società

Ludoteche, sono ‘poli pluriarticolati’

 Per ampliare l’accesso e la frequenza ai servizi educativi. Al via la co-progettazione con il Terzo settore

 

Garantire a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, l’opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, per promuovere il loro benessere e superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, sociali e culturali: è questo l’obiettivo del percorso di co-progettazione con gli enti del Terzo settore  per la trasformazione delle ludoteche comunali in “poli pluriarticolati” approvato dall’esecutivo di Palazzo Civico su proposta dell’assessora all’Istruzione.

Un risultato da raggiungere attraverso l’utilizzo diversificato e ampliato dei locali che attualmente ospitano 6 ludoteche cittadine affinché questi spazi possano diventare luoghi flessibili in cui attivare servizi educativi integrativi, creando rete tra le diverse opportunità rivolte a bambine/i e famiglie quali i servizi culturali, sociali, sanitari, le biblioteche, i musei, i centri sportivi, secondo le esigenze specifiche dei territori.

La trasformazione delle ludoteche comunali si inserisce nel quadro delle azioni previste dall’intervento 0-6 della più ampia iniziativa pluriennale ‘Città dell’Educazione’, promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione per la Scuola in due città piemontesi – tra cui Torino – e due città liguri. In collaborazione con l’Amministrazione comunale, l’intervento 0-6 anni di ‘Città dell’Educazione’ a Torino, intende promuovere azioni integrate contro la denatalità e di cura e educazione per tutte le bambine e i bambini da 0 a 6 anni attraverso un portfolio di servizi ad alta intensità educativa e altri servizi integrativi, con lo scopo di ampliare l’accesso e la frequenza ai servizi educativi, offrire un’ampia scelta di servizi a minori e loro famiglie e rafforzare integrazione tra servizi.

Questa decisione è stata presa anche grazie a un’analisi condotta dalla Fondazione Zancan, su incarico della Compagnia, da cui è emerso che a livello cittadino il tasso di frequenza dei servizi per la fascia d’età da 0 a 3 anni è del 41% di cui il 23% è garantito dai servizi pubblici (nidi di infanzia) e il 18% dai servizi privati (nidi d’infanzia, nidi aziendali, sezioni primavera, nidi in famiglia e altri servizi).

Tra le motivazioni degli attuali tassi di frequenza, oltre a difficoltà economiche e situazioni di fragilità, anche resistenze culturali ad affidare ad altri le bambine e i bambini più piccoli o, ancora, esigenze di flessibilità che i servizi tradizionali non soddisfano.

L’Amministrazione ha così deciso di coinvolgere nella trasformazione delle ludoteche comunali i soggetti del Terzo settore che hanno maturato un’esperienza almeno biennale nel territorio della Città Metropolitana di Torino, per dare una risposta ai bisogni e agli stimoli emersi negli incontri con i diversi operatori – educatori, insegnanti, bibliotecari, pediatri – e i rappresentanti delle famiglie all’interno di un intenso percorso di ascolto partecipato condotto nell’ultimo anno.

Attraverso il percorso di co-progettazione si stima l’apertura e l’offerta negli spazi delle ludoteche comunali di almeno 200 nuovi posti ‘ad alta intensità educativa’ oltre ad altri servizi integrativi di tipo ricreativo, ludico, culturale, sociale, sanitario.

Dopo l’indizione dell’istruttoria pubblica, gli Enti del Terzo settore interessati potranno candidarsi manifestando la propria volontà di prendere parte alla co-progettazione per l’ampliamento dei servizi 0- 6 in 6 delle attuali ludoteche comunali (Agorà di via Fossano 8, Laboratorio di Lettura Pinocchio di via Parenzo 42, Cirimela di via Tempia 6, Il Paguro di via Oropa 48, Drago Volante di Corso Cadore 20/8 e L’Aquilone di corso Bramante 75).

I progetti candidati, di durata triennale, dovranno prevedere una stima degli effetti in termini di aumento e differenziazione dell’offerta educativa, di ripetibilità e continuità delle azioni promosse, di capacità delle azioni sostenute di attivare processi di prossimità e cambiamento sul territorio, di adeguamento delle strutture alle proposte progettuali. Al termine del percorso di co-progettazione sarà stipulato un apposito accordo di collaborazione tra gli enti del Terzo settore e la Città di Torino.

La Fondazione Compagnia di San Paolo collaborerà con l’Amministrazione in questi interventi mettendo a disposizione competenze e risorse economiche.

TORINO CLICK

“Il Mandala della prosperità” al MAO dal 26 al 28 aprile

 

 

Da venerdì 26 a domenica 28 aprile, dalle 10 alle 18, il MAO ha il piacere di presentare l’evento “Il Mandala della prosperità”, a cura dell’Associazione Fedinsieme e della Casa della Cultura del Tibet. Per tre giorni consecutivi si potrà assistere alla creazione di un Mandala di sabbia ad opera di un gruppo di monaci buddisti della tradizione tibetana Geluk. Quella del Mandala, fonte di bellezza e perfezione, che rappresenta una delle più alte rappresentazioni della cultura spirituale buddista, è una pratica che prevede la costruzione di un complesso disegni composto da forme geometriche iscritti in un cerchio, mediante l’utilizzo di sabbia di vari colori, ciascuno con la sua valenza simbolica.

