ilTorinese

Gusto e artigianato in città: eccellenze per turisti e torinesi

Informazione promozionale

Torino è una città ricca di arte, storia e cultura, capace di affascinare visitatori da tutto il mondo.

Dopo le Olimpiadi Invernali del 2006, ha conosciuto una forte crescita come destinazione turistica, affermandosi come una delle mete più apprezzate del nord Italia. Nel 2023, la città ha registrato oltre 5 milioni di presenze turistiche, confermando il trend positivo degli ultimi anni.

Tra i luoghi più visitati spiccano la Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema, il Museo Egizio – uno dei più importanti al mondo nel suo genere – e il Palazzo Reale, che insieme ad altri siti sabaudi rappresenta il cuore della Torino barocca. I turisti restano affascinati anche dalla magia del centro storico, dai caffè storici e dalle eleganti piazze.

Chi visita Torino cerca non solo bellezza e cultura, ma anche qualità nell’accoglienza e nello shopping. La città offre eccellenze artigiane in numerosi settori: dalla ristorazione alla pasticceria, fino all’artigianato orafo, che oggi vi proponiamo come esempio della raffinata creatività torinese.

 

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ristoranteamato.com

Corso Carlo e Nello Rosselli, 83, 10129 Torino (TO)

011 6276558 – 338 8733301

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Piemont Cioccolato

Via Gran Paradiso 16/23 10156 Torino (TO) Borgata Bertolla

+39 011.273 24 41 / +39 011.273 24 29

info@piemontcioccolato.com

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La dolce tradizione che si rinnova: a Pasqua, scegli l’eccellenza di Piemont Cioccolato

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Semplicemente gioielli

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semplicemente.gioielli@gmail.com

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Giulio: +39 3314189852
Andrea: +39 3703282355

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Semplicemente Gioielli: l’arte orafa che racconta storie, con semplicità

 

Giachino: “Letta meritava la nomina a senatore a vita”

Gianni Letta Sottosegretario di Stato  alla Presidenza del Consiglio per quasi 10 anni dove ha coordinato quotidianamente la attività del Governo, presiedendo settimanalmente il pre Consiglio dei Ministri , oggi compie 90 anni molto ben portati. Nella foto mentre riceve la Targa dal  Presidente della Associazione SITAV SILAVORO, sottosegretario ai trasporti nell’ultimo Governo Berlusconi. “Gianni Letta  – commenta Giachino –  noto per il suo senso dello Stato e per il grande equilibrio con cui ha gestito il rapporto dei Governi Berlusconi con le opposizioni e con il mondo sociale e economico avrebbe dovuto essere nominato Senatore a vita. Tanti auguri Gianni”.

Il senso del racconto ne “Il seggio del peccato” di Travaglini

 

