redazione il torinese

“Non mi sono mai arreso”

E’ da poco più di un mese nelle librerie “Non mi sono mai arreso” (Editrice Il Punto/ Piemonte in Bancarella), il libro a cura di Nico Ivaldi che narra la storia di Bruno Segre, avvocato e giornalista torinese, figura tra le più limpide e coraggiose dell’antifascismo italiano

 Il racconto, sotto forma d’intervista, propone il ritratto lucido e appassionato di questo combattente per le libertà e i diritti lungo un intero secolo, dalla Torino degli anni venti e del “lessico famigliare” dei Segre ai due decenni del fascismo con l’ignominia delle leggi razziali, la guerra, la Resistenza e il lungo cammino per tanti decenni di quest’uomo caparbio e determinato, diviso tra mille impegni e interessi. Nato a Torino il 4 settembre del 1918 “quando ancora tuonavano i cannoni della Prima guerra mondiale” in una casa di via Barbaroux con i balconi che “si affacciavano su piazza Castello”, Bruno Segre ha attraversato l’intera vita politica e sociale della prima capitale d’Italia lungo il “secolo breve”. Laureato in legge, ultimo allievo di Luigi Einaudi ( di cui il padre era stato il primo nel 1901), antifascista, discriminato dalle leggi razziste in quanto figlio di genitore ebreo, durante il secondo conflitto mondiale Bruno Segre conobbe due volte, nel 1942 e nel 1944, l’esperienza del carcere e partecipò alla Resistenza nelle fila di Giustizia e Libertà. Un’esperienza sulla quale, nell’estate del 1946, scrisse un memoriale che pubblicò soltanto qualche anno fa, nel 2013, in un volume intitolato “Quelli di via Asti”. Dalle pagine del libro e dal ritmo incalzante dell’intervista emerge il profilo di Bruno Segre, uomo colto e intelligente ma soprattutto innamorato del concetto di giustizia e libertà, straordinariamente collegato a quell’esprit républicain che ne orienta le scelte, a partire dall’insopprimibile impegno a difesa dei principi di laicità e all’intransigente fedeltà ai valori di un socialismo capace di garantire i diritti individuali, ripudiando ogni settarismo e dogmatismoUna narrazione autobiografica che offre un’infinità di spunti, suggestioni, aneddoti ironici. Giornalista e avvocato, negli anni del dopoguerra Segre si è impegnato nella difesa dell’obiezione di coscienza e nella battaglia per il divorzio. Come giornalista ha intervistato un’infinità di personalità importanti e ben pochi possono vantare un intervista a Joséphine Baker, la “venere nera” della Parigi degli “années folles” descritti da Hemingway nel suo “Festa mobile”. E soprattutto di averla fatta nel contesto che lui stesso descrive e che non è il caso di anticipare per non togliere al lettore la curiosità di scoprirlo da solo. Bruno Segre, oltre a collaborare a diverse testate ( tra le altre L’Opinionediretta da Franco Antonicelli e Giulio De BenedettiPaese SeraIl Corriere di Trieste e Corriere di Sicilia) è stato il fondatore del mensile “L’Incontro” di cui quest’anno ricorrono i

Bruno Segre con Marco Travaglini e Franco Berlanda

settant’anni di ininterrotta pubblicazione. Un “periodico politico-culturale” stampato su foglio unico in formato grande e con la testata in rosso che ha segnato più di un epoca, accompagnando per ben quattordici lustri gli affezionati lettori con riflessioni e articoli dedicati alle battaglie contro l’intolleranza religiosa e il razzismo, per la pace, i diritti civili e la laicità. Il 4 settembre scorso l’avvocato Bruno Segre ha festeggiato 100 anni. In quella occasione, ringraziando i presenti,disse: “Faccio un grande augurio a tutti gli amici che con me condividono ideali democratici, pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione, la fiducia nella Repubblica. L’auspicio che mi permetto di esprimere, in questo momento solenne per la mia vita, per il futuro e per l’umanità, è: viva la libertà!”. Un messaggio chiaro, da parte di un uomo che ha attraversato un intero secolo a testa alta. E che nelle ultime righe della sua intervista autobiografica afferma che vorrebbe essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione, d’imposizione forzata in sede politica o religiosa. E sul suo sepolcro vorrebbe il motto di Saul Bellow : “Qui giace un vinto – dalla morte – che non si è mai arreso”.

