ECONOMIA- Pagina 378

Fondi per il biologico e i giovani agricoltori

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa, ha recepito ufficialmente le modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, approvate il 5 giugno 2020 dalla Commissione europea, consistenti in una rimodulazione dei fondi: oltre 30 milioni di euro complessivi vengono concentrati sulle misure del Psr per l’agroambiente, il biologico, l’indennità compensativa e i giovani agricoltori.

“Il recepimento è un atto formale – sottolinea l’assessore regionale, Marco Protopapa – ma dal mese scorso sono già stati emanati i bandi regionali sulle misure 10, 11 e 13 del Psr sotto la responsabilità dell’Autorità di gestione. Abbiamo voluto procedere con immediatezza per dare liquidità alle aziende agricole che richiedono i contributi sulle misure del Psr a superficie”.

“In questo momento – prosegue Protopapa – dove l’attenzione della Regione Piemonte è quella di sostenere il settore agricolo dopo il critico momento a causa del COVID-19, con questa azione ben 11000 aziende troveranno un concreto aiuto economico utile per un’ auspicata ripresa”.

30 milioni di euro sono così rimodulati sulle seguenti misure del PSR 2014-2020:

– 1 MLN euro di finanziamenti regionali integrativi viene inserito sull’operazione 6.1.1 “insediamento giovani agricoltori”, al fine di favorire l’accesso dei giovani all’attività agricola.

– 22,3 MLN euro a favore dell’operazione 10.1.1 “produzione integrata”: questo importo aggiungendosi ai 4 milioni di euro circa di economie già presenti sulla misura, consentirà l’apertura per l’annualità 2020, prolungando così di un ulteriore sesto anno il bando quinquennale aperto nel 2015. Verranno finanziate circa 5mila aziende per il 2020.

– 8,3 MLN euro complessivi, tra modifiche ed economie della misura, a favore dell’operazione 13.1 “indennità compensativa per l’agricoltura in zone montane”, al fine di contribuire all’apertura del bando 2020 per circa 7 mila aziende.

– 1,16 MLN euro a favore dell’operazione 11.1.1 “conversione agli impegni dell’agricoltura biologica” che permetterà anche in questo caso il prolungamento degli impegni al sesto anno  al fine di garantire la possibilità a tutte le aziende che hanno aderito a tale operazione e vedono l’impegno terminato nel 2019 di proseguire ancora un anno, andando ad interessare complessivamente 680 aziende, attraverso l’adesione ai bandi.

Il trasferimento di fondi permetterà di aprire anche il bando sull’operazione 11.2 relativa al mantenimento degli impegni dell’agricoltura biologica, completando così il quadro del sostegno offerto dalla misura 11 (sia per le aziende che proseguono gli impegni sia per quelle in conversione dal convenzionale al biologico).

 

Incoscienti i giovani che si divertono? No, il virus rinasce tra i lavoratori

Criminali quei ragazzi che si sono baciati nonostante il Covid e le raccomandazioni. Era inevitabile che i contagi tornassero ad aumentare. Già, peccato che i nuovi focolai siano concentrati sui posti di lavoro, oltre che nelle residenze per anziani.

Ma lorsignori, politici e virologi a gettone, erano andati in tv a strillare contro i giovani incoscienti, contro le famiglie irresponsabili che portavano i bambini a giocare con gli amici, contro i folli che prendevano il sole in spiaggia sul medesimo asciugamano doppio. Mentre i lavoratori, spergiuravano lorsignori, erano al sicuro perché i padroni sono responsabili ed attenti…

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Incoscienti i giovani che si divertono? No, il virus rinasce tra i lavoratori

Coronavirus, Cantoira apre al turismo di prossimità

L’iniziativa per l’Estate 2020 del ‘Camping La Roccia’ e dell’imprenditore torinese Paolo Garrone per consentire vacanze sicure in Piemonte.

