ilTorinese

E’ morto il noto penalista Ezio Audisio

L’ avvocato torinese aveva manifestato  i primi sintomi del Covid 19 intorno a fine ottobre

Poi era stato ricoverato in un ospedale di Torino.

Aveva 62 anni.

Lascia la moglie e due figli. Tra i casi più noti che ha affrontato, la difesa degli imputati al processo Thyssenkrupp.

 

“DC 2020. XX Congresso”. Il libro di Carmagnola democristiano doc

 “E’ solo una nutrita platea di accidiosi quella che non crede alla possibile rinascita dei Democratici Cristiani”

In copertina, l’immagine presa da una litografia che racconta , con toni umbratili, di un centro medievale del Nord Europa, piuttosto attivo con le sue piccole figure in primo piano, sorvegliate dall’imponenza “gentile” delle architetture urbane che s’impongono al paesaggio.

“L’immagine – spiega l’autore del libro – mi sembrava utile a ricordare una dimensione comunitaria ed europea”. E già si entra nel merito del nostro incontro con Mauro Carmagnola, giornalista, democristiano da sempre (è iscritto allo Scudo Crociato dal 1976) e oggi membro della Direzione Nazionale del partito, con l’incarico di segretario amministrativo. Suo il libro “DC 2020. XX Congresso”, di recente pubblicato da “Il Laboratorio Edizioni”. Un pamphlet storico-politico-giornalistico di un’ottantina di pagine che si leggono d’un fiato. Chiare, coraggiose, ben documentate, argute, oneste. E l’incipit già la dice lunga sul perché e sul dove Carmagnola vuole arrivare, denunciare e proporre. Queste infatti le prime quattro righe: “Nei confronti di chi intende rilanciare il progetto ideale e politico della Democrazia Cristiana, una nutrita platea di accidiosi replica che non esistono oggi le condizioni storiche per la sua riproposizione”. Bella stoccata, già in partenza. “E per accidiosi – prosegue – intendo tutti quelli che, pur proclamandosi democristiani o riconoscendo la necessità, anche oggi, di un partito che abbia affinità con la Dc storica non fanno nulla per organizzarsi in tal senso. Gente che recrimina senza agire”. Categoria del genere umano assai poco amata dai tempi dei tempi e relegata nella IV Cornice del Purgatorio perfino dallo stesso Dante, anche a questi “accidiosi”, Mauro intende rivolgersi. Forte e chiaro. “La Dc ha celebrato il suo XIX Congresso nell’autunno del 2018 in piena continuità giuridica con il partito sciolto in modo non corretto da Martinazzoli nel gennaio 1994. Dopo la ripartenza giuridica e dopo l’assestamento post-congressuale, mi sembrava giusto divulgare il nuovo corso della Dc. La chiusura causata da Covid nella primavera 2020 mi ha dato il tempo di trasformare documentazioni ed idee sparse in qualcosa di maggiormente organico.

Un libro appunto, in cui raccontare la Dc della diaspora, quella che è sopravvissuta o nel cuore dei suoi potenziali elettori o nelle esperienze di partiti e partitini che, comunque, mantengono viva una certa idea di politica”. In concreto, ciò che Carmagnola intende proporre è “un’attualizzazione di idee e valori che, se incanalati nella contemporaneità, mantengono tuttora la loro ragion d’essere”. “Penso all’economia a servizio dell’uomo, all’interclassismo, all’europeismo, alla propensione al confronto con chi la pensa diversamente, alla cooperazione internazionale: direi a quello che ci caratterizzava ieri e che manca alla politica di oggi, molto meno moderna di quanto vorrebbe far credere”. Una Dc dunque molto più che una formazione politica, un “partito – stato, un continente” come la definiva Leonardo Sciascia. “Direi più semplicemente un partito capace di continuare gli insegnamenti dei fondatori e di offrire buoni esempi, meno assillata dal conseguimento del potere e più impegnata a sferzare un sistema complessivamente inadeguato, dando rappresentanza a chi si riconosce nei valori propri di quelle prime generazioni”. Eppure per alcuni democristiani doc, da Guido Bodrato a Marco Follini (suo il libro “Democrazia Cristiana. Il racconto di un partito”) l’era Dc è finita. Per Bodrato è stato un “fatto storico e oggi una pratica politicamente archiviata”, mentre Follini parla di voi nuovi democratici cristiani come “fantasmi della Dc”. Cosa rispondi? “Bodrato e Follini sono due autorevoli esponenti di un certo periodo della storia democristiana. Intelligentissimi, ma protagonisti di scelte non condivisibili. Il primo da eurodeputato lasciò il gruppo popolare che è oggettivamente la continuazione e l’attualizzazione delle Dc europee, alcune delle quali godono ottima salute. Follini attraversò quella fase del pendolarismo centrista e delle alleanze mutevoli che non è stata

