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Più di 40 mila i vaccinati nelle Rsa

Sono oltre 40mila le persone vaccinate contro il Covid 19 nelle Rsa del Piemonte, 19 mila sono operatori e 21 mila sono ospiti delle varie strutture.

Questo è quanto emerge dalla relazione del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive, svoltosi nella quarta Commissione presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.
La relazione – stimolata anche dalle domande dello stesso vicepresidente Rossi e del consigliere Daniele Valle (Pd) – ha illustrato ai Commissari le varie funzionalità della piattaforma di monitoraggio nelle RSA “Covid 19” e la sua evoluzione volta a migliorare il trattamento dei dati.
Nel corso della seduta sono stati presentati anche alcuni dati della piattaforma del Sistema informativo regionale delle vaccinazioni che monitora, oltre alle dodici Asl e le sei Aziende ospedaliere, anche le varie residenze per anziani.
Il dato complessivo emerso è appunto che la maggior parte dei 25 mila dipendenti e buona parte dei 30 mila pazienti delle residenze per anziani sono stati vaccinati contro il Covid 19. Nello specifico, si tratta esattamente di 40.152 vaccinati, di questi 19.012 sono unità di personale mentre, i rimanenti 21.140 sono ospiti delle Rsa

Il Piemonte punta sugli infermieri di comunità

La Regione Piemonte adotterà un Piano di assistenza territoriale “con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’Infermiere di famiglia e di comunità, al fine di implementare i servizi di assistenza territoriale e domiciliare”.

Lo prevede l’emendamento, presentato dalla prima firmataria Francesca Frediani (M4o), sottoscritto dai gruppi Luv, Pd e M5s e approvato all’unanimità dalla Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

L’emendamento è stato accolto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi nell’ambito della discussione sul Ddl 127, “Sviluppo delle forme associative della Medicina generale”, che ha sottolineato come in effetti la misura sia coerente con l’azione del governo regionale sul potenziamento territoriale.

La discussione sul provvedimento, che prevede di stanziare 10 milioni di euro rispettivamente per il 2021 e il 2022 per riconoscere all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale per garantire la continuità delle cure, la presa in carico della cronicità e una migliore accessibilità alle prestazioni, è giunta oggi all’articolo 4 bis, vedendo anche l’approvazione di due emendamenti all’articolo 3, proposti da Domenico Rossi (Pd), sugli obiettivi assegnati ai componenti delle forme associative.

La discussione in Commissione, che vede alcuni temi ancora aperti soprattutto in merito alla norma finanziaria, riprenderà domani.

Fondazione CRT promuove la prima Agenda della Disabilità

Dal 2 febbraio parte la fase 1” per la realizzazione della prima Agenda della Disabilità in Italiapromossa dalla Fondazione CRT con la Consulta per le Persone in Difficoltà . Secondo i dati Istat 2019) in Piemonte e Valle d’Aosta sono 225.000 le persone con  disabilità (3 milioni in Italia , pari al 5,14% della popolazione). L’iniziativa punta  a migliorare la loro vita.

Nella prima metà del 2021 le organizzazioni non profit parteciperanno ai tavoli di lavoro dedicati a 6 temi strategici (goal): abitare sociale, sostenere le famiglie, vivere il territorio, lavorare per crescere, imparare dentro e fuori la scuola, curare e curarsi.

L’attività prevede anche la realizzazione di interviste a personalità di rilievo nazionale sul tema disabilità e la produzione di filmati: i contributi saranno condivisi sulla comunità virtuale www.agendoperlagenda.it – che conta ad oggi 350 iscritti ed è aperta a tutti, in linea con il principio di sussidiarietà – per consentire all’intera collettività di partecipare allo sviluppo di progettualità innovative, capaci di incidere realmente nei processi di integrazione e inclusione sociale.

Nella fase 2 (secondo semestre 2021) il testimone passerà alle diverse componenti della società civile (università, mondo produttivo, singoli cittadini ecc.), che affiancheranno gli enti non profit nella costruzione dell’Agenda. Quest’ultima sarà presentata il 3 dicembre 2021, in occasione della Giornata Internazionale per la Disabilità.

Covid Piemonte: il bollettino di domenica 31 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 538 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 47 dopo test antigenico), pari al 5,8 % dei 9.258 tamponi eseguiti, di cui 4651 antigenici. Dei 538 nuovi casi, gli asintomatici sono 190 (35,3%).