Di solito, quando scelgo un libro di narrativa, scelgo un romanzo, sono più coinvolta dallo sviluppo della trama ed è più forte lo stimolo a procedere nella lettura, per vedere come va a finire. Ma devo ammettere che, se uno scrittore è bravo, e Marco Travaglini lo è, sa fare di ogni racconto un breve romanzo, strutturando la narrazione. Confesso che a me, che amo scrivere, risulterebbe difficile. Mi chiedo anche, considerando che ogni racconto si conclude con un finale definitivo, che cosa spinge il lettore a passare al secondo racconto, al terzo e così via fino al ventisettesimo, leggendo con curiosità e piacere le 135 pagine del libro. Nella lettura de Il seggio del peccato lo stimolo a procedere permane vivo soprattutto per la scrittura, la ricchezza del linguaggio, il periodare lineare in descrizioni partecipate di luoghi vissuti o anche solo indagati, in cui si ambientano vicende significative, con risvolti spesso comici. E’ una scrittura comunicativa che fa intuire e quasi avvertire la  fatica e gli  umori della terra lavorata, ma anche l’ aria di festa, l’intensità degli aromi di  una cucina antica, l’ombra del bosco, l’odore dell’acqua dei laghi e quello invitante della  frittura di pesce. L’atmosfera ruvida delle osterie, con l’immancabile bicchiere di vino, il gioco delle carte, e l’ansia delle donne, le prime operaie, attente alla spesa nel negozio del paese, dove si segnava sul libretto in attesa di aggiustare i conti con la paga. Era nero il quaderno di Amelia, incanutita precocemente, che “quel pane amaro con la fatica e il sudore come companatico se l’era guadagnato per intero, dal giorno in cui aveva compiuto undici anni, varcando il cancello dello stabilimento”. Lo aggiornava puntualmente con cifre e annotazioni relative agli acquisti, tanto che le operaie che dipendevano da lei, maestra nel cotonificio, pensavano fosse un romanzo che forse avrebbe condiviso con loro. Sono tante e diverse le persone di cui Marco scrive, ricordano un po’ la poliedrica umanità di Piero Chiara, sbirciata da un immaginario buco dal quale scruta quella gente attiva che lotta e tira avanti. Ma c’è, a mio avviso, un collante, quasi un filo invisibile, che accomuna personaggi diversi anche come estrazione sociale, e un po’ fuori dagli schemi ortodossi; nessuno tra loro può considerarsi un vinto nella zuffa della vita, al contrario, in un dopoguerra difficile, si danno da fare, sfruttando le capacità di cui sono dotati, il buon senso della gente comune e, se architettano qualche progetto più ardito che si rivela fallimentare, si giustificano con l’eloquente verità dei luoghi comuni, il pensiero filosofico di quel tempo. Prendiamo ad esempio il signor Anacleto che “abitava a Torino, in pieno centro storico…nel Palazzo Bertalazone di San Fermo, che a suo dire l’aveva affascinato dal primo istante…Quell’ aria di nobiltà un poco demodè era perfetta per un uomo di mezza età che vestiva con eleganza”.

Clara Cipollina

Era un modesto falsario, più che altro dedito alla contraffazione di documenti. Giustificava così la tentazione di esercitarsi in un’attività commerciale che risultò fallimentare: “la truffa è necessaria al buon mercante quanto la lucidatura al vasellame di scarsa qualità” e ancora “un uomo non diventa ricco senza truffare; un cavallo non diventa grasso senza rubare il fieno agli altri”. Persino il maresciallo che compare ne Il seggio del peccato, vista la sua posizione critica fece finta di non sentire e di non vedere, sposando la filosofia del vivi e lascia vivere, “che in un piccolo paese toglieva di dosso un sacco di problemi”. A quest’umanità sognare era permesso, senza volare troppo in alto. Si può coltivare anche nella vecchiaia la passione del ballo ed accettare di essere applauditi come Fred e Ginger di periferia, con l’impaccio dell’età, basta sostituire, tacchi e decolté con delle Superga impreziosite da lustrini, del resto “che cos’è la bellezza se non una delicata espressione del meglio che possa inquadrare uno sguardo, della leggera ebbrezza che regala un gesto di così rara raffinatezza come può esserlo un volteggio, un casquè. Un passo doppio perfettamente eseguito..”. E c’è chi un sogno lo realizza, senza che l’abbia coltivato, come Quinto Paravia che, scelto a fare la comparsa nel film La banca di Monate, scopre Piero Chiara e se ne innamora. Lui, cameriere di sala in un albergo di Orta, dopo un provvisorio e movimentato ingresso nel mondo dello spettacolo, si convinse di aver recitato come un vero attore, grazie al gridare di un suo amico, ignaro di trovarsi in un set cinematografico, allestito un po’alla chetichella nella piazza di Omegna.Vide Quinto con la pistola in mano e costernato lo richiamò a gran voce “Quinto ti se diventà matt, molla l’arma cristianit…se rivan i carabinieri i te sbatan in galera”. In tanti altri racconti la comicità nasce dall’ambiguità di una situazione , o di una frase, o più semplicemente dal doppio significato di una parola, e il riso nel lettore scaturisce spontaneo, perché l’autore è bravo nel sorprenderlo, cambiando lo stile della narrazione. Anche in racconti che iniziano con la descrizione di fatti storici importanti e ben documentati, come quello che ha per titolo Il sigaro del signor Brusa, la conclusione può essere imprevedibilmente costituita da un episodio comico che induce chi legge a domandarsi se quel cognome era il segno di un destino. Quando, però, la macrostoria impatta drasticamente con la vita di piccoli paesi di montagna, un po’ isolati, chi vi abita vive anni difficili. Come Alvaro, contadino povero del Canavese che sfugge al piombo austriaco, viene ferito ma riesce a tornare alla sua terra, alternando rare tradotte a marce estenuanti, e vi trova rovine e miseria, i suoi sono morti, la cascina è in pessime condizioni, il terreno sta andando in malora”. Prima di allora quella terra intorno a Pavone era generosa, ora sembrava “impestata da una maledizione che l’ha resa micragnosa e dura come pietra con quelle zolle che resistevano alla zappa come quelle teste chiodate di crucchi dalle Dolomiti al Carso”. In questo racconto Travaglini sceglie parole con un assonanza spigolosa, un anteprima che prepara il lettore a comprendere una realtà dolorosa. Alvaro, evitando scoramento e disperazione, dissoda, semina e raccoglie un sacco di patate, cerca di venderlo a Bairo ma è accolto da un gruppo di tirapietre. Il campanilismo era diventato rivalità. Quelli di Foglizzo, i mangia rane, non andavano d’accordo con gli “zingari” di San Giusto Canavese e i dondola gambe, i fannulloni di Rivarolo, erano ostili ai gavasson di Ozegna mentre i più rispettati erano gli strasa papè perché un loro avo aveva coraggiosamente strappato una carta notarile in faccia ad un notaio avido e disonesto che ingannava i contadini analfabeti e incapaci a far di conto. Alvaro inviso ai più, fu accolto a sassate come un forestiero da quelli che ridevano come pazzi e gridavano “A l’è bianc come  la coa del merlo”, felici d’averlo impaurito e costretto alla fuga.

