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Pagamenti delle imprese, gravi ritardi per il Covid

Secondo lo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 30 settembre, il Piemonte, con il 36,4% di imprese che pagano i propri fornitori alla scadenza, è 7° nel ranking italiano. Aumentano le imprese che effettuano i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni: erano l’8,1% nel 2019, sono il 10,6% al 30 settembre. Fra le 20 province italiane le cui imprese, a confronto con il 2019, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti superiori a 30 giorni, 6 sono piemontesi: Asti è al 2° posto (+53,8%), Biella al 5° (+45,8%), Cuneo al 10° (+40,6%), Verbania all’11° (+39,7%), Novara al 15° (+36,5%), Alessandria al 17° (+36,3%).

La classifica delle province piemontesi vede in testa Biella (22°), seguita da Cuneo (26°), Verbania (29°), Novara (33°), Asti (34°), Vercelli (36°), Torino (48°) e Alessandria (52°). Rispetto al 2019, resta invariata la posizione di Cuneo, Torino ne guadagna una, Vercelli e Asti ne perdono 2, Novara 3, Verbania 5, Biella e Alessandria 8.

 

Continuano le ripercussioni economiche negative dell’emergenza Covid-19 sulla puntualità dei pagamenti delle imprese: a settembre 2020 il numero delle aziende italiane che pagano i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo ha raggiunto il 12,7%, un dato di poco superiore a quello di fine 2016 (12,3%). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato al 30 settembre 2020, realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.

Le regioni che hanno subito la variazione percentuale più elevata rispetto all’ultimo trimestre del 2019 sono la Valle d’Aosta (+40,4%), il Friuli-Venezia Giulia (+37,5%), il Veneto (+32,6%) e il Trentino – Alto Adige (+31,6%) che, nonostante questo, rimane la regione con meno ritardi gravi (6,7%) in assoluto. L’incremento dei ritardi oltre 30 giorni è invece più contenuto nelle regioni del Sud, che pur partono da un livello assoluto più elevato.

Rispetto al trimestre precedente, il Nord Est e il Nord Ovest del Paese hanno registrato l’incremento più elevato di ritardi gravi (rispettivamente 10,4% e 11,8%). Il Nord Est tuttavia si conferma ancora una volta l’area geografica più affidabile, con il 43% delle imprese che pagano alla scadenza, mentre al Sud e nelle Isole, dove le imprese puntuali sono solo il 22,6%, si evidenziano maggiori difficoltà.

“Dall’analisi dei dati – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS – l’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sulle nostre imprese è sempre più evidente. Adesso più che mai è fondamentale un’attenta gestione di fornitori o partner commerciali, per intervenire tempestivamente sulle situazioni in rapido deterioramento. Lo Studio – aggiunge Preti – rileva l’incremento più alto nei pagamenti superiori a 30 giorni rispetto a fine 2019 nel settore dell’industria, ma evidenzia anche lo stato di sofferenza dei settori più colpiti dal lockdown, quali bar e ristoranti, i servizi ricreativi e cinematografici, tutti agli ultimi posti nella classifica dei meno virtuosi nei pagamenti”.

A livello territoriale la Sicilia, con il 23,1%, mantiene il primato negativo di imprese che effettuano i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo, seguita dalla Calabria (22,9%) e dalla Campania (20,6%). Il Trentino Alto-Adige (6,7%) e le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, vale a dire Emilia-Romagna (8,1%) e Lombardia (8,4%), sono, invece, quelle che registrano meno ritardi gravi, nonostante il notevole incremento rispetto a dicembre del 2019.

L’indagine di CRIBIS evidenzia anche gli effetti della crisi generata dal Covid-19 sulle province del Nord: le imprese di Lodi (+55,7%), Asti (+53,8%), Pordenone (+50%) e Belluno (+50%) sono quelle che, a confronto con la fine del 2019, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti superiori ai 30 giorni.

Nonostante l’incremento causato dalla crisi del Covid-19, Brescia, Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento si confermano le province più puntuali, mentre il podio delle meno virtuose vede Reggio Calabria scavalcare Trapani all’ultimo posto, seguita da Palermo, Enna (fra le province italiane che, rispetto alla fine del 2019, perdono più posizioni – 8 – nel ranking) e Crotone.

Per quanto riguarda i gruppi merceologici, il macrosettore che ha mostrato il maggiore incremento di ritardi oltre i 30 giorni è stata l’industria in cui il numero di aziende che pagano con grave ritardo è cresciuto del +25%, pur rimanendo in termini assoluti un settore con solo l’8,5% di aziende con questo profilo. Crescono molto i ritardi anche nel commercio all’ingrosso (+12,8% ritardi oltre 30 gg); il settore però con il maggior numero in termini assoluti rimane il commercio al dettaglio con il 17,2% di aziende che pagano con ritardi superiori ai 30 giorni.

