ilTorinese

Gtt assume 225 nuovi autisti con incentivi fino a 6500 euro

GTT ha lanciato un piano straordinario per l’assunzione di 225 nuovi autisti, un’iniziativa volta a rafforzare la stabilità operativa e la regolarità del servizio.

Questo progetto risponde alla crescente difficoltà, comune nel settore del trasporto pubblico locale, nel reperire personale qualificato e colma una carenza strutturale di organico anche legata al turn over dell’azienda.

Il piano, in linea con le direttive della Città, è pensato per garantire la copertura dei turni, migliorare le condizioni di lavoro e assicurare la piena operatività della flotta aziendale.

Sono previsti incentivi economici fino a 6.500 euro per i candidati senza patenti professionali, tra formazione e premi all’ingresso, e un incentivo di 3.500 euro per i candidati già in possesso di patente D e CQC, con il riconoscimento dell’anzianità pregressa ai fini retributivi. La RAL minima di ingresso è pari a circa 29.000 euro.

GTT sceglie un approccio basato su incentivi mirati e percorsi differenziati, superando le rigidità che hanno finora rallentato il ricambio generazionale nel settore. Il piano unisce politiche retributive incentivanti a una semplificazione dell’accesso alla professione, valorizzando le competenze già acquisite e accelerando l’ingresso in servizio del personale.

Come candidarsi

Le candidature devono essere inviate esclusivamente tramite il servizio di job posting presente nella sezione “Lavora con noi” del sito GTT:

https://www.gtt.to.it/cms/gtt/lavora-con-noi.

In questa pagina sono disponibili tutte le informazioni utili, i requisiti richiesti e le modalità di partecipazione ai bandi.

Lite tra giovani finisce a coltellate

Una lite tra due giovani è degenerata in un accoltellamento a Oleggio, nel Novarese. Entrambi i ragazzi, poco più che diciottenni e di origine marocchina, sono stati trasportati all’Ospedale Maggiore di Novara con ferite lievi: uno ha riportato una lesione a un polpaccio, l’altro contusioni in diverse parti del corpo.

L’episodio si è verificato in piazza Martiri. Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, intervenuti sul posto, il diverbio — che potrebbe essere avvenuto tra parenti — sarebbe degenerato fino all’uso di coltelli. A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, insospettiti alla vista del sangue. Sul luogo sono subito intervenute due ambulanze del 118.

Le indagini sono ancora in corso per chiarire le cause e la dinamica esatta dell’accaduto

Fermo fino al 22 luglio l’ascensore della Mole

Dal 16 giugno al 22 luglio 2025 l’Ascensore Panoramico della Mole Antonelliana sarà interessato dalla revisione venticinquennale, un intervento previsto dalla normativa per gli impianti di sollevamento. Durante questo periodo l’ascensore non sarà accessibile, ma la Mole resterà aperta e il Museo Nazionale del Cinema, ospitato al suo interno, continuerà a essere regolarmente visitabile.

In funzione dal 1999, l’ascensore è uno degli elementi più riconoscibili della Mole: la cabina in vetro compie una corsa verticale in un’unica campata, attraversando il vuoto centrale dell’edificio fino a quota 85 metri. Un tragitto che consente una visione continua dello spazio interno e offre, all’arrivo al “tempietto”, un affaccio panoramico sulla città.

L’impianto è seguito da un programma strutturato di manutenzione. Oltre alla revisione quinquennale prevista per legge, sono effettuate verifiche ordinarie con cadenza settimanale, mensile, trimestrale, semestrale e annuale. Ogni controllo mira a garantire l’affidabilità dell’impianto e la continuità del servizio.

La revisione venticinquennale, più approfondita rispetto alle ordinarie, prevede:

  • il controllo di funi e altri componenti meccanici soggetti a usura;
  • il collaudo della navicella di emergenza situata sotto il piano 0, prevista come servizio di sicurezza supplementare in caso di emergenza;
  • la verifica dei gruppi di continuità (UPS), che mantengono attiva l’alimentazione in assenza di erogazione da rete principale.

L’intervento è svolto da GTT in coordinamento con il Comune di Torino e con gli enti di controllo, con l’obiettivo di assicurare la piena efficienza operativa dell’impianto e il rispetto delle normative tecniche. La riapertura al pubblico è prevista per mercoledì 23 luglio.