I casi sono così ripartiti: 78 screening, 311 contatti di caso, 149 con indagine in corso: per ambito: 17 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 65 scolastico, 456 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 227.125 così suddivisi su base provinciale: 20.344 Alessandria, 11.822 Asti, 7.823 Biella, 31.271 Cuneo, 17.819 Novara, 118.457 Torino, 8469 Vercelli, 8158 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1154 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1808 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 146 (- 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.122 (-5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.027

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.498.114 (+ 9.258 rispetto a ieri), di cui 1.027.651risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8847

Sono 14 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8847 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1334 Alessandria, 577 Asti, 369 Biella, 1040 Cuneo, 733 Novara, 4.024 Torino, 404 Vercelli, 285 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

205.983 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente205.983 (+ 594 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.954 Alessandria, 10.615 Asti,7085 Biella, 28.804 Cuneo, 16.135 Novara, 107.594 Torino, 7724 Vercelli, 7370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1052 extraregione e 1650 in fase di definizione.

Crescono le donazioni e i trapianti di organi in Piemonte

In controtendenza rispetto all’Italia e nonostante la pandemia Covid

Nel 2020 la pandemia da SARS-CoV-2 ha inevitabilmente determinato in Italia una contrazione delle donazioni e di conseguenza dei trapianti eseguiti.
Il Piemonte- che da sempre si colloca su performance nettamente superiori alla media nazionale – ha registrato un risultato in controtendenza, riuscendo a incrementare il numero dei donatori di organi e il numero dei trapianti eseguiti rispetto al 2019. I dati dell’attività sono stati illustrati  nel corso di una conferenza stampa presenti il presidente della Regione, Alberto Cirio , l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi , il direttore del Centro regionale Trapianti, Antonio Amoroso , il coordinatore regionale Donazioni e Prelievi di Organi e Tessuti, Anna Guermanied il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Giovanni La Valle .
Il Piemonte continua ad essere il riferimento nazionale per le attività di donazione e trapianto di organi: un risultato ormai consolidato che ci stimola ad aumentare il nostro impegno su questo fronte. Un ringraziamento doveroso a tutti i professionisti responsabili dei programmi di donazione e trapianto e alle loro equipe per il lavoro che svolgono. Un doveroso ringraziamento alle associazioni impegnate nella donazione e nei trapianti. Un grazie anche ai donatori e alle loro famiglie che con generosità consentono di salvare tante vite umane.”- afferma il presidente Cirio.
. “ In una situazione di grande emergenza legata al Covid-19, il Sistema Sanitario regionale ha dato prova di capacità e generosità davvero straordinarie, non solo per arginare l’infezione da coronavirus, ma anche per affrontare tutte le altre emergenze quotidiane, a cominciare dai trapianti. Questo grazie all’impegno di tutto il personale, non solo di chi esegue i trapianti e degli ospedali dove questi si realizzano, ma soprattutto della Rete delle terapie intensive che sono riuscite a segnalare i potenziali donatori di organo deceduti nelle rianimazioni della regione, consentendo la continuazione dell’attività di trapianto”- dichiara l’assessore Icardi.
Siamo molto orgogliosi che anche quest’anno la Città della Salute sia al top in Italia per numeri di trapianti. Questo è un nostro fiore all’occhiello che ci contraddistingue da tempo. Quest’anno più che mai in controtendenza rispetto al resto d’Italia e d’Europa. Significa che tutti hanno lavorato per il meglio, nonostante l’emergenza. Per questo voglio ringraziare tutti coloro che fanno parte di questa splendida organizzazione che si avvale di numerose persone, anche coloro che non vengono mai citati, come possono essere gli autisti che attraversano l’Italia per trasportare un organo e salvare una vita. Ma soprattutto voglio ringraziare le famiglie dei donatori, che, in un momento di estremo dolore, che corrisponde al decesso di un loro caro, danno dimostrazione di grande generosità con il dono più grande: il consenso alla donazione degli organi per salvare altre vite”- dichiara il dottor La Valle, direttore generale Città della Salute.
I numeri Donazioni in aumento
La gestione della pandemia ha imposto di dirottare la maggior parte delle risorse professionali e strutturali ai malati COVID, riducendo il personale necessario e i letti disponibili per le procedure di donazione. Contemporaneamente i timori per il futuro e l’isolamento forzato hanno generato nei cittadini un sentimento di sfiducia. Nonostante questa complessa situazione, nel 2020 i donatori di organi in Piemonte sono aumentati rispetto al 2019, a testimonianza di una consolidata propensione alla donazione della popolazione e di una costante attenzione del personale sanitario.
Nel 2020 i donatori sono stati 147 (32,8 per milione di popolazione -pmp), il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e in aumento del 7,3% rispetto al 2019 dove i donatori sono stati 137 (30.4 pmp). Questo risultato è in controtendenza rispetto alla Nazione, che, pur contenendo il calo delle donazioni meglio degli altri paesi europei, è passata da 22.8 donatori pmp del 2019 a 20.5 pmp del 2020.
