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“World Press Photo 2020”: annunciati i vincitori. Prima tappa italiana a Torino

In autunno / Fra i premiati anche il fotografo torinese Fabio Bucciarelli e il cuneese Nicolò Filippo Rosso

Lo scatto cristallizza, con intensa forza emotiva, l’immagine di un ragazzo illuminato dalle luci dei telefoni cellulari che, durante una manifestazione in Sudan, incredibilmente recita ad alta voce una poesia di fronte a una folla entusiasta e plaudente. Titolata “Straight Voice” e realizzata dal fotografo giapponese Yasuyoshi Chiba dell’Agence France-Press è questa la foto vincitrice di “World Press Photo of the Year 2020”, il più grande concorso di fotogiornalismo al mondo, nato ad Amsterdam nel 1955 “per tutelare la libertà di informazione, inchiesta e espressione come diritti inalienabili e promuovere il foto-giornalismo di qualità”.

In anteprima la foto di Chiba potremo ammirarla de visu nella mostra dedicata al prestigioso concorso e che vedrà la sua prima esposizione in Italia proprio a Torino negli spazi dell’Ex Borsa Valori (via San Francesco da Paola, 28) concessi dalla torinese Camera di Commercio all’“Associazione Cime – Culture e Identità Mediterranee” che organizza la tappa sabauda. Periodo previsto, fatti sempre i debiti conti con l’attuale emergenza sanitaria, il prossimo autunno. A partire dal 18 settembre. Complessivamente sono stati 2020 i lavori esaminati dalla giuria internazionale a firma di 4282 fotoreporter, provenienti da 125 Paesi per un totale di 73.996 immagini. E proprio nei giorni scorsi sono stati annunciati i 44 fotografi finalisti provenienti da 24 Paesi, fra cui sei italiani: Alessio Mamo, Daniele Volpe, Lorenzo Tugnoli, Luca Locatelli, Fabio Bucciarelli e Nicolò Filippo Rosso. Da segnalare in modo particolare, accanto alla sopra citata foto del giapponese Chiba, quella del francese Romain Laurendeau, aggiudicatosi il “World Press Photo Story of the Year” con un lavoro sul disagio della gioventù algerina. Tra i sei italiani sul podio anche Fabio Bucciarelli, torinese classe 1980, secondo premio nella sezione “Categoria general news, storie” con un servizio realizzato per “L’Espresso” sulle proteste in Cile, iniziate a ottobre 2019 dopo l’approvazione di una legge sull’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana della capitale e proseguite per denunciare soprattutto le forti disuguaglianze economiche e sociali del paese. Il cuneese Nicolò Filippo Rosso è giunto, invece, terzo nella sezione “Categoria contemporary issues, storie” con un lavoro sugli effetti della crisi politica e socio-economica in Venezuela e sulla migrazione dei venezuelani in Colombia.


A proposito della mostra che, incrociando le dita, si organizzerà a settembre nel capoluogo piemontese, così spiega il presidente di “Cime”, Vito Cramarossa: “Quest’anno, più che mai, il nostro lavoro è messo a dura prova dalla situazione legata alla pandemia, da un punto di vista sia organizzativo sia economico, come d’altronde quello di tutte le aziende creative che lavorano nell’ambito della cultura e degli eventi.  A tal proposito, ci impegneremo per tutelare i visitatori della mostra». Per questa ragione, “ritengo che mai, come in questo momento, la cultura necessiti del sostegno da parte delle istituzioni e dei partner privati.  In Piemonte la Camera di Commercio di Torino ci è stata sempre vicino comprendendo il valore della mostra e ospitandoci nella Ex Borsa Valori, così come il Comune di Torino che ci ha concesso negli anni alcuni spazi per comunicare la mostra e il primo anno ospitandoci al Mastio della Cittadella. Oggi, ancor più di ieri, politiche culturali lungimiranti e una forte sinergia pubblico-privato potranno permetterci di sostenere, programmare e garantire la presenza di una mostra internazionale la cui presenza non è del tutto scontata, ma soprattutto di rilanciare tutto il comparto culturale piemontese”.

g. m.

