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Torino, UNO/PARI: il “pareggio” solidale che vale più di una vittoria

Sono arrivate alla Mensa di Strada di Torino della Comunità Papa Giovanni XXIII le prime consegne di prodotti alimentari donati dall’azienda Ursini: un acquisto online serve a portare prodotti alimentari sulla tavola di chi ne ha più bisogno, nel segno di quella solidarietà indispensabile per ripartire dopo i mesi difficili della pandemia

Ai responsabili dell’Unità di Strada di Torino è appena arrivato un bastimento carico-carico di… bottiglie d’olio extravergine di oliva, decine di barattoli di salsa di pomodoro, sottoli e sottaceti. Il “bastimento” è la prima consegna di prodotti alimentari frutto del progetto “UNO/PARI”, nato dalla collaborazione tra l’azienda alimentare abruzzese Ursini srl e la Comunità Papa Giovanni XIII (Apg23).

Il nome dell’iniziativa non è stato scelto a caso: se infatti nel mondo dello sport, specie in questo periodo di Europei di calcio, il pareggio non è un risultato entusiasmante, sul campo della solidarietà vale più di una vittoria e può diventare un punto-chiave per una ripartenza che, dopo questi mesi difficili, deve essere di tutti e per tutti.

L’idea è semplice quanto efficace: per ogni prodotto venduto sulla propria piattaforma di e-commerce, Ursini ne donerà uno alla Comunità, che su tutto il territorio italiano assicura accoglienza e supporto a oltre 5mila persone in difficoltà attraverso case di accoglienza, Capanne di Betlemme per i senza dimora, mense di strada, case famiglia. Così, acquistando ad esempio una bottiglia di olio extravergine, o un barattolo di salsa di pomodoro, si farà in modo che lo stesso prodotto arrivi sulla tavola di una persona che altrimenti non riuscirebbe a mangiare. Un piccolo gesto che innesca un percorso virtuoso e cruciale, nel segno di quello spirito di vicinanza agli ultimi e ai più poveri che la Comunità porta avanti sin dalla sua fondazione a opera di Don Oreste Benzi nel 1968.

La Comunità di Don Orerste è presente a Torino dal 2010, dove ha attivato un servizio di unità mobile e di Mendsa di Strada nell’ambito del quale viene organizzata la distribuzione di generi di prima necessità alle persone senza fissa dimora nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Susa. Con le restrizioni legate alla pandemia, non è stato più possibile portare avanti il servizio di Mensa di Strada, dal momento che non era possibile rispettare il divieto di assembramento o di garantire le distanze sociali. Tuttavia l’attività delle Unità non si è mai fermata: i generi alimentari e di conforto per i senza dimora sono stati distribuiti in contenitori monoporzione; a questi si è aggiunta la distribuzione di mascherine per la protezione personale e con l’aiuto dei tanti volontari della zona è proseguito il servizio di consegna di pacchi solidali con generi alimentari e di prima necessità destinati alle famiglie che ne avevano più bisogno.

Ursini, dal suo canto, non è nuova a questo tipo di iniziative. Già in passato, infatti, un progetto simile era stato portato avanti con un’altra Onlus. Ora, attraverso la collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII, la portata di questa attività potrà essere ulteriormente ampliata. Il progetto UNO/PARI, infatti, andrà avanti anche nei prossimi mesi, forte del fatto che, nel campo della solidarietà, un pareggio vale più di una vittoria.

Lesna Gold, profumo di casa

Il Lesna Gold è una di quelle società di periferia a conduzione familiare ma con elevata professionalità dove arrivi e subito respiri profumo di casa.