Sono cresciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo (DCD): sono tre le Aziende (ASL Città di Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, AO SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria) capaci di gestire questa forma di donazione molto complessa per tecnica e organizzazione, che permette di aumentare il numero degli organi disponibili per i trapianti. I donatori sono passati da 4 nel 2019 a 16 nel 2020. Le opposizioni alla donazione si sono mantenute al di sotto della media nazionale, attestandosi al 26,5%, secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni.
Trapianti in aumento
Sono stati trapiantati 460 organi : 247 reni, 158 fegati, 26 cuori, 22 polmoni e 7 pancreas, alcune volte assieme, per un totale di 443 interventi di trapianto (rispetto ai 419 eseguiti nel 2019, +6%). 47 trapianti (e solo di rene) sono stati effettuati nell’ospedale di Novara , gli altri 396 nella Città della Salute e della Scienza di Torino (388 alle Molinette e 8 all’Ospedale Pediatrico), che si conferma l’ospedale al vertice di questa attività in Italia. È stato anche l’Ospedale italiano che nel 2020 ha eseguito il maggior numero di trapianti di fegato (158) e di rene (200, valore mai raggiunto da un singolo ospedale in Italia). Lo scorso anno l’ospedale torinese ha superato la soglia dei 9.000 organi trapiantati .
Trapianti “combinati”: Città della Salute riferimento nazionale
Anche nel 2020 la Città della Salute si è distinta per il trapianto simultaneo di più organi nello stesso ricevente (i cosiddetti trapianti “combinati”). Non c’è ospedale in Italia che possa proporli in maniera così estesa. Nell’anno sono stati eseguiti alle Molinette 8 trapianti combinati di rene e fegato, 4 trapianti combinati di rene e pancreas, 1 di rene e polmoni, e addirittura due trapianti combinati di fegato-polmoni-pancreas.
Trapianti da donatori positivi per SARS-CoV-2 in riceventi anch’essi positivi
Il Piemonte è stato in Italia la regione guida nel 2020 per l’utilizzo di donatori positivi per il coronavirus, a favore di pazienti con positività pregressa o in atto per lo stesso virus. Sono stati così effettuati 5 trapianti di fegato a Torino. Questa opzione, prevista da una apposita procedura dal Centro Nazionale Trapianti, ha reso evidente l’alta professionalità della nostra rete nel rendere possibile la donazione, il prelievo degli organi, il trapianto e la gestione di questi malati così particolari.
La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto: se si considerano solo i trapianti eseguiti dal 2010 in poi, a 5 anni sono vivi il 94% dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di rene. Nel caso dei trapianti degli altri organi, senza i quali gran parte dei pazienti non potrebbe sopravvivere (per questo chiamati anche “salvavita”), il 90% di coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato sono in vita a 5 anni dall’intervento, lo sono circa il 75% dei trapiantati di cuore, e la metà circa di chi ha ricevuto un trapianto di polmoni. Indici in continuo miglioramento ed in gran parte sopra le medie europee. L’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione delle equipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle diverse fasi, dall’immissione in lista al follow-up del trapianto. Fondamentali per la riuscita dei trapianti sono inoltre le donazioni di sangue.
Trapianti da donatore vivente
La donazione da vivente, non rivestendo caratteristiche di urgenza, ha risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia nei momenti di maggiore diffusione. Nel 2020 i trapianti di rene da donatore vivente sono calati in tutt’Italia, in Piemonte sono stati 35, e di questi 25 alle Molinette (9% in più rispetto al 2019 e unico centro in Italia a incrementare questa attività). Uno di questi trapianti è avvenuto, per la prima volta per la nostra regione, nell’ambito di una catena di donazioni da vivente innescata da un donatore deceduto proveniente dal Piemonte (programma nazionale DEC-K). Quasi 2000 piemontesi, giovanissimi, si sono poi messi a disposizione nel 2020 per donare le loro cellule staminali emopoietiche o CSE (midollo osseo). Oggi in Piemonte sono più di 56.000.
Piemonte regione guida in Italia, anche per l’impegno organizzativo e scientifico
Il Piemonte si è distinto non solo per i volumi di attività dei trapianti, ma anche in relazione ad altri aspetti. Ha contribuito a realizzare protocolli e linee guida nazionali, come nuovi programmi di allocazione degli organi o il registro della malattia renale cronica. Si pone come riferimento per la diagnosi di malattie genetiche suscettibili di trapianto. Infine, ha contribuito in maniera rilevante alle conoscenze scientifiche proprio in relazione all’impatto che COVID-19 ha avuto nei trapianti: sono alcune decine gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali dalla rete trapiantologica piemontese.
Trapianti non ancora in numero sufficiente per rispondere alle necessità
Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2020 c’erano 721 candidati in attesa di trapianto di rene, 101 di fegato, 74 di cuore, 75 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti, soprattutto in un periodo così difficile.
Responsabili dei Programmi
Un ringraziamento ai responsabili dei diversi programmi e alle loro equipe mediche ed infermieristiche . Per la Città della Salute di Torino sono: Luigi Biancone per il trapianto di rene nell’adulto, Renato Romagnoli per i trapianti di fegato e di pancreas, Mauro Rinaldi per i trapianti di cuore e polmoni, Carlo Pace Napoleone per il trapianto di cuore pediatrico, e Bruno Gianoglio per quello renale pediatrico. A Novara, il responsabile del programma di trapianto renale è Vincenzo Cantaluppi .