Foto di:

– Yasuyoshi Chiba
– Romain Laurendeau
– Fabio Bucciarelli
– Nicolò Filippo Rosso

Il Po mai così limpido

Chiare fresche dolci acque  Tra i pochi effetti positivi del coronavirus è da registrare come le acque del Po non siano mai state così limpide

Complici le industrie ferme per il lockdown, il Grande fiume si presenta cristallino e di un bel colore azzurro.  Gli scarichi delle aziende, infatti, sono ad oggi pressoché inesistenti.

Attenzione, però: ciò non significa che l’inquinamento sia del tutto sparito e che si possa bere l’acqua, magari ai Murazzi, come se si trattasse di una fonte di montagna. Comunque lo spettacolo è davvero inusuale. Godiamocelo finché sarà possibile.

 

(foto Mihai Bursuc)

Fase 2: quali risposte per bimbi e genitori?

Crediamo che sia arrivata l’ora di dedicare una parentesi ad una situazione che stanno vivendo tutte le famiglie italiane ed alla necessità di avere delle delucidazioni e delle risposte sul futuro prossimo dell’educazione e della gestione dei nostri bambini e ragazzi. 

Sono difatti settimane che i genitori, silenziosamente, si stanno occupando della cura e della didattica dei propri figli, sono allo strenuo delle forze, ma chi ha bambini nelle classi materne ed elementari (soprattutto le prime classi) è vicino alla beatificazione, vista la poca indipendenza dei più piccoli e la contemporanea necessità di apprendere e avanzare con il programma per non rimanere indietro proprio all’inizio della carriera scolastica.

Durante questa quarantena, noi genitori, siamo passati attraverso lezioni online che durano ore per dire un “ciao”, microfoni sempre accesi di tutti, messaggi video con didattica, mail continue di compiti, fotocopie, stampanti senza cartucce e consumo internet da gestire, interrogazioni generali su classi interattive, durante le quali  abbiamo riscoperto la tensione che provavamo noi alla loro età, siamo addirittura riusciti a spiegare, senza perder troppo la pazienza, argomenti totalmente dimenticati, come le lettere del corsivo maiuscolo, l’utilizzo dell’abaco e dei regoli, fino ad arrivare ai disastrosi lavoretti creativi manuali.

Siamo passati sopra al nostro smart working, siamo riusciti a procurare ad ogni figlio un dispositivo elettronico, quasi totalmente dedicato (a nostre spese e lo hanno dovuto fare anche i più contrari tra noi all’uso, o abuso, della tecnologia tra i più piccoli), siamo riusciti a coordinare le lezioni online di più figli, (dove l’assistenza da parte del genitore è richiesta continuamente), in pratica stiamo lavorando, forse più di quando ci recavamo nelle nostre aziende a svolgere il nostro lavoro per niente smart, ma che ora ricordiamo quasi come l’odore dello zucchero filato al luna park.

E non bisogna dimenticarsi come possano vivere questo momento quelle famiglie già caratterizzate da situazioni critiche, i cui bambini, perdendo la scuola, perdono l’unico esempio di relazionalità adeguato a cui potevano affidarsi prima dell’epidemia.

In pratica Ognuno di noi ha fatto davvero il possibile e senza modestia CI SIAMO RIUSCITI, tutti, ognuno a proprio modo.

Tutto questo è indubbiamente servito a dare un valore più grande all’insegnamento, sono certa che quando tutto finirà gli insegnanti avranno nei nostri cuori un posto più rilevante.

Adesso però abbiamo bisogno di RISPOSTE o quantomeno di una visione concreta del futuro che prenda in considerazione le problematiche inerenti a genitori e bambini.

Si parla di fase 2 e ripartenza. Tutti noi stiamo entrando nell’ottica che presto torneremo a lavorare effettivamente, chi prima chi dopo, ma comunque delle scuole nessuna notizia, nessuna prospettiva, nessuna visione, con le scuole chiuse fino a data da destinarsi, i centri estivi probabilmente chiusi tutta all’estate (altrimenti che senso avrebbe tenere chiuse le scuole che non costano a differenza di questi ultimi).

La prima domanda sorge spontanea… dove li lasciamo i bambini per 5 mesi? 