Solo un De Gaulle potrebbe salvarci. A 50 anni dalla morte del Generale

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Il generale Charles De Gaulle morì nel novembre di 50 anni fa.  

Oggi si parla poco di lui, ma De Gaulle è  un gigante della storia, un generale e uno statista di eccezionale levatura che salvò due volte la Francia: dopo la sconfitta del 1940 ad opera della Germania nazista e durante la crisi della IV Repubblica e la crisi d’Algeria.  Essere statisti e militari e’ virtù molto rara nella stessa persona. Non era un politico , ma fu uno statista e soprattutto un patriota,  un uomo di inesausta passione civile e di limpida onesta’. Capi’ la crisi della governabilità in atto nella IV Repubblica dilaniata dai politicanti e diede vita ad una nuova Repubblica che ancora oggi garantisce democrazia ed efficienza.Fu un anticipatore. Quando senti’ che i Francesi non avevano più fiducia in lui, si ritirò a vita privata due volte. Oggi l’Italia andrebbe totalmente liberata dai politicanti incompetenti e ladri che stanno definitivamente mandandoci in rovina anche a causa del COVID che non hanno saputo fronteggiare. Il piccolo De Gaulle italiano fu Randolfo Pacciardi che si rivelò un inetto, per non dire dell’ex ambasciatore golpista Sogno, un personaggio da operetta, se non politica mente mitomane.  Era un uomo simpatico per una partita a scopa,  ma nulla di più.  Aveva ben operato come partigiano,  ma poi tu tto il resto fu un fallimento e un pasticcio. Tutti e due opacizzarono il nome di De Gaulle , dandone un’idea del tutto errata. Anche la Francia di oggi avrebbe bisogno di lui perché Macron non è adeguato ai tempi duri. Una grande riforma dello Stato e del metodo elettorale per una Repubblica presidenziale forte e democratica,  sarebbe indispensabile . Sarebbe anche necessario spazzare via le regioni che si sono rivelate inutili, costose, controproducenti e ricettacolo di corruzione molto evidente. Andrebbe rifondato lo Stato , cacciando gli inetti. Peccato che De Gaulle sia morto 50 anni fa e che ne’ in Francia ne’ in Italia ci sia qualcuno che possa essere a lui paragonato. Forse in Italia avremmo una donna molto decisa, capace, onesta e controcorrente che potrebbe salvarci . Una sorta di Giovanna d’Arco o di Veltro dantesco perché nella situazione in cui ci troviamo non bastano le mezze figure che sono sulla scena. Tanto per essere chiari, non mi riferisco alla donnina delle borgate romane che proviene dal MSI che parla spesso a vuoto e si è anche un po’ montata la testa. Occorrerebbe invece gente di specchiata tradizione democratica e di alto profilo intellettuale come lo fu  il grande Generale che senti ‘ la Patria come ragione di vita. Fu l’ultimo Re di Francia , ma un Re capace di fare dei passi indietro . Un esempio unico nella storia del ‘900. Peccato che la sua grande eredità politica sia stata sprecata in Italia da uomini ambiziosi e incapaci. Richiamarsi a De Gaulle oggi avrebbe un senso profondo perché De Gaulle fu un uomo di Stato nel senso più alto e nobile , un qualcosa di molto raro sia nella storia di Francia che in quella italiana. Io gli perdono anche il tentativo che fece dopo la guerra di annettersi l’italianissima Valle d’ Aosta.

Quando il covid mette in risalto il disastro della politica

Giggino ne ha detta una delle sue e come Gesù Cristo ha moltlicato i pani e pesci lui ha moltiplicato i contratti a tempo determinato.

Ridicolo,  è oramai lo zimbello di tutti. Sono pronto a offrire la cena (passato il coronavirus) a chi mi segnala un problema che in due anni e mezzo ha risolto. Di Battista dimostra che i pentastellati sono roba sua. Anche lui cerca occupazione stabile in Parlamento. E Beppe Grillo tace. Il moderno Savonarola sconta la sua condanna a morte. E Zingaretti? Dato per disperso, ovviamente come segretario del PD.