Carmagnola e Baruffi, già Direzione nazionale Dc

compresa dagli elettori. Entrambi sono approdati al Partito Democratico, salvo, in vario modo ed a vario titolo, pentirsene. Sono la prova più evidente che ci sia bisogno di Dc”.

Quali i tuoi principali riferimenti all’interno dello storico Scudo Crociato? “Giovane doroteo, sono approdato trentenne al gruppo andreottiano restandovi fino a quando c’è stata la Balena Bianca. La lunga vicinanza a Vito Bonsignore mi ha certamente portato a condividere con lui tanti scambi di opinioni e di vedute sul partito, sulla società, sul succedersi dei tempi e delle situazioni. Alla Dc manca un’idra a quattro teste: Andreotti, Moro, Rumor e Donat Cattin. Al fotofinish, direi il Donat Cattin del preambolo ed il Donat Cattin prematuramente scomparso. Se non fosse mancato, avrebbe supportato e non lasciato solo Craxi a difendere la repubblica dei partiti, che necessitavano e necessitano tuttora di risorse, anche economiche.

Avrebbe, forse, salvato l’esperienza dei movimenti politici storici, rintuzzando Mani Pulite per quello che si è rivelata: un’operazione pericolosa per il Paese che ha dato inizio alla decadenza dell’Italia senza neppure risolvere alcun problema di moralitàpubblica. Anzi”. Se, come ironico sfottò (come non di rado capita), qualcuno ti dicesse “sei proprio un democristiano”, cosa risponderesti? “Da andreottiano accetterei gli sfottò, che direi danno una certa autorevolezza a chi li incassa con stile. ‘Certo, son proprio un democristiano’ gli risponderei. ‘E non ho di che vergognarmene’ puntualizzerei”.

Gianni Milani

Ubriaco aggredisce le cassiere per avere altre bottiglie

Arrestato dagli agenti del Commissariato Centro

Nei giorni scorsi un cittadino italiano di 51 anni si è recato per due  volte nell’arco di qualche ora presso un supermercato ubicato nei pressi di Piazza XVIII Dicembre.  L’uomo versava in un forte stato di ubriachezza la seconda volta, precedentemente aveva infatti acquistato una bottiglia di vino da 1 litro, e questa volta offendeva senza alcun motivo le due donne presenti all’interno del supermercato, alla cassa ed al banco salumi. Dopo averle aggredite verbalmente e minacciato di spaccare tutto nel negozio, ha chiesto loro di avere altro vino : alle rimostranze delle due donne, l’uomo ha minacciato di prendere il cellulare e spaccarlo in testa a quella a lui più vicina, dopodiché ha scagliato un pugno contro il plexiglass posto a protezione della cassa, facendolo rovinare addosso alla commessa. Intervenuta sul posto una pattuglia del Commissariato Centro, l’uomo è stato bloccato mentre si dimenava per terra. Ha poi opposta una forte resistenza durante il trasporto negli uffici del Commissariato, scalciando contro la portiera della volante. Gli accertamenti svolti a suo carico hanno fatto emergere diversi precedenti di polizia per reati simili; è stato arrestato per violenza privata, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Regione, Pd: “Bene il dietrofront sui medici stranieri”

“Accogliamo con soddisfazione il dietrofront della Regione sulla scelta di estromettere dai concorsi di reclutamento del personale sanitario, medici e infermieri stranieri” dichiarano il Vice Presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e il Presidente del Gruppo PD, Raffaele Gallo

“ Era quanto ci auguravamo” aggiungono “dopo aver preso in carico, come Partito Democratico, la denuncia fatta, nei giorni scorsi, da Asgi (l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) sull’esclusione, dai bandi regionali, di centinaia di operatori sanitari stranieri, nonostante fosse consentito dal Decreto Cura Italia di Marzo. Una scelta irrazionale in questo tempo di pandemia”.
Da ieri è ora possibile rispondere ad un nuovo avviso pubblico rivolto ai professionisti che abbiano conseguito il titolo anche all’estero.
“ Ci auguriamo” concludono gli esponenti dem “ci sia un’immediata risposta da parte degli operatori, che possa essere d’aiuto per alleggerire il carico di lavoro del personale sanitario, da troppo tempo sottoposto a turni estenuanti pur di assicurare le cure necessarie ai pazienti, e migliorare la qualità della cura per i pazienti”.

