Emiliano Paoletti: al Polo del ‘900 memoria storica e apertura al futuro

RITRATTI TORINESI

Emiliano Paoletti è direttore del Polo del ‘900 dall’aprile 2022

Uno degli esempi più significativi frutto di un progetto di rigenerazione urbana torinese è sicuramente il Polo del ‘900, nato nel 2016 o meglio sorto dalla riconsegna ai cittadini dei palazzi di San Celso e San Daniele, realizzati da Filippo Juvarra nel 1700.

“Il Polo del ‘900 ingloba 24 enti partecipanti – spiega il suo direttore Emiliano Paoletti – di cui alcuni sono enti residenti e altri non residenti, ma tutti collaborano alle attività del Polo, quali il Centro culturale Franco Antonicelli e il Centro studi Piero Gobetti. I 24 enti partecipanti rappresentano un punto di riferimento nella ricerca storica, sociale, culturale e economica del Novecento, oltre che nel campo della salvaguardia dei valori della resistenza, della democrazia e delle libertà. Il Polo del ‘900 pone anche a disposizione del pubblico spazi per eventi, spettacoli, sale di lettura, biblioteche, archivi, una caffetteria e un cortile”.

“Soci fondatori del Polo del ‘900 – aggiunge Emiliano Paoletti – sono la Città di Torino, la Regione Piemonte e la Fondazione Compagnia di San Paolo. Uno dei due edifici del Polo del ’900 è in particolar modo dedicato al Museo diffuso della Resistenza, che proprio quest’anno, in occasione dei vent’anni dalla sua inaugurazione, è stato oggetto di un importante intervento di restauro e ammodernamento del suo percorso espositivo, grazie a un contributo straordinario del Comune di Torino. A breve si insedierà il nuovo Consiglio di Amministrazione del Museo che, tra l’altro, procederà all’individuazione del suo direttore. Il Polo ha assunto una certa notorietà a livello anche nazionale e non solo, per l’unicità del suo progetto, e ha avuto l’onore di ricevere due visite da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la prima nel 2018 in tempi pre covid, la seconda quando è intervenuto a un evento il 2 agosto scorso”.

“Per l’ottantesimo anniversario della Resistenza, che di fatto ha inizio dopo l’8 settembre 1943 – aggiunge il direttore del Polo del ‘900 Emiliano Paoletti – abbiamo contribuito alla realizzazione della mostra dal titolo “DisobbediResistere. Gli internati militari italiani”, curata da ANCR, ISTORETO e istituto Salvemini, aperta fino al 2 febbraio prossimo nella galleria Immagini di palazzo San Celso.

Con la lectio magistralis tenuta da Giuseppe Filippetta, già direttore dell’Archivio Storico e della Biblioteca del Senato, abbiamo inaugurato il triennio dedicato all’ottantesimo della Resistenza, un percorso che coinvolge molti degli enti partecipanti, con il coordinamento scientifico dell’ISTORETO, una interessante iniziativa per la quale ogni anno dal 2023 al 2025 una parola chiave ( un verbo all’infinito) coglie gli elementi essenziali che hanno caratterizzato gli anni 1943, 1944 e 1945, permettendo di definire una cornice di senso capace di collegare passato e presente, tenendo unita la riflessione storiografica del dibattito culturale e civile. Si sono anche tenuti un seminario e una conferenza dedicati agli scioperi avvenuti nelle fabbriche nel ’43: disobbedire era un atto simbolico di rifiuto che segnò quel tempo.

La prima parola è, appunto, “disobbedire”. La seconda “combattere”. La terza “sognare”. Questa iniziativa recherà un percorso di mostre, eventi, seminari e rassegne cinematografiche. Nel 2023 abbiamo anche realizzato una collaborazione editoriale con il quotidiano Domani sui temi della Liberazione”.

“Queste attività sono state rese possibili grazie al contributo del Comune di Torino che ha finanziato in parte il restauro del Museo e in parte le attività per l’ottantesimo della Resistenza – precisa Emiliano Paoletti – a cui si è aggiunto un contributo da parte della Regione Piemonte per il coordinamento di una neocostituita rete della guerra e della memoria a cui aderiscono diversi enti del territorio piemontese.

In questo quadro va poi contestualizzato il progetto che riguarda l’ottantesimo anniversario dell’eccidio della Benedicta, località che si trova in provincia di Alessandria. La Regione Piemonte è impegnata nella realizzazione di un memoriale, della costruzione di un percorso museale cui partecipano diversi enti piemontesi, tra i quali alcuni dell’Alessandrino, impegnati nel mantenere viva la memoria di quel tremendo eccidio.

È già stato approntato l’edificio che ospiterà il materiale del memoriale dell’eccidio. Si tratta di una costruzione particolarmente originale nelle sue funzioni, che si adatta a un paesaggio montano, e che sarà aperto dalla primavera fino a fine estate”.

“Un’altra tematica – spiega Emiliano Paoletti – a cui abbiamo dedicato molto spazio nell’autunno di quest’anno è stata quella del mare, che consideriamo un tema trasversale, in quanto dietro a questo termine si celano altre parole come il colonialismo, i rapporti con i Paesi africani, il tema delle migrazioni, il ruolo del mare nel traffico internazionale delle merci e delle persone e l’inquinamento. Il progetto integrato è stato coordinato dall’Unione culturale Franco Antonicelli, con la partecipazione di diversi enti e molte attività tra cui la mostra ‘Archeoplastica’, curata dall’ISMEL, in collaborazione con l’associazione omonima che, da decenni, si occupa della pulizia delle spiagge. Allestita a fine settembre, è durata per tutto il mese di ottobre.

Le tre parole chiave che hanno ispirato la programmazione del Polo nel 2023 sono mare, polvere e orizzonti. Il mare è inteso come spazio di transito tentato o riuscito di corpi e merci, il lavoro sulle navi e nei porti. Il mare come spunto di ricerca e produzione culturale. ‘Polvere’ è la seconda parola, cui si accompagna l’immagine ‘Vortici di polvere’, scelta da Omero per rappresentare la furia della battaglia nell’Odissea. Da allora il sodalizio tra l’immagine della polvere e le descrizioni di guerra non si è più sciolto, sopravvivendo anche nella letteratura contemporanea. Un sodalizio che non si nutre solo con l’associazione visiva del campo di battaglia, ma soprattutto si alimenta della metafora profonda e antica che lega la polvere alla morte, tanto che, a partire dalle guerre del Novecento, ‘polvere’ è il prodotto della guerra. ‘Polvere’ è stata una winter school di tre giorni a cui hanno partecipato oltre 50 studenti universitari, coordinata dall’associazione Vera Nocentini insieme ad altri nostri Enti. Il terzo termine scelto è ‘orizzonti’, che mira alla possibilità di riattivazione del dialogo con l’immaginario politico e sociale delle nuove generazioni, portando attenzione alla visione di chi guarda la propria vita con una traiettoria proiettata nel futuro, alla ricerca di orizzonti di senso. Con Orizzonti verranno indagate tre esperienze sociali e politiche che hanno contrassegnato il periodo 2001-2021: il ‘movimento dei movimenti’, al secolo ‘No Global’, il ‘Movimento Studentesco dell’Onda Anomala’, il movimento ‘No Tav’. Il progetto rivolge la sua attenzione alle voci di una nuova generazione e mette al centro il lavoro di tre giovani ricercatrici, di un giovane collettivo chiamato ‘Stasis’ che si occupa di ricerche multimediali e che si avvale della collaborazione di una casa editrice torinese, Morsi, nata nel 2020. Ne nascerà una pubblicazione ad hoc, in cui le ricerche storiche dialogheranno con le illustrazioni, e l’incontro conclusivo sarà incentrato sulla partecipazione politica e i nuovi linguaggi.

Il progetto è coordinato dal Centro studi Piero Gobetti, in collaborazione con Arci Torino, Istituto Antonio Gramsci, Unione Culturale Franco Antonicelli”.

“Il Polo del ‘900 vuole essere anche – conclude il suo direttore – un centro di attualizzazione della storia e dei grandi temi del Novecento, ma anche essere una casa capace di ospitare eventi diversi e di differenti culture, come è stato per la recente Festa della Luce della comunità induista, e rafforzare valori e idee delle nuove generazioni favorendo la loro partecipazione. Un gruppo di giovani ragazze del ‘Club del Cucito’ si ritrova ogni sabato e presenta delle finalità di tipo sociale. Sono loro che hanno cucito 150 fazzoletti inviati a Palermo in occasione delle manifestazioni contro la violenza sulle donne. Sempre al Polo del ‘900 si tiene un laboratorio aperto a tutti, in cui si impara a danzare, includendo tutte le forme di abilità e disabilità. A condurlo è l’insegnante Gabriella Cerritelli. Sempre presso il Polo, la Compagnia PEM con Gabriele Vacis organizza dei laboratori teatrali aperti e delle prove aperte agli spettatori. Si tiene anche una scuola di architettura per bambini e ragazzi, corsi di lingua, con l’impegno di far crescere l’attenzione per i temi dell’inclusione e il desiderio di prossimità nei confronti delle persone”.

Mara Martellotta


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