Ci pensa Anna Rossomando, oramai segretaria in pectore. Non è facile avere a che fare con i pentastellati e con Conte Presidente del Consiglio e grande levantino. Oramai irraggiungibile nelle sue gaffes. Siamo al terzo commissario per la sanità calabrese che salta. Poi Gino Strada continua ad essere perplesso. Contrarissimi Meloni e Salvini.
Ovvio, no? Strada è per l’accoglienza:  vade retro satana. Se in Italia la confusione è somma il Piemonte non vuole essere da meno. Cirio è deciso nel sostenere che siamo in realtà zona arancione e non rossa. Sui numeri del contagio il primo che si alza dice la sua, un impazzimento totale in sanità e in politica. Damilano  possibile candidato sindaco  del centro destra si pente di aver parlano troppo presto. Nel Pd c’è chi dice che la candidatura di Saracco il rettore è tramontata. Rilanciata quella di Salizzoni e se proprio non ci sta, utilizziamo l’usato garantito: Sergio Chiamparino, per gli amici il Chiampa Nazionale. Lui puntualizza: ma non esiste proprio. Troppo stanco. Largo ai Giovani.

 

E l’ex assessore Pentenero addirittura convoca una conferenza stampa per dire che l’unico candidato possibile è Saracco. Al netto delle primarie, che al di là del corona virus, è inutile farle. Anche la vicepresidente del senato Anna Rossomando, di fatto si schiera. Con il suo stile garbato: probabilmente è meglio si candidi Saracco. Invece di parlare di primarie bisogna parlare di programmi supportati da progetti. Appunto, primarie e Saracco per tutta la vita. Poi rincara la dose. Alla domanda decide Torino o Roma? Torino, sentita Roma. Esplicita al 100 x 100.%

 

E Calenda che farà? Lui dice che farà la sua strada sia a Roma che a Torino. Non è detta l’ultima parola. Nelle sue file è arrivato Alberto Nigra. Magari non è quello di 20 anni fa. Non ha però perso lo smalto . È unbuon tessitore con solidi e buoni rapporti sia a Torino che nella Capitale. Ed ecco che Ritorna il rapporto stretto tra Roma e Torino. Il pd romano è in crisi. Non che quello torinese stia meglio. Ma almeno non ha la colpa d’aver pugnalato alla schiena Fassino. A Roma viceversa la Raggi non sarebbe arrivata se il pd non avesse pugnalato alle spalle Ignazio Marino. Torino e Roma su una cosa sono accomunate: il totale fallimento politico dei pentastellati. Direi di più. Anche il totale fallimento esistenziale dei pentastellati. A Roma come Torino la Raggi e l’Appendino sono decisamente cadute nel ridicolo. Con il processo per i fatti di Piazza San Carlo almeno Chiara ha avuto il buon gusto di non presentarsi. Mi sa che Calenda e Nigra qualche carta l’hanno da giocarsi.

 

Nel mentre i vaccini antinfluenzali in Piemonte sono ampiamente insufficienti. Ora Cirio denuncerà chi li ha forniti. Anche qui copiando il modello Lombardi, anche qui distratto su tutta la linea. Il Piemonte rimane zona rossa fino al 3 Dicembre. Purtroppo è anche ovvio. Abbiamo una sanità che fa acqua da tutte le parti. Sia quella di base sia quella ospedaliera. Trasporti pubblici inesistenti e scuole rigorosamente serrate. Per la prima volta ( penso) gli studenti si recano davanti alle loro scuole con propri banchi e propri computer. Vogliono rientrare. Il Coronavirus non ha prodotto questo disastro. Lo ha solo evidenziato. Tragicamente evidenziato. Ha esaltato  la parte buona che c’è in noi, come la parte cattiva.

Patrizio Tosetto

Biella – Reale Mutua Torino: meglio vincere che perdere

Il Basket visto a distanza… Difficile commentare una partita vinta con tranquillità  (60 – 76)  senza però pensare a quanto sia stato difficile farlo.

Sembra un controsenso, quanto sopra scritto, ma è così. Contro una squadra già menomata dai soliti problemi “stagionali” e infortuni Torino si è ritrovata a pochi minuti dalla fine con la partita ancora ampiamente a rischio. Sorrido al pensiero dei commenti avversari che rivolgono la colpa della sconfitta ad un possibile errore arbitrale in una fase topica della partita, senza guardare l’imbarazzante 1 su 24 (circa) da Tre della loro squadra e altre statistiche inquietanti. Torino non è stata poi così meglio ed infatti se si era “lì lì” qualcosa vorrà pur dire, pur se nel finale si è dilagato, come si dice in gergo.

Comunque si è vinto, e, come dice il titolo, è sempre meglio vincere (magari male) che perdere (magari bene). Come diceva Julio Velasco “Chi vince festeggia; chi perde spiega.”