Frutto di una tradizione risalente a oltre 2500 anni fa, questa pratica è legata ai concetti di prosperità, pace, armonia e, soprattutto, all’idea di impermanenza e di distacco dalle cose materiali. Dopo aver lavorato per giorni alla composizione dell’opera, i monaci autorizzati allo svolgimento della pratica celebrano la cerimonia di dissoluzione, durante la quale la sabbia che compone il Mandala viene dispersa in acqua o distribuita alle persone presenti al rito. Durante l’evento al MAO, le fasi di creazione del Mandala si alterneranno a momenti di recita di Sutra e Mantra propiziatori, per culminare nella distruzione del Mandala domenica 28 aprile alle ore 17.

I visitatori del museo potranno assistere a tutte le fasi del processo, avvicinandosi così alla tradizione di riti nati sotto altri cieli. La partecipazione è inclusa nel biglietto d’ingresso al museo.

 

Mara Martellotta

Quando sarà possibile un 25 aprile tricolore e condiviso?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
.
Lo storico Barbero dichiara di aver avuto due nonni fascisti di cui uno ucciso dai partigiani, ma dice anche che non bisogna fermarsi alla memoria personale che genera rancore, ma bisogna affidarsi alla storia. E’ la prima volta che apprezzo il suo pensiero e anche la sua sincerità. In questo 25 aprile, pieno zeppo di polemiche faziose, è difficile far festa per la Liberazione dell’Italia come sarebbe giusto fare. Troppi speculano politicamente in modo dozzinale come Scurati e i suoi accoliti che lo celebrano in modo smodato e ridicolo. Egli è un “politicante” – non uno storico – che si è fatto conoscere proprio perché ha scritto su Mussolini a cui deve la sua notorietà.
.
Con questi personaggi che scrivono anche cose errate e imprecise, non sarà mai possibile giungere ad un 25 aprile tricolore e condiviso. Per altri versi ci sono anche quelli che vogliono far casino,  portando in piazza le bandiere della Nato o vietando quelle di Israele. C’è anche chi vuole sfilare con le bandiere della Palestina che in parte fu amica di Hitler. Molta ignoranza e molta mala fede  insieme ad insulsa mania di protagonismo impediscono un discorso storico. La polemica divampa e magari ci saranno anche incidenti. Da ieri sono a letto vittima di una dolorosa indisposizione e non andrò al corteo del  24 aprile dove di partigiani non si vede neppure più la traccia per ragioni anagrafiche.
.
C’è perfino chi vorrebbe dedicare a Bruno Segre, che fu  un partigiano molto secondario e non sparò mai un colpo, per ragioni politiche contingenti, il 25 aprile. Proposta priva di senso.  L’altro giorno ho partecipato ad un bel dibattito su via Rasella e le Fosse Ardeatine dove tutti i relatori  hanno meritato di essere ascoltati perché non faziosi e desiderosi di far capire cosa è accaduto a Roma 80 anni fa: dal presidente dell’ ANPI Boeti che ha fatto un intervento meditato e non polemico a Vecellio che ha parlato dell’errore di via Rasella già denunciato da Pannella e Bobbio. Con calma tutti hanno avuto modo di parlare e forse il pubblico ha capito qualcosa di utile, facendosi un’idea dei fatti drammatici della guerra civile in un paese di eroi, ma anche di voltagabbana. Sarebbe bene smettere di andar avanti su strade pericolose, lastricate di estremismi che eccitano all’odio tra Italiani.
.
Esaltarsi per Scurati non rivela buona fede e dimostra anche mancanza di  intelligenza. Mio nonno nel suo castello di Camerano Casasco, lui amico di Giovanni Giolitti e di Marcello Soleri, vecchio antifascista, aveva ospitato ebrei. Rischiò  di finire fucilato dai tedeschi, ma non si considerò mai un eroe e non ebbe e non sollecitò  riconoscimenti. Disse a mia madre che  aveva solo  fatto il suo dovere. Questo è un piccolo esempio di cosa fu la Resistenza migliore.
.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

“Chiedere aiuto non è un di meno”, conferenza al Campus Einaudi

Lo scorso 23 aprile presso la sede universitaria del Campus Luigi Einaudi di Torino si è svolta la conferenza “Promuovere la consapevolezza sulla salute mentalenella splendida cornice della sala lauree rossa, gremita di studenti universitari e membri della società civile. Ad accoglierli un parterre di ospiti di altissimo profilo: rappresentanti delle istituzioni provenienti da diverse estrazioni politiche, idealmente uniti dall’obiettivo comune di diffondere una maggiore sensibilità sul tema.