In via Bard il club del presidente Francesco Bove e del padre Antonio Bove è un faro calcistico per il rione torinese e non solo. Da anni il club lavora bene senza proclami ma curando con maniacale attenzione  i propri gruppi con istruttori di buon livello.Il covid è stata ed è tutt’ora una mazzata sportiva non solo per il calcio professionistico ma soprattutto per le società dilettantistiche che quotidianamente svolgono un ruolo sociale molto importante facendo divertire e creando armonia e gioia per grandi e bambini che sono accomunati da un’unica passione:il calcio.Finalmente la ripresa con tutte le precauzioni del caso.Abbiamo intervistato Vincenzo Incardona alias “Mister Cigno” che quest’anno sarà il Responsabile della comunicazione, un ruolo sempre più importante per una società che vuole crescere.Incardona ha giocato ad alti livelli nel calcio,grande bomber con tanti gol all’attivo su tutti i campi nelle varie categorie dove si è cimentato.È anche un allenatore preparato ed attento nei confronti dei bambini sia dal punto di vista sportivo che ludico.Ecco un riassunto del suo pensiero:’Nel mondo di oggi è giusto dare spazio e visibilità al bambino, ricordiamoci che è Scuola calcio, cosa che non tutti gli istruttori non capiscono, ricordiamo che devono imparare e divertirsi e che il risultato non conta, se gli insegniamo solo a vincere i bambini non impareranno mai niente, il calcio è uno sport di valore, iniziamo noi stessi a dare il buon esempio con la parola magica: umiltà!
questo sarà il mio primo anno da responsabile e primo anno fuori dal campo, ringrazio Antonio e Francesco Bove per la fiducia, sono sicuro che insieme faremo un grande lavoro”.

Vincenzo Grassano 

Premiati a Marengo i “Giornalisti di pace”

“Il nostro è un contributo per costruire la pace attraverso la narrazione e aiutando le persone a pensare in modo libero”. Parole di Daniele Barale e Patrizia Foresto cui è stato assegnato il premio ‘Steli di pace’, giunto alla terza edizione.

Il concorso, ideato dall’Unione giornalisti e comunicatori europei (Ujce) con il Gus (Giornalisti uffici stampa) del Piemonte, si prefigge «di valorizzare chi, attraverso la stampa o con altre forme di comunicazione, trasmette un messaggio di pace e valorizzando i costruttori di pace». L’evento che si è svolto a Marengo, il 15 luglio nel cortile dell’Auditorium nel rispetto delle norme anticovid, ha riconfermato il ruolo di crocevia culturale del polo dedicato a Napoleone e che “rappresenta l’Europa intera” come hanno sottolineato Maurizio Sciaudone, consigliere provinciale con delega al patrimonio, e Cherima Fteita, assessore del Comune di Alessandria con delega a manifestazioni ed eventi.

 

I riconoscimenti, un calice con stele in peltro, sono stati consegnati da Ezio Ercole, vicepresidente del consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, e da Antonio Rotondo, presidente dell’Unione giornalisti e comunicatori europei, mentre la presentazione è stata curata da Efrem Bovo.

Patrizia Foresto, giornalista torinese, ha collaborato e collabora con varie testate locali e nazionali scrivendo d’arte, costume e museologia e si occupa di uffici stampa per Fondazioni ed enti privati. Fra i molti scritti, spiccano quelli dedicati all’Armenia, pubblicati anche su ‘Il Mondo’ di Pannunzio.

Daniele Barale, giornalista, ha scritto e scrive per diverse testate, tra cui Vita Diocesana Pinerolese, Il Laboratorio, Tempi, Il Foglio (recensioni libri).

Entrambi i giornalisti sono impegnati per fare conoscere le criticità e contribuire a fare emergere e sviluppare una coscienza sociale di libertà e integrità etica.

La cerimonia di consegna è stata aperta e conclusa da due brani musicali per arpa eseguiti da Camillo Vespoli, docente del Liceo musicale, noto all’ambiente alessandrino per la sua intensa attività concertistica in Italia e all’estero.

Successivamente è seguita la presentazione di un libro in memoria di Ermanno Eandi, torinese, poeta, giornalista e scrittore scomparso nel maggio del 2020, accompagnata dalle parole di Marco Margrita, presidente regionale del Movimento cristiano lavoratori (Mcl).

Importante sottolineatura della ricorrenza del 15 luglio, quale data di un pace raggiunta tra Napoleone Bonaparte e Papa Pio VII  con il Concordato firmato nel 1801.

