idee per la prossima edizione – spiega il presidente Cirio –. In particolare il direttore Lagioia ci ha proposto di realizzare delle sinergie con altre città, per creare delle tappe di avvicinamento al Salone. Ci sembra un’ottima idea per far crescere la percezione di questo grande evento, non solo nelle province piemontesi che rappresentano un bacino di pubblico molto importante per il Salone, ma anche in altre città d’Italia. Parliamo di uno dei più grandi eventi internazionali ospitati dal nostro Paese, con una ricaduta turistica per il Piemonte strategica. Per cui siamo favorevoli a potenziare tutte le azioni che possano favorire la crescita dei suoi visitatori. Il Salone del Libro è un patrimonio del nostro territorio e c’è piena condivisione anche sull’importanza di valorizzarne la pluralità, senza pregiudizi ideologici. Un aspetto quest’ultimo che, ci tengo a sottolinearlo, vale anche sulla valutazione dei risultati. La riuscita di un evento si “giudica” solo a sipario calato. E io per l’edizione del 2020, la prima nel mio ruolo di presidente, non posso che augurarmi la migliore di sempre. Da parte mia e di tutta la squadra della Regione Piemonte ci sarà massimo supporto”.
(foto C. Benedetto – www.fotoegrafico.net)

Cattolici, tramonta il partito identitario

E’ venuto, forse, il momento di dirlo con chiarezza e senza equivoci: la grande stagione della
Democrazia Cristiana prima e del Partito Popolare Italiano poi sono ormai alle nostre spalle.
Grandi esperienze politiche, culturali, programmatiche e anche organizzative che, semplicemente,
non sono più riproponibili perché sono state archiviate dalla storia. Certo, il dibattito in alcuni settori
dell’area cattolica italiana continua ad essere forte e fecondo. Il che è decisamente positivo e non
va affatto sottovalutato. Anche perché il mondo cattolico contemporaneo continua ad essere un
giacimento culturale, ideale, etico e politico non indifferente e può contribuire, seriamente e con
grande senso di responsabilita’, al rinnovamento della vita politica italiana. Ma, al contempo, non si
può non rilevare che un conto è contribuire al rinnovamento e al cambiamento della politica italiana
attraverso la dimensione valoriale, culturale ed etica; altra cosa è organizzare un forza politica
autonoma che si misura nella cittadella politica nostrana. A livello locale come a livello nazionale.
Ora, dovrebbe essere evidente a tutti che ci sono stati decine di esperimenti politici ed elettorali a
livello comunale, regionale, nazionale ed europeo che si sono infranti contro gli scogli. Esperimenti
che hanno evidenziato ripetute e puntuali sconfitte elettorali, e quindi sconfitte politiche ed
organizzative. Non si tratta, dunque, di ritenere irreversibilmente e definitivamente chiusa quella
pagina. Ma, al contempo, non si può non prendere atto che oggi il decollo di una formazione
politica di ispirazione cristiana che affonda le sue radici nel popolarismo, rischia di trasformarsi in
una semplice, seppur nobile, esperienza testimoniale e politicamente del tutto irrilevante. Non lo
dicono le opinioni di singoli osservatori ma è la stessa realtà a confermarlo nei numeri.
Ripetutamente e a tutti i livelli istituzionali. Del resto, è altrettanto inutile appellarsi alle dichiarazioni
di qualche autorevole prelato che, periodicamente e saltuariamente, lancia appelli all’impegno
politico diretto dei cattolici italiani. Seppur nel rispetto della laicità dell’azione politica e del
superamento di ogni dimensione confessionale e clericale della presenza politica diretta. Sono
appelli e incoraggiamenti importanti all’impegno politico che, coerentemente e correttamente, si
fermano però di fronte ad un sostegno più o meno indiretto alla presenza dei laici cristiani nella
società politica. E non può che essere così. Dopodiché, non possiamo sottacere un altro aspetto
non indifferente ai fini della presenza politica organizzata dei cattolici italiani. Nello specifico, di
coloro che si rifanno al patrimonio storico e politico del popolarismo di ispirazione cristiana. E cioè,
molti esponenti – più o meno autorevoli – di quel filone ideale e culturale sono seccamente e
fortemente impegnati in molti partiti, e nelle relative correnti interne, e non rinunciano affatto a
quella appartenenza per dar vita a qualche altro esperimento politico ed organizzativo. Un nome e
un cognome per tutti. L’ultimo segretario del Ppi Pier Luigi Castagnetti e’, del tutto legittimamente,
fortemente impegnato in una corrente all’interno del Partito democratico e, credo, sarebbe il primo
tenace oppositore per strutturare una iniziativa politica autonoma dei cattolici democratici e
popolari italiani. Ma si potrebbero fare, al riguardo, centinaia di esempi che confermano quella tesi.
E dunque, che fare? Rassegnarsi all’irrilevanza o alla sola testimonianza? Certamente no. Ma è
altrettanto indubbio che non si può lavorare contro i mulini a vento. E quindi, diventa importante e
decisivo continuare a testimoniare la nostra specificità culturale e politica su più fronti. A livello
prepolitico per chi ritiene che sia fondamentale e prioritario la formazione di una futura classe
dirigente preparata, competente e culturalmente orientata e definita. A livello politico e in prima
linea, per chi ritiene che in questa fase storica la cultura politica dei cattolici democratici e popolari
possa continuare a condizionare la linea e il progetto di singoli partiti. Sul fronte dell’ex centro
sinistra o sul fronte moderato. A livello intellettuale e culturale per chi ritiene che l’evoluzione della
politica italiana passa anche e soprattutto attraverso la capacità di saper incidere a livello
mediatico e di formazione della pubblica opinione. Oggi particolarmente disorientata e confusa,
dopo la sbandata trasformistica che ha travolto recentemente la politica italiana.
Ma, per il momento, e per onestà intellettuale, e’ anche bene dire con chiarezza che continuare a
parlare di partiti autonomi e organizzati che ripropongono le esperienze del passato, si rischia
prima o poi non solo di andare controcorrente ma, soprattutto, di non saper leggere ed interpretare
ciò che le dinamiche attuali della società italiana ci trasmettono.
Giorgio Merlo