Matteo Hallissey, segretario dei Radicali Italiani, Silvio Magliano, consigliere regionale del Piemonte, Tiziana Ciampolini, consigliera comunale di Torino, Francesco Aglieri Rinella, vice presidente della Circoscrizione 3, Stefano Callà, avvocato specializzato in diritto scolastico e Francesco Macri, studente da sempre attivo sul tema.  Giacomo Pellicciaro, rappresentante degli studenti in Università, che ha immaginato di poter realizzare un evento dal taglio inedito: parlare di salute mentale non limitandosi alla sola e solita trattazione “cattedratica” del tema, bensì provando a rispondere concretamente alle rimostranze di chi si dice abbandonato dalla apparente inerzia della politica. “Occorre rinsaldare il patto fiduciario tra cittadinanza e rappresentanza muovendo dalla promozione del benessere mentale” sostiene Pellicciaro.

È sulla scia di questi presupposti che ogni singolo intervento ha assunto una connotazione differente: non solo un momento di dialogo aperto con le istituzioni ma anche l’occasione per la politica di diffondere un “vademecum” degli strumenti ed iniziative che le diverse governance promuovono a risposta del fabbisogno sempre crescente di richieste d’aiuto. I dati diffusi durante l’ora e mezza di discussione sono sconcertanti e danno una fotografia realistica della portata del problema. In Piemonte sono circa 71 mila i ragazzi di età compresa tra i 10 e 19 con disturbi mentali diagnosticati, il suicidio rappresenta il 20% delle cause di morte non violenta e l’incremento di richiesta di accesso alle cure psicologiche post COVID è stato del 70%. Da questa fotografia promana la necessità, avvertita dagli studenti, di mobilitarsi e di realizzare senza riserve questo incontro.

Al termine degli interventi è stato organizzato un momento simbolico in cui tutte le parti istituzionali intervenute hanno apposto una firma su un’impegnativa dal carattere programmatico, volta ad adoperarsi per trovare misure che facilitino la conoscenza e la cura delle malattie mentali.

Tommaso Piras, rappresentante degli studenti

 

Quando ci si divertiva con poco

I giochi, al tempo dell’infanzia nei primi anni sessanta del secolo scorso a Baveno, sul lago Maggiore ( fa persino effetto a immaginare lo scorrere del tempo..) erano molto semplici e ci si arrangiava con ciò che avevamo a disposizione. Non saranno stati un granché ma, accompagnati da una buona dose di fantasia – che, fortunatamente, non mancava –  erano pur sempre meglio di niente. In fondo, di alternative non ce n’erano e conveniva accontentarsi. Così, la vecchia cascina diventava un fortino delle giacche blu che presidiavano la selvaggia frontiera del West e l’impolverato calesse padronale del cavalier Castiglioni, ricoverato nello stabile adiacente, si trasformava in una diligenza pronta ad attraversare la prateria da un paese all’altro, tra l’Arizona e il Texas. I rocchetti del filo di tessitura – grigi coni di cartone pressato – infilati uno sull’altro, formavano delle lance che nemmeno i cavalieri medioevali potevano permettersi nei tornei dove mettevano in mostra il loro ardimento.

L’arrugginito marchingegno per l’intrecciatura della canapa, dal quale uscivano lunghe e robuste corde, immaginavamo fosse una straordinaria arma in dotazione a civiltà extraterrestri, abbandonata alla fine di antiche colonizzazioni del nostro pianeta. Le letture delle mirabolanti avventure contenute nei libri di Jules Verne, il fascino delle foreste del grande nord che scaturiva dalle pagine de L’ultimo dei Mohicani di Fenimore Cooper, la vita ribelle e trasgressiva, ricca di colpi di scena, dei pirati della Malesia capitanati da Sandokan e dal fido Yanez, contribuivano a far galoppare la fantasia sui prati e tra gli alberi della Tranquilla. Se a colmare le ore delle sere d’estate erano i racconti avidamente consumati, insieme alla vista, sfruttando la luce fioca delle lampadine alimentate con la corrente a 160 volt, o il giocare a nascondino con i ragazzi che venivano in villeggiatura dalla provincia di Varese  che, per noi, erano “i milanesi”, d’inverno ci si scapicollava sul prato innevato in ardite discese con la slitta.

Ovviamente le battaglie a palle di neve non mancavano così come la costruzione di sgraziati pupazzi di gelo, con tanto di pezzetti di corteccia per gli occhi e la bocca, una carota al posto del naso e una vecchia berretta colorata a fare da copricapo. Mai che ne venisse uno decente, però: erano goffi e flaccidi oppure rachitici e tremolanti. La neve si mangiava, a quel tempo. “Liscia” o con un po’ di limone che, almeno nelle intenzioni, non solo le dava quel poco di gusto ma contribuiva  a disinfettarla da tutti quei microbi ( tanti, troppi) che raccoglieva scendendo lenta e soffice fino a posarsi a terra.

