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La medicina di precisione al tempo del Covid

“LA MEDICINA DI PRECISIONE AL TEMPO DEL COVID, IL PIEMONTE CORRE”, TAVOLA ROTONDA SULLA PRECOCE DIAGNOSI MOLECOLARE DELLE MALATTIE NEOPLASTICHE, LE TERAPIE PERSONALIZZATE E LA COSTITUZIONE IN PIEMONTE DEL MTB (MOLECOLAR TUMOR BOARD)

L’emergenza pandemica da Covid 19 non accenna a placarsi. Ma la Regione Piemonte, nonostante le difficoltà del momento, non perde di vista le problematiche legate alle patologie oncologiche e, anzi, figura tra le prime in Italia ad istituire il Gruppo regionale multidisciplinare Molecular Tumor Board (MTB) per la definizione di profili diagnostico-terapeutici personalizzati nella cura di pazienti oncologici per i quali sia opportuno avvalersi di analisi molecolari non routinarie.

Proprio questo organismo di alta specializzazione scientifica nella diagnosi e cura dei tumori sarà protagonista del webinar che si svolgerà domani, venerdì 26 febbraio 2021, dalle ore 12,00 alle 14,00.

“La medicina di precisione al tempo del Covid, il Piemonte corre”, è il titolo della “tavola rotonda” on-line, alla quale parteciperanno esperti del settore pronti a fare il punto sui progressi della diagnostica e sulla gestione e ottimizzazione della terapia. Ma soprattutto pronti al plauso per l’istituzione del MTB, un organismo capace di individuare, valutare ed interpretare l’esito di test molecolari complessi per l’identificazione, nei  tumori dei pazienti o in biopsie liquide, di alterazioni molecolari di varia natura (genomica, epigenomica,  trascrittomica, proteomica, metabolomica…) che permettano di predire la vulnerabilità a terapie bersaglio molecolare e a immunoterapie (alterazioni molecolari azionabili). Un passo importante verso la medicina personalizzata, un nuovo approccio per il trattamento e la prevenzione di patologie, che tiene in considerazione le differenze genetiche, l’ambiente e lo stile di vita di ogni persona.

Alla Città della Salute profili personalizzati per la cura dei malati oncologici

SANITA’ PIEMONTE, COSTITUITO IL MOLECULAR TUMOR BOARD (MTB). L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «MEDICINA PERSONALIZZATA, UN IMPORTANTE PASSO AVANTI IN ONCOLOGIA»

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, questa mattina ha deciso l’istituzione del Gruppo regionale multidisciplinare Molecular Tumor Board (MTB) per la definizione di profili diagnostico-terapeutici personalizzati nella cura di pazienti oncologici per i quali sia opportuno avvalersi di analisi molecolari non routinarie.

«Siamo tra le prime Regioni in Italia – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – a dotarci di questo organismo di alta specializzazione scientifica nella diagnosi e cura dei tumori. Mettiamo a disposizione dell’oncologo curante, a cui spetta comunque la decisione terapeutica finale, un organismo capace di individuare, valutare ed interpretare l’esito di test molecolari complessi per l’identificazione, nei  tumori dei pazienti o in biopsie liquide, di alterazioni molecolari di varia natura (genomica, epigenomica,  trascrittomica, proteomica, metabolomica, etc.) che permettano di predire la vulnerabilità a terapie bersaglio molecolare e a immunoterapie (alterazioni molecolari azionabili). E’ un passo importante verso la “medicina personalizzata”, un nuovo approccio per il trattamento e la prevenzione di patologie, che tiene in considerazione le differenze genetiche, l’ambiente e lo stile di vita di ogni persona».

Nello specifico, il Gruppo regionale multidisciplinare MTB sarà costituito da un oncologo, un ematologo, un anatomopatologo, un biologo molecolare, un genetista, un radiologo, un radiologo interventista, un farmacologo, un farmacista ospedaliero, un infermiere esperto in oncologia, un infermiere di ricerca, un chirurgo, un bioinformatica e un direttore sanitario, nominati dal direttore della Sanità regionale su proposta del Dipartimento della Rete Oncologica.