La guerra aveva incattivito la gente che doveva lottare per sopravvivere, e Alvaro a testa bassa continuò la sua lotta con quella terra “che lo strizzava come un cencio , rubandogli fino all’ultima stilla di sudore”. Un giorno, senza che minimamente lo prevedesse , nel suo cammino, si insinua, quello che gli studiosi di biografie definiscono tecnicamente un modificatore esistenziale. Per Alvaro, più semplicemente, si chiama Giovannino Bedini, anch’egli contadino, proprietario di un po’ di terra. Lo incontra al mercato di Ivrea, capisce che potrebbero aiutarsi e concretizza la sua intuizione organizzando quello che oggi chiamano briefing o incontro d’azienda, al tavolo di un’osteria davanti ad un mezzino di vino. Fu la vigna a far scattare l’idea e da questo punto la narrazione procede più leggera, la terra è percepita un po’ meno amara. I lavori impegnano i due in tutte le stagioni. Potature, innesti, taglio di tralci, e aratura tra i filari, e poi l’uva, la vendemmia, e la cantina, il mosto fermenta, il vino dell’anno prima si imbottiglia, l’entusiasmo di Giovannino, i dubbi taciuti di Alvaro. L’uva diventa vino, con tanto di etichetta dove la scritta in blu recita Rosso generoso, che non sarà molto apprezzato dagli intenditori, ma è un vinello fresco e giovane, e il “prezzo è da osteria”. Il racconto, iniziato in bianco e nero, si colora in quest’ultima parte con il sodalizio tra i due che continua, permettendo loro di mettere insieme il pranzo con la cena e persino di risparmiare qualche soldo da mettere in cascina. Per  quei tempi si può considerare un lieto fine. E’ solo un esempio di scrittura perché sono tante le idee, i ricordi, le suggestioni sollecitate dalla lettura di questi racconti che non si finirebbe mai di scriverne e che vedrei molto bene in un’antologia scolastica. Un altro protagonista del libro è il territorio, mappato dall’autore con la meticolosa attenzione del giornalista, attento al dove, al quando, al chi e al perché. In queste pagine c’è il senso del viaggio o meglio l’itineranza di chi scrive, così che leggendolo a me è sembrato di viaggiare con l’autore nel Piemonte, regione dove vivo ma che non ho calpestato, abitando in quella alle spalle della Liguria. Viaggio in quel Regno di Sardegna, sul cui confine aveva operato per tanti anni a dirimere controversie, sempre ostacolato a sua volta dagli ingegneri savoiardi, il cartografo Matteo Vinzoni, oggetto della mia tesi di laurea e di altri studi, stipendiato della Serenissima. Il territorio, quindi, indagato anche in questi racconti nel suo essere paesaggio, dove la morfologia è determinata dalla gente che lo abita e della quale forgia il carattere. Tutto in un rapporto di interdipendenza tra uomo e ambiente. Quelle din Marco Travaglini nel suo Il seggio del peccato sono vicende ambientate in grandi agglomerati urbani come Torino, Milano o Genova, meta di una gita turistica, così come la Valle d’Aosta, la Luino di Piero Chiara e le terre dell’autore ( oggi torinese d’adozione) tra i laghi Maggiore e d’Orta o la val Formazza. E poi una miriade di microcosmi, quei paesi contadini che coltivano la tradizione come nel caso, per citarne uno, di Casalborgone con la sagra del pisello e un’incredibile gara di trattori, o la cucina della festa del coregone ad Azeglio, o il Canavese di sua moglie Barbara. In definitiva è un libro che merita di essere letto perché riserverà sorprese piacevoli oltre alla ricchezza di spunti, curiosità, ricostruzioni di antiche tradizioni e motti popolari. Infine, come giustamente scrive l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino nella sua introduzione, “c’è una vena ironica che attraversa tutti i racconti, leggerezza e profondità al medesimo tempo, la scrittura è scorrevole e la lettura molto piacevole. In fondo, cosa si può chiedere di più ad un racconto?”.

