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Il 2021 di Edisu Piemonte: un anno di trasformazioni

Tra crisi pandemica e grandi sfide

Presentato a Palazzo Lascaris il rendiconto di amministrazione 2021 dell’Ente. 

Intenso, impegnativo, caratterizzato da numerose incognite legate all’andamento della pandemia ma da altrettante sfide di grande stimolo. L’anno di esercizio 2021 di Edisu Piemonte è stato al centro di una presentazione ufficiale, ospitata nella Sala Viglione del Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino, alla presenza dei vertici dell’Ente, il Presidente Alessandro Ciro Sciretti e la DG Donatella D’Amico, del Presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia e del Presidente del Coreco, il Prof. Gian Carlo Avanzi.

Non solo cifre: il documento che delinea in che modo ha voluto orientare i propri passi l’Ente lo scorso anno, fa emergere anche i numerosi obiettivi perseguiti e i traguardi raggiunti nell’arco dei passati dodici mesi. Tra questi, le collaborazioni di altissimo profilo con grandi partner quali Stellantis, Amiat, Coldiretti coi quali sono stati sviluppati progetti legati alla transizione ecologica, all’educazione ambientale e ad uno stimolo di nuova consapevolezza sui temi green nella popolazione studentesca, fino a imprimere la propria impronta durante grandi eventi di caratura nazionale e internazionale: tra tutti la partecipazione, insieme agli atenei del Piemonte, alle manifestazioni collaterali delle ATP Finals, la presenza per la prima volta nella storia dell’ente, al Salone internazionale del libro di Torino con una sala studio temporanea di oltre settanta metri quadri nel padiglione 1 del Lingotto Fiere. Restando in tema sala studio, sono stati siglati accordi con Environment Park, Reggia di Venaria e Comune di Settimo per la realizzazione di spazi studio dedicati anche in zone decentrate, prive di servizi universitari, ma altamente popolate dagli studenti e dalle studentesse. Tra le scommesse ambiziose ed oggi finalmente tangibili, i Giochi Mondiali Universitari invernali 2025 che tornano a Torino e che, grazie all’impegno del Comitato organizzatore, presieduto da Alessandro Ciro Sciretti, garantiranno investimenti a sei zeri su tutto il territorio regionale per la realizzazione di oltre mille posti letto e l’ampliamento e miglioramento di servizi essenziali.

Il mese di maggio 2021 è stato caratterizzato dall’avvio di un altro progetto ambizioso per l’Ente: è nato il brand Campus Piemonte, un marchio che raccoglie sotto il proprio cappello tutti i servizi offerti da Edisu – sale studio, residenze, mense etc.- e ridisegna il sistema universitario del Piemonte, creando raccordo, scambio e collaborazione con gli atenei del territorio e gli enti di Alta Formazione artistica e musicale. Con Campus Piemonte si è data un’identità a un nuovo modo di guardare al territorio piemontese, non più come mero luogo che ospita eccellenze accademiche, ma come sistema universitario regionale che si presenta al mondo in modo unitario, forte e altamente competitivo a livello internazionale per qualità dell’offerta didattica, dei servizi, delle peculiarità dei territori, nonché per le sue bellezze storico-artistiche e ambientali.

I numeri dell’Ente: benefici economici a favore della popolazione studentesca

Per l’a.a, 2021-22 sono state presentate 23.638 domande di borsa di studio dagli iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico. I vincitori al 25 febbraio 2022 sono 15.818 pari al 100% degli aventi diritto, con un numero complessivo di esclusi pari a 7.288.

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Per l’anno accademico 2021-22 è stato possibile assegnare il 100% delle borse di studio degli aventi diritto per un importo complessivo di € 48.287.363,20 a favore di 15.818 studenti con l’erogazione di un importo di prima rata pari a € 23.455.622,77

Altri benefici

Già nel gennaio 2021 il MUR ha disposto delle misure emergenziali per aiutare gli studenti che si sono trovati a dover sostenere spese per affitti nel 2020, in una situazione di grande difficoltà economica causata dalla pandemia. Con D.M 57 del 14 gennaio 2021 ha istituito il Rimborso del Canone di Locazione 2020 ed ha stanziato a tale scopo al Piemonte l’importo di € 1.551.751,41 Con questo importo è stato assegnato il rimborso a tutti gli aventi diritto coirca del 50% dell’importo totale accertato.

Non solo: Edisu ha assegnato il Contributo straordinario a fondo perduto per l’acquisto di dispositivi elettronici per la DAD, a favore degli studenti vincitori di borsa di studio 2019 che hanno acquistato dispositivi elettronici quali pc, tablet, cellulari e smartphone purché con connessione di rete o sim, da febbraio 2020 alla data di presentazione della domanda.