In base al caso oggetto della discussione, potranno essere convocate su richiesta ulteriori figure, quali counselor genetico, medico nucleare, bioeticista, esperto di management sanitario e rappresentante dei pazienti, fermo restando che il medico di riferimento del paziente oggetto di valutazione dovrà sempre partecipare al MTB.

Il MTB avrà sede presso la Città della Salute di Torino e si riunirà con cadenza almeno trimestrale, salvo necessità di ulteriori convocazioni per problematiche urgenti.

La funzione del MTB è consultiva e scientificamente propositiva nell’ambito della valutazione collegiale delle analisi svolte e del loro potenziale impatto terapeutico, considerando centrali le caratteristiche psico-fisiche e cliniche del paziente.

«Per chi vi partecipa – sottolinea Icardi -, sarà anche una grande opportunità di formazione continua, favorendo l’interazione dei clinici con le altre figure presenti e l’acquisizione di una sempre  maggiore confidenza nei vantaggi e limiti delle tecniche di profilazione molecolare e nel loro possibile utilizzo nella pratica clinica».

In arrivo 30 milioni di ristori per le Rsa e le strutture convenzionate

Il presidente Cirio e gli assessori Icardi e Caucino: «Fondamentale garantire la sostenibilità del Sistema di assistenza dei più fragili»

Su proposta dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, la Giunta del Piemonte ha approvato  le regole per assegnare i ristori regionali destinati a oltre un migliaio di Rsa convenzionate e strutture per disabili, minori, psichiatrici e del settore delle dipendenze accreditate che, nel periodo dal 21 febbraio del 2020 al 30 giugno 2021 hanno subìto perdite economiche ingenti dovute alla pandemia.

Si tratta complessivamente di uno stanziamento di 30 milioni di euro fortemente voluto dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori alla Sanità Luigi Genesio Icardi e al Welfare Chiara Caucino, con l’obiettivo di sostenere la continuità dell’erogazione delle prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, come previsto dalla legge regionale 3 del 26 gennaio scorso, attraverso integrazioni tariffarie riconosciute alle strutture di tipo sanitario e socio-sanitario contrattualizzate o convenzionate, con riguardo proprio al periodo dell’emergenza Covid.

«La Regione fa la sua parte – osserva l’assessore regionale alla Sanità, Icardi – per evitare che molte strutture falliscano o si debbano rivalere sulle famiglie, con gravosi aumenti delle rette. Gli ingenti costi che queste fondamentali realtà convenzionate di assistenza sanitaria e socio-sanitaria hanno dovuto sostenere per adeguarsi alla misure di sicurezza anti-covid sono sotto gli occhi di tutti. Il Piemonte non può permettersi di lasciare che il conto della pandemia gravi su chi si occupa degli anziani e delle persone più bisognose di assistenza. Per questo è stato messo in campo un intervento compensativo consistente quanto doveroso, con precise regole di erogazione, a fronte di debite rendicontazioni».

Commenta l’assessore al Welfare, Caucino: «E’ un’importante boccata d’ossigeno per chi, in questo anno, è stato travolto dallo tsunami sanitario e ha saputo reagire con efficienza e professionalità. Contribuiamo in questo modo a garantire la sopravvivenza di un sistema fondamentale per la tutela dei più fragili, che è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Si tratta di un risultato molto importante, fortemente voluto dalla Giunta e dal Consiglio regionale, che dimostra l’attenzione del Piemonte verso chi, nonostante tutto, è riuscito a resistere, garantendo il massimo dell’assistenza possibile ai propri ospiti».

Sul piano operativo, il meccanismo di erogazione dei ristori prevede che il valore di riferimento dell’integrazione tariffaria a giornata di assistenza sia pari a 2,65 euro per le strutture residenziali per anziani, a 1,50 euro per quelle che ospitano le persone con disabilità, patologie psichiatriche e ai centri residenziali per minori, mentre un euro per giornata andrà a integrare le strutture residenziali per persone affette da tossicodipendenza e per le semi residenziali per le persone con disabilità.

Il contributo non potrà superare le spese rendicontate, che riguardano sanificazione degli ambienti, acquisto di dispositivi di protezione individuale, maggiori spese per il personale assunto, smaltimento dei rifiuti speciali e specifici investimenti per la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori.