Clara Cipollina, scrittrice

 

Donna investita da camion: gamba amputata

Grave incidente ieri a Rivoli dove un camion ha investito una donna in corso Francia. Si tratta di un’anziana di 82 anni che stava attraversando sulle strisce di un cantiere. Alla donna, ricoverata in gravi condizioni, è stata amputata una gamba.

L’ex “Riviera” di Parco Sempione e la decadenza di Barriera

Impagabile la felicità dell’ infanzia ed adolescenza. Dicono che l’adolescenza  inizi ai 10 anni ed addirittura finisca ai 18 con qualche ardito che la prolunga fino ai 24.
Ma per me dagli 8 ai 14 anni fu un momento magico. Ne ho ancora ricordo di totale felicità e spensieratezza. Le ultime classi delle elementari e tutte le medie. Totale libertà di muovermi per le strade e l’oratorio del quartiere. Sempre o quasi sempre in gruppo. Libertà allo stato puro. Libertà nel ” branco ” e libertà con il branco.  Libertà che si moltiplicava un’ora dopo che era finita la scuola. Ai compiti per le vacanze ci si pensava a settembre. 2 o 3 giorni e il gioco era fatto. Ora sapere che il Parco Sempione e la piscina Sempione è diventata terra di nessuno, una cloaca a cielo aperto mi ha fatto male. Hanno ucciso parte di quel ricordo di libertà e perché no? Di speranza.
Dal 15 giugno al 31 di luglio sede costante delle vacanze prima della montagna o del mare di Rimini. Nel 1957 inizio lavori e inaugurazione di due vasche con il trampolino olimpionico. Che paura salirci sopra.
Ma si doveva dimostrare d’ essere grandi.
O si aspettava la fidanzatina che, almeno quel giorno non sarebbe arrivata. Anni dopo seppi che era uscita col suo vecchio fidanzato che,  a suo giudizio,  era un ex fidanzato. Faceva il marinaio sulla Vespucci e come si sa hanno una fidanzata in ogni porto. Ma si sa che anche questa è vita.
Come quel baruccio sulla parte destra con le canzoni di quell’estate sparate a palla ed il cornetto Algida a fine bagno.
E il bagno durava tutto il pomeriggio.
Poi costruirono le piscine per i più  piccoli e ci portai Alice, la primogenita ricordando ciò che da adolescente  avevo fatto.
Il campo di calcio dove nel 1973 a settembre venimmo a sapere del colpo di stato fascista in Cile e l’uccisione di Salvator Allende.
O nel parco nuovo dal 1975 con la Festa dell’Unità di Barriera di Milano. Roccaforte comunista in una Torino proiettata verso il futuro.
Dal 1961 con Italia 61 per i cent’ anni dell’Unità d’Italia. Avevamo il mondo in mano ed ora subire questo degrado è umiliante.
L’assessore allo Sport Mimmo Carretta è stato perentorio: ristrutturare costerebbe troppo. Abbattimento. Così un pezzo di storia della nostra città se ne va. Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo. E del resto Barriera di Milano si sta “liquefacendo”
L’ultima notizia è che un pezzo di tetto in piazza Crispi angolo corso Vercelli è caduto.
Nessun ferito o morto. Simbolo ed emblema di Barriera che non ce la fa.
Ed il mio ricordo che fa? Sta lì nel rammentare quando il Parco Sempione era la nostra Riviera. Raccontando ai figli che siamo stati felici. Ora c’è un presente che non accettiamo.