Raffaele Gallo – Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale

Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione Sanità del Consiglio regionale

Il principe racconta la storia di Valmacca

La vita e i ricordi di un comune rivierasco del Monferrato che attraversano l’arco temporale dagli anni Venti sino agli anni Quaranta del secolo scorso, narrati da un ‘Principe’: questo, in sintesi, il contenuto di ‘Acsì l’ha parlà  ‘l Princip’ – ‘Così ha parlato il Principe”.

A scriverlo è stato Felice Augusto Rossi, nato a Valmacca ottantadue anni orsono, laureato in pedagogia e filosofia, oggi docente a riposo dopo aver insegnato molti anni alle scuole elementari come maestro e alle scuole medie come professore di italiano. Rossi, che vive a Valenza, dove è diacono delle parrocchie del Duomo e del Sacro Cuore, ha però mantenuto molto saldi i legami e l’abitazione con il paese di Valmacca a metà tra la città di Sant’Evasio, Casale Monferrato, e la città di San Massimo, Valenza, “A Valmacca sono nato e vivevo – racconta, rievocando una tradizione dei tempi passati – nel Rione Napoli, perché era a Sud della strada principale che allora divideva il paese. Era una divisione fittizia, naturalmente, ma si diceva, a seconda che si fosse di qua o di la della strada, che si era del Nord e del Sud”. Nel suo libro, scritto in italiano, ma con forti accenni al vernacolo valmacchese di cui si dirà poc’anzi, ha una prima parte letteraria, dove il periodo in questione viene visto e raccontato, con gli occhi del Principe. Questi non era, però, un nobile, ma una persona che visse veramente tra il 1887 ed il 1964 in una baracca vicino al Po, ed ebbe una vita tutt’altro che facile, fatta di povertà a stenti. Il suo nome era Carlo Guazzora, figlio di Giacomo e di Rosa Zanetti. “Nella sua povertà – dice ancora l’autore – il Principe, è stato un maestro di vita. Attraverso la finzione letteraria gli faccio dire quello che ho trovato negli archivi storici, racconto episodi realmente avvenuti in un periodo – quello del fascismo – nel quale Valmacca era rifiorita, e lo dico pur di fede antifascista, ma quel che è giusto è giusto. Il Principe racconta quello che hanno vissuto i valmacchesi durante la guerra, all’8 settembre, ciò che hanno provato il 25 aprile. E si chiude con la scomparsa del Principe”. Una seconda parte, un vero e proprio libro nel libro, sono le note: ogni personaggio maschile e femminile citato nel libro viene indicato insieme alla sua famiglia. E vengono raccontati anche alcuni episodi che hanno segnato la vita di Valmacca: l’arrivo della prima 500, come si vedeva Lascia o Raddoppia, la guerra, “perché ciò che è in nota serve per capire quello che il Principe ha descritto”. Un altro ambito sul quale l’autore ha  lavorato sono le fotografie del tempo che fu, vero patrimonio visivo di recupero della memoria. Una quarta sezione, infine, contiene la mappa, strada per strada, rione per rione, casa per casa, indicando chi ci ha abitato, un lavoro davvero certosino. Dopo la bibliografia, piuttosto scarna, c’è la seconda parte nella quale Rossi effettua un’operazione di recupero della memoria, andando a riprendere tre delle moltissime storie fantastiche che il Principe raccontava in dialetto valmacchese. “Erano molte di più – dice ancora – ma sono riuscito a ricordare, a distanza di tanti anni, queste”. In questa parte le storie sono scritte in vernacolo valmacchese: “Il dialetto è la lingua madre, perché è la lingua che ti ha insegnato la mamma”, spiega ancora. E proprio al valmacchese, Rossi ha dedicato qualche anno fa una pubblicazione che ne detta alcune regole per l’uso scritto.