Con i legni di nocciolo, robusti ed elastici, si confezionavano archi e frecce. Viceversa gli stretti tubi di celluloide che dovevano ospitare i cavi elettrici ( ce n’era una buona quantità nel magazzino abbandonato sopra alla fabbrica del signor Arrivabene) diventavano – una volta sezionati nella giusta misura – delle micidiali cerbottane. I proiettili abbondavano, grazie a quelle palline dell’infiorescenza delle palme che in gergo erano ribattezzate “ball da can”. Davanti alla fabbrica Shelling, dove si producevano scardassi – pettini d’acciaio per cardare la lana – c’era un grande palmizio ( tutt’ora è lì, seppur molto malandato) che regalava delle piccolissime noci di cocco, in tutto e per tutto uguali a quelle più grandi ma che non arrivavano nemmeno a eguagliare la misura di una pallina da ping-pong. Erano buonissime e le aprivano con il martello. Anche a mia madre piaceva la polpa delle noci di cocco e quand’era il tempo della festa patronale di Baveno, a giugno ( i santi Gervaso e Protaso ) ne acquistava dei pezzi dai venditori che li esibivano in quantità su quelle strane fontanelle a piramide. E, accanto al cocco, era difficile resistere alla tentazione dello zucchero filato, del croccante alle mandorle e alle nocciole, delle rotelle di liquirizia, con buona pace per dentisti e dietologi. Erano tempi in cui ci si accontentava di poco. E quel poco di cui si disponeva non era mai troppo.

Marco Travaglini

25 Aprile, tutte le iniziative a Torino

Anche quest’anno in occasione della Festa della Liberazione la Città di Torino, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, il Polo del ‘900 e associazioni e istituzioni culturali, propone un ampio calendario di iniziative che alle tradizionali commemorazioni istituzionali affianca dibattiti, letture, aperture straordinarie, incontri dedicati alle scuole, proiezioni di film e concerti. Una giornata che si chiuderà in musica con il concerto di Fatoumata Diawara al Teatro Regio.

Ieri 24 aprile, si è tenuta la fiaccolata della vigilia della Festa della Liberazione che ha dato inizio, come da tradizione, alle celebrazioni. Partenza alle ore 20 da piazza Arbarello e arrivo in piazza Castello per il saluto delle autorità e l’orazione ufficiale dello storico Carlo Greppi.

Giovedì 25 aprile il primo appuntamento sarà la cerimonia istituzionale di omaggio ai caduti, alle ore 10 al Cimitero Monumentale, per proseguire con le iniziative su tutto il territorio cittadino a cura di associazioni e istituzioni culturali.

Tante le proposte del Polo del ‘900, come le passeggiate alla scoperta dei luoghi della Memoria e della Resistenza, la visita guidata alla casa di Piero e Ada Gobetti, le proiezioni del film Tante facce nella memoria di Francesca Comencini e della pellicola vincitrice della sezione Fare Memoria del Valsusa Filmfest, la lectio magistralis di Isabella Insolvibile dal titolo Combattere, il concerto con letture dal vivo ispirato allo storico concerto della Resistenza del 1964 al teatro Gobetti e l’apertura straordinaria dell’allestimento Torino 38-48, dalle leggi razziali alla Costituzione.

La Festa della Liberazione sarà anche l’occasione per visitare luoghi solitamente chiusi al pubblico, come Palazzo Civico e le sue aule auliche, il palazzo della Prefettura, la sede della Città Metropolitana, il Sacrario del Martinetto e la già citata casa di Piero e Ada Gobetti. Il Museo Carcere Le Nuove organizza una visita guidata straordinaria, come anche il Museo del Risorgimento, che propone un percorso tematico tra le sue collezioni dal titolo Libertà va cercando… le conquiste della primavera dei popoli, che racconta le battaglie per l’ottenimento di libertà e diritti dagli anni dello Statuto Albertino fino alla costituzione dello stato nazionale. Alla Pinacoteca Agnelli una visita guidata porterà alla scoperta dell’opera PISTARAMA di Dominique Gonzáles-Foerster, il gigantesco murales disegnato sul perimetro della Pista 500.

Il 25 aprile porterà spettacoli di musica, danza, teatro in tutta la città. Il Museo della Radio e della Televisione Rai propone l’iniziativa musicale Liberi di Sognare, tra le danze e l’accensione di antichi apparati radio e tv. Al Sacrario del Martinetto l’accademia dei Folli mette in scena lo spettacolo di musica e teatro Il rossetto e la bomba, dedicato all’importante ruolo svolto dalle donne durante la Resistenza. Alla Casa del Quartiere di San Salvario si terrà il concerto degli Alma Mude con le canzoni della Resistenza, mentre al circolo Antonio Banfo il contrabbassista Michele Anelli e il pittore Diego Pomarico si esibiranno in uno spettacolo di musica e live painting. La Casa del Quartiere Il Barrito mette in scena La musica Resistente – Parole e note dal mondo, tra canzoni, poesie e racconti nati dalle tante comunità e dai tanti popoli nel mondo che hanno subito oppressioni e violenze.

Osserveranno apertura straordinaria i Musei Reali e le Gallerie d’Italia, che per l’occasione offriranno l’ingresso a titolo gratuito. Biglietti a prezzo ridotto per il Museo del Risorgimento (8 euro) e per il Museo della Montagna (7 euro). Aperti anche il Museo del Cinema, il Museo A come Ambiente, il Museo Egizio e il Museo Diffuso della Resistenza.