Nella stessa seduta di Giunta, è stata anche approvata la delibera che individua criteri e modalità per garantire ristori a chi ha svolto il servizio di domiciliarità.

«Si tratta – evidenzia il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – di un primo significativo passo al quale seguirà l’approvazione dell’atto amministrativo per i ristori previsti dalla legge per le strutture autorizzate e i nuovi inserimenti, nel rispetto delle normative Covid, al fine di garantire la sostenibilità del sistema della residenzialità che ospita oltre 60.000 piemontesi e dà lavoro a oltre 40.000 persone».

Giornata professionisti sanità: 200 infermieri ammalati al giorno

 Nursing Up,  De Palma: «Oggi giornata nazionale dei professionisti sanitari: si ammalano ancora 200 infermieri al giorno in tutta Italia»

«In occasione di questa importante ricorrenza, ovvero la giornata nazionale dei Professionisti Sanitari, gli elogi nei confronti dei guerrieri del Covid potrebbero portarmi a disquisire all’infinito sui meriti di chi davvero si è immolato per difendere, in questo anno nefasto, la salute degli italiani senza risparmiarsi mai. Ma soprattutto potrei lasciarmi andare lanciando strali velenosi verso chi poteva e doveva contribuire a limitare i danni, ma invece è rimasto inesorabilmente a guardare, nascondendo la testa sotto la sabbia di fronte alla realtà nuda e cruda dei numeri più spietati. Qui si parla di dati che disegnano un quadro desolante: 81 decessi ufficiali tra gli infermieri dall’inizio della pandemia. 7129 operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni, di cui oltre 5mila (84,4% sono i dati INAIL relativi agli infermieri che si contagiano rispetto al resto del comparto sanitario) sono certamente professionisti di una categoria che ancora oggi viene martoriata quotidianamente.

Gli infermieri vengono martoriati due volte: sì perché da una parte ci pensa il nemico a cui ormai siamo abituati, un virus che ci ha sorpreso, ci ha colpito alle spalle quando era sconosciuto e virulento come non mai, e che oggi pur conoscendolo più a fondo, continua a farci del male. Perchè scalare le montagne a mani nude lascia segni sulle mani, comporta il triplo della fatica nelle braccia e nelle gambe e mette nella condizione di lasciare tante vittime per strada, che precipiteranno giù prima di arrivare alla meta. Ma consentitemi, nella Giornata Nazionale dei Professionisti Sanitari, ricordare che ogni giorno un avversario ben più pericoloso si organizza insidioso alle nostre spalle, pronto a depauperare tutti i nostri sforzi. Si chiama indifferenza: quella con cui gli infermieri gioco forza si sono abituati a vivere da tempo. Quella che disegna i contorni della disorganizzazione, dei turni massacranti ma soprattutto di una realtà contrattuale non ancora all’altezza del nostro valore, del nostro coraggio. Quello che meravigliosamente i cittadini hanno imparato ad apprezzare ancora di più rafforzando la stima nei nostri confronti, mentre la classe politica non conosce limiti, offendendoci con la loro gretta ottusità ogni volta che se ne presenta l’occasione!

Ma soprattutto, noi, che per combattere abbiamo addirittura imparato ad anestetizzare le nostre paure, offriamo sul campo una delle professionalità più complete e apprezzate a livello europeo eppure, ancora beffa delle beffe, siamo tra i peggio pagati nel Vecchio Continente. I nostri 1400 euro al mese di media urlano vendetta ogni giorno, ci fanno salire la rabbia all’acme!

I 100 euro lordi al mese di indennità specifica che siamo riusciti a conquistare, dopo anni di lotte, dimostrano che qualcuno ha ancora le orecchie per ascoltare, ma sono solo un contentino rispetto agli obiettivi, quei 500 euro al mese, che meritiamo di ottenere e per i quali sia certo che continueremo a lottare nei prossimi mesi.