Massimo Iaretti

Gli appuntamenti della settimana al Centro congressi UI

UNO SPETTACOLO D’AUTUNNO II SERIE
Il quarto appuntamento, lunedì 23 novembre alle ore 15.00, sarà dedicato alla presentazione virtuale in diretta streaming del libro di Bruno Quaranta, “Le nevi di Gobetti”, edito da Passigli Editore. L’autore, in collegamento con Carlo Ossola, ripercorrerà gli ultimi giorni di vita del prodigioso e indimenticabile intellettuale, scomparso esule a Parigi nel 1926, neanche venticinquenne. Era partito da Torino, la sua città, il 3 febbraio. Morirà nella capitale francese neanche due settimane dopo. Il libro di Quaranta, dedicato al suo viaggio finale, è l’occasione per disegnarne la biografia intellettuale attraverso le figure che gli furono accanto come maestri e amici: da Luigi Einaudi a Carlo Levi, da Felice Casorati a Francesco Ruffini, da Natalino Sapegno a Luigi Salvatorelli, da Antonio Gramsci a Gaetano Salvemini.

MARTEDì SERA

Il terzo appuntamento, martedì 24 novembre alle ore 18.00, celebrerà la memoria di un grande Maestro, Ennio Morricone, che il figlio Marco e la nipote Valentina Morricone, sapranno ricordare da un punto di vista nuovo, quasi inedito, spirituale. Al centro del colloquio – al quale prenderanno parte in versione virtuale Alessandra Comazzi, in veste di moderatrice, e Don Paolo Tomatis, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano torinese e presidente dei Liturgisti italiani – ci sarà il libro “Salmi”, edito da Piemme. I Salmi, nei quali si uniscono il canto e la preghiera, manifestano l’aspetto spirituale della musica e innalzano noi, esseri terreni e miserabili, verso Dio. In un’originale riflessione sugli inni di lode e ringraziamento condivisa con la nipote, l’eredità artistica e spirituale di un indimenticabile maestro.
L’incontro sarà arricchito da alcune clip video con colonne sonore curate dal grande compositore e musicista.

Servizi digitali per la sosta in montagna

Fondazione Montagne Italia, espressione di UNCEM, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani, e EasyPark Italia, l’azienda leader nel mobile parking, hanno sottoscritto una convenzione finalizzata a semplificare il servizio di gestione digitale della sosta presso tutti i comuni associati alla Fondazione.  

Un accordo nato all’interno di uno scenario in cui l’emergenza sanitaria ha determinato significativi cambiamenti, anche nell’ambito della mobilità e della sosta. Tra questi ne spiccano due: la scelta della vettura privata come mezzo principale per gli spostamenti medio-lunghi, e un turismo che privilegia le località italiane rispetto a quelle straniere, con la riscoperta dei piccoli borghi e delle cittadine di montagna.

La convenzione prevede l’offerta da parte di EasyPark di un supporto consulenziale completo, sia di carattere progettuale che operativo. Forte della sua leadership che conta oltre 2000 città e operatori nel mondo, di cui 450 comuni in Italia, EasyPark garantisce la miglior copertura territoriale del servizio e un’esperienza tecnologica senza eguali.

L’azienda propone agli associati della Fondazione Montagne Italia un’ampia gamma di servizi: l’attivazione del pagamento della sosta tramite app in zone tariffate a raso, in struttura o in aree circoscritte, anche temporanee; una piattaforma attraverso cui commercianti, albergatori o ristoratori possono pagare il parcheggio ai propri clienti; la possibilità di pre-acquistare la sosta in anticipo per zone nelle quali il numero dei posti disponibili è limitato; la fornitura dell’APP di controllo del pagamento della sosta tramite verifica della targa (eventualmente anche sanzionamento); un cruscotto personalizzato con i dati in tempo reale dove effettuare analisi, report e statistiche su impegni e redditività delle aree; e infine la realizzazione di totem informativi da posizionare in punti strategici dei centri abitati.

“È molto importante questa partnership con EasyPark che ringrazio – afferma il Presidente Fondazione Montagne Italia e Uncem, Marco Bussone – perché molti Comuni stanno individuando sui loro territori zone per parcheggi per accedere ad aree di pregio, Sindaci stanno pensando a progetti smart per rendere i loro territori più fruibili e meglio gestiti. EasyPark è specializzato in questi e altri servizi, a vantaggio degli Enti locali e delle comunità. Regolamentare traffico e coordinare aree per la sosta in modo efficace fa parte di nuovi modelli di sviluppo locale in linea con l’ecologia integrale e anche con le scelte fatte da Enti locali in molti Paesi europei”.