In base alle disponibilità di Bilancio e alle indicazioni dei Criteri Regionali sono stati inoltre assegnati i seguenti benefici, a favore del 100% dei richiedenti in possesso dei requisiti:

  • 39 integrazioni alla borsa di studio per interventi legati alla disabilità per un importo di € 78.144,20.

  • 15 contributi straordinari per un importo di € 26.462,00 .

  • 371 contributi integrativi per la mobilità internazionale per un importo complessivo di € 1.015.040,00);

  • 399 premi di laurea per un importo di € 467.336,50 a favore degli studenti vincitori della borsa di studio per l’anno accademico 2019/20 che si sono laureati entro il 31.07.2020. L’importo è stato erogato nel mese di maggio 2021 (anno accademico 2019-20).

  •  103 collaborazioni studenti 200 ore per € 185.400,00.

Il numero di collaborazioni è raddoppiato rispetto al 2020 dal momento che, con l’allentarsi della pandemia, tutti i servizi hanno ripreso a funzionare al 100%.

Edisu ha invece impegnato risorse per il proprio personale a tempo indeterminato e determinato, circa 60 dipendenti con profilo tecnico e amministrativo su tutto il territorio regionale, per un ammontare pari a circa 3 milioni e 560 mila euro. A questi vanno aggiunte altre risorse variabili dedicate alle attività di formazione e aggiornamento, al welfare aziendale, buoni pasto etc.

Il Presidente di Edisu Piemonte Alessandro Ciro Sciretti: “l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, pur dinanzi alle difficoltà che il contesto pandemico ci ha costretti a fronteggiare, ha rappresentato una svolta nella storia di questo Ente. Con le iniziative, i progetti, le azioni convintamente promosse nell’arco del 2021 abbiamo impostato un percorso capace di dare una centralità al ruolo di Edisu nel panorama universitario piemontese, ponendolo quale primario interlocutore sia per la popolazione studentesca che per l’intero sistema istituzionale del territorio. Un cammino che guarda all’obiettivo ambizioso di fare sempre più di questa terra un punto di riferimento per gli studenti e le studentesse del nostro Paese come del resto del mondo”.

L’Ass. regionale al diritto allo studio universitario Elena Chiorino: “ancora una volta la sinergica collaborazione sviluppata con Edisu in questi anni si è focalizzata sui servizi agli studenti – commenta l’assessore all’istruzione e al diritto universitario Elena Chiorino – un buon risultato, merito del lavoro di squadra, che oggi ci consente di presentare una progettualità che valorizza ulteriormente il nostro sistema universitario.  Lavoriamo con l’obiettivo di incrementare la nostra capacità attrattiva e, contestualmente, di favorire un accesso meritocratico degli studenti. La competenza del Presidente Alessandro Sciretti è sicuramente il valore aggiunto nella capacità progettuale che oggi siamo in grado di presentare”.

Il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia: “il bilancio del 2021 dell’Edisu è totalmente positivo grazie all’impegno dell’Ente e del Consiglio regionale che ha voluto stanziare il 100% delle borse di studio a favore degli studenti e a favore dell’ampliamento della proposta promozionale di Regione Piemonte. questo lo si riscontra nei numeri sempre in crescita del turismo in Piemonte e in Torino grazie alla presenza degli studenti che sono un veicolo per la città e un vantaggio come dice il Rettore Avanzi che ha promosso il potenziamento delle residenze universitarie piemontesi, vantaggio per il Piemonte del futuro”.

Il Presidente del Coreco e Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Giancarlo Avanzi: “in qualità di Rettore dell’Università del Piemonte Orientale non posso che esprimere soddisfazione per i risultati ottenuti dall’Edisu in quest’ultimo anno. Veniamo da anni difficili, in cui gli studenti hanno avuto bisogno di un aiuto concreto. E questo aiuto è arrivato: aver assegnato il 100% delle borse di studio agli aventi diritto in un periodo di grande incertezza è un ottimo risultato. In qualità di Presidente del Coordinamento dei Rettori (Coreco) vorrei sottolineare che la presidenza Sciretti ha permesso all’Edisu di interpretare un ruolo di servizio e di raccordo per l’intero territorio regionale, senza distinzioni tra centro e periferie. Tutta l’alta formazione piemontese ne è risultata rafforzata, sia nelle sue componenti (tutti gli atenei e gli istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) sia come sistema. Un’ulteriore dimostrazione è quanto è stato fatto in attuazione del bando della Legge 338/2000 per le residenze studentesche; l’Edisu sta coordinando una cabina di regia per l’identificazione e la realizzazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica per le residenze studentesche, avvalendosi del supporto tecnico degli Atenei, in una logica di stretta collaborazione e condivisione degli obiettivi del proprio piano strategico. Si è creato, insomma, un circolo virtuoso di collaborazione tra i vari attori coinvolti: Edisu, Sistema Universitario Piemontese, attraverso il Coreco, e Regione Piemonte, con gli assessorati direttamente coinvolti. In conclusione non posso che complimentarmi per i risultati raggiunti nel 2021 e auspicare che quelli del 2022 siano ancora migliori, nell’ottica della proficua collaborazione con il sistema universitario piemontese”.