In questo stesso giorno si celebra anche la giornata delle vittime della pandemia. Non possiamo non ricordarlo: dove c’è un infermiere, c’è un paziente.
I fiumi di parole non servono, mai come in questo caso il mio obiettivo deve essere quello di raccontare i fatti, celebrando con poche e semplici frasi, quanti non ci sono più. Ma anche quanti ogni giorno continuano a combattere nel ricordo di chi non ce l’ha fatta, rischiando di fare la stessa fine.

Tumore del pancreas: una speranza dalle Molinette

Scoperta dai ricercatori del CeRMS delle Molinette e dell’Università di Torino la chiave di ingresso per l’invasione dei linfociti killer per eliminarlo

In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (1) i ricercatori del Centro di Ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) della Città della Salute di Torino e del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino hanno scoperto il modo per permettere ai linfociti killer antitumore di infiltrarsi all’interno del tessuto tumorale per eliminarlo.

 

Il tumore del pancreas viene a ragione definito il “killer silenzioso”. Il motivo di questo nome deriva dal fatto che non presenta sintomi specifici quando si manifesta, o meglio, quando questi compaiono spesso sono associati ad uno stadio molto avanzato della malattia. La causa potrebbe derivare dal fatto che, fin dalla sua origine il tumore del pancreas è caratterizzato da un intricato insieme di cellule di diversa natura che lo circonda e forma il cosiddetto “microambiente tumorale”. Nel microambiente vengono accesi numerosi programmi genetici e metabolici che forniscono un enorme vantaggio alla crescita del tumore e nello stesso tempo impediscono ai linfociti T killer antitumore di “infiltrarsi” nel tessuto tumorale, confinandoli all’esterno ed impedendo loro di riconoscerlo ed eliminarlo.

Coordinati dai professori Paola Cappello e Francesco Novelli, i ricercatori impegnati in questo studio hanno dimostrato che bloccando l’interleuchina 17A, un importante messaggero della comunicazione tra le cellule del sistema immunitario e tra queste e le cellule circostanti, si modifica “il microambiente” tumorale ed in particolare il comportamento di un tipo di cellule, i fibroblasti. Queste cellule sono particolarmente abbondanti nel tumore del pancreas e sono responsabili della deposizione di un complesso e compatto reticolato di fibre, la cosiddetta “matrice”, che rappresenta il più grosso ostacolo all’ingresso dei linfociti killer antitumore così come la diffusione dei farmaci utilizzati per il trattamento.

 

 

Il dottorando Gianluca Mucciolo, impegnato nel Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare dell’Università di Torino e primo autore di questo studio, utilizzando un modello animale predestinato a sviluppare il tumore del pancreas e privo della capacità di produrre l’interleuchina 17A, ha osservato che, nonostante la presenza di molti fibroblasti, il microambiente tumorale era molto più “invaso” da linfociti killer antitumore. Grazie ad una collaborazione con un gruppo di ricerca della Czech Academy of Sciences di Praga, diretto dal professor Luca Vannucci, il gruppo torinese ha dimostrato che in assenza dell’interleuchina 17A, la matrice depositata dai fibroblasti era, diversamente dal solito, molto più soffice e lassa, e presentava un’architettura che aveva poco in comune con le vere e proprie “autostrade” che favoriscono l’invasione delle cellule tumorali dei tessuti circostanti.

Per analizzare a fondo il comportamento dei fibroblasti nel tumore del pancreas, la professoressa Cappello è ritornata presso il Campbell Family Institute for Breast Cancer Research a Toronto nel Laboratorio diretto Professor Tak Mak, dove aveva già trascorso alcuni periodi di lavoro, e mediante l’utilizzo di sofisticate tecnologie per lo studio dell’espressione genica a livello di una singola cellula, ha dimostrato come in assenza dell’interleuchina 17A i fibroblasti del tumore del pancreas modificano il loro programma genico per promuovere sia l’accumulo di linfociti T antitumore che l’aumento della loro attività killer.

Seppure siano necessari ulteriori studi per approfondire il ruolo di questa interleuchina nella risposta anti-tumorale nell’ambito del tumore pancreatico, la grande notizia è che anticorpi anti-interleuchina 17A vengono già utilizzati nella pratica clinica per limitare i danni di alcune malattie autoimmunitarie e quindi potrebbero essere combinati con altre strategie per colpire il tumore del pancreas da più parti e rendere più efficienti i diversi trattamenti” commenta la Prof.ssa Cappello.