Ammesso e non concesso che da settembre tutto torni alla normalità!
Non potremo lasciarli ai nonni poiché si rischia di vanificare gli sforzi per il loro isolamento, soprattutto considerando il rischio maggiore se il genitore si reca a lavoro, isolamento che sopra ad una certa soglia d’età, probabilmente, verrà protratto a lungo.
Non possiamo contare sul congedo parentale che è di soli 15 giorni (non contando che nelle piccole aziende, dopo mesi di mancata produzione, non si guarderà di buon occhio l’utilizzo di questo sistema). In ogni caso la copertura sarebbe di 1/10 del periodo necessario!
Non potremo lasciarli ad una baby-sitter poiché, considerando 10 euro /ora, come previsto dal decreto legge, per 8 ore al giorno, calcoliamo una spesa media di 1800 euro al mese. Senza considerare che in realtà un lavoratore tendenzialmente resta fuori casa per 9 o anche 10 ore al giorno. Cifra improponibile per la maggior parte delle famiglie, anche considerando il bonus di 600 euro indicato nel decreto cura Italia, infatti più del doppio del costo rimarrebbe a carico delle nostre famiglie!!!

Ci chiediamo come faremo a gestire il nostro lavoro e la loro educazione e come potremo organizzarci in tempo, senza avere alcun tipo di informazione utile dalle istituzioni, che anzi sembrano essersi completamente dimenticate dei più piccoli e delle famiglie.

Le soluzioni peseranno su qualcuno in particolare e sul sistema famiglia più in generale. Chi guadagna di meno nella famiglia, di solito le donne (sembra impossibile nel 2020 in Italia, ma questa è la situazione reale), sarà costretto a rinunciare al proprio lavoro? Dovremo indebitarci per delegare la cura e la cultura dei nostri figli?

Non tener conto della problematica, allarga ulteriormente il divario sociale e non gratifica la scelta, già molto ardua, e sempre meno di moda, di avere dei figli in Italia. 

Siamo molto contrariati dal fatto che non vengano date linee guida chiare che prendano in considerazione una questione destinata a scoppiare nel brevissimo periodo. Non è possibile continuare a dare mezze risposte, o non darle affatto, alle nostre fatiche, ed essere in balia di una task force tutta al maschile. Ci chiediamo se avremmo potuto avere migliori risposte se ci fossero state anche figure femminili di spicco deputate a gestire questa emergenza. Tali questioni riguardano 10 milioni di studenti a cui dovrebbe essere garantito il diritto all’istruzione e anche il diritto a vivere le relazioni tipiche della loro età.

Ci sembra assurda la totale assenza di informazioni e di attenzione da parte di tutti gli organi governativi e di tutti i gruppi di lavoro incaricati di gestire al meglio questa situazione. Perché i piccoli studenti di oggi dovranno gestire il domani del nostro paese e dimenticarseli vuol dire non avere alcuna visione di futuro.

Noi famiglie italiane troveremo per forza, e nostro malgrado, delle soluzioni, come abbiamo fatto finora, ma purtroppo i bambini non possiamo portarli tutti in Parlamento a Conte, cosa che servirebbe quantomeno per una seria presa di coscienza da parte delle istituzioni.

Gettando il cuore oltre l’ostacolo, mi auguro vivamente che non solo arrivino risposte e rassicurazioni per questa imminente problematica, bensì questa tragedia possa porre le basi per un discorso più ampio, che tenga conto del disagio e delle esigenze delle famiglie, delle donne lavoratrici e del sistema che orbita intorno ai figli che, evidentemente, ha ancora molta strada da fare per porre l’Italia nella condizione di aumentare serenamente il proprio numero demografico.
Questione che è di vitale importanza per tutti.

Lucrezia Eleonora Bono

La spesa arriva comodamente a casa

Emergenza Coronavirus:  i servizi di spesa a domicilio visibili anche in app in collaborazione con Ascom Confcommercio Torino e Provincia e Coldiretti

Per facilitare la vita ai cittadini e sostenere gli esercizi commerciali e le aziende durante l’emergenza, Junker, su invito del Comune di Torino, ha inserito in app l’accesso alle mappe aggiornate delle consegne a domicilio, create dalle associazioni di categoria.