Cooperative di Comunità, istituito l’Albo Regionale

Con l’adozione della legge del 28 maggio 2021, n. 13, anche la Regione Piemonte si è dotata di una normativa che disciplina le cooperative di comunità. Una scelta, questa, resa necessaria in virtù dell’assenza di una puntuale disciplina dell’istituto a livello statale. La nuova legge regionale ha anche previsto l’istituzione dell’Albo regionale delle cooperative di comunità.

            La Giunta Regionale ha approvato una delibera con cui – come ha ricordato l’Assessore allo Sviluppo della Attività Produttive e alla Cooperazione Andrea Tronzano – viene data operatività a questo nuovo Albo regionale, il Piemonte sarà tra le prime Regioni in Italia ad adottarlo. Le cooperative di comunità costituiscono una forma moderna di esempio associativo in cui un gruppo di cittadini individua e riconosce i fabbisogni e le esigenze della collettività e le trasforma in opportunità di crescita e di progresso, sviluppando a catena nuove occasioni di lavoro, un maggiore rafforzamento del tessuto economico e sociale, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di quell’area.

            Le “cooperative di comunità” si possono considerare come un nuovo modello di innovazione sociale, che vede cittadini, attivi di un territorio in difficoltà, organizzarsi per trasformare le esigenze di quella comunità in nuove opportunità di crescita, di sviluppo e di lavoro. Queste cooperative nascono, infatti, in contesti connotati da fragilità demografica, sociale ed economica: In queste realtà una risposta efficace arriva dal protagonismo dei cittadini che riescono a trasformare il bisogno in impresa e la marginalità e le criticità in punti di forza.

            Le cooperative di comunità, attraverso la valorizzazione delle risorse territoriali a disposizione, cercano di dare risposte ai bisogni comuni dei cittadini e nel contempo sono capaci di generare anche opportunità imprenditoriali attraverso un’attività economica finalizzata al perseguimento dello sviluppo comunitario e della massimizzazione del benessere collettivo non solo dei soci.

            La delibera che ha approvato la Giunta regionale prevede l’approvazione delle modalità di gestione e di aggiornamento dell’Albo regionale, le procedure per la presentazione delle istanze, i termini e la documentazione da allegare per l’iscrizione. Le Cooperative di Comunità iscritte all’Albo dovranno dimostrare ciclicamente ogni due anni il mantenimento dei requisiti d’iscrizione previsti mediante l’invio di specifica documentazione.

            L’iscrizione nell’Albo regionale consentirà alle cooperative di comunità di accedere ai seguenti strumenti finanziari regionali previsti dalla L.R. 23/2004 “Interventi per lo sviluppo e la promozione della cooperazione”:

a) finanziamenti agevolati per investimenti produttivi/immobiliari e contributi specificatamente dedicati alla fase di avviamento;

b) meccanismi atti ad agevolare la capitalizzazione da parte dei soci ordinari e dei soci sovventori;

c) incentivi finalizzati alla creazione di nuova occupazione.

            L’Albo regionale sarà pubblicato sul sito della Regione Piemonte e conterrà gli elementi essenziali della Cooperativa di Comunità.

Venaria, sostegno al volontariato

Il D. Lgs. 117/2017 indica i principi e percorsi relativi alla Riforma del Terzo Settore. Nuove modalità di collaborazione tra enti pubblici e associazioni di volontariato che, per la prima volta, vengono riconosciute e normate in modo organico, prevedendo processi di co-programmazione, co-progettazione e stipula di convezioni. Innovative sono anche l’introduzione, la strutturazione e la regolazione del Registro unico nazionale del Terzo Settore.

L’associazione di volontariato VOL.TO ETS è l’unico ente gestore del Centro Servizi per il Volontariato per il territorio della Città metropolitana di Torino e si configura come un’agenzia di produzione ed erogazione dei servizi, attività e progettualità a favore degli Enti di Terzo Settore (ETS), proponendo  di consolidare il ruolo delle associazioni, di rafforzarne i modelli gestionali e, in ultimo, di svilupparne le competenze.