Questi dati aggiungono un nuovo mattone per costruire una strategia efficace per la cura del tumore del pancreas. Aggiunge il Prof. Novelli: “Il nostro stesso gruppo ha recentemente sviluppato una terapia basata su vaccinazione a DNA e chemioterapia che nel modello animale ha dimostrato una notevole efficacia nel bloccare la progressione del tumore (2). Questa efficacia potrebbe essere ulteriormente aumentata dalla somministrazione combinata di anticorpi anti-interleuchina 17A, scatenando l’attività antitumore dei linfociti killer”

Dallo studio contestuale del microambiente tumorale e dei meccanismi con cui il sistema immunitario può reagire contro il tumore del pancreas nascono le nuove terapie combinate che ci permettono di “accerchiare” sempre di più questo tumore e di aprire prospettive concrete per la sua cura.

 

 

La Giornata del numero unico 112

Giovedì 11 febbraio, in occasione della Giornata Europea del Numero Unico Emergenza – NUE 112, alle ore 15 gli Assessorati alla Sanità e alla Protezione Civile della Regione Piemonte apriranno virtualmente le porte della centrale del Numero Unico Emergenza 112 di Saluzzo diretta da Walter Occelli, una delle due centrali presenti in Regione Piemonte.

L’iniziativa, intitolata “Sirene amiche – La conoscenza che salva la vita”, intende richiamare l’attenzione sul corretto utilizzo del Numero Unico di Emergenza oltre che sul funzionamento strategico della Centrale unica di risposta, attraverso la guida dei professionisti del settore.

Prenderanno parte all’appuntamento di Saluzzo l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi e l’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre a diverse altre cariche istituzionali.

Il responsabile della Centrale operativa regionale Emergenza Covid del Dirmei, Fabiano Zanchi, illustrerà i servizi erogati dal nuovo numero verde 800.95.77.95, attivo dal 1° febbraio 2021 e fortemente voluto dalla Regione Piemonte per rispondere alle domande dei cittadini sulle necessità pratiche legate alla pandemia.

All’evento interverrà Marco Pappalardo, presidente dell’associazione no profit FormInLife, presente sul territorio piemontese da diversi anni e impegnata nella diffusione della cultura del soccorso e delle manovre salva vita, grazie al costante impegno dei suoi volontari, per la maggior parte professionisti sanitari medici e infermieri specialisti in emergenza.

Verranno inoltre premiate le Associazioni che hanno donato volontariamente la propria opera per supportare il precedente numero verde informativo regionale.

L’evento, riservato in presenza soltanto agli invitati, verrà diffuso in diretta social sulla piattaforma Facebook dalle pagine di FormInLife e degli assessori regionali presenti.

All’accademia di Medicina: tumori cutanei, dalla prevenzione alle terapie innovative

Venerdì 12 febbraio alle 17.30, l’Accademia di Medicina di Torino organizza una seduta scientifica on line dal titolo “Tumori cutanei: dalla prevenzione alle terapie innovative”.

Introduce l’incontro Maria Grazia Bernengo, professore di Dermatologia all’Università di Torino e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione per la prevenzione e cura dei tumori in Piemonte, nonché socio ordinario dell’Accademia. I relatori saranno Pietro Quaglino e Maria Teresa Fierro, entrambi soci dell’Accademia. Pietro Quaglino è professore associato presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Torino, Dipartimento di Scienze Mediche, ricopre il ruolo di Dirigente Medico di primo livello presso la Città della Salute e della Scienza di Torino. Maria Teresa Fierro è professoressa di Dermatologia all’Università di Torino e Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia presso Città della Salute di Torino.

«L’incidenza del melanoma in Italia, ed in modo particolare a Torino, mostra un trend in costante aumento, ma la diagnosi precoce e la prevenzione permettono di ridurne la mortalità. Negli ultimi anni lo sviluppo delle conoscenze in ambito di patogenesi molecolare dei tumori cutanei e di immunoncologia ha portato allo sviluppo e sperimentazione in ambito clinico di una serie di nuovi composti sia come target therapy a bersaglio molecolare sia come immunoterapia» (Insalutenews.it).