“Cento anni fa: luci ed ombre sulla scoperta dell’insulina”, all’Accademia di Medicina

Venerdì 29 gennaio alle 17.30, l’Accademia di Medicina di Torino organizza una seduta scientifica on line dal titolo “Cento anni fa: luci ed ombre sulla scoperta dell’insulina”.

Introduce l’incontro Paolo Cavallo Perin, professore di Medicina Interna all’Università di Torino e Presidente della Società Italiana di Diabetologia dal 2008 al 2010. Il relatore sarà Massimo Porta, anch’egli professore di Medicina Interna all’Università di Torino, già Segretario generale della “European Association for the Study of Diabets” (EASD) dal 1999 al 2001. Sia il prof. Cavallo Perin che il prof. Porta sono soci ordinari dell’Accademia di Medicina. Il 2021 inaugura il centenario dall’inizio degli esperimenti che portarono l’anno successivo a sviluppare estratti di “insulae” pancreatiche (insulina) che permisero di salvare, per la prima volta, la vita di persone, soprattutto bambini e giovani adulti, colpite da diabete di tipo 1, fino allora inesorabilmente mortale. Fu il primo miracolo della medicina moderna, con lo sviluppo di un nuovo farmaco per via razionale e non per serendipità (scoperta casuale in una ricerca scientifica volta ad altri obiettivi). Tuttavia, questo trionfo della scienza medica fu accompagnato da una serie di incomprensioni, approssimazioni ed anche omissioni che, a un secolo di distanza, dimostrano come anche i giganti della ricerca possano rivelarsi umanamente non all’altezza delle scoperte da loro stessi realizzate.

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito

www.accademiadimedicina.unito.it.

Covid, il bollettino di giovedì 28 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1062 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 149 dopo test antigenico), pari al 4,8% dei 22.175tamponi eseguiti, di cui 13.398 antigenici. Dei 1062 nuovi casi, gli asintomatici sono 444 (41,8%).

I casi sono così ripartiti: 227 screening, 554 contatti di caso, 291 con indagine in corso; per ambito: 65 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 130 scolastico, 867 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 224.916 così suddivisi su base provinciale: 20.155 Alessandria, 11.663 Asti, 7.733 Biella, 30.958 Cuneo, 17.634 Novara, 117.382 Torino, 8.389 Vercelli, 8.057 Verbano-Cusio-Ossola, oltre 1151 a residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1794 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 151 (– 12 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.194 (- 86 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.122

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.442.963(+ 22.175 rispetto a ieri), di cui1.016.029risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8736

Sono 43 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8736 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1326 Alessandria, 570 Asti, 368 Biella, 1.034 Cuneo, 730 Novara, 3944 Torino, 401 Vercelli, 282 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

203.713 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 203.713 (+936 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.793 Alessandria, 10.416 Asti,7.006Biella, 28.505 Cuneo, 15.953 Novara, 106.458 Torino, 7.661 Vercelli, 7.249 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1050 extraregione e 1622 in fase di definizione.