Tramite un link permanente – posto nella pagina del Comune di Torino in Junker – ogni utente potrà accedere direttamente dal suo smartphone alle mappe originali e visualizzare gli esercizi aderenti, zona per zona, e relative schede, complete di recapiti per il contatto diretto.
Junker sostiene queste iniziative mettendo a disposizione il suo canale di informazione diretto verso oltre 45mila utenze dotate della app in città e rilanciandole periodicamente con messaggi diretti.

Informazioni su Junker: http://www.junkerapp.it

Le vignette di Mellana

Non vi da’ un vago senso di fastidio in questi giorni la parola”scienziato”? A me molto.

Premetto doverosamente e a scanso di equivoci che non sono contro la scienza, aborro ogni forma di superstizione o pratica esoterica ma contemporaneamente sono pervicacemente contro la deificazione della scienza.
In questi mesi spuntano ovunque gli  “scienziati”,  così chiamati i giornalisti, ma loro tra di loro non lo fanno, loro tra di loro bisticciano e se bisticciano è perché non considerano l’altro uno “scienziato” ma, se va bene, uno sprovveduto contapalle. La politica ne ha arruolati una quantità inverosimile per poi….scaricarli alla prima occasione.
Prendete Fontana, avendo la magistratura alle costole si è affrettato a dire che lui non c’entra niente, è tutta colpa degli “scienziati” dell’ATS (Agenzie di Tutela della Salute), che sono loro ad aver detto cosa fare. Ora, a parte il fatto che perlomeno  ha la responsabilità politica della loro nomina se davvero fossero loro i responsabili della strage nelle case di riposo, ma se dice che è colpa loro, conseguentemente ora, deve destituirli, altrimenti come fa ad aver fiducia dei loro prossimi suggerimenti? O pensa di continuare a fidarsi, vada come vada, tanto è sempre colpa loro?
Per finire questa parte  due parole sul libro appena scritto da Burioni sul virus. Anche se ha detto che i proventi delle vendite andranno alla ricerca, l’operazione è “scientificamente squallida”. Che in due mesi sia possibile scrivere cose serie  su di un argomento, il COVID-19,  di cui si sa ancora talmente poco che ogni giorno se ne dicono di nuove, diverse e contrastanti tra loro è veramente inconcepibile. Speriamo che anche il narcisismo non sia epidemico, altrimenti chissà quanti “scienziati” scriveranno libri sul coronavirus.
*  *  *
La vignetta del geniale Ron Cobb è degli anni ’70 e ci dice che negli USA sono sempre stati anni avanti a noi, loro già in quel tempo trattavano i loro anziani come scarti. Noi ci siamo arrivati adesso ma stiamo lavorando bene, anzi meglio, invece di buttarli via li ammazziamo.
Claudio Mellana

Ora impariamo a fare dell’esperienza virtù

Una cosa è assodata: i nodi sono venuti al pettine, o se volete le contraddizioni sono esplose provocando danni gravissimi se non irreparabili. Ora toccherà alla nostra collettiva intelligenza 

Prima cosa è fare dell’esperienza virtù. Facile nel dirsi e più complicato a farsi.

Secondo: capiti gli sbagli fatti da Gennaio in poi. Toccherà alla magistratura, eventualmente,
stabilire se c è stato dolo o solo ignoranza. Mia figlia Sara,  anni fa mi ha regalato una
maglietta con su scritto: fare il padre è un mestiere difficile. Ma qualcuno deve pur farlo.

Qualcosa di simile è avvenuto in queste settimane. Non deve essere stata una passeggiata
scegliere che cosa fare. Da Roma a Torino come a Milano e Venezia. Ma c’è qualcuno che a
Venezia ci ha azzeccato e qualcuno che a Torino e Milano non ci ha azzeccato, magari non
su tutto, ma errori , essendo stati fatti, non dovranno più ripetersi. Il perché degli errori è
presto detto: una filosofia e cultura di base decisamente insufficiente. In altre parole non essere
minimamente preparati alla qualità e quantità del problema. Ci sono poi i complottisti. Per
loro è tutto più semplice. Grandi ed occulti poteri che producono questi fenomeni per trarne
vantaggi, essenzialmente di carattere economico. Cosi viene prodotto il virus in laboratorio per
produrre restrizioni democratiche e far vendere i vaccini per fare affari. Fantasiosi ed anche un
po’ pericolosi. Pericolosi perché autoassolutori. Ma anche qui c’ è chi è in buona fede e chi no.