Dopo il referendum in difesa della Repubblica parlamentare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Le riflessioni che ho scritto sul referendum e sul quorum da rispettare e non raggiunto sono state autorevolmente confermate sul “Corriere della sera” da Sabino Cassese, il principe dei costituzionalisti in un mondo di improvvisatori che interpretano e distorcono la Costituzione, non più la più bella del mondo, come vogliono, in misura del loro tornaconto politico e della loro ignoranza giuridica. Cassese evidenzia come i quesiti referendari siano stati considerati  talmente negativi da non meritare neppure la partecipazione al voto. E’ un’ipotesi che ha trovato conferma nel non voto. Il giurista inoltre riflette sulle ragioni che portarono i costituenti a scegliere il quorum per i referendum abrogativi ( in assenza di quorum una minoranza di votanti avrebbe potuto smentire la maggioranza parlamentare che aveva legiferato) , creando la regola della maggioranza degli aventi diritto al voto (il 50 % più 1) a tutela della fondatezza dello strumento referendario che non può essere posto in mano ai primi che capitano: la democrazia è una cosa seria e solo Mussolini parlava di <<ludi cartacei>> . Cassese inoltre ribadisce l’intangibilità del quorum che non può essere abbassato a piacimento dei demagoghi che hanno tentato di usare il referendum per scopi impropri come quello di abbattere il governo in carica. Ci sono tuttavia due riflessioni da aggiungere:  la necessità di aumentare il numero di 500mila firme per richiedere il referendum, un numero equo nel 1948, oggi nella società della comunicazione di massa e dei social assolutamente ridicolo. Ma l’assurdo è giunto quando si è consentita la raccolta per via informatica, mentre il voto continua a dover essere espresso di presenza. Quella raccolta si è rivelata una passeggiata  che non ha trovato conferma nel non voto degli italiani . Le spese sostenute per i referendum falliti andrebbero addebitati ai proponenti che nel caso di raggiungimento del quorum avrebbero avuto diritto ai rimborsi. Il  danno erariale appare evidente e gli unici ad avere diritto al rispetto sono i cittadini, non gli attivisti accorsi a votare.
Ma il referendum rivela un altro aspetto scandaloso: che votano all’estero dei finti italiani che non sono contribuenti in Italia e che hanno reciso ogni legame con la madre patria dove al massimo vengono a volte in vacanza. La legge sul voto degli italiani all’estero voluta dai missini si è rivelata sbagliata. Gli eletti in Parlamento all’estero non sono mai stati trasparenti, volendo usare un termine gentile nei loro confronti. Gente che non sa quasi nulla dell’Italia e non parla più neppure italiano non può avere diritto di votare né al referendum né alle elezioni politiche, decidendo sul futuro di un Paese che non è più il loro. E’ urgente abolire la legge Tremaglia sul voto all’estero che può inquinare l’esito elettorale. La democrazia va tutelata e il voto e il non voto sono cose serie. Questa visione anche etica ce la impongono i padri costituenti da De  Gasperi a Togliatti, da Croce ad Einaudi, da Lucifero a Covelli,da Scelba a Moro e tanti altri. Forse non potrebbe essere citato tra i padri veri Dossetti, che già allora voleva un costituzionalismo creativo che è riapparso oggi. La Repubblica parlamentare va difesa con intransigenza e cultura giuridica adeguata dagli  avvocati che si auto definiscono del popolo e dai loro amici.

Ondata di caldo a Torino: attivato il piano del Comune per gli anziani

Anche per l’estate 2025, la Città di Torino conferma il proprio impegno nei confronti della popolazione anziana e fragile con il progetto “Piano Estate 2025”, promosso in collaborazione con il Dipartimento Servizi sociali, l’ASL Città di Torino, la Protezione Civile e la Polizia Municipale.

L’iniziativa ha l’obiettivo di prevenire e mitigare gli effetti delle condizioni climatiche estreme, in particolare le ondate di calore, sulle persone over 65 che, pur essendo generalmente autosufficienti, si trovano in situazioni di fragilità sociale, economica o sanitaria. Il piano sarà attivo dal 1° giugno al 30 settembre e prevede una serie di azioni coordinate di monitoraggio, assistenza domiciliare e vigilanza.

I beneficiari del programma sono individuati dai servizi sociali comunali, anche su segnalazione dei medici di medicina generale, sulla base di criteri quali l’isolamento, le difficoltà economiche o l’assenza di una rete familiare di supporto.