E’ un’estate anomala quella che attende gli italiani ancora alle prese con il Coronavirus. Banditi viaggi all’estero e mete lontane, preferiti invece gli spostamenti in Regione, la prima proposta in tal senso per i piemontesi giunge dall’imprenditore Paolo Garrone del ‘Camping La Roccia’ di Cantoira, storica struttura ricettiva attiva dal lontano 1960.

Un’oasi di verde e salute in tutta sicurezza in uno dei borghi più amati e suggestivi delle Valli di Lanzo, che si appresta ad accogliere “una nuova forma di ‘turismo di prossimità’ in ottemperanza ai cambiamenti attitudinali e legislativi dettati dalla pandemia tuttora in corso. Un’occasione utile anche per chi risiede in provincia di Torino e nel resto del Piemonte per conoscere e apprezzare un po’ più da vicino tutta la ricchezza e la bellezza paesaggistica del nostro territorio, in un’ottica di rivalutazione e riscoperta della cultura delle radici anche in un contesto ambientale locale e di facile e agevole raggiungibilità”, spiega Garrone.

Abbiamo provveduto ad aumentare la spaziatura per le piazzole destinate alle tende dei campeggiatori presenti nell’area verde a nostra disposizione, con particolare attenzione alla diversificazione delle fasce di clientela: single, coppie e famiglie, preparandoci ad accogliere al meglio giovani e anziani che, all’interno del camping – anche con proprie roulottes e camper – possono fruire di tutto ciò che gli occorre in piena sicurezza, evitando contatti ravvicinati e assembramenti al di fuori del nostro perimetro operativo”, precisa l’imprenditore turistico.

Che prosegue: “La nostra offerta è rivolta prevalentemente a un pubblico che desidera trascorrere periodi più o meno lunghi di ferie in totale serenità, limitando gli spostamenti al massimo se non per gli acquisti di generi di prima necessità o per le più basilari commissioni, al fine di consentire un soggiorno piacevole dotato di tutte le cautele del caso. Abbiamo altresì predisposto un meccanismo di selezione rotativa delle prenotazioni al fine di assicurare a tutti gli avventori il pieno rispetto delle prescrizioni governative vigenti, assemblando nel migliore dei modi i pubblici che presentano esigenze simili, in modo da rendere più omogenea possibile la permanenza in camping”, conclude Paolo Garrone.

Tra i servizi offerti, anche la visita ai luoghi-simbolo del territorio, fra cui chiese, piloni votivi e aree verdi, tutte gestite con numeri, modi e spazi in linea con le distanze di sicurezza, e in modalità differente a seconda delle fasce di età della popolazione, nel rispetto delle incolumità dei turisti.

Per informazioni, è disponibile il numero 329 3610339, oppure l’indirizzo e-mail campinglaroccia@tiscali.it

Vendite promozionali anche 30 giorni prima dell’inizio dei saldi estivi

“Per sostenere la ripartenza e la ripresa del sistema commerciale piemontese nelle migliori condizioni di competitività ed efficienza e adottando una linea di apertura e liberalizzazione del mercato, si è deciso, di concerto con le associazioni di categoria, di sospendere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi estivi”

E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio, dopo l’approvazione durante la seduta di Giunta del disegno di legge “Misure per il commercio a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Il provvedimento è stato quindi trasmesso al Consiglio regionale per l’approvazione urgente che sarà votata martedì prossimo dalla Prima Commissione riunita in sede legislativa.

Con le modifiche alla legge regionale n.28/1999 si stabilisce,per quest’anno, di permettere le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione, posticipate al 1° agosto 2020.

Prodotti fitosanitari, la deroga delle Regioni

È stato approvato nell’ultima seduta della Conferenza Stato Regioni, il decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali finalizzato ad integrare il DM 309/2011, che stabilisce un limite massimo di residui di sostanze non ammesse in agricoltura biologica, oltre il quale il prodotto contaminato non può essere commercializzato come “biologico”.