Difficile una via di mezzo. Ora c’e una sola parola d’ordine: tornare alla normalità. Perplessi
alcuni virologi e decisamente contrari i sindacati. Il motivo è presto detto: nei posti di lavoro non
sarebbero garanti i livelli minimi di sicurezza. Ed invertire i fattori? Aprire dove  è garantita
la sicurezza e controllare periodicamente, non sarebbe meglio? I coronabond sono arrivati.
Esulta il PD, masticano amaro i cinque stelle e nettamente contraria è la destra. Non tutta per la
verità. Berlusca ammonisce i suoi. Prima prendiamo i soldi e poi si vedra’.

Persino Giorgetti non  sta bisticciando con Salvini. Del resto si sa che è tra i pochi che in Lega
hanno un proprio pensiero. Non l’unico appunto  come Zaia che azzeccando molto, se non tutto,
è per l’apertura. De Luca riscopre le sue origini borboniche e vuole blindare la Campania. Dal
sovranismo al campanilismo il passo è breve. Parole al vento. Un altro che straparla è Borghi
della Lega: contrario agli eurobond perché saremo schiavi. Alternative? Certamente, riprendere
a stampare moneta, emissioni di titoli da parte dello stato e Banca d’Italia che compra il
debito. Effettivamente sembrava un po’ alticcio. E l’Azzolina, per chi non se ne è accorto, ministro
dell’Istruzione  sostiene che, nonostante tutti promossi, saranno pagelle vere. Anche qui
dovrebbe essere l’incontrario.

Dal Ministro dell’Istruzione ci aspettavamo di far studiare gli alunni e poi il voto si vedrà. Queste incongruenze
della politica non dovranno essere un alibi per giustificare nostri non regolatori comportamenti.
Tutto non sarà come prima. Dovremmo comportarci seguendo un codice di comportamento.

Sì, anche qui non vale la regola se lo fa lui lo posso fare anche io. La posta in gioco è altissima.
Il prezzo  che dobbiamo pagare  è fare il nostro dovere. Mi rendo conto che per noi italiani l’argomento è un po’ ostico. ù

Abbiamo altri
pregi che messi insieme ad un minimo di organizzazione possono fare la differenza. Insisto
ripetendomi, che non si intravedono altre strade se non queste. Il 4 di maggio non è e non deve
essere un rompete le righe.

Si potrà uscire, incontrare persone, insomma riprendere la vita di ieri con nuove regole di
comportamento.

Patrizio Tosetto

Cronache della peste. Divagazioni di un sognatore

Ti monitorano all’ingresso dei supermercati con droni spia. Posti di blocco ovunque. Elicotteri che ti braccano se passeggi su una spiaggia deserta… Roba che neppure nel Cile del dopo golpe…

Roba da far sbiadire il 1984 di orwelliana memoria… E poi ti dicono di cantare alla finestra alle sei di sera, come un passero accecato in gabbia.. E di essere contento. Perché ti stanno salvando la vita… E magari ci credi…

E allora ti sta bene. Questo e peggio di questo. Solo che anche chi non abbocca, gli apoti che non se la bevono, devono subire… per ora, almeno. Ed anzi stanno peggio degli altri. Perché non hanno paura. Perché vedono le cose per come sono. E quindi sono reietti…

… continua su Electomag:

Cronache della peste. Divagazioni di un sognatore

La scuola ai tempi del coronavirus

Tra adattamenti a nuovi strumenti  e stimoli alle nuove generazioni. Ne parliamo con il professor Giorgio Primerano

“In tempi di emergenza da Covid 19 – spiega Giorgio Primerano (nella foto), docente di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Regina Margherita di Torino e di Pedagogia presso l’Università del Piemonte Orientale – la scuola può ribadire il suo ruolo essenziale nell’accompagnare gli studenti non soltanto nelle diverse fasi di apprendimento, ma anche nell’aiutare loro a decifrare meglio la realtà che stanno vivendo”.

“Ho reputato da subito fondamentale  – aggiunge il professor Giorgio Primerano – interagire con i miei studenti della scuola secondaria attraverso delle videolezioni, al fine di garantire loro una quotidianità importante da un punto di vista psicologico e di poter continuare ad essere un punto di riferimento presente in un momento così complesso.