Tra i servizi offerti rientrano:

  • interventi a domicilio di operatori socio-sanitari (O.S.S.) e assistenti familiari;

  • accompagnamenti per visite mediche o commissioni essenziali;

  • consegna di spesa e farmaci;

  • attivazione di telesoccorso e teleassistenza;

  • fornitura di pasti a domicilio o in strutture convenzionate.

Una volta definito un piano assistenziale personalizzato, la persona interessata sarà contattata da un fornitore accreditato, che concorderà una visita domiciliare per avviare i servizi previsti.

Per offrire un ulteriore supporto durante i giorni più caldi, il Comune rende disponibili anche i Centri d’incontro climatizzati, gestiti dalle Circoscrizioni e aperti per tutta la stagione estiva. L’elenco completo è consultabile online all’indirizzo:
http://www.comune.torino.it/pass/anziani/files/CIC-CENTRI-CLIMATIZZATI-2025.pdf

«Con il Piano Estate 2025 – afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Jacopo Rosatelli – la Città di Torino rinnova il proprio impegno a tutela della salute e del benessere delle persone più vulnerabili. In una società che invecchia progressivamente, crediamo che prendersi cura degli anziani non sia solo un dovere, ma un valore fondante della nostra comunità. Continueremo a lavorare in sinergia con gli altri enti e attori del territorio per garantire una risposta concreta e solidale».

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il call center “Servizio Aiuto Anziani” al numero 011.01133333 o via email all’indirizzo aiutoanziani@comune.torino.it, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle 16.00. Negli orari serali, notturni e nei giorni festivi, le chiamate saranno inoltrate alla Polizia Municipale.

(Da Torino Click)

A Chieri si presenta il Bilancio di Missione del Cottolengo Hospice

 

Mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 18 presso l’Auditorium Leo Chiosso

 

La Piccola Casa della Divina Provvidenza e la Fondazione Cottolengo onlus mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 18, presso l’Auditorium Leo Chiosso di Chieri (via Conceria 2), presentano il Bilancio di Missione del Cottolengo Hospice (via Balbo 16 – Chieri), che fu inaugurato dall’Arcivescovo di Torino Roberto Repole il 2 settembre 2022.

 

Intervengono:

  • Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte
  • Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte
  • Alessandro Sicchiero, Sindaco di Chieri

 

Presentano il Bilancio di Missione:

  • Padre Carmine Arice, Padre Generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza
  • Ferdinando Garetto, Responsabile Medico del Cottolengo Hospice di Chieri
  • Gian Paolo Zanetta, Direttore generale dell’Ospedale Cottolengo di Torino e del Cottolengo Hospice di Chieri

Porta la sua testimonianza Luca Paiardi, atleta del mondo paralimpico.

 

Modera Alberto Riccadonna, Direttore de La Voce e Il Tempo.

 

L’iniziativa porta il patrocinio del Comune di Chieri.

L’isola del libro

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RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Chiara Marchelli “La figlia di lui” -Feltrinelli- euro 18,00

Bella, brava, scrittrice e saggista di notevole caratura. Davvero complimenti a Chiara Marchelli, valdostana, trapiantata da anni nella Grande Mela, dove è docente alla New York University.

La figlia di lui” è il suo ultimo romanzo, scritto magnificamente, senza sbavature, puntando dritta all’essenziale e con il pregio di non indulgere in inutili orpelli. La trama cerca di rispondere a una domanda che credo non sia ancora mai stata sollevata e sviscerata così bene in un libro.

Come comportarsi se ci si innamora di un uomo che, purtroppo, ha una pecca di un certo rilievo?

Una figlia insopportabile e urticante all’inverosimile!

E’ quello che accade a Livia, 40enne italiana che vive a New York da anni, donna indipendente grazie al suo lavoro di editor e traduttrice.

Pienamente realizzata, non ha nessuna particolare propensione per i bambini, tantomeno è presa dal ticchettio dell’orologio biologico connesso al desiderio di maternità.

Poi conosce -e si innamora- dell’americano Arno, analista informatico di successo …e fin qui tutto bene. Ma lui si porta appresso un bagaglio di quelli che pesano parecchio; Emma, insopportabile figlia di 5 anni, che fin dal primo incontro entra in rotta di collisione con Livia. Una bimba maleducata e capricciosa in modo esasperante.