La Reale Mutua era come al solito senza il suo straniero Pinkins, ma avrebbe potuto, se solo avesse tirato un po’ meglio (diciamo che dovrà alzare il suo livello nel corso della stagione, ma non di poco), ampiamente chiudere la partita molto prima. Forse l’atteggiamento mentale che già mancava l’altr’anno del Killer Istinct sportivo sarebbe bene inculcarlo nella mente di tutti i protagonisti della Reale Mutua. Torino va spesso sopra ma poi, vuoi per cambi almeno “un pochino discutibili”, vuoi per errori assurdi in momenti importanti, la situazione non si chiude.

E’ solo la prima giornata, di un campionato tra l’altro completamente in bilico per la sua prosecuzione, ma sicuramente Torino è una squadra più forte delle altre, e sarebbe bene che se ne rendesse conto imponendo il suo gioco senza timore dell’avversario. Clark, pur giocando in souplesse, infila quasi trenta punti, dimostrando che lui in questa categoria è “sprecato”, ma bene per Torino che si ritrova un fuoriclasse in squadra. Sembra assurdo, ma dovrebbe fare di più: è immarcabile per la categoria e piuttosto che far tirare qualcun altro (con percentuali al tiro inquietanti, almeno negli ultimi tempi) sarebbe bene che fosse lui a finalizzare ancora di più.

Diop, come al solito, spadroneggia in area, ma se vorrà fare un salto di qualità verso categorie più alte dove il suo potenziale sembra proiettarlo, dovrà acquisire anche una dimensione lontano da canestro e, quando si trova in mezzo all’area, deve imparare a non fare solo il “compitino” appoggiando al tabellone, ma tirare fuori la grinta per schiacciare a canestro spazzando via tutti e tutto ciò che gli si ponesse davanti. Il suo futuro è nello show time, accontentarsi… con i mezzi fisici che ha, sarebbe uno spreco.

Degli altri si fa probabilmente miglior figura a stendere un velo pietoso salvando solo Campani che in alcuni momenti si fa ricordare come buon giocatore di serie A. Alibegovic litiga molto con il ferro, Cappelletti si muove bene ma con buoni spunti solo a tratti ed è il caso che lui torni a giocare al più presto al meglio, perché, come direbbe il poeta, “dopo di lui, il deliquio…”.

La Reale Mutua parte vincendo e non convincendo. Ma si sa che tutta la Città attende solo di salire in serie A dopo che si era comunque abituata, nonostante le super note vicissitudini del basket torinese degli ultimi anni, a vedere gioco e giocatori di altissimo profilo. Si spera che il gruppo al completo, con il rientro di Pinkins sia ampiamente sufficiente rispetto a ciò che “gira” intorno per conquistare ciò che tutti desiderano, anche se, se fosse possibile, un pochino di bel gioco sarebbe gradito, intendendo non giocando come nella vittoria di Biella contro una squadra di 6 giocatori che si dispone in alcuni momenti in difesa (per necessità di fiato e falli da non spendere) nella più becera zona 2 1 2 stile “prima divisione” lasciando buchi per tirare che un attacco più concentrato o più abile avrebbe liquidato in pochi minuti.

Con poco si è fatto il proprio dovere: vincere.

Siamo già a distanza, e speriamo di accorciarla. Ma se le emozioni non arrivano, in un momento non sicuramente allegro come questo, trascinare tifosi (sperando prima o poi si possa) al Parco Ruffini diventerà un’impresa.

Go on Torino. Noi ci siamo. Anche a distanza.

Paolo Michieletto

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Nino Haratischwili    “L’ottava vita (per Brilka)”  -Marsilio-   euro  24,00

E’ un romanzo mastodontico (1127 pagine), ma dentro c’è tutto ed è magnifico.

100 anni di storia – più precisamente “Il secolo rosso” – che travolge le vite dei protagonisti: un mix sapientemente dosato di famiglia, amore, utopie, fughe, segreti, tradizioni, ribellione, sacrificio, passioni, codardia, coraggio, torture, tradimenti, aborti, assassinii, e molto altro ancora in

un’ altalena di tragedie collettive e private.

E’ il terzo romanzo della scrittrice, drammaturga e regista teatrale Georgiana di Tbilisi, trapiantata ad Amburgo, e narra la saga degli Jashi. Famiglia borghese benestante che deve la sua ricchezza al capostipite, industriale che ha inventato una ricetta segreta della cioccolata, tramandata dalle donne delle generazioni seguenti.