Il Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Comune di Venaria Reale e l’associazione VOL.TO ETS, riconosce all’agenzia un contributo annuo di massimo 15 mila euro, a fronte dei seguenti servizi a favore delle associazioni cittadine:

-attività di mappatura;

-incontri di informazione;

-percorsi laboratoriali;

-promozione di crowdfunding;

-supporto al miglioramento delle competenze digitali.

Sosterrà anche il Comune di Venaria Reale nella partecipazione a bandi specifici regionali, nazionali ed europei  nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato.

Sarà, inoltre, attivato uno Sportello locale a favore dell’orientamento al volontariato e della promozione dello stesso presso i giovani.

Dichiara il sindaco, Fabio Giulivi «Le associazioni di volontariato rappresentano, per ogni comunità, una risorsa preziosa. Rivestono un ruolo fondamentale quali portatrici di risorse da e verso i cittadini e l’istituzione Comune. Nel concreto, risultano essere fondamentali per la costruzione del tessuto sociale al quale tutti siamo chiamati a contribuire. In particolare, nel registro della nostra Città sono censite ben 166 realtà associative. Un tesoro che non solo va salvaguardato ma aiutato a recepire le sfide della società moderna. Devono essere supportate nel loro radicamento territoriale e anche nel loro ampliamento in quanto ne beneficeranno, di conseguenza, anche i cittadini. Sono indispensabili per la costruzione delle politiche di welfare locale, di coesione sociale, di sviluppo sostenibile, di iniziative a favore delle fasce più deboli. Le iniziative che propongono hanno valenza integrativa e sussidiaria – continua il Sindaco – rispetto alle finalità dell’Amministrazione comunale. La riforma che investe il Terzo Settore permette a tutti i soggetti coinvolti di fare una salto di qualità ma c’è bisogno di sostegno da parte di chi possiede conoscenza e competenza. Per questo accogliamo con piacere l’esperienza assimilata dall’associazione VOL.TO ETS, certi che rappresenterà un valido aiuto per tutti coloro che vorranno partecipare a questo nuovo viaggio. Abbiamo sottoscritto con l’associazione un Protocollo d’Intesa della durata di dodici mesi: in questo modo avremo la possibilità di rinnovare, a fine periodo, il rapporto di lavoro secondo dei progetti aggiornati rispondenti alle reali necessità dei partecipanti».

Aggiunge il vice-sindaco Gianpalo Cerrini «Correva l’estate del 2021 quando il Sindaco mi ha investito della responsabilità dell’assessorato all’associazionismo e volontariato. La situazione di stasi degli ultimi anni in Città e il D. Lgs. 117/2017 che ha variato in modo sostanziale il rapporto tra Ente pubblico ed Associazioni mi ha portato a pensare in modo creativo un nuovo approccio alla situazione in essere. Conoscendo la realtà torinese e della Regione Piemonte ed il relativo ottimo lavoro eseguito da Vol To Ets, si è deciso di essere i promotori dell’esperienza innovativa di uno sportello per il Terzo Settore in co-progettazione con gli uffici comunali per dare ascolto e risposta alle mille problematiche che le associazioni vivono. Vorremmo riuscire a definire degli obiettivi di anno in anno per avere dei progetti che rispondano maggiormente al raggiungimento degli stessi e che vengano co-finanziati con fondi interni. Cosa che non è mai stata fatta.  In questo modo – precisa Cerrini – si raggiungerebbe l’obiettivo di rendere più attivi, innovativi e propositivi tutti gli attori del mondo associativo di Venaria Reale. Inoltre, a corredo e a supporto della Fondazione Via Maestra, che da Statuto ha il coordinamento delle realtà associative, si è creato un gruppo di lavoro ad hoc che sia di supporto e consulenza al presidente e al Cda. Sono state scelte tre persone rappresentative del mondo associazionistico che sono: Ettore Maschio, Alberto Buono, Emilio Fanti per la futura comunicazione tra associazioni, Fondazione Via Maestra ed il Comune di Venaria Reale».

Dichiara il presidente della Fondazione Via Maestra, Diego Donzella «L’attenzione verso il mondo così attivo e dinamico dell’associazionismo cittadino è uno degli obiettivi strategici che la Fondazione Via Maestra ha sempre cercato di perseguire. Non solo perché lo Statuto lo prevede, ma per una forte e intrinseca convinzione. A maggior ragione oggi, dopo la difficile uscita dalla crisi pandemica, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha aderito al progetto con cui il Sindaco, l’Amministrazione comunale e l’assessore Cerrini hanno voluto investire attraverso un lavoro di ascolto, promozione e sviluppo delle attività proposte dalle tantissime associazioni che animano la vita associativa, culturale e sportiva della Città. Il gruppo di lavoro che affiancherà il CDA avrà il supporto di un’importante realtà come VOL.TO con cui si completerà il percorso di formazione e consolidamento di quelle associazioni che aderiranno all’iniziativa. Quello di oggi vuole dunque essere un punto di partenza per una proficua collaborazione e sviluppo per Venaria Reale».