Inoltre le discipline che insegno, tra cui sociologia e filosofia, mi permettono di creare molti collegamenti con la realtà attuale; penso ad argomenti quali la globalizzazione o il mondo dei mass media, già presenti nel programma ministeriale.

“In questo periodo –  afferma il professor Giorgio Primerano – si parla di ricostruzione del Paese per quando tutto sarà finito. Credo che essa dovrà essere non soltanto economica, ma anche culturale, sociale e morale, ed in tutto questo non si potrà prescindere dalle nuove generazioni. Il lavoro che la scuola, in questo campo, può fare con gli studenti in questo momento di emergenza è essenziale, anche dal punto di vista progettuale. Questa esperienza ci insegna anche che siamo interconnessi; una tragedia che avviene dall’altra parte del mondo ci deve riguardare. Non possiamo far finta di nulla e continuare a coltivare il nostro orticello. Parimenti siamo interconnessi con la natura: interferire con gli ecosistemi ha delle conseguenze”.

“Il modello della lezione a distanza – spiega Giorgio Primerano – può sicuramente essere ottimale in questo periodo di distacco ed isolamento sociale forzato, in cui le scuole rimangono chiuse e gli studenti necessitano di una guida, l’insegnante, non soltanto di carattere didattico, ma anche capace di fornire strumenti interpretativi di una realtà sicuramente non facile da vivere e da decifrare. La scuola in rete, però, per definizione, viene a creare una barriera spaziale tra gli allievi ed il docente, quindi può essere utilizzata solo in periodi di emergenza”

“In questi tempi di emergenza – spiega il professor Primerano – l’insegnante non deve valutare le competenze digitali dell’allievo, ma valutarne le competenze interdisciplinari, critiche e argomentative. Ovviamente la scuola deve, da sempre, essere il luogo delle “pari opportunità”, e l’uso delle piattaforme digitali per la didattica rischia, sicuramente, di negare l’accesso alla scuola da parte di alcune fasce della popolazione. Pensiamo ai ragazzi/e che vivono in situazioni svantaggiate dal punto di vista economico, in famiglie che, magari, non possiedono dispositivi informatici adeguati o non dispongono dell’alfabetizzazione necessaria per usare le nuove tecnologie”.

“La scuola oggi – conclude il professor Primerano – non offre soltanto un valido supporto didattico ai suoi allievi in questi tempi di emergenza sanitaria, ma spesso mette a loro disposizione  anche quello, altrettanto prezioso, del sostegno e dell’ascolto psicologico. È stato istituito, per esempio, da tempo presso l’istituto in cui sono docente, uno sportello psicologico, cui lo studente può rivolgersi direttamente, in caso di necessità di ascolto e difficoltà. Questo Sportello di ascolto ora lavora nella modalità Skype e lo studente vi può accedere scrivendo una mail”.

Mara Martellotta

Le lezioni online della scuola Holden, a disposizione di tutti

Fare scuola, in rete  Tutto lo staff della Scuola Holden, in questi giorni, lavora da casa: anche se i cancelli della Caserma Cavalli resteranno chiusi fino a nuovo ordine, non si smette di essere attivi e di proporre iniziative utili per tutti coloro che sono alle prese con la didattica a distanza

Per dare una mano agli insegnanti e condividere strumenti e metodi didattici, la Holden ha trasformato alcuni dei format ideati in questi anni per le scuole – dalle elementari alle superiori – in video lezioni accessibili a tutti, visibili sul sito della Scuola e saranno sottoposte al vaglio del Miur per essere inserite tra le risorse online per la didattica a distanza.

Fronte del Borgo, l’area della Holden che si occupa di insegnare a bambini e ragazzi ad amare e coltivare le loro storie, si è trasferita momentaneamente online, inventandosi nuovi modi di giocare, studiare e lasciar libera di correre la fantasia.