Arno ha mantenuto un ottimo rapporto con la ex moglie, si spartiscono il tempo di Emma armoniosamente, ma entrambi sembrano mancare di polso nell’educarla. Loro non lo vedono, ma Livia si, e mal sopporta l’accondiscendenza di Arno verso la figlia. Inutile dire che quando Emma sta con loro la convivenza del trio è una complicazione dopo l’altra.

Crescendo l’atteggiamento pestilenziale della piccola non farà che peggiorare; scavallando infanzia, preadolescenza e adolescenza, fino a traghettarla in una giovane di 21 anni.

Nel frattempo, preparatevi a scenette al limite del tollerabile, in cui persino voi avrete l’impulso di prendere a sberle la ragazzina infingarda e insolente che si rigira il padre come vuole; con continui tentativi di scavare fossati che per Livia siano sempre più difficilie da saltare per raggiungere il compagno.

Per fortuna la protagonista è una donna equilibrata e intelligente che cerca di tenere tutto insieme. Arriva a mettere in discussione se stessa nella faticosa ricerca di un ruolo nuovo e complesso, tutto ancora da delineare, che non aveva previsto.

Ma niente sarà scontato, tantomeno facile, perché vanno mantenuti in equilibrio tre sensibilità, esigenze e caratteri diversi tra loro.

L’autrice segue la storia adottando il punto di vista di Livia e la segue per 15 anni nel corso dell’evoluzione del legame con Arno; tra New York e la casa di famiglia nell’astigiano che lei ha ristrutturato e nella quale è andata a vivere per stare anche più vicina agli anziani genitori.

E’ lì che Arno la raggiunge appassionandosi all’orticoltura; mentre Emma trova la sua strada in America ed instaura un grande feeling con il secondo marito della madre.

Uno dei tanti pregi di questo romanzo è raccontare la realtà oggi sempre più diffusa della famiglia allargata, rappresentando più possibile le posizioni dei protagonisti.

Chiara Marchelli riesce a dare voce a tutti, cogliendone le sfumature con sensibilità. Arno ha le sue ragioni, Livia pure e sa esprimere la rabbia e mettere uno stop quando è in tempo per salvare un legame.

Anche Emma, diventata giovane donna, affronterà Livia: «Ero una bambina…ma tu niente….sempre lì con la bacchetta da maestrina..».

Il finale è a sorpresa e direi aperto a più interpretazioni

 

 

Chiara Marchelli “Le notti blu” -Giulio Perrone Editore- euro 15,00

Dopo aver letto l’ultimo romanzo di questa scrittrice ho pensato di approfondire, ed ecco un’altra sua opera che è stata tra i candidati al premio Strega 2017. Una storia decisamente tosta, narrata con delicatezza.

Affronta due temi impegnativi. Primo: la morte di un figlio.

Secondo: la verità che può celarsi dietro l’apparenza, dunque l’impossibilità di conoscere davvero fino in fondo le persone che ci stanno vicino.

Michele e Larissa sono una coppia di quasi 70enni, stanno insieme da 30 anni, da molto tempo si sono trasferiti negli Stati Uniti e vivono a New York. Hanno avuto un solo figlio, Mirko, che dopo gli studi ha percorso l’itinerario a ritroso ed ha eletto l’Italia come luogo in cui vivere.

A Genova ha conosciuto Caterina, se n’è innamorato e l’ha sposata, nonostante i genitori non avessero fatto salti di gioia. Poi, un giorno, Mirko ha ingoiato una dose massiccia di farmaci e si è lasciato morire. Nessuno ha mai capito perché.

Marchelli affronta il dolore più grande che possa esser inflitto ad un essere umano, la perdita di un figlio, per la quale è impossibile trovare consolazione e pace. In queste pagine scorrono le reazioni dei personaggi, vissute in modi diversi, se non addirittura opposti. Forse l’unico tratto comune è l’essere scivolati in una sorta di dolorosa “vita-non vita”.

A 5 anni dalla scomparsa di Mirko, arriva la telefonata della nuora Caterina che ha trovato la lettera di un avvocato per conto di una donna che chiedeva a Mirko il riconoscimento della paternità di suo figlio.

E’ una bomba che deflagra su tre anime già spezzate dal dolore. Ora non sanno neanche più bene chi fosse realmente quel ragazzo che tanto avevano amato.

Anche di fronte a questo rebus divergono le reazioni dei personaggi che, attoniti, si interrogano sulla reale possibilità che Mirko avesse nascosto a tutti loro una relazione extraconiugale dalla quale era nato un bambino. Inoltre, questo potrebbe essere in qualche modo il motivo del suicidio?