Siamo davvero lieti di aver siglato questa partnership con la Fondazione Montagne Italia, che ha deciso di puntare sulla digitalizzazione, comprendendo appieno le potenzialità del mobile parking” afferma Giuliano Caldo, General Manager di EasyPark Italia Mettiamo la nostra esperienza e i nostri servizi a disposizione delle amministrazioni comunali che desiderano offrire soluzioni digitali intelligenti e immediatamente attivabili, insieme a dati di sosta indispensabili per definire politiche di mobilità efficaci. E al contempo rendere la sosta facile, comoda e sicura per tutti, trasformandola anche in strumento di promozione commerciale per chi si occupa di commercio e turismo”.

Fondazione Montagne Italia

La Fondazione – espressione di Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – rappresenta gli interessi istituzionali, sociali ed economici dei territori. FMI identifica i bisogni della comunità, ne comprende le esigenze, identifica le priorità di intervento. È agente di sviluppo capace di dialogare con gli attori pubblici e privati che si prefiggono la crescita delle comunità locali secondo i valori della solidarietà, della sostenibilità e dell’innovazione.

Il Gruppo EasyPark  

Fin dal 2001 i nostri pluripremiati servizi digitali aiutano gli automobilisti a gestire la sosta. Oggi sono oltre 2000 le città e gli operatori a offrire il nostro servizio, in 20 diversi paesi (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Islanda, Isole Faroe, Lichtenstein, Slovenia, Serbia, Montenegro, Ungheria e Australia).

Ma non solo. A livello generale, la nostra tecnologia supporta le aziende, gli operatori e le città ad amministrare, pianificare e gestire i parcheggi. Siamo impegnati a rendere la vita urbana più facile – un posto auto per volta. Visita www.easyparkgroup.com per saperne di più.

In Italia, il servizio EasyPark, per privati e aziende, è attivo in 450 città tra le quali Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Palermo e Catania. Per ulteriori informazioni:  www.easyparkitalia.it

L’Industria Felix del Piemonte: 11 imprese al top in Italia

Il Premio esalta le performance gestionali, l’affidabilità finanziaria e talvolta la sostenibilità delle aziende: scelte le migliori 122 in 18 settori

 

Le premiate sono 6 di Torino, 1 di Asti, 2 di Cuneo, 1 di Alessandria, 1 di Novara: i nomi

Il vicepresidente di Confindustria Grassi: «Campioni di resilienza che rappresentano il modello da cui bisognerà ripartire»

 

Sono 11 le società con sede legale nel Piemonte che si sono distinte per performance gestionali, affidabilità finanziaria e talvolta per sostenibilità. Queste imprese figurano tra le migliori 122 a livello nazionale scelte in 18 settori strategici, insignite dell’Alta onorificenza di bilancio del Premio Industria Felix – L’Italia che compete, un riconoscimento assegnato sulla base di criteri oggettivi, che tiene conto di un incontrovertibile algoritmo di competitività (valutato sulla base dei bilanci depositati), del Cerved Group Score (l’indicatore di affidabilità finanziaria di una delle più importanti agenzie di rating in Europa) e in alcuni casi del bilancio/report di sostenibilità o della Dichiarazione non finanziaria per le aziende che ne sono in possesso.

Le 11 società piemontesi premiate per le performance pre-Covid sono: nella provincia di Torino 6, Across Srl Aditus Srl tra le 10 top del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento, Demap Srl tra le 20 top del settore Ambiente, Ediscom Spa e Teoresi Spa tra le 15 top dei Servizi Innovativi, Il Diamante Srl tra le 10 top del Turismo; nella provincia di Asti 1, Ar Srl tra le 20 top del settore Ambiente; nella provincia di Cuneo 2, Egea Commerciale Srl tra le 10 top del settore Energia e Utility, Nutkao Srl tra le 10 top dell’Agroalimentare; nella provincia di Alessandria 1, Leoni Italy Srl tra le 15 top della Meccanica; nella provincia di Novara 1, Procos Spa tra le 10 top Chimica e Farmaceutica.

