RITRATTI TORINESI- Pagina 3

Guido Calleri di Sala, dalle energie rinnovabili alla cultura

Ritratti torinesi

 

Torinese, 55 anni, il suo nome si lega alla dimora storica della famiglia, il palazzo dei Conti di Bricherasio, in provincia di Torino, che egli gestisce da qualche anno.

Esperto nel settore delle energie rinnovabili, Guido Calleri di Sala ha due figli, Melania e Matteo, e il suo nome riporta alla memoria proprio  un palazzo tuttora esistente, che ha vissuto fasti nel passato, il palazzo dei Conti di Bricherasio.

Venne costruito a cavallo tra il Seicento e il Settecento ai piedi della collina del castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia,  dopo quaranta giorni di bombardamenti. Nel parco, come testimonianza storica, si può ancora vedere ciò che è rimasto delle mura di quelle fortificazioni. Nel palazzo nacque nel 1706 il conte Giovanni Battista di Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe austropiemontesi che il 19 luglio 1747 sconfissero i Francesi nella battaglia del colle dell’Assietta. Tra Otto e Novecento frequentò il palazzo Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i primi esponenti della nobiltà italiana a intuire le enormi potenzialità dell’industria meccanica volta alla produzione di automobili a uso privato.  Erail primo luglio del 1899 quando Emanuele Cacherano di Bricherasio convocò nel suo studio,  nella sua residenza torinese, un gruppo di aristocratici e notabili per siglare l’accordo costitutivo della prima società che prese il nome di FIAT. Per l’occasione Bricherasio convocò il celebre pittore Delleani, amico di famiglia, per abbozzare il soggetto che ritrasse lo storico evento.

Residenza nobiliare per oltre due secoli, il palazzo dei Conti di Bricherasio venne adibito dal dopoguerra a residenza estiva e fu da quel periodo che iniziò a disegnare l’attuale architettura del parco di oltre quattro ettari, che oggi conta una cinquantina di specie arboree e almeno venti specie arbustive per un totale di oltre mille alberi.

Dominato da stili che attingono sia al giardino inglese di prima maniera sia alla vena del collezionismo botanico il parco presenta grandi macchie arboree che si contrappongono ad ampie radure a prato con laghetti e rigagnoli.

Il palazzo dei Conti di Bricherasio è inserito nei beni culturali sottoposti a  vincolo di tutela dalla Sovrintendenza del Piemonte e fa parte dell’ADSI, Associazioni Dimore Storiche italiane e del consorzio turistico del Pinerolese con cui collabora ad organizzare diversi eventi, quali, per esempio,  quello dedicato al bicentenario della nascita della Cavalleria di Pinerolo oppure il percorso Benessere come quello in programma il 15 luglio prossimo.

Da quest’anno partecipa alla rassegna letteraria, giunta alla sua quarta edizione, dal titolo “Bellezza tra le righe”, in collaborazione con il Castello di Miradolo e con Casa Lajolo  di Piossasco. Sono nove incontri,  di cui il primo inaugurato lo scorso 25 giugno con la presentazione del libro di Beppe Pezzetto,  dal titolo “Pala e Tequila”. Il prossimo 30 luglio presenteremo alle 17 il libro dell’autrice Bruna Macaluso e la rassegna si concluderà  con la presentazione di un libro divertente e al tempo stesso ironico, dal titolo “De rebus brevi” di Marco De Candia, in arte Mark Mc Candy.

“Bellezza tra le righe” rappresenta una rassegna di ottime letture che ogni anno porta autori e libri nei giardini storici di alcune dimore del Pinerolese. In questa edizione sono casa Lajolo,  il castello di Miradolo e palazzo Bricherasio.

“Come ADSI siamo aperti l’ultima domenica ogni mese tra aprile e ottobre, quando i nostri visitatori saranno condotti a conoscere gli interni e il parco. Le visite del parco fanno parte di un progetto in collaborazione con l’Istituto Agrario di Osasco, dove un gruppo di studenti porta i visitatori alla scoperta del parco e delle sue bellezze.

Ad ottobre chiuderemo poi la stagione ospitando le Giornate del Fai d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

Innovazione, design, architettura. Incontro con Alessandro De Cillis

Ritratti torinesi

Alessandro De Cillis co Founder @ CMO di Designtech

Designtech non comprende solo il design ma anche molti altri settori significativi connessi al design. Si tratta di un hub di innovazione tecnologica focalizzato sul design, ma che coinvolge anche i settori dell’arredo, dell’architettura, della costruzione e del real estate.
“A Milano – spiega Alessandro De Cillis – co Founder @ CMO di Designtech – Designtech ha sede presso Mind Innovation District ed è membro di Federated Innovation, il network che accelera i processi di creazione e di innovazione di Mind. Mind rappresenta un’area di un milione di metri quadrati in cui nascerà la città tecnologica del futuro là dove era presente l’ex Expo di Milano, Banca Intesa, tra Rho e Milano.
Designtech aiuta le aziende a integrare l’aspetto tecnologico TRA AZIENDE E STARTUP relativo a quattro ambiti: l’arredo, l’architettura, le costruzioni e il real estate”.
“Designtech mette al centro il tema dell’innovazione tecnologica su una serie di verticali che sono quelle di Furniture, Architecture, Construction e Real Estate. La città del futuro deve essere una città tecnologica e l’architettura deve essere coinvolta nella verticale della construction.
Nel maggio del 2020 veniva  progettato Designtech, che nel maggio del 2022 ha inaugurata la prima sede, nell’ottobre del 2022 veniva inaugurato al Milano Certosa District la Tech lounge C.Sapce, uno spazio in cui si possono organizzare eventi phygital e registrare podcast. In Certosa Designtech inaugurerà entro la fine del 2023 la Cofactory, uno spazio industriale dove potranno prendere sede le startup e prototipare i propri prodotti tecnologici innovativi.
Designtech ha partecipato al Salone del Mobile 2023 realizzando la prima area espositiva dedicata alle start up e con il Fuorisalone nel corso della Milano Design Week ha gestito 3 mila metri quadrati di esposizione di designer che hanno presentato le proprie soluzioni in materia di design.
“Mind Milano innovation District e Milano Certosa District aprono le porte alle idee- aggiunge Alessandro De Cillis – di chi guarda al futuro, attraverso la ricerca scientifica e la formazione, l’impresa, il tempo libero e la socialità. All’ingresso di Milano stanno prendendo forma centri di eccellenza internazionali dedicati al progresso delle persone e degli ambienti di lavoro. Si tratta di distretti dove convivono perfettamente condivisione e conoscenza, opportunità di crescita per il territorio e per il Paese. Lo spazio sostenibile è incentrato sulla persona e sui suoi valori, sull’inclusione, sui rapporti sociali, sulla crescita responsabile.
Mind e Certosa rispondono a tre sfide, del benessere, dell’ambiente e dell’impatto sociale”.
Mind e Certosa – precisa Alessandro De Cillis – possobno assolutamente essere un modello esportabile anche a Torino. L’imprenditore Stefano Buono, founder di Liftt, di fronte alla dichiarazione di Torino malata di “debolismo”, ha replicato, infatti, che si tratta di una città perfetta per fare impresa. Qui a Torino ci sono talenti veri. La componente che cresce, che investe, che ragiona su come investire sul futuro è quella capace di dare una mano a ridurre le distanze”. Un progetto come Designtech ha tutte le potenzialità per emergere a Torino e ottenere i risultati sperati.

MARA MARTELLOTTA

Mark Mc Candy, uno scrittore dalla felice vena ironica

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Mark Mc Candy, al secolo Marco De Candia, è un autore dalla felice vena ironica. Nato a Bari, dove ha vissuto per oltre cinquant’anni, ama molto Torino, città nella quale si è trasferito da anni per seguire i figli negli studi e lavorare nell’ambito dell’information technology.

Autore poliedrico e dalla sottile ironia, Mark Mc Candy, 61 anni, ha una vera passione per la scrittura, tanto da aver dato alle stampe già tre libri di racconti, di cui due in tempi pre-pandemici, nel 2017 e 2018, con la casa editrice Edizioni Radici Future.

I primi due libri, raccolte di racconti brevi, si intitolano “Avanti c’è un post” e “Solo post in piedi”, ad indicarne la genesi, carica di sottile ironia, avvenuta sul web sotto forma di post.

Il terzo libro “De Rebus Brevi”, pubblicato in aprile, ha già nel titolo l’espressione della cifra che contraddistingue Mark Mc Candy, usando la lingua latina per definire la brevità dei racconti. Al titolo si associa una copertina in cui l’autore, in uno scenario di rovine romane, ricorda l’imperatore Nerone che, invece di suonare la lira, strimpella sulla macchina da scrivere.

Il tempo è raffigurato attraverso il simbolo di una clessidra, che potrebbe sembrare persino anacronistico rispetto alla successione di tempi rapidi della società contemporanea ma, proprio per questo, assume un profondo valore simbolico.

Ma in fondo l’originalità e la verità di questo volume di Mark Mc Candy risiede proprio nella sua consapevolezza dell’importanza nell’attualità della brevità e della sintesi.

“De rebus brevi”, presentato in anteprima con successo a Torino Comics, ha fatto il suo debutto ufficiale presso il caffè Fiorio, tanto amato da re Carlo Alberto e luogo storico del centro di Torino. A promuovere la presentazione è stata l’Associazione “Vitaliano Brancati”, di cui è presidente Giovanni Firera che ha definito Mark Mc Candy “una piacevolissima sorpresa nel panorama degli scrittori torinesi. Si tratta di un libro fantastico. Il piacere è di averlo diretto e organizzato al Caffè letterario Fiorio a Torino”.

A dialogare sul libro sono stati Giovanni Firera, Maurizio Vanni, direttore del Lucca Center of Contemporary Art, Giuseppe Mastruzzo, direttore dell’International University College di Torino, e Guido Calleri di Sala, vice presidente del Caffè Letterario Fiorio.

I racconti di Mark Mc Candy hanno il ritmo dei tempi che viviamo e presentano una carrellata di situazioni brevi o brevissime, tali da poter essere lette sullo smartphone. Tanti e attuali i temi affrontati, sui costumi, usi che evolvono, sulle difficoltà di comunicazione oggi presenti in una società dove risultano sempre più frequenti nell’uso termini come bitcoin, firma digitale, metaverso, blockchain.

Mark Mc Candy, si può definire giustamente un “narratore di nuova generazione”, che, dotato di un umorismo fuori del comune, è riuscito a conquistarsi i favori di un pubblico molto ampio e trasversale di lettori. Ha scritto una lettrice di “aver trovato Mark per caso su Facebook e aver letto i suoi racconti con piacere, perché parlano della quotidianità di ognuno di noi, con garbo, sensibilità e ironia”.

Mark Mc Candy tratteggia, infatti, con sottile ironia i passaggi epocali della nostra società, conducendo il lettore a scoprire vizi privati e pubbliche virtù, analfabetismi funzionali e problemi di inclusione tipici della nostra epoca.

Il lettore viene condotto per mano tra casse di supermercati, piccoli paesi di provincia, spiagge e viali alberati dove uomini e donne si innamorano, litigano, si sorprendono.

L’autore si muove con disinvoltura nel cogliere le difficoltà che le persone “legate a schemi classici” hanno nell’affrontare i temi della sessualità, della tecnologia, dei rapporti di coppia oramai sempre più fluidi definendosi quasi un “fotografo”, che usa un caleidoscopio per sottolineare situazioni che cambiano continuamente in base al punto di osservazione.

Mark Mc Candy si è poi cimentato in una scrittura, più vicina a quella del romanzo, dando vita ad un racconto “Il faro di Ullapool”, tradotto anche in inglese, che potrebbe diventare nei prossimi mesi un bel libro per adolescenti.

“De rebus brevi” sarà protagonista di altre presentazioni, la prima delle quali avverrà al Salone Internazionale del Libro di Torino il prossimo 19 maggio alle ore 20. Seguirà l’8 giugno presso la Libreria torinese Belgravia, alle 18, il 14 giugno a Bari presso la Terrazza della Banca Generali e, nei giorni seguenti, in altre località pugliesi.

MARA MARTELLOTTA

Ponte Vittorio Emanuele tra storia e pittura

La pittrice Carla Gamba, appassionata di vedute torinesi, ha reso una bella immagine del ponte Vittorio Emanuele cogliendo l’atmosfera, la luce, i colori che l’avvolgono, i riflessi sull’acqua, con immediatezza impressionistica
ponte vittorio

Voluto da Napoleone durante l’occupazione francese per sostituire la costruzione quattrocentesca danneggiata dalla piena del Po del 1706, il nuovo ponte rese necessario l’abbattimento della chiesa barocca dei SS Marco e Leonardo prestigiosa opera del Vittone, in compenso favorì il collegamento di Piazza Vittorio con la Gran Madre e la zona collinare. All’inaugurazione nel 1810 furono murati nel pilastro centrale medaglie e monete commemorative delle campagne napoleoniche e un campione d’argento del metro, simbolo della recente applicazione del sistema metrico decimale. Al ritorno dei Savoia Vittorio Emanuele si oppose alle richieste di abbattimento volute per simboleggiare la caduta dell’occupazione francese; il ponte cambiò la denominazione di “Ponte sul Po” col nuovo nome del Re Sabaudo.

 

Giuliana Romano Bussola