Larissa elabora dolore e dubbi non riuscendo a credere che il figlio potesse averle tenuto nascosto un segreto di tali proporzioni. Rifiuta del tutto l’idea e abbraccia l’ipotesi che sia stata solo un’invenzione di quella donna, che chissà cosa voleva da Mirko.

Michele, invece, pensa che se quel bambino esiste -ed è davvero suo nipote- allora è un’opportunità da cogliere. Vorrebbe dire che qualche preziosissima oncia di Mirko scorre nelle vene di quella creatura ed è la sua vita che continua oltre la sua morte.

 

Paul Murray “Il giorno dell’ape” -Einaudi- euro 22,00

E’ uno dei romanzi tanto osannati dalla critica e in cima alle classifiche di vendite. Forse un tantino sopravvalutato, comunque parte di quel fenomeno per cui se alcune testate o nomi prestigiosi ne parlano bene, praticamente il gioco è fatto e gli altri vanno al seguito. Sicuramente, una sforbiciata alla lunghezza delle circa 600 pagine male non avrebbe fatto.

E’ il quarto romanzo dello scrittore irlandese ed è la storia di una famiglia tradizionale che vive in una bella casa ai margini di un bosco, in un paese a due ore da Dublino. Sono i Barnes e, attraverso le loro vicende, Murray racconta quelle che in linea di massima sono le oscillazioni della vita in generale, fatta di successi e cadute, splendori e miserie.

I Barnes sono tra i più in vista e benestanti della zona, proprietari di una concessionaria d’auto tra le più quotate del circondario, ereditata dal padre. Proprietario è Dickie, sposato con la bellissima Imelda, accumulatrice di beni di lusso e griffati.

Il quadro è completato da due rampolli.

La primogenita Cass: appassionata di letteratura e della quale, scopriremo, strada leggendo, altre predilezioni consone alla fase adolescenziale.

Il fratello minore, Pj: geniale, nerd, ossessivo, alquanto rompiscatole, grande osservatore, dotato di abbondante spirito critico.

Poi la crisi e il crollo dei mercati assestano il colpo di grazia al declino che era già iniziato per l’attività di Dickie. La caduta dei Barnes risaliva a molto tempo prima, come scoprirete –nel fatidico giorno dell’ape che ha segnato la famiglia-. Poi lo scivolone sociale era stato inarrestabile e la rovina economica precipitosa.

Tutto improvvisamente cambia.

I Barnes, dal piedistallo, finiscono sul fondo. Nella contea, ora, tutti li guardano con occhi diversi; peggio, vengono stravolti completamente anche i rapporti tra i 4 membri della famiglia. Fino al baratro finale per cui non si rivolgeranno neanche più la parola.

In mezzo c’è il particolareggiato affresco corale della vulnerabilità degli individui, dei rapporti che intessono. L’approfondimento psicologico delle loro personalità e anche uno sguardo allarmato sulla fragilità dell’ecosistema che regge il mondo. E non anticipo altro….

 

Martta Kaukonen “Butterfly” -Longanesi-

Euro 18,60

E’ il romanzo di esordio della scrittrice e giornalista finlandese 49enne che è anche un importante critico cinematografico, e il suo aspetto sorridente e rassicurante non farebbe pensare a una fantasia tanto diabolica.

Il suo thriller arriva direttamente dai ghiacci finlandesi e in patria è diventato subito bestseller.

Al centro una serial killer che uccide a sangue freddo uomini malvagi. Si chiama Ira, e già il nome sembra implicare la sua natura più profonda; lei organizza accuratamente la tessitura della ragnatela nella quale cattura le sue prede, ovvero maschi spregevoli.

Quello di Ira è un disturbo ossessivo compulsivo che arriva da lontano e risale a quando era bambina ed era stata rapita e abusata sessualmente da un uomo. Un marchio di sofferenza abissale che vorrebbe curare con l’aiuto di un valido specialista.

Sceglie di affidarsi alla terapeuta Clarissa Virtaten, 50enne grondante fascino e fama, sempre in prima fila in tv e sui giornali. E anche lei con qualche scheletruccio rintanato e occultato nell’armadio, lì dove è meglio che continui a rimanere.

Aspettatevi continui colpi di scena, intrighi e azione; tutto condito da ironia e condotto spesso come sofisticato gioco.