Precisa il presidente dell’associazione VOL.TO. ETS,  Gerardo Gatto «Quella di oggi è per Vol.To – Volontariato Torino una data importante: l’ufficializzazione del Protocollo di collaborazione che ci vede coinvolti in un progetto con il Comune di Venaria Reale è infatti per noi un ulteriore segnale di vicinanza con il territorio. Significa provare ad assicurare a tutto il mondo del Volontariato, anche quello più decentrato da Torino, le stesse opportunità di sviluppo e offerta di servizi. Questo protocollo è anche segno della lungimiranza della politica, degli amministratori del Comune di Venaria che di fatto riconoscono il valore sociale del Terzo Settore in quanto fattore di inclusione e sussidiario all’azione pubblica. È l’inizio del riconoscimento del valore e delle potenzialità dell’amministrazione condivisa, aspetti che possono assumere valore strategico per gli enti a vocazione territoriale, specie per quelli locali nell’ambito dell’organizzazione di una rete integrata di servizi e interventi sociali e di valorizzazione dei beni culturali. L’intesa con il Comune di Venaria è poi un nuovo tassello che contribuisce ad accrescere la struttura di rete capillare di VOL.TO nella provincia di Torino che, come Centro Servizi, sta cercando di costituire da diversi anni, con un costante progetto di sviluppo, così da essere sempre in prima linea nel difficile, ma fondamentale compito di supporto e promozione del Volontariato».

Salute delle donne, Polliotto al convegno di Roma

Il noto legale, Presidente dell’IRCCS ‘Galeazzi’, tra i relatori della due giorni di convegno promossa da ‘Fondazione Atena’ e ‘Pre.Zio.Sa Onlus’ sul tema del gender gap.

Tra i relatori dell’intenso programma di convegni e interventi dal titolo ‘Le donne ci stanno a cuore’ promosso da ‘Fondazione Atena Onlus’ con ‘Pre.Zio.Sa. Onlus’ in scaletta a Roma il 22 e 23 Aprile presso il Centro Studi Americani in Via Michelangelo Caetani 32 (streaming in diretta per tutti i professionisti) c’è Patrizia Polliotto.

Il noto e stimato legale torinese, Presidente degli ospedali milanesi Galeazzi, Sant’Ambrogio e San Siro del Gruppo San Donato interverrà, insieme ad altre autorevoli voci, sabato 23 aprile nella seconda giornata dell’iniziativa al cui centro del dibattito culturale c’è il gender gap legato al gentil sesso: aspetti generali, problematiche, soluzioni.

“Sono onorata di partecipare a un evento così importante, punto di sviluppo e anello di congiunzione fra personalità e professionalità diverse ma tutte coerentemente armonizzabili nell’individuare un comune fil rouge capace di sottolineare, e al contempo incrementare, il ruolo della figura femminile nella sanità. Un tema attuale, che può contribuire a fare la differenza, nel prossimo futuro, in un campo così strategico, complesso e affascinante insieme del vivere umano”, dice Patrizia Polliotto.

Nel corso della tavola rotonda presenterà uno studio del gruppo San Donato sulla consapevolezza delle donne circa il rischio delle malattie cardiovascolari, oltreché alcune delle principali novità legate alla nuova sede dell’IRCCS ‘Istituto Ortopedico Galeazzi’ sita nell’area ex Expo al confine tra i Comuni di Milano e Rho e appartenente all’insieme dei 19 ospedali di proprietà del ‘Gruppo San Donato’, prima realtà sanitaria privata italiana con un fatturato in continua crescita che supera il miliardo e 600 milioni di euro annui.

“Educazione Civica: opportunità o problema?“

Ivrea, giovedì 21 aprile 2022, ore 15,30: Apidge Canavese e Valle D’Aosta nei locali dell’istituto “G. Cena” di via Dora Baltea, presenta le proposte dell’Associazione insegnanti delle Scienze giuridiche ed economiche per una nuova Educazione Civica.

“Educazione Civica: opportunità o problema?“ rappresenta un momento di riflessione che intende proporre e illustrare i documenti e le azioni comuni, che verranno intraprese al fine di garantire il più ampio e corretto successo formativo.

Celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas

Il 14 aprile

Giovedì  14 aprile. In questa data si è celebrata la Giornata mondiale della malattia di Chagas, che si stima colpisca in tutto il mondo da 6 a 7 milioni di persone, soprattutto nelle aree endemiche dei 22 Paesi dell’America Latina, estendendosi poi, in seguito ai movimenti migratori della popolazione latinoamericana,anche in aree non endemiche, quali il Canada, molti Paesi Europei e diversi del Pacifico Occidentale.

In Europa la malattia viene contratta soprattutto per vie quali trasfusioni, trapianti o per trasmissione verticale, da madre a figlio, e può rimanere a lungo latente, ragione per cui, a volte,risulta difficile da diagnosticare tempestivamente .

La Giornata mondiale della malattia di Chagas, malattia infettiva causata dal contatto umano con le feci o l’urina delle cimici triatomine, è stata dichiarata in occasione del 72esimo incontro dell’Assemblea OMS del 20 maggio 2019. Si è  scelta come data il 14 aprile, giorno in cui il medico e ricercatore brasiliano Carlos Chagas, nel lontano 1909, diagnostico’ il primo caso di questamalattia su una bambina di due anni.

In Italia, in Piemonte, l’associazione ‘PINTRE Percorsi Intrecciati’ è socia di Findechagas, Federazione Internazionale delle Associazioni delle Persone colpite dalla malattia di Chagas, cui afferiscono oltre 25 organizzazioni della società civile di Nord e Sud America, Europa e Pacifico Occidentale.

L’Associazione PINTRE ha l’obiettivo di far conoscere nella Regione Piemonte questa malattia, promuovendo campagne di sensibilizzazione e screening gratuito a favore della popolazione latinoamericana, al fine di individuare tempestivamente la comparsa della malattia e iniziarne il trattamento, prima dell’insorgere di eventuali complicazioni.

Mara Martellotta 

Flores d’Arcais e la pazzia della guerra

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Pier Franco Quaglieni

L’ex parlamentare Pagliarulo come presidente dell’Anpi dice un’ovvietà storica: che la Resistenza italiana non è paragonabile con quella ucraina. La storia non si ripete mai e le condizioni storiche non sono confrontabili. E crea scandalo tra i suoi adepti. Non la penso come Pagliarulo su tante cose, forse egli  è in cerca di visibilità, dimenticando che non tutti nella sua associazione condividono le sue idee rifondarole proprie di chi votò, ad esempio,  contro il 10 febbraio giorno del ricordo. Ma almeno su questo sono concorde con lui e quindi non può poi curvare sui temi della guerra Ucraina il prossimo 25 aprile. I Partigiani non furono pacifisti, usarono le armi, in alcuni casi esagerarono anche. E il 25 aprile tutte le bandiere devono avere diritto di sventolare, in primis il Tricolore. Anche la CGIL ha detto sciocchezze sul tema della guerra, ma questi sindacalisti non conoscono la storia e parlano per slogan preconfezionati. Ma chi appare più stucchevole di lui è il “giacobino tagliateste” Paolo Flores d’Arcais, radical chic per antonomasia, rivelatosi acceso patriota filoucraino e guerrafondaio che sostiene la tesi secondo cui  la resistenza italiana fu come quella Ucraina. L’uomo che da molti è visto come sostenitore del giustizialismo illiberale e del potere assoluto dei giudici e creatore  dei ridicoli girotondi che rafforzarono il consenso a Berlusconi, adesso attacca l’Anpi ed esalta Biden suo quasi  coetaneo. Da non crederci. La guerra sta sconvolgendo le menti di molti , è umano e comprensibile perché il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così vicino, ma gli effetti che ha prodotto su Flores sono davvero devastanti . Gli consiglierei di fare qualche girotondo attorno a casa, magari di corsa. A volte serve a schiarire le idee e a smaltire le sbornie ideologiche. Patriota  verso  tutti, ma naturalmente mai verso l’Italia. Mai una volta un pensiero verso gli eroi italiani dal Risorgimento in poi, un Risorgimento naturalmente  fallito come, ipse dixit, ha insegnato  l’oracolo Gramsci. Un vero “anti italiano” diventato ardente  partigiano ucraino.

scrivere a quaglieni@gmail.com

Non di solo profitto vive l’imprenditore

Gli studiosi di finanza aziendale hanno sempre esaltato il profitto come unico obiettivo dell’attività imprenditoriale, sulla base del principio che l’imprenditore deve puntare alla massimizzazione del profitto!