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito

www.accademiadimedicina.unito.it.

Pronto soccorso, più sicurezza: ecco le nuove linee guida

DETTAGLIATO PRE-TRIAGE COVID E TAMPONI SOLO MOLECOLARI

 

Maggior sicurezza per i pazienti che transitano per i Pronto soccorso e per gli operatori che vi lavorano e, soprattutto, maggiore garanzia che non si formino focolai Covid all’interno degli ospedali: è questo l’obiettivo delle nuove linee di indirizzo per la valutazione del rischio di infezione da Sars-CoV-2 nelle persone che accedono alle strutture di emergenza del Piemonte, che il Dirmei ha inviato a tutte le aziende sanitarie regionali.

L’aspetto più qualificante del documento è l’indicazione di utilizzare, per l’individuazione di casi Covid, esclusivamente i test molecolari. Ammesso eccezionalmente l’uso di test antigenici, unicamente di 3a generazione, a  3 condizioni: che il test venga eseguito entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi (periodo entro cui l’Ecdc ha riscontrato una sensibilità del test pari al 95%), che vi sia una momentanea impossibilità della struttura di eseguire i molecolari, che il reparto si trovi una situazione di  sovraccarico di lavoro.

Momento fondamentale del percorso per individuare un possibile positivo al suo ingresso in Pronto soccorso è quello di sottoporlo a un dettagliato pre-triage che, sulla base di una raccolta di elementi epidemiologici (ambiente di vita e di lavoro, eventuali esposizioni) e clinici (sintomi), stabilisca se il soggetto abbia una bassa o alta probabilità di malattia.

Nel primo caso, se per il paziente è prevista una breve permanenza in Pronto (ad esempio per piccola traumatoglogia, problematiche odontoiatriche, oculastiche, ecc.), non si rende necessario il tampone e il paziente potrà essere instradato nel percorso No-Covid. Se invece per il malato si prevede un periodo di osservazione lungo o un eventuale ricovero, si esegue il tempone. Quest’ultimo è d’oggligo per tutte le persone con alta probabilità di malattia,

«La pandemia – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardiha generato una grande pressione sulle strutture di emergenza, che sono state chiamate ad assistere tanto i pazienti affetti da coronavirus, quanto tutti coloro che, vittime di altra patologia acuta, hanno continuato a farvi riferimento. Il persistere dell’emergenza ha reso sempre più cogente l’attuazione di una corretta valutazione del rischio per ogni paziente che accede in Pronto soccorso, per cercare di evitare il più possibile che il virus possa diffondersi in ambiente ospedaliero».

«La procedura che abbiamo definito – spiega Emilpaolo Manno, direttore del Dirmei – garantisce, da un lato, il rigore necessario per fornire una risposta affidabile e tempestiva al rischio di infezione e di contagiosità delle persone, e, dall’altro, è sufficientemente snella da poter essere integrata nella normale attività dei Pronto soccorso, senza aggravarne eccessivamente i carichi di lavoro».

Dal 9 al 15 febbraio la Giornata della raccolta del farmaco

Nelle 264 farmacie aderenti in provincia di Torino, sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per chi non può permettersi di curarsi. 

Il bisogno di farmaci espresso dalle 56 strutture caritative coinvolte nella #GRF21 ammonta a 105.192 confezioni di farmaci, in crescita rispetto al 2020, e riguarda 22.460 assistiti.

 

SETTE GIORNI PER RISPONDERE A UN BISOGNO CRESCENTE

Aumentano le richieste da parte dei 56 enti convenzionati, che rispondono alle esigenze di 22.460 assistiti: c’è bisogno di 105.192 farmaci

Banco Farmaceutico invita i cittadini ad andare nelle farmacie aderenti (264 a Torino) per donare uno o più medicinali per chi ha bisogno

Anche quest’anno, la GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco, si farà. La #GRF21 durerà una settimana, da martedì 9 a lunedì 15 febbraio. Nelle oltre 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia (riconoscibili perché espongono la locandina dell’iniziativa, l’elenco è consultabile sul sito www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (541.175 nel 2020, pari a 4.072.346 euro) saranno consegnati a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali.

LA GIORNATA DI RACCOLTA DEL FARMACO A TORINO

I cittadini sono invitati a donare uno o più medicinali da banco andando nelle farmacie aderenti, che in provincia di Torino sono 264: già questo è un risultato straordinario, visto che i volontari non potranno prestare il tradizionale servizio in farmacia (se l’evoluzione della pandemia e le norme in vigore lo consentiranno, ci sarà un solo volontario per farmacia, condizioni climatiche permettendo) e saranno i farmacisti stessi, ancora più del solito, i principali motori della proposta al cliente. Su www.bancofarmaceuticotorino.org è presente l’elenco delle farmacie aderenti, riconoscibili dalla locandina della #GRF21.

I medicinali raccolti saranno consegnati dai volontari del Banco Farmaceutico di Torino alle strutture caritative convenzionate e da queste ultime donati alle persone che non possono permettersi di curarsi (sempre con la supervisione di personale medico e infermieristico, anche in questo caso volontario). A Torino e provincia, il bisogno di farmaci espresso dai 56 enti coinvolti nella #GRF21 ammonta a 105.192 confezioni di farmaci (in crescita rispetto ai 104.465 del 2020, ai 88.105 del 2019 e ai 87.281 del 2018) e coinvolge 22.460 assistiti.

I NUMERI DELLA #GRF20

Nel 2020 la Giornata della Raccolta del Farmaco ha raccolto numeri davvero positivi a Torino e provincia: più 32% di farmaci raccolti, 35.187 confezioni rispetto alle 26.487 del 2019, per un valore monetario di 258mila euro, più 40% rispetto ai 170mila dell’anno precedente. La copertura della necessità si è fermata al 33,5% (rispetto alle quasi centomila confezioni richieste), in crescita rispetto 30,06% del 2019 e al 27,84% del 2018.

In Piemonte sono stati raccolti 62.346 farmaci, con un aumento del 23,6% rispetto ai 50.436 del 2019, per un valore pari a 440.188 euro, +19,2% rispetto ai 368.980 euro del 2019. A livello nazionale, nel 2020 hanno aderito 4.944 farmacie (+10%), dove i volontari hanno raccolto 535mila farmaci (+26,8%) per un valore di 3,9 milioni di euro (+27%).

POVERTA’ SANITARIA IN ITALIA

Quest’anno, la GRF si farà non solo nonostante la pandemia, ma a motivo della pandemia: a causa della crisi economica innescata da quella sanitaria, tante persone hanno perso il lavoro, chiuso la propria attività o subito una riduzione del proprio reddito. Chi, poi, era già povero è stato spinto in una condizione di ulteriore marginalità.

In Italia ci sono quasi due milioni di famiglie e 5 milioni di individui che vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo l’8° Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico, nel 2020 434.000 persone indigenti hanno avuto bisogno di medicinali, ma non hanno potuto acquistarli per ragioni economiche. 173.000 di essi hanno rinunciato a curarsi perché – impauriti dal Covid – non hanno chiesto aiuto agli enti assistenziali. Oppure, hanno chiesto aiuto ma gli enti che fornivano loro sostegno, avevano subito l’impatto della pandemia: il 40,6% ha sospeso alcuni servizi, il 5,9% ha chiuso e non ha ancora riaperto. Gli indigenti, quindi, sono stati ulteriormente deprivati della necessaria protezione sociale. Non bisogna dimenticare che, chi è povero, può spendere, per le medicine, circa ¼ rispetto al resto della popolazione: solo 6,38 euro al mese, contro 28,18 euro.

PARTNER

La GRF si volge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Aifa e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili, Unifarma Distribuzione, Federsalus e BFResearch. Intesa Sanpaolo è partner istituzionale dell’iniziativa. La GRF è realizzata grazie al contributo incondizionato di IBSA, Teva ed EG Stada Group, e al sostegno di DOC Generici, Zentiva, DHL Supply Chain e Piam Farmaceutici. La Giornata è supportata da Responsabilità Sociale Rai, Mediafriends, La7, Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.

LE DICHIARAZIONI

Clara Cairola Mellano, Presidente del Banco Farmaceutico Torino: «Anche quest’anno ci siamo, nonostante le difficoltà e le incertezze. Non possiamo che fare nostra la voce dell’Arcivescovo Nosiglia: “C’è, io credo, una ‘lezione di solidarietà’ che dobbiamo tutti ancora apprendere e studiare: perché ogni gesto di vicinanza a chi ha bisogno è un ‘segnale’ che lanciamo alla città intera”. Tutti lo abbiamo sperimentato: il bisogno di curarsi fa parte dei bisogni essenziali e noi vogliamo essere al fianco delle tante realtà assistenziali del territorio che, quotidianamente, assistono chi è in condizioni di povertà, per offrire il nostro aiuto e per costruire insieme una comunità più umana. Un grazie di cuore ai farmacisti, che con la loro adesione hanno rinnovato la collaborazione che da ormai tantissimi anni li lega all’esperienza del Banco. Per questo vi invito ad aderire con la generosità di sempre alla Giornata di Raccolta del Farmaco andando in farmacia ad acquistare un farmaco per chi ne ha bisogno».

Marco Cossolo, Presidente Federfarma Torino: «Anche quest’anno sono numerose le farmacie che partecipano alla Giornata di Raccolta del Farmaco, meritevole iniziativa che assume un significato ancor più profondo nell’attuale contesto di emergenza sanitaria. La pandemia ha infatti contribuito ad aggravare la situazione delle persone più fragili e disagiate, che non riescono a curarsi adeguatamente. Aderendo a questa campagna le farmacie, animate per vocazione da spirito di solidarietà, tendono concretamente una mano a coloro che, a causa di crescenti difficoltà economiche, sempre più spesso sono costretti a fare rinunce peggiorando il proprio stato di salute o quello dei familiari. In farmacia veniamo a contatto, tutti i giorni, con queste tristi realtà. Durante la Giornata di Raccolta del Farmaco le farmacie confermano la propria vicinanza ai cittadini e l’impegno costante al miglioramento della vita collettiva».

Mario Giaccone, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino e Provincia: «Come Presidente di Ordine e come torinese sono orgoglioso che l’adesione dei colleghi alla Giornata di Raccolta del Farmaco nella nostra città aumenti di anno in anno, a dimostrazione della sensibilità della categoria e dell’attenzione che per lunga tradizione i piemontesi hanno nei confronti di chi è in difficoltà. Ho creduto e aderito al Banco Farmaceutico da subito, perché penso che il farmacista conosca bene le problematiche e le esigenze dei cittadini che vede tutti i giorni. Il numero dei farmaci raccolti, anno dopo anno, è in crescita e questo è un importante segnale che contribuisce al benessere di tutta la comunità, in particolare dei più deboli, soprattutto oggi con la forte crisi legata alla pandemia in corso. La Giornata di Raccolta del Farmaco è un gesto concreto, che può fare la differenza e dare un aiuto a tante famiglie già in situazioni critiche».

Coronavirus: il bollettino di domenica 7 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 624 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 52 dopo test antigenico), pari al 7,7% degli 8.068tamponi eseguiti, di cui 3625 antigenici. Dei 624 nuovi casi, gli asintomatici sono 227 (36,4%).

I casi sono così ripartiti: 94 screening, 339 contatti di caso, 191 con indagine in corso; per ambito: 24 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 72 scolastico, 528 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 232.307 così suddivisi su base provinciale: 20.671 Alessandria, 12.087 Asti, 7985 Biella, 31.795 Cuneo, 18.207 Novara, 121.590 Torino, 8607 Vercelli, 8364 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1166 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1835 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 140 ( invariati rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2017 (+10 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.148.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.611.416 (+ 8068 rispetto a ieri), di cui 1.055.447 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9002

Sono i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9002 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1360 Alessandria, 584 Asti, 373 Biella, 1066 Cuneo, 748 Novara, 4090 Torino, 407 Vercelli, 292 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

211.000 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 211.000 (+ 476 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.403 Alessandria, 10.878 Asti,7207Biella, 29.375 Cuneo, 16.565 Novara, 110.317 Torino, 7849 Vercelli, 7644 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1075 extraregione e 1687 in fase di definizione.