Anche questa iniziativa ha contribuito ad ampliare i paesaggi culturali che conferiscono “uno stato particolare al luogo che diventa a sua volta creatore di itinerari e stimolo per nuove alleanze operative e forti connessioni che partono da un’area vasta capace di allargarsi ‘per terra e per mare’ nel nome di Marengo” rileva Efrem Bovo, ricordando alcune delle iniziative più recenti come l’insediamento della Scuola europea di rievocatori napoleonici, oltre a quelle più strettamente collegate alla vittoriosa battaglia di Napoleone del 14 giugno 1800, che, tutte insieme e in un respiro internazionale, dimostrano come la cultura, a trecentosessanta gradi, può avere “un ruolo trasformativo sia materiale, sia immateriale, in quanto può contribuire direttamente allo sviluppo economico e sociale”.

Vintage, lo stile viene dal passato e non passa mai di moda

Acquisti di qualità, scelte d’eleganza e buon gusto. Anche online

 

La moda è frenetica e impaziente, le tendenze cambiano velocemente e ci guidano negli acquisti pilotando le nostre scelte e i nostri gusti senza lasciare molto spazio alla nostra creatività. Si crea così una sorta di educazione all’acquisto in base ai must del momento (lo devi avere!), a volte un vero e proprio diktat considerando che nei negozi, soprattutto dei grandi brand, non si trova altro. Non è del tutto scorretto, anzi c’è una certa comodità nell’essere indirizzati e conformi alla tendenza del momento, ma ritrovarsi in un luogo dove ciò che ci spinge all’acquisto è unicamente il nostro gradimento, il nostro senso dell’eleganza e la voglia di distinguerci è un momento di shopping puro, libero da ogni condizionamento e da ciò che è in voga. Tutto questo è possibile acquistando vintage.Ci sono davvero buoni motivi per cedere allo shopping del passato, per esempio il poter acquistare capi di qualità, a volte veri pezzi sartoriali, a costi accessibili, avere uno stile unico combinando capi e accessori di periodi diversi e non meno importante praticare la via dell’acquisto etico ed ecologico comprando capi già esistenti. Insomma comperare di seconda mano conviene, stimola la nostra passione per il bello e ci rende più responsabili, cosa possiamo desiderare di più?

 

A Torino sono diverse le possibilità di acquistare il passato, il fuori moda:

 

Pandora – Via Giolitti 49 b, uno dei primi negozi Vintage a Torin aperto dagli anni ’90 dove trovare soprattutto usato firmato dalle borsette agli abiti.

 

Charly Vintage and flowers -Via Giuseppe Pomba 29, qui anche il wedding vintage dagli anni ’20 ai ’90, capi coloratissimi di svariati periodi e una sartoria che propone modelli d’altri tempi.

 

Epoca – Via San Domenico, 45/c – vestiti, cappelli, borse, scarpe, bigiotteria, ombrelli, guanti tutto in stile retrò, un lungo cammino dai primi del ‘900 ad oggi.

 

Annarita Mattei – Via San Domenico 6 d – la proprietaria è anche una personal shopper pronta a dare degli ottimi consigli, qui si unisce la modernità al vintage. I capi vanno dagli anni ’50 agli anni ’80, arrivi ogni 15 giorni.

 

Elena B. – Via Saluzzo 40 – nel cuore di San Salvario una vera e propria ricerca del capo sartoriale dagli anni Trenta fino agli Ottanta del secolo scorso, molti pezzi sono veri e propri capi di alta moda.

 

Infine chi è interessato ad un acquisto retrò non può mancare ogni secondo sabato del mese a piazza Carlo Alberto a Extravaganza, il primo mercato in Italia dedicato alla moda del passato.