Chiude la giornata, alle 21 al Teatro Regio, il concerto di Fatoumata Diawara, realizzato dalla Fondazione per la Cultura nell’ambito del Torino Jazz Festival e promosso dalla Città di Torino e dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte. La cantante di origini maliane si esibirà, accompagnata dalla sua band, in uno spettacolo dedicato alla gioventù resistente e in special modo a Dante Di Nanni.

Il calendario completo degli eventi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/25aprile.

Ecco il nuovo canale TikTok lanciato da Turismo Torino in collaborazione con BTREES

In 3 mesi oltre 10.000 follower e non solo tra i giovani

Il nuovo canale TikTok lanciato da Turismo Torino e Provincia per la promozione di Torino e della sua provincia in collaborazione con BTREES Digital Agency di Ebano Spa, registra numeri importanti: tiktok.com/@turismotorino ha raggiunto, dopo appena tre mesi di sperimentazione, oltre 10mila follower e non solo tra i giovani con migliaia di interazioni anche da parte degli over 35. Alcuni video sono persino diventati virali.

L’apertura del canale social su una delle piattaforme più popolari del momento è stata voluta dall’ATL per descrivere, in modo muovo e coinvolgente, curioso e vivace, il passato, presente e futuro della prima capitale d’Italia e del suo incantevole territorio.
tiktok.com/@turismotorino il compito di raccontare in maniera diretta, curiosa e vivace gli angoli più celebri ma anche più nascosti di una città e di un territorio ai turisti, italiani e stranieri, ma anche agli stessi torinesi e piemontesi con il supporto dell’agenzia BTREES che regolarmente, e forte della sua presenza nazionale, implementa il canale con contenuti owned e sempre più improntati alla live content creation.

Siamo certi – sottolinea Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – che l’apertura del canale ci permetta di instaurare un rapporto con nuovi e differenti target di turisti che sempre più si rivolgono alle piattaforme social per scegliere una destinazione di viaggio; aver affidato la strategia di comunicazione in termini di contenuto, frequenza delle pubblicazioni e utilizzo degli hashtag oltre che scelta degli influencer ad una società come la BTREES è un’arma vincente per la promozione della nostra destinazione“.

Per la promozione del territorio, BTREES ha inoltre ingaggiato alcuni tra i più celebri influencer locali che, con taglio differente, raccontano i diversi aspetti di Torino e della sua provincia: @isidaurum, che con il suo stile elegante e malinconico ci regala scorci unici; @carlambra@clarainthemirror e @RitaCapparelli con le loro frizzanti incursioni per le vie della città; l’irriverente @emanuelcosminstoica  che racconta l’accessibilità degli spazi cittadini; la seguitissima food influencer @foodfede e molti altri.

A Torino abbiamo la nostra sede principale e collaborare per promuovere la nostra città e la provincia è un privilegio. Essere stati scelti per la comunicazione di TikTok è una conferma del buon lavoro che il team sta facendo su questo canale, soprattutto dopo la menzione ai TikTok Award di dicembre 2023” dichiara il CEO di BTREES Christian Zegna.

Chi è TURISMO TORINO E PROVINCIA

Turismo Torino e Provincia è il Convention & Visitors Bureau della città di Torino e della sua provincia con 312 comuni di competenza appartenenti a Torino Metropoli, Colline del Po, Ivrea e Canavese, Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, Gran Paradiso, Alta Val Susa e Chisone, Val Susa e Sangone, Pinerolo e Valli Valdesi.   La sua mission è quella di promuovere le risorse ed eccellenze del territorio verso il pubblico finale, i media e gli operatori turistici a livello nazionale e internazionale; accogliere e informare i turisti attraverso i 14 Uffici del Turismo presenti sul territorio e presentare la città come location ideale per la meeting industry.

Chi è BTREES

BTREES è la digital agency di Ebano S.p.A., holding leader a livello nazionale in diversi settori, dalla formazione a distanza all’editoria, dal marketing all’e-commerce. BTREES è stata la prima startup accelerata da Sellalab, polo di innovazione di Banca Sella. Oggi, è leader nel segmento Social&Web, SEO&Digital Analysis e Cross-Media.  Al centro di BTREES, e di Ebano, ci sono quattro punti cardine che orientano il lavoro: valorizzazione, responsabilità, sostenibilità e innovazione. Con un team di 25 professionisti, guidati dal CEO Christian Zegna, BTREES ha conquistato la fiducia di piccoli e grandi brand. Importantissimo anche il consolidamento raggiunto con i clienti già acquisiti, che hanno permesso di sviluppare upselling di alto valore.
Tra i brand che hanno scelto BTREES: Banca Sella, Gruppo Fini, Le Conserve della Nonna, Phyd-Adecco Group, Emilgroup, Zegna Baruffa Lane Borgosesia, Fabrick, Brooksfield, Fintech District e molti altri.

L’uomo e il cane. Un’amicizia lunga migliaia di anni

Il cane è da sempre miglior amico dell’uomo.