PATRIZIO TOSETTO

Lo Russo a Parigi per gli Urban Days dell’OECD

Nominato nel comitato direttivo dei ‘Champion Mayors’ per la crescita inclusiva

 

Il sindaco Stefano Lo Russo partecipa oggi e domani a Parigi agli Urban Days dell’OECD, l’Organizzazione globale per la cooperazione e lo sviluppo economico. La manifestazione ospita il 7° Incontro dei “Champion Mayors” per la Crescita Inclusiva, in cui i sindaci partecipanti si confrontano e condividono buone pratiche per contrastare le disuguaglianze e promuovere uno sviluppo economico inclusivo.

L’iniziativa dell’OECD “Champion Mayors for Inclusive Growth”, avviata nel 2016, riunisce una rete di 71 primi cittadini provenienti da tutto il mondo – tra cui, oltre al sindaco di Torino, anche i sindaci di Roma e Milano (Gualtieri e Sala) – impegnati nel superare le disuguaglianze e nel favorire una crescita che includa tutte le componenti sociali.

Nel corso dell’evento, il sindaco Lo Russo è entrato a far parte dello “steering group” degli “OECD Champion Mayors”, insieme a Ricardo Rio (sindaco di Braga, Portogallo), Philippe Close (sindaco di Bruxelles), Susan Aitken (sindaca di Glasgow), Anna Hidalgo (sindaca di Parigi), Claudio Castro (sindaco di Renca, Cile) e Yuriko Koike (governatrice di Tokyo). Il gruppo, presieduto da Matus Vallo (sindaco di Bratislava), si caratterizza per il contributo specifico di ciascun vicepresidente, chiamato a fornire spunti e competenze su tematiche locali e priorità nazionali.

“Come Città di Torino siamo davvero orgogliosi di far parte dello ‘steering group’ e di prendere parte a queste due giornate di lavori – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – che siamo certi saranno un’importante opportunità di confronto e di condivisione di idee e buone pratiche su quelle che sono le sfide che la nostra città, come molte altre, si trova ad affrontare come la transizione ecologica, il contrasto al cambiamento climatico e la crisi demografica”.

Nel corso della mattinata si è svolto il “Champion Mayors Meeting” nel quale i sindaci e gli ambasciatori presso l’OECD hanno discusso del tema della crescita inclusiva, con un focus specifico sulla mobilità urbana, in un panel dal titolo “Trasformare la mobilità urbana: garantire accessibilità, resilienza ed equità in un mondo in cambiamento”. Obiettivo dell’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’International Transport Forum (ITF), era di ragionare sul futuro della mobilità urbana e del trasporto pubblico nelle città e su come garantire spostamenti accessibili e alla portata di tutti, comprese persone disabili e in condizioni di fragilità economica, con una pianificazione urbana che contempli la creazione di spazi pedonali e percorsi ciclabili per offrire alternative all’auto, specie su brevi tragitti, e di cui discutere in che misura le partnership pubblico-private possano contribuire a guidare soluzioni di mobilità sostenibile e intelligenti.

Nel corso del “Champion Mayors Meeting” si è parlato anche di “Città per tutti in tempi di incertezza”, panel in cui i sindaci si sono confrontati su come contrastare le diseguaglianze sociali ed economiche e affrontare a livello locale sfide come migrazione, cambiamento climatico e instabilità economica.