Le aziende saranno premiate durante la tre giorni di edizione nazionale digitale (a causa del Covid 19) in programma dal 16 al 18 novembre. L’evento, presentato dai giornalisti Angelo Mellone e Maria Soave, è organizzato dal trimestrale di economia e finanza supplemento con Il Sole 24 Ore, Industria Felix Magazine, diretto da Michele Montemurro, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Sustainable Development, A.C. Industria Felix, con il patrocinio di Confindustria e le media partnership di Ansa e Il Sole 24 Ore, con la partnership istituzionale in una giornata di Regione Puglia e Puglia Sviluppo. Industria Felix ha inoltre messo in rete le imprese virtuose premiate coinvolgendole in un’innovativa Fiera digitale con business matching in programma per tutto il mese di novembre, con la possibilità di visionare potenzialmente poco più di 6 milioni di profili aziendali nel più grande motore di ricerca online per le imprese italiane, Atoka+.

Tra gli ospiti della giornata d’apertura, il vicepresidente di Confindustria, l’ingegner Vito Grassi dichiara: «In fasi particolari di cambiamento e trasformazione, come quelle che stiamo vivendo, all’interno di un quadro economico disastroso e senza precedenti, visione e capacità di guidare l’innovazione diventano fattori decisivi. Oggi, e in misura maggiore per il futuro, le Pmi che vogliono restare sul mercato hanno la necessità di una vera e più forte cultura d’impresa, che si conferma essere l’unica vera speranza di progresso sociale. Lo dimostrano – sottolinea Grassi – le imprese su cui ha avuto il merito di accendere i riflettori Industria Felix: veri campioni di resilienza, che dovranno farsi carico di ridare fiducia anche a chi non ce l’ha fatta. Rappresentano il modello di impresa da cui bisognerà ripartire, senza se e senza ma».

Secondo le previsioni di Cerved, sono due i settori che guideranno la ripresa nel 2021, con una crescita significativa dei ricavi rispetto al 2019: commercio online (+17,1%) e servizi innovativi (+3,2%). Nonostante la ripresa prevista dopo l’arrivo del vaccino, i ricavi delle imprese italiane rimarranno nel 2021 circa 10 punti al di sotto rispetto ai livelli pre-Covid. I risultati saranno però fortemente differenziati, con pochi settori che riusciranno ad accrescere il fatturato nel biennio a causa della pandemia. L’accelerazione di alcune tendenze, come la maggiore digitalizzazione di molti servizi che segnerà il “new normal”, e l’emergere di nuovi paradigmi caratterizzeranno le economie avanzate dopo il Covid.

———————————————————————————

Premiate 11 aziende del Piemonte di cui 2 del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento,  2 del settore Ambiente, 2 del settore Servizi Innovativi, 1 del settore Turismo, 1 del settore Energia e Utility, 1 del settore Agroalimentare, 1  del settore Meccanica, 1 del settore Chimica e Farmaceutica.

Torino (6):

Across Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento.

Aditus Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento.

Demap Srl

Tra le 20 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Ambiente.

Ediscom Spa

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Servizi Innovativi.

Teoresi Spa

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Servizi Innovativi-

Il Diamante Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Turismo.

Asti (1):

Ar Srl

Tra le 20 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Ambiente

Cuneo (2):

Egea Commerciale Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Energia e Utility.

Nutkao Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Agroalimentare.

Alessandria (1):

Leoni Italy Srl

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Meccanica.

Novara (1):

Procos Spa

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Chimica e Farmaceutica.

Dove mangiar bene in Canavese

” Mangiar bene, Canavese e dintorni” e’ una pagina facebook che nasce qualche settimana fa

“Visto il grande periodo di difficolta’ che stanno vivendo le aziende della ristorazione, – commenta l’ideatore Mario Zucaro – ho pensato di creare questa piccola vetrina per i ristoratori e produttori della zona del canavese e circondario.”

In questo spazio i titolari o lavoratori delle imprese possono publicizzare i loro locali e i loro prodotti.

Inizialmente servira’ per dare una mano ai ristoratori a mettere in risalto i loro servizi d’asporto e di consegne a domicilio, succesivamente, a emergenza conclusa l’ intento e’ quello di fare in modo che la pagina sia un punto di riferimento per i “lettori”,  per l’enogastronomia del nostro territorio e diventi un po’ una guida al dove mangiare bene. Ovviamente e’ tutto totalmente gratuito e senza fini di lucro.