E’ a tutti gli effetti un membro della famiglia, lo curiamo, ce lo portiamo in vacanza, spesso è un balsamo per la nostra emotività e capace di supportarci nei momenti difficili; il prendersene cura ci fa capire quale e’ il senso della disciplina e della responsabilità, prenderlo è un impegno serio, quando decidiamo di adottarlo e’ per sempre.

Ma come e’ nato questo idillio tra l’essere umano e il cane? Cosa li ha fatti entrare in relazione nello scorrere del tempo? Sembra che questa bella amicizia sia nata ben 30.000/40.000 anni fa e che il progenitore del cane, il lupo, si sia avvicinato agli insediamenti umani per approfittare degli scarti di cibo, rimasugli di pasti consumati quotidianamente. Questo approssimarsi tra le due specie ha fornito diversi vantaggi anche per l’uomo come, per esempio, un sistema naturale per l’eliminazione dei rifiuti alimentari e un servizio di sicurezza prestato dal lupo che dava l’allarme in caso di avvistamento di altri animali ritenuti pericolosi. Sia l’uomo che il cane sono particolarmente predisposti alla cooperazione e alla vita sociale, il feeling esistente tra i due esseri, umano e animale, tuttavia e’ dato soprattutto dalla capacita’ di connessione reciproca, da parte del cane attraverso la comprensione dei diversi stati d’animo, umori e perfino tratti della personalita’ del suo amico homo che, invece, e’ capace di leggere inclinazioni e sentimenti del suo compagno a quattro zampe grazie ad una gamma di espressioni, comportamenti e segnali caratteristici. Spesso si dice che i cani ci capiscano meglio dei nostri simili e questa verita’ e’ dedotta dal fatto che questi sensibili quadrupedi molto spesso sono in grado di leggere il nostro interno, sono capaci di avvertire la minima notifica di tristezza o di dolore nonostante l’assenza di un linguaggio comune che pero’, evidentemente, non impedisce uno scambio del tutto speciale .

Oltre all’alleanza emotivo-sentimentale, tra uomo e cane esiste una felice convivenza che ci porta a fare sport insieme, a viaggiare facendo coesistere le diverse necessita’, che spinge a socializzare e che di frequente rappresenta un valido aiuto in caso di difficolta’ nel movimento o di handicap fisici.

Ai nostri amici sono dedicati servizi sempre piu’ specifici come le diverse specializzazioni veterinarie, l’educazione, attivita’ di svago come la piscina o la socializzazione e i dog parking.

Il rapporto tra i due si e’ evoluto, dal mutuo e pratico supporto (decisamente sbilanciato a vantaggio dell’essere umano) ad un legame di reciproco affetto e attaccamento.

La prospettiva piu’ auspicabile e’ che questa relazione tra mondo antropico e genere canino progredisca ulteriormente attraverso maggiore rispetto nei confronti di quest’ultimo che troppo spesso subisce ancora comportamenti deplorevoli; un rapporto di parita’ di diritti nonostante le differenze e le diverse necessita’ e’ la speranza piu’ desiderabile e indiscussa manifestazione di civilta’.

MARIA LA BARBERA

Prima edizione di AMTS – Auto Moto Turin Show, un successo

Si conclude con successo la prima edizione di AMTS – Auto Moto Turin Show,l’evento, organizzato da GL events Italia e gemellato con l’omonimo show ungherese, dedicato agli appassionati del mondo delle due e quattro ruote, che ha animato la città per tre giorni di esposizione, spettacolo e approfondimento.

Sono stati 22.000 i visitatori che in tre giorni hanno affollato il Padiglione 3, l’Oval e le aree esterne di Lingotto Fiere.

Come avevamo promesso, GL events si è impegnata per portare a Torino un grande evento dedicato alla passione per le quattro ruote, che reinventa la vocazione automobilistica della città e ne fa vera e propria cultura” ha commentato Gabor Ganczer, Amministratore delegato GL events Italia. Siamo molto orgogliosi dei risultati e ci impegneremo per far crescere ancora di più l’evento, per farlo diventare un riferimento a livello nazionale.

 

Un evento trasversale

Un pubblico variegato quello che ha riempito gli spazi di Lingotto Fiere in occasione di AMTS. Un successo dovuto grazie anche all’ampia offerta: spazi espositivi, eventi culturali, show, esibizioni adrenaliniche ed esperienze in grado di avvicinare anche le nuove generazioni e le famiglie con bambini. L’area dedicata al tuning ha entusiasmato anche i giovanissimi; così come i modelli youngtimer, vettureche oggi sempre di più coinvolgono e appassionano le nuove generazioni.

Tutto esaurito per le attività dedicate ai più piccoli, come “Karting in Piazza”, un format originale ideato da Aci Sport per sensibilizzare bambini e bambine alla sicurezza stradale attraverso il gioco, o come l’area videogames, realizzata in collaborazione con Torino Comics, con simulatori di guida di ultima generazione.