Anni Settanta in bianco e nero

“Nell’era velocissima dei social è sempre più difficile immortalare momenti particolari della nostra vita – ha sottolineato il presidente del consiglio regionale Stefano Allasia – situazioni ed emozioni che invece ben traspaiono da queste belle immagini in bianco e nero scattate con tanta cura da Pietro Lombardi negli anni Settanta. Queste fotografie sono importanti anche perchè ci lasciano memoria di un territorio e di un modo di vivere che oggi è così cambiato, sono preziosa testimonianza della vita delle persone”.

“Anni ’70 tra memoria e nostalgia” è una mostra fotografica promossa dal Consiglio regionale del Piemonte che espone 100 immagini in bianco e nero realizzate dal fotografo chierese (di origini lucane) Pietro Lombardi.

L’esposizione – organizzata in collaborazione con la Federazione dei Circoli delle Associazioni Lucane del Piemonte, a cura di Roberto Mastroianni – si svolge nei locali di Off Topic (in via Pallavicino 35, zona Campus Einaudi) da giovedì 19 settembre a giovedì 31 ottobre.

Orario di apertura: da lunedì a sabato dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito.

Dai bambini che giocavano nei cortili (a Torino come a Trieste o a Potenza), ai lavoratori dei campi del sud e delle fabbriche del nord, i primi incontri dei giovani del Gruppo Abele (con immagini di don Ciotti, Ernesto Olivero, il cardinale Pellegrino), fino alle passeggiate sulla spiaggia di Rimini e agli sguardi intensi degli anziani al sole sulle sedie davanti a casa. Ricordi di un’Italia del passato letti dagli occhi di un fotografo che l’ha attraversato da sud a nord. In sala durante l’inaugurazione era presente anche il bambino ritratto nella immagine di copertina, a cui il fotografo ha donato le stampe orginali in grande formato.

All’inaugurazione sono intervenuti: Stefano Allasia presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Luca Spadon presidente Torino Youth Centre, Rocco Sabia presidente della Federazione dei Circoli e Associazioni Lucane del Piemonte, Roberto Mastroianni curatore della mostra, Pietro Lombardi fotografo autore delle immagini in mostra. Moderatore Francesco Candido.