 

Massimizzazione…

Quindi conseguimento del profitto più alto possibile, senza preoccuparsi di come è conseguito (anche danneggiando altre persone oppure creando problemi all’ambiente o alla società).
E nessuna considerazione sulla distribuzione del profitto, che va considerato di esclusivo beneficio dei soci o dell’imprenditore.
Gli autori sostengono che il mondo della produzione e il mondo della finanza debbano considerare non solo valori meramente quantitativi ed egoistici, ma anche valori qualitativi e sociali; giusto conseguire il profitto, ma meglio se, anziché massimizzarlo, si puntasse ad ottimizzarlo, arrivando ad un livello adeguato, ma compatibile con tutti coloro che vivono all’interno ed all’esterno dell’azienda.

Qualche brano del libro consente di coglierne a fondo il pensiero.

“L’impatto della gestione delle imprese finanziarie sulla Società sempre più rilevante, anche per il loro potere d’indirizzo sulle imprese non finanziarie, induce quindi a ritenere fondamentale che il rapporto tra finanza ed etica si evolva da quello, richiamato nel sottotitolo, tra “diavolo ed acqua santa”.

Un obiettivo fondamentale anche per l’impatto sulle future generazioni, ma di non facile ed immediata realizzabilità per una molteplicità di ragioni tra le quali una notevole capacità di “pressione” delle grandi istituzioni finanziarie su governi ed istituzioni finanziarie” (dalla prefazione del prof. Roberto Schiesari,

Dipartimento di Management Università di Torino).

Etica e profitto non sono conflittuali: contrapporre etica e profitto, apertura sociale ed utili aziendali è errato, partendo dal presupposto che l’uomo sia “monodimensionale”, capace di perseguire solo un unico obiettivo e non una serie di obiettivi diversi ma armonizzabili. La ricchezza “egoistica”, la sfrenata corsa verso la massimizzazione del profitto, l’accumulazione di patrimoni personali smisurati aumentano le disuguaglianze, sono una malattia subdola, un killer silenzioso, che giorno dopo giorno mina alle fondamenta il patto sociale.

L’economia deve cambiare visione: occorre realizzare un cambiamento che metta in moto un processo in vista di un’economia diversa da quella che fa semplicemente sopravvivere (lavorare per guadagnare i soldi per vivere); un’economia che include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. L’ecologia e la cura del prossimo sono intimamente correlate. Ed occorre realizzare processi produttivi, progetti qualificati ed una progettualità solidale in grado di garantire equità e giustizia per tutti.

Accettare il “bene comune”:dobbiamo riscoprire il senso e il valore del bene comune in contrapposizione alla ricerca del bene del singolo. Che cos’è il bene comune? Pensiamo agli allevatori che d’estate portano sull’alpeggio le proprie mandrie affinché trovino erba fresca per il pascolo. Se l’interesse del singolo fosse superiore al bene comune ogni pastore avrebbe interesse a portare una mucca in più al pascolo per massimizzare i propri profitti ma ciò porterebbe all’esaurimento ed alla desertificazione del pascolo. Invece i pastori sanno che devono preservare il pascolo affinché non si desertifichi e possa negli anni continuare a svolgere la propria funzione per tutta la collettività; anche noi oggi dobbiamo riscoprire valore del bene comune sentirlo nostro e preservarlo per le generazioni future.” (estratto dal Capitolo 3)

E’ possibile coniugare Finanza ed Etica?
Un’utopia, forse, ma i tempi sono maturi per una riflessione profonda su nuovi modelli di gestione della micro e della macro economia.

Mara Martellotta 

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Rinasce l’Osservatorio sulla salute delle donne

Rinasce l’Osservatorio Cittadino sulla salute delle donne, uno strumento istituito nel 2003 per monitorare e promuovere il raccordo con rappresentanti di istituzioni locali, ospedali, Asl, professioni mediche e organizzazioni della società civile che si occupano di promozione della salute femminile.

Oltre al ruolo di dialogo e coordinamento, l’Osservatorio faciliterà la lettura, in un’ottica di genere, di tutti i dati relativi alla salute delle donne sul territorio, definendo strumenti di monitoraggio e criteri di valutazione.Potrà inoltre sviluppare proposte per favorire l’utilizzo e la valorizzazione dei servizi che in città tutelano la salute della donna, ma anche ricerche innovative e pubblicazione delle offerte e delle istanze ai servizi, nonché iniziative aperte alla cittadinanza.

 

La prima riunione ne sancisce la nuova costituzione, dopo oltre dieci anni di inattività, grazie all’impegno e all’impulso di tanti soggetti diversi: “E’ la ripresa di un cammino e siamo consapevoli che ci attende un enorme lavoro per contrastare le strumentalizzazioni politiche dei corpi delle donne” ha dichiarato Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità.