In vista dell’imminente riunione ministeriale sulle politiche di sviluppo regionale dell’OECD che si terrà il 19 e 20 maggio a Varsavia, Polonia, i sindaci hanno deciso di promuovere una call to action per la definizione delle migliori politiche per luoghi resilienti. Nel documento congiunto sottolineeranno la necessità di allineare le politiche di sviluppo regionale a livello nazionale con le realtà locali, consentendo al contempo ai governi locali di guidare un cambiamento significativo nella costruzione di città resilienti, ovvero comunità urbane capaci di dare risposta alle sfide sociali, economiche e ambientali in vista del cambiamento climatico e sociale.

Il sindaco Lo Russo interverrà come relatore nella prima sessione degli Urban Days, dal titolo “Città per Tutte le Età”. Al centro dell’incontro saranno il tema dell’inverno demografico, il crescente invecchiamento della popolazione e la necessità di politiche inclusive per persone di tutte le età. All’incontro interverranno anche il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Giappone Akira Yoshii; la segretaria generale dell’United Cities and Local Governments Emilia Saiz; il sindaco di Bratislava Matus Vallo; e il sindaco di Kitakyushu (Giappone) Kazuhisa Takeuchi.

“Torino – spiega il Sindaco – ha vissuto significativi cambiamenti economici e demografici, tra cui un rapido invecchiamento della popolazione. Con un’età superiore alla media nazionale italiana, quella demografica è una delle crisi che come amministrazione ci troviamo oggi ad affrontare. Per rendere le città davvero competitive, sono convinto che serva una visione strategica fondata su investimenti sociali a lungo termine, maggiore integrazione delle politiche sociali e sanitarie, un ripensamento generale dei temi relativi all’immigrazione e la partecipazione attiva di cittadini e istituzioni. Occorre inoltre che governi nazionali e istituzioni internazionali riconoscano le città come attori globali, alleati indispensabili per affrontare temi cruciali come il cambiamento climatico, l’inclusione, l’innovazione e la giustizia sociale. Torino, anche attraverso le sue reti internazionali, è pronta a fare la sua parte, e vuole farlo condividendo le politiche e le pratiche operative che sta portando avanti con determinazione, accogliendo nuove idee e collaborando con altre città nel mondo in un’ottica di sviluppo condiviso. Sono convinto che sviluppo economico e coesione sociale siano infatti due facce della stessa medaglia: non esitano città competitive a livello nazionale e internazionale che non siano anche capaci di essere inclusive, e nel medio e lungo periodo non si può garantire inclusione sociale per le persone più vulnerabili senza investire in sviluppo e crescita economica attraverso un rapporto virtuoso di partenariato pubblico-privato”.

TORINO CLICK

Escursione a Pasquetta sui colli di Coniolo

 

Degustazione nel Monferrato presso l’azienda agricola Cascina Paola

Anche quest’anno dopo i lauti pranzi pasquali Cammini divini di Augusto Cavallo propone un’occasione per smaltire qualche caloria con una piacevole camminata su un percorso inedito nei pressi di Coniolo, con, all’arrivo, una deliziosa degustazione a base di prodotti locali per concludere in bellezza il weekend di festa.

Il ritrovo è previsto presso l’azienda agricola Cascina Paola di Coniolo in Regione Ponte Rizza 4 a partire dalle 14.30 per le iscrizioni.  Alle 15 è prevista la partenza dell’escursione. Degustazione verso le ore 18.

L’evento, organizzato in collaborazione con Cammini Divini di Augusto Cavallo, prevede una piacevole escursione tra le colline del Monferrato e all’arrivo una gustosa degustazione a cura dell’azienda agricola Cascina Paola che proporrà, tra gli altri, i vini di sua produzione.

Partendo da Cascina Paola la camminata si snoderà  lungo un percorso di circa 9 km. Ci si allontanerà dalla Cascina per dirigersi su antichi sentieri immersi nella natura, prima attraversando un’area dove sono presenti le testimonianze di archeologia industriale del secolo scorso e poi tra i campi e i prati del piccolo borgo del Monferrato. Si proseguirà sulla parte alta del versante delle colline fino a ridiscendere e ritornare al punto di partenza verso le 18. Si consigliano calzature da trekking, scorta d’acqua, cappellino e abbigliamento comodo e per chi lo desidera vengono messi a disposizione anche i bastoncini da Nordic walking gratuitamente fino ad esaurimento disponibilità.