 

https://www.facebook.com/Mangiar-bene-canavese-e-dintorni-105484734708514/

Visite domiciliari Covid: “ai medici 70 euro per una segnalazione e nulla agli infermieri?”

”La Regione spieghi questa disparità”

Parla il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri

 Riceviamo e pubblichiamo/ Ancora una volta non possiamo che rimanere stupefatti dalle dichiarazioni della Regione e dell’assessorato alla sanità in merito alla gestione di questa grande emergenza del coronavirus.

Leggiamo, infatti, in una intervista rilasciata ad un giornale online, che “Da due giorni in Piemonte il saldo tra ricoveri e dimissioni è negativo” e ciò sarebbe avvenuto grazie “Al protocollo regionale per le cure a domicilio” che è stato messo in atto dalla Regione.

Si lascia così intendere che “Il merito è da ascrivere anche al potenziamento delle terapie domiciliari, affidate prima di tutto ai Medici di famiglia e pediatri e in seconda battuta alle USCA” per poi aggiungere che il protocollo prevede che a fronte di “Segnalazione del paziente positivo al Covid (e si badi bene non un visita, ma solo una segnalazione informatica!) da parte del medico di medico generale, allo stesso vengano corrisposti 70€, e ad ogni contatto telefonico (anche qui si badi bene telefonico, non accesso domiciliare!) sempre al medico di medicina generale vengano corrisposti 20€”.

 

La verità è che il protocollo prevede il coinvolgimento dei medici USCA, deputati al controllo clinico domiciliare, e degli infermieri delle Cure Domiciliari, inoltre teniamo a precisare che se ci sono alcuni medici che da febbraio hanno sospeso completamente le visite domiciliari, mentre gli infermieri a casa dei pazienti Covid ci sono sempre andati, sin da febbraio, anche indossando sacchi di plastica da macellaio e mascherine chirurgiche per proteggersi, anziché tute apposite e filtranti facciali, rischiando la propria salute e senza nemmeno uno straccio di riconoscimento contrattuale di indennità malattie infettive (che ammonterebbe comunque alla miseria di 5,16 € al giorno!!)

 

Il fatto, poi, che si dica, nell’intervista, che l’accordo è scaturito “con il coinvolgimento di tutti i soggetti in campo” è una dichiarazione che lascia interdetti, visto che a noi infermieri non risulta di essere stati convocati per discutere di questo protocollo né sotto forma di rappresentanze sindacali né sotto forma di Ordine. Si continua a ribadire, nell’articolo, che vi siano stati uno o più incontri in cui “scrivere linee guida complete e chiare per tutti e per far questo abbiamo dovuto chiamare a raccolta tutti”: peccato che si sia dimenticato degli infermieri, ossia i principali protagonisti e referenti dell’approccio di cura al paziente Covid anche a casa, ma che ancora una volta vengono bistratti e considerati l’ultima ruota del carro. Nessuno ci ha chiesto nulla.

 

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede immediate spiegazioni rispetto a questa inaccettabile disparità di trattamento che appare sconsiderata.

 

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri attacca: “All’assessorato vorrei ricordare che a casa col paziente ci siamo noi, e in caso di problemi clinici noi dobbiamo contattare il medico di base (sperando che risponda, visto non sono obbligati ad essere reperibili!), che non è nemmeno obbligato ad intervenire a domicilio ma deve attivare in piattaforma il medico Usca Ed è il medico Usca che, dopo valutazione di congruità, metterà – forse – in programma una visita, nella migliore delle ipotesi, il giorno successivo. E allora perché ancora una volta il riconoscimento di questo non ci viene dato? Possibile che si siano strutturate tali indennità per i medici e invece agli infermieri, che come sappiamo sono il primo baluardo a cui i pazienti Covid fanno riferimento, non va nessun riconoscimento economico?

E che dire delle prestazioni aggiuntive che sono già state attivate e che pretendiamo siano pagate a 50 euro l’ora, come è giusto che sia e da settimane lo andiamo dicendo, ma su questo non siamo ancora stati convocati?

Ancora una volta e in modo offensivo e incomprensibile si dimostra una totale mancanza di rispetto per il lavoro degli infermieri, Pretendiamo spiegazioni immediate e una repentina, già da oggi, revisione di questa situazione che non abbiamo intenzione di tollerare oltre”.