La necessità di un confronto tra l’Amministrazione comunale e le associazioni cittadine che si occupano della salute femminile era stato evidenziata durante il forum ‘Salute é autodeterminazione’, promosso dalla Città di Torino l’8 marzo scorso. “Abbiamo colto la richiesta di molti soggetti cittadini di riattivare questo spazio di confronto e presidio da parte del Comune per monitorare e tutelare la salute delle donne che vivono a Torino” ha aggiunto Rosatelli.

I locali più familiari d’Italia

 In un periodo in cui il veloce cambiamento delle tendenze e dei bisogni o il necessario adattamento ai nuovi modelli economici spinge gli esercizi commerciali all’adeguamento e alla rielaborazione costante e assidua delle strategie di mercato

il fenomeno concreto delle aziende familiari, spesso sottovalutato e considerato obsoleto per la sua natura a volte preclusiva e poco incline alle novità, offre, in contrasto con questo orientamento contemporaneo dedito all’affannoso e spasmodico rinnovamento, un modello tramandato, popolare e alternativamente tradizionalista: il family business. Questo modello sta dimostrando di essere, considerati gli ottimi risultati, un management assolutamente di successo. Di fatto la conduzione familiare, di un ristorante, di un hotel o di qualsiasi altro locale, garantisce passione, attaccamento e abnegazione, conferisce all’attività un valore autentico legato alla memoria e al passato facendola riconoscere come un disegno storico curato e amato per generazioni. Certamente anche questi locali, il cui apprezzamento è dovuto al loro folclore e alla propria coerenza di stile e di contenuti, sono, seppur in misura diversa, soggetti alle leggi del mercato e talvolta indotti quindi a superare la soglia della familiarità affidandosi, per esempio, a collaboratori ed esperti esterni, ma a parte questa tenue necessità di conformarsi ai nuovi modelli, il family business può, o forse deve, rimanere virtuoso e continuare sulla sua strada fatta di tradizioni e rassicuranti consuetudini. Secondo la guida Locali Storici D’Italia, dei 215 esercizi commerciali storici circa   la metà sono a conduzione familiare con lunghissime discendenze che arrivano a perpetuarsi per più di 10 generazioni. Il primato del locale con la più longeva gestione familiare tramandata, ben 12 generazioni, è orgogliosamente piemontese, il Ristorante Corona di San Sebastiano Curone ad Alessandria. Questo antico locale,  che vanta tra i suoi frequentatori  D’Annunzio, il Generale Cadorna, l’Editore Ricordi e il Ciclista Fausto Coppi, nel 2011 è stato premiato dalla Regione con il  titolo di “attività commerciale più antica del Piemonte”. Con 11generazioni segue l’Hotel Cavallino Bianco a San Candido, in provincia di Bolzano, un meraviglioso albergo nel centro storico. Una volta semplice osteria, oggi è un romantico e moderno hotel, ornato da mura pittoresche ed ambienti eleganti e pieni di luce. Abbiamo poi La celebre Grapperia Ponte – Bassano del Grappa (Vicenza), la Confetteria della famiglia Romanengo di Genova, il Ristorante Erasmo di Ponte a Moriano in provincia di Lucca, il caffè dell’Ussero in quel di Pisa, tutti con un glorioso passato di 7 generazioni di conduzione familiare. Nella guida troviamo ancora altri storici locali con 5 e 6 progenie di family business. Le aziende a conduzione familiare in Italia vengono rappresentate dall’Aidaf – Associazione Italiana Aziende Familiari fondata da Alberto Falck nel 1997. I dati comunicati dall’associazione sono davvero significativi: 784.000 aziende, pari all’85% delle presenti in Italia che coprono il 70% dell’occupazione che tra il 2010 e il 2014 è cresciuta del 5,3%. Tra le 100 aziende a conduzione familiari nel mondo 15 tra le più antiche sono italiane.In questi luoghi antichi l’impegno e gli sforzi profusi nel tempo dalle famiglie per amministrare e provvedere alla loro gestione è tangibile, la fatica e l’amore impiegati per custodirli possiamo trovarli in ogni cosa, nel cibo, nelle mura, negli odori. Le promesse fatte in passato, lo sp

irito del “capitalismo familiare” messo in atto per garantire ai discendenti prosperità economica attraverso un progetto a lungo termine ha dato i suoi frutti, le aziende a conduzione familiare sono, in contrasto con una modernità a volte opprimente, un posto accogliente dove sentirsi al sicuro e un punto di riferimento indiscusso dell’economia italiana.

Maria La Barbera