Maria La Barbera

 

 

 

 

Ddl Zan: “Noi siamo con voi”, Leo: “contro ogni discriminazione libera espressione” 

Caro Direttore,
qui di seguito il “documento/appello” sul tema della approvazione del DDL Zan.  Per trasparenza e correttezza riteniamo importante sottolineare le seguenti premesse:
1- Promotore dell’appello è il “Coordinamento interconfessionale del Piemonte Noi siamo con voi”.
2- Il documento è stato però elaborato, discusso, approvato e sottoscritto da molti altri soggetti – collettivi e singoli – delle più diverse appartenenze culturali.
3- Il nostro Coordinamento ha”geneticamente” impressi in sé i principi dell’inclusione, del rifiuto di ogni discriminazione, del rispetto e dell’accoglienza del “diverso da noi”, della tolleranza e del dialogo. Quindi il nostro contributo non vuole essere contro nessuno, né si permette di avere il significato di giudizio su idee diverse dalle nostre.
4- L’unico giudizio negativo che ci sentiamo di dare, è verso di chi assume posizioni, toni, atteggiamenti, linguaggi ecc., violenti, denigratori, offensivi nei confronti di chi non si uniforma ai propri convincimenti.
5- Aggiungiamo, infine,che – partendo da questa occasione – abbiamo anche aperto fra noi una riflessione e una ricerca sincera, libera, forte proprio sul tema della “sessualità” all’interno delle culture e delle religioni. Altresì siamo ancora più convinti della necessità di un affronto sempre libero, pluralista, tollerante e rispettoso e – nel senso corretto del termine – “laico” delle tante problematiche che affliggono l’umanità.
In questo modo abbiamo la convinzione e la speranza di poter apportare un contributo di bene,di pace, di giustizia vera e, perchè no, anche di amore all’Umanità dei nostri tempi.
 

Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

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IL DOCUMENTO
Noi siamo… contro ogni discriminazione e per la libertà di espressione 

Noi siamo un movimento sorto per manifestare solidarietà alle vittime di oppressione e
persecuzione. Non abbiamo dunque difficoltà a prendere atto che molto spesso, in vari contesti, le
forme in cui la sessualità è stata regolamentata hanno comportato discriminazione rispetto a chi in
quelle forme non poteva riconoscersi; e sotto questo aspetto il fatto che tali discriminazioni non
siano più ritenute accettabili dalla coscienza morale odierna lo consideriamo patrimonio prezioso e
irrinunciabile. Tutto ciò che sul piano legislativo può contribuire ad impedirle è pertanto senz’altro
da approvare.

Riteniamo però che la tutela dalle discriminazioni non debba diventare fonte di discriminazione a
propria volta.

La sessualità non è soltanto un ambito tra gli altri, ma un nucleo profondo della vita e della
coscienza umana. Essa ha un grande valore spirituale. Chiediamo pertanto che tale valore sia
riconosciuto e rispettato, e che le trasformazioni nel modo di percepirla e viverla siano accolte e
accompagnate senza venire imposte da decisioni legislative. Su temi così delicati, su cui il
confronto civile deve rimanere aperto, vanno evitate forzature, e soprattutto che a decidere siano
presupposti ideologici di parte.

In questa prospettiva, al di là degli schieramenti politici e riprendendo autorevoli osservazioni di
esponenti del mondo del diritto di diverso orientamento culturale, esprimiamo una serie di
perplessità su alcuni passaggi dell’articolato del Disegno di legge Zan in discussione al Senato.

Il motivo di allarme è che la proposta di legge, per quanto (art. 4) affermi la libertà di espressione
tutelata dall’art. 21 della nostra Costituzione, che riconosce a tutti il diritto di esprimere e divulgare
in qualsiasi forma il proprio pensiero e prevede di punire solo chi commetta un reato, di fatto la
insidia. Il punto è infatti che introduce fattispecie di reato assai vaghe e indefinite, venendo meno al
principio base della determinatezza del reato, senza garanzie per i cittadini e aprendo la strada a
possibili forme di arbitrio da parte dell’autorità giudiziaria; laddove è invece opportuno che le
decisioni giudiziarie non siano influenzate da opinioni che esulano dall’ambito giuridico. Nel giusto
tentativo di prevenire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, una decisione
potrebbe infatti divenire causa di discriminazione contro coloro che hanno una diversa visione.
Il problema a monte infatti è che, nel definire ex lege (art. 1) concetti tratti da teorie tutt’altro che
condivise in tema di identità di genere e disponendone (art. 7) la divulgazione nelle scuole, la
proposta comprime indebitamente la libertà di educazione e di insegnamento, contrastando quindi
con l’art. 33 della Costituzione, oltre che con l’essenza del moderno Stato di diritto, il quale, per
definizione, non sposa filosofie, concezioni di vita, religioni.