Domitilla Pirro e Francesco Gallo propongono Al timone di una storia, una serie di video lezioni pensate per i bambini delle scuole elementari, per imparare le regole base della narrazione e capire come funzionano le storie. Quali sono le procedure da seguire perché i nostri racconti stiano a galla? Come si crea un personaggio che abbia il fascino di un capitano? E come si pilotano gli eventi in modo da non far naufragare tutto dopo le prime parole? Queste e molte altre domande troveranno risposta grazie ai suggerimenti di Domitilla e Francesco. Chi vorrà, seguendo i consigli dati a lezione, potrà anche partecipare al progetto Global Writing Lockdown promosso da Ordskælv, il centro danese delle International 826-Inspired Organizations, di cui Fronte del Borgo fa parte. Le storie spedite dai partecipanti di tutto il mondo saranno alla fine pubblicate in un ebook.

Santi, pirati e altre moderne antiche genti è la video lezione per le classi delle scuole medie di Valentina Manganaro che intreccia storia, arte e narrativa. Specialista di storia dell’arte, Valentina guiderà i ragazzi in un viaggio alla scoperta delle vicende più strane e incredibili accadute a personaggi noti (e meno noti), raccontandole attraverso quadri, affreschi e dipinti, ovvero quello che un tempo erano le serie TV e i fumetti medievali.

Storie in cambusa è invece il format per bambini e ragazzi a partire dai 7 anni proposto da Michele Cappetta, bibliotecario della Holden, che leggerà in otto puntate Inkiostrik, il mostro dell’inchiostro di Ursel Scheffler. Alla fine di ogni video, Michele assegnerà un piccolo esercizio di scrittura e i testi migliori verranno pubblicati sulla pagina Medium di Fronte del Borgo. Le storie diventeranno così un’ancora di salvezza per non annoiarsi e saranno anche lo sprone a tuffarsi a bomba in qualche bel libro dimenticato sullo scaffale da troppo tempo.

Dal 20 aprile comincia anche Giovani Penne Redazione, il laboratorio online per ragazzi dai 12 ai 18 anni che hanno già frequentato l’anno scorso il primo anno di scrittura e i cui racconti sono stati pubblicati dalla Holden nell’antologia Giovani Penne. In queste cinque lezioni via Hangout impareranno a raccontare il loro mondo e pubblicheranno i loro testi su Medium.

E per gli adulti? Per insegnanti e genitori, è previsto un ciclo di video lezioni gratuite dal nome SOS Scuola, una via di mezzo tra una cassetta di pronto soccorso e un laboratorio pratico a cura di Domitilla Pirro e Francesco Gallo, in cui vengono dati letture, esercizi, spunti e suggestioni per gestire al meglio la didattica a distanza con bambini e ragazzi, esplorando al contempo modelli narrativi, generi letterari e concetti chiave della narrazione.

Oltre a queste video lezioni, si sono trasferite online anche le attività del Doposcuola con i bambini di Borgo Dora: un’attività che veniva svolta quotidianamente a Fronte del Borgo per i bambini delle elementari, e che ora si è spostata sulla rete. Gli iscritti ricevono ogni settimana, nella chat creata con le mamme del quartiere, alcuni esercizi da fare a casa e poi correggere insieme. L’idea è di riuscire al più presto a trasformare il Doposcuola in una classe virtuale e in uno sportello d’aiuto per le molte scuole che ne stanno facendo richiesta, nell’attesa di mollare gli ormeggi del Galeone di Fronte del Borgo e tornare finalmente a solcare dal vivo le onde della narrazione.

Per gli studenti delle scuole superiori, invece, continuano gli incontri del progetto Holden Classics: l’obiettivo è riuscire ad addomesticare alcuni mostri sacri della letteratura con l’aiuto di scrittori e insegnanti della Holden. Ognuno di loro sceglie un grande classico che ama e racconta agli studenti tutto quel che sa di quel libro, cosa ha trovato di magico e potente in quelle pagine e perché valga la pena leggerlo. Se tutto va bene, alla fine della lezione l’incantesimo avrà funzionato: quante volte qualcuno ci ha parlato di qualcosa che amava con così tanto trasporto da farci innamorare a nostra volta? Queste video lezioni si possono vedere anche sul sito del Salone del Libro, grazie alla collaborazione con il festival: tra gli altri, troverete Raffaele Riba che racconta Il giorno della civetta di Sciascia, Emiliano Poddi Il sistema periodico di Primo Levi, Eleonora Sottili Frankenstein, Federica Manzon con Il barone rampante di Calvino, Alessio Romano Una questione privata di Fenoglio, Alessandro Mari Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e l’Orlando furioso, Annalisa Ambrosio La Repubblica di Platone, Martino Gozzi Il giovane Holden, Michela Monferrini L’isola di Arturo, Paolo Di Paolo Il fu Mattia Pascal, mentre Domitilla Pirro e Francesco Gallo faranno una lezione dal titolo Cento di questi Gianni per festeggiare il centenario della nascita di Rodari, uno dei più geniali autori dei nostri tempi.