Auto, che passione

L’area expo – mercato ha portato a Lingotto fiere alcune delle più prestigiose auto e moto da collezione, gli ultimi modelli e le innovazioni del settore, con focus sulle tendenze per i giovanissimi e le proposte green in campo automotive, con la possibilità di testare in loco le auto del momento. Tutto esaurito per i test drive dei veicoli elettrici Tesla e BYD da Auto Torino; sguardo al futuro anche per Biauto Group e Autoingros, che hanno deciso di presentare per la prima volta al grande pubblico alcune importanti novità: Biauto Group ha esposto la Nuova MINI Countryman, il modello più spazioso della nuova famiglia MINI; Autoingros ha scelto AMTS per il presentare la nuova Omoda 5, il crossover prodotto dal gruppo cinese Chery.

 

Collezionismo e automobilismo storico

Spazio alle auto storiche all’interno del Padiglione 3, con l’esposizione Born in Turin, dedicata alle iconiche auto nate sotto il cielo di Torino in otto decenni di innovazione e stile automobilistico, e grazie alla presenza di ASI.

Con grande entusiasmo abbiamo collaborato a questo nuovo evento che mette al centro la passione per il motorismo in tutti i suoi aspetti. Noi ci impegniamo per tenere viva la passione per il motorismo storico, che è anche una grande opportunità di promozione del turismo e dei territori con questa vocazione. Gli eventi come AMTS sono importanti perché riescono ad avvicinare anche i giovani a questa passione e cultura. Per questo confermiamo la nostra disponibilità per supportare l’evento anche per le prossime edizioni, ha commentato Alberto ScuroPresidente ASI.

Nell’area ricambi, curata con cura da Estrela Fiere, collezionisti e appassionati hanno trovato una vasta selezione di ricambi originali e pezzi unici.

Tuning: il contest Be bETTer

L’Oval è stato palcoscenico della quarta edizione del contest Be bETTer, che ha dato spazio ai professionisti del settore che desiderano mettere in gioco le loro qualità e le loro capacità d’inventiva e competenze, mostrando al pubblico come si possa creare un’auto modificata di altissimo livello. Hanno partecipato al contest otto aziende che si sono sfidate a colpi di creatività e abilità costruttiva. A valutare le auto in gara, una giuria internazionale di esperti del settore come Sven Shultz, Laszlo Szoke e Julien Boyer. Il contest è stato vinto dai veneti di Dickers Automotive Restomod con la loro Golf 1.

 

Al femminile

Al di là degli stereotipi, AMTS ha visto molte donne protagoniste delle attività su pista, tra gli stand e nel programma culturale. L’incontro DriveHER: Donne per l’Automotive, a cura di Associazione AIDA, ha proprio voluto affrontare il rapporto tra motori e donne. La pilota Federica Levy è stata una delle protagoniste dell’incontro Passione motori nei giovani; la giornalista e pilota Claudia Peroni ha moderato PASSIONE RALLY…e la favola continua! Guest starts Race for Glory, una tavola rotonda per raccontare il dietro le quinte delle gare, trasferire ricordi e far emergere il lato più umano e emozionale del motorsport.

La nostra giovane associazione lavora per la parità; ma ancora adesso il tema della passione delle donne per i motori è molto delicato. ha affermato Linda Villano, presidente e co-founder di AIDA Associazione Italiana Donne per l’Automotive. È stato molto importante esserci, e grazie a questo evento abbiamo avviato nuove collaborazioni e conosciuto realtà protagoniste del settore automotive con cui pensare dei progetti di inclusione e cultura.

Spettacoli e intrattenimento

Adrenalina e fiato sospeso per le esibizioni acrobatiche e le dimostrazioni mozzafiato che si sono susseguite all’interno dello Sparco Arena, la pista drift allestita nelle aree esterne: The Fast Family Extreme Show by No limit solutions, GTA Live, la parata di Hardcore Drivers, la D-Race Italian Drifting e le minimoto di Torino Bike Training Center hanno letteralmente ammaliato il pubblico di tutte le età. Negli spazi dell’Oval, lo spettacolo Lowrider Super Show ha portato sul palco veicoli lowrider, ballerini di talento, DJ e il grande ospite internazionale Luis da Silva, l’attore che ha interpretato Diogo in Fast X (2023) e Fast & Furious 5 (2011).

Il programma culturale

Per celebrare il mondo automotive a 360 gradi, AMTS ha organizzato un programma culturale e di approfondimento con alcuni grandi nomi del motorsport come Mauro Pregliasco, uno dei pionieri del rally italiano, Adartico Vudafieri, la regina del drift italiano Elena Zaniol, Gabriel Del Vuono, campione mondiale FIM MiniGP 2022, le campionesse di rally Antonella Mandelli e Tiziana Borghi, Riccardo Tonali e Michele Cinotto. Grande successo anche per la mostra CULT, il progetto trasversale di exhibit design a cura di GL events Italia che unisce cinema e automotive, cultura e tradizione, con i veicoli che hanno accompagnato nel successo alcuni film cultdella cultura pop & comics. Il progetto è stato presentato venerdì alla presenza dei partner Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo dell’Automobile di Torino e Film Commission Torino Piemonte, insieme ad Andrea Farina, Chris Bangle, Stefania Caretta e Pietro Ruspa.