Per questi motivi, e in considerazione della delicatezza etica e giuridica dei temi in questione,
facciamo appello alle forze politiche affinché, dopo una più attenta riflessione, introducano i
necessari correttivi al testo operando alla ricerca di soluzioni veramente condivise.

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La felicità in questo mondo

Guardando oltre la pandemia / Tutti abbiamo pensato, almeno per un attimo, che la felicità fosse un concetto universale, uno stato di grazia valido per tutti, vissuto con le stesse modalità, sentito semplicemente attraverso le conosciute emozioni positive

Forse in parte è così perché quando siamo felici le espressioni e le vibrazioni che il nostro corpo trasmette sono comuni ovunque, ma ciò che ci fa felice può cambiare in base a dove viviamo, al mondo a cui apparteniamo.

L’origine latina del termine, felicitas, ci dice che il prefisso fe è sinonimo unanime di abbondanza, prosperità e ricchezza ma il modo con cui percepiamo la felicità, con cui la viviamo e persino attraverso cui cerchiamo di raggiungerla dipende però da variabili che ne determinano spesso anche il significato.L’educazione, la cultura di cui siamo parte, il nostro vissuto emotivo ci fanno relazionare in maniera diversa rispetto a questo stato di appagamento, di ottimismo ed entusiasmo, di serenità e pace.Il nostro ambiente, geograficamente parlando, è infatti un microcosmo fatto di abitudini, esperienze storiche e culturali, valori e credenze che diventano parte integrante della nostra vita e ne influenzano il modo di condurla e concepirla. La ricerca del benessere, sia esso corporeo o immateriale, può essere differente in base alla latitudine, ogni civiltà dunque possiede la sua endemica felicità.

Helen Russell ha scritto un libro, un guida pratica, una mappa di questo giubilo emotivo, come viene ricercato e vissuto nei diversi paesi del mondo: l’Atlante della Felicità.

In Cina, per esempio, si pratica lo xingfu, vivere con l’essenziale, in assenza della continua ricerca di beni materiali ma apprezzando invece quello che si ha e non nutrendo continue aspettative su quello che si desidera. L’elemento fortuna è importante perché non tutto è sotto il nostro controllo.

In Norvegia, invece, vivere all’aria aperta, friluftsliv, è un vero e proprio felice stile di vita, una filosofia che procura gioia perché, secondo questo pensiero, permette di allineare il nostro ritmo con quello della natura. Camping, trekking e ogni altra attività outdoor equivale ad una totale immersione verde e benefica, sia a livello fisico che spirituale.

In Thailandia ridimensionare i conflitti e vivere secondo il concetto buddista di pen rai, ovvero non ti preoccupare, è il fondamento per essere felici. Se una cosa va male, se i nostri obiettivi non sono raggiungibili, se qualcosa va storto forse non è semplicemente il momento giusto, meglio pensare ad altro e rimandare i nostri propositi. Non è una manifestazione di inattività ma semplicemente un elogio all’accettazione.

In Spagna uscire e fare tardi con gli amici davanti un aperitivo, possibilmente fatto di birra e meravigliosi stuzzichini, il tapeo, rende gioiosi e appagati. Similmente in Irlanda passare una serata al pub, ovviamente al suon di drink alcolici, fa dimenticare i problemi in completo abbandono alla allegria e al buon umore.

In Brasile, la saudade, il ricordo di una passata letizia, una malinconica assenza riferita sia a persone che a cose, fa vivere la felicità con una nota nostalgica, ma con la consapevolezza che ciò che abbiamo nel presente non deve essere dato per scontato.