A Giovedì Scienza Di Perri spiega il Covid e non solo

Giovedì 28 gennaio 2021 ore 17.45

Su www.giovediscienza.it

Con Giovanni Di Perri Direttore dipartimento Clinico di Malattie Infettive Università di Torino,

Valeria Cagno Ricercatrice Università di Ginevra,

Roberta Villa Medico e giornalista scientifica

 

L’informazione sul Covid-19 è stata così pervasiva che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha coniato la parola “infodemia”.

Ma, travolti dai dati quotidiani, è stata carente l’informazione scientifica di fondo fornita al grande pubblico. In questo mondo globalizzato le infezioni viaggiano rapidamente, ma altrettanto fa la conoscenza. Che cosa distingue il Covid-19 dalle altre infezioni virali? Come cambiano infezioni, vaccini e terapie in un mondo globalizzato? Il dopo – Covid sarà una convivenza senza fine? È attorno a queste e molte altre domande che si dialogherà con i virologi Giovanni Di Perri e Valeria Cagno e con la giornalista scientifica Roberta Villa nel prossimo incontro di GiovedìScienza in programma il 28 gennaio live streaming su www.giovediscienza.it

 

I RELATORI:

Giovanni Di Perri

52 anni, laurea all’Università di Siena, ricercatore alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, specializzato in micobatteriologia all’Istituto Pasteur di Parigi e in malattie infettive all’Università di Pavia, consulente dell’OMS per la malaria in Thailandia, è professore ordinario all’Università di Torino e virologo dell’Ospedale Amedeo di Savoia. Autore di 200 pubblicazioni scientifiche, ha fatto ricerca anche sulla tubercolosi e sull’HIV. Durante la prima e la seconda fase del Covid-19 si è distinto in numerosi interventi televisivi per le sue capacità di comunicazione chiara e sintetica.

Roberta Villa

Giornalista sui temi di salute e medicina, Roberta Villa ha scritto per oltre vent’anni per le pagine di Salute del Corriere della Sera e per molte altre testate cartacee e online. Attualmente collabora per l’Università Ca’ Foscari al progetto europeo QUEST per la comunicazione della scienza in Europa. Tiene un corso sulla Comunicazione delle epidemie al Master di comunicazione della scienza della SISSA a Trieste, oltre a lezioni, talk e interventi in molti altri contesti. È molto attiva sui social network, dove sperimenta un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione scientifica.

Valeria Cagno

Virologa e ricercatrice all’Università di Ginevra, ha ottenuto il dottorato all’Università di Torino. La sua attività di ricerca è dedicata ai virus e all’identificazione di strategie antivirali. È autrice di 35 pubblicazioni su riviste internazionali e 5 brevetti. Si è sempre occupata di divulgazione, e negli ultimi anni soprattutto di podcasting. Dal 2015 fa parte del team di Scientificast, il podcast scientifico più longevo e ascoltato d’Italia, e da febbraio 2020 conduce con Lorenzo Paletti, Paziente Zero, un podcast interamente dedicato a SARS-CoV2 e al COVID-19.

A Chieri consegnate le “stanze degli abbracci”

Il Sindaco Sicchiero: «Da oggi gli ospiti delle Orfanelle e del Giovanni XXIII possono riabbracciare i loro cari.»

«È stato davvero emozionante ieri assistere alla consegna alle Case di Riposo Orfanelle Giovanni XXIII delle due ‘stanze degli abbracci’, che come Comune abbiamo voluto mettere a disposizione. Non solo il Covid19 ha portato via innumerevoli vite, ma gli ospiti delle Rsa hanno dovuto rinunciare alle carezze di figli e di parenti. Da oggi, grazie alle ‘stanze degli abbracci’, diventa possibile per gli ospiti delle Orfanelle e del Giovanni XXIII riabbracciare in tutta sicurezza i loro cari. Abbiamo recuperato un pezzo della nostra umanità, quella che passa dagli incontri tattili, dal toccarci, dal sentirci vicini»: lo afferma il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO, che questa mattina ha presenziato alla consegna e al montaggio delle due “stanze degli abbracci” acquistate dal Comune di Chieri (che ha stanziato 5mila e 800 euro) e messe a disposizione delle Case di Riposo Orfanelle e Giovanni XXIII.