Il decreto, in procinto di emanazione, prevede una deroga nel caso di residui di acido fosfonico nonché, per il vino, anche di acido etilfosfonico. Il decreto ministeriale del 2011, infatti, con riferimento ai prodotti fitosanitari non presenti nell’allegato II del Reg. (CE) n. 889/2008, ha fissato a 0,01 mg/kg il limite inferiore, inteso come “soglia numerica” al di sopra della quale non è concedibile la certificazione di prodotto biologicoanche in caso di contaminazione accidentale e tecnicamente inevitabile, a meno che non siano previsti limiti inferiori dalla legislazione applicabile per particolari categorie di prodotto.

Poiché in base ai metodi di analisi più utilizzati nel settore – dichiara Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario alle Politiche Agricole – questo valore risulta difficilmente applicabile nel caso di acido fosfonico, è stato opportuno prevedere una deroga alla precedente disposizione. Per tale ragione, il Decreto su cui si è trovata l’intesa prevede una nuova soglia specifica per questa sostanza, pari a 0,05 mg/kg, stabilendo al tempo stesso un periodo transitorio di due anni, durante il quale si applica il limite più elevato di 0,5 mg/kg per le colture erbacee e 1 mg/kg per quelle arboree”.

Il provvedimento contiene, inoltre, una specifica norma per la contaminazione di acido etilfosfonico nel vinoderivante da un processo di produzione spontanea che si verifica durante il processo di trasformazione. Al fine di incentivare l’agricoltura biologica, il periodo di transizione sarà applicabile anche alle aziende che si saranno convertite al biologico successivamente all’emanazione del decreto.

Alla luce delle indicazioni fornite dal CREA e con un attento confronto tecnico – conclude Giuseppe L’Abbate – poniamo fine ad una controversa situazione su cui si ingeneravano numerosi falsi positivi e che rischiava, di fatto, di penalizzare le nostre imprese biologiche, rendendo vani i loro sforzi”.​

In Val di Susa il nuovo modello di “abitare condiviso”

Da una vecchia baita montana sono nate unità abitative aggregabili grazie a locali in co-housing per il tempo libero e il lavoro: dalla sala cinema, alla palestra, fino al deposito per gli sci e per la ricezione dei pacchi postali. Un progetto decisamente inedito in un contesto montano dove solitamente predomina il modello della seconda casa. Una proposta abitativa che ha dimostrato tutta la sua efficacia durante i mesi del lockdown. Gettando le basi per un nuovo ritorno ai piccoli centri rurali e montani

E’ in Val di Susa che, dopo l’emergenza Covid19, ha confermato la sua validità un nuovo modello di “abitare condiviso” e a contatto con la natura. Stiamo parlando di Casa Giaglione. Questa ex baita, dotata di unità abitative autonome, propone una nuova fruizione degli spazi comuni, ripensati per dare vita a locali condivisi aggregabili tra loro attraverso modalità co-housing per il tempo libero e per lo smart working.

Una soluzione mai così attuale, soprattutto dopo l’impatto del Covid19 sulla nostra vita quotidiana. Ma l’aspetto ancora più innovativo è il contesto: siamo, infatti, a Giaglione (Torino), a circa 600 msl, in un territorio montano dove solitamente a prevalere sono modelli abitativi legati solo alla permanenza temporanea. Insomma, le classiche seconde case.

L’intervento è firmato dal celebre architetto Marco Visconti, fondatore dello Studio MV Architects e ritenuto tra gli architetti che stanno ridisegnando il paesaggio piemontese e italiano. Portano, infatti, la sua firma la Torre Zucchetti di Lodi, la Centrale termica di Moncalieri, l’Iveco training center di Torino, il Ristorante Ferrari di Maranello e lo Stabilimento FCA di Melfi, solo per citarne alcuni.