 

https://amtstorino.it

Padre Dall’Oglio nelle foto di Ivo Saglietti a Deir Mar Musa

È semplicemente un abbraccio ma intenso e carico di entusiasmo e di amicizia quello tra padre Paolo Dall’Oglio e un musulmano del monastero. É la fotografia scelta come immagine simbolo della mostra “Ritorno a Deir Mar Musa. L’utopia di padre Paolo Dall’Oglio”, negli scatti del fotoreporter Ivo Saglietti allestita nella splendida cornice del Castello Reale di Govone, in provincia di Cuneo, al confine con l’astigiano, fino al 26 maggio, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, Govone Arte e il Centro di promozione Culturale Govone e il Castello. Una foto in cui, afferma la curatrice dell’esposizione Tiziana Bonomo, “c’è la sintesi di tutta la capacità fotografica di un reporter in grado di cogliere il senso profondo dei sentimenti umani”. Non solo ma è anche un’istantanea significativa per la presenza sullo sfondo di una bambina siriana sorridente che guarda Paolo e l’amico Ivo, forse il simbolo di una via di dialogo e di speranza in una regione tanto tormentata e investita da guerre e terrorismo, quel dialogo che il missionario italiano cercava di continuo, tra cristiani e musulmani, nel suo monastero in Siria, Deir Mar Musa. I due protagonisti della mostra, il sacerdote gesuita e il reporter, non ci sono più: Saglietti è morto cinque mesi fa mentre Dall’Oglio, molto impegnato nel dialogo interreligioso, fu rapito il 29 luglio 2013 in Siria e da allora non si è saputo più nulla, forse sequestrato da agenti del regime siriano o da miliziani jihadisti. La mostra vuole ricordarli entrambi e far sapere chi erano questi due uomini molto diversi per formazione ed esperienze sul campo ma animati da una profonda amicizia.
Ivo Saglietti, più volte ospite nel monastero dove abitava Dall’Oglio, ha immortalato con il suo obiettivo la vita quotidiana dei monaci, dello stesso gesuita e della gente comune in una terra devastata dai conflitti. Le foto esposte parlano del dialogo possibile tra le religioni nella comunità rifondata da Padre Paolo Dall’Oglio nell’antico monastero siriano Deir Mar Musa al-Abashi (Monastero di San Mosè l’Abissino) luogo frequentato e vissuto da cattolici e musulmani, incastonato tra le montagne siriane del Qalamun, a circa 80 chilometri a nord di Damasco. Padre Paolo approdò in Medio Oriente negli anni Settanta “per servire l’impegno della Chiesa nel mondo musulmano”, come scrisse egli stesso. Dall’amicizia profonda con padre Paolo, rifondatore della comunità monastica cattolico-siriaca “Al Khalil”, erede di una tradizione eremitica del VI secolo, sono nati i libri “Sotto la tenda di Abramo” (Mario Peliti, 2004), “Ritorno a Deir Mar Musa, l’utopia di padre Dall’Oglio (Emuse, 2023) e la mostra fotografica a Govone. “Le tue foto per noi sono un richiamo, un monito, un programma e un incoraggiamento”.
Così padre Dall’Oglio, scomparso in Siria undici anni fa, scriveva al reporter Ivo Saglietti che varie volte si recò al monastero Deir Mar Musa per continuare il suo lavoro di fotoreporter. Saglietti nasce in Francia ma trascorre la sua adolescenza ad Alba e nel 1975 inizia ad occuparsi di fotografia proprio a Torino diventando cineoperatore. Premio World Press Photo nel 1992 è diventato famoso per aver girato documentari in Medio Oriente, Africa, America Latina e Balcani. Inoltre ha documentato in giro per il mondo la diffusione di malattie infettive di grande impatto come la tubercolosi, la malaria e l’Aids. Rimase affascinato da questo antichissimo sito siriano da cui lo stesso padre Paolo restò incantato dopo avervi trascorso una decina di giorni durante un ritiro spirituale. Nella mostra sono esposti anche alcuni testi, in parte tratti dalle lettere tra il gesuita e il reporter.
“Mi auguro che anche gli studenti vengano a vedere questa mostra”, osserva la curatrice Bonomo nonché fondatrice di ArtPhotò, convinta che le nuove generazioni devono conoscere questi luoghi anche solo attraverso scatti fotografici per rendersi conto dell’importanza della convivenza tra fedi diverse in una terra martoriata dalle guerre. Il fotoreporter Ivo Saglietti è protagonista di due esposizioni in contemporanea, al Castello di Govone e nella Chiesa di San Domenico ad Alba. In entrambe le sedi la curatrice Bonomo ha selezionato insieme a Federico Montaldo dell’Archivio Saglietti e alla casa editrice Emuse una trentina di fotografie in bianco e nero esposte al pubblico fino al 26 maggio, da venerdì a domenica ore 10-12,30/15-18.
Filippo Re
nelle foto:
L’abbraccio tra il gesuita Paolo e un musulmano
Il fotoreporter Ivo Saglietti con padre Paolo Dall’Oglio
Scene di vita nel monastero siriano Deir Mar Musa