Si tratta di strutture gonfiabili molto leggere, facili da montare e spostare, e oggi alla presenza dei direttori e del personale sono state illustrate le modalità d’uso e di sanificazione. «A novembre avevamo detto che se c’era la possibilità di installare anche nelle strutture chieresi le “stanze degli abbracci”, il Comune avrebbe fatto la sua parte. Così è stato, la nostra parte l’abbiamo fatta, con la piena condivisione anche delle minoranze consiliari. Un ringraziamento particolare all’assessore alle Politiche sociali e alla Terza età Raffaela Virelli, che ha seguito con attenzione la vicenda. Quest’oggi mi sarebbe piaciuto poter contare sulla presenza di tutta la Giunta e del Consiglio comunale in un momento così significativo, ma ovviamente le restrizioni sanitarie non lo hanno reso possibile»

Bimbo di quattro anni ritrova l’uso della mano con il trapianto di un dito del piede

Eseguito un eccezionale intervento chirurgico con il trasferimento di un dito del piede al posto del dito di una mano su un bambino di 4 anni, per la prima volta al mondo grazie ad un microscopio robotizzato, presso l’ospedale Regina Margherita di Torino


Ieri è stato eseguito un “eccezionale” intervento chirurgico con il trasferimento di una parte del dito del piede al posto delle prime due falangi del dito di una mano su un bambino di 4 anni, per la prima volta al mondo grazie ad un microscopio sperimentale a guida robotizzata mai utilizzato in precedenza a livello internazionale, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Il bambino, vittima di un incidente, seguito nell’ambulatorio di chirurgia della mano pediatrica, coordinato dalla dottoressa Elena Matteoni., aveva riportato una grave lesione del dito medio della mano destra, che non avrebbe mai più potuto muovere e crescere, causando un grave impaccio funzionale dell’intera mano.

L’équipe chirurgica, coordinata dal dottor Bruno Battiston (Direttore del reparto di chirurgia della mano dell’ospedale CTO di Torino), coadiuvato dal dottor Davide Ciclamini (responsabile della microchirurgia ricostruttiva) e dal dottor Paolo Titolo (responsabile della chirurgia del nervo periferico) ha proceduto a trasferire una “articolazione vascolarizzata”, ovvero osso, tendine e tessuti molli, da un dito del piede al dito della mano (senza causare problemi alla deambulazione futura del bambino), utilizzando una tecnologia robotica innovativa, finora mai utilizzata nel mondo per questo tipo di intervento, caratterizzata da un microscopio a guida robotizzata, ad altissimo ingrandimento (Robotic Scope), che consentirà ai chirurghi di eseguire più agevolmente le micro anastomosi (suture vascolari) per permettere di collegare i piccolissimi vasi sanguigni (di un bambino di soli 4 anni) dell’articolazione del dito del piede a quelli della mano. In questo modo, una volta che l’osso si sarà integrato nella nuova sede (senza rischio di rigetto considerato che si tratta di tessuti presi dal bambino stesso), il dito e la mano potranno non solo riprendere a muoversi, ma anche a crescere nel tempo come un vero dito di una mano sana, permettendo al bambino di recuperare nel tempo una funzione quanto mai vicina a quella di una mano normale.

Il microscopio trasmette l’immagine del campo operatorio ad un occhiale usato dall’operatore, che in tal modo può lavorare in maggiore ergonomia, ma soprattutto potendo utilizzare lo scafandro di protezione nei casi COVID positivi, cosa impossibile con i microscopi tradizionali che non permettono per l’utilizzo l’interposizione di protezioni tra gli occhi del chirurgo e il sistema di lavoro.

Il nuovo strumento roboscopico in questi giorni è utilizzato per alcuni interventi anche presso l’ospedale Molinette di Torino nei reparti di Neurochirurgia universitaria (diretta dal professor Diego Garbossa) per interventi sia cranico che spinali e nelle divisioni di Otorinolaringoiatria universitaria (diretta dal professor Roberto Albera) e di Chirurgia maxillo facciale universitaria (diretta dal professor Guglielmo Ramieri).  

Si tratta dell’ennesima dimostrazione delle eccellenze medico e tecnologiche che contraddistinguono la Città della Salute di Torino. Un intervento all’avanguardia senza precedenti, che le capacità riconosciute dei nostri professionisti hanno saputo portare a buon fine valorizzando una strumentazione mai utilizzata precedentemente. Un grande riconoscimento che questa apparecchiatura sia stata affidata in via sperimentale proprio alla nostra Azienda” dichiara il Direttore generale dottor Giovanni La Valle.