Terminata l’escursione naturalistica, fatto ritorno in Cascina, in un’oasi del verde, inizieranno gi assaggi di salumi e prodotti locali tipici del territorio del Monferrato accompagnati da vini di qualità e dolci dell’azienda agricola Paola per gustare i sapori della tradizione prima di terminare in bellezza la giornata di Pasquetta.

Il costo di partecipazione è di 25 euro caduto.

Necessaria la prenotazione presso Augusto Cavallo 3394188277

augusto.cavallo66@gmail.com

Mara Martellotta

A Rivoli mini-salone del Lavoro

Si è svolto venerdì 11 aprile presso il Centro d’Incontro “Don Puglisi” di via Camandona 9/A a Rivoli, il primo dei Mini Saloni del Lavoro organizzati dal Comune di Rivoli, nell’ambito del progetto “Destinazione Lavoro – Investo nel mio futuro”.

L’iniziativa, dedicata al settore dei servizi di Pulizia e Assistenza Familiare, ha visto la partecipazione di diverse realtà del territorio – tra cui Samsic ItaliaBosco della StellaResidenza Villa ElenaDussmann e Star Service Hotel – pronte a incontrare cittadini in cerca di occupazione e a raccogliere candidature per i profili più ricercati nel settore. L’incontro ha offerto un’importante occasione di orientamento e dialogo diretto con il mondo del lavoro.

Questo appuntamento rappresenta il primo di una serie di eventi programmati per il 2025, che si affiancano e potenziano il già consolidato Salone del Lavoro, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta occupazionale attraverso format più agili e mirati a singoli comparti produttivi.

Con ‘Destinazione Lavoro’ vogliamo dare continuità e concretezza alle politiche attive del lavoro sul nostro territorio – dichiara l’Assessore al Lavoro Marco Tilelli – avvicinando le persone in cerca di occupazione alle aziende che operano localmente, offrendo occasioni di confronto reale e diretto“.

Il prossimo Mini Salone si terrà il 4 giugno 2025 e sarà dedicato al settore della ristorazione.

Gli eventi sono organizzati dal Comune di Rivoli con il supporto operativo del Consorzio Turismovest e la collaborazione del Centro per l’Impiego di Rivoli, nell’ambito del Patto Territoriale Zona Ovest di Torino.

Furto sventato alle Poste di Moncalieri

La collaborazione tra Poste Italiane e le Forze dell’Ordine ha consentito ancora una volta di sventare un tentativo di furto ai danni dell’azienda. Questa volta è stato preso di mira l’edificio di Moncalieri, in via Vittime di Bologna 22, sede dell’ufficio postale e del Centro di Distribuzione del Recapito della corrispondenza di Poste Italiane.

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile, intorno alle ore 23.50, alla Situation Room di Genova – la sala di controllo competente per territorio, attiva 24 ore su 24 – è scattato l’allarme volumetrico, che ha rilevato movimenti sospetti all’interno dell’ufficio postale e del Centro di Distribuzione. Immediatamente è stata attivata la procedura d’allerta: sono stati avvisati i Carabinieri ed è stata predisposta la vigilanza fissa sul posto. Poco dopo, è stato autorizzato lo scarico delle immagini di videosorveglianza per un’analisi preventiva relativa all’area del recapito, utile a ricostruire la dinamica dell’accaduto. I Carabinieri, giunti sul posto, hanno riferito di aver individuato e fermato un intruso ancora presente all’interno del Centro di Distribuzione postale.

L’implementazione dei sistemi di sicurezza e la tempestiva ed efficace gestione degli allarmi da parte degli operatori della Situation Room di Genova, ancora una volta hanno consentito di contrastare l’attacco predatorio, a conferma dell’impegno di Poste Italiane nel garantire standard di sicurezza sempre più elevati anche per il settore logistico, a tutela dei beni aziendali e del servizio alla clientela.