Ma è anche la storia della loro terra, la Georgia, che ha l’handicap di essere collocata troppo vicina alla Russia, e ha dato i natali a 2 carnefici che ne segneranno il destino; nelle pagine aleggiano infatti potenti e distruttivi il “Generalissimo“ e il “Piccolo Grande uomo”, ovvero Stalin e il capo dei servizi segreti Beria, che però non vengono mai citati per nome.

Voce narrante è quella di Niza (zia di Brilka e pronipote di Stasia) che ricostruisce l’imponente affresco familiare da lasciare all’ultima discendente, la 12enne Brilka, scomparsa nel nulla (l’ottava vita del titolo).

Il racconto inizia nella Georgia governata dagli zar, la prima protagonista degli Jashi è Anastasia (detta Stasia), nata nel 1900, ballerina mancata, depositaria della ricetta segreta della cioccolata -magica e maledetta- inventata dal padre Ketevan.

Poi si inanellano i destini di 5 generazioni di donne incredibili. Fortissime nell’affrontare il vortice storico che vede la Georgia diventare indipendente, poi bolscevica e sovietica -tra terrore, purghe e gulag-, 2 guerre mondiali, l’assedio di Leningrado, la Guerra Fredda, la Primavera di Praga, la perestrojka, la caduta del Muro… fino ad arrivare alla tris nipote Brilka nata nel 1993.

Una sorta di grande epica in cui la Storia sconfigge quasi sempre i personaggi del libro. Tra loro spiccano figure indimenticabili e tragiche, in pagine di totale orrore come quelle in cui la giovane Kitty è catturata, indotta a un parto prematuro e si vede strappata per sempre la possibilità di diventare madre. Oppure le contraddizioni del figlio di Stasia, l’ufficiale di marina Kostja, travolto da un amore giovanile finito in tragedia, che diventa potentissimo membro del Partito e finisce per perseguitare i membri dissidenti della sua stessa famiglia. Solo la punta dell’iceberg di questo romanzo  che il “New York Times” ha definito «commovente, straziante, sublime».

 

Claire Lombardo  “Mai stati così felici”   -Bompiani-  euro  22,00

E’ il primo romanzo dell’americana Claire Lombardo e ispirerà una serie tv prodotta dalle attrici Laura Dern e Amy Adams – che trasformano in successo tutto quello che toccano-  per HBO.

La famiglia di cui si raccontano la felicità, ma anche note dolenti, è composta dai genitori David e Marilyn e le loro 4 figlie: Wendy, Violet, Liza e Grace.

Siamo nella Chicago degli anni 70 quando si incontrano, s’innamorano e non si lasceranno più David, studente di medicina, e Marilyn studentessa di letteratura che mollerà tutto per dedicarsi alla famiglia.

Sono una coppia inossidabile, li lega un amore che è fatto di grande intesa, amicizia, condivisione a continua attrazione fisica, anche quando la nidiata sarà impegnativa fino allo stremo. Hanno superato momenti difficili e agli inizi non si sono risparmiati, poi David ha aperto uno studio e la famiglia si è assestata in uno stile di vita invidiabile.

Non altrettanto bene si sono dipanate le vite delle loro figlie, per le quali, comunque, l’amore incrollabile dei genitori è stato un faro anche nella tempesta.

Le prime tre figlie sono nate in rapida successione. Wendy, la primogenita ha un’adolescenza turbolenta e un  rapporto conflittuale con la madre, poi la sfortuna di restare troppo presto vedova dell’uomo che adorava e  intorno al quale aveva costruito la sua esistenza. Il legame con la sorella nata poco dopo, Violet, è invece fortissimo, tanto che per anni hanno serbato un segreto enorme che ha a che fare con la comparsa di un ragazzino 15enne che scompiglierà non poco le carte.

Poi ci sono l’accademica in carriera Liza, successo a piene mani, ma una vita privata irrisolta, una gravidanza forse indesiderata dall’uomo di cui è dubbiosa. E a distanza di anni dalle altre è arrivata la mascotte, Grace, nata con un parto difficile e l’aiuto di una ginecologa che forse solo collega di David non è. Anche Grace ha qualche problema nell’affrontare ostacoli e insuccessi che maschera con bugie.

Non è una famiglia perfetta, si dibatte tra grandi affetti e amore incondizionato, ma anche incomprensioni, segreti, gelosie, alleanze, scontri e incomprensioni. Ma è una famiglia alla quale affezionarsi e che la Lombardo sa raccontare in modo magistrale.

 

Louisa May Alcott   “Mutevoli umori”    – Elliot-    euro 17,50

Il nome di Louisa May Alcott è indissolubilmente legato all’immortale “Piccole donne”con cui siamo cresciute un po’ tutte, ma detto così è un po’ riduttivo. Infatti 4 anni prima aveva scritto questo romanzo per adulti, un esordio che oggi l’editore Elliot ci ripropone.