In Giappone si celebra il wabi sabi, il senso dell’effimero e del fugace, “la bellezza imperfetta, impermanente e incompleta” secondo la dottrina buddista. Un approccio al minimalismo, all’incompiutezza che suggerisce di rendere più lento il nostro cammino e di considerare accettabili le cose difettose e persino di dargli valore maggiore una volta riparate, “una cicatrice che ci arricchisce“.

Infine eccoci in Italia, come raggiungono la felicità gli italiani? Secondo la Russell grazie al dolce far niente, che non vuol dire letteralmente e unicamente passare il tempo oziando, ma godersi la vita ritagliandosi pause rilassanti dedicate al cibo e ad un bicchiere di vino, possibilmente in compagnia, e viaggiando. Lo shopping poi, nel bel paese, è un grande alleato della felicità, comprare oggetti alla moda e possedere status symbol infatti rappresenta un modo che fa sentire gli italiani appagati e soddisfatti. Il piacere dato dal possesso però è spesso passeggero e questo è dovuto alla velocità con cui oramai ci si abitua alle cose che generano spesso entusiasmi iniziali, ma vengono prontamente abbandonate per essere sostituite con altre. Allora meglio cercare la felicità e investire non in oggetti ma in esperienze, in relazioni che ci arricchiscono e in conoscenze che lasciano tracce di indelebile beatitudine.

Maria La Barbera

 

Scapà da ca: Storie di piemontesi all’estero e di stranieri che hanno casa qui

Caro direttore, è nato il nuovo progetto della Fondazione Enrico Eandi: Scapà da ca!

Letteralmente “scappato da casa” – ha lo scopo di raccontare le storie di chi ha deciso di lasciare il Piemonte per emigrare all’estero e di chi, originario di un altro paese, ha scelto invece di trasferirvisi.

Scapà da ca nasce con l’intento di creare una community di persone che, attraverso le loro parole, diano sostegno, motivazione, spunti e determinazione per intraprendere esperienze di vita all’estero. Il punto di contatto? Il Piemonte, che sia luogo di partenza o di approdo.

La nostra mascotte

Il paguro è un animale simpatico e curioso che cambia casa molte volte nella sua vita finché non trova quella che meglio si adatta alle sue esigenze. Un po’ come i paguri, anche noi umani siamo spesso alla ricerca del cambiamento. Con Scapà da ca vogliamo raccogliere le storie di chi ha trovato il coraggio di abbandonare la propria terra d’origine.

Sei uno Scapà da ca?

Se pensi di essere anche tu uno “scapà da ca” compila il form qui sotto, rispondi alle domande e inviaci qualche foto della tua esperienza, la pubblicheremo sul sito, su Facebook e Instagram.

➡️ Sei un Piemontese all’estero? Compila il form e mandaci la tua storia!
➡️ Sei uno straniero che vive in Piemonte? Compila il form e mandaci la tua storia!
➡️ Are you a foreigner living in Piedmont? Fill the form and let us know about your story!

Terza edizione del concorso letterario e cinematografico che parla del carcere, LiberAzioni: “Vivere questo tempo”

Cosa ha significato vivere e convivere all’interno del carcere in tempo di emergenza sanitaria? E dopo cosa succede?

Questa la domanda da cui muove il terzo Concorso nazionale di scrittura di Liberazioni – festival delle arti dentro e fuori. Il tema del bando, aperto sia a detenuti di qualsiasi istituto penitenziario italiano, sia a persone in misura alternativa, deve essere svolto con narrazioni inedite in forma di racconto breve per ricordare passioni, paure, detti e non detti e come queste hanno cambiato i molteplici spazi e tempi della reclusione durante la pandemia.

