redazione il torinese

Minotauro, per il processo contro la 'Ndrangheta chieste condanne per più di 600 anni

tribunale

TRIBUNALE 1In primo grado erano state inflitte 36 condanne e decise 38 assoluzioni. Ulteriori 50 imputati sono stati condannati in Cassazione

 

Oltre sei secoli, a tanto ammontano le richieste di condanna – 609 anni complessivi –  per 63 imputati, richieste dal pg Malagnino nel processo d’appello denominato Minotauro, relativo alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in provincia di Torino.  Tra le richieste di condanna anche quella a 10 anni per Nevio Coral, l’ex sindaco di Leinì, che era stato condannato in primo grado alla stessa pena. Sono invece stati chiesti 7 anni, rispetto ai due di primo grado,  per Antonino Battaglia, ex segretario comunale di Rivarolo. Per Rosario Marando, assolto in primo grado e di nuovo arrestato a Roma nei giorni scorsi per il sequestro del figlio di un boss mafioso, 15 anni. In primo grado erano state inflitte pene per 266 anni. La procura generale non ha presentato appello su nove assoluzioni. In primo grado erano state inflitte 36 condanne e decise 38 assoluzioni. Ulteriori 50 imputati sono stati condannati in Cassazione. 

 

(Foto: il Torinese)

 

Viva gli alpini! La Taurinense è cittadina onoraria di Torino

TAURINENSE

Formata nel 1952 – raccogliendo l’eredità delle divisioni alpine Taurinense e Cuneense, protagoniste della tragica Campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale – riflette una tradizione antica ed è profondamente inserita nelle vicende del presente

 

Cerimonia in Sala Rossa, prima della seduta consiliare, per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Taurinense, deliberato all’unanimità dall’assemblea elettiva di Palazzo CivicoA ricevere il prestigioso riconoscimento dalle mani del sindaco Piero Fassino e del presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, è stato il generale Massimo Panizzi, attuale comandante della Brigata.

 

Introducendo la cerimonia, il presidente Giovanni Porcino ha ripercorso le vicende del Corpo degli Alpini, sin dalle origini caratterizzato da un reclutamento basato sulle vallate dell’arco alpino, a difesa del confine naturale da esso rappresentato.  La Brigata Taurinense, ha sottolineato il presidente, formata nel 1952 – raccogliendo l’eredità delle divisioni alpine Taurinense e Cuneense, protagoniste della tragica Campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale – riflette una tradizione antica ed è profondamente inserita nelle vicende del presente.

 

Parte sin dal 1963 del gruppo di reparti di élite individuato dalla NATO nell’ambito della forza di pronto intervento per eventuali crisi in Europa, la Taurinense è stata impegnata in numerose operazioni di peacekeeping su scala internazionale, dal Mozambico alla Bosnia fino all’Afghanistan, dove è ancora presente con 1500 effettivi, comprese un centinaio di donne, ha ricordato Porcino. E non sono da dimenticare le numerose occasioni di sinergia e collaborazione con la Città di Torino, dai pattugliamenti interforze per la sicurezza urbana, sino alla gestione delle emergenze e al contributo dato da 1500 militari della Brigata al successo delle Olimpiadi Invernali del 2006.

 

Il presidente Porcino ha poi riepilogato i valori di solidarietà, generosità al servizio della comunità, senso di appartenenza al Paese, caratteristici del Corpo degli Alpini, rendendo omaggio ai suoi Caduti. Quello degli Alpini della Taurinense, ha concluso Porcino, è il volto dell’Italia miglior, un’Italia positiva nella quale dobbiamo riconoscerci.
Ha quindi preso la parola il sindaco Piero Fassino, sottolineando come il conferimento dell’onorificenza alla Brigata sia motivato da rilevanti ragioni sia di carattere storico, sia più legate all’attualità. Nel corso del tempo, diecine di migliaia di Italiani hanno servito il Paese nella Brigata Alpina Taurinense e nella sua antenata Divisione Taurinense, ha spiegato il primo cittadino, rievocando quindi il ruolo degli Alpini nei due conflitti mondiali e nella Guerra di Liberazione, alla quale presero parte in molti dopo l’8 settembre del ’43: in questo senso, il conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata è un riconoscimento a tutto il Corpo, parte strutturale dell’identità dei nostri territori.

 

(c.r. – www.comune.torino.it)

Conte: "Una Juve cattiva come la mia avrebbe 20 punti in piu' "

conte

E’ stato premiato con la Panchina d’oro per la stagione passata

 

“Se questa Juve avesse la cattiveria della ‘mia’ Juve avrebbe 20 punti in più di vantaggio”: L’Ansa riporta le parole dell’ex tecnico bianconero, Antonio Conte, premiato con la Panchina d’oro per la stagione passata. Il ct azzurro ha detto che si sarebbe “aspettato un torneo più incerto e combattuto ma la Juve sta meritando questo primato in classifica, sta dimostrando di avere piu’ di qualcosa rispetto agli altri”.

Preso il maniaco che molestava le ragazze sul bus

POLIZIA CROCETTA

La polizia di Rivoli gli ha contestato i reati di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico

 

Palpeggiava giovani studentesse che incontrava sull’autobus e si masturbava vicino a loro. E’ stato arrestato un cittadino romeno di 25 anni. La polizia di Rivoli gli ha contestato i reati di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. Gli investigatori ritengono sia lui il di numerosi casi verificatisi sulla linea del trasporto pubblico 36N, utilizzata in particolare dagli studenti. L’indagine è stata avviata dopo le denunce presentate  alcune ragazze.

PersonAtelier, quanto è difficile vestire una donna?

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personalatelier562Intervista con la stilista Elena Pignata

 

Quarta puntata del nostro viaggio nell’universo di “PersonAtelier” che, con un ciclo di seminari e workshop -tenuti da esperte di coaching, immagine, creatrici di moda e bijoux- aiuta le donne torinesi a rinnovare look ed atteggiamento.

 

Gli articoli precedenti sono pubblicati nell’archivio della rubrica MODA & MODI

 

Oggi incontriamo la stilista Elena Pignata che è proprio come l’avete vista (ed apprezzata) tra i concorrenti di Project Runaway. Un talento innato, grande carica umana, capacità di far tesoro  delle critiche e un carattere che, pur non lasciandosi mettere i piedi in testa, le ha permesso la convivenza con gli altri concorrenti, non sempre liscia come l’olio. Tutte doti che l’hanno condotta nell’Olimpo dei finalisti, a un solo passo dalla vittoria. Lei è così: sorridente, grondante entusiasmo, con due occhioni immensi spalancati sul mondo e, in automatico, fa subito simpatia. Il  suo curriculum è di tutto rispetto. Dopo aver lavorato per grandi marchi (tra cui Malloni, Jaggie, La Martina, Cotton Belt) nel 2006 ha fatto il grande salto e creato il suo brand “Ombradifoglia”, la cui anima è uno stile minimalista di fattura rigorosamente sartoriale.

 

Del suo ruolo a “PersonAtelier” ci dice: «E’la parte pratica in cui la coach Daniela Prandi mi ha chiesto di consigliare le donne nel modo più giusto rispetto a ciò che va di moda, e che non è detto  stia bene addosso a tutte. Come stilista e avendo un atelier, spesso mi capita di lavorare su misura per le clienti. E’ molto importante l’interazione che si crea, entrare in stretto contatto, capire le varie esigenze delle donne e suggerire il meglio per loro, proprio come farò a PersonAtelier».

 

-Per una donna, quanto può essere strategico farsi fare un abito su misura?

«Se per esempio c’è la paranoia dei fianchi  troppo larghi o si è insicure per qualche difetto, non esistono solo taglie 38 e 40; il posto giusto in cui andare è l’atelier e lasciarsi guidare da una professionista. Farsi fare un abito su misura vuol dire ragionare su quello che si ha in mente; può essere un discorso legato al carattere, allo stile di  vita e così via, allora il mio apporto è perfetto. Non è lo shopping compulsivo in un negozio perché si ha voglia di un vestito nuovo».

 

-Il tuo modo  di lavorare?

«Avendo la mia collezione, parto sempre dalla mia identità stilistica. Cerco di aiutare le clienti ad orientarsi rispetto alle tante proposte modaiole del momento. Poi creo l’abito su misura, pensato per stare bene addosso a quella cliente; scegliamo insieme un po’ tutto, dalla stoffa al colore, alla fascia di prezzo. Ma la mia non è una sartoria, quindi non faccio  riproduzioni di quello che magari si è visto alle sfilate: se piace un abito di D&G, io non lo copio. ».

 

-Quanto è difficile vestire una donna?

«Fondamentale è che la cliente si affidi a me, lasciandosi indicare i capi che le starebbero meglio. Alcune lo fanno; altre, invece, si fidano poco, hanno già in mente idee precise di cosa gli piace, anche se non sempre è quello che poi gli sta bene addosso. In questo caso diventa tutto più  difficile».

 

-Alcune buone regole da seguire?

«Una per tutte: dimenticarsi di quello che piace perché sta bene all’amica, alla modella o alla valletta di turno. Pensare piuttosto a cosa mettereste veramente, se quell’abito vi rispecchia, se lo volete davvero nell’armadio e se è adatto all’occasione a cui è destinato».

 

-Quando crei un abito a che tipo di donna pensi?

«Un po’ androgina, che non ostenti la sua femminilità e non sia fissata con scollature, moda e griffe. Una donna con un occhio attento a forme nuove, decostruite, magari con taglio più maschile; sensibile a linee un po’ più particolari e meno usuali».

 

-I tuoi colori preferiti?

«Al momento sono il rosa e mix inusuali, ma sto entrando nella fase del verde; anche se poi io mi vesto solo di nero».

 

-Cosa mi dici della tua esperienza a Project Runaway?

«E’ stata super formativa e mi è rimasto un ricordo bellissimo. Ci sentiamo ancora anche con  quei concorrenti con i quali la convivenza non è stata facile».

 

-Ma il mondo  della moda è davvero così spietato  come appariva nel reality?

«E’ anche peggio e le difficoltà per emergere aumentano se sei donna. L’ho riscontrato ancora recentemente, durante una presentazione in show room a Parigi, in  cui mi si faceva continuamente notare che ero l’unica stilista».

 

-I segreti per sfondare?

« Tenacia, sempre e comunque. Non smettere mai di lavorare e non  disperdere le energie, ma restare concentrati: questo lavoro è un po’ come essere in missione».

 

-Le tue soddisfazioni  più grandi?

«Il pubblico finale, ovvero le clienti che tornano e ritornano e si vestono con le mie creazioni: è questa la conferma da cui non si scappa».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

No al Suk alle ex Ogm: mozione di sfiducia in Sala Rossa

porta palazzo 23

MARRONE-ALESSI (FDI-AN):  SFIDUCIA AGLI ASSESSORI MANGONE E CURTI, “INACCETTABILE IMPORRE IN DEGRADO DEL SUK SEMPRE AI SOLITI QUARTIERI CONTRO PARERE DELLE CIRCOSCRIZIONI”

 

<< Altro che riforma del decentramento, la Giunta Fassino già calpesta i pareri delle Circoscrizioni presiedute da esponenti del medesimo partito su un tema fondamentale come il suk del “libero scambio” alle ex OGM! Ordini del giorno approvati dai Consigli della 7 e della 6, richieste di assemblee di quartiere, promesse di confronto sulla stesura del bando per il soggetto assegnatario della gestione del suk … Tutto respinto al mittente dalle imposizioni degli Assessori Mangone e Curti che hanno tirato dritto contro due interi quartieri decidendo tutto a colpi di delibere di Giunta! Ma noi non consentiamo che i territori vengano calpestati così>> attaccano Maurizio Marrone e Patrizia Alessi, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Torino e Circoscrizione 7, che annunciano: << Oggi insieme alla mozione della Lega di ritiro delle delibere di Giunta sul suk sarà discussa e votata anche una nostra mozione di sfiducia agli assessori Curti e Mangone, per cui chiediamo il ritiro delle deleghe al Decoro urbano e al Commercio da parte del Sindaco Fassino: ogni singolo Consigliere dovrà assumersi la responsabilità di assecondare le loro politiche di disprezzo per i quartieri torinesi oppure porvi fine prima dell’insediamento del “libero scambio” alle ex OGM!Con la stessa mozione proponiamo anche un tavolo di concertazione tra Conferenza comunale dei Capigruppo e le Circoscrizioni torinesi per individuare sistemazioni alternative alle ex OGM per la collocazione del libero scambio, in modo da evitare che sia insediato in zone densamente abitate come Borgata Aurora>>.

MPP: "No ai tagli delle poste nei comuni rurali, collinari e montani"

poste italiane

Il Comune di Casorzo e l’Unione dei ColliDiVini accolgono all’unanimità due mozione di Zatti e Iaretti

 

Il Movimento Progetto Piemonte si schiera nettamente contro la chiusura o la limitazione di orario degli uffici postali nei comuni rurali, collinari e montani. E, forte  dell’accoglimento all’unanimità di una mozione in questo senso nell’Unione della Valcerrina, ha presentato analoghi documenti a Casorzo, a firma di Marco Zatti e nel Consiglio dell’Unione dei Colli DiVini, a firma di Fabrizio Iaretti. Nelle mozioni si chiede l’apertura di un tavolo istituzionale di confronto con Poste Italiane Spa e, comunque, una moratoria per almeno cinque anni per qualsiasi riduzione del servizio, sotto qualunque forma. Inoltre viene chiesto a Poste Italiane Spa di pronunciarsi per un principio importante, quello dell’invarianza della presenza degli uffici postali in caso di ampliamento della sfera delle gestioni associate delle funzioni amministrative e di governo del territorio dei comuni.

 

In entrambi i casi le mozioni sono state approvate all’unanimità. “Lo spirito della nostra proposta – spiegano Marco Zatti e Fabrizio Iaretti – è stato pienamente colto sia in seno al consiglio comunale di Casorzo, sia in quello dell’Unione dei Comuni dei Colli DiVini. L’auspicio è che questa impostazione possa venire proseguita anche da altri Comuni e da altre Unioni di Comuni della Provincia di Asti e non solo in modo da fare sentire in modo chiaro e forte la voce dei piccoli e dei piccolissimi comuni che, altrimenti, con la chiusura o la diminuione dei servizio postale, da parte di una società che è in utile, oltre a riuscire incomprensibile, andrebbe a creare notevoli disagi, soprattutto tra le fasce di popolazione più anziana”.

 

Le amministrazioni che fossero interessate a fare proprio il documento possono richiederlo telefonando al 349 – 8773769 o via posta elettronica a portavoce@progettopiemonte.it

 

 

                                                                 

Massimo Iaretti

Presidente e Portavoce Movimento Progetto Piemonte                                                                       

 

 

Ecco il vocabolario della Social innovation

Mixura

innovationIl format scelto per il Vocabolario è innovativo: si gioca con una grafica divertente che spezza la rigorosità del vocabolario e dove il significato di ogni parola viene arricchito da un logo specificatamente creato per facilitarne la comprensione

 

Mixura, società di Management Consulting, ha ideato e realizzato il primo “Vocabolario italiano della Social Innovation” sotto il coordinamento di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. L’obiettivo è quello di rendere accessibile a tutti, e non solo ad un pubblico “esperto”, le idee e i principi della social innovation in modo da raggiungere nuovi soggetti e ispirare nuove azioni.

 

Mixura è parte attiva del processo di innovazione sociale, sia facendosi veicolo di questa espressione culturale (organizzazione di attività formative, convegni e iniziative di divulgazione), sia supportando soggetti pubblici e privati realmente motivati al cambiamento, nello sviluppo di progetti di si, ad esempio realizzando, al fianco delle PA, Laboratori di Innovazione Territoriale  o, come braccio di imprese orientate alla CSI, contest ad hoc per far emergere nuove iniziative imprenditoriali.

 

Il format scelto per il Vocabolario è innovativo: si gioca con una grafica divertente che spezza la rigorosità del vocabolario e dove il significato di ogni parola viene arricchito da un logo specificatamente creato per facilitarne la comprensione.  Sono anche presenti approfondimenti tematici (PA, Finanza, imprese) che scorrono lungo le pagine, come una storia continua, e che contestualizzano il significato delle parole stesse.

 

Il volume è scaricabile on line direttamente dal sito internet di Mixura (www.mixura.com) in una modalità “light” per consentire una stampa più sostenibile e, su richiesta, disponibile anche in formato cartaceo.

Sito web pinerolese hackerato dall'Isis? La polizia indaga

isis

L’amministratore delegato, Francesco Carcioffo, guida anche un consorzio che si occupa di importazione di metano dall’Est Europa e dalla Libia

 

Sul sito web di Acea Pinerolese Industriale Spa, è comparsa la scritta “Hacked by Islamic State”. Il sito è ora fuori uso. E’ molto nota l’ azienda che opera nel campo della raccolta rifiuti e nel settore energetico con grandi commesse nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. L’amministratore delegato, Francesco Carcioffo, guida anche un consorzio che si occupa di importazione di metano dall’Est Europa e dalla Libia. L’azienda ha presentato denuncia alla Polizia postale per le indagini del caso.

Al Rugantino, delizie dell'8 marzo

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La tradizionale torta Mimosa e tante altre leccornie

 

Al Rugantino, in corso Sebastopoli 211/B, la festa delle donne si festeggia non solo con la tradizionale torta “mimosa”, ma con una pasticceria che è da sempre sinonimo di alta qualità. A chi piacciono le novità, il Rugantino propone “Rubino”, una torta Sacher rivisitata con un rivestimento di cioccolato bianco e uno strato di marmellata alla ciliegia tra i due strati di pan di Spagna. Per qualsiasi informazione e curiosità degna di un vero goloso, Agata, Valentina e tutto il personale sarà  a  disposizione con estrema gentilezza e professionalità. Il Rugantino rimane, per chi vive in zona Santa Rita, un punto di riferimento per una colazione golosa, ma anche luogo dove festeggiare con un ricco rinfresco eventi importanti come Battesimi e Prime Comunioni.

 

Angela Barresi