Marco Travaglini

"Non mi sono mai arreso"

E’ da poco più di un mese nelle librerie “Non mi sono mai arreso” (Editrice Il Punto/ Piemonte in Bancarella), il libro a cura di Nico Ivaldi che narra la storia di Bruno Segre, avvocato e giornalista torinese, figura tra le più limpide e coraggiose dell’antifascismo italiano

 Il racconto, sotto forma d’intervista, propone il ritratto lucido e appassionato di questo combattente per le libertà e i diritti lungo un intero secolo, dalla Torino degli anni venti e del “lessico famigliare” dei Segre ai due decenni del fascismo con l’ignominia delle leggi razziali, la guerra, la Resistenza e il lungo cammino per tanti decenni di quest’uomo caparbio e determinato, diviso tra mille impegni e interessi. Nato a Torino il 4 settembre del 1918 “quando ancora tuonavano i cannoni della Prima guerra mondiale” in una casa di via Barbaroux con i balconi che “si affacciavano su piazza Castello”, Bruno Segre ha attraversato l’intera vita politica e sociale della prima capitale d’Italia lungo il “secolo breve”. Laureato in legge, ultimo allievo di Luigi Einaudi ( di cui il padre era stato il primo nel 1901), antifascista, discriminato dalle leggi razziste in quanto figlio di genitore ebreo, durante il secondo conflitto mondiale Bruno Segre conobbe due volte, nel 1942 e nel 1944, l’esperienza del carcere e partecipò alla Resistenza nelle fila di Giustizia e Libertà. Un’esperienza sulla quale, nell’estate del 1946, scrisse un memoriale che pubblicò soltanto qualche anno fa, nel 2013, in un volume intitolato “Quelli di via Asti”. Dalle pagine del libro e dal ritmo incalzante dell’intervista emerge il profilo di Bruno Segre, uomo colto e intelligente ma soprattutto innamorato del concetto di giustizia e libertà, straordinariamente collegato a quell’esprit républicain che ne orienta le scelte, a partire dall’insopprimibile impegno a difesa dei principi di laicità e all’intransigente fedeltà ai valori di un socialismo capace di garantire i diritti individuali, ripudiando ogni settarismo e dogmatismoUna narrazione autobiografica che offre un’infinità di spunti, suggestioni, aneddoti ironici. Giornalista e avvocato, negli anni del dopoguerra Segre si è impegnato nella difesa dell’obiezione di coscienza e nella battaglia per il divorzio. Come giornalista ha intervistato un’infinità di personalità importanti e ben pochi possono vantare un intervista a Joséphine Baker, la “venere nera” della Parigi degli “années folles” descritti da Hemingway nel suo “Festa mobile”. E soprattutto di averla fatta nel contesto che lui stesso descrive e che non è il caso di anticipare per non togliere al lettore la curiosità di scoprirlo da solo. Bruno Segre, oltre a collaborare a diverse testate ( tra le altre L’Opinionediretta da Franco Antonicelli e Giulio De BenedettiPaese SeraIl Corriere di Trieste e Corriere di Sicilia) è stato il fondatore del mensile “L’Incontro” di cui quest’anno ricorrono i

Bruno Segre con Marco Travaglini e Franco Berlanda

settant’anni di ininterrotta pubblicazione. Un “periodico politico-culturale” stampato su foglio unico in formato grande e con la testata in rosso che ha segnato più di un epoca, accompagnando per ben quattordici lustri gli affezionati lettori con riflessioni e articoli dedicati alle battaglie contro l’intolleranza religiosa e il razzismo, per la pace, i diritti civili e la laicità. Il 4 settembre scorso l’avvocato Bruno Segre ha festeggiato 100 anni. In quella occasione, ringraziando i presenti,disse: “Faccio un grande augurio a tutti gli amici che con me condividono ideali democratici, pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione, la fiducia nella Repubblica. L’auspicio che mi permetto di esprimere, in questo momento solenne per la mia vita, per il futuro e per l’umanità, è: viva la libertà!”. Un messaggio chiaro, da parte di un uomo che ha attraversato un intero secolo a testa alta. E che nelle ultime righe della sua intervista autobiografica afferma che vorrebbe essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione, d’imposizione forzata in sede politica o religiosa. E sul suo sepolcro vorrebbe il motto di Saul Bellow : “Qui giace un vinto – dalla morte – che non si è mai arreso”.

Marco Travaglini

“Stop alla tav? E’ come uscire dall’Euro”

Gallina: “Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”

Secondo il presidente dell’Unione Industriale, Dario Gallina “sospendere oggi la Torino-Lione sarebbe come uscire dall’euro”. L’Ansa riporta le sue parole dette a margine della presentazione della Fiera A&T.  “Da vent’anni – ha aggiunto –  si discute: ora non è più il tempo della discussione. A chi ha combattuto l’opera in modo ideologico dico che ci sono le ragioni per cambiare idea. Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”. Per il capo di Confindustria di Torino sospendere il tunnel di base oltre ad avere risvolti legali “costerebbe più che portare avanti l’opera, con ricadute incalcolabili sul territorio nei prossimi decenni”.

 

(foto: il Torinese)

"Stop alla tav? E' come uscire dall'Euro"

Gallina: “Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”
Secondo il presidente dell’Unione Industriale, Dario Gallina “sospendere oggi la Torino-Lione sarebbe come uscire dall’euro”. L’Ansa riporta le sue parole dette a margine della presentazione della Fiera A&T.  “Da vent’anni – ha aggiunto –  si discute: ora non è più il tempo della discussione. A chi ha combattuto l’opera in modo ideologico dico che ci sono le ragioni per cambiare idea. Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”. Per il capo di Confindustria di Torino sospendere il tunnel di base oltre ad avere risvolti legali “costerebbe più che portare avanti l’opera, con ricadute incalcolabili sul territorio nei prossimi decenni”.
 
(foto: il Torinese)

Assistenza sanitaria, il perché del primato piemontese

E’ stato reso noto nei giorni scorsi che il Piemonte è al primo posto in Italia per la qualità dei livelli essenziali di assistenza sanitaria, i cosiddetti Lea: a decretarlo il monitoraggio relativo al 2017pubblicato dal Ministero della Salute, che analizza indicatori che verificano la qualità dell’attività di prevenzione, dell’assistenza territoriale e dell’assistenza ospedaliera. Vediamo di approfondire l’argomento

Decisivi per il raggiungimento di questo primato sono stati i miglioramenti ottenuti nella copertura vaccinale pediatrica, in particolare contro il morbillo, e nell’assistenza ai malati terminali. La testa per la prima volta della graduatoria tra le Regioni è stata raggiunta con il punteggio record di 221, davanti a Veneto ed Emilia Romagna (218 punti), Toscana (216) e Lombardia (212). L’anno scorso il Piemonte era al terzo posto. “Questo risultato ci rende estremamente orgogliosi – commenta il presidente Sergio Chiamparino – perché è un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni: abbiamo rilanciato la sanità piemontese, che era di fatto commissariata, non solo mettendo ordine nei conti e tagliando gli sprechi ma migliorando i servizi e valorizzando le eccellenze. E la rilevazione del Ministero lo testimonia”. L’assessore Antonio Saitta ringrazia “tutti i dipendenti del servizio sanitario regionale per il grande impegno profuso in questi anni” e sottolinea che “continuiamo comunque a lavorare per migliorare ulteriormente la nostra sanità e per rispondere al meglio alle nuove esigenze di salute dei piemontesi: stiamo proseguendo con il piano per la riduzione delle liste d’attesa e con l’aumento delle assunzioni di personale, due priorità assolute, e con gli investimenti in edilizia sanitaria che porteranno alla realizzazione di ospedali moderni e più efficienti”.

 

www.regione.piemonte.it – foto: il Torinese

Discesa Liberi: in Mongolfiera a Mondovì e la Nazionale paralimpica a Prato Nevoso

Clima ideale per il 31° Raduno aerostatico dell’Epifania della Città di Mondovì, che ha regalato anche quest’anno un suggestivo spettacolo a cielo aperto nelle campagne monregalesi

Una grande affluenza di pubblico ha fatto da cornice alla manifestazione tenutasi come di consueto al Parco Europa, con 28 equipaggi internazionali pronti a spiccare il volo e a centrare i bersagli lungo il percorso. Durante i tre giorni di raduno, DiscesaLiberi ha presenziato all’evento con il proprio logo posizionato su tutte le ceste e i piloti hanno accettato di mantenerlo anche a manifestazione conclusa, portandolo nei rispettivi paesi di provenienza. Un grande gesto di solidarietà, che ha incontrato la profonda gratitudine del Presidente di DiscesaLiberi Lorenzo Repetto e di tutta l’Associazione, dedita ormai da anni a supportare i disabili nella pratica dello sci e dello snowboard ed operativa nel Comprensorio del Mondole Ski, in particolare a Prato Nevoso (CN). Proprio a Prato Nevoso si sta allenando in questi giorni anche la Nazionale paralimpica, in vista dei prossimi impegni di Coppa del Mondo e Coppa Europa. Gli atleti che hanno partecipato alle Paralimpiadi invernali di Pyeongchang, regalandoci tante emozioni e ben cinque medaglie, insieme ai loro tecnici e preparatori hanno scelto infatti la stazione sciistica piemontese per uno stage di allenamenti che si concluderà il 15 gennaio. “Una scelta dettata dall’ottima neve, certo, ma anche e soprattutto” come ha fatto notare il Presidente di DiscesaLiberi Lorenzo Repetto “dalla profonda sensibilità e attenzione che tutta la zona riserva ai disabili e alle loro famiglie”.

In trasferta in Piemonte con attrezzi da scasso

Venivano da fuori regione, dalle province di Pavia, Milano e Lodi, senza un
motivo apparentemente  valido e a bordo del mezzo su cui viaggiavano, un
Citroen Berlingo, avevano un flessibile, un coltello, una mazza da baseball
ed un passamontagna di cui non sapevano giustificare il possesso. Così tre
giovani rom tra i 25 ed i 30 anni sono stati denunciati a piede libero alla
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria dai carabinieri
del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Alessandria. I reati
contestati   sono   quelli   di   possesso   ingiustificato   di   chiavi   alterate   o
grimaldelli   e   porto   abusivo   di   armi   o   oggetti   atti   ad   offendere,   tutto
materiale   sequestrato.   Inoltre   sono   state   avviate   le   procedure   per
l’erogazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune
di Alessandria.
M.Iar.

Bocciata la proposta di legge a “tutela del nomadismo e contro l’abusivismo”

Respinta dall’Aula la proposta di legge “Interventi a tutela del nomadismo e di contrasto all’abusivismo” presentata da Gianluca Vignale (Mns), già licenziata con voto negativo a maggioranza dalla sesta Commissione

Nella relazione di minoranza Vignale ha sottolineato  “il tentativo di dare organicità agli interventi a tutela e salvaguardia di chi vive all’interno dei campi attraverso una gestione a livello regionale del fenomeno, oggi gestito dalle singole amministrazioni comunali, anche per contrastare il fenomeno dei roghi”. La proposta di legge prevedeva l’individuazione di campi e di aree di sosta, l’istituzione di un commissario regionale con compiti di tutela dei minori presenti nei campi da soggetti o organizzazioni criminali, identificazione e censimento delle persone, individuazione di campi non autorizzati o abusivi e adozione delle misure per il loro sgombero. Previsti anche presidi di vigilanza attivi 24 ore al giorno per assicurare la sicurezza all’interno dei campi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, e criteri di autorizzazione per essere ammessi, diritti e doveri, con particolare riferimento all’obbligo di scolarità per i minori. Nella relazione di maggioranza Marco Grimaldi (Leu) e Nadia Conticelli (Pd) hanno parlato di impianto discriminatorio del testo “che parla impropriamente di nomadi e non di rom e sinti camminanti – hanno detto – mescola competenze nazionali, regionali e territoriali e sovrappone organismi che già esistono e che vanno semplicemente fatti funzionare. Bisogna andare al superamento dei campi”. Nella discussione generale sono intervenuti i consiglieri Davide Bono (M5s) che ha espresso insoddisfazione per non essere arrivati ad un provvedimento condiviso, Andrea Fluttero (Fi), che ha ribadito la necessità di trovare soluzioni concrete al problema dei roghi, e Roberto Ravello (FdI) che ha espresso critiche rispetto alla gestione del fenomeno da parte del centrosinistra.

Servizio ferroviario SFM Torino. Rostagno (pd): “Assessore assicura rispetto termini”

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere dall’Assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, quali azioni l’Amministrazione regionale intenda intraprendere, per quanto di propria competenza, per assicurare che la procedura di affidamento del servizio ferroviario SFM Torino – “bacino metropolitano” si concluda nei termini stabiliti” ha spiegato il Vice Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Elvio Rostagno.

“L’Agenzia per la Mobilità Piemontese, infatti, il 22 settembre 2018 ha dato atto della conclusione della procedura diretta dell’affidamento del servizio e ha trasmesso agli Operatori Economici Trenitalia S.p.A. e Consorzio Stabile Rail.To la lettera d’invito a presentare l’offerta, indicando quale termine ultimo per tale presentazione il 21 dicembre 2018. Nei mesi scorsi sarebbe stato richiesto dagli Operatori Economici all’Agenzia di posticipare il termine di presentazione delle offerte e la nuova scadenza sarebbe stata fissata al 18 marzo 2019” ha proseguito Rostagno.

“L’Assessore Balocco, nella sua risposta, ha affermato che è stato inevitabile concedere una proroga richiesta da entrambi gli interlocutori e che c’è la sicurezza che gli Operatori Economici rispetteranno i tempi, consentendo all’Agenzia per la Mobilità di valutare le offerte e procedere al contratto. Proprio dell’esito di questa procedura dipende anche la riattivazione della tratta Torino – Torre Pellice” ha concluso Elvio Rostagno.

Servizio ferroviario SFM Torino. Rostagno (pd): "Assessore assicura rispetto termini"

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere dall’Assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, quali azioni l’Amministrazione regionale intenda intraprendere, per quanto di propria competenza, per assicurare che la procedura di affidamento del servizio ferroviario SFM Torino – “bacino metropolitano” si concluda nei termini stabiliti” ha spiegato il Vice Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Elvio Rostagno.

“L’Agenzia per la Mobilità Piemontese, infatti, il 22 settembre 2018 ha dato atto della conclusione della procedura diretta dell’affidamento del servizio e ha trasmesso agli Operatori Economici Trenitalia S.p.A. e Consorzio Stabile Rail.To la lettera d’invito a presentare l’offerta, indicando quale termine ultimo per tale presentazione il 21 dicembre 2018. Nei mesi scorsi sarebbe stato richiesto dagli Operatori Economici all’Agenzia di posticipare il termine di presentazione delle offerte e la nuova scadenza sarebbe stata fissata al 18 marzo 2019” ha proseguito Rostagno.

“L’Assessore Balocco, nella sua risposta, ha affermato che è stato inevitabile concedere una proroga richiesta da entrambi gli interlocutori e che c’è la sicurezza che gli Operatori Economici rispetteranno i tempi, consentendo all’Agenzia per la Mobilità di valutare le offerte e procedere al contratto. Proprio dell’esito di questa procedura dipende anche la riattivazione della tratta Torino – Torre Pellice” ha concluso Elvio Rostagno.