Curato da Eta Beta Scs e dall’Associazione Sapereplurale “Vivere questo tempo” è il significativo titolo scelto per il Concorso nazionale di scrittura aperto sino al 27 agosto 2021. Termine ultimo per poter inviare i testi tramite mail o posta ordinaria a Eta Beta Scs.
Successivamente entro il 10 settembre verranno selezionati i 20 racconti finalisti, tra i quali due giurie, una composta da esperti e una da persone detenute presso la Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”, decreteranno il vincitore del Premio in denaro del valore di 1.000€ lordi.
LiberAzioni ha una doppia anima, locale e nazionale. Infatti se Torino, il quartiere Vallette e la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, rappresentano i luoghi dove si svolgerà, tra la fine di settembre e inizio ottobre 2021 un festival della creatività, ci sono anche due concorsi, uno di cinema e uno di scrittura, a carattere nazionale. Sono ammessi fino al 31 agosto al Concorso cinematografico , curato dal Museo Nazionale del cinema di Torino, i cortometraggi di finzione, documentari e film d’animazione realizzati da autori italiani o residenti sul territorio nazionale, senza limiti d’età che riflettano sui temi della reclusione, della pena, della libertà e la relazione dentro/fuori. (https://amnc.it/liberazioni-2021-aperti-i-bandi-cinema-e-scrittura/)
Come sempre e ancora di più quest’anno LiberAzioni, vuole rappresentare un’occasione per riflettere attorno al tema del carcere e della pena, stimolando una conoscenza e uno scambio tra chi in carcere c’è o lo vive, la società ed il territorio.
LiberAzioni è possibile grazie all’impegno di Associazione Museo Nazionale del Cinema ente capofila, Eta Beta SCS, Associazione Sapereplurale, Antigone Piemonte, con il sostegno di Fondazione CRT e Coop – Novacoop, in collaborazione con Ufficio Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino e Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.

Link per Scaricare il Bando: https://www.lettera21.org/news/liberazioni-vivere-questo-tempo.html

Cena solidale per Paidea: sotto le stelle con lo chef Baronetto

Venerdì 16 luglio una serata solidale a sostegno delle iniziative di Fondazione Paideia ad “Orsolina28”, centro internazionale di danza nel cuore del Monferrato a Moncalvo (AT) Il ristorante “Del Cambio” e lo chef Matteo Baronetto per “Sotto le Stelle”

Torino, 23 giugno 2021. Il prossimo 16 luglio Orsolina28, centro internazionale di formazione per la danza e sviluppo della creatività, a Moncalvo (AT), nel cuore del Monferrato, ospiterà “Sotto le Stelle” una serata molto speciale all’insegna della solidarietà. Matteo Baronetto, chef del Ristorante Del Cambio, per l’occasione ha ideato un percorso gastronomico ispirato dalla natura e dai frutti dell’estate, per offrire a tutti un’indimenticabile cena sotto le stelle, un evento organizzato per celebrare i 20 anni di Estate Paideia, un’avventura che dal 2001 colora le estati della Fondazione Paideia, dedicate ai bambini con disabilità e alle loro famiglie.

“Da vent’anni per noi ogni estate è una straordinaria occasione per essere concretamente d’aiuto a tante famiglie. Quando si convive con la disabilità spesso la vacanza viene vissuta come inaccessibile per tante ragioni, noi invece lavoriamo sul diritto dei genitori e dei loro bambini a vivere esperienze di benessere e socializzazione, per poter guardare al futuro con maggiore fiducia. Grazie alla generosità di Orsolina28, Del Cambio e dello chef Baronetto vivremo una serata speciale per festeggiare questo traguardo, ma soprattutto per offrire tante altre preziose occasioni di vacanza ai bambini con disabilità e alle loro famiglie” dichiara Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia.

“Sono felice di sostenere con Del Cambio e Orsolina 28 questo importante progetto, – racconta lo chef Matteo Baronetto – mettendo a disposizione la creatività e l’impegno della mia brigata in una serata che grazie alla cultura, al contatto con la natura e alla convivialità diffonde i valori unici dell’empatia, della condivisione e della partecipazione”.