L’architetto Visconti, con Casa Giaglione, ha interpretato la baita storica riproponendo però un’inedita progettazione degli spazi comuni pensati per una fruizione che integra perfettamente tempo libero, locali di servizio e lavoro: dalla sala cinema, alla palestra, dal deposito per gli sci all’area per la ricezione dei pacchi postali.

Il progetto, i cui lavori di realizzazione si sono conclusi nel luglio del 2019, proprio per le sue caratteristiche di innovazione, sarà presentato alla mostra dedicata all’architettura montana in programma questo autunno a Torino, presso il Museo della Montagna.

«In questi mesi di emergenza sanitaria – spiega l’architetto – Casa Giaglione, che ho pensato in tempi non sospetti, ha confermato la validità e l’innovazione del suo modello abitativo.  L’emergenza Covid19 ha fatto riemergere, attraverso il lavoro agile, il ruolo importantissimo dei piccoli centri rurali e montani: durante il lockdown, infatti, questi luoghi hanno dimostrato la validità dei loro modelli di vita (maggiore contatto con la natura, minor rischio di assembramenti, possibilità di spazi abitativi più ampli). Sono convito che il Covid abbia gettato le basi per un ripopolamento di queste aree. A patto che le direttive governative puntino a un rafforzamento delle infrastrutture necessarie: dalla copertura internet alla predisposizione di una adeguata rete di trasporti pubblici, purtroppo ad oggi ancora molto carenti” conclude Marco Visconti.

“Servono certezze per le aziende agrituristiche”

Ad oltre un mese dalla firma dell’accordo sul turismo la Regione non ha ancora erogato il bonus previsto per gli agriturismi. A denunciare la situazione è il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini.

“Il 22 giugno, già con grave ritardo, sarebbero dovute partire le PEC per tutte le strutture ricettive – spiega Carenini -, ma ad oggi le aziende non hanno ancora ricevuto nulla. Mancano ancora gli elenchi degli agriturismi con ristorazione che la Regione si era impegnata a trasmettere alle organizzazioni agricole per verificare l’effettiva presenza di tutte le aziende che hanno diritto al bonus di 2.500 euro previsto dal riparti Piemonte”. 

“Le buone intenzioni della Regione – aggiunge Carenini – si stanno arenando sulle secche di una burocrazia inefficiente. Le aziende hanno bisogno di certezze e tempi rapidi. I nostri uffici sono subissati dalle telefonate dei soci spazientiti che chiedono spiegazioni. Dopo tre mesi di blocco totale, il settore sta cercando di ripartire ma la pubblica amministrazione sta dimostrando una volta di più di avere tempi non compatibili con quelli degli imprenditori”. 

“Chiediamo alla politica e alle amministrazioni pubbliche – conclude il presidente di Cia Piemonte – di garantire che i provvedimenti legislativi siano attuati in tempi celeri. In questo lungo periodo di emergenza troppi provvedimenti sono rimasti nel limbo delle buone intenzioni. Ma l’economia reale ha bisogno di concretezza, le idee da sole non bastano”.

In arrivo 40 milioni alle pmi del Nord-Ovest

Lo sforzo congiunto di Banca Generali, Credimi, Fondazione CRT e Finpiemonte ha permesso di realizzare, per la prima volta in Italia, una operazione che fa affluire risparmio delle famiglie a sostegno delle PMI di uno specifico territorio.

Si tratta di operazione che porterà , in poche settimane, 40 mln di euro di prestiti a quelle realtà che faticano ad accedere ai canali di finanziamento tradizionali. I finanziamenti concessi avranno un importo compreso tra 30.000 e 750.000 euro in funzione del fatturato dell’impresa da finanziare e mirano a raggiungere oltre 400 PMI del territorio.