E’ la storia della giovane Sylvia Yule -carattere irrequieto e grandi sogni- che cerca di ritagliarsi una vita che vada oltre i canoni tradizionali e il limitato perimetro in cui possono muoversi e scegliersi il destino le donne.

Purtroppo a mettersi di traverso sarà l’amore e la scelta di legarsi all’uomo sbagliato, un matrimonio asfittico che tarpa le ali alla nostra eroina.

Ed ecco affacciarsi già le linee guida della Alcott –nata in Pennsylvania nel 1832, morta a Boston nel 1888- con la messa in discussione dell’ideale di famiglia vittoriana, e temi cari che svilupperà poi in “Piccole donne”, come  l’educazione, la crescita, i legami di sangue e l’amore.

Quando “Mutevoli amori” fu pubblicato nel 1864 riscosse due tipi di atteggiamento nei lettori: curiosità e interesse, ma anche critiche perché proponeva non uno scritto di “alto valore morale” bensì un’innovativa ventata di modernità, un nuovo modello di “individualismo domestico” che suggeriva alle donne percorsi ben diversi da quelli dei manuali domestici dell’epoca.

 

Lynda Rutledge   “Il cassetto dei ricordi segreti”    -Piemme-  euro 17,50

Questo libro è stato pubblicato nel 2012, ma ora torna in auge perché ha ispirato il film “Tutti i ricordi di Claire”, con Catherine Deneuve e la figlia Clara Mastroianni, regia di Julie Berticelli.

La Deneuve interpreta magistralmente la protagonista Faith Bass Darling che, dopo anni di assenza, torna nella sua incantevole casa (nel libro è in Texas, mentre nel film è nella campagna francese). Un affascinantissimo scrigno che racchiude i ricordi di una vita, di più vite, anche di quelli che non ci sono più. La dimora più bella di tutto il paese, perché la famiglia era la più facoltosa del luogo, fondatrice di una banca e proprietaria di altre ricchezze.

Nella notte sente una voce che le sussurra che è giunta la sua ora e quello seguente sarà il suo ultimo giorno di vita.

Lei ha 70 anni magnificamente portati, invece la sua mente è offuscata dall’avanzare  impietoso dell’Alzheimer e, tra una sigaretta e l’altra (fumare le calma i nervi), ha flash di dejà vu e un continuo oscillare tra passato e presente dei quali confonde i confini.

Ha deciso di vendere tutto quello che c’è in casa e organizza una “garage sale” in giardino dove fa portare mobili di prezioso antiquariato, lampade Tiffany che non hanno prezzo, i magnifici meccanismi  che ha collezionato per una vita e di inestimabile valore, oggetti rari, libri antichi e un’infinità di altri tesori che però vende per pochi soldi, in sostanza svende tutto a prezzi ridicoli. Ed ognuno di quegli oggetti la riporta a scene vissute in passato. La sua vita anche se privilegiata non è stata poi così generosa: ha perso il figlio giovanissimo in modo tragico e pure il marito. Ha solo più la figlia Claudia con la quale i rapporti si sono strappati da anni, e che ora ritorna perché avvisata da un’amica della follia materna.

Arriva e attonita osserva la pazzia della madre, l’arraffare dei vicini e soprattutto deve fare i conti con oggetti e sentimenti sepolti da tempo. La ricerca dell’anello di famiglia che aveva nascosto nella scrivania paterna e la pendola a forma d’elefante sono solo l’inizio di una resa dei conti con la memoria e  un presente in cui sembra che i drammi e le incomprensioni possano essere superati…ma continua ad aleggiare la premonizione dell’ultimo giorno sulla terra di Faith/Clare…

L’Accademia di Medicina di Torino inaugura il suo 178° Anno Accademico

Il 24 novembre alle ore 17.30 l’Accademia di Medicina di Torino inaugura il suo 178° Anno Accademico, con una riunione in streaming

Nel corso della riunione  dopo la relazione del Presidente, Prof Giancarlo Isaia, il Prof Carlo Maurizio Montecucco, Professore di Reumatologia dell’Università di Pavia, introdotto dal Prof Dario Roccatello dell’Università di Torino, terrà una lettura dal titolo “Artrite reumatoide: vent’anni dopo i primi farmaci biologici”.

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito

www.accademiadimedicina.unito.it.