La serata è l’occasione per celebrare i 20 anni del progetto “Estate Paideia” che, grazie al supporto della Fondazione Carlo Denegri, per il secondo anno consecutivo si svolgerà a Orsolina28: 60 famiglie, in compagnia dei volontari Paideia, per sei settimane tra fine giugno e inizio agosto vivranno un’esperienza di vacanza immersi nella natura, con la possibilità di partecipare ad attività sportive, di gioco e di orticoltura.
Il progetto “Estate Paideia”, tra i principali della Fondazione, dal 2001 ad oggi ha offerto a circa 800 famiglie con oltre 1500 bambini con disabilità, supportati da quasi 1200 volontari, l’occasione di vivere una vacanza serena e di incontro con gli altri. Un’occasione per rilassarsi, per socializzare e guardare al futuro con maggiore fiducia.

L’esperienza “Sotto le Stelle” del 16 luglio 2021 è aperta a tutti, a tutte le persone che desiderano vivere un evento speciale, sostenendo la causa solidale di Paideia. Sarà anche l’occasione per assistere sull’Open Air Stage, il palco tra le vigne, alla performance “Summer Rain”, lavoro originale di Ella Rothschild creato in residenza a Orsolina28 per Focus on Creation. Il pubblico avrà il privilegio di partecipare in anteprima alla restituzione del lavoro coreutico di una delle artiste israeliane più eclettiche e apprezzate a livello internazionale.

Per partecipare all’evento, con una donazione a partire da 250 euro che sarà interamente devoluta a sostegno dei progetti estivi di Paideia, è possibile scrivere a sostenitori@fondazionepaideia.it entro giovedì 8 luglio.

fondazionepaideia.it

La Fondazione Paideia opera ogni giorno per offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie. Nata nel 1993 per iniziativa delle famiglie torinesi Giubergia e Argentero, Paideia si impegna per costruire una società più inclusiva, responsabile e attenta ai bisogni di tutti. Perché nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso.

Globoconsumatori per la tutela dei diritti dei cittadini

Caro direttore, la Globoconsumatori associazione nazionale consumatori, dal sottoscritto fondata nel 2006 e della quale sono tutt’ora Presidente Nazionale, conta 55 filiali in Italia e circa 300.000 associati. Siamo una Onlus senza scopo di lucro, un centro di iniziativa e aggregazione per la promozione dei diritti dei cittadini consumatori ed utenti.

Globoconsumatori nasce da dirigenti che contano una lunga esperienza nel mondo del consumerismo italiano ed europeo.

La proposta è quella di rappresentare in maniera sempre più efficace, in base anche all’evolversi delle situazioni, le attività di intervento a difesa dei diritti fondamentali dei cittadini/consumatori.

Quanto sopra poiché i soci promotori, nella piena consapevolezza della necessità di attuare forme e modi innovativi di azioni anche politiche a tutto favore dei cittadini. Particolarmente per le categorie meno abbienti e deboli. Globoconsumatori si prefigge dunque di affrontare le sfide economico-sociali in un contesto generale che, sia a livello europeo e nazionale sia a livello regionale, è diventato sempre più complicato e contraddittorio. Si mantiene apartitica, laica ed aperta alla partecipazione democratica.

Ci occupiamo a 360° della tutela dei diritti dei cittadini/consumatori in base al Codice del Consumo (d.lgs 206/2005), con diverse specializzazioni, tra le quali i ricorsi avverso i verbali di presunte infrazioni al CDS, comparto nel quale godiamo di una certa credibilità (circa 10.000 ricorsi anno a livello nazionale, con un accoglimento del 96%) e, siamo stati i primi in Italia ad aver avuta sentenza di accoglimento dal GDP di Milano che ha dichiarati, in base alle motivazioni da noi espresse in ricorso, NON Omologati gli autovelox in Italia, aprendo così uno storico dibattito giurisprudenziale in merito che, alla data odierna vede allineati il 90 % dei GDP nazionale. Hai ricevuto una contravvenzione e vuoi fare ricorso? Se decidi di affidarti a noi fai la scelta giusta perché abbiamo il 96 % di ricorsi accolti relativi agli autovelox per mancata omologazione.

Mario Gatto

Presidente nazionale Globoconsumatori

www.globoconsumatori.itwww.sanzioniesicurezzastradale.it