Sanità, dalla digitalizzazione alla sostenibilità: a Torino gli Stati generali degli ospedali

Il 28 e 29 maggio, all’Iveco Industrial Village, torna l’appuntamento con Grandi Ospedali 2025, confronto tra strutture ospedaliere pubbliche e private

 

 Dalla digitalizzazione e dall’innovazione nella sanità alla sostenibilità dei percorsi assistenziali, dai centri di eccellenza al rapporto tra gli ospedali, il territorio ed il contesto sociale. Il 28-29 maggio, all’Iveco Industrial Village di Torino, torna la 4º edizione dell’“Open Meeting Grandi Ospedali”.
Un importante appuntamento per il panorama sanitario italiano, presentato oggi nel corso di una conferenza stampa al Collegio Carlo Alberto, alla quale hanno partecipato Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Thomas Schael, commissario dell’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino, Paolo Petralia, direttore generale Asl 4 Liguria e coordinatore Community Ambassador della Sanità, Giuseppe Orzati, amministratore di Koncept Srl.
Si confronteranno i principali ospedali pubblici e privati, università, istituzioni e innovatori del settore. L’evento, organizzato da Koncept, è un laboratorio di idee e soluzioni per un sistema sanitario più integrato, equo e sostenibile.
Dopo il successo delle edizioni di Firenze, Roma e Napoli, questo quarto appuntamento punta ancora più in alto, coinvolgendo un numero crescente di attori e focalizzandosi sulle priorità della Regione Piemonte: medicina territoriale, tecnologie avanzate, ottimizzazione delle liste d’attesa.
Attraverso sessioni tematiche e laboratori mirati, l’Open Meeting 2025 si pone come catalizzatore di un cambiamento concreto e duraturo, in sinergia con progetti come il Parco della Salute di Torino. Un’occasione unica per costruire, insieme, la “Regione della Salute 2025” e tracciare la rotta verso un nuovo modello di sanità, centrato su innovazione, eccellenza e prossimità al cittadino.
“È con soddisfazione che ospiteremo in Piemonte la quarta edizione dell’Open Meeting del progetto Grandi Ospedali, dando la possibilità di mettere in collegamento e in condivisione le migliori pratiche nazionali e internazionali nel campo dell’innovazione e le eccellenze della sanità pubblica e privata. Un evento che farà a tappa a Torino e che, con la stretta collaborazione dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, potrà essere anche una finestra sulle esperienze della Mitteleuropa e del Mediterraneo e mettere a confronto in modo costruttivo le maggiori aziende ospedaliere italiane, istituzioni, università, rappresentanze di categoria, società scientifiche, imprese e altri stakeholder” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte).
“La Città della Salute e della Scienza partner di questo importante evento Grandi Ospedali 2025 dimostra per l’ennesima volta quanto la nostra Azienda sia un esempio di eccellenza a livello italiano ed internazionale” afferma Thomas Schael (Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino). “Tutto questo — sottolinea — grazie al grande lavoro di squadra dei nostri dipendenti e professionisti che ogni giorno permettono alla CDSS di essere protagonista della nostra sanità pubblica. Per noi un grande riconoscimento che a fine maggio ci vedrà protagonisti con rilevanti esponenti del mondo della sanità mitteleuropea, mediterranea e medio-orientale. Questo evento, che sarà un proficuo confronto di esperienze virtuose, per la CDSS non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza con uno sguardo lanciato alla sanità del futuro, che sarà caratterizzata da alta tecnologia, micrologistica e droni. Tutte componenti che saranno parte integrante del futuro Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione.”
“La sempre maggior partecipazione ed il crescente interesse riscossi dalle tre edizioni passate del progetto Grandi Ospedali sono la premessa alla quarta edizione. La condivisione di esperienze ed idee tra management delle aziende sanitarie pubbliche e private, clinici e professionisti e mondo dell’industria consente quel percorso concreto di sviluppo di pensiero che muove anche motivazione al cambiamento aziendale e sviluppo di soluzioni innovative — commenta Paolo Petralia, Direttore Generale Asl 4 Liguria, Coordinatore Community Ambassador della Sanità — la comunità degli “Ambassador”, che promuove il progetto, sostiene proprio questa traiettoria di crescita culturale e di ricerca di idee innovative e sostenibili.”
“L’obiettivo del progetto Grandi Ospedali è quello di creare un ecosistema di condivisione nel settore sanitario, condividendo innovazioni strategiche e operative, promuovendo e sviluppando le eccellenze di cura e ricerca, dando visibilità alle migliori pratiche” — dice Giuseppe Orzati, Amministratore Koncept Srl.