Dal Polo del ‘900 i libri arrivano a domicilio

Dal 23 novembre, oltre 300 mila volumi del Polo del ‘900 disponibili su prenotazione tramite email

 

Delivery e take away non solo per cibi e bevande ma anche per i libri in biblioteca: succede al Polo del ‘900, dove saggi, biografie, romanzi come ogni bene essenziale rimangono disponibili al pubblico, anche dopo la chiusura delle biblioteche ai tempi delle zone rosse.

Si comincia lunedì 23 settembre e gli oltre 300 mila volumi delle biblioteche del Polo (tra romanzi, saggi e graphic novel) tornano disponibili al prestito con una novità. Infatti, al ritiro dei libri in via del Carmine, 14, si aggiunge per la prima volta la consegna direttamente a casa, grazie alla collaborazione con la Rete Italiana di Cultura Popolare e Lo Spaccio di cultura- Portineria di comunità.

“Il lavoro congiunto di archivisti e bibliotecari degli enti del Polo ha garantito un servizio essenziale per i cittadini che abbiamo potenziato grazie ai portinai di comunità  – sottolinea Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – I libri e le biblioteche non possono rimanere chiusi in un momento storico tanto delicato, così ci siamo attivati affinché la lettura e i bisogni culturali in generale vengano soddisfatti come beni di prima necessità perché nutrono lo spirito critico e forniscono chiavi di interpretazioni per il presente e, alle volte, sono essenziali anche solo per distrarci. Completa il senso di questo nuovo servizio, l’alleanza con la Portineria di Comunità che di fatto crea un sistema virtuoso di welfare di comunità e anche nuove opportunità di lavoro”.

“La Portineria di Comunità, attiva nell’edicola di piazza della Repubblica n.1/F dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle 19.30, è un luogo di welfare di comunità che da mesi si occupa di coprogettare con gli abitanti servizi come commissioni negli uffici pubblici, spesa a domicilio con il gruppo di acquisto Gasp, Sos tecnologia, traduzioni, babysitting, aiuto compiti, pulizie e molto altro. Siamo da sempre convinti che la cultura, e in questo caso, i libri e i servizi bibliotecari siano una necessità quotidiana” Antonio Damasco, direttore Rete Italia di Cultura Popolare.

Per prenotare un libro e definire modalità e tempistiche di ritiro o consegna, è necessario inviare una email a archivio.biblioteca@polodel900.it. La consegna a domicilio sarà effettuata ogni martedì e venerdì dai portinai. La Portineria di comunità risponde al numero 3478788271, la consegna libri è gratuita, con donazione libera per sostenere la Portineria e coloro che ci lavorano.

 

Il “boss” del condominio

(Foto d’archivio)   Nei giorni scorsi  gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia, coadiuvati dagli operatori del Reparto Prevenzione Crimine, dell’Unità Cinofila e del personale della VII Circoscrizione della Polizia Municipale, hanno controllato uno stabile in corso Regina Margherita in seguito ad un esposto presentato dai condomini il giorno precedente.

Il primo appartamento controllato si trova al piano terreno. Il proprietario, cittadino marocchino di 60 anni, viene indicato dai residenti del palazzo come persona dedita ad attività poco lecite tra le quali il recupero di elettrodomestici, al fine di rivenderne i componenti, smaltendo i liquami negli scarichi del cortile interno ad ogni ora del giorno e della notte. L’uomo, con precedenti di Polizia tra i quali violenza sessuale, era solito abusare degli spazi comuni e turbare la tranquillità de condominio. Al momento del controllo viene trovato nel magazzino, intento ad effettuare lavori di muratura, asserendo di voler aprire un’attività di rivendita usato. Nella perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione, i poliziotti si imbattono nei tre figli, tutti maggiorenni e tutti con precedenti di polizia specifici – tra cui rapina, percosse, ricettazione e lesioni – che si mostrano sprezzanti e aggressivi. Gli agenti scoprono un allaccio abusivo alla corrente elettrica condominiale attraverso un impianto artigianale e denunciano l’uomo per furto aggravato.

Il controllo prosegue al piano superiore, dove gli agenti controllano due appartamenti. All’interno della prima abitazione vengono trovati oltre 10 grammi di sostanza stupefacente, nascosti sotto una ciotola per cani. Anche questo alloggio si presenta privo di contatore ma con un collegamento “volante” che si allaccia direttamente alla fornitura del condominio. L’inquilino, diciannovenne marocchino, viene indagato per detenzione di sostanza stupefacente e furto aggravato.

Il secondo appartamento, abitato da un cittadino nigeriano ventitreenne, irregolare sul territorio Nazionale dal 2017 e colpito da un provvedimento di rintraccio emesso nel settembre di due anni fa, era anch’esso privo di contatore e allacciato abusivamente. Personale IRETI contattato per ripristinare gli impianti, mette in luce una situazione di elevato pericolo per l’intero stabile, in quanto anche solo l’apertura di un rubinetto dell’acqua poteva generare una scossa elettrica di 220 volt.

Il personale impiegato controlla ulteriori locali dello stabile, riscontrando appartamenti occupati abusivamente con allacci di fortuna alla fornitura elettrica. La cantina di pertinenza del palazzo chiusa con un lucchetto, risultata essere un dormitorio, gli agenti rinvengono due pezzi di hashish del peso di circa 80 grammi.

Personale del Reparto Prevenzione Crimine ha controllato e denunciato un cittadino serbocroato di 48 anni, in quanto risultato inottemperante all’ordine di espulsione emesso dal Presidente della Regione autonoma della Valle d’Aosta risalente al 2015.

In tour tra le vigne urbane

LUNEDÌ 23 NOVEMBRE CON IL WEBINAR “ENOTURISMO CULTURALE: ALLA SCOPERTA DELLE VIGNE IN CITTÀ”
Con il webinar “Enoturismo culturale: alla scoperta delle Vigne in Città” ci si appresta alla conclusione di Vendemmia a Torino-Grapes in Town – Portici Divini organizzata da Eventum Contrada e promossa da Regione Piemonte Camera di Commercio di Torino.

Nel webinair ideato dall’ATL Turismo Torino e Provincia si alterneranno live sulla pagina FB Vendemmia a Torino-Grapes in Town, lunedì 23 novembre alle ore 17, i responsabili di quattro importanti vigne urbane italiane (Venezia, Siena, Milano, Palermo) per presentare le loro vigne e il plus turistico di ciascuna accanto a quelle di Parigi e Avignone.

Il webinar ha infatti lo scopo di illustrare il potenziale turistico delle vigne urbane partendo da Torino che ha il privilegio come poche città italiane di possedere una vigna proprio in città, la Vigna della Regina accanto a Villa della Regina, Residenza Reale Patrimonio Unesco dal 1997.

Possedere un vigneto cittadino a pochi metri dal centro storico – sottolinea Marcella Gaspardone del Comitato Direttivo di Turismo Torino e Provincia – è sicuramente un valore aggiunto, un forte attrattore turistico; oltre a rappresentare un’importante operazione storica e ambientale per permettere che tali patrimoni sopravvivano e restino a disposizione della cittadinanza è un unicum dal forte richiamo turistico che va valorizzato facendo sinergie con le altre vigne urbane presenti in Italia e in Europa“.

Moderato dalla giornalista Rosalba Graglia, dopo i saluti istituzionali della Regione Piemonte, a seguire l’intervento di Luca Balbiano Presidente dell’Associazione delle Vigne Urbane, Urban Vineyards Association, oltre che protagonista della rinascita della Vigna della Regina.

La Urban Vineyards Association – U.V.A. – è stata fondata nel 2019 con l’intento di tutelare il patrimonio storico, enoico e paesaggistico rappresentato dalle vigne situate all’interno dei centri abitati, valorizzandole sotto il profilo culturale e turistico.

“Le Vigne Urbane sono dei tesori incastonati nei centri urbani, che noi vogliamo difendere e valorizzare– Spiega Luca Balbiano, fondatore e Presidente della Urban Vineyards Association – Ognuna di queste Vigne ha una propria storia da raccontare, fatta di persone che ci hanno creduto, di mani che hanno lavorato, di teste che hanno pensato e di sogni che si sono avverati. Quello che l’Associazione vuole fare è scrivere nuovi capitoli di queste storie, unendo le forze per continuare, tutti insieme, a promuoverne il prestigio, la cultura e la bellezza“.

Attualmente sono 9 le vigne urbane associate:

Vigna della Regina di Torino

Clos Montmartre di Parigi

Vigna di Leonardo di Milano

Vigneti della Laguna di   Venezia

San Francesco della Vigna di Venezia

Vigneti Senarum Vinea di Siena

Vigna del Gallo di Palermo,

Clos de Canuts di Lione e, ultima arrivata, Clos du Palais des Papes di Avignone.

Il webinar prosegue con l’intervento dei responsabili italiani dei Vigneti della Laguna (Venezia), Senarium Vinea (Siena), Vigna di Leonardo (Milano), Vigna del Gallo (Palermo) e con la vigna di Montmartre di Parigi, con la quale la Vigna della Regina è gemellata, e con la vigna del Palazzo dei Papi di Avignone.