La restituzione dei prestiti partirà dalla fine del 2021 per i successivi 4 anni. Le imprese che potranno accedere a questi fondi devono avere meno di 500 dipendenti, un fatturato sopra i 100.000 euro, essere Società di Capitali (SPA, SRL) con almeno un bilancio depositato o Società di Persone (SAS e SNC) con almeno una dichiarazione fiscale. La procedura è completamente digitale: la richiesta si fa online sul sito Credimi.com, in 2 minuti, da qualsiasi device, con documenti firmati digitalmente; la risposta arriva in soli 3 giorni per quelle imprese che hanno superato le verifiche e l’analisi del merito creditizio, con richieste fino a un limite massimo pari al 25% del proprio fatturato.

Dal fronte dell’investimento invece, la cartolarizzazione ha la durata di 6 anni e offrirà un rendimento ai clienti professionali di Banca Generali pari all’euribor (con floor a -0,10) a 3 mesi +3% .
Per l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Tronzano, ‘La Regione Piemonte sta mettendo in campo risorse ingenti per sostenere la ripresa e l’operazione Italianonsiferma è un esempio efficace di come le risorse pubbliche possano essere usate come leva per mobilitare quelle private, potenziando così i benefici per le imprese. L’intervento di FinPiemonte consente di contenere il costo dei finanziamenti e le imprese potranno anche ottenere un’ulteriore riduzione degli oneri attraverso il bando regionale che prevede un finanziamento in conto interessi fino a 7.500 Euro’ .

Anche Il Segretario Generale di Fondazione CRT e di Fondazione Sviluppo e Crescita Massimo Lapucci ha espresso soddisfazione per “una formula innovativa, realizzata insieme a partner di alto profilo, che coniuga le finalità di supporto e di sviluppo del territorio, proprie della nostra Fondazione, con la sostenibilità finanziaria dell’intervento, nella logica dell’impact investing. Con questa ambiziosa operazione, in un momento di forte difficoltà per il tessuto produttivo e per l’economia reale, acceleriamo con convinzione il processo intrapreso di ibridazione tra profit e non profit, creando un bridge tra il risparmio privato a sostegno delle imprese e gli investitori istituzionali come Sviluppo e Crescita CRT, che assume su di sé parte del rischio per creare valore economico e sociale”.

La Talpa. I soldi pubblici? Ai giovani per garantire il rilancio

Semplice, no? Intuito e determinazione. Costante lavoro di avanzamento, quindi di cambiamento.

Certo ogni modifica dell’esistente genera conflitti di resistenza. Ma non cogliere il cambiamento (se) in atto, quindi neanche resistervi, esserne ciechi o indifferenti, genera tragedie che consistono in occasioni di progresso perse, irripetibili. Stare fermi non è né un’opzione né un valore: è la manifestazione di una grave patologia depressiva che conduce all’annientamento…

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La talpa: i soldi pubblici? Ai giovani per garantire il rilancio

 

I commercianti: “Non basta San Giovanni virtuale a rilanciare l’economia”

Il commercio e ristorazione sono ancora in difficoltà  a Torino

In molti casi il fatturato è calato fino al 50%, a ormai un mese circa  dall’inizio della Fase 3.

L’Ascom ha messo in evidenza quanto sia difficile tornare alla normalità: non sono sufficienti, ritene l’associazione dei commercianti,  gli appuntamenti del palinsesto virtuale del Comune,  a colmare l’assenza dei torinesi e dei turisti e neanche  a migliorare gli effetti sui consumi della cassa integrazione e del  periodo di smart working. “Il web non può sostituire le trecentomila persone che ogni anno partecipavano alla festa del Santo Patrono”.  L’Ascom evidenzia anche gli effetti preoccupanti dello smart working su bar, ristoranti e negozi vicini a grandi aziende ed uffici pubblici”. Dice la presidente Coppa: “è necessario coinvolgere tutte le forze della Città e le imprese nella programmazione di appuntamenti di richiamo, coniugando il bisogno di ritorno alla normalità con la sicurezza di tutti.”