Tutte le video lezioni di Fronte del Borgo saranno caricate sulla pagina Dall’oblò del Galeone del sito Holden, mentre i video di Holden Classics si trovano sulla pagina https://scuolaholden.it/classics.

Ecco i monopattini per la consegna dei farmaci

BIT Mobility mette a disposizione di Anpas la flotta di monopattini elettrici per la consegna gratuita di farmaci a domicilio. Il progetto nasce a Verona ed è estendibile in tutta Italia grazie alla disponibilità dell’azienda a mettere a disposizione gratuita la propria flotta anche ad altre associazioni impegnate nella lotta contro il coronavirus

 BIT Mobility ha deciso di supportare Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) mettendole a disposizione i propri monopattini elettrici per la consegna a domicilio di farmaci, altri generi di supporto e di prima necessità attraverso il personale autorizzato. Il progetto è nato a Verona (e subito esteso a Torino e Milano), tra le zone maggiormente colpite dal Covid-19 e dove l’allerta resta estremamente alta.

L’azienda attiva nel settore della sharing mobility mette a disposizione la sua flotta di monopattini elettrici anche ad altre associazioni che stanno operando nella lotta contro le conseguenze della diffusione del coronavirus. Il mezzo è ottimale per movimenti in centro storici, per tratti brevi e medi e per il trasporto di oggetti non particolarmente ingombranti come appunto le ricette e i farmaci, piccole spese alimentari e altri oggetti utili alla vita casalinga delle persone che non possono muoversi da casa, primi fra tutti gli anziani e le persone invalide. La disponibilità dei monopattini offre anche il vantaggio alle associazioni di poter usare gli altri veicoli per attività che richiedono il trasporto di oggetti di maggiori dimensioni e di aumentare i servizi offerti nella loro globalità.

Questa emergenza sanitaria sta cambiando il modo di affrontare la quotidianità per molti italiani. Anche il personale sanitario è chiamato ad adeguarsi a nuovi ritmi e nuove soluzioni. – dichiara Andrea Bonizzoli, presidente di Anpas Comitato Regionale Piemonte – “A Torino i monopattini che ci sono stati assegnati sono stati messi a disposizione della nostra associata Croce Giallo Azzurra di Torino . L’uso di monopattini elettrici è utile per muoversi rapidamente nelle strade cittadine e ci permette di usare i veicoli per consegne più impegnative.”

 “Abbiamo deciso di mettere a disposizione i nostri beni gratuitamente fino al termine dell’emergenza perché crediamo che tutti dobbiamo aiutare il sistema a lottare contro il nemico rappresentato dal virus. – afferma Michela Crivellente, fondatrice di BIT Mobility – Per noi è un modo concreto di aiutare chi tutti i giorni mette al servizio degli altri la propria attività correndo dei rischi anche molto alti. Il progetto nasce con Anpas, ma speriamo di poterlo allargare anche ad altre associazioni che svolgono attività simili sul territorio e che invitiamo a prendere contatto con noi“.

Bit Mobility è l’azienda nata nel 2019 a Bussolengo, in provincia di Verona, attiva nel settore della sharing mobility, che si è posta la mission di ridurre la congestione del traffico e le emissioni di CO2 nelle piccole e grandi città italiane, offrendo una reale alternativa all’automobile che sia economica e rispettosa dell’ambiente. Presente a Milano, Torino, Verona, Cattolica e Misano, e presto anche a Pisa e Firenze, BIT Mobility mette a disposizione dei centri urbani una flotta di moderni monopattini in modalità di sharing economy. Si tratta di mezzi alimentati da energia elettrica, facilmente reperibili, semplici da usare grazie all’app dedicata, ideati per diventare una soluzione